Variabili Flashcards

1
Q

DAI CONCETTI ALLE VARIABILI?:

A

I concetti usati nella scienza si chiamano “variabili”.
La variabile è un concetto che:
* varia: i casi esaminati possiedono in modo diverso la proprietà cui il concetto si riferisce;
* si riferisce a qualcosa di osservabile, di empirico;
Un concetto si trasforma in variabile tramite:
* concettualizzazione: processo di definizione precisa di un concetto;
operazionalizzazione: processo di collegamento di un concetto ad un referente empirico;

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2
Q

VARIABILI?

A

La variabile è una proprietà di cui sia stata data una definizione operativa, permettendo così di trasformare una serie di situazioni reali (stati) in una serie di dati su un vettore, ovvero una sequenza ordinata di informazioni relative allo stesso referente.
E’ un concetto operativizzato, ossia la proprietà di un oggetto sottoposta a definizione operativa.
Gli stati operativizzati della proprietà diventano categorie; a ciascuna categoria viene assegnato un valore alfanumerico che comparirà nella relativa colonna (vettore) della matrice dei dati.
Non tutte le proprietà possono essere trasformate in variabili e diventare oggetto di ricerca. Affinché ciò sia possibile devono essere soddisfatte due condizioni:
1. ogni proprietà deve variare, ossia assumere stati diversi da caso a caso;
si deve poter dare una definizione operativa;

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3
Q

DALLE PROPRIETÀ ALLE VARIABILI e STATI DELLE PROPRIETÀ?

A

Discreti non ordinabili: la proprietà può assumere una serie di stati finiti; si passa da uno stato all’altro con un salto, senza stati intermedi; le relazioni tra stati possono essere solo di “uguaglianza–differenza” ( stati M e F nn via di mezzo)
Discreti ordinabili: la proprietà può assumere stati finiti tra i quali c’è un ordine che permette di stabilire relazioni di “uguaglianza–differenza” ma anche “maggiore di – minore di” ( gerarchia militare)
Discreti enumerabili: la proprietà assume stati finiti, non frazionabili ed esiste una unità di conto, ossia un’unità elementare che è contenuta un certo numero finito di volte nella proprietà.
* es. età = unità di misura → anno;
Contenute misurabili: la proprietà può assumere infiniti stati intermedi in un dato intervallo tra due stati qualsiasi e possediamo un’unità di misura prestabiliti che permette di confrontare la grandezza da misurare con una grandezza di riferimento.
* es. lunghezza, metro;
Da queste proprietà derivano tre tipi di variabili: nominali, ordinali e cardinali.
I tre tipi di variabili differiscono fra loro nettamente per le operazioni alle quali possono essere sottoposti i loro valori. Le proprietà delle variabili sono cumulative: le tecniche applicabili alle variabili di livello inferiore si possono applicare anche a quelle dei livelli superiori.

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4
Q

MODALITÀ E VALORI?

A
  • modalità: gli stati della variabile operativizzati;
    valori: i simboli assegnati alle modalità (di solito numeri, ma non necessariamente);
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5
Q

Caratteristiche CLASSIFICAZIONE?

A

operazione di divisione di un concetto di genere in almeno due concetti di specie e, quindi, divisione dei suoi referenti in almeno due gruppi detti “classi”;
* la contrapposizione A/ non-A è la forma più elementare di classificazione;
Caratteristiche della classificazione:
* unicità del criterio di divisione: i generi si suddividono in specie considerando un (solo) aspetto dell’intensione (quanto va in profondità) del concetto di genere e articolandolo;
* mutua esclusività: i confini fra le classi sono rigidamente delimitati: data una qualsiasi coppia di classi, nessun referente dev’essere attribuibile ad entrambe le classi della coppia;
esaustività: l’insieme delle classi deve contenere ogni possibile stato sulla proprietà adottata come criterio di divisione, e quindi ogni possibile referente deve poter essere assegnato a una sola delle classi (es.propietà stato civile)
Le sole relazioni possibili tra le modalità di una variabile nominale sono relazioni di eguaglianza e diversità.
Moda: modalità con la frequenza più alta.

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6
Q

MEDIANA?

A

è la cifra che ha lo stesso numero di cifre da entrambi i lati (il caso che viene a trovarsi al centro della distribuzione, che divide a metà la sequenza).
* su di esse si può calcolare anche la moda per il principio di cumulatività;

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7
Q

VARIABILI DICOTOMICHE?

A

variabili nominali che hanno solo due modalità: es. maschio e femmina, occupato e disoccupato, favorevole e contrario.
* possono essere trattate statisticamente con strumenti normalmente non applicabili alle variabili nominali, ma solo a variabili di livello superiore di operativizzazione;

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8
Q

VARIABILI ORDINALI?

A

Derivano da un’operazione di ordinamento degli stati di una proprietà discreta ordinabile.
I valori numerici attribuiti alle modalità mantengono le proprietà “ordinali” dei numeri: esprimono l’ordinamento della proprietà ma non hanno valore puntuale in sé.
Fra le modalità di una variabile ordinale, possiamo instaurare relazioni di uguaglianza–diversità ma anche relazioni d’ordine, ossia di maggiore e minore.

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9
Q

VARIABILI CARDINALI?

A

Derivano da misurazione di proprietà continue o di conteggio di proprietà discrete enumerabili.
I valori delle variabili hanno pieno significato numerico: non solo ordine ma anche distanza.
L’esistenza di un’unità di misura consente di conoscere la distanza fra i valori (tra 20 e 22 gradi c’è la stessa distanza che c’è tra 16 e 18 gradi ed è la metà di quella tra 40 e 44 gradi).
Ciò permette di effettuare operazioni di addizione e sottrazione tra i valori, di calcolare la distanza e di applicare a queste differenze le quattro operazioni aritmetiche e tutte le procedure statistiche.
La media è la misura di tendenza centrale di questa variabile, ottenuta sommando i valori di tutti gli stati e dividendoli per il numero dei casi.
Su di esse si possono calcolare anche la moda e la mediana.

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10
Q

VARIABILI QUASI–CARDINALI?

A

Derivano dalle proprietà più caratteristiche delle scienze sociali (es. religiosità, orientamento politico, autoritarismo, coesione sociale,…) che possono essere immaginate come proprietà continue, che variano in modo graduale fra gli individui, ma non riescono a passare dalla condizione di proprietà continua a quella di variabile cardinale per la difficoltà di applicare un’unità di misura agli atteggiamenti umani.
Vengono affrontate con la “tecnica delle scale” (es. termometro dei sentimenti).

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