TUMORI DEL COLON RETTO Flashcards

1
Q

EPIDEMIOLOGIA DEI TUMORI DEL COLON RETTO

A

Il tumore del colon retto è il terzo tumore maligno in ordine di incidenza sia nel sesso maschile (dopo il cancro del polmone e della prostata) che in quello femminile (dopo mammella e cervice uterina). Questo dato è commisurato alla popolazione mondiale, con un incidenza complessiva di 1.300.000 nuovi casi ogni anno. La malattia presenta una particolare distribuzione geografica: è molto frequente nei Paesi Occidentali, decisamente meno comune in Africa e in molti Paesi Asiatici (tra cui Iran, Iraq, Afghanistan). Queste rilevanti differenze geografiche si spiegano tenendo conto anzitutto dei diversi stili di vita delle popolazioni dei Paesi presi in esame, come vedremo in seguito. Il tasso di mortalità si comporta in maniera diversa, essendo più bassa nei Paesi in cui le tecniche diagnostiche, terapeutiche, nonché le campagne di screening sono più avanzate e radicate (cioè i Paesi Occidentali) e più alta nei Paesi più arretrati sotto questi aspetti, e i cui cittadini, per motivi culturali, mostrano ritrosia a sottoporsi spontaneamente a controlli a livello anale (ciò sembra valere soprattutto in Nord Africa, dove la mortalità per tumore del colon retto è la più alta del mondo).

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2
Q

INCIDENZA DEI TUMORI DEL COLON RETTO

A

L’incidenza del tumore, in Italia e nei Paesi Occidentali, è in lieve aumento, soprattutto nel sesso maschile:ciò si ritiene sia dovuto alle campagne di screening sempre più efficaci e alle tecniche diagnostiche sempre più sofisticate, due elementi che, insieme, permettono di pervenire sempre più facilmente a diagnosi precoce di questo tumore (questo, se da una parte ne aumenta l’incidenza, dall’altra ne riduce, moderatamente, la mortalità; alla riduzione della mortalità contribuiscono anche le sempre migliori tecniche terapeutiche). Incidenza nel 2013: 35 nuovi casi l’anno ogni 100mila abitanti, complessivamente 55mila nuovi casi.
Mortalità nel 2013: 20000 decessi.

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3
Q

TRATTI PIU’ INTERESSATI DAI TUMORI DEL COLON RETTO

A

I tratti dell’intestino crasso più frequentemente interessati sono il retto e il sigma, seguiti dal cieco. I restanti tratti sono colpiti più raramente.

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4
Q

ETA’ TUMORI DEL COLON RETTO

A

Insorge in genere in età avanzata (dopo i 50-60 anni), sebbene possa sporadicamente essere riscontrato anche in giovane età.

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5
Q

COSA FARE DI FRONTE AD UN SOGGETTO CON SANGUE NELLE FECI

A
  • Soggetto di giovane età, Il possibile riscontro in giovane età pone un notevole problema in sede di diagnosi : come comportarci di fronte a un soggetto giovane che evidenzi sangue nelle feci? La probabilità che quel sintomo sia dovuto a un tumore del colon è molto bassa, e prima andremo pertanto a escludere le altre più probabili cause: in prima battuta eseguiremo una visita proctologica nell’ipotesi di una patologia esterna (emorroidi, ragadi ecc.).
  • soggetto in età avanzata in cui si dimostri sangue nelle feci, quand’anche si riscontri la presenza di emorroidi o altre possibili cause non neoplastiche di quel sintomo, l’ipotesi del tumore del colon deve sempre essere indagata mediante colonscopia.
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6
Q

EZIOLOGIA E FATTORI DI RISCHIO

A

. Alimentazione
- malattie infiammatorie croniche intestinali
- pregressa presenza di un’altra patologia
- irradiazione della regione pelvica
- familiarità. poliposi familiare, sdr di gardner, sdr di peutz jeghers, sdr di lynch ii e i,
- fattori genetici
- poliposi adenomatosa dell’intestino crasso, sdr di gardner

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7
Q

alimentazione, fattori di rischio

A

una dieta povera di fibre e ricca di grassi favorisce l’insorgenza del tumore in esame; ciò è dimostrato, ad esempio, dalla distribuzione geografica di questa malattia, che è più comune nei Pesi Occidentali (in particolare negli Stati Uniti), dove la dieta è prevalentemente a base di carne, che nei Paesi africani, dove la frutta e la verdura, e quindi le fibre vegetali, sono gli alimenti principali. Questa teoria è altresì confermata da studi condotti su individui appartenenti a una particolare setta religiosa sviluppatasi in America, gli “Avventisti del settimo giorno”, i quali, per motivi religiosi, non mangiano carne (soprattutto di maiale) né particolari tipi di pesce (il pescesenza squame), prediligendo una dieta a base di fibre; in questo ristretto gruppo di individui si è riscontrata un’incidenza di tumore al colon retto molto inferiore rispetto alla popolazione generale delle stesse zone geografiche.

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8
Q

quale può essere il ruolo delle fibre nel proteggere l’intestino dallo sviluppo di una neoplasia

A

Le fibre migliorano e esaltano la peristalsi intestinale, accelerano il transito del materiale alimentare, e pertanto riducono il tempo di esposizione dell’intestino a sostanze potenzialmente cancerogene presenti nella dieta o che si sono formate nel lume intestinale.
Il ruolo della carne rossa nel favorire l’insorgenza del tumore del colon retto non è del tutto chiaro: si ipotizza che alcuni derivati del colesterolo possano indurre un danno genetico all’intestino; secondo un’altra ipotesi l’eccessiva assunzione alimentare di grassi porterebbe a un’iperproduzione di acidi biliari, i quali rappresentano uno stimolo proliferativo per la mucosa intestinale.!

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9
Q

malattie infiammatorie croniche intestinali

A

(rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn con maggiore incidenza nel primo): un tessuto sede di flogosi cronica va più facilmente incontro a degenerazione neoplastica. Il rischio diventa considerevole a partire dai 10 anni dall’insorgenza della malattia infiammatoria cronica: ad es., un ragazzo di 30 anni che a 20 anni ha subito diagnosi di rettocolite ulcerosa, deve essere monitorato e sottoposto a controlli endoscopici periodici.

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10
Q

pregressa presenza di un altre patologia, fattori di rischio

A
  • carcinoma del colon retto, che infatti determina un maggior rischio disviluppare un altro carcinoma del colon retto
  • Malattie infiammatorie
  • Polipi adenomatosi
  • Ca colon retto
  • Irradiazione della regione pelvica
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11
Q

familiarità, colon retto

A

: cioè il maggior rischio nei parenti di primo grado di pazienti affetti da CCR di sviluppare anch’essi la malattia, è stato dimostrato infatti in questi soggetti un’incidenza 2-3 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. La familiarità è legata alla presenza di alcuni geni che hanno una penetranza genetica non completa e quindi non riferibile ad un’ ereditarietà di tipo mendeliano, come invece avviene per le sindromi ereditarie prima nominate.
L’ereditarietà è stata dimostrata anche nelle sindrome di Linch 1 e 2 che hannouna penetranza genetica incompleta e quindi non mendeliana.

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12
Q

sindrome di lynch ii, che cosa comprende

A

oltre al tumore al colon comprende lo sviluppo di neoplasie a livellodell’endometrio, dell’ovaio, dello stomaco, del tratto urinario, dei dotti biliari. È causata da una mutazione ricorrente a livello di uno dei 4 geni attualmente riconosciuti responsabili del controllo e della riparazione degli errori di replicazione del DNA in tutte le cellule del corpo).
Il dato della familiarità è oggi importante per l’attuazione dei programmi di screening, infatti è stato dimostrato non solo che i parenti di primo grado di pazienti affetti hanno un aumentato rischio di sviluppare la malattia, ma anche che solitamente questa si manifesta più precocemente. Le persone con familiarità per carcinoma del colon retto devono necessariamente effettuare un esame di screening (la colonscopia) a 40 anni anzichéa 50 anni come nella popolazione generale.

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13
Q

fattori genetici alla base fattori di rischio

A

abbiamo delle forme familiari/ereditarie di tumore del colon retto. Si tratta di forme non poliposiche (cioè non correlate ai polipi) di questo tumore, che insorgono in gruppi familiari in cui l’incidenza di tumore (non necessariamente di tumore del colon retto) è più alta che nella popolazione generale.

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14
Q

poliposi fattori di rischio,

A

costituiscono una importante condizione predisponente lo sviluppo di tumore del colon retto. Per polipo, in generale, s’intende una neoformazione (o vegetazione) che aggetta in un lume. Se ne distinguono di tanti tipi: polipi iperplastici, infiammatori, amartomatosi, giovanili, adenomatosi.
Gli ultimi, i polipi adenomatosi, sono detti neoplastici, in quanto rappresentano i precursori diretti del tumore dell’intestino crasso. E’ stato dimostrato che il 70/90% dei polipi adenomatosi è destinato ad evolvere in un tempo variabile in un tumore. Esistono delle forme ereditarie di poliposi, trasmesse con meccanismo autosomico dominante, caratterizzate dalla comparsa massiva (nell’ordine di centinaia o migliaia) di polipi sulla superficie dell’intestino crasso e retto. Un paziente affetto da poliposi familiare svilupperà inevitabilmente, dopo un lasso di tempo variabile, un tumore per degenerazione neoplastica di almeno di quei tanti polipi (infatti questi soggetti vengono in genere sottoposti a colectomia totale).

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15
Q

poliposi adenomatosa dell’intestino crasso, sdr di gardner

A

in cui la poliposi si associa ad altre manifestazioni, quali osteomi multipli, fibromatosi e Iperlplasia Epitelio Retinica.

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16
Q

sdr di peutz jeghers , fattori di rischio,

A

poliposi ereditaria a trasmissione autosomica dominante caratterizzata dalla presenza di polipi gastrointestinali amartomatosi (sempre multipli, ben sviluppati e localizzati in stomaco, duodeno e colon), di macchie pigmentate muco cutanee (attorno alle labbra, nella mucosa orale, su dita, palmo delle mani, piedi, regione perianale e genitali), aumento del rischio di tumori ovarici, uterini, mammari, pancreatici e polmonari

17
Q
A