Capitolo 2 ~ Come nasce la glottodidattica Flashcards

(12 cards)

1
Q

Com’era l’insegnamento linguistico nel mondo classico?

A

Nel medioevo e nel primo Rinascimento,
l’approccio era “comunicativo” - si puntava meno sulla forma e più sull’uso.
L’insegnamento era affidato all’interazione diretta con un madrelingua: spesso uno schiavo nell’Antica Roma, ed esperti di lingua nelle corti medievali e rinascimentali.
Come modelli non c’erano grammatiche ma testi classici.

Nel Secondo Rinascimento e nel Seicento,
Nascono centri che studiano la lingua come oggetto (Accademia della Crusca; Port Royal; Royal Society)
Si creano i primi dizionari e le prime grammatiche
L’italiano e il francese si affiancano al latino come strumenti di
comunicazione internazionale nelle corti e nei quartieri commerciali.

Il latino,
non più lingua materna di nessuno, rimaneva il principale mezzo di comunicazione nel mondo ecclesiastico
continuava a essere il pilastro dell’educazione linguistica nelle scuole gestite dagli ordini religiosi, come i gesuiti, gli scolopi e i barnabiti.

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2
Q

Com’era l’insegnamento secondo la tradizione formalistica?

A

1600 - 1960

Attenzione posta sulla grammatica, intesa come morfologia e sintassi
Con la fonologia concepita come regole di pronuncia.

Lessico appreso con liste di parole:
- elenchi di verbi irregolari
- elenchi per campi semantici (colori, animali, oggetti dell’aula)
- elenchi di parole tratte da testi letterari
(!tracce di questo approccio ancora presente nella didattica attuale sebbene in maniera velata o mimetizzata)

La lingua era intesa come sistema di regole:
- Regole che nel Seicento si ricavavano da un testo letterario, mentre nel Settecento da manuali grammaticali basati su schemi da memorizzare.
- Regole che sono stabili e immutabili.
Vi è un unico registro: quello formale.
I testi classici fungono da modello, l’italiano insegnato è quello dei grandi scrittori italiani (Dante, Petrarca e Boccaccio)

Lo studio è un dovere
Lo studente - un vaso da riempire con paradigmi, regole ed eccezioni - non può discutere nè sul metodo nè sul contenuto.
Il docente è un sacerdote incontestabile che possiede la verità, è la fonte di informazione.

orale : si esercitava attraverso lettura di testi classici (che potevano non essere compresi dallo studente)

scritto :
- dimensione che si esercitava di più
- traduzione strumento di esercitazione per eccellenza era la traduzione, spesso di frasi senza senso il cui scopo era quello di esercitare la grammatica

Conseguenza di questo approccio fu che gli studenti spesso acquisivano una conoscenza passiva della lingua, senza essere in grado di usarla attivamente.

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3
Q

Mi parli dell’approccio naturale e il metodo Berlitz

A

L’approccio naturale (chiamato così nasce nel ‘800 in contrasto all’approccio formalistico.
Nasce in USA, dove la conoscenza delle lingue era indispensabile in una società multiculturale in rapida espansione.

Fu prima Ticknor, insegnante a Harvard, a riaffermare che
- lingue erano “vive e parlate” (qualcosa di “naturale”)
- il loro insegnamento andava personalizzato a seconda dell’età e delle caratteristiche individuali
- il percorso dovesse essere induttivo (grammatica per scoperta).

Poi, nel 1872, il tedesco Berlitz giunse negli Stati Uniti e fondò una scuola (che sotto gestione dell’omonimo nipote divenne una catena mondiale) basata sul cosiddetto “metodo diretto”, caratterizzato da:

  • Focus sulle abilità orali (ascolto e conversazione)
  • Capacità comprendere un testo nel suo insieme, senza tradurre parola per parola
  • Lezioni che si basavano non sull’uso del manuale, ma sulla lingua “viva”, parlata
  • Docente madrelingua, che:
    1) Usava pochissimo la lingua materna degli studenti
    2) Agiva più da facilitatore che insegnante tradizionale.

Un insegnante di questo tipo era molto costoso, quindi l’applicazione di questo metodo si limitava alle sole istituzioni private.

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4
Q

In cosa consisteva il cosiddetto “Reading Method” ?

A

Il Reading Method fiorì negli anni dei conflitti novecenteschi, che tra isolazionismi e dittature non incoraggiavano il libero interscambio e la lingua cessa di essere viva, orale, avente scopo comunicativo e diventa solo strumento per leggere testi stranieri.

In questo approccio quindi vengono escluse le competenze orali in favore di uno sviluppo delle abilità di lettura e comprensione scritta.
Questo è il primo esempio di ‘reduced competence course’.

Il docente è un facilitatore che insegna le strategie di decifrazione di testi stranieri e funge da dizionario e grammatica vivente per risolvere eventuali problemi di comprensione.

Gli studenti sono dunque estremamente autonomi e responsabili del loro apprendimento

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5
Q

Cos’era l’ASTP?

A

L’Army Specialized Training Program (ASTP), fu ideato durante WWII con lo scopo di rispondere a una grave lacuna “strategica”: la padronanza delle lingue vive, conseguenza dell’isolazionismo wilsoniano e il Reading Method.

Per preparare al meglio i soldati americano a comunicare efficientemente nei paesi in cui operavano, L’ASTP si poggiò sulla psicologia neo-comportamentistica di Skinner e la linguistica tassonomica di Bloomfield.
- La prima prevedeva un apprendimento basato su stimoli, risposte e conferma con esercizi strutturali (pattern drills), attraverso ripetizione e rinforzo per interiorizzare la lingua sistematicamente.
- La seconda si basava su un’analisi delle componenti minime della lingua che, inserito in microstrutture, si integrava perfettamente nelle sequenze stimolo/risposta di Skinner.

In aggiunta a ciò gli americani disposero di altre 2 risorse notevoli:
1) un gran numero di immigrati (spesso accademici in fuga dal nazifascismo):
- fornivano campioni di lingua autentica per i pattern drill
- coprivano il terzo del programma, le “area studies”, arricchendo i corsi con la dimensione culturale (usando anche film)*


2) il giradischi:

- registrava spezzoni di lingua con la pronuncia corretta, fornendo stimoli per gli studenti.

- permetteva agli studenti di ascoltare/correggere le proprie risposte, favorendo l’autocorrezione.


*Non solo questo rappresenta il primo uso del cinema in glottodidattica, ma segna anche la prima volta nella storia in cui la dimensione culturale viene inserita sistematicamente nello studio delle lingue.

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6
Q

Qual’é stato l’impatto del registratore a nastro?

A

Il registratore a nastro ha avuto un impatto significativo sull’insegnamento delle lingue, rendendo l’apprendimento delle lingue più interattivo e autonomo, offrendo un’opportunità di ripetizione e rinforzo che prima non esisteva.
Ha portato alla creazione dei primi laboratori linguistici dove veniva usato nel seguente modo:
Ogni registrazione aveva due piste:
- una non cancellabile con lo stimolo del madrelingua
- una cancellabile per registrarsi e riascoltarsi, permettendo autocorrezione e miglioramento.

Parliamo dunque dell’ingresso della tecnologia nella glottodidattica, quindi da semplice strumento sonoro diventa ‘catalizzatore’ (cit. Giovanni Freddi).

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7
Q

In cosa consisteva la linguistica contrastiva?

A

La linguistica contrastiva è una branca della linguistica che si basa sull’analisi delle somiglianze e differenze (simmetrie e dissimmetrie) tra la lingua madre dello studente e la lingua che sta apprendendo, con l’obiettivo di anticipare le difficoltà che potrebbero emergere durante il processo di apprendimento.
Questo consente di progettare strategie e tecniche di insegnamento mirate.

Sviluppatasi negli anni Sessanta del Novecento, ha come figura centrale Robert Lado, il quale ha contribuito a trasformare l’insegnamento delle lingue in una disciplina scientifica, come evidenziato nel suo libro Language Teaching, a Scientific Approach.

L’opera di Lado, insieme alle sue iniziative, come la fondazione di TESOL e la promozione di eventi come la Annual Round Table, ha avuto un impatto significativo sulla glottodidattica moderna, sottolineando l’importanza di uno studio sistematico e basato su evidenze.

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8
Q

In cosa consiste l’approccio strutturalistico?

A

L’approccio strutturalistico si è sviluppato negli anni ‘50 e ‘60 ed è il risultato dell’interazione tra la linguistica tassonomica bloomfieldiana, la psicodidattica comportamentista e l’uso delle tecnologie di registrazione emergenti.

Questo approccio concepisce la lingua come un sistema ridotto a microstrutture, che vengono apprese in maniera sistematica attraverso gli esercizi noti come “pattern drill”.

Questi esercizi strutturali sono progettati per memorizzare le strutture linguistiche tramite la ripetizione di sequenze stimolo-risposta-conferma, con l’obiettivo di creare mental habits (abitudini mentali), ossia risposte automatiche e interiorizzazione della lingua, senza spazio per la riflessione consapevole.

Lo studente è quindi visto come una “tabula rasa” su cui vengono incisi i pattern drill.
Il docente è un semplice gestore di questi esercizi strutturali, limitato a supervisionare e a fornire brevi spiegazioni grammaticali.

L’approccio strutturalistico ha visto un rapido declino, principalmente a causa della nascita della sociolinguistica, che ha reso evidente che le microstrutture linguistiche non hanno significato al di fuori di un contesto sociale.

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9
Q

Cosa sono i “pattern drill” ?

A

I pattern drill sono esercizi strutturali progettati per memorizzare le strutture linguistiche attraverso la ripetizione di sequenze stimolo-risposta-conferma, con l’obiettivo di creare risposte automatiche, favorendo l’interiorizzazione della lingua.
Questi esercizi non lasciano spazio alla riflessione consapevole, ma puntano alla memorizzazione spontanea, creando “mental habits”.

Ci sono tre tipi principali di pattern drill:

Sintagmatici: modificano la struttura del sintagma (es. “io mangio” → “io ho mangiato”).

Paradigmatici: associano elementi come il verbo e l’oggetto (es. “io mangio, mela” → “io mangio una mela”).

Combinati: aggiungono complessità crescente alle frasi (es. “io mangio, pera, ieri” → “ieri ho mangiato una pera”).

Questi esercizi trovano il loro ambiente naturale nel metodo audiolinguale, che sfrutta le tecnologie dell’epoca, come giradischi e nastri magnetici, per ripetere continuamente frasi modello.
Un’altra tecnologia utilizzata era il diapofilm, che combinava immagini statiche con tracce audio, permettendo agli studenti di associare suoni e immagini in modo pratico ed economico.

Nonostante la grande diffusione dei pattern drill negli anni Cinquanta e Sessanta, negli anni Settanta furono abbandonati per la loro natura troppo meccanica, che non favoriva lo sviluppo di una vera competenza comunicativa.
Tuttavia, alcune varianti continuarono a essere presenti nei manuali didattici, spesso inserite in contesti più flessibili o ludici.

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10
Q

Delinei l’approccio comunicativo.

A
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11
Q

Spieghi brevemente: sociolinguistica, pragmalinguistica e etnolinguistica.

A

Sociolinguistica: studia l’uso della lingua all’interno della situazione sociale in cui viene utilizzata
Pragmalinguistica: studia gli scopi e i risultati dell’uso della lingua
Etnolinguistica: esplora come la lingua rifletta e influenzi la cultura e la percezione del mondo

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12
Q
A
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