diagnosi carcinoma del colon Flashcards

1
Q

come eseguire esame obiettivo

A

esame obiettivo della zona e esame digitorettale

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Q

esplorazione rettale, quando

A

Il primo esame obbligatorio è l’esplorazione rettale, soprattutto se il paziente riferisce tenesmo, rettorragia, feci caprine, mucorrea. E’ un atto medico come tutti gli altri, come la palpazione dell’addome. A volte capita che vengono diagnosticate emorroidi basandosi sulla sintomatologia senza però che a quel paziente nessun medico abbia effettuato l’esplorazione rettale e valutato la reale presenza di queste emorroidi.
- Le emorroidi sono molto comuni, e molti dei pazienti con cancro del retto hanno anche le emorroidi, pertanto non possiamo fermarci alla diagnosi di emorroidi. E’ importante anche ricordare che se non si fa l’esplorazione rettale a un paziente che ha una lesione a 3 cm dal margine anale, magari poi l’endoscopista entra con lo strumento senza prima fare l’esplorazione, andando a traumatizzare la parete.

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3
Q

in quale caso è particolarmente utile l’esplorazione rettale

A

per documentare la presenza di tumori del retto distale, infatti circa il 30 40% delle neoplasie è localizzata nel retto terminale,
L’esplorazione rettale è una manovra indolore, pochissimo invasiva, è solamente imbarazzante.

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4
Q

tecniche di esecuzione esame digito rettale ,

A
  • Ci sono 2 tecniche:
  • Con il paziente in posizione genupettorale, che è la più efficace, perchè consente un’esposizione adeguata della regione e ovvia alle curvature del retto. E’ però quella più imbarazzante di tutte. Permette una migliore esposizione, soprattutto nella ricerca di ragadi in pazienti con glutei voluminosi.
  • Si può anche esplorare con il paziente in posizione laterale su un fianco e con le ginocchia rannicchiate. Cosi il paziente si sente protetto, anche dal punto di vista della posizione della zona. Il dito non và messo di punta come la spada nella stella della sartiglia, ma si appoggia il polpastrello e poi si invita il paziente a ponzare e il dito va dentro da solo come fosse una supposta.
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5
Q

come si osserva in corso di esame digito rettale

A

, Si esplora il canale anale e il retto, si riescono a esplorare 6-7 cm, praticamente la metà del retto, e si sente se c’è qualche formazione aggettante che va distinta dalle feci, e poi soprattutto si toglie il dito e si guarda se c’è sangue. Queste sono informazioni importanti.

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6
Q

cosa consente di definire rispetto alla lesione l’esplorazione rettale

A
  • Sede,
  • Dimensioni
  • Morfologia
  • Mobilità
  • Rapporti con le strutture contigue
  • Se per esempio in un paziente che riferisce di aver visto sangue il giorno prima, e togliendo il dito dopo l’esplorazione si vedono feci di colore normale senza sangue per esempio, si può pensare che il sanguinamento sia esterno. Magari quindi sono le emorroidi che hanno sanguinato.c
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7
Q

contro esplorazione rettale, con che cosa si completa

A

COMPLETASi passa poi ad esami che consentono di arrivare a una diagnosi certa, questo perchè non è detto che se col dito sentiamo qualcosa quello sia un cancro, ma può essere per esempio un’ulcera solitaria del retto, che si sviluppa come formazione polipoide, ma è infiammatoria, e toccando col dito sembra un cancro. Può sfuggire una lesione tumorale iniziale, ulcerata, perchè magari ci sono le feci sopra, oppure sfuggirà una lesione che è oltre i 7 cm dall’ano. Quindi l’esplorazione rettale è importante, ma non ha un’enorme accuratezza scientifica.

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8
Q

rettosigmoidocolonscopia

A

La rettoscopia è diversa dalla rettosigmoidoscopia. Il termine colonscopia è improprio, è preferibile usare pancolonscopia o rettosigmoidocolonscopia. Il termine rettoscopia sta ad indicare che si vuole che sia visto il retto, e si può utilizzare il rettoscopio, che è uno strumento rigido, lungo 20 cm che permette di esplorare 15 cm, è atraumatico. Non consente però di esplorare il colon.
- Non si può operare un paziente con cancro del retto senza aver prima esplorato il colon, perchè spesso ci sono altri polipi che accompagnano questa condizione.
- E’ meglio chiedere quindi una rettosigmoidocolonscopia che ci permette di vedere anche il colon.
- Il rettoscopio va bene per la rettocolite ulcerosa per vedere se c’è una proctite, non lo si utilizza in fase diagnostica nel cancro del colon-retto. Non si usa tanto per la prima diagnosi, ma per capire la distanza della lesione dall’ano. Il rettoscopio infatti ha delle tacche, come un righello, e ci permette guardando all’interno dello strumento di poggiarne la punta sul tumore, poi si guarda all’esterno dello strumento, dopo aver allargato le natiche del paziente, per vedere dove è l’ultima tacca, e si misura con precisione millimetrica la distanza del cancro dal margine anale. Poi si scrive per esmpio: “il paziente ha un tumore del retto localizzato a 6 cm del margine anale”. Mai scrivere “circa 6”. Questo perchè nel retto dobbiamo essere precisi, a differenza del colon.

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9
Q

posizione dei tumori del retto, a che cosa è utile

A
  • La posizione è importante nei tumori del retto perchè cambia l’intervento. Se il tumore è a 4 cm dal margine anale il chirurgo sa già che dovrà tagliare dove ci sono gli sfinteri. Se è a 6 cm invece si potrà tagliare salvando gli sfinteri. Una differenza di 1 cm nel colon sinistro è ininfluente, nel retto è fondamentale perchè cambia il destino del paziente tra una stomia e un’anastomosi ultra bassa
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10
Q

cosa non si deve fare con la diagnosi di tumore del retto

A

La rettoscopia è un esame utile, ma non è da richiedere se sospettiamo che il paziente abbia un cancro. Si richiede invece una rettosigmoidocolonscopia, che ha una sensibilità e una specificità vicine al 100%, essendo lo strumento dotato di telecamera, se c’è una lesione questa la si vedrà.
- Quindi prima si fa la rettosigmoidocolonscopia con lo strumento flessibile, poi se si trova una massa nel retto si misura la distanza di questa dal margine anale con il rettoscopio rigido.

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11
Q

in quale patologie è utile il rettoscopio

A

Il rettoscopio è inoltre utile nelle patologie benigne del retto, per esempio per studiare una fistola, per fare biopsie nel retto in pazienti con la rettocolite ulcerosa.
- Può capitare di vedere un clisma del colon (anche se ormai quasi non se ne fanno più) che è una radiografia con mezzo di contrasto. Il mezzo di contrasto e l’aria passano attraverso un restringimento e l’immagine che deriva è quella di un torsolo di mela.
- Ora si usa la colonscopia TC (o colonscopia virtuale). E’ una TC alla quale si abbina lo studio del colon attraverso mezzo di contrasto e aria. Otteniamo le scansioni TC, poi un software elabora e ricostruisce l’immagine di un lume virtuale che si avvicina a quello reale. In questo modo possiamo vedere vegetazioni per esempio

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12
Q

cosa consente di fare la colon tc

A
  • Documenta la profondità di infiltrazione
  • Presenza di linfoadenopatie
  • Eventuali disseminazioni a distanza
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13
Q

quando fare la colon tc

A

E’ utile nelle condizioni in cui non si può fare una colonscopia, per esempio se c’è una stenosi che non può essere attraversata con il colonscopio, pertanto non sappiamo cosa c’è più su della stenosi, se vi sono altri polipi, o un altro tumore. Capita di operare pazienti col doppio tumore colon trasverso-sigma, cieco-flessura splenica. Oggi gli interventi vengono effettuati in via laparoscopica, quindi manca la possibilità di palpare il colon che si aveva in passato, quando si operava aprendo l’addome, e con la mano si sentiva il resto del colon cercando di capire se ci fosse qualcos’altro.- Bisogna anche indagare la presenza di diverticoli, altrimenti poi ci si può ritrovare a fare anastomosi su diverticoli, che non tengono. Quindi con le stenosi si fanno le colon-TC, che tuttavia non è l’alternativa alla colonscopia.

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14
Q

pancolonscopia vs colon tc

A
  • L’accuratezza infatti è inferiore rispetto alla colonscopia, si possono confondere formazioni polipoidi con residui fecali, le lesioni molto piccole possono non essere viste e soprattutto la colonscopia TC virtuale non consente di fare biopsie.
  • Pertanto se la colonscopia TC virtuale è negativa ok, ma se è positiva bisogna fare anche la colonscopia reale. Quindi nella routine, finchè non si evolveranno le tecniche, la colonscopia TC virtuale si fa solo se la richiede lo specialista. E’ molto importante infatti nelle forme occlusive.
  • Dopo aver terminato la diagnosi si procede con gli esami utili alla stadiazione
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15
Q

stadiazione tumore del colon

A

Altri esami che sono utili per la diagnosi e per la stadiazione sono:
* TC total body e ecografia addome, ci permette di scoprire se il paziente ha metastasi epatiche, che sono le più frequenti, e in tal caso non è operabile;
- l’ecoendoscopia
- RM

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16
Q

stadiazione tumore del colon

A

Attualmente tutti i tumori sono classificati con il sistema TNM (T= grado di infiltrazione del tumore; N= interessamento dei linfonodi; M= presenza di metastasi).
T
Tx tumore primitivo non definibile (di cui non si hanno tracce)
T0 tumore primitivo non evidenziabile
Tis carcinoma in situ, cioè intraepiteliale
T1 tumore che invade la sottomucosa senza andare oltre
T2 tumore che invade la muscolare propria
T3 tumore che invade la sottosierosa o i tessuti pericolici o perirettali non ricoperti dal peritoneo T4 tumore che invade gli organi adiacenti o che perfora il peritoneo viscerale
N
Nx linfonodi regionali non valutabili
N0 tutti i linfonodi regionali liberi da metastasi
N1 ci sono metastasi in 1-3 linfonodi regionali
N2 metastasi in 4 o più linfonodi regionali
M
Mx metastasi non accertabili
M1 c’è dimostrazione di assenza di metastasi
M2 presenza di metastasi.

17
Q

parametro n

A

Riguardo all’N della classificazione TNM, esso cresce in base al numero di metastasi linfonodali, quindi non solo è importante capire se il paziente ha metastasi, ma anche in quanti linfonodi queste metastasi son presenti. Pertanto il chirurgo deve prestare attenzione alla linfoadenectomia: non basta operare il paziente e togliere il cancro del retto o del sigma e fare una bella anastomosi ampia che non abbia problemi, ma è importante fornire all’anatomopatologo anche un tessuto nel quale lui possa trovare un numero adeguato di linfonodi.
Se il chirurgo toglie il retto, ma non toglie il meso-retto in maniera completa, nel pezzo anatomico magari ci saranno 3 linfonodi in tutto e l’anatomopatologo non potrà vedere quanti linfonodi sono metastatici perchè 3 sono troppo pochi per valutarlo.
Il chirurgo per poter dire di aver fatto un intervento adeguato deve pertanto fornire un campione con almeno 15 lionfonodi. Su questi l’anatomopatologo sarà in grado di fare una corretta stadiazione, per esempio contando 3 metastasi su 15 linfonodi.

18
Q

quanti linfonodi si devono asportare per eseguire una corretta stadiazione

A

Si devono asportare i linfonodi che drenano il distretto interessato dal tumore:
* nel tumore del retto bisogna asportare il tumore del meso-retto e pulire l’arteria mesenterica inferiore;
* nel tumore del colon destro bisogna portare via il ventaglio del meso-colon legando e sezionando i vasi colici di destra e il ramo destro della colica media.
Qualcuno potrebbe pensare: “Ma perchè se io ho un tumore del cieco devo togliere tutto il colon destro e devo fare un anastomosi col colon trasverso? non basta togliere solo il cieco visto che il tumore è lì?” No, perchè per fare la linfo-adenectomia bisogna portar via la vascolarizzazione, pertanto legando l’arteria colica destra e l’arteria colica media dobbiamo togliere tutto il pezzo di colon, non potendolo lasciare devascolarizzato. Dobbiamo fare la pulizia linfonodale per stadiare il paziente nel modo più corretto possibile, perchè poi in base allo stadio varia la terapia.
L’oncologo e il radioterapista non fanno una neoadiuvante in un T2N0M0, se è un T3 si!
Se è un T qualsiasi con metastasi linfonodali può essere preso in considerazione per la terapia neoadiuvante, che consiste nel fare prima chemioterapia e radioterapia, e solo dopo la chirurgia.

19
Q

modalita’ di diffusione k del colon

A
  1. continuità: la crescita non è solo all’interno del lume intestinale (vegetazione), ma anche negli strati della parete intestinale (formata da mucosa, sottomucosa, muscolare propria e sierosa) e la crescita in questi strati in profondità determina poi il rischio di metastasi linfonodali., lungo l’asse trasversale e longitudinale del viscere con invasione successiva dei diversi strati della parete,
  2. contiguità, continuità sia nello spessore, ma anche in lunghezza.
    - Và fuori dal viscere per interessare il grasso pericolico, e gli organi vicini:
    * Nel carcinoma del retto possiamo avere infiltrazioni della vagina, della prostata, delle vescichette seminali, teoricamente anche dell’ovaio;
    * Nel carcinoma del colon trasverso possiamo trovare interessamento dello stomaco, pancreas, radicie del mesocolon;
    * Nel carcinoma del colon destro possiamo avere la flessura colica destra che infiltra la colecisti e il pancreas.
  3. Esfoliazione , carcinosi peritoneale, Le cellule cadono nel peritoneo e si impiantano nelle docce (per esempio nel cavo del Dounglas) e sul peritoneo stesso, andando a determinare il quadro (fuori dal trattamento chirurgico) di carcinosi peritoneale, termine che indica la disseminazione di un carcinoma nel peritoneo, sottoforma di gettoni neoplastici biancastri che tempestano il peritoneo, più tipico del cancro dello stomaco e dei tumori ovarici, ma qualche volta anche il tumore del colon viene diagnosticato in questa fase.
    - Il paziente esce fuori dai criteri di operabilità. Il paziente infatti è guaribile quando possiamo garantire un intervento R0, cioè senza residuo di tumore, ma se lasciamo gettoni di metastasi nel peritoneo la malattia ripartirà e la prognosi del paziente non cambierà.
    - Noi inoltre vediamo solo i gettoni ma non le singole cellule sparse con l’esfoliazione nel peritoneo, si usano pertanto tecniche di lavaggio, di chemio-ipertermia, quindi non è un paziente definitivamente perso, però non sarà certamente la resezione del colon ad aumentargli la durata della vita.
    - Solitamente la carcinosi peritoneale si manifesta con ascite perché i noduli neoplastici alterano il riassorbimento del liquido peritoneale di conseguenza il paziente va incontro ad ascite neoplastica, che può essere differenziata dall’ascite da ipertensione portale grazie ad una puntura evacuativa che dimostra la presenza di cellule neoplastiche nel liquido drenato.
  4. Disseminazione linfatica: da questa derivano le metastasi linfonodali e le metastasi a distanza, che sono abbastanza prevedibili, perchè il decorso dei vasi linfatici è noto anatomicamente. Le stazioni linfonodali infatti sono disposte lungo i vasi sanguigni:
    - Metastatizza a distanza,
    - Per via linfatica, ln pericolici, paracolici, intermedi e principali, interessa il 33- 62% dei pazienti al momento della diagnosi
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Q

esecuzione monitoraggio neoplasia del retto o del sigma

A
  • Se devo trattare una neoplasia del retto o del sigma, il drenaggio linfatico seguirà i vasi dell’arteria mesenterica inferiore, pertanto per intervenire su un paziente che ha un problema a questo distretto, bisogna legare l’arteria prima che nasca l’arteria colica sinistra. Non si possono togliere linfonodi lasciando il vaso, la linfo-adenectomia corretta si fa legando il vaso.
  • A destra, se ho un tumore del cieco, bisogna legare tutti i vasi coinvolti, anche se è un tumore di pochi cm infiltrante. Il trattamento locale si può fare solo quando si ha un tumore che non ha superato la sottomucosa, perchè è lì che abbiamo i vasi linfatici
    5. Disseminazione ematica: il drenaggio venoso fa si che le metastasi possano verificarsi o a livello del circolo portale, o a livello del circolo sistemico, quindi gli organi coinvolti sono in ordine: fegato, polmone, ossa, cervello etc. Questo si ha un ¼ dei pazienti al momento della diagnosi
  • Le metastasi epatiche da adenocarcinoma sono trattabili.
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Q
A