Capitolo 1 ~ Quadro di riferimento Flashcards
(6 cards)
Qual’é la differenza tra approccio, metodo e metodologia?
Nel Novecento, come spiega Balboni, vigeva un’anarchia terminologica e tutto veniva inizialmente definito “metodo”; poi si è diffuso il termine “approccio” ha rendendo necessario distinguere i due.
L’approccio è la filosofia di fondo: l’idea che si ha di lingua, di cultura, di studente, di comunicazione, di insegnamento, ecc.
Il metodo invece è la traduzione dell’approccio in procedure operative, per organizzare e realizzare le indicazioni dell’approccio stesso.
Per trasformare il metodo in azione, gli insegnanti scelgono tra le tecniche didattiche quelle più adeguate al metodo e all’approccio ed efficaci o meno nel raggiungere gli obiettivi.
Queste fanno parte del grande patrimonio di attività proposte dalla metodologia didattica, che comprende l’insieme di strategie volte a favorire l’apprendimento. Le metodologie didattiche più efficaci sono quelle che mettono l’alunno al centro del processo di apprendimento/acquisizione.
Qual’é il termine più adeguato per designare la scienza che studia l’educazione linguistica?
La scienza che studia l’educazione linguistica fino agli anni 70 si chiamava pedagogia delle lingue o linguistica applicata.
In Italia ha varie denominazioni, frutto di un corposo dibattito nella comunità scientifica: didattica delle lingue moderne, glottodidattica, linguistica educativa.
Attualmente il termine più ampiamente diffuso è “glottodidattica”.
Balboni lo ritiene il termine più adeguato ma specifica che è un’abbreviazione, e la si deve intendere come “glottodidattica delle lingue straniere”.
Questo perché normalmente la ‘glottodidattica’ si riferisce alla studio dell’insegnamento di tutte le lingue (materne, seconde, straniere, etniche, classiche).
Mi spieghi il paradigma della complessità.
Il paradigma della complessità fa riferimento alla società a cui assistiamo oggi, ovvero una società complessa. Dice Prof. Balboni che non più bisogna considerare la società come “semplice” ovvero bidimensionale dove le relazioni avvengono tra confinanti o con l’entità sovraordinata come la campagna con la città di riferimento.
La società attuale è una “complessa” dove le relazioni non sono più stabilite solo dall’appartenenza a un territorio, ma anche dall’appartenenza che va oltre i confini geografici: comunità, aziende, gruppi di interesse., tifoserie di calcio. Tante microsfere che interagiscono con altre microsfere al di là di città confinanti… e tutti con il proprio stile linguistico che serve per essere riconosciuti come membri di quella sfera.
La glottodidattica, in questo contesto di società complessa, deve non solo insegnare le lingue in modo tradizionale, ma sviluppare competenze di comprensione, produzione e interazione che permettano agli individui di muoversi in un contesto globale. Deve fornire strumenti per un “lifelong learning”, mirare a far sì che ogni persona possa realizzarsi pienamente attraverso la lingua, rispondendo alle esigenze di una società complessa (in cui le relazioni non si limitano più ai confini geografici)
Descriva la natura transdisciplinare della glottodidattica
La società odierna è una complessa (…)
Questa complessità si ripercuote nella glottodidattica:
Non è solo…
- linguistica applicata o educativa
- linguistica trasformata in didattica
- metodologia applicata alle lingue
C’è una componente di scienze del linguaggio, una antropologica, una psicologica, una neurolinguistica…
È una scienza “soft” (…) ed è di natura transdisciplinare, composta da da diverse discipline da cui trae ma anche restituisce un feedback.
Qual’é la differenza tra una scienza “soft” e una scienza “hard”?
Le scienze hard, come la fisica, la chimica e la matematica, sono definite così perché portano a conoscenze certe e verificabili e si basano su modelli che sono potenzialmente validi sempre e ovunque, riducendo quindi l’imprecisione.
Le scienze soft, come la psicologia, l’antropologia e le scienze dell’educazione, sono caratterizzate da una maggiore imprecisione e da modelli meno universali e verificabili. Queste scienze operano spesso in contesti umani, dove la variabilità individuale (come le differenze tra allievi e insegnanti) rende difficile l’applicazione di modelli universali.
Molte delle discipline che contribuiscono alla conoscenza glottodidattica appartengono a questa categoria.
L’etica nella glottodidattica
Balboni sottolinea aspetti etici fondamentali:
- Chi crea manuali didattici deve bilanciare il rigore scientifico con un linguaggio chiaro e comprensibile, per garantire una formazione efficace.
(manuale scritto in modo chiaro)
- La finalità di un corso, sillabo o curricolo non deve limitarsi a sviluppare abilità pratiche, ma deve includere anche aspetti di culturizzazione, socializzazione, autopromozione e competenze extralinguistiche (come gestualità, distanza interpersonale e contesto culturale), per preparare gli studenti a vivere in una società complessa e diversificata.
(chi progetta corso deve anche tenere in conto aspetti di culturizzazione e competenze extralinguistiche per meglio formare gli studenti)
- L’insegnante ha il dovere di integrare i materiali esistenti, colmando le lacune per facilitare l’apprendimento degli studenti, ma senza viziarli con semplificazioni eccessive o illuderli che la lingua che stanno imparando sia quella autentica quando, in realtà, è solo una versione semplificata… DEVE RAFFORZARLI
(docente deve integrare il materiale, colmando lacune ma senza viziare con semplificazioni eccessive né illuderli che stanno imparando la lingua autentica quando è una semplificazione)