I blocco Flashcards
(14 cards)
Definizione di psicopatologia
La psicopatologia è una branca della psicologia clinica che si occupa di studiare e definire la sofferenza psichica e in particolare i disturbi mentali e sulla comprensione dei loro elementi caratterizzanti.
Questo viene fatto attraverso diversi approcci: quello descrittivo, fenomelogico oppure quello bio psico sociale.
Non si occupa solo della classificazione e descrizione dei disturbi (nosografia), ma della comprensione delle forme di alterazione dell’esperienza umana prodotte da fenomeni morbosi.
Psicopatologia e psicologia clinica sono la stessa cosa?
Qual è il rapporto tra psicopatologia e psicologia clinica?
Psicologia e psicopatologia non sono la stessa cosa, però la seconda è in serita nel contenitore più ampio rappresentato dalla prima.
La psicologia clinica si occupa di diagnosi, trattamento, prevenzione e di una considerazione più generica di quello che è invece è il focus della psicopatologia: i disturbi mentali e la sofferenza psichica.
In altre parole, la psicopatologia è una disciplina specifica all’interno della psicologia clinica che si concentra sui disturbi mentali, mentre la psicologia clinica è un campo più ampio che comprende anche altre aree di studio
Definizione di disturbo mentale
Definizione DSM: un disturbo mentale può essere definito come una sindrome caratterizzata da un’alterazione clinicamente significativa della sfera cognitiva, della regolazione delle emozioni o del comportamento di un individuo, che riflette una disfunzione nei processi psicologici, biologici o evolutivi che sottendono il funzionamento mentale.
Malattia (o disturbo) mentale: rappresenta la rottura di un equilibrio che nasce nell’intersecazione tra vulnerabilità personale, vicende tra vita e ambiente
Concezione di salute e malattia
In generale, la concezione di salute e malattia può variare a seconda del contesto culturale e storico in cui ci si trova, e può essere influenzata da fattori sociali, religiosi e politici. Inoltre, la definizione di salute psichica può essere intesa sia in negativo come l’assenza di una condizione morbosa che in positivo, come la presenza di flessibilità mentale, buone capacità di adattamento e di qualità del funzionamento sociale e interpersonale.
‘Organizzazione Mondiale della Salute la definisce come lo stato completo di benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto l’assenza di malattie. La salute mentale è quindi un equilibrio provvisorio all’interno di un percorso auto-organizzativo, che permette di affrontare crisi e cambiamenti in maniera funzionale per l’individuo e per il gruppo di appartenenza. Si parla di progettualità creativa della propria esistenza, mantenendo aperte le possibilità relazionali ed affettive col mondo.
In termini dinamici il sintomo che cosa rappresenta?
Nella psicoanalisi, i sintomi sono visti come il risultato di conflitti inconsci tra diverse parti della psiche, come l’Es, l’Io e il SuperIo
Secondo Freud i sintomi sono un modo con cui la mente inconscia esprime desideri o conflitti repressi che la mente conscia non è in grado di affrontare.
Ad esempio, l’ansia in termini dinamici è vista come la conseguenza del fallimento dell’Io nel tentativo di difendersi da elementi inconsci potenzialmente disorganizzanti o potenzialmente nocivi.
Excursus storico sul concetto di malattia mentale nella cultura occidentale, com’è cambiato nel tempo?
Antichità
Spiegazioni mitologiche e religiose per i disturbi mentali.
Mitologia greca, punizioni divine.
Teoria umorale di Ipocrate
Medioevo Credenze legate a possessioni demoniache e punizioni divine. Rinascimento Inizio dell'interesse per l'anatomia e la fisiologia del cervello. Età Moderna Emergenza delle "malattie mentali" con Philippe Pinel. introdusse l'idea di considerare i disturbi mentali come "malattie" e non più come punizioni divine o maledizioni. Il Manicomio di Pinel, noto per aver eliminato le catene e le restrizioni fisiche sugli internati, introducendo un approccio terapeutico più compassionevole XIX secolo Sigmund Freud e la psicoanalisi. Progressi nella comprensione della schizofrenia. XX secolo Emergenza di scuole di pensiero come il behaviorismo e la terapia cognitiva. Sviluppo della psicofarmacologia. XXI secolo Crescente enfasi sulla neuroscienza e sulla genetica nella psicopatologia. Approccio basato su evidenze scientifiche per diagnosi e trattamenti.
Qual è stato il ruolo dell’istituzione dei manicomi nel rapporto tra malattia e normalità?
Il ruolo dell’istituzione dei manicomi ha assunto secondo pensatori come Focoult è stato quello di reificare il rapporto tra “potere” e “marginalità”.
Rapporto nel quale il potere relega ai margini, rappresentati dai manicomi, ciò che rappresenta una minaccia; ciò che lo spaventa. Quasi come se potesse viralizzarsi.
Dunque hanno la funzione di mettere al margine ciò che non siamo ma a cui potremmo somigliare.
In altre parole il ruolo dei manicomi è stato quello di allontanare e confinare il diverso.
Successivamente, anche in italia dopo la rivoluzione di Pinel in francia, ci sarà un cambio di rotta rispetto alla patologia psichica che portera alla chiusura dei manicomi e al tentativo di trattare i malati psichici con l’obiettivo di reintrodurli in società. (Basaglia)
Illustri gli approcci attraverso cui abbiamo guardato alla psicopatologia nel nostro corso
La psicopatologia è stata guardata attraverso differenti lenti o approcci.
Approccio Cognitivo-Comportamentale
- Teoria di Base: I disturbi mentali derivano da schemi di pensiero disfunzionali e comportamenti appresi.
- Obiettivo della Terapia: Modificare i pensieri negativi e i comportamenti disfunzionali attraverso tecniche di ristrutturazione cognitiva e terapia comportamentale.
- Approccio alla Cura: Fornisce strategie pratiche e orientate all’obiettivo per il cambiamento.
Approccio Fenomenologico
- Teoria di Base: Si concentra sulla comprensione delle esperienze soggettive dei pazienti, considerando ogni fenomeno come unico.
- Obiettivo della Terapia: Comprendere e esplorare profondamente le esperienze dei pazienti, cercando di entrare nel loro mondo soggettivo.
- Approccio alla Cura: Metodologia di indagine che richiede empatia e sensibilità per le diverse prospettive dei pazienti.
Approccio Psicoanalitico
- Teoria di Base: I disturbi mentali derivano da conflitti inconsci e dinamiche psicodinamiche.
- Obiettivo della Terapia: Esplorare l’inconscio del paziente e rivelare i conflitti nascosti, portando alla consapevolezza e alla risoluzione.
- Approccio alla Cura: Terapia basata su interpretazioni, analisi dei sogni e analisi delle dinamiche relazionali.
Approccio Biopsicosociale
- Teoria di Base: I disturbi mentali sono influenzati da fattori biologici, psicologici e sociali.
- Obiettivo della Terapia: Considera l’interazione di questi fattori nella comprensione e nel trattamento dei disturbi mentali.
- Approccio alla Cura: Prende in considerazione una vasta gamma di interventi, tra cui farmaci, terapie psicologiche e supporto sociale.
Qual è il rapporto tra la sofferenza e il relativismo culturale?
La sofferenza psicologia non è trasversale a tutte le culture.
E qesto lo sappiamo anche grazie a Devereaux che gettò le basi per la considerazione della cultura di appartenenza nel trattamento, con l’etno-psichiatria.
Due assunti:
1. Le stesse forme di diisagio sperimentate in etnie diverse non hanno gli stessi riscontri nei pazienti.
2. Il disagio esiste solo se visto nello sfondo della cultura in cui si manifestasta, rispetto alle sue regole e abitudini
Inoltre, intendendo il relativismo culturale in ottica del cambiamento di una società nella storia vanno considerati due motivi chiave per cui determinati disturbi ad oggi è come se non esistessero più:
1. La cultura influenza le forme e i canali di espressione della sofferenza.
2. Ad oggi le pazienti che erano definite in un certo modo, ado oggi possono essere lette in modi e termini differenti. Grazie al progresso scientifico.
Ad esempio, nell’ambito dei disturbi alimentari, i risultati della nostra cultura hanno portato allo sviluppo di nuove forme come l’ortoressia, in cui si cerca di mangiare sempre sano e solo alcuni cibi. Inoltre, la sofferenza psichica può assumere diverse forme anche verso l’esterno, come ad esempio il self-cutting, che rappresenta una forma di sofferenza nei confronti del proprio corpo.
Qual è la differenza tra sofferenza e disturbo?
La sofferenza psichica è una forma di esistenza nella quale la vulnerabilità del soggetto ha trovato una realizzazione negli eventi di vita. Fa parte della normalità e molto spesso si tratta di condizioni più o meno reversibili.
D’altra parte, la malattia mentale rappresenta una sindrome caratterizzata da un’alterazione clinicamente significativa della sfera cognitiva, della regolazione delle emozioni o del comportamento di un individuo, che riflette una disfunzione nei processi psicologici, biologici o evolutivi che sottendono il disturbo.
La malattia mentale può essere considerata come una forma estrema di sofferenza psichica, che richiede un intervento terapeutico specifico e mirato.
I disturbi sono trasversali alle diverse culture o tutti sono relativizzabili alla cultura di appartenenza?
Ci sono delle forme di disagio psichico che in grandi linee si manifestano in modalità simili indipendentemente dall’etnia o alla cultura di appartenenza.
Dunque ci possono essere delle somiglianze sintomatologiche anche tra culture differenti ma molto spesso non è così. Basta pensare alle differenze tra culture orientali e culture occidentali, rispetto alla contrapposizione “I self” e “We self”
Qual è la valenza della cultura nella depressione e nel DCA?
La cultura influenza molto i canali e le modalità con cui viene espressa la sofferenza.
Nella nostra cultura, con la diffusione dei social media che accentuano l’importanza della propria immagine in apzienti depressi possiamo riscontrare un increpento della predilizione del canale corporeo nell’espressione della loro sofferenza, attraverso pratiche di autolesionismo come il self cutting.
Rispetto ai disturbi del comportamento alimentare invece possiamo riscontrare un incremento della pressione a risultare sempre in forma e perfette nelle pazienti. Con lo scopo di allinearsi agli altissimi e artificiosi standard proposti dai loro modelli di riferimento.
Esistono prove che suggeriscono che l’uso dei social media può essere correlato allo sviluppo di disturbi alimentari, inclusa l’ortoressia. Diversi studi hanno trovato una relazione forte e spesso bidirezionale tra l’uso dei social media e la depressione o l’ansia
l’hikikomori può essere considerato come un sintomo di un disturbo sottostante, come ad esempio la depressione, l’ansia o il disturbo borderline di personalità. In generale, l’hikikomori rappresenta un esempio di come la cultura e il tempo storico possono incidere notevolmente sull’espressione del malessere dell’individuo e sulla comprensione della psicopatologia.
C’è una differenza tra spiegare e comprendere? (Scienze dello spirito e scienze della natura) Chi ne parla?
Ne parla Dilthey e tale differenziazione riguarda la caratteristica delle scienze della natura che è quella dello spiegare, quindi descrivere i fatti che si presentano alla coscienza dall’esterno, contrapposta invece alla caratteristica delle scienze dello spirito che si dedicano a comprendere quei fatti percepiti come interni dal soggetto
In termini fenomenologici cosa si intende con epochè?
l’epoca è un’operazione mentale che consiste nel sospendere i giudizi e le interpretazioni pregiudiziali sulla realtà e sulla propria esperienza, al fine di cogliere la realtà nella sua essenza e nella sua immediatezza. L’epoca permette di mettere tra parentesi le conoscenze pregresse e le teorie preconcette, per concentrarsi sulla descrizione dei fenomeni nella loro immediatezza e nella loro singolarità. In questo senso, l’epoca rappresenta un’operazione di neutralità e di apertura alla realtà, che permette di cogliere la dimensione soggettiva dell’esperienza e di comprendere la realtà nella sua complessità e nella sua molteplicità di significati. L’epoca è stata introdotta dal filosofo Edmund Husserl