Polimeri Flashcards

(65 cards)

1
Q

Tutti i polimeri termoindurenti sono materiali estremamente rigidi a temperatura ambiente. (v/f)

A

Falso, per esempio ci sono le gomme in poliuretano espanso

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2
Q

A pesi molecolari alti e I.P. bassi (indice di Polidispersità) che polimeri corrispondono e quali proprietà hanno?

A

A pesi molecolari alti e I.P. (indice di Polidispersità) bassi corrispondono polimeri con elevate proprietà meccaniche (es. resistenza all’impatto) ed alte viscosità allo stato fuso

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3
Q

Le unità ripetitive sono:

A

Sono le strutture molecolari che si ripetono n volte in una macromolecola.

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4
Q

I polimeri termoindurenti da quali macromolecole sono costituiti?

A

Tutti i polimeri termoindurenti sono costituiti da macromolecole reticolate

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5
Q

Se l’Indice di Polidisperistà di un polimero ha valori molto maggiori di 1, ad esempio 30-40, significa che:

A

Il polimero avrà nel complesso caratteristiche meccaniche scarse e bassa viscosità da fuso.

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6
Q

Tutti i polimeri termoindurenti hanno temperature di fusione molto alte, generalmente superiori ai 300°C. (v/f)

A

Falso

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7
Q

Quali forze attrattive normalmente si instaurano tra le macromolecole in un polimero amorfo?

A

In un polimero amorfo tra le macromolecole si instaurano normalmente forze attrattive deboli quali, ad esempio, dipolo-dipolo o dipolo indotto-dipolo istantaneo.

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8
Q

Pesi molecolari bassi e I.P. alti a quali polimeri corrispondono?

A

corrispondono polimeri con basse proprietà meccaniche (infragilimento), elevati ritiri e distorsioni durante le lavorazioni da fuso, basse viscosità allo stato fuso

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9
Q

L’Indice di Polidispersità (I.P.) é:

A

È una indicazione della uniformità della distribuzione dei pesi molecolari.

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10
Q

Un polimero termoplastico, se portato ad una temperatura di 200°C inferiore alla temperatura di transizione vetrosa (Tg), riconfigurerà le sue macromolecole diventando, irreversibilmente, un termoindurente. (v/f)

A

Falso, non può traformarsi

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11
Q

I termoindurenti rigidi a temperatura ambiente, ad es. le resine epossidiche usate come matrici per i compositi, hanno temperature di fusione (Tm) molto elevate, generalmente superiori ai 300°C (v/f)

A

Falso, fondono anche a basse temperature

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12
Q

I materiali termoindurenti devono essere formati nella loro geometria finale prima che il processo di reticolazione raggiunga il gel-time. (v/f)

A

Vero

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13
Q

Le gomme vulcanizzate con cui sono realizzati gli pneumatici sono dei polimeri termoindurenti con Tg (temperatura di transizione vetrosa) molto al di sotto della temperatura ambiente. (v/f)

A

Vero

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14
Q

Gli elastomeri vulcanizzati possono essere ciclicamente fusi e stampati senza perdere le loro caratteristiche meccaniche. (v/f)

A

Falso, Per esempio le gomme dell’auto non vengono reciclate anche per questo motivo

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15
Q

Poniamo una gomma vulcanizzata ad una temperatura di molto inferiore alla sua Tg (temperatura di transizione vetrosa) ad esempio 100°C sotto la Tg. Deformando il pezzo fino a rottura si avrà:

A

una rottura fragile.

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16
Q

I termoindurenti hanno temperatura di transizione vetrosa (Tg)?

A

Si come tutti i materiali sono sensibili alle temperature (cambiano le proprietà)

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17
Q

La forma finale di un oggetto realizzato in materiale termoindurente deve essere ottenuta in una determinata fase del processo di reticolazione. Si deve dare forma alla massa di reazione:

A

prima che la massa di reazione raggiunga il gel-time.

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18
Q

Nei polimeri amorfi le macromolecole sono reciprocamente vincolate da due tipologie di interazione, quali ?

A

a) le interazioni deboli tra macromolecole

b) la formazione di “entanglemets”.

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19
Q

I polimeri completamente amorfi portati ad una temperatura di 10°C sopra la Tg passano immediatamente allo stato liquido con viscosità molto basse. (v/f)

A

Falso, i materiali amorfi hanno un lungo intervallo di rammolimento

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20
Q

Cosa succede sopra la temperatura di Transizione vetrosa (Tg) nei polimeri semicristallini ?

A

La fase amorfa perde rigidità. Tuttavia, la presenza della fase cristallina, agendo come rinforzo, preserva in parte le proprietà meccaniche del materiale fino al raggiungimento della temperatura di fusione della fase cristallina.

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21
Q

Nei polimeri semicristallini le macromolecole sono reciprocamente vincolate da tre tipologie di interazione, quali?

A

a) le interazioni deboli tra macromolecole
b) la formazione di “entanglements”
c) la compartecipazione alle strutture lamellari degli sferuliti.

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22
Q

Durante il processo di filatura e stiro le macromolecole sono orientate lungo l’asse di stiro. Il gradiente di orientazione delle macromolecole dipende da:

A

dalla rigidità delle macromolecole: più sono rigide, più si orientano parallelamente alla direzione di stiro.

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23
Q

Da cosa sono costituite le lamelle degli sferuliti?

A

sono costituite da macromolecole ripiegate su se stesse che allineano brevi segmenti di catena lungo l’asse perpendicolare alle facce delle lamelle

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24
Q

Da cosa è costituito uno sferulita?

A

Uno sferulita è costituito da un insieme di lamelle che crescono a partire da un centro di nucleazione, generando una struttura a simmetria sferica. Ciascuna lamella è separata dalle altre da una fase amorfa.

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25
A cosa è dovuto il recupero della deformazione viscosa in un polimero ?
è dovuto alla tendenza delle macromolecole a tornare, dopo allungamento sotto carico, alla configurazione detta di "gomitolo statistico".
26
Il comportamento viscoelastico di un polimero si manifesta se sono soddisfatte contemporaneamente due condizioni, quali?
1) il polimero si trova ad una temperatura attorno alla Tg o superiore 2) il carico o deformazione sono applicati per tempi relativamente lunghi
27
Da cosa sono costituiti i materiali polimerici (in generale)?
I materiali polimerici sono costituiti da quelle che noi chiamiamo macromolecole: molecole con un elevatissimo numero di atomi legati tra loro con legami covalenti.
28
Da cosa dipendono le proprietà chimico-fisiche dei materiali polimerici ?
principalmente per i seguenti fattori: * Tipo e disposizione degli atomi che formano la catena * Caratteristiche geometriche della catena * Lunghezza e massa molecolare * Disposizione di più catene nello spazio
29
Cos'è il gomitolo statistico?
sono le macromolecole che tendono ad aggrovigliarsi
30
Da cos'é definito il peso molecolare di un materiale polimerico?
Il peso molecolare del materiale polimerico è definito dalla media dei pesi molecolari delle singole molecole.
31
Cos'è l'indice di Polidisperistà? Cosa succede se il valore è elevato?
È il rapporto tra i pesi molecolari medi ponderale/numerico. Il rapporto che costituisce l'I.P. sarà senz'altro ≥ 1. Più grande è l’I.P. più ampia è la distribuzione dei pesi molecolare, peggiore è la qualità generale del polimero.
32
Spiega cosa sono gli entanglements?
entanglement → nodi I legami tra le macromolecole sono deboli. Ma immaginiamoci le macromolecole come degli spaghetti, presi singolarmente sono molli e deboli. Ma se messi tutti assieme e mischiati questi si annoderanno fra loro e si incolleranno grazie all'amido, creando una massa solida e unica. I nodi sono gli entanglement e l'amido simulerebbe il legame debole.
33
Cos'è un materiale termoplastico?
I polimeri termoplastici sono costituiti da grovigli (amorfi o semi-cristallini) di macromolecole lineari o ramificate che, nell’intervallo di temperatura di esercizio, sono solidi. Tuttavia, se sottoposti a riscaldamento, eventualmente in combinazione con sforzi di taglio (melt processing), le macromolecole acquistano mobilità e possono scivolare le une sulle altre, mostrando il comportamento di un fluido. Questo processo non modifica la struttura chimica delle macromolecole, che una volta raffreddate tornano solide. Sono materiali che se scaldati fondono, e se raffreddati tornano come prima.
34
Cos'è un materiale termoindurente?
Materiali che una volta induriti non possono più essere fusi. Processo irreversibile. Nei materiali termoindurenti le macromolecole sono reciprocamente vincolate da legami chimici covalenti (reticolazioni), che impediscono lo scorrimento delle macromolecole. Pertanto, anche se sottoposto ad ulteriore fase di riscaldamento, un materiale termoindurente non potrà trasformarsi in una massa fusa.
35
Come risultano al tatto/vista i materiali termoindurenti?
Una volta terminato il processo di reticolazione (cura) i materiali polimerici termoindurenti possono risultare sia materiali rigidi (es. resine epossidiche, fenoliche) sia materiali flessibili (es. schiume poliuretaniche, gomme vulcanizzate).
36
Descrivi un polimero allo stato amorfo
I polimeri allo stato amorfo sono quelli che presentano una struttura disordinata a lungo raggio, lontana dall'ordine geometrico che caratterizza la disposizione delle macromolecole dei polimeri semicristallini. Polimeri completamente amorfi allo stato solido sono costituiti da macromolecole disposte nello spazio con avvolgimenti casuali
37
Siega cos'é la temperatura di transizione vetrosa (Tg)?
La temperatura di transizione vetrosa Tg è quella temperatura che definisce il passaggio tra lo stato solido amorfo vetroso e lo stato solido amorfo gommoso.
38
Perchè si creano solo polimeri semi-cristallini?
La cristallizzazione dal fuso dei materiali macromolecolari non è mai totale per cui i polimeri sono considerati materiali semicristallini. (non ci sono cristalli perfetti)
39
Quali sono le due fasi di cristallizzazione nei polimeri semi cristallini?
Nucleazione e Crescita.
40
Spiega il processo di nucleazione
La nucleazione: fenomeno che si verifica quando ha inizio un raffreddamento, anche limitato, che porta ad una situazione di ordine in una zona che diventa il punto di partenza della futura cristallizzazione. La creazione di un nucleo stabile è dovuta all'organizzazione delle catene polimeriche che si dispongono parallele le une alle altre per effetto delle interazioni intramolecolari, costituendo dele strutture parzialmente ordinate chiamata lamelle. In genere ogni catena polimerica fa parte di più di una lamella, queste risultano legate tra loro da legami covalenti.
41
Elenca brevemente tutti i passaggi della cristallizzazione di un materiale
- Il materiale si raffredda - Parte la nucleizzazione - Le lamelle si organizzano in strutture complesse, chiamate sferuliti - Lo sferulita contiene un insieme di cristalliti lamellari - La crescita si arresta quando sferuliti diversi si incontrano
42
A cosa serve l'orientazione preferenziale delle macromolecole? Di quali processi si parla?
L'orientazione induce un miglioramento nelle proprietà meccaniche lungo la direzione di stiro. I processi di estrusione, di filmatura e, su tutti, la filatura, inducono orientazioni preferenziali progressivamente più elevate.
43
A cosa servono gli aditivi stabilizzanti?
Riducono il degrado termico dei polimeri durante il processo di trasformazione.
44
A cosa servono gli aditivi fluidificanti/lubrificanti?
Incrementano la scorrevolezza del materiale allo stato fuso permettendo la realizzazione di particolari a parete sottile.
45
A cosa servono gli aditivi plastificanti?
Costituiti da esteri monomeri o polimerici a bassa-media massa molecolare, vengono impiegati sotto forma di liquidi oleosi per abbassare il punto di fusione delle plastiche, rendendole inoltre più flessibili ed elastiche.
46
A cosa servono gli aditivi schiumanti/espandenti ?
Sostanze chimiche che opportunamente miscelate al materiale plastico si decompongono formando dei gas (anidride carbonica, azoto, ecc.) durante il processo di formatura o gelifica a caldo. Il gas "disciolto" nel polimero crea delle bolle creando una struttura cellulare.
47
A cosa servono gli aditivi antistatici ?
Si tratta prevalentemente di sostanze tensioattive, capaci di orientarsi nel polimero con la parte lipofila verso l’interno e la parte idrofila verso l’esterno contribuendo al-la formazione d’un sottile strato ionizzato in superficie in presenza di vapore acqueo nell’atmosfera. Questo meccanismo riesce a ridurre la resistenza elettrica superficiale.
48
A cosa servono gli aditivi antinvecchiamento ?
L'esposizione ad agenti ambientali quali calore, ossigeno, acqua e luce UV provoca nella maggior parte dei materiali plastici un deterioramento delle proprietà meccaniche. Al fine di ritardare questi processi termo- e foto-ossidativi è necessario utilizzare degli specifici additivi che attenuano l'azione di questi agenti.
49
A cosa servono gli aditivi ritardanti alla fiamma ?
Gli articoli destinati all'industria dell'automobile e dell'elettrotecnica nonché all’edilizia devono sottostare a severe normative per quanto riguarda il comporta-mento dei materiali in caso di incendio. Gli additivi impiegati hanno il potere di inibi-re la combustione formando uno strato inerte sulla superficie plastica o attraverso reazioni chimiche che generano acqua e/o assorbono calore.
50
A cosa servono gli aditivi coloranti e pigmenti ?
Possono venir impiegati sia dei pigmenti organici o inorganici dispersi nella matrice polimerica come pure dei coloranti che si disciolgono nel materiale plastico.
51
A cosa servono gli aditivi cariche e rinforzi ?
Dalle classiche masse da stampaggio a base di resine fenoliche (Bakelite) alle più recenti e performanti masse termoplastiche, le cariche non hanno mai avuto esclusivamente funzione di riempitivo (riduzione dei costi), ma bensì sono essenziali al fine di migliorare da un lato la lavorabilità e dall’altro le proprietà meccaniche e la resistenza termica.
52
Come iniziano tutti i processi di lavorazione dei materiali termoplastici?
Scaldandoli fino a raggiungere una fase in cui il materiale risulta malneabile e gommoso
53
Quali prodotti si ottengono per estrusione?
produzione in continuo di tubi, fogli e barre;
54
Quali prodotti si ottengono per filatura ?
produzione di filamenti con cui produrre fibre e tessuti | sintetici;
55
Quali prodotti si ottengono per stampaggio?
oggetti dalle forme e dimensioni più disparate, | che possono andare dalle punte delle penne a sfera fino ai paraurti per autocarri
56
Quali prodotti si ottengono per calandratura ?
fogli di materiale plastico di grandi dimensioni
57
A cosa serve il processo di ricoprimento ?
a depositare un sottile strato di polimero sulla superficie di un substrato, a scopo estetico o protettivo o tecnologico.
58
Cos'è lo stiro (nella filatura) ?
Lo stiro è un processo meccanico ottenuto tramite una differenza tra velocità di estrusione e la velocità di raccolta, che risulta maggiore. Durante tale operazione si ha la formazione di strutture cristalline orientate longitudinalmente, le quali conferiscono al filo una migliore resistenza alla trazione (tenacità) a scapito dell'allungamento.
59
Da quali fattori dipende il comportamento di un polimero soggetto a test visco-elastico?
- dalla temperatura a cui si trova, in relazione alla sua temperatura di transizione vetrosa Tg - dal tempo impiegato per la deformazione.
60
Il modello di Kelvin non può essere utilizzato nel caso del rilassamento dello sforzo?
no, in quanto non può essere deformato istantaneamente per raggiungere la deformazione da mantenere costante.
61
Che tipo di comportamenti può avere un materiale polimerico soggetto a sforzo ?
- il comportamento meccanico di un solido elastico | - o di un liquido viscoso
62
Spiega il comportamento meccanico di un solido elastico
applicando uno sforzo si ottiene prima una deformazione e poi un ritorno elastico quando si annulla lo sforzo
63
Spiega il comportamento meccanico di un liquido viscoso
applicando uno sforzo si ottiene una deformazione permanente anche quando termina l'applicazione della forza stessa
64
Si consideri il modello di Maxwell in caso di prova di creep (applicazione di un carico per tempi lunghi), cosa succede a un provino?
Il modello prevede che il sistema si deformi istantaneamente in modo elastico, per poi continuare a deformarsi con comportamento viscoso.
65
il modello Kelvin-Voigt per il comportamento viscoelastico dei polimeri, applicato ad una prova di creep, cosa prevede una volta che viene rimosso il carico?
Il modello prevede che una volta rimosso il carico, il materiale non riprenda la forma iniziale a causa del freno viscoso, che impedisce alla molla di ritornare alla posizione iniziale.