salute,sicurezza,ergonomia ind. alimentare Flashcards

1
Q

Obblighi carico datore di lavoro non delegabili

A

Il datore di lavoro non può delegare:
a) Valutazione dei rischi ed elaborazione del Documento di Valutazione del Rischio
b) Designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi

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2
Q

I Più importanti obblighi del datore di lavoro e del Dirigente

A

a) Nominare il medico competente, che effettuerà la sorveglianza sanitaria.
b) Designare i lavoratori incaricati alla gestione delle emergenze; attuazione misure prevenzioni in caso di incendio e lotta antincendio, evacuazione in caso di pericolo immediato, di salvataggio e di primo soccorso.
c) Affidare compiti ai lavoratori tenendo conto delle capacità e delle condizioni in rapporto alla salute e alla sicurezza.
d) Fornire i DPI (dispositivi di protezione individuale) necessari e idonei.
e) Richiedere l’osservanza da parte dei lavoratori delle norme di sicurezza ed igiene del lavoro, più l’impiego dei dispositivi di protezione collettiva e individuale messi a loro disposizione.
f) Inviare i lavoratori a visita medica entro le scadenze dettate dal programma di vigilanza, e richiedere l’osservanza da parte del medico agli obblighi previsti dal suo incarico.
g) Prendere misure appropriate affinché solo i lavoratori istruiti e addestrati a riguardo possano accedere a zone che li espongono a un certo rischio.
h) In caso di infortunio, comunicare in via telematica all’INAIL e all’IPSEMA i dati relativi all’infortunio nel caso questo comporti un’assenza dal lavoro di almeno un giorno (escluso il giorno dell’evento stesso), questo entro 48 ore.

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3
Q

Fondamenti del TU 81/08

A

Si tratta di un testo contenente più di 300 articoli e 50 allegati; nel testo sono introdotte sanzioni penali nel caso non vengano rispettate le norme contenute in esso.
Il suo obiettivo è quello di ridurre al minimo la possibilità che il lavoratore sia esposto a rischi legati all’attività lavorativa.
Il T.U. prevede che:
1. Venga effettuata una valutazione dei rischi al fine di ridurli o eliminarli
2. Qualora possibile, sostituire le cause possibili di rischio
3. Controllo sanitario periodico dei lavoratori
4. Informazione e formazione dei lavoratori per quanto riguarda la sicurezza nell’azienda
5. Una serie di sanzioni nel caso non vengano seguiti i punti sopra citati

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4
Q

Delega di funzioni e i suoi presupposti

A

Si è rivelata necessaria al crescere della dimensione organizzativa delle aziende, così da poter scaricare parte delle responsabilità dal Datore di lavoro al Dirigente e/o al Preposto. Si viene a creare una rete di garanti dell’adempimento del servizio di prevenzione e protezione.
Questo non implica che il Datore non è più responsabile delle proprie azioni, perché dovrà comunque assicurarsi che il Delegato svolga nel modo corretto le funzioni che gli sono state trasferite. La possibilità di delegare è valida per aziende di qualsiasi dimensione.
La delega è un trasferimento di poteri circoscritto a quanto dichiarato nell’atto.
Deve:
1. essere formale, quindi scritta e con una data.
2. Il delegato deve soddisfare i requisiti per poter svolgere la natura delle funzioni delegate, in quanto avrà i poteri per svolgere tutte le funzioni a lui delegate
3. Deve essere accettata per iscritto

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5
Q

Funzioni del RSPP

A

Il soggetto scelto dal Datore di Lavoro per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi in ambito professionale. Si occupa di individuare e valutare i possibili fattori di rischio ed elabora le misure di prevenzione e protezione.
Inoltre informa i lavoratori sui rischi generici, quelli relativi alla loro mansione, su come prevenirli, sulle misure antincendio e di emergenza, di pronto soccorso informa sull’organizzazione della sicurezza. Deve anche proporre programmi di formazione e informazione in merito ai lavoratori

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6
Q

Di cosa si occupa legge 37/2008

A

Riguarda le disposizioni a partire dalla progettazione fino all’installazione, e in seguito alla manutenzione degli impianti all’interno di edifici. Stabilisce le regole per cui un impianto è dichiarato conforme, sulla base di modelli che l’installatore deve seguire e rilasciare al termine dell’intervento. Si applica ad ogni impianto e riguarda ogni fase dell’intervento a partire dalla consegna.
Punto cardine è la dichiarazione di conformità, documento dove l’azienda esecutrice attesta la sicurezza dell’impianto in seguito a installazione e collaudo al committente.

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7
Q

Direttiva macchine: chi è il fabbricante e che responsabilità ha

A

La Direttiva Macchine rappresenta un modello di riferimento per tutte le macchine e attrezzature utilizzate in contesti professionali. Riguarda la sicurezza dei dispositivi, al fine di garantire la tutela dell’utilizzatore. Per questo nella direttiva vengono definiti dei requisiti essenziali per il macchinario, così da garantire un prodotto sicuro dalla progettazione fino al suo impiego.
Compito del costruttore è quello di valutare i requisiti essenziali e dimostrarne l’applicazione sul macchinario da lui prodotto.
Inoltre deve fornire il libretto di istruzioni per l’uso e la documentazione tecnica riguardante il macchinario.
Deve contattare un organismo notificato nel caso in cui il macchinario sia estremamente pericoloso e quindi un’autovalutazione della documentazione tecnica non risulta sufficiente.
Deve infine dichiarare che la macchina è conforme apponendo la marcatura CE, che garantisce l’iter di controllo seguito in fase di realizzazione

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8
Q

Cos’è la dichiarazione di conformità e chi la redige

A

Si tratta di una marcatura che viene apposta a un macchinario dichiarato sicuro. Il fabbricante della macchina è colui che redige la marcatura garantendo che è stato seguito un iter di controllo sulla macchina.
La dichiarazione di conformità viene redatta da chi installa l’impianto e aggiornata ogni volta che questo subisce delle modifiche, in seguito a delle verifiche di collaudo.
Deve fornire informazioni sui tipi di materiali utilizzati e sul progetto, allegando anche uno schema dell’impianto.

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9
Q

Cos’è una norma armonizzata

A

Si tratta di una regola tecnica che ha come obiettivo quello di creare uno standard per quanto riguarda sicurezza, salute o prestazioni per i processi produttivi.
Vengono elaborate da organizzazioni europee (come il CEN), a loro volta affiancate da esperti dei vari settori in grado di fornire pareri più vicini all’area di interesse da normare.
Se sono rispettate, i prodotti che soddisfano la norma possono circolare liberamente sul mercato libero europeo senza aver bisogno di ulteriori notifiche da organismi certificati.

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10
Q

Cos’è il Disegno Igienico delle Macchine

A

Si tratta di un approccio alla progettazione dei macchinari dove l’obiettivo è evitare problemi di sanificazione ponendo attenzione ad aspetti igienici e sanitari.
E’ importante per garantire che le macchine siano conformi agli standard sanitari ed evitare problemi di contaminazione. Un esempio classico è lo sviluppo di macchinari con superfici lisce e facili da pulire e sanificare.
Un disegno ben realizzato permette quindi di fornire un macchinario la cui manutenzione da un punto di vista sanitario sia semplice, e ridurre ulteriormente il rischio di natura igienica per il consumatore degli alimenti.

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11
Q

Quali sono gli obblighi del Lavoratore

A
  1. Ogni lavoratore deve prendersi cura della salute e sicurezza propria e di chi lo circonda nel luogo di lavoro, in modo conforme alla sua formazione e istruzione fornita dal Datore di Lavoro.
  2. Deve osservare e rispettare le disposizioni per quanto riguarda salute e sicurezza
  3. Utilizzare correttamente i dispositivi di sicurezza, le attrezzature, le sostanze pericolose e i mezzi di trasporto.
  4. Utilizzare i dispositivi di protezione forniti nel modo corretto
  5. Segnalare al Datore di Lavoro o al Preposto, in caso di mancanza, un problema per quanto riguarda le attrezzature, o i dispositivi di sicurezza. Vale lo stesso anche per eventuali situazioni di pericolo di cui vengono a conoscenza. Se l’urgenza è immediata possono adoperarsi a risolvere la situazione di pericolo secondo le loro capacità.
  6. Partecipare ai programmi di formazione e addestramento
  7. Sottoporsi ai controlli sanitari previsti
  8. Nel caso il lavoratore faccia parte di azienda che è in appalto o subappalto, deve presentare il tesserino di riconoscimento con foto, generalità e nominativo del Datore di Lavoro.
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12
Q

Cosa deve fare un lavoratore in caso di infortunio

A

In caso di infortunio di gravità lieve o media, il lavoratore deve:
1. Informare il datore di lavoro
2. Se necessario, dopo il primo soccorso, rivolgersi al medico dell’azienda o al Pronto Soccorso
3. Fornire una dichiarazione delle dinamiche dell’accaduto
4. Far rilasciare dal medico curante un primo certificato medico dove è indicata la diagnosi e i giorni di inabilità temporanea assoluta al lavoro
5. Consegnare copia del certificato al Datore di Lavoro, che presenterà denuncia all’INAIL
6. Prima della scadenza della prognosi, recarsi all’INAIL per sottoporsi a visita medica dove verrà deciso se proseguire o meno con la malattia. Se la malattia continua verrà fornito un nuovo certificato da presentare il giorno stesso al Datore di Lavoro, altrimenti verrà redatto un certificato di idoneità a riprendere il lavoro.

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13
Q

Definizione di DPI

A

Si intende per dispositivo di protezione individuale qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo

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14
Q

Rischi dell’azienda alimentare

A

Il rischio è di livello medio basso, in quanto potrebbe derivare da utensili di taglio, tritacarne, affettatrici, scivolamento, ustioni, freddo e rumori molto forti. Comunque il primo fattore di rischio deriva dall’utilizzo di macchine e utensili in modo improprio, motivo per cui è necessario identificare i fattori di rischio e formare di conseguenza i lavoratori che andranno a impiegare tali strumenti. E’ inoltre importante che siano sottoposti a manutenzione periodica e revisione.
Non vanno trascurati i rischi di tipo fisico (meccanici e termici), chimico e biologico, specialmente quest’ultimo rischia di passare dall’operatore al prodotto.
Per prevenire questi rischi sono previsti DPI per: testa, apparato uditivo, braccia, mani, viso e piedi.

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15
Q

Definizione di Responsabile del servizio per la prevenzione e protezione (RSPP)

A

Si tratta di un consulente interno o esterno all’azienda che aiuta il datore di lavoro nella stesura del documento di valutazione dei rischi (DVR). Il Datore di Lavoro individua questa figura in possesso di capacità e dei requisiti necessari per aumentare la sicurezza in azienda e gestire al meglio problematiche legate alla presenza di possibili rischi.
Si occupa di individuare i possibili rischi e inoltre di proporre programmi di formazione e informazione ai lavoratori.

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16
Q

Norma per Primo Soccorso in Azienda

A

La norma prevede adempimenti obbligatori per tutte le aziende, a prescindere dalla loro dimensione. Suddivide le tipologie di aziende in 3 blocchi in funzione di numero occupati, tipologia di azienda e rischi derivati dal tipo di mansione:
A) Le più pericolose per tipologia (aziende minerarie, che trattano materiali esplosivi, centrali termoelettriche e nucleari), oppure con più di 5 dipendenti ad alto indice infortunistico
B) Aziende con più di 3 lavoratori che non rientrano in A
C) Aziende con meno di 3 lavoratori che non rientrano in A
Per tutti è prevista un percorso di formazione riguardo il primo soccorso, quello che cambia è la durata 16h per A e 12h per B e C. Il corso di formazione viene svolto da personale medico.
Per aziende A e B devono essere presenti cassette di medicazione all’interno dell’azienda.
Per aziende C è sufficiente il pacchetto di medicazione.
Ogni azienda deve comunque prevedere un piano di primo soccorso, documento personalizzato dove viene indicato cosa deve fare ogni lavoratore in caso di emergenza.

17
Q

Cosa prevede la Norma Antincendio

A

Prevede che:
1. Nei luoghi di lavoro vengano adottate misure preventive nei confronti degli incendi
2. Vengano perseguiti come obiettivo la sicurezza della vita umana e la tutela di beni e ambiente.
Si articola su più punti per quanto riguarda la progettazione e manutenzione in funzione di un sistema antincendio:
a. Reazione al fuoco (materiali impiegati)
b. Resistenza al fuoco (struttura portante)
c. Compartimentazione (studio di ambienti in grado di limitare la propagazione)
d. Esodo (vie di fuga e segnaletica di emergenza)
e. Gestione della sicurezza (corsi per responsabili della gestione dell’emergenza)
f. Controllo (disponibilità e manutenzione di attrezzature e impianti per il controllo dell’incendio)
g. Rivelazione e allarme
h. Controllo fumi e calore
i. Operatività antincendio (facilitare l’esecuzione delle manovre antincendio da parte dei Vigili del Fuoco)
j. Sicurezza degli impianti (devono essere progettati a “regola d’arte”)

18
Q

Ingegneria antincendio: cos’è e quali soluzioni devono essere adottate

A

Si tratta di un’applicazione di principi ingegneristici finalizzati alla tutela della vita umana, dei beni e dell’ambiente in caso di incendio.
Si possono adottare soluzioni attive, dove è richiesto l’intervento dell’uomo o di un impianti (come per estintori o sistemi di estinzione automatici); oppure soluzioni passive (compartimentazione degli ambienti e utilizzo di materiali ignifughi).
Viene posta attenzione alla valutazione del rischio di incendio e formazione di personale in grado di gestire l’emergenza all’interno dell’edificio.

19
Q

Analisi del rischio di un dispositivo o di una macchina: grandezze da considerare

A

L’analisi del rischio analizza i possibili pericoli che si potrebbero presentare e valuta i rischi , cercando di eliminarli o comunque riducendoli al minimo. Se le macchine, o le mansioni prevedono tuttavia dei rischi intrinsechi non eliminabili, è previsto l’impiego di DPI.
La valutazione di una certa situazione pericolosa si basa su:
a. Gravità del danno che potrebbe causare
b. Probabilità che si potrebbe verificare tale situazione
i. Frequenza e durata esposizione del lavoratore
ii. Probabilità di un evento pericoloso
iii. Capacità tecniche e umane per limitare il danno
Le istruzioni, cioè come far funzionare in modo corretto qualcosa, che vengono fornite al momento dell’acquisto di un bene sono il risultato di un’analisi del rischio.

20
Q

DVR - Documento Valutazione Rischi: cos’è

A

Si tratta di un documento che deve essere redatto dal Datore di Lavoro, senza possibilità di delega a nessuno. Può essere aiutato dall’RSPP, ma rimane il Datore la figura responsabile del DVR. Contiene dati su tutte le attività presenti in azienda, in ogni luogo di lavoro così da individuare i rischi per la sicurezza e la salute dei Lavoratori. Il documento deve essere breve e di facile comprensione, così da poter essere consultato da tutti, di modo che siano in grado di attuare tutte le misure di prevenzione e protezione del caso

21
Q

Informazioni che devono essere comunicate al Lavoratore e chi deve farlo

A

Il Datore di Lavoro deve provvedere affinché ciascun Lavoratore riceva informazioni riguardo:
a. Rischi connessi all’impresa in generale e nello specifico alla sua attività svolta
b. Procedure di gestione delle emergenze
c. Nominativi dei lavoratori che si occupano della gestione delle emergenze
d. Nominativi di RSPP e medico competente
e. Normative di sicurezza e disposizioni aziendali in base all’impiego di sostanze pericolose

22
Q

Importanza della formazione nel processo di gestione della salute e sicurezza dei lavoratori e a chi spetta

A

La formazione dei lavoratori è obbligatoria, deve essere ricca di informazioni per poter essere efficace.
Si prevede anche un addestramento on job, così che la formazione di un lavoratore venga seguita da un altro lavoratore esperto già inserito nel contesto per una settimana, così che gli possano essere presentati tutti i rischi possibili derivanti da quelle mansioni. Per fornire tutte le informazioni necessarie serve che queste siano comprensibili e semplici, correlate di immagini e figure.
La formazione deve essere erogata dall’azienda e il datore di lavoro deve garantire che questo avvenga.
La formazione prevede oltre che all’elenco dei possibili rischi anche: le procedure di primo soccorso, quelle antincendio e di evacuazione, il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione e prevenzione che vengono adottati

23
Q

Logica delle direttive tecniche del nuovo approccio della Comunità Europea

A

La logica è fornire un nuovo approccio dove non ci sono più regole stringenti molto specifiche ma dei requisiti essenziali di sicurezza da rispettare. Il fatto di avere delle normative armonizzate permette sia una libera circolazione dei beni all’interno della Comunità Europea, sia uno standard di sicurezza garantito abbastanza elevato per i consumatori.

24
Q

Cos’è una normativa tecnica, chi la emana e che valore ha

A

Si tratta di un documento che spiega come qualcosa deve essere fatto per essere considerato “ben fatto”, garantendo quindi prestazioni, sicurezza e rispetto per l’ambiente. In Italia vengono emanate dall’ UNI e dal CEI, sotto controllo da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. A livello Mondiale ci sono l’ISO e l’IEC.
L’uso di una normativa tecnica permette di adeguarsi a degli standard dettati dalla normativa d’interesse, così da poter acquisire una certificazione ulteriore e ottenere un marchio di conformità riconosciuto.

25
Q

Cos’è la biomeccanica

A

Branca della bioingegneria, applica le leggi della fisica allo studio del movimento umano e animale. Studia il comportamento di ossa e muscoli coinvolti nel movimento, vedendo le forze e le deformazioni che si creano in base a un certo tipo di comportamento. Nell’industria trova applicazioni quali il miglioramento degli schemi di lavoro e dei macchinari basandosi sul corpo umano e le sue esigenze.
Uno studio di biomeccanica può essere di tipo previsionale, così da evitare problemi e patologie derivanti dall’ambiente lavorativo.

26
Q

Cos’è l’ergonomia

A

Scienza preventiva che si occupa dell’interazione tra individuo e tecnologia, al fine di migliorare soddisfazione e funzionalità dell’utente, così come le prestazioni del sistema, ed evitare il manifestarsi di effetti dannosi.
L’operatore deve essere comodo e soddisfatto, riducendo gli effetti sulla salute del lavoro monotono e ripetitivo causati dalla confidenza. Il livello di ergonomia è quindi un insieme di comodità, comfort e soddisfazione dell’utente nei confronti del macchinario, attrezzo o sistema lavorativo. L’obiettivo è quello di evitare un logoramento dovuto all’attività ripetuta e migliorare il rendimento in generale.
Possono essere seguiti due approcci nello studio ergonomico: uno reattivo (analizzando una situazione iniziale di scarsa ergonomia e pensando a come correggerla) e uno preventivo (ipotizzando quali potrebbero essere dei problemi di ergonomia e migliorare i punti deboli che possono saltare fuori).

27
Q

Cos’è l’usabilità

A

Definita dall’ISO come l’efficacia, l’efficienza e la soddisfazione con la quale gli utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti.In pratica è il grado di soddisfazione con cui avviene l’interazione uomo-strumento. Possiede diversi impatti:
1. Efficacia: accuratezza e completezza dell’interazione per raggiungere l’obiettivo
2. Efficienza: intesa come risorse impiegate per ottenere una buona accuratezza
3. Soddisfazione: Comfort dell’interazione
4. Facilità di apprendimento e memorizzazione: tempi brevi per raggiungere la padronanza
5. Sicurezza dell’errore: la probabilità di errore è inversamente proporzionale al suo impatto

28
Q

Cosa valuta il metodo OCRA

A

Occupational Repetitive Action: un indice che valuta il rischio dovuto allo svolgimento di azioni ripetute ad elevato carico biomeccanico a carico degli arti superiori del corpo.
L’indice è funzione del numero di azioni ripetute nel turno di lavoro rispetto a quelle massime raccomandate. Più è alto il valore dell’indice e maggiore è il rischio derivante da quella specifica attività.
Vengono valutati sia cicli di azioni, sia le azioni singole che li compongono, così da aver un quadro più completo sul possibile rischio derivante dall’attività.

29
Q

Cosa valuta il metodo NIOHS

A

Con il metodo NIOHS si valuta il limite di peso raccomandabile: a partire da un limite massimo che può essere movimentato in condizioni ideali (15kg ragazzi, 20kg donne, 30kg uomini) inserisce dei fattori riducenti nel caso dell’esistenza di elementi sfavorevoli alla movimentazione. Con questo metodo si inserisce la dinamicità del lavoratore all’interno del calcolo dei fattori di rischio.
Il peso limite raccomandato è quello massimo ideale ridotto dei vari fattori peggiorativi determinati dalle condizioni; questo viene poi confrontato con il peso effettivamente sollevato e quindi si calcolerà l’indice di rischio mettendo a rapporto queste due stime.