Introduzione Flashcards

(35 cards)

1
Q

BIOMECCANICA

A

studia la struttura e la funzione dei sistemi biologici usando i metodi e le conoscenze della meccanica. Essa risponde alle leggi di Newton.
Le principali aree di approfondimento sono:
- organi passivi: non producono movimento (ossa);
- organi attivi: creano forze che possono generare movimento (muscoli);
- sistema di controllo motorio.

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2
Q

TRONCO

A

collo, torace, addome

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3
Q

ARTI INFERIORI

A

coscia e gamba

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4
Q

ARTI SUPERIORI

A

braccio, avambraccio, mano

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5
Q

PROSSIMALE

A

parte di un segmento più vicina al tronco o al piano trasversale

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6
Q

DISTALE

A

parte più lontana

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7
Q

AGGETTIVI PER DISTINGUERE PARTI DEL CORPO

A
  • ventrale/anteriore;
  • dorsale/posteriore;
  • cefalica/craniale/superiore;
  • caudale/inferiore.
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8
Q

ASSI ANATOMICI

A

utilizzati per tracciare l’asse sul quale si svolgono i movimenti di rotazione

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9
Q

ASSI PRINCIPALI

A

danno indicazioni sulla direzione del movimento.
- longitudinale (verticale): misura la lunghezza del solido umano (altezza) e congiunge il vertice del capo con il suolo tra i due talloni;
- trasversale (orizzontale): misura la larghezza del solido umano tra acromion e acromion (nella scapola) o tra creste iliache (fianchi) a seconda che l’uno o l’altro costituiscano il punto di maggiore larghezza; è diretto da sx a dx;
- sagittale (antero-posteriore): misura la profondità del solido e congiunge l’apofisi xifoidea (sterno) con la vertebra direttamente opposta; è diretto dalla superficie posteriore a quella anteriore.

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10
Q

PIANI CARDINALI

A

piani immaginari definiti da due assi ortogonali tra loro. Danno informazioni sull’ampiezza dei movimenti.

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11
Q

PIANI PRINCIPALI

A
  • piano sagittale mediano: piano verticale che passa attraverso il centro del corpo dividendolo in due metà (antimeri). E’ un piano parallelo al mediano (non passa necessariamente per il centro). Il piano sagittale ha due facce: mediale e laterale;
  • piano frontale o coronale: piano verticale parallelo alla fronte e perpendicolare al mediano. Divide il corpo in parte anteriore e posteriore;
  • piano orizzontale o trasversale: divide il corpo in metà superiore e inferiore.
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12
Q

TIPOLOGIE DI MOVIMENTO

A
  • flessione/estensione
  • adduzione/abduzione
  • rotazione interna/esterna
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13
Q

FLESSIONE - ESTENSIONE

A

movimenti eseguiti sul piano sagittale.
- flessione: l’arto si avvicina al tronco (piano frontale);
- estensione: l’arto si allontana dal tronco (piano frontale).

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14
Q

ADDUZIONE - ABDUZIONE

A

movimenti eseguiti sul piano frontale.
- adduzione: l’arto si avvicina al piano sagittale;
- abduzione: l’arto si allontana al piano sagittale.

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15
Q

ROTAZIONE INTERNA - ESTERNA

A

movimenti eseguiti sul piano trasversale e che prevedono una rotazione assiale.
- intrarotazione: rotazione verso l’interno del tronco;
- extrarotazione: rotazione verso l’esterno del tronco.

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16
Q

ARTICOLAZIONI

A

giunzione meccanica tra due o più segmenti ossei.

17
Q

SISTEMA MULTILINK

A

sistema pluri-articolato con cui si modella il corpo umano, comprendente una serie di segmenti interconnessi da articolazioni (catena cinematica).

18
Q

FUNZIONI ARTICOLAZIONI

A
  • mobilità: consentire/inibire il movimento;
  • stabilità: trasferire le forze da un osso a un altro.
    Entrambe dipendono dalle caratteristiche di ciascuna articolazione
19
Q

CLASSIFICAZIONE ARTICOLAZIONI

A

sinartrosi (fisse): mettono in continuità anatomica due ossa adiacenti. Sono formate da tessuto connettivo propriamente detto e si suddividono in:
- fibrose: formate da tessuto fibroso e si suddividono in: sindesmosi a livello dei segmenti scheletrici (tra tibia e fibula), e suture (cranio);
hanno funzione di stabilità e consentono una limitata/nulla capacità di movimento;
- cartilaginee: funzione di piegamento e consentono una limitata capacità di movimento.

diartosi (mobili): dette articolazoni sinoviali, consentono ampi gradi di movimento articolare; è innescata tra due superfici libere di scivolare l’una sull’altra.

20
Q

GRADI DI LIBERTA’

A

coordinate indipendenti che sono necessarie per caratterizzare completamente la posa relativa (posizione + orientamento) di due corpi.

21
Q

MODELLI IDEALI DI ARTICOLAZIONI

A

caratteristiche ideali:
- non consentono traslazioni;
- assi ortogonali di rotazione intersecati nel centro articolare;
- piani di rotazione coincidenti con i piani anatomici.
caratteristiche reali:
-traslazioni;
- asse di rotazione non fisso;
- assi obliqui ai piani anatomici;
- assi non ortogonali;
- si possono non intersecare.

22
Q

ANCA

A

articolazione prossimale dell’arto inferiore.
Si tratta di un’enartrosi (tipo di diartrosi) a solido incastro: consente un movimento di minore entità ma da una grande stabilità.

Funzioni:
- cinematica: orientare l’arto in tutte le direzioni dello spazio;
- meccanica: sostegno del peso del corpo e locomozione.

E’ l’articolazione che più difficilmente va incontro a lussazione.

23
Q

MOBILITA’ ARTICOLARE ANCA

A

3 gradi di libertà:
1. FLESSIONE ED ESTENSIONE
flessione: movimento della parte anteriore della coscia verso il tronco.
- attiva: ginocchio flesso 120°, ginocchio esteso a 90°;
- passiva: > 120°
estensione: la parte posteriore della coscia in un piano posteriore a quello frontale.
- attiva: ginocchio esteso 20°
- passiva: < 30°

  1. ABDUZIONE: l’arto inferiore si allontana dal piano di simmetria del corpo.
    L’abduzione di un’anca si accompagna automaticamente a quello dell’altra, apprezzabile da 30°.
    L’abduzione max è di 90° (45° + 45°).
    Limite: il collo del femore urta contro il ciglio cotoloideo.
  2. INTRA-EXTRAROTAZIONE: in completa estensione questo movimento porta la punta del piede internamente-esternamente.
    - rotazione interna: 30°-40°
    - rotazione esterna: 60°
    ! valori maggiori si hanno con il soggetto seduto perché la posizione dell’anca distende i legamenti.
24
Q

ARCHITETTURA ANCA

A

è costituita da una coppia: la testa femorale convessa e la cavità cotiloidea o acetabolare concava.

25
CAVITA' COTILOIDEA
si trova sulla faccia esterna dell'osso iliaco alla congiunzione delle tre parti costitutive. Solo la parte periferica è ricoperta da cartilagine. Orientazione: verso il basso e in avanti
26
TESTA FEMORALE
è per 2/3 sferica con 40-50mm di diametro.
27
LEGAMENTI ANCA
- cercine cotiloideo: anello fibrocartilagineo che si inserisce sul ciglio cotiloideo; - legamento rotondo - capsula articolare: manicotto cilindrico teso tra ileo ed estremità del femore - estensione: tutti i legamenti si tendono intorno al collo del femore; - flessione: tutti i legamenti si estendono; - extrarotazione: si tendono i fasci anteriori a percorrenza orizzontale --> iliofemorale e pubofemorale; - intrarotazione: si tendono i fasci posteriori --> ischiofemorale - abduzione: il fascio superiore ileofemorale si rilascia e il pubofemorale si tende.
28
STABILIZZAZIONE DELL'ANCA
FATTORI ESTERNI: - gravità in stazione eretta; - pressione atmosferica; MUSCOLI E LEGAMENTI: ruolo essenziale nel mantenimento del contatto delle superfici articolari. Nella parte posteriore dominano i muscoli, mentre in quella anteriore i legamenti; FATTORI OSSEI: -angolo del collo del femore: > 125° favorisce la lussazione in adduzione; - angolo di anteversione: > 40° favorisce la lussazione patologica
29
GINOCCHIO
articolazione di tipo sinoviale dell'arto inferiore tra femore e tibia-fibula. Funzioni: - cinematica: orientare l'arto in tutte le direzioni dello spazio; - meccanica: sostegno del peso del corpo e di locomozione. I movimenti si svolgono a livello di due articolazioni: femoro-tibiale e femoro-rotulea. E' una articolazione dinartrosi a non completa congruità: garantisce movimento ampio e particolare mobilità in flessione e stabilità in estensione per sostenere gravose sollecitazioni.
30
MOBILITA' ARTICOLARE GINOCCHIO
non è una cerniera perfetta, ma l'effettivo movimento che compie è un rotoscivolamento: primi 10-15° di flessione si ha rotolamento, poi prevale lo scivolamento. Questo è dovuto al movimento tibio-femorale. intra/extrarotazione: impossibile durante la completa estensione. Si ha una rotazione assiale automatica (SCREW-HOME) collegata involontariamente alla flesso-estensione. Avviene perché i movimenti antero-posteriori dei condili non sono del tutto identici: il condilo mediale si sposta relativamente poco nella concavità della superficie articolare (PIVOTING MEDIALE). La non perfetta corrispondenza delle superfici articolari viene compensata dall'interposizione dei menischi --> nella rotazione assiale seguono esattamente gli spostamenti dei condili femorali sulle superfici articolari tibiali.
31
MENISCHI
- movimento di scorrimento tra il femore e la parte superiore concava dei menischi permettono la flesso/estensione. Estensione: i condili appoggiano con il loro segmento con raggio di curvatura più grande, i menischi sono strettamente interposti tra le superfici articolari; Flessione: i condili appoggiano con il loro segmento con raggio di curvatura più piccolo, favoriscono la mobilità a scapito della mobilità; - movimenti di scorrimento fra la superficie inferiore piatta e il piatto tibiale permettono le rotazioni e le traslazioni antero-posteriori della tibia.
32
LEGAMENTI GINOCCHIO
Garantiscono la stabilità rotatoria del ginocchio. CROCIATI: - localizzano l'asse attorno cui avviene la flessione/estensione; - assicurano la stabilità anteroposteriore del ginocchio e guidano i movimenti mantenendo sempre a contatto le superfici articolari; impediscono la rotazione interna quando il ginocchio è esteso. COLLATERALI: - assicurano la stabilità laterale del ginocchio durante l'estensione (aiutati dai tendini e dai quadricipiti); - impediscono la rotazione esterna quando il ginocchio è esteso.
33
MUSCOLI ESTENSORI GINOCCHIO
Il quadricipite femorale è formato da 4 muscoli: - retto femorale: rappresenta un quinto della forza totale esercitata dal quadricipite ed è un muscolo biarticolare (collegato a due articolazioni) --> il flessore dell'anca, l'estensore del ginocchio. - vasto mediale; - vasto laterale; - vasto intermedio. ! L'efficacia in qualità di estensore del ginocchio dipende dalla posizione dell'anca.
34
MUSCOLI FLESSORI
sono biarticolari --> hanno anche un'azione di estensione in contemporanea all'anca - muscoli esterni: bicipite femorale; - muscoli interni: sartorio, semitendinoso, semimembranoso, gracile,popliteo
35
MODELLI
per studiare il movimento di un corpo. - modelli punto materiale: semplificare il movimento in termini di pendolo inverso. Il centro di massa del corpo ruota intorno a un supporto e aumenta la sua energia potenziale all'inizio della fase di appoggio. Questa energia è poi convertita in cinetica durante la seconda fase. - modelli multi-segmentali. --> in generale si procede alla ricerca di un modello a partire da misurazioni su un soggetto.