Tumore Del Polmone Flashcards
(42 cards)
Fattori di rischio per tumore del polmone
-Nella cancerogenesi bronchiale c’è sicuramente un rischio proporzionale all’entità dell’abitudine al fumo, quindi se per un fumatore normale il rischio è aumentato di 10 volte rispetto al non fumatore, per il forte fumatore (anche 40 sigarette die) il rischio diventa 20 volte superiore rispetto alla popolazione non fumatrice. Il rischio permane per alcuni anni dopo l’interruzione di questa abitudine, probabilmente per la conservazione di alcune alterazioni cellulari che hanno possibilità di estrinsecarsi anche dopo tempo. Dopo 10 anni il rischio si attesta a livelli standard. Un altro fattore di rischio è il fumo del sigaro e della pipa, che però hanno minor impatto rispetto al fumo di sigaretta, che può determinare anche altre patologie oncologiche, in particolare quello della mucosa della bocca e del tratto respiratorio alto, dell’esofago e del tratto genitourinario.
Sostanze cancerogene che introduciamo con il fumo: più di 1200 tra cui benzopirene, fenolo, radicali liberi, sostanze radioattive, arsenico, nickel…
-Asbestosi, importante anche per il mesotelioma pleurico
-Radon, un minerale presente in natura; vi sono esposti principalmente i minatori e gli abitanti delle zone limitrofe alle cave
-Clorometil etere, cromo, nichel e arsenico, che sono contaminanti di alcuni materiali della produzione industriale (ne sono quindi esposti i lavoratori)
-Dieta: sembrano essere protettivi nei confronti della carcinogenesi polmonare le vitamine A, C ed E, gli antiossidanti e il beta carotene.
-Fattori genetici con sdr ereditarie (rare per questa patologia), però il rischio sembra essere aumentato in soggetti che hanno familiari affetti
-Inquinamento ambientale: aumentato rischio per gli abitanti delle aree urbane con elevati livelli di contaminazione di inquinamento.
Oncogeni per tumore del polmone
-Ras
-il recettore dell’EGFR, che si trova mutato in una buona percentuale di casi (importante per la terapia, che è diversificata per i soggetti EGFR + rispetto ai soggetti EGFR-)
-ALK e ros, che sono geni oggetto di traslocazioni e di alterazioni genetiche che fanno si che questi geni si trovino in situazioni differenti rispetto alla situazione nativa e che questo implichi l’attivazione di fenomeni proliferativi, che sono alla base della cancerogenesi in specifici casi.
-dal 2014 abbiamo conoscenza della possibilità che siano mutati altri geni come ERb2
Non ci sono ancora terapie mirate per K-ras e per quelli che non hanno una mutazione genetica riconoscibile a carico di questi geni particolari.
Sintomi del tumore broncogeno
-Tosse
-Emoftoe
-Dolore toracico
Meno frequentemente:
-Raucedine per compressione del nervo laringeo ricorrente
-Sdr di Pancoast per tumore all’apice del polmone (caratterizzata da dolore sul versante interno del braccio se interessata la radice T2 del plesso brachiale e del versante interno dell’avambraccio se interessata la radice T1; ipostenia dell’eminenza tenar e ipotenar per interessamento dei nervi mediano ed ulnare- ndr)
-Sdr di Claude Bernard Horner o sdr oculo-palpebrale, dovuta alla compromissione del ganglio stellato con miosi, ptosi ed enoftalmo- ndr (il prof sostiene che sia dovuta alla compromissione del plesso brachiale, ma dai ricordi di torace e dall’Oliaro non è così)
-Sdr paraneoplastiche, presentazione più frequente per i microcitomi
Diagnosi di carcinoma bronchiale (tumore non a piccole cellule)
- Esame citologico su escreato: è un esame di primissimo livello, molto spesso si fa anche se consente una diagnosi in meno del 20% dei casi
- Esame citologico su materiale proveniente da versamento pleurico o da una brancoscopia attraverso uno spazzolamento del tessuto bronchiale in prossimità della neoplasia (per lesioni centrali)
- Broncoscopia
- Agoaspirato se la neoplasia non è raggiungibile dalla broncoscopia, di solito effettuata con una guida TC (per lesioni periferiche)
- Più raramente si deve ricorrere a metodiche più invasive come la mediastinoscopia e la toracoscopia; queste tecniche un tempo si utilizzavano molto per la stadiazione completa, soprattutto per andare a ricercare la contaminazione dei linfonodi mediastinici. Oggi si effettuano molto meno grazie al maggior utilizzo della PET, che può permettere già da sola di indicare la presenza di metastasi linfonodali mediastiniche.
- In parte la radiologia è in grado da sola di documentare se un tumore è primitivo o secondario; se però non abbiamo evidenza di un tumore primitivo in altra sede dobbiamo ricorrere ad una biopsia per stabilire la primitività e la natura, quindi l’appartenenza ad uno dei sottotipi del tumore del polmone perché cambia la terapia.
Quindi se abbiamo un sospetto di tumore polmonare facciamo RX torace, TC torace e PET.
A questo punto se la lesione è periferica faremo agobiopsia (TC guidata), broncoscopia, toracoscopia video assistita, toracotomia.
Se il tumore è centrale, la polmonite dubbia o abbiamo emottisi faremo citologia su escreato, broncoscopia, agobiopsia percutanea (TC guidata), toracotomia
Classificazione tumori polmone
A) Tumori polmonari non a piccole cellule (NSCLC)
- Carcinoma squamoso
- Adenocarcinoma
- Carcinoma bronchiolo alveolare
- Indifferenziato a grandi cellule
B)Tumori polmonari a piccole cellule (o microcitomi)
C)Tumori secondari, con origine nel colon, mammella, rene, sarcomi
TUMORI DEL POLMONE NON A PICCOLE CELLULE
Sono un gruppo eterogeneo di neoplasie polmonari che sono state raggruppate perché venivano incanalate verso un percorso terapeutico comune, differente a quello del microcitoma. Oggi però il percorso terapeutico tende a prendere delle diversificazioni, per cui, probabilmente, negli anni futuri tramonterà la definizione di tumore polmonare non a piccole cellule e diventerà sempre più importante caratterizzare fino all’ultimo dettaglio la cellularità della neoplasia.
Incidenza del tumore del polmone non a cellule piccole (NSCLC), tipologie e incidenza di queste, con quali fattori di rischio si associano le varie tipologie?
L’adenocarcinoma è attualmente il più rappresentato, intorno al 40% dei casi; il carcinoma squamoso rappresenta circa il 30% dei tumori polmonari primitivi. Il microcitoma (carcinoma a cellule piccole) è una variante più rara (18-20%). Il restante 10-15% è rappresentato dai carcinomi a grandi cellule o indifferenziato.
Anche i fattori di rischio (principalmente il fumo) possono essere diversamente implicati nella carcinogenesi dei vari istotipi:
-Nei maschi fumatori il più rappresentato è il carcinoma squamoso
-Nei maschi non fumatori l’adenocarcinoma rappresenta oltre il 50%
-Nelle donne sia fumatrici che non fumatrici è l’adenocarcinoma il più rappresentato
Esami per stadiazione clinica k polmone, % dello stadio a cui si trova quando viene diagnosticato e probabilità di sopravvivenza
TC: deve essere condotta ai distretti toracico, addominale ed encefalico già al momento della diagnosi perché anche a livello del SNC vi è una significativa presenza di metastasi già nel momento della diagnosi, anche quando la malattia potrebbe sembrare localizzata
PET: permette di individuare linfonodi metastatici che con la TC potrebbero non essere visibili.
Alla diagnosi oltre il 30% dei pz con tumore al polmone è già in fase metastatica, un altro 30% viene diagnosticato con malattia localizzata (stadi I e II) e il restante 30% circa viene diagnosticato al III stadio, quindi con malattia localmente avanzata. La stadiazione è importante perché ci dice qual è L’aspettativa di vita: se è in stadio I o II ha una probabilità di sopravvivenza di circa il 50% a 5 anni; se abbiamo una diagnosi in stadio III la sopravvivenza diminuisce drasticamente, al di sotto al 20%. Allo stadio IV l’attesa di vita a 5 anni è inferiore al 5%.
Incidenza k polmone
È tra le prime cause di morte oncologiche. È al secondo posto (15-17%)per incidenza nell’uomo dai 50 anni in su (il primo è il tumore della prostata) e quarto (6%)nella donna tra i 50 e i 69 anni (il primo è il tumore della mammella, secondo colon retto e terzo il collo dell’utero) e terzo (7%) in donne con più di 70 anni (primo mammella, secondo colon-retto)
Screening per tumore del polmone
Non è stata evidenziata una minor mortalità globale a seguito di diagnosi precoce con TC quindi non è consigliato
Opzioni terapeutiche per k polmone
Chirurgia
La chirurgia è utile negli stadi I e II, discutibile negli stadi IIIa in cui inizia ad esserci una positività linfonodale più importante, controindicata negli stadi avanzati, soprattutto nello stadio IV. L’operabilità e la scelta del tipo di trattamento chirurgico si basa sulle indagini radiologiche, che sono in grado di prevedere il rischio di avere un margine positivo (Il margine di resezione chirurgico deve risultare privo di malattia e deve essere effettuato un ampio campionamento dei linfonodi ilari e mediastinici (compresi quei linfonodi che, macroscopicamente,appaiono indenni); inoltre ogni sede sospetta di presenza di malattia andrebbe biopsiata ed esaminata al congelatore per gli eventuali cambiamenti di indirizzo in corso di intervento). Anche in base alla sede si decide il tipo d’intervento, che può quindi essere:
- Lobectomia: è il trattamento di elezione per gli stadi I e II
- Pneumonectomia: in alternativa alla lobectomia, soprattutto nei pz con malattia più estesa con interessamento del bronco principale. Per effettuare questo intervento ci devono però essere delle condizioni di funzionalità respiratoria residua sufficiente
- Segmentectomia e resezione atipica: sono invece interventi per malattia più limitata (masse periferiche di diametro minore di 2 cm). Sono opzioni di seconda scelta, quando non sono eseguibili lobectomia o pneumonectomia, perché sono a forte rischio di recidiva con possibile ripresa di malattia nella stessa sede.
- sleeve lobectomy: interventi di broncoplastica che consentono di asportare radicalmente il tumore che, a partenza del bronco lobare, infiltra il principale, mediante una lobectomia seguita dal reimpianto del bronco lobare residuo. Con lo stesso principio si possono eseguire plastiche dell’arteria polmonare, da sole o in associazione alla broncoplastica.
Fattori prognostici negativi per k polmone
Ci sono dei fattori prognostici negativi che devono essere tenuti in conto dal chirurgo, tra cui dimensioni e presenza di metastasi linfonodali, età > 60 anni, sesso maschile, margini di resezione
positivi e positività di alcuni marcatori come la mucina.
Nella malattia avanzata non sottoponibile ad intervento i fattori prognostici negativi invece sono:
la presenza di metastasi, soprattutto a livello del SNC, un cattivo perfomance status, una perdita di peso, il sesso maschile e altri parametri come l’LDH.
Opzioni terapeutiche per k polmone
Chemioterapici
I farmaci attivi sul carcinoma bronchiale sono: i platinoidi, capostipite cisplatino o in alternativa il carboplatino; a questi si possono associare altri farmaci come i taxani (paclitaxel o docetaxel) o la gemcitabina.
Quindi le possibili combinazioni sono:
-cisplatino + paclitaxel
-cisplatino + gemcitabina
-cisplatino + docetaxel
-carboplatino + paclitaxel
Sono opzioni di pari grado in quanto non è emersa nessuna sostanziale superiorità, si scelgono in base al profilo di tossicità.
Aumento sopravvivenza/tasso di risposta a seguito dell’utilizzo di chemioterapici per k polmone
Sono in grado di offrire una mediana di sopravvivenza intorno agli 8 mesi, con tasso di risposta intorno al 19-20% e un tempo alla progressione di malattia di circa 3,7 mesi.
Soggetti con carcinoma polmone non squamoso cosa gli somministriamo?
PEMETREXED.
Si è visto nei trial clinici che in aggiunta a cisplatino in soggetti di questo tipo apporta benefici significativi
Quando utilizzare pemetrexed
Tumori non squamosi polmone
Trattamento di I linea (senza mutazioni di EGFR ) per k polmone
- Doppietta contenente platino (meglio cisplatino, carboplatino se ci troviamo di fronte a pz con IRC); oppure cisplatino Pemetrexed in soggetti con istologia non squamosa
- Monochemioterapia negli anziani o con PS secondo ECOG 2 perché un pz con queste caratteristiche probabilmente mal sopporterebbe un trattamento più aggressivo
K polmone con mutazione di EGFR quali sono i soggetti che presentano in genere queste caratteristiche?
Donne con adenocarcinoma non fumatrici in prevalenza asiatiche. I tumori polmonari con EGFR mutato sono circa il 15%
Adenocarcinoma polmone con mutazione di EGFR
Che farmaci utilizzare + descrizione delle risposte
Monoterapia con erlotinib; si trattava di pazienti che avevano già fallito la terapia di prima linea. Il risultato di questo studio ci fa vedere che l’erlotinib in monoterapia ottiene risposte nel 9-10% e un controllo di malattia superiore al placebo, con una sopravvivenza mediana di 6,7 mesi rispetto ai 4.7 del placebo; non è enorme come differenza, ma è comunque qualcosa.
Mutazione di EGFR per k polmone
Questo concetto è stato poi approfondito e si è visto che nel dominio tirosino-chinasico, codificato dagli esoni dal 18 al 21, possono esserci una serie di alterazioni genetiche, di cui la più frequente è la L858R sull’esone 21, che rappresenta il 40-45% dei casi. Un altro 45% è rappresentato da delezioni di frammenti sull’esone 19. Più rare sono altre mutazioni a carico degli esoni 18 e 20, però mutazioni dell’esone 20 possono conferire delle resistenze al trattamento con anti-EGFR. Addirittura in pazienti trattati a lungo con l’erlotinib possono emergere dei cloni resistenti, per cui, ad un certo punto, la malattia non risponde più; facendo delle biopsie su popolazioni cellulari tumorali diventate resistenti si sono viste delle mutazioni differenti da quelle iniziali, tra cui la più frequente è la T790M, che, essendo resistente all’erlotinib, ha modo di crescere durante il trattamento, creando così delle resistenze che non possono più essere trattate con erlotinib o
gefitinib.
Carcinoma polmonare ALK positivo come deve venire trattato?
Inibitore di ALK –> crizotinib
Trattamento di I linea del carcinoma bronchiale avanzato
- Inibitori TK di EGFR in presenza di mutazioni di EGFR (erlotinib o gefitinib)
- Se assenza di mutazioni EGFR test per traslocazione ALK e se positivo somministrare crizotinib
- Se assenza traslocazione ALK:
1) Doppietta contenente platino (meglio cisplatino), eventuale associazione con Pemetrexed nei non squamosi.
2) Monochemioterapia negli anziani o con PS secondo ECOG 2
Trattamento di II linea del carcinoma bronchiale avanzato
- TKI inibitore in presenza di mutazione e non precedente esposizione a TK inibitori in prima linea (per lentezza nell’esecuzione dei test diagnostici)
- Polichemioterapia contenente cisplatino in presenza di mutazione e progressione dopo chemioterapia di I linea con EGFR inibitori
- In presenza di mutazione e progressione dopo chemioterapia di I linea con EGFR inibitori monochemioterapia in pazienti anziani o con PS scadente,
- Se assenza mutazioni EGFR monochemioterapia con docetaxel o pemetrexed
Frontiera di sviluppo delle terapie del carcinoma bronchiale avanzato
Modulazione del sistema immunitario tra cui il nivolumab (inibitore del check point immunitario PD-1, usato anche nel trattamento del melanoma), che sembra dare risposte anche durevoli nel tempo. Sono già state valutate altre opzioni come quella di farmaci anti angiogenetici, tra cui il bevacizumb in associazione a chemioterapia, sorafenib (in 1^ linea + CT) e il sunitinib; farmaci inibitori di mTOR: