Derivati Flashcards
(193 cards)
empi della prima rec all inzio su air france ecc. dove non ci sono le slide
Immagina che il 1 marzo 2022 un individuo voglia comprare un forward a 6 mesi con scadenza quindi a settembre 2022 su un azienda che non paga dividendi. Se egli non trova una controparte disposta a vendergli il forward, come può replicare la posizione di acquisto del forward senza effettivamente comprarlo? Immagina che il prezzo iniziale spot dell’azione sia 40.000 e il tasso di interesse sia del 3% in regime di capitalizzazione semplice; considera anche poi il caso di capitalizzazione composta
Una strategia con cui si può replicare la posizione di acquisto del forward senza effettivamente comprarlo è:
- L’1 marzo prendere in prestito 40.000 euro e comprare con quelli l’azione avendo cosi un flusso di cassa netto nullo
- Dopo 6 mesi ripagare il prestito di 40.000(1+3%0.5)=40.60 avendo cosi un uscita di cassa pari a tale cifra
L’acquisto del forward può quindi essere replicato a un costo di 40.60 (prezzo di equilibrio F). per questo motivo il prezzo di un eventuale forward sul mercato deve essere pari a 40.60 sennò ci sarebbero delle opportunità di arbitraggio.
Nel caso di capitalizzazione composta l’unica cosa che cambierebbe è che il prezzo di equilibrio sarebbe F=s0*e^rt; anche qui se il prezzo del forward sul mercato è superiore a questo valore esso è sopravalutato mentre se è inferiore è sottovalutato.
Quali strategie di arbitraggio si potrebbero fare se il prezzo del forward sul mercato non fosse uguale al costo della strategia replicante l’acquisto del forward (prezzo d’equilibrio teorico)?
Se il prezzo del forward è maggiore del prezzo di equilibrio allora il forward è sopravalutato e quindi posso fare una strategia di arbitraggio detta CASH AND CARRY; in particolare in t0 posso:
- Comprare il titolo al prezzo spot indebitandomi al tasso risk free
- Vendere il forward (infatti abbiamo detto che il prezzo del forward è sopravalutato)
Siccome il prezzo del forward è sopravalutato a scadenza io avrò il titolo avendolo di fatto pagato il prezzo teorico d’equilibrio e lo potrò consegnare al compratore del forward ottenendo un prezzo maggiore.
Questo arbitraggio spinge il prezzo spot del titolo verso l’alto e il prezzo del forward verso il basso riportando il prezzo del forward in parità con il prezzo teorico di equilibrio; l’ampiezza dei due movimenti del prezzo spot e forward dipenderà dalla liquidità dei 2 mercati.
Se invece il prezzo del forward sul mercato è minore del prezzo di equilibrio teorico allora il forward è sottovalutato e posso fare una strategia di arbitraggio detta REVERSE CASH AND CARRY (opposta alla precedente) in cui:
- Al tempo t0 vendo il titolo al tasso spot e investo il ricavato al tasso risk free
- Nello stesso momento compro anche il forward, che pagherò alla fine con il ricavato dell’investimento (prezzo di equilibrio del forward) che sarà maggiore del costo del forward siccome esso è sottovalutato
Tuttavia, in questa strategia sorge il problema che per vendere il titolo a t0 devo possederlo; ci sono quindi 2 casi:
- Il primo, molto raro, è che l ‘arbitraggista già possiede il titolo nel momento in cui il prezzo del forward diventa sottovalutato
- Il secondo, molto più probabile, è che l’arbitraggista non detenga già il titolo e quindi lo prende in prestito: in relazione a ciò sorgono però 2 problematiche:
1) Dovrò considerare l’impatto del costo del prestito; chiaramente, infatti, colui che mi presterà il titolo mi chiederà una fee per il prestito che di solito è definita come percentuale su valore del titolo prestito (inoltre dovrò chiaramente girare al possessore tutti gli eventuali dividendi che il titolo distribuisce)
2) Dovrò verificare se è possibile prendere a prestito quel determinato titolo: tendenzialmente sui titoli più grossi il prestito è più facile e conveniente da fare; questo dipende dalla gestione dei fondi passivi; i lori gestori infatti devono seguire con massima stringenza l’indice e perciò possono prestare i titoli detenuti in quanto non si aspettano di fare particolari cambiamenti nell’immediato futuro.
Considera questo esempio di reverse cash and carry in cui però consideriamo anche i costi del prestito (i costi del prestito ci sono solo quando consideriamo il reverse cash and carry):
immagina che il prezzo del forward sia di 40,5 mentre quello di equilibrio teorico risulta essere di 40,6. Se è presente un costo del prestito pari a 0,04 è comunque possibile fare un arbitraggio? E se il prezzo del forward fosse 40,57.
Nel primo caso è comunque possibile fare un arbitraggio, infatti effettuando un reverse cash and carry si potrebbe comunque ottenere un profitto pari a 0.06 (anche se inferiore a quello di 0.1 che si avrebbe nel caso in cui non ci fossero i costi del prestito).
Nel secondo caso invece non è possibile fare un arbitraggio. Infatti, nonostante il prezzo del forward sia minore di quello di equilibrio suggerendo quindi la possibilità di un reverse cash and carry la differenza tra i 2 prezzi è minore del costo del prestito e quindi facendolo otterrei un profitto negativo di 0.01 (mentre se non ci fossero stati costi del prestito avrei ottenuto un profitto positivo di 0.03)
Impattano i costi di transazione su cash and carry e reverse cash and carry? Se si, come?
Si essi hanno un impatto su entrambe le strategie e in particolare i costi di transazione possono implicare:
- Uno spread bid-ask sulla transazione spot
- Uno spread bid-ask sulla transazione forward
- Uno spread bid-ask sull’indebitamento/investimento.
Nella realtà andrebbero considerate anche le commissioni sugli spread bid/ask che però noi non prendiamo in considerazione.
Considera questo esempio in cui consideriamo i costi di transazione:
immagina che i prezzi spot e forward a 6 mesi di un titolo e il tasso riskfree in regime di capitalizzazione semplice siano:
- Spot: bid= 39,95; ask= 40,05 e mid= 40
- Forward: bid= 40,58; ask=40,68 e mid= 40,63
- r: bid=2,99%; ask= 3,01% e mid=3%
ci sono opportunità di arbitraggio?
Se invece il mispricing fosse ancora maggiore:
- Spot: bid= 39,95; ask= 40,05 e mid= 40
- Forward: bid= 40,75; ask=40,85 e mid= 40,80
- r: bid=2,99%; ask= 3,01% e mid=3%
ci sarebbero opportunità di arbitraggio? Cosa si può dedurre da ciò? C’è qualcuno che potrebbe comunque trarre vantaggio dal leggero mispricing presente nel primo esempio?
Utilizzando i mid price per trovare il prezzo di equilibrio del forward: 40.000(1+0,3/2)=40.6 e confrontandolo con il prezzo mid del forward di 40,63 sembrerebbe che quest’ultimo sia sopravalutato e che quindi ci sia opportunità di fare un arbitraggio tramite un cash and carry; tuttavia non stiamo considerando i costi di transazione, infatti se facessi un cash and carry dovrei:
- comprare il titolo spot a prezzo ask di 40,05 pagandolo tramite un indebitamento al tasso risk free ask del 3,01%.
- Vendere il forward al prezzo bid di 40,58
Tra 6 mesi quindi dovrei rimborsare il debito per 40,05(1+3,01%/2)= 40,653 e incassare il prezzo del forward pari a 40,58: otterrei quindi un profitto NEGATIVO di 0.07 (anche se comunque meno negativo di quello che avrei ottenuto facendo un reverse cash and carry) e quindi non avrebbe senso fare questa strategia.
In questo caso il mispricing (differenza tra prezzo del forward e prezzo teorico di equilibrio) è abbastanza grande da giustificare un arbitraggio:
infatti, facendo la stessa strategia di prima alla fine dovrei rimborsare il debito per lo stesso importo precedente di 40,653 ma otterrei in questo caso un’entrata di cassa maggiore e pari a 40,75 per la vendita del forward.
si può quindi intuire come esista un CANALE DI ARBITRAGGIO: se il prezzo di mercato non dista troppo dal prezzo teorico di equilibrio, come nell’esempio 1, l’arbitraggio NON è fattibile mentre quando dista abbastanza, come nell’esempio 2, esso è possibile. GUARDA GRAFICO DEL CANALE DI ARBITRAGGIO: per fare arbitraggi entrambi i prezzi bid e ask devono essere fuori dal canale; sotto per fare reverse cash and carry e sopra per fare cash and carry. Il canale sarà più ristretto quando il mercato è più liquido e quindi lo spread bid-ask è minore
Si, nonostante nel primo caso il mispricing sia troppo piccolo per permettere degli arbitraggi c’è comunque qualcuno (che non è l’arbitraggista) che potrebbe trarre vantaggio dal fatto di sapere che questo mispricing esiste e in particolare è colui che vuole semplicemente acquistare il determinato titolo a termine:
infatti, se egli è al corrente del mispricing, potrebbe decidere di non comprare direttamente il forward a 40,68 ma di implementare la strategia replicante che è meno costosa e richiede un esborso a scadenza di solo 40,653.
Cos’è un repo e cos’è l’implied repo rate? Come può essere usato per vedere un arbitraggio in termini di tassi?
Considera poi questo esempio che ci sarà utile più avanti:
considera 2 stock X e Y che hanno entrambe un prezzo forward a 1 anno di 102 ma mentre il prezzo spot della prima è 99 quello della seconda è 102. Se dovessi fare un investment repo su quale lo farei?
Un repo (pronti contro termine) è un contratto in cui una controparte:
- O compra un titolo spot e vende lo stesso titolo forward: INVESTMENT REPO
- O vende un titolo spot e compra lo stesso titolo forward: FINANCING REPO
L’implied repo rate è il tasso a cui investo/mi indebito; nel caso di titoli senza dividendi esso è facilemente deducibile: ad esso se compro un titolo x spot a 100 e vendo il suo forward a 1 anno a 102 l’implied repo rate è pari al 2%: lo posso ricavare semplicemente dal prezzo spot e da quello forward quindi è già noto all’INIZIO del repo: dunque NON ci interessa per nulla l’andamento del titolo azionario in quest’anno; è di fatto un investimento risk free (esso ci fa anche capire la differenza tra secure landing e unsecured landing).
Considerando rendimenti continuamenti composti l’implied repo rate è quel tasso per cui e elevato alla t* implied repo rate, il tutto moltiplicato per S è uguale a F.
Perciò se il prezzo del forward è uguale al prezzo di equilibrio teorico del forward allora l’implied repo rate DEVE essere uguale al tasso risk-free (perché la formula è la stessa).
Perciò la potenzialità di arbitraggio che emerge quando il prezzo di mercato del forward è diverso dal prezzo teorico di equilibrio può essere letta anche in termini di tassi:
Se ad esempio il prezzo del forward è maggiore di quello di equilibrio (sopravalutato) allora anche l’implied repo rate sarà maggiore del tasso risk free e quindi il cash and carry può essere visto come un investment repo finanziandosi al tasso risk-free minore, ottenendo così un profitto derivante dalla differenza dei 2 tassi.
Se dovessi fare un investment repo lo farei sicuramente sul primo perché mi garantisce un implied repo rate maggiore: quello con il maggiore implied repo rate è quindi il titolo che oggi è PIU ECONOMICO ovvero quello che mi permette di sborsare di meno oggi per comprarlo ricevendo però la stessa cifra tra un anno rispetto all’altro. Dunque, fissata la scadenza del forward, maggiore è la differenza tra il prezzo spot S e il prezzo forward F e maggiore sarà l’implied repo rate.
Considera il caso di un forward su un azione che distribuisce dividendi: qual è il legame tra i dividendi e il prezzo del forward? Se ci fossero più dividendi? Cosa posso fare confrontando il tasso q di dividend yield atteso dal mercato con quello che mi aspetto io?
Per capirlo ragioniamo sul cash and carry nel caso di un solo dividendo tra oggi e la scadenza del forward; l’intuizione è che il costo del cash and carry, che usiamo per trovare il prezzo di equilibrio del froward, sarà minore rispetto al caso in cui non ci sono dividendi in quanto posso utilizzare il debito che mi arriverà per ripagare parte del debito. In particolare l’idea è quella di fare 2 finanziamenti all’inizio per acquistare il titolo spot e non uno solo: uno con scadenza pari a quanto riceverò il dividendo e di importo pari al VALORE ATTUALE del dividendo ovvero e^-rtD che verrà ripagato dal dividendo e uno con scadenza pari a quella del forward per la restante parte S-I che mi serve. Il prezzo di questa strategia sarà pari quindi a (S-I)e^rt e siccome è la strategia replicante del forward anche il forward stesso deve avere questo prezzo che è inferiore a quello che ci sarebbe stato nel caso in cui non ci fossero stati dividendi S*e^rt.
Se ci fossero più dividendi la formula non cambierebbe ma I non sarebbe più il valore attuale di un dividendo ma la SOMMA dei VALORI ATTUALI di tutti i dividendi.
Dunque il LEGAME tra dividendi e prezzo del forward è questo: all’aumentare del dividendo DIMINUISCE il prezzo del forward. Dunque posso anche fare un confronto tra dividendi impliciti nel prezzo e quelli che mi aspetto per valutare se il forward sia sottovalutato o sopravalutato: ad esempio se mi aspetto dei dividendi più bassi di quelli attesi dal mercato allora mi aspetto che il prezzo del forward dovrebbe essere MAGGIORE di quello attuale perché il cash and carry costerà di più.
Facciamo una riflessione su come varia il valore di un forward dopo che è passato del tempo da quando l’ho comprato o venduto; considera questo esempio:
il 1^ Marzo hai comprato un forward su un azione per 40,60 con scadenza 1 settembre. Al 1 giugno il prezzo del forward a 3 mesi è 40,70. Qual è il valore del forward che ho acquistato 3 mesi fa (ricordati che in t0 il valore del forward è nullo perché esso è costruito in modo tale che sia cosi)?
Per capirlo devo ragionare come se volessi chiudere la posizione oggi, per chiuderla infatti potrei vendere oggi il forward a 3 mesi consegnando cosi tra 3 mesi il titolo che mi arriverà dall’acquisto del forward fatto 3 mesi fa; in questo modo tra tre mesi otterrei un profitto di 0,10 pari a 40,70 che è l’ammontare che ricevo per la vendita del forward – 40,6 che è l’ammontare che devo esborsare per l’acquisto del forward. Questo profitto tuttavia è un profitto che realizzo tra 3 mesi e quindi devo attualizzarlo se voglio trovare il valore del forward oggi. Perciò in generale il valore del forward stipulato tot tempo prima è:
f= (e^-rt)(F-K)n per il compratore
f= (e^-rt)(K-F)n per il venditore
dove t è il tempo che manca da oggi alla scadenza del forward di cui voglio trovare il prezzo; K è il prezzo originale del forward di cui voglio trovare il prezzo, F è il valore ad oggi del forward con stessa scadenza di quello di cui voglio trovare il prezzo e n è la size dell’operazione ovvero il numero di contratti che ho comprato o venduto.
Cosa succede quando abbiamo un forwad su un indice con tanti titoli (SeP 500)? Il prezzo del forward è maggiore o minore di quello ideale su un inidce che non paga dividendi, qual è il prezzo di equilibrio del forward sull’indice? Quando il future quota sopra la pari e quando sotto?
Per stimare il prezzo del forward bisogna in questo caso stimare analiticamente tutti i dividendi delle azioni presenti nell’indice. Nella realtà quindi si fa una stima analitica di ciascuno; tuttavia, si può fare anche un ragionamento teorico alternativo (utile soprattutto per spiegare in maniera veloce la tua view) basato su un tasso medio di dividendo CONTINUO, un dividend yield pari a q. (stessa logica del tasso di interesse continuo dove investendo 10 si otteneva 10* e^rt mentre qua si ottiene 10e^qt per effetto dei pagamenti dei dividendi).
Il prezzo del forward sarà sicuramente minore come già visto anche con dividendi discreti in quanto si riduce il costo del cash and carry (strategia di replicazione); infatti per trovare il prezzo di equilibrio dell’indice possiamo implementare questa strategia:
- In t0 compro una quantità di indice pari a e^-rt, nota che è sicuramente una quantità minore di 1 in quanto q e t sono valori positivi, e reinvesto continuamente e istantaneamente i dividendi che mi arrivano dall’indice nell’indice stesso. Finanzio l’acquisto della quota dell’indice tramite un indebitamento al riskfree che sarà pari a Se^-rt ovvero al prezzo spot dell’indice moltiplicato per la quota di indice che compro.
- Allo stesso tempo vendo 1 contratto forward, nota che potrò rendere 1 intera quota dell’indice anche se all’inizio ne ho comprato di meno perché i dividendi ricevuti e continuamente reinvestiti nell’indice mi permettono di arrivare ad avere un intera quota dell’indice: infatti suddividendo il periodo t in tanti piccoli periodi delta t e considerando il reinvestimento dei dividendi alla fine avrò una quota di indice pari a e^-qt* e^(qn x delta t) ovvero e^qte^-qt che è pari a 1.
Siccome tutti i flussi di cassa prima della scadenza sono nulli (in quanto all’inizio finanzio l’acquisto indebitandomi e successivamente finanzio i maggiori investimenti con i dividendi ricevuti) allora il prezzo del forward deve essere tale che anche il flusso di cassa finale sia nullo sennò sarebbe possibile implementare un arbitraggio. Ovvero:
F-(Soe^-qt)e^rt deve essere uguale a 0. Dove F è il prezzo del forward che incasso a scadenza, Soe^-qt è il debito che ho contratto all’inizio e e^rt sono gli interessi che dovrò pagare sul debito quando lo ripago alla scadenza del forward. Isolando F ottengo quindi:
F= Soe^(r-q)t dove q NON è ASSOLUTAMENTE il tasso di dividendo medio storico (mai usarlo) ma è un dividend yield continuo ESTREMAMENTE SPECIFICO PER SCADENZA: nella realtà infatti si fa sempre una stima analitica dei singoli dividendi e solo dopo i ricava eventualmente un q da inserire nella formula.
Dalla formula si capisce bene come il prezzo del forward AUMENTI all’aumentare del tasso risk free e DIMINUISCA all’aumentare del dividend yield q; in particolare il forward quoterà SOPRA la pari (ovvero costerà di più dello spot) quando (r-q) è > 0 in quanto e^(r-q)t diventerebbe maggiore di 1 siccome l’esponente diventerebbe positivo e SOTTO la pari quando (r-q)< 0; ad esempio quando c’erano i tassi negativi sicuramente (r-q) era minore di 0 in quanto q non è mai negativo e quindi i forward e future quotavano SOTTO la pari.
Cos’è un contratto future? Perché si fanno?
Il contratto future è una specie di contratto a termine STANDARDIZZATO, ovvero in cui si definiscono in maniera forte una serie di caratteristiche su cosa si scambia a termine e quando avvien lo scambio. In particolare, ci sono SOLO una serie di indici che possono essere scambiati e tendenzialmente le scadenze sono il terzo venerdì di ogni trimestre per quasi tutti i contratti. Quindi c’è una DOPPIA RIGIDITÀ sia sul basket sottostante che sulla scadenza. Per questo motivo NON si riescono a fare delle coperture perfette sui nostri portafogli, né sui contenuti e né sulle scadenze. Infatti, molto difficilmente avrò un portafoglio esattamente uguale a un determinato indice, perciò l’unica cosa che posso fare è coprire il portafoglio utilizzando l’indice con una correlazione maggiore con il mio portafoglio facendo così la copertura migliore che possa fare con i futures ma non una copertura perfetta. Inoltre, anche se avessi un portafoglio identico a un determinato indice probabilmente vorrei coprirmi a una data diversa da quella della scadenza del future perciò anche in questo caso la copertura NON sarebbe perfetta.
Perché allora si fanno?
- Il primo motivo riguarda la LIQUIDITÀ e l’EFFICENZA del prezzo. Infatti, se io volessi coprirmi sulle azioni che ho in portafoglio a una singola data dovrei trovare una controparte individuale nel mercato di OTC e quindi NON sono sicuro di trovare il prezzo migliore in quanto NON ho prezzi CONFRONTABILI allo stesso momento (mercato non efficiente). Al contrario, in un mercato future invece ho un numero molto elevato di operatori che trattano esattamente la stessa cosa in ogni istante e quindi posso vedere tutti i prezzi che loro fanno scegliendo il migliore. Tra l’altro spesso i future sono più liquidi (spread bid-ask minore) addirittura del mercato spot in particolare per gli indici importanti.
- Un secondo motivo è il RISCHIO DI CREDITO. Infatti, quest’ultimo è presente sul mercato forward mentre NON sul mercato future. Infatti, se ad esempio ipotizziamo che A compra a termine da B un titolo a 100 il 10 febbraio e lo vende a termine a C a 102 il 12 febbraio NON potremmo dire che A si porta a caso sicuramente 2 a scadenza perché affinché A lo faccia NÉ B NÉ C devono fallire in quanto A ha in piedi due contratti bilaterali. Questo problema è risolto dai future perché nei future tutte le operazioni sono spaccate in due tra un operatore e la CLEARING HOUSE da una parte e la clearing house e l’altro operatore: Qui, infatti, posso avere una CHIUSURA ANTICIPATA ovvero posso liquidare l’operazione in modo immediato.
Come fa però la clearing house a proteggersi dal rischio di fallimento della controparte? Essa ricorre al SISTEMA DEI MARGINI che è basato su un MARGINE INIZIALE che entrambi le controparti devono versare ed è fissato più o meno sulla perdita massima di valore che il forward può avere in UN giorno e su un MARGINE DI VARIAZIONE che è un margine che deve versare ogni giorno colui la cui posizione ha registrato una perdita e può ritirare invece l’altro e che ha lo scopo di riportare sempre entrambi i margini almeno pari al margine iniziale.
Cosa sono gli stock index futures e quali sono gli elementi fondamentali nel costruirli? Quali sono alcune importanti tipologie di indici europei?
Gli Stock Index Futures sono portafogli di stock che sono rappresentativi di un certo mercato. Gli elementi chiave nel costruire un fondo sono la composizione, la ponderazione e l’inclusione o l’esclusione di dividendi. Per quanto riguarda la tipologia degli indici, i tre più importanti europei sono l’Eurostock 50 Index Futures, che è fatto da 50 azioni da 11 paesi dell’Eurozona, e lo Stocks Europe 50, che è fatto da 50 stock da 17 paesi (quindi tutti quelli europei) e lo Stock Europe 600, che è fatto da 600 stock dagli stessi 17 paesi. Per tutti gli indici le scadenze sono trimestrali a marzo, giugno, settembre e dicembre, e sono sempre al terzo venerdì del mese
Cosa si intende per composizione di uno stock index future? Come viene fatta? È importante il timing di revisione? Qual e la frequenza di revisione tipicamente usata?
Per composizione di indici si intende quali titoli si inseriscono all’interno dell’indice. In particolare, possiamo distinguere due tipi di indici:
- Gli indici generali, che hanno dentro tutte le azioni del mercato e tendenzialmente non si usano quasi mai per scriverci dei derivati sopra.
- Gli indici parziali, in cui vengono selezionate le top 50, 100, 1000 ecc.. aziende del mercato, e quasi tutti gli indici su cui vengono scritti dei derivati sono di questo tipo. Ora, per vedere quali sono le aziende migliori, si guardano a due criteri:
1) Il primo criterio è quello della market capitalization, o del flottante, in cui si va a vedere quanto è grande in percentuale la market cap dell’azienda sulla market cap totale del mercato, dove la market cap è semplicemente quanto ci costerebbe comprare in borsa l’intera azienda, ovvero il prezzo delle azioni per il numero di azioni.
2) Il secondo criterio è il daily turnover, per cui si va a vedere quanto è in percentuale il volume delle negoziazioni giornaliere effettuate su quel particolare titolo sul totale delle negoziazioni giornaliere avvenute nel mercato: Si guarda anche questo perché ad esempio potremmo avere dei titoli molto grandi ma scambiati pochissimo e viceversa.
Di solito quindi viene fatta una somma di questi due punteggi e si prendono le aziende migliori basate sulla somma di essi (i due criteri sono quindi equi ponderati).
È importante però anche notare il TEMPO DI REVISIONE dell’indice. Infatti, il ranking dei titoli basato su questi due criteri viene fatto a periodi costanti nel tempo, ovvero ogni tot si scelgono i primi 50 o 100 titoli o altri numeri. Quasi tutti gli indici hanno revisione semestrale, mentre alcuni più raramente saranno trimestrale (in particolare l’FTSE inglese). È importante tenere conto del periodo in cui avviene la revisione, perché se ad esempio faccio un cash and carry su un future che scade dopo la revisione, alla fine avrò dei titoli che non saranno più nell’indice e viceversa. Infatti, molta gente fa spread trading sui titoli prima della revisione, scommettendo su quali titoli entreranno e quali usciranno. Questo perché tutti i fondi passivi sono obbligati a seguire l’indice e quindi venderanno i titoli che escono, che quindi si deprezzeranno e compreranno quelli che entrano, che invece si apprezzeranno. Dal punto di vista delle date di revisione ci sono due dati importanti: Quella in cui viene annunciato quali cambi di titoli verranno fatti, e questa è quella che conta dal punto di vista degli arbitraggi, e quella invece in cui effettivamente il cambio è fatto.
Cosa si intende per ponderazione di uno stock index future? Come viene fatta?cos e il IWF? Quando viene rivisto l IWF?
Per ponderazione all’interno degli indici si intende come decidiamo quanto pesano i titoli dell’indice dopo che abbiamo deciso la composizione dell’indice. Ci sono quattro metodologie di ponderazione, anche se le prime due ormai non sono più usate:
- price weighted
- equally weighted
- value or capitalization weighted
- Float weight, che è quella che viene usata NETTAMENTE DI PIÙ.
La market capitalization weighted è quella che si basa appunto sulla market cap, quindi il peso è dato dal rapporto tra la capitalizzazione dell’azienda e la somma di tutte le capitalizzazioni delle aziende presenti nell’indice. Ad esempio, se ho un’azienda con market cap di 1000 e il totale delle market cap delle aziende presenti nell’indice è 10.000, il peso sarà del 10%.
Il float weight invece, che è nettamente quello più usato, si basa sul float che indica di fatto la PARTE che è EFFETTIVAMENTE COMPRABILE dell’azienda. Il float si trova quindi moltiplicando la market cap per la percentuale del valore della società che è liberamente negoziabile. Questa percentuale è chiamata anche investable weighted factor, IWF. Dunque, per trovare questo IWF, dal 100% dell’azienda si toglie:
1) la percentuale dell’azienda detenuta da stati e governi, anche diversi da quello in cui risiede l’azienda
2) le partecipazioni superiori al 5% che non sono detenute da un investitore istituzionale. l’investitore istituzionale viene escluso perché potrebbe probabilmente non tenere l’azione per avere una partecipazione di controllo stabile, ma solo perché la ritiene un buon investimento.
Il peso viene dunque dato sulla base del float, quindi ad esempio se avrò un’impresa con market cap di 1000, float di 600 e la somma dei float di tutte le imprese comprese nell’indice è 6.000 allora, il peso dell’azienda nell’indice sarà del 10%.
E’ importante notare che la percentuale dell’IWF non viene rivista tutti i giorni, ma è riallineata nella costruzione dell’indice nello stesso momento in cui avviene la revisione. Dunque, se anche faccio un cash and carry e quando avviene la revisione i titoli presenti nell’indice non cambiano, potrei comunque avere problemi perché magari sono cambiati gli IWF di alcuni titoli e ciò ha prodotto una variazione dei pesi di tutti i titoli dell’indice che quindi non saranno più uguali a quelli che ho nel portafoglio. Ad esempio, un po’ di tempo fa una grande banca ha venduto una partecipazione del 35% in una piccola banca, l’IWF di questa banca è salito e il peso di questa banca è raddoppiato e di conseguenza i pesi delle altre aziende nell’indice sono diminuiti.
Cosa si intende per esclusione o inclusione dei dividendi in uno stock index futures?
Per inclusione o esclusione dei dividendi si intende appunto se questi vengono inclusi o meno nel calcolo della performance dell’indice. Quasi tutti gli indici più importanti di fatto escludono i dividendi nel calcolo della performance e se non sono considerati. (guarda differenza tra price return e total return)
Come possono venire regolati a scadenza i contratti future? Cos’è il multiplo? a quanto ammonta la size di un contratto future? Se ho un future che sta quotando 1000 e abbiamo un contratto con multiplo 10 a cosa è equivalente comprare un contratto?
Quando lavoriamo con dei contratti futures, a scadenza possono succedere due cose:
- consegna fisica (physical delivery) in cui effettivamente ricevo l’asset e pago il prezzo intero.
- pagamento in contanti, ovvero semplicemente si liquida il profitto o la perdita tra il venditore e il compratore, (cash settlement). Essi non si scambiano il titolo, ma solo il profitto o la perdita. Visto che non si deve consegnare il sottostante, in questo caso si può fare short selling senza prendere a prestito il sottostante, come invece si doveva fare con i forward: Questo è uno dei grandi vantaggi dei contratti futures.
In questo secondo caso, il compratore/ venditore alla scadenza riceve o paga un ammontare alla controparte pari al profitto in termini di punti dell’indice moltiplicato per un multiplo specificato nel contratto. Questo multiplo è detto VALORE DI UN PUNTO INDICE e mi dice quanto è grande il contratto future, ovvero quanto posso perdere o guadagnare a scadenza. Se ad esempio A compra un future a 1000 e a scadenza l’indice quota 1200, l’ammontare che riceve è 200, che sono i punti dell’indice, moltiplicato per il multiplo, che è il valore di un punto indice. Spesso ci sono anche dei contratti MINI-FUTURES che dipendono della stessa quotazione future di altri contratti, ma hanno multipli minori.
La SIZE DEL CONTRATTO è pari a quotazione dell’indice future per il multiplo: Conta nella size anche quindi la quotazione dell’indice future; Infatti se ho un multiplo di 10 su un indice che quota poco, hai comunque una size del contratto minore di un altro con multiplo 5 ma su un indice che quota più del doppio di quello di prima. Quando la quotazione dell’indice sale molto, può accadere che la borsa riduce il multiplo per mantenere la size dei contratti stabile.
Ad esempio, se il future sta quotando a 1000 e abbiamo un contratto con multiplo 10, comprare un contratto è come comprare un lotto di 10.000 euro di azioni. Infatti, questa posizione, se il future salisse del 20%, produrrebbe un profitto di 2000, pari a quello prima trovato.
Cosa si può dire sugli arbitraggi possibili nell’ambito di future su stock index? Come avviene il processo di approvazione di bilanci e dividendi delle aziende e quando i dividendi attesi sono certi e quando no? Cos’è l’implied dividend yield? Come si può usare il concetto di implied dividend yield per capire se fare arbitraggi?
Considera questi dati: se S=2000, F di mercato è 2005, r=2% e t=0,5 quanto è l’implied dividend yield?
Anche per gli indici, il reverse cash and carry è più difficile, perché devo prendere in prestito tutti i titoli dell’indice.
È importante notare che quando faccio il cash and carry o reverse cash and carry, se la composizione dell’indice o i pesi dell’indice cambiano, devo ribilanciare i titoli nel mio portafoglio.
Bisogna fare anche molta attenzione ai dividendi: Infatti, quando calcolo il mio F di equilibrio, S è condizionato da S, r e t, che conosco subito, ma anche dai dividendi che l’indice pagherà da qui la scadenza che in alcuni momenti sono assolutamente certi ma in molti altri in cui NON lo sono. Nella maggioranza dei casi non lo sono.
Infatti, in generale, le società verso dicembre chiudono il bilancio. A giugno si assestano tutte le partite e si capisce quale può essere utile. Verso fine febbraio, inizio marzo, il Board approva il bilancio e fa una proposta di dividendi. Nel mese di aprile, circa, la proposta viene approvata dal Consiglio e verso inizio maggio i dividendi vengono distribuiti.
Dunque, se ad esempio siamo a settembre e facciamo una valutazione sul future con scadenza a dicembre, nessuna società dell’indice distribuirà probabilmente dividendi prima di dicembre e quindi essi sono certi e pari a zero. Se facciamo un trade, allo stesso modo, su un future con scadenza a giugno, quando siamo verso aprile tutti i dividendi della società sono già approvati e quindi anche qui essi sono già certi.
Tuttavia, se ad esempio facciamo a gennaio un future su giugno, non so nemmeno quali saranno gli utili della azienda e perciò i dividendi si baseranno solo su due stime. In questo caso, se io ottengo un prezzo di F di equilibrio diverso da quello del mercato, non so se ciò sia dovuto a un mispricing o a una stima diversa dei dividendi. È dunque importante capire il concetto di implied dividend yield:
L’implied dividend yield è quel tasso di dividendo implicito q che soddisfa questa uguaglianza rispetto al future di mercato. Ovvero il q che fa diventare il prezzo di mercato del future l’F di equilibrio. È perciò il tasso che giustificherebbe la quotazione future pari a quella del mercato.
Posso usare l’implied dividend yield per confrontarlo con il mio tasso di dividendi stimato e capire se fare arbitraggio o meno. Se la mia stima puntuale di q di un future a giugno, quindi di cui i dividendi non sono certi, fosse 1,80 sostituendolo nella formula del future otterrei un F di 2002. Se l’ F di mercato è di 2003 ( che implica un Q implicito di 1,65) posso concludere che per me il future è sopravvalutato. Io però non sono sicuro che i dividendi ancora non approvati saranno sicuramente tali da creare un dividend yield continuo di 1,80, ma avrò probabilmente un certo range su cui ho abbastanza certezza. Se ho ad esempio un range stretto da 1,72% a 1,80 %, allora il q implicito di 1,65 rimane al di fuori di questo range, e quindi posso fare arbitraggio. Mentre se ho un range più largo di 1,60% a 2%, il q implicito rimane dentro, e quindi non sono sicuro di fare arbitraggio.
L’implied dividend yield lo ricavo dalla formula del future: Fmrk= Se^(r-qimp)t. isolando q ottengo infatti:
q imp= r-(1/t)ln(Fmrk/S) ovvero: 2%-(1/0,5) ln (2005/2000)=1,5%.
Guarda file bloomberg per vedere quanto il q sia specifico per scadenza e per vedere il canale di arbitraggio
Guarda file bloomberg; se oggi ho una certa stima sui dividendi su un certo future e tra 1 settimana le mie stime sono uguali; il valore di q cambierà da qui a una settimana o sarà lo stesso?
tra una settimana, anche se le stime sui dividendi sono le stesse e i titoli dell’indice non cambiano, il valore di q è comunque diverso perché cambia il t nella formula. Infatti, gli stessi dividendi vengono spalmati su un periodo di tempo minore e produrranno quindi un tasso anualizzato q maggiore.
Quali sono le strategie di trading che posso fare sui future su stock index?
Posso fare due strategie di trading con i futures:
- La prima è semplicemente comprare o vendere un future in base alla mia view sul futuro del mercato. E qui la posizione dipenderà dalla mia disponibilità a investire e dalla mia volontà ovvero dalla sicurezza che ho sulla mia view.
- La seconda sono le strategie di spread trading, in cui combino una posizione long su un asset e una short su un altro, molto simile, prendendo una visione sulla performance relativa dei due asset.
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In cosa consistono le strategie di spread trading su future su stock index? Su cosa si possono fare?
Considera questo esempio: il 15 febbraio un trader calcola l’implied dividend yield nei future sulle prossime 2 scadenze e riscontra un 0,6% per quella di marzo (dove i dividendi sono già certi) e 7% per quella di giugno (in cui i dividendi non sono certi). Il trader penda che il market stia sopravalutando i dividendi di aprile maggio e quindi il q implicito per giugno e siccome F=Se^(r-q)x t questo implica che pensa che il future sia sottovalutato. Che strategia può fare per sfruttare ciò?
Considera questo esempio: un trader pensa che le aziende a bassa cap vadano meglio di quelle ad alta cap ma non ha una view generale sul mercato, che strategia può fare per sfruttare questa view?
Considera questo esempio: un trader si aspetta che l ‘italia vada meglio dell’uk ma non ha una view specifica sull’andamento del mercato, che strategia può fare?
Le strategie di spread trading sui futures sono delle posizioni in cui voglio prendere una visione sulla performance relativa di due asset: Lo si fa combinando una posizione long su un asset e una short su un altro molto simile. Sono delle strategie MENO rischiose rispetto a comprare o vendere semplicemente il future: in quanto si fa trading sul differenziale, senza avere una view rialzista o ribassista sul sottostante e quindi non ci si prende rischio sulla direzione del mercato. Essi si possono fare:
- tra scadenze, esso è fatto tipicamente per scommesse su dividendi
- tra indici simili, è fatto tipicamente per differenziate esposizioni a paesi o settori (si fanno giocando sulle diverse esposizioni degli indici)
Può implementare uno spread trading su scadenze: Se comprassi solo il future, la mia posizione sarebbe influenzata in grandissima parte dal prezzo spot, su cui io non ho nessuna view: Non è dunque una buona mossa se ho una view solo sui dividendi, e non sull’andamento dell’indice spot. Posso quindi coprirmi dal rischio di ribasso del prezzo spot vendendo il future della scadenza prima (marzo), che non è sensibile alle stime dei dividendi tra aprile e maggio e allo stesso tempo mi copre da ribassi del prezzo spot che possono avvenire tra oggi e marzo. Chiaramente noi saremmo coperti solo fino a marzo, sul prezzo spot; Tuttavia questo non dovrebbe essere un problema, in quanto solitamente la posizione viene chiusa quando il dividendo diventa certo, che quasi sempre è prima di marzo.
Può implementare uno spread trading tra indici simili andando long sul future dell’SeP 500 e short sul future dell’SeP 100
Può implementare uno spread trading tra indici simili andando long sul future di un indice italiano e short su quello di un indice britannico.
Dal punto di vista dell’hedging su future, cos’ è il basis risk? E cos’è la base?
Il basis risk è il rischio derivante da una copertura non perfettamente riuscita del future in quanto abbiamo visto che i future pur garantendo dei prezzi più efficienti non riescono a garantire una copertura perfetta a causa della doppia rigidità su scadenza e indice del future ovvero a causa del mismatch tra la data a cui voglio coprirmi e la data di scadenza del future e a quello tra la composizione del portafoglio che voglio coprire e quella dell’indice su cui è basato il future.
La base è semplicemente la differenza che c’è in ciascun momento tra la quotazione spot dell’indice su cui è il future e la quotazione dell’indice. Essa diminuisce all’avvicinarsi alla scadenza del future ed è nulla quando siamo alla scadenza del future: questo perché, pensando alla formula di equilibrio del prezzo del future F=S*e^(r-q)t, quando t= 0 allora F e S coincidono ovvero quotazione spot e del future sono uguali.
Per capire il ruolo del rischio di base nella copertura imperfetta di un future considera questo esempio:
considera di essere al 15 ottobre e che ci sia un manager che ha un portafoglio di 100.000 euro composto esattamente uguale a un determinato indice che vuole coprire; considera queste 2 situazioni:
- il caso molto raro e irrealistico in cui il manager voglia coprirsi alla data futura del 17 marzo che è esattamente il terzo venerdi del mese in cui scade il contratto future di marzo
- il caso molto più probabile in cui voglia coprirsi a una data diversa come ad esempio a gennaio
la copertura con il future di marzo sull’indice che segue il portafoglio del manager risulta perfetta nei 2 casi?
Considerando una quotazione del future iniziale di 10.100 euro e un valore del multiplo di 10, (e quindi per coprirsi il manager VENDERÀ 1 future con scadenza a marzo; parleremo dopo del rapporto di copertura) Calcola il cashflow finale nei 2 casi nei momenti in cui il manager si vuole coprire, cosa si può dedurre sul basis risk?
Cosa accadrebbe nel caso di un long hedge ovvero nel caso molto più raro (il caso classico, infatti, è quello appena vista in cui possiedo delle azioni e sono quindi esposto al rischio di ribasso) in cui sono esposto al rischio di rialzo dei prezzi? Ad esempio, considera il caso in cui sono al 10 di marzo ma so già che mi arriveranno dei soldi al 31 agosto e che li investirò in un certo indice ma ho paura che quest’ultimo salirà troppo e lo dovrò comprare a prezzi molto alti, come posso coprirmi (considera un multiplo del future di 1) e qual è il costo finale?
Come si deve quindi scegliere il contratto con cui coprirsi? Nel primo esempio dello short hedge sceglieresti per coprirti il future di dicembre?
Quale può essere una seconda fonte del rischio di base? E quale contratto bisogna scegliere per minimizzarla?
Innanzitutto, in nessuno dei due casi si ha un mismatch sul contenuto del future in quanto il portafoglio segue perfettamente un indice che è lo stesso su cui è scritto il future, perciò, la composizione del portafoglio del manager e del future è la stessa. Tuttavia, mentre nel primo caso non è presente nemmeno un mismatch tra scadenze in quanto il manager si vuole coprire esattamente nel momento in cui scade il future, nel secondo è presente un mismatch in quanto le 2 date sono diverse. Perciò si può dire che mentre nel primo caso (rarissimo nella realtà) abbiamo una copertura perfetta anche se stiamo coprendo con un future nel secondo abbiamo invece una copertura IMPERFETTA. Possiamo quindi già intuire come nel primo caso non saremo esposti al rischio di base (essendo esso il rischio derivante da una copertura non perfetta) mentre nel secondo caso lo saremo.
Nel primo caso il manager il 17 marzo (giorno per cui si voleva coprire) farà queste 2 operazioni:
- venderà le stock dell’indice presenti nel suo portafoglio ottenendo cosi un cashflow pari a: 100.000/S0Smarz17 dove 100.000/S0 sono le quantità di stock comprate inizialmente dal manager con 100.000 euro a dei prezzi iniziali delle stock pari a S0 e Smarz17 sono i prezzi delle stock che ci saranno al 17 marzo quando la posizione viene liquidata.
- Chiuderà la posizione sul future tramite CASH SETTLEMENT ottenendo un cashflow (che può essere negativo o positivo) pari a (10.100-Fmarz17)10 dove l’espressione tra parentesi è la differenza di quotazione subita dal future dalla sua vendita ad oggi mentre 10 è il multiplo del future. Tuttavia, siccome A SCADENZA la base è nulla ovvero la quotazione del future è PARI a quella spot (come intuibile dalla formula del prezzo del future: F=Se^(r-q)t in cui quando t=0 F=S) e quindi Fmar17=Smarz 17 posso scrivere il cashflow come: (10.100-Fmarz17)10.
Il cashflow finale prodotto sarà quindi la somma dei 2 cashflow ovvero: 10Smarz17+((10.100-Smarz17)10) in cui semplificando ottengo: 10.10010 ovvero F010. Nota dunque che nel cashflow finale NON è presente la base ed esso è un valore FISSO che conosco già con certezza all’inizio della copertura ovvero il giorno in cui vendo il future per coprirmi.
Nel secondo caso il manager il 31 dicembre farà queste 2 operazioni:
- venderà le stock dell’indice presenti nel suo portafoglio ottenendo cosi un cashflow pari a: 100.000/S0Sdic31 dove 100.000/S0 sono le quantità di stock comprate inizialmente dal manager con 100.000 euro a dei prezzi iniziali delle stock pari a S0 e Sdic 31 sono i prezzi delle stock che ci saranno al 31 dicembre quando la posizione viene liquidata.
- Chiuderà la posizione sul future tramite CASH SETTLEMENT ottenendo un cashflow (che può essere negativo o positivo) pari a (10.100-Fdic31)10 dove l’espressione tra parentesi è la differenza di quotazione subita dal future dalla sua vendita ad oggi mentre 10 è il multiplo del future. In questo caso però, al CONTRARIO di prima, Fdic31 NON è uguale a Sdic31 perché in questo caso stiamo il valutando il future di marzo non alla sua scadenza ma a una data precedente (31 dicembre contro 17 marzo) e quindi sarà presente una differenza (BASE) tra la quotazione del future di marzo al 31 dicembre e la quotazione spot dell’indice al 31 dicembre (in particolare F=Se^(r-q)t)
Il cashflow finale al 31 dicembre sarà la somma dei 2 e quindi: Sdic3110 + (10.100-Fdic31)10 che posso riscrivere come: (10.100-Fdic31+Sdic31)10 ovvero: (Fo+ BASE)*10. Nota che in questo caso compare la Base nella formula che non è nulla siccome come abbiamo appena detto non siamo alla scadenza del future. Quindi, AL CONTRARIO di prima, in questo caso il cashflow finale alla scadenza della copertura NON è un ammontare fisso che conosco già quando faccio la copertura ma è un ammontare INCERTO siccome esso dipende dalla BASE che ci sarà al 31 dicembre che io potrò conoscere solo al 31 dicembre; in particolare più la base sarà volatile e più lo sarà anche il cashflow finale. In questo caso, dunque, come avevamo già previsto inizialmente quando avevamo visto che in questo caso la copertura non era perfetta, saremo esposti al RISCHIO DI BASE al contrario del caso precedente in cui la copertura era perfetta (infatti il rischio di base è il rischio derivante da una copertura imperfetta).
La situazione nel caso del long hedge (ovvero quando compro un future per proteggermi da un rialzo) è molto simile a quella dello short hedge. Nel caso analizzato posso ad esmepio coprirmi utilizzando il future su settembre. Al 31 di agosto il cashflow sarà quindi -Sag31 (per l’acquisto dei titoli dell’indice) + (Fag31-fmar10)*1 per il saldo della posizione sul future. Il costo dell’acquisto posso quindi riscriverlo come -Fmar10 -BASE. Anche in questo caso, dunque, siccome voglio coprirmi a una data diversa da quella di scadenza del future (agosto contro settembre) il costo alla scadenza non sarà certo ma soggetto al rischio di base e differirà da -F0 tanto più quanto maggiore è la volatilità della base.
Siccome, come abbiamo detto, quando la scadenza del future e la data a cui mi voglio coprire differiscono il valore del portafoglio finale alla data in cui mi voglio coprire non è fisso ma incerto ed è tanto più incerto quanto maggiore è la volatilità della base bisognerebbe scegliere per coprirsi il contratto future che minimizzare la volatilità della base. Essa, guardando alla formula del future, dipende dalla variabilità di e(r-q)t quindi per minimizzarla dobbiamo cercare di minimizzare t che infatti amplifica la variabilità di r e q: infatti abbiamo già visto che la base diminuisce sempre all’avvicinarsi a scadenza. Perciò per farlo dobbiamo scegliere per coprirci il future SUCCESSIVO alla data a cui vogliamo coprirci con scadenza Più VICINA possibile a quest’ultima. Ad esempio, nel caso dello short hedge in cui volevamo coprirci per il 31 dicembre il future con scadenza successiva ma più vicina a quella data era il future di marzo.
Nota che dobbiamo scegliere un future con scadenza SUCCESSIVA alla data a cui mi voglio coprire: ad esempio coprirmi con il future di dicembre NON avrebbe alcun senso in quanto esso scadrebbe a metà dicembre circa e mi lascerebbe quindi scoperto INTERAMENTE per 2 settimane.
Un’altra fonte per il rischio di base è quella derivante dal fatto che il portafoglio da coprire possa differire dall’indice su cui è scritto il future rendendo così la copertura con quest’ultimo imperfetta (le 2 componenti del basis risk sono mismatch tra scadenze e composizione del portafoglio con indice). La soluzione in questo caso è prendere il future i cui rendimenti mostrano la PIU’ ALTA CORRELAZIONE con i rendimenti del portafoglio che voglio coprire (per un adeguata copertura almeno 90%); piccola nota: la correlazione va calcolata con dati SETTIMANALI e non giornalieri a causa dell’autocorrelazione incrociata seriale (questo perché ad esempio dopo una notizia brutta spesso si inizia con il vendere i titoli più liquidi poi si procede con gli altri). Quando calcoli la correlazione fai sempre attenzione ai CAMBIAMENTI della COMPOSIZIONE dell’indice sia per quanto riguarda i titoli cambiati che il loro peso; quando calcoli la correlazione tra indice e tuo portafoglio per periodi più lontani nel tempo devi considerare che l’indice aveva titoli e pesi diversi da ora.
Considera un portafoglio P composto da una posizione long in azioni con un valore di 1 milione di euro e una posizione corta di h contratti future con size Fm= F*m dove F è la quotazione del future e m è il multiplo.
Come posso trovare il numero h, detto RAPPORTO DI COPERTURA, di contratti che mi permette di coprire la posizione in azioni? Qual è il rapporto tra il beta del portafoglio e h?
Considera questo esempio numerico per vedere se hai capito: un fondo deve coprire un portafoglio di 500.000 euro dove: il prezzo spot dell’indice è 1200 punti indice, il prezzo del future è 1250 punti indice, il multiplo è 10 e il beta del fondo è 1,25. Cosa deve fare il fondo per coprire interamente questa posizione?
Cosa potrei fare se non volessi fare un hedging totale ma solo PARZIALE? Considera l’esempio precedente in cui però non voglio portare il beta a 0 ma solo ridurlo a 1, quanti future devo vendere stavolta? E se volessi ridurre il beta a 0,75? E se invece volessi per qualche strana ragione aumentare il beta a 1,25?
Che altri utilizzi può avere la copertura parziale?
La risposta intuitiva sarebbe 1milione/100.000 ovvero 10. Nella realtà h è un valore vicino a 10 ma non esattamente 10 perché c’è un aggiustamento.
Per trovare h posso scrivere dP in funzione di Dv e Fm come dP=Dv-hdFm ma tuttavia poi NON posso semplicemente porre Dp=0 perché il future mi permette di coprire SOLO il rischio SISTEMATICO mentre quello idiosincratico lo posso portare quasi a 0 solo diversificando il mio portafoglio. Quindi l’unica cosa che posso fare è provare a minimizzare la varianza di dp (ovvero avere un portafoglio che varia il meno possibile): innanzitutto posso riscrivere l’equazione di dp scritta prima in modo da isolare dV/V e dFm/Fm (che sono i rendimenti percentuali del valore del portafoglio azioni e della quotazione future) scrivendo quindi Dp in loro funzione che sono due variabili aleatorie. A questo punto posso trovare quindi la varianza di dP applicando la formula della varianza di 2 variabile aleatorie e minimizzarla rispetto a h ovvero ponendo la derivata rispetto ad h uguale a 0 (se si calcolasse la derivata seconda si vedrebbe anche che è un punto di minimo e non di massimo). GUARDA PASSAGGI SUGLI APPUNTI.
Alla fine dei passaggi ottengo che h è uguale a V/Fm che è il rapporto intuitivo che avevamo ipotizzato inizialmente moltiplicato per ( (sigma V/ sigma Fm) correlazione V,Fm) che è il fattore di correzione che possiamo APPROSSIMARE con il Beta del portafoglio da coprire Bv (che sarebbe: (sigmaV /sigma indice)*corr V,indice).
Questa correzione è dunque molto logica visto che, come abbiamo appena detto, con il future noi copriamo il rischio sistematico che aumenta all’aumentare del beta; dunque, quando il beta è più ALTO ho anche più rischio sistematico da coprire e quindi h sarà MAGGIORE mentre quando il beta è più BASSO ho meno rischio sistematico da coprire e quindi h sarà MINORE: in definitiva h dipende anche dalla quantità di rischio sistematico da coprire.
Innanzitutto, egli, siccome ha una posizione lunga sul portafoglio da coprire, dovrà VENDERE dei future (COMPRO UN FUTURE QUANDO VOGLIO AUMENTARE IL BETA E LO VENDO QUANDO VOGLIO RIDURLO perché quando compro un future mi espongo di più al mercato mentre se lo vendo mi espongo di meno). Per capire quanti h future deve vendere usiamo la formula appena trovata:
h= V/Fm * Beta = 500.000/(125010) * 1,25= 50 contratti
in questo modo dopo la copertura il rischio sistematico si AZZERA (lo stiamo coprendo TUTTO) e il beta del portafoglio va a ZERO.
Tuttavia, in molti casi non si vuole o non si può azzerare il beta (ad esempio se sono il gestore di un fondo e copro totalmente il rischio sistematico sto tradendo il mio mandato perché divento totalmente inesposto all’andamento del mercato quando quello per cui sono pagato è prendere una posizione): in questi casi quindi spesso si RIDUCE il beta ma NON portandolo a 0; questo quindi detto HEDGING PARZIALE. Nell’esempio precedente, ad esempio, lo posso fare vendendo un numero di contratti future minore di 50.
In particolare, se voglio abbassare il beta da 1,25 a 1 senza portarlo a 0 h non sarà più in funzione del beta del portafoglio ma della DIFFERENZA tra il beta di portafoglio e il beta target. Dovrò vendere un numero di contratti pari a:
h= V/Fm * (Beta portafoglio - Beta target) = 500.000/ (125010)* (1,25-1) = 10 contratti.
Se volessi invece ridurre il beta a 0,75 dovrei VENDERE:
h= 500.000/ (125010) (1,25-0,75) = 20 contratti.
se invece volessi aumentare il beta dovrei stavolta COMPRARE dei future (cosi mi espongo di più al mercato e il beta aumenta) e in particolare dovrei comprare:
h= 500.000/ (125010) (1,5-1,25) = 10 contratti. In questo caso siccome devo comprare il future per aumentare il beta ho fatto la differenza tra beta target e beta del portafogli non viceversa.
Degli altri utilizzi che possono essere fatti dell’ hedging parziale sono:
- Per la strategia della stock selection: infatti nei fondi attivi una logica con cui provare a battere l’indice è quella di identificare i titoli sottovalutati e sopravalutati, investendoci rispettivamente di più e di meno dell’indice. Alla fine, però, avremmo un portafoglio con un beta diverso da uno, e quindi anche se il fondo ha ragione sui titoli sottovalutati e sopravalutati, potrebbe comunque fare peggio del benchmark (che ha beta=1) se il mercato scende (nel caso in cui il beta del portafoglio del fondo è maggiore di 1), o se sale quando il beta del portafoglio del fondo è minore di 1. Quindi, dopo aver fatto la stock selection, posso riportare il beta a 1 con la copertura parziale (comprando future se il mio beta è minore di 1 e vendendo se è maggiore di 1).
- Per la strategia del Market timing: Un altro utilizzo si ha market timing. Infatti, un altro modo per un fondo attivo per provare a battere il mercato è essere bravi a capire se il mercato scenderà o salirà. In questo caso, se sono bravo a fare ciò, posso giocare con i beta tramite la copertura parziale, aumentando il beta quando mi aspetto una crescita del mercato e diminuendolo quando mi aspetto una discesa.
- Strategie di spread trading: quando un gestore pensa che un certo titolo sovraperformerà un certo indice o lo sottoperformerà ha una view relativa in quanto magari è incerto sul contesto macroeconomico può fare una strategia di spread trading andando lungo sull’ azione e corto sul future o viceversa ma anche in questo caso il calcolo dell’hedge viene aggiustato per il beta: più alto è il beta del titolo e più contratti dovrà vendere
Cosa sono i future su bond e quali sono le differenze con quelli su indici azionari? Come è determinato il suo prezzo? Fornisci un esempio
Sono i future in cui l’asset sottostante non è un basket di asset ma semplicemente un bond che il venditore del future può scegliere tra quelli compresi in un basket di bond definiti ex-ante e scritti nel contratto (ad esempio con scadenze in un range predefinito): alla scadenza quindi il venditore decide qule bond consegnare tra una serie di bond e quindi il bond consegnato NON è conosciuto ex ante: il prezzo del future è quindi riferito un bond IDEALE detto BOND NOZIONALE (es. della golf con 40 mila km e 5 anni di vita). Quando il bond è consegnato il prezzo del future deve essere aggiustato per un FATTORE DI CONVERSIONE (CV) che sarà maggiore di 1 se mi danno un titolo con valore maggiore al nozionale e minore di 1 per un titolo con valore minore del nozionale.
Al contrario dei future su indici qui inoltre la regolamentazione può avvenire SOLO tramite CONSEGNA FISICA e non con cash settlement.
Se abbiamo un bond nozionale di 100.000 euro con 10 anni alla scadenza, un coupon del 6% annuale (3% semstrale con tassi semplici); i bond consegnabili possono essere ad esempio quelli con tempo alla scadenza compreso tra 8,5 e 10,5 anni e size sopra i 5 miliardi di euro.
Il future smette di quotare 2 giorni prima della consegna e il prezzo del future in quel giorno è detto EDSP che è quello in funzione del quale viene stabilito il prezzo finale da pagare.