13) le concordanze ; i casi diretti Flashcards

1
Q

eccezioni alla concordanza soggetto-verbo:

A
  1. in caso di soggetti animali maschili e femminili&raquo_space; predicato=maschile
  2. in caso di soggetti misti (animati e inanimati)&raquo_space; predicato=genere del termine che si vuole mettere in risalto
    ex. Rex regiaque classis una profecti (sunt) = Il re e la flotta regia partirono insieme
  3. in caso di più soggetti&raquo_space; predicato=al singolare se questi sono strettamente connessi/esprimono un unico concetto. Questo accade ad esempio se i soggetti sono separati da asindeto/polisindeto o in sequenza anaforica.
  4. si può avere concordanza ‘a senso’ ad esempio nel caso di un soggetto morfologicamente neutro ma di senso maschile (ex. ‘capitanum’).
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2
Q

il nominativo: il doppio nominativo:

A

In presenza dei verbi copulativi (che reggono la funzione di copula. ex. verbi elettivi passivi=eligor, creor ; verbi appellativi passivi=dicor, nominor ; verbi estimativi passivi=putor, iudicor) possiamo trovarci davanti al cosiddetto ‘doppio nominativo’ (del soggetto e del predicativo del soggetto).

Questo perchè il nominativo non è solo il caso del soggetto, ma anche del suo predicativo (= predicativo = retto dai verbi copulativi nei predicati nominali).
ex.
‘Munitiones integrae manebant’ (Le fortificazioni rimanevano intatte)

!!: i verbi appellativi, elettivi ed estimativi alla *forma attiva *possono invece reggere il costrutto del doppio accusativo (dell’oggetto e del predicativo dell’oggetto).

La costruzione del nominativo si ha anche con alcuni verbi passivi che significano ‘comandare’ ‘permettere’ ‘vietare’ (ex. iubeor, vetor, prohibeor…).

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3
Q

il nominativo con l’infinito:

A

Quando il verbo copulativo non regge un semplice predicativo del soggetto (‘tu sei ritenuto onesto’), ma viene impiegato a introdurre una proposizione secondaria (‘si ritiene che tu sia onesto’)&raquo_space; esso presenta solitamente (ma non nelle forme composte del perfetto!) una costruzione personale con il nominativo e l’infinito , cioè concorda con il soggetto a cui è rivolta l’azione (ovviamente se regge solo un predicativo del soggetto è naturale che concordi con il soggetto, come accade anche in italiano), mentre l’italiano preferisce la costruzione impersonale (3° pers. sing.).
ex.
‘Animosa esse diceris’ = si dice che tu sia coraggiosa.
‘illi socius esse diceris’ = si dice che tu sia suo alleato (Pl.)

Anche in questo caso regge quindi un doppio nominativo (tu animosa esse diceris)&raquo_space; ‘eccezione’ alla regola delle infinitive che vorrebbe accusativo.

Un verbo copulativo regge il doppio nominativo anche in dipendenza di un verbo servile (verbi servili: potere, volere, dovere&raquo_space; verbi che accompagnano un verbo all’infinito).
Tuttavia, se il verbo servile è un verbo di volontà (volo, nolo, malo) si può avere il doppio nominativo solo se il soggetto dell’infinitiva coincide con quello del verbo reggente. Se non coincide, si ha l’accusativo (con l’infinito.)
ex.
‘hic elegantissimus haberi cupit’ = Costui desidera essere considerato elegantissimo.
‘ego cupiebam esse eum nobiscum’ = Io desideravo che lui fosse con noi.
Con i verbi servili non di volontà i soggetti non possono divergere, quindi il problema non si pone.

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4
Q

quando invece tali verbi non reggono il doppio nominativo?

A

Tali verbi usano la costruzione impersonale (verbo alla 3° pers. sing + sostantiva seguente con accusativo e infinito) in altri casi:

-nelle proposizioni incidentali (in cui è presente un inciso)
ex.
‘Germani ad eum venerunt, ut dicebatur, sui purgandi causa’ = I Germani vennero da lui, come si diceva, per giustificarsi.

-nelle forme composte (perfetto e tempi derivati, come dictum est, traditum erat ecc.):
‘Traditum est Homerum caecum fuisse’.
È stato tramandato che Omero fosse cieco.

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5
Q

‘videor’:

A

Il verbo ‘videor’ è raramente usato come forma passiva di ‘video’ (vedo).

Solitamente è usato per intendere ‘sembrare’ con costruzione personale (=concorda con il soggetto a cui è rivolta l’azione).
Videor può anche essere il verbo della principale a cui segue una subordinata infinitiva.
ex.
‘Tibi stultus esse videor’ = Ti sembra che io sia stolto (lett. sono sembrato stolto a te).

Oppure può avere una costruzione impersonale (=come in italiano), in 3 casi:
1. quando videor è unito a un aggettivo neutro (utile, turpe..);
2. quando videor ha senso deliberativo (sembrare bene);
3. quando videor è accompagnato da verbo impersonale (paenitere).

‘Mihi videtur te paenitere’ = Mi sembra che tu ti penta. (lett. è sembrato a me te pentire’).’Mihi videtur fore ut haec discas’ = Mi sembra che imparerai molte cose (lett. a me è sembrato che imparerai molte cose).

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6
Q

‘fore ut’ + cong:

A

il costrutto ‘fore (=futurum esse) ut + congiuntivo’ va a sostituire nell’utilizzo l’infinito futuro (part. fut. + esse = stare per/essere in procinto di…) nei verbi che, non avendo supino, non hanno participi. (ex. disco).
‘Mihi videtur fore ut haec discas’ (=mi è sembrato che imparerai queste cose).

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7
Q

usi particolari dell’accusativo:

A
  1. accusativo di relazione: è un utilizzo molto ricercato e poetico; indica in rapporto o in limitazione a cosa vale ciò che è enunciato dall’aggettivo/participio/verbo&raquo_space; esprime il complemento di limitazione (insieme all’ablativo di limitazione).
    ex.
    ‘Non ego illi obtempero quod loquitur’ = Io non gli do retta in quel che dice. (quod=accusativo).
  2. accusativo esclamativo: si trova in alternanza al vocativo/nominativo:
    ex.
    ‘Eheu me miserum! = O povero me!
  3. accusativo con i verbi impersonali e semi impersonali: sono impersonali (cioè si impiegano solo alla 3° pers. sing. i seguenti 5 verbi) ; la persona che prova il sentimento descritto dal verbo è all’accusativo.
    -paenitet (pentirsi)
    -miseret (provare compassione)
    -piget (provare dispiacere)
    -pudet (provare vergogna)
    -taedet (annoiarsi)
    ex.
    ‘me pudet tuae stultitiae’ = mi vergogno della tua stoltezza
    ‘sapientiam numquam sui paenitet’ = La sapienza non si pente mai di se stessa

Ma se il verbo è in perifrastica passiva in 3° pers., allora si usa il dativo per indicare la persona che prova l’azione (mentre il gerundivo rimane all’accusativo).
ex.
‘tibi paenitendum est’ = tu devi pentirti

I verbi semi impersonali sono quei verbi che hanno anche le altre persone, ma che richiedono comunque l’accusativo quando usati alla 3° pers. sing:
-fallit (sfuggire)
-decet (conviene/si addice)
-dedecet (non conviene/non si addice)
- latet (rimanere nascosto)
-praeterit (è ignoto)

!!!: se uniti a un verbo servile, gli impersonali si collocano all’infinito mentre il verbo servile passa alla 3° pers. (non posso avere compassione: ‘me non potest misereri’).
Eccezione di questo sono i verbi servili ‘volo/nolo/malo e cupio, studeo, che mantengono la costruzione personale e il verbo impersonale perde la sua ‘impersonalità’ andando all’infinito (preferisco essere scontento: ‘malo paenitere).

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