Capitolo 3 Flashcards

1
Q

Spiega cos’è la funzione di produzione.

A

La funzione di produzione è una relazione matematica che lega i valori dei fattori produtivi ad un valore di output reale. Y= AF(K,N).
A è la produttività dei fattori produttivi che simboleggia la loro efficienza, K è lo stock di capitale e N il numero di lavoratori.

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2
Q

Cos’è la produttività?

A

E’ l’efficacia con cui si utilizzano i fattori produttivi. Quindi più è alta questa variabile. meglio è, di solito corrisponde ad un progresso tecnologico.

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3
Q

Cos’è il prodotto marginale del capitale?

A

Corrisponde all’incremento di Y corrispondente ad un incremento di K cioè del capitale. Corrisponde alla derivata prima della funzione di produzione rispetto al capitale.
E’ positivo e decrescente cioè che un aumento del capitale porterà sempre ad un aumento di Y ma man man che aumenti K il margine di miglioramento è sempre più piccolo.

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4
Q

Cos’è il prodotto marginale del lavoro?

A

E’ l’incremento di Y corrispndente all’incremento di N. Corrisponde alla derivata prima della funzione di produzione rispetto a N.
E’ positivo e decrescente quindi aumentando N aumenterà Y ma il margine di miglioramento sarà sempre più piccolo.

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5
Q

Spiega la funzione di produzione Cobb-Douglas.

A

E’ una funzione di produzione in cui si mettono dei cofficienti al K a N. K alla alfa e N alla 1- alfa dove alfa è compreso tra 0 e 1. I coefficienti corrisspondono rispettivamente al redditp percepito dovuto a K e al reddito percepito dovuto da N.

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6
Q

Spiega cos’è lo shock di offerta.

A

Con lo shock di offerta ci si riferisce ai cambiamenti che avvengono alla funzione di produzione nel tempo. Perchè la funzione di produzione non rimane mai fissa col andare del tempo. Può coincidere con pandemie, progressi tecnologici, variazioni metereologiche…
Può essere positivo che da più Y a parità di fattori produttivi e aumenta la sua inclinazione.
Può essere negativo cioè meno Y a parità di fattori produttivi e l’inclinazione della funzione di produzione si abbassa.

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7
Q

Quali sono le assunzioni che prendiamo per semplificare l’analisi?

A

Le assunzioni che prendiamo per semplificare l’analisi sono: i lavoratori sono tutti uguali fra di loro (per competenze, abitudini e capacità), il salario è un dato che viene dato, e l’obbiettivo dell’impresa è sempre quello di massimizzare il proprio profitto.

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8
Q

Cos’è la domanda di lavoro aggregata? E come l’impresa può capire qual’è quella che potrebbe massimizzare il proprio profitto?

A

La domanda di lavoro aggregata è la somma complessiva delle domande singole di ogni impresa. Per capire quale è quella che mi permetterebbe di massimizzare il proprio profitto bisogna analizzare i benefici e i costi che si creerebbero nell’aggiunta di un lavoratore. L’impresa continuerà ad aggiungere lavoratore finchè il suo beneficio non eguaglierà il suo costo cioè il suo salario.
Questa analisi si potrà vederla in termini reali o nominali.

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9
Q

Cos’è il ricavo marginale del prodotto. Come si collega con la massimizzazione dei profitti?

A

Il ricavo aggiuntivo che ricavo dall’addizione di un lavoratore si chiama ricavo marginale del prodotto (PMN x Prezzo del prodotto) e W è il salario nominale. Per far si che l’impresa aumenti il suo profitto il W deve eguagliare l’RPMN.

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10
Q

Analizza l’ultima considerazione in termini reali.

A

Si può considerare il beneficio ottenuto dall’adizzione di un lavoratore in termini reali cioè in termini di output. Qui basterà considerare il PMN cioè il prodotto marginale del lavoro, e per considerare il salario dei dipendenti in termini di output basterà dividere il salario nominale W con il prezzo dei prodotti P. E infine eguagliare il PMN con il salario reale w.

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11
Q

Spiega la curva di domanda del lavoro.

A

Il grafico del PMN è decrescente come studiato in precedenza, la curva di lavoro rappresenta come la domanda di lavoro sia legata al livello del salario reale.
La domanda di lavoro di equilibrio l’abbiamo quando il PMN eguaglia il salario reale. Possiamo notare quindi che la curva del PMN coincide con la curva della domanda di lavoro, trovando N* che massimizzerebbe il profitto dell’impresa.

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12
Q

Spiega gli spostamenti della curva di lavoro.

A

La variazione del salario reale non comportamenti spostamenti della curva ma comporta spostamenti lungo la curva, fattori che fanno richiedere più o meno domanda di lavoro a parità di salario reale sono quelli che fanno spostare la curva. La curva si sposta verso destra quando il PMN aumenta e quando il PMNN si abbassa la curva si sposta verso sinistra. (shock di offerta positivo e negativo).
Anche un aumento del capitale potrebbe far spostare in alto verso destra il grafico perchè ad esempio i lavoratori avrebbero più attrezzature o macchine con cui lavorare meglio però potrebbe anche portare a meno domanda di lavoro perchè potrebbe sosituire i lavoratori come i caselli automatici. Ma non ci poniamo questo problema perchè analizziamo solo il breve periodo.

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13
Q

Cosa succede invece analizzando la domanda aggregata?

A

La domanda di lavoro aggregata è la somma orizzontale delle domande singole di lavoro delle imprese. Quindi avrà le stesse caratteristiche delle domande di lavoro, si sposterà per gli stessi motivi. Tipo un aumento della produttività e un aumento del capitale la sposteranno verso l’alto a destra.

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14
Q

Spiega cos’è l’offerta di lavoro.

A

L’offerta di lavoro è determinata dalla decisione dei singoli individui, ciascun individuo deve decidere quanto tempo spendere in attività economiche retribuite e quanto tempo in attività non retribuite che consideriamo il tempo libero. Consideriamo tempo libero tutte le attività che non sono attività economiche retribuite.
La decision sull’ammontare del lavoro da voler offrire dipende dalla massimizzazione dell’utilità. L’utlità dell’individuo dipende dalla qauntità di beni e servizi che può acquistare e dal tempo libero.
Quindi deciderà se o quanto lavorare in base ai suoi costi e benefici. Benefici misurati in termini di beni e servizi che potrebbe acquistare generati dal reddito percepito e i costi sono i costi-opportunità sotratto al tempo libero.

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15
Q

Spiega come influisce il salario reale nell’offerta di lavoro.

A

Un incremento salariale influisce sulle decisioni di offerta di lavoro in due modi: effetto sostituzione cioè tende ad aumentare l’offerta di lavoro, il tempo libero diventa relativamente più costoso e viene sostituito con maggior tempo dedicato al lavoro così può comprare più beni e servizi.
Effetto reddito cioè tende a ridurre l’offerta di lavoro. Un salario reale più elevato accresce il reddito degli individui, che si sentono più ricchi e dunque possono permettersi più tempo libero.

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16
Q

Spiega il puro effetto di sostituzione e il puro effetto di reddito.

A

Per il puro effetto di sostituzione abbiamo l’incremento temporaneo del salario reale (solo per alcuni giorni) ha conseguenze trascurabili sulla ricchezza dell’individuo.
Puro effetto di reddito abbiamo invece un aumento della ricchezza dell’individuo e un aumento del salario atteso, tipo una vincita alla lotteria.

17
Q

Spiega la curva d’offerta del lavoro.

A

La curva di offerta del lavoro mette in relazione la quantità offerta di lavoro con il livello del salario reale. (mantenendo costante tutti gli altri fattori). Per semplificazione considereremo solo la parte positiva, è quindi inclinata positivamente cioè un maggiore salario reale corrisponde ad un offerta maggiore.

18
Q

Spiega gli spostamenti della curva di offerta di lavoro.

A

Trasla in risposta a fattori che fanno variare l’ammontare di lavoro offerto ad ogni livello di salario reale. Fattori che generano un puro effetto di reddito. L’aumento della ricchezza determina una riduzione dell’fferta di lavoro, la curva trasla a sinistra e anche un incremento del salario reale.

19
Q

Cos’è l’offerta di lavoro aggregata?

A

L’offerta aggregata è la somma orizzontale delle singole offerte di lavoro. Quindi erediterà le stesse caratteristiche delle singole offerte di lavoro.
Aggiungendo l’aumento del tasso di natalità, di partecipazione che la farà traslare a destra.

20
Q

Spiega cos’è l’equilibrio del mercato del lavoro.

A

Il mercato del lavoro è in equilibrio quando la domanda aggregata di lavoro è uguale all’offerta di lavoro.
Si addotta l’ipotesi dell’approccio classico dove il salario reale si aggiusta rapidamente per eguagliare la domanda aggregata di lavoro e l’offerta aggregata di lavoro.
Troveremo così il livello di occupazione di pieno impiego N che è il livello di occupazione di equilibrio, raggiunto dopo l’aggiustamento del salario reale.
Troveremo anche il salario reale di pieno impiego w che sarà il salario reale di equilibrio corrispondente al livello di occupazione di pieno equilibrio.

21
Q

Spiega le variazioni dell’equilibrio del mercato del lavoro.

A

Fattori che fanno traslare le curve di domanda e di offerta di lavoro faranno traslare anche l’equilibrio del mercato del lavoro.
Ad esempio una riduzione del PMN farà ridurre la domanda di lavoro facendo così spostare l’equilibrio.

22
Q

Spiega cos’è l’output di pieno impiego.

A

L’output di pieno impiego è il livello di output che viene prodotto quando il livello di occupazione aggregata è uguale al livello di occupazione di pieno impiego. Quindi è determinato da due fattori: dalla produttività della funzione di produzione e dal livello di occupazione di pieno impiego.
Immaginiamo una diminuizione della produttività: avrà un effetto diretto perchè influirà sulla quantità di output final e infetto indiretto perchè fa calare il PMN della funzione di produzione facendo calare la domanda di lavoro delle imprese cambiando così l’equilibrio.

23
Q

Spiega le varie definizioni del contesto della disoccupazione.

A

Ogni persona al di sopra dei 15 anni verrà classificata in una di queste categorie:

  • Persone con 15 anni o più e che nella settimana della rilevazione abbiano svolto almeno un’ora di attività che prevedano una retribuzione monetaria.
  • Disoccupato: persone tra 15 e 74 anni che hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare entro le due settimane successive all’intervista oppure entro 3 mesi dall’intervista.
  • Non nella forza lavoro: persone che non hanno lavorato nell’ultima settimana e non hanno cercato lavoro negli ultimi 30 giorni.
  • Forza lavoro: occupati e disoccupati.
24
Q

Spiega il tasso di occupazione, disoccupazione e inattività.

A
  • Tasso di disoccupazione: frazione della forza lavoro che è disoccupata. Si misura con il rapporto fra disoccupati e la forza lavoro.
  • Tasso di partecipazione: è la frazione della popolazione adulta che è nella forza lavoro. Si misura facendo il rapporto fra la forza lavoro e la popolazione adulta.
  • Tasso di occupazione: frazione di occupati rispetto alla popolazione adulta. Si misura con il rapporto fra il numero di occupati con la popolazione adulta.
25
Q

Spiega cos’è la variazione della condizione occupazionale.

A

Il mercato del lavoro è in continuo cambiamento anche quando il tasso di disoccupazione non cambia da un mese all’altro, perchè migliaia di lavoratori europei sono diventati disoccupati e migliaia hanno trovato un posto di lavoro.
Possiamo registrare i flussi di nuovi occupati e di nuovi disoccupati.

26
Q

Cos’è il tasso di separazione e quello di accesso?

A

Il tasso di separazione è la percentuale di occupati che perde il lavoro in un dato periodo di tempo.
Il tasso di accesso è la percentuale di disoccupati che trova lavoro in un dato periodo di tempo.

27
Q

Chi sono i lavoratori scoraggiati.

A

Sono persone che si sono perse talmente d’animo in seguito ad insuccessi nel trovare lavoro che hanno smesso di cercarlo. Alucni abbandonano per andare a studiare o fare le casalinghe.

28
Q

Cos’è il periodo di disoccupazione.

A

L’arco temporale durante il quale un individuo resta continuamente disoccupato.
Un periodo di disoccupazione di una settimana costerà al lavoratore una settimana di salario ma non influenzerà tanto il suo standard di vita ma invece se si potraesse per tanti mesi allora si influirebbe tantissimo.

29
Q

Spiega cos’è la disoccupazione frizionale.

A

E’ una disoccupazione che esiste sempre e quindi impedisce al tasso di disoccupazione di raggiungere lo zero.
E’ una disoccupazione associata al processo di ricerca dei lavoratori dell’impiego più adatto e delle imprese di lavoratori idonei.
Quindi in base a commpetenze, abilità, orari, paghe, talenti, esperienze, posizione geografica, impegno. Perchè tutti i lavoratori sono differenti tra di loro.

30
Q

Spiega cos’è la disoccupazione strutturale

A

E’ la disoccupazione di lungo periodo, o perenne, che persiste anche quando l’economia non si trova in recessione.
Sono lavoratori perennemente disocuppati o con brevi periodi di lavoro.
E’ riconducile per due principali ragioni:
-i lavoraotri non sono qualificati o sono poco qualificati, quindi non riescono ad avere posti di lavoro desiderabili e di lungo periodo.
Riconducibile per due ragioni:
1. I lavoratori non qualificati, o poco qualificati, non sono spesso in grado di ottenere posti di lavoro desiderabili e di lungo periodo. I lavori che trovano offrono salari relativamente bassi, poche possibilità di formazione e avanzamento, e sono spesso lavori che non durano a lungo. Potrebbero esserci altre cause anche, come discriminazioni e barriere linguistiche.
2. La riallocazione della forza lavoro delle imprese in fase di contrazione, o dalle regioni più depresse, verso le aree in espansione. (riallocazione settoriale).
-Tipo quando le industrie realizzano che i loro prodotti non sono più domandati o di non riuscire più ad essere competitivi, i lavoratori di quelle industrie perdono il loro lavoro.

31
Q

Spiega cos’è la disoccupazione naturale e ciclica.

A

Il tasso di disoccupazione naturale è il tasso di disoccupazione corrispondente all’output e all’occupazione di pieno impiego (riflette la disoccupazione strutturale e frizionale).
La disoccupazione ciclica è la differenza tra il tasso di disoccupazione corrente e il tasso di disoccupazione naturale.

32
Q

Spiega cos’è la legge di Okum.

A

E’ una regola empirica che descrive il collegamento tra il tasso di disoccupazione e l’output aggregato. (guardala formula nelle slide)
Il primo membro è uguale alla misura della diffderenza tra l’output di pieno impiego e quello corrente esperessa come percentuale dell’output di pieno impiego.
Il secondo membro è la disoccupazione ciclica.
Interpretazione:
- la differenza percentuale fra output di pieno impiego e output corrente è 3 volte la disoccupazione ciclica.
- ogni punto percentuale di disoccuopazione ciclica è associato con una differenza percentuale tra l’output di pieno impiego e quello corrente di 3 punti percentuali.
- per ridurre la disoccupazione di 1 punto percentuale sotto il suo livello naturale, il prodotto interno lordo deve crescere 3 punti percentuali sopra il suo livello naturale.
Perchè un incremento di un punto percentuale del tasso di disoccupazione produce una caduta dell’output di circa il triplo in termini percentuali?
La ragione è che, quando la disoccupazione ciclica aumenta, anche altri fattori che determinano la quantità di output si riducono (numero di individui nella forza lavoro, il numero di ore settimanali lavorate, la produttività media del lavoro) accrescendo l’effetto dell’aumento della disoccupazione.
Guarda nelle slide l’altro tipo di formula ma alla fine è la stessa cosa.