Fichte Flashcards

1
Q

DOTTRINA DELLA SCIENZA

A

Per Fichte, diversamente da Kant che la riteneva finita, la coscienza, ossia l’io, è INFINITA, chiamata allora “io infinito”, in quanto non solo è principio formale, ma anche materiale della realtà.
Pertanto è anche CREATORE, cioè da esso si generano anche i singoli io finiti ed il non-io.
Secondo la dottrina dell’“intuizione intellettuale”, l’io infinito, poi, è anche AUTOCOSCIENTE, cioè che ha immediata consapevolezza di sé, ma non solo, è anche AUTOCREATORE, cioè produce se stesso per il principio di Tathandlung.
Inoltre è LIBERO, in quanto possiede tutte le caratteristiche prima descritte, è ASSOLUTO, in quanto essendo sia autocosciente che auto-creatore, tutto esiste per esso.

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2
Q

DIALETTICA

A

La struttura dialettica del pensiero fichtiano è dovuto alla sua composizione di tre principi fondamentali: l’auto-creazione dell’io (TESI), l’opposizione con il non-io (ANTITESI) e la determinazione reciproca fra io e non-io (SINTESI).
La dialettica si traduce nel fatto che l’io, per essere veramente tale ha bisogno di superare la propria contraddizione, ossia il non-io, e una volta raggiunta la sintesi, non si giunge alla ripetizione dell’io iniziale, ma al suo rafforzamento. L’io rafforzato però non arresta la propria attività, in quanto implica comunque il non-io nella propria identità, e dunque tale insoddisfazione porta al continuo dell’attività dialettica.

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3
Q

CONOSCENZA

A

Dalla struttura dialettica non si forma solo la realtà, ma anche la CONOSCENZA.
La conoscenza per Fichte è l’azione del non-io sull’io, un’azione sia realista, perché suppone l’attività del non-io sull’io, sia idealista, perché il non-io è prodotto stesso dell’io.
Questa azione si avvale poi della teoria dell’immaginazione produttiva: mentre per Kant era quella facoltà attraverso la quale l’intelletto schematizza il tempo secondo le categorie, per Fichte è l’atto con cui l’Io crea il non-io inconsciamente.
La conoscenza è fruibile attraverso 5 tappe:
- sensazione,
- intuizione,
- intelletto,
- giudizio,
- ragione.

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4
Q

MORALE

A

Così come per Kant, anche per Fichte il primato è della ragione pratica: per Kant era perché spiegava cose che la conoscenza teoretica nega, per Fichte è perché l’Io esiste come entità conoscente solo per poi poter agire, quindi imporre la legge dell’Io sul non-io, cioè UMANIZZARE IL MONDO.
Questo umanizzare il mondo comporta uno sforzo, lo “streben” e l’effettivo raggiungimento è impossibile perché presupporrebbe la fine stessa dell’opposizione fra Io e non-io e dunque della struttura dialettica.
Visto che umanizzare il mondo, significa fare tendere il non-io all’io, essendo l’Io libero, allora questo agire comporta anche la ricerca della libertà, che corrisponde dunque al DOVERE ETICO a cui tutti gli individui devono tendere.

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5
Q

POLITICA

A

Per tendere al dovere etico, è importante la partecipazione alle attività sociali e politiche di quelli che hanno già compreso come funzionano i motivi della libertà, affinché vadano ad educare tutti gli altri.
In particolare, nei “Discorsi alla nazione tedesca” dice che questo ruolo deve essere assunto dalla nazione tedesca, in quanto pura.
Il primato della nazione tedesca però non è politica o militare, ma spirituale e culturale e deve educare le altre nazioni.

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