l'avanguardia: Flashcards

1
Q

cos’è l’avanguardia:

A

L’avanguardia è un termine militare: la porzione di esercito che arriva per prima sul campo di battaglia.

Dal punto di vista storico, il termine avanguardia indica i movimenti e i gruppi costituitisi nel corso del Novecento, con un proprio arco evolutivo e una propria dinamica di conflitti interni ed esterni. In questo caso saranno considerati artisti di avanguardia gli autori che hanno aderito ai manifesti, oppure che hanno partecipato alle attività di gruppo (tenendo conto di adesioni, espulsioni e quant’altro).

L’avanguardia ha attraversato tre fasi:

  • le prime avanguardie o avanguardie storiche, nella prima metà del Novecento, caratterizzate da movimenti e manifesti, con tendenza a riversarsi nella attività politica tout court;
  • le seconde avanguardie, o neoavanguardie, negli anni ‘50-‘70, caratterizzate dal dibattito critico e dalla guerriglia semiologica con i linguaggi della società di massa;
  • le terze avanguardie, ancora da mettere compiutamente in luce, apparse alla fine del secolo sotto la formula della terza ondata, caratterizzate dallo scontro con il postmoderno e dall’uso dei linguaggi del passato come strumenti eversivi.

L’avanguardia si costituisce come risposta dell’arte alla società borghese e al predominio della mentalità utilitaria e mercantile, nel momento in cui diventa chiaro che il mercato assorbe anche l’arte stessa. Nello sforzo di evitare la vendibilità, l’antagonismo dell’avanguardia si sviluppa su diversi livelli: a livello politico, con un atteggiamento sostanzialmente anarchico; a livello psicologico, con la consapevolezza della divisione del soggetto; a livello propriamente artistico, con il rifiuto dei canoni, dei modelli e dei generi tradizionali. L’atteggiamento estremista e provocatorio dell’avanguardia rigetta, da un lato, l’orizzonte della tradizione (portando al massimo grado la sfida dell’originalità), dall’altro la produzione del kitsch, ovvero l’invasione del cattivo gusto standardizzato. Si può dire, ancora più in generale, che l’avanguardia si oppone al senso comune, al grado medio, al banale.

L’avanguardia ha un carattere distruttivo; Agisce di soppiatto, ma allo stesso tempo senza troppa organizzazione. Mette insieme il progetto e l’improvvisazione.

Oltre a un intento distruttivo, ha un intento conoscitivo. Riferire agli altri ciò che accade.

L’avanguardia è poi identificabile; cioè è consapevole di ciò che è.

Vedono più in là degli altri, ma sono i primi a rimetterci durante le guerre.

L’avanguardia è la modernità (modo = lat. per ‘adesso’) nella percezione del tempo che si restringe, che sta per finire ed essere soppresso da un altro tempo.

La tendenza dell’avanguardia è sopprimere l’identità del singolo, ma fare gruppo.

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2
Q

quando inizia e quando finisce:

A

E’ difficile stabilire un fenomeno che non si sa quando inizia, ma soprattutto quando finisce.

convenzione:
* 1886 (data di pubblicazione della Gaia Scienza di Nietzsche) = data di inizio
* 1993 (data di pubblicazione del testo di David Antin) = data di fine

Antin: poeta statunitense nato nel 1932, specializzato nella poesia orale, cioè non strettamente legata alla pagina scritta (ex. Omero) e spesso piena di improvvisazione.
Spesso si basa sul collegare 2/3 situazioni che logicamente non hanno compatibilità fra di loro.

Inoltre, secondo molti il secolo delle avanguardie comincerebbe con Manet
ex.
‘colazione sull’erba’ = scandalo di donna nuda che stride di fianco a due uomini vestiti, topos di scena campestre ma in un paesaggio borghese
‘Olympia’ = prostituta, ritratto femminile in chiave desublimante/concreta

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3
Q

perchè ‘movimenti’?

A

Nel suo testo, Poggioli fa anche un confronto fra il Romanticismo e le avanguardie: è d’accordo col dire che nè l’uno nè l’altro possono essere considerate scuole, ma movimenti, perchè la nozione di scuola presuppone un maestro e un metodo, il criterio della tradizione e il principio d’autorità.

E mentre la scuola presuppone la consacrazione dei discepoli a un fine che li trascenda, il movimento e i suoi seguaci operano sempre in funzione d’un fine immanente al movimento medesimo.

Inoltre, più che alla rivista letteraria romantica e ottocentesca, la rivista
d’avanguardia
s’oppone diametralmente alla stampa periodica popolare e commerciale del nostro tempo, che, invece di guidare l’opinione pubblica (come fanno invece quelle avanguardiste), soddisfa le passioni della folla, e ne è ricompensata mediante un’immensa circolazione e un notevole successo economico.

D’altra parte è proprio il trionfo del giornalismo di massa che motiva e
giustifica rivista d’avanguardia, strumento l’esistenza della d’una reazione tanto naturale quanto necessaria contro il volgarizzamento o la volgarizzazione della cultura.

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4
Q

le principali avanguardie:

A

Principali avanguardie:
Futurismo (1909) - Dada (1916) - Surrealismo (1924) > nasce a Parigi
in mezzo ci sono avanguardie minori.

Futurismo = nasce a Milano nel periodo in cui essa era la città industriale, degli scambi commerciali. Non era la città culturale (Firenze) e infatti il futurismo è l’eccezione.
Come il dadaismo nasce nella città delle grandi banche, Zurigo.

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5
Q

aspetti in cui analizzare le avanguardie:

A

analizzare le avanguardie:
* il manifesto
* il teatro
* la pagina scritta

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6
Q

David Antin:

A

poemetto vero e proprio di Antin: ‘What it means to be avant garde’ (1993)
Sull’aereo per arrivare in Iowa Antin leggere un articolo chiamato ‘color the isles soft pink’, in cui si dice che l’artista Christo vuole colorare di rosa le isole di Biscayne Bay attraverso degli elicotteri, che lancerebbero della stoffa specifica sulle isole.

Tuttavia, questo progetto, pur essendo molto carino, secondo Antin non va a sfidare le istituzioni come fa l’avanguardia.

Poco dopo racconta di aver letto un altro articolo chiamato ‘actor keeps his head but killer doesn’t’.
Spinell è un attore newyorkese che ebbe l’idea di diventare una star del cinema creando lui stesso un film, chiamato ‘Maniac’.
Sarebbe un remake del ‘il mostro di Dusseldorf’, ma molto più splatter poichè la vittima ha la sua rivincita sul nemico tagliandoli la testa proprio davanti la cinepresa.

Spinell infatti pensava che per competere fosse necessario venire fuori con qualcosa di mai fatto prima.
La domanda di Antin è: facendo ciò Spinell può essere definito un artista all’avanguardia?
Quando un’opera d’arte provoca una riflessione morale/morale politica, è questo che basta per essere all’avanguardia?

Spinell giustifica la sua scelta dicendo che far vedere in modo esplicito la violenza ha un fine morale, poichè ci fa rendere conto della violenza che abbiamo intorno e che non vediamo.

E’ una cosa vera che l’avanguardia debba stare o da un lato o dall’altro?
* compiacere le istituzioni
* sorprendere le istituzioni con un’opera moralizzatrice.

Antin dice che riflette su ciò: non sa dire cosa sia l’avanguardia anche se sa che cosa vuol dire starci dentro ( = non riesce a capire il perchè ci stiamo dentro).

Il critico Harold Bloom ritiene che nella letteratura c’è un grande canone: vi sono dei grandi padri da cui non riusciamo a liberarci, in particolare Dante e Shakespeare.
Tutti gli artisti che sono giunti dopo di loro non hanno fatto altro che copiare da questi due padri, quindi sono artisti ‘inutili’ e ciò che hanno costruito potrebbe tranquillamente venire bruciato.
Questo fino al ‘900 quando si arriva alla modernità.

I discorsi di Antin fra di loro c’entrano poco o nulla, perchè è così che funziona la sua poesia. Prende parte di sue esperienze e ne discute, mettendole insieme.

Come finisce il talk-piece?
David Antin finisce il testo che suo zio era morto in modo assolutamente inatteso.
Se tu non sai affrontare questa situazione, vuol dire che non sei nell’avanguardia, conclude Antin. (dialettica fra la sua vita personale e la vita culturale che gli sta intorno. ex. Christo, Bloom).

connessione fra l’effetto che Antin ha dopo la telefonata, e l’effetto che il talk-piece fa al lettore (entrambi, Antin e il lettore, sono destabilizzati. Se una cosa diventa stabile non è all’avanguardia).

Antin prova quindi a definire l’avanguardia, ma alla fine si arriva al punto che o lo si è, o non lo si è. Il discorso sull’avanguardia può gonfiarsi quanto vuole, ma alla fine scoppia.
Solo un’esperienza estremamente personale può creare l’avanguardia, tutti gli altri discorsi sono vani (vanità delle parole).

L’avanguardia vuole stupire. Motivo per cui i canali di comunicazione dell’avanguardia sono di massa, a cui tutti possono attingere.
Essere nell’avanguardia non significa avere un’opinione su qualcosa (come altri movimenti culturali) ma significa vivere, stare dentro una situazione.

momento prima delle guerre mondiali= momento in cui ci si è resi conto della grande transitorietà della borghesia occidentale > dalla frattura nasce l’avanguardia (che nascono a ridosso delle guerre).

Antin sa di essere un esponente dell’avanguardia, ma non sa neanche lui perchè.

Per lui un’opera non può essere all’avanguardia ed essere finanziata da un’istituzione, non è rottura dei canoni (ex. quella di Christo, o di Maniac).

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7
Q

‘la gaia scienza’ di Nietzsche:

A

A rispondere alla domanda di Antin è Nietzsche un secolo prima. Nietzsche scrive ‘la gaia scienza’ (1886) sia dopo una crisi personale, ma anche una crisi della filologia, che nel 19° sec. era la disciplina principale.
Nelle ‘Operette Morali’ di Leopardi è instaurato lo stesso processo che Nietzsche svilupperà nella Gaia Scienza.

Come Leopardi, Nietzsche critica il romanticismo, che considera qualcosa da cui liberarsi.

Nietzsche termina la prima parte della prefazione (pag. 5) con ‘incipit parodia’.
L’avanguardia è sia uno sguardo al futuro, ma anche al passato, poichè guarda al passato facendogli un contro canto (etimologia di ‘parodia’).

Gaia scienza = filosofia che ride.

Nietzsche guarda al negativo, alle cose che la filosofia positiva non è mai riuscita ad inquadrare.
Sono le basi strutturali su cui nasce l’avanguardia.

L’idea che il corpo possa essere il luogo in cui il pensiero si forma, si registra e si trasmette, pensiero mancante nel romanticismo.

La malattia viene poi descritta con l’immagine del serpente che cambia pelle, immagine ripresa dai dadaisti, futuristi e surrealisti (l’avanguardia è un momento in cui l’estetica cambia pelle).

Il finale della prefazione è come un ritorno ai Greci e al loro atteggiamento nei confronti dell’arte.

Nietzsche nasce filologo, non filosofo (come Leopardi nasce filologo, non poeta)

Gaia scienza = il termine in sé prende in giro la condizione iniziale, quella del suo secolo ; condizione dell’avanguardia, che prende in giro/fa autocritica e poi supera la condizione iniziale. > incipit parodia.
Nel suo scritto nomina spesso il corpo, l’idea che il corpo può essere il luogo in cui un’idea si trasmette sarà fondamentale per l’avanguardia.

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8
Q

‘teoria dell’arte avanguardia’, Renato Poggioli:

A

dal saggio di Renato Poggioli, ‘Teoria dell’arte avanguardia’ (1962 ; non piacque alle università italiane poichè dichiaratamente slavista e commentatore di artisti di epoca zarista).

Poggioli spiega che quella degli avanguardisti è un’esperienza di vita ridotta e cita il filosofo spagnolo Ortega, secondo il quale il principale carattere della avanguardie è riconoscere che viviamo in un’epoca dominata dalla tecnologia, spesso disumanizzante. In un’epoca del genere l’arte non ha più come concetto principale l’essere umano.

Cita poi Massimo Bontempelli, che nella sua ‘Avventura novecentista’ non parla da spettatore, ma da attore dell’avanguardia.
Cita anche Georg Lukacs, in realtà critico dell’avanguardia poiché ricollegabile al decadimento borghese (siamo oggetti contemplati in un museo).

L’avanguardia è all’interno della società e allo stesso tempo ne è la critica.

I testi dell’avanguardia sono esempi di disagio psichico, psicologia a cui sono fortemente legate.
Di fatto le avanguardie nascono subito dopo la nascita della psicanalisi.

componente ideologica: quando nascono e vengono espressi questi impulsi di novità e di critica, la corrente dell’avanguardia diventa un codice di comportamento (per essere all’avanguardia devi fare x).
Esempio sono i futuristi (per difendersi, per attaccare, per distinguersi?).

La formula arte d’avanguardia è patrimonio terminologico (e forse anche critico) quasi esclusivo alle lingue e culture neolatine. Il termine è per esempio usato con una certa frequenza nella cultura spagnola ed ispano americana.
Fa difficoltà ad integrarsi in Germania (modernism).
In Russia, dove la lingua non teme né barbarismi né neologismi e dove la cultura ha accolto con simpatia ogni forma d’esotismo, il termine e il concetto originario penetrarono facilmente e rapidamente.

Nella cultura anglofona la parola avanguardia non ha il senso di contrapposizione che ha per Italia e Francia, probabilmente perché da noi la cultura letteraria è molto teorizzata e quindi quello che va contro questa teorizzazione può essere visto come rivoluzionario.

Il rapporto fra avanguardia e politica è interessante, poiché alcune si associano a essa e restano subordinate e altre si ribellano.

Poggioli è uno slavista che traduceva ed assemblava componimenti russi.
in ‘teoria dell’avanguardia’ dice che nessuno si era mai concentrato su che cosa fossero le avanguardie.

Nella sezione ‘geografia del termine’ Poggioli dice che in Russia l’avanguardia sarebbe nata molto prima se non fosse stata dirottata dalla rivoluzione di ottobre.

Essa nasce e muore a Parigi; nasce poichè il primo ad usare il termine fu Lauverdant nel 1849, molto prima di Nietzsche.

L’avanguardia nasce con una forte connotazione politica, della quale si libererà quasi subito (infatti si distinguerà presto l’avanguardia politica dall’avanguardia artistica).

Romanticismo e avanguardie sono legate dal fatto di essere entrambe movimenti, non scuole.

avanguardie: caratterizzate da ‘attivismo’ e ‘antagonismo’.

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9
Q

‘il paradiso artificiale’, Baudelaire:

A

Primo critico dell’avanguardia, ma in un certo senso precursore (il termine avanguardia viene usato per la prima volta proprio da Baudelaire in senso dispregiativo).
Prima che poeta, Baudelaire (1821-1867) fu critico d’arte.

  • 1878: nel periodico ‘Bauknin’ Baudelaire fa oggetto di ridicolo i letterati (per lui i letterati d’avanguardia erano solo scrittori radicali di sinistra, mentre invece le avanguardie dovevano essere apolitiche e reazionarie.

Nel dialogo si parla del poeta che ha perso l’aureola/le sue insegne mentre passeggiava, e ha preferito non raccoglierla per evitare di farsi rompere le ossa. Qualche cattivo poeta la raccoglierà e se ne fregerà ingiustamente.

Perdendo le insegne il poeta diventa capace di fare qualsiasi cosa; è ambientato nella metropoli, popolata da cavalli, fango etc. (Elementi turbatori della tranquillità dell’artista).
Inoltre, perdendo l’aureola il poeta diventa come tutti i suoi lettori e può parlare loro al loro livello.

Dopo Baudelaire, il poeta si divide in poeta per sè e poeta per la massa ( = le avanguardie)

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10
Q

‘lettera a Demeny’, Rimbaud:

A

-

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11
Q

‘Da Rimbaud ai Postmoderni’, Russell:

A

Secondo Charles Russel l’avanguardia sembra sopravvivere al postmodernismo (cioè fino ai nostri anni ‘80).

su Rimbaud (1854-1891) = poeta nichilista, isolato, che elogia la distruzione radicale come una rigenerazione. >nella poetica di Rimbaud troviamo molti temi caratteristici dell’avanguardia.
Parla in nome degli oppressi, tuttavia dedica energie a qualcosa che ha vita breve.

Rimbaud ha demistificato se stesso. Ribellione a istituzione borghese e al ceto medio (lui che era nato nel contesto provinciale e piccolo borghese)

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12
Q

la rivista ‘Poesia’:

A

Secondo Charles Russel l’avanguardia sembra sopravvivere al postmodernismo (cioè fino ai nostri anni ‘80).

su Rimbaud (1854-1891) = poeta nichilista, isolato, che elogia la distruzione radicale come una rigenerazione. >nella poetica di Rimbaud troviamo molti temi caratteristici dell’avanguardia.
Parla in nome degli oppressi, tuttavia dedica energie a qualcosa che ha vita breve.

Rimbaud ha demistificato se stesso. Ribellione a istituzione borghese e al ceto medio (lui che era nato nel contesto provinciale e piccolo borghese)

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13
Q

‘La vita degli studenti’, Walter/Valter Benjamin:

A

Walter (Valter) Benjamin = filosofo che rilegge e reinterpreta Baudelaire nel ‘900.

Non riuscì mai a diventare professore in università, motivo per cui si dà a vari impieghi.
Fu anche lo scopritore di Brecht.

Morirà suicida in Francia, poichè era inseguito dalla gestapo (dato che era ebreo e comunista).

Si suicida perché un traghettatore voleva venderlo alla gestapo.

Era un rappresentante nel 1914-15 di un’associazione studentesca all’università Humboldt di Berlino.

Scrive un discorso chiamato ‘la vita degli studenti’ rivolto al personale universitario. Secondo B. la vita dello studente è una vita troppo legata a questioni materiali, alla finalità dell’università, e non alla vita intrinseca dello studente universitario.
Secondo lui l’obiettivo dovrebbe essere dare la possibilità di dare forma alla propria vita spirituale, non in senso di adesione a una religione, ma capire chi si è, aldilà della nostra dimensione pratica.

> ‘quando l’idea che domina nella vita dello studente è la carica e la professione, non c’è più posto per la scienza.’

Secondo Benjamin ciò che si studia all’università è ciò che serve per diventare perfetti borghesi.

Benjamin è solitamente conosciuto per il suo ‘Angelus Novus’ (titolo di uno dei saggi contenuto nel libro).

Il titolo è dovuto a un quadro di Paul Klee, che per Benjamin rappresenta l’allegoria della modernità.

B. dice che i lettori di Baudelaire non sono abituati a concentrarsi a lungo su un libro; così Baudelaire si rivolge al pubblico con una poesia elegante, che entra però in dialogo con un lettore apparentemente ingrato e disattento. Ma Baudelaire voleva essere compreso da questo lettore, e secondo Benjamin il lettore di Baudelaire apparterrà all’epoca successiva (cioè all’avanguardia).

non c’è un poeta che si rivolge a una donna o a degli amici, ma c’è la massa. Questa è la novità che Benjamin riscontra in Baudelaire.

Menziona anche il fatto che Baudelaire pensa che gli ‘shock’ scandiscano la nostra vita; cosa che si nota molto vera nel nostro presente ( shocks = momenti in cui la storia cambia).

Fu il primo a intuire la continuità fra Baudelaire e il secolo successivo, affermando che il pubblico che avrebbe capito le sue poesie sarebbe arrivato dopo la sua morte (Benjamin ha sempre avuto questa idea della proiezione del futuro, come simboleggia l’angelus novus sulla copertina del suo saggio)

L’università doveva stimolare l’amore per la disciplina studiata e l’indipendenza di pensiero critico.

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14
Q

Manifesto futurismo 1, 1909:

A

Secondo Charles Russel l’avanguardia sembra sopravvivere al postmodernismo (cioè fino ai nostri anni ‘80).

su Rimbaud (1854-1891) = poeta nichilista, isolato, che elogia la distruzione radicale come una rigenerazione. >nella poetica di Rimbaud troviamo molti temi caratteristici dell’avanguardia.
Parla in nome degli oppressi, tuttavia dedica energie a qualcosa che ha vita breve.

Rimbaud ha demistificato se stesso. Ribellione a istituzione borghese e al ceto medio (lui che era nato nel contesto provinciale e piccolo borghese)

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15
Q

‘the futurist moment’, Majorie Perloff (1986):

A

‘the futurist moment’ di Majorie Perloff = il futurismo è una fase profetica e utopica delle avanguardie.

l’espressione ‘guerra igiene del mondo’ non è di Marinetti, ma è stata inventata di un filosofo americano (indicante che l’uomo è alla pari dell’altro uomo, senza sovrastrutture ideologiche).

La Marloff prende una lettera di Marinetti al pittore Maassen, in cui dice che l’arte di fare manifesti si fa secondo un criterio preciso, mettere in luce ciò che vogliamo dire; per fare ciò cè bisogno di violenza (scuotere il pubblico, aggredirlo, non serve un’argomentazione raffinata) e decisione.

Nel libro della Perloff:
* Apollinare (inventore dei calligrammi e amico di Ungaretti) scrive il manifesto sintesi (a metà fra una composizione libera e un manfifesto come quelli di Marinetti) del futurismo.
1. abbasso il pessimismo
2. distruzione
3. soppressione della storia
4. canzone mer de
5. elenco dei poeti futuristi (fra cui lui stesso)
6. lettera oscena di Apollinare: calligramma lettera che Ap. immagina dal Messico alla Francia
7. Giacomo Balla: proposta su come vestirsi

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16
Q

manifesti futuristi oltre al manifesto del 1909:

A

Esistono svariati manifesti del futurismo oltre a quello del 1909, fra cui:
* Mario Morasso pubblica nel 1905 pubblicava lo scritto ‘la nuova arma: la macchina’ (considerabile il primo futurista). > non un vero e proprio manifesto, ma precursore.
* ‘Manifesto della Scultura futurista, (11Aprile 1912) di Boccioni
* Manifesto tecnico della Letteratura futurista, (11 Maggio 1912) di Marinetti > distruzione della sintassi, immaginazione senza fili, parole in libertà (i 3 modi di trattare la letteratura per Marinetti)
* ‘Manifesto futurista della lussuria’ (1913), Valentine de Saint-Point
* il manifesto-sintesi (a metà fra una composizione libera e un manfifesto come quelli di Marinetti) del futurismo (Apollinaire, 1913).
* Uccidiamo il Chiaro di Luna! (1914) di Marinetti > uno dei manifesti più famosi; era quindi contro la poesia lirica. Uccidendo la luna, per i futuristi andava sostituita con la lampadina.
* Il controdolore di Palazzeschi (1914) = altro manifesto del futurismo
Inizialmente aveva come titolo ‘antidolore’, poi cambiato in ‘controdolore’ per volere di Marinetti. Di mestiere in realtà Palazzeschi era un attore.

Nel manifesto:
* Al posto di ‘ha’ scrive ‘à’, arcaismo e quindi strano per un futurista.
* terra = uno dei giocattoli di Dio (presentato come un uomo che ride).
Tutto nasce dalla risata di Dio che l’ha trasmessa agli uomini che permette di reagire alla siepe di spine; pochi di loro riescono a godere di questa gioia, di questo paesaggio.
* Bisogna abituarsi a ridere di tutto ciò di cui si piange; l’uomo non può essere considerato seriamente se non quando ride.
* Fra le frasi in grassetto, Palazzeschi fa esempi di ciò che è brutto e non nella norma (il cieco e il gobbo = riferimento a Leopardi, poeta estremamente ironico al contrario di ciò che si può pensare).
* L’uomo che ride del riso stesso o della gioia o è un poltrone o è un potente; è come se uno credesse di sfamarsi guardando mangiare.
non si può ridere senza aver attraversato profondamente il dolore’ > forse uno dei motivi per cui Ungaretti intitola un libro ‘allegria dei naufragi’ > scavo nel dolore umano, in cui però non si trova quasi mai la risata sublime.
* la risata = ribalta la tua concezione precedente della vita, è l’azione più futurista che si possa compiere.

  • il Tattilismo’ (1921), Marinetti. Scritto dopo l’incontro di Marinetti con Cappa.
    Attenzione al corpo come organismo di percezione. > il corpo è un elemento fondamentale per le avanguardie successive.

All’inizio descrive se stesso nuotare nel mare, poi un dialogo fra lui e una ragazza.

Si esplora il tema della guerra (è proprio in trincea che Marinetti si rende conto dell’importanza di poter percepire con i sensi), dopo la quale la maggioranza più rozza e più elementare degli uomini (la massa) è uscita dalla grande guerra
con l’unica preoccupazione di conquistare un maggior benessere materiale.

La minoranza, composta di artisti e di pensatori, sensibili e raffinati, manifesta invece i sintomi di un male profondo e misterioso, conseguenza del grande sforzo tragico che la guerra impose all’umanità.

I futuristi, che affrontano coraggiosamente il dramma spasimoso del dopoguerra, sono favorevoli a tutti gli assalti rivoluzionari che la maggioranza tenterà. Per guarire dal malessere della guerra, Marinetti favorisce l’amicizia e l’unione, l’annullamento del singolo. (da qui il ‘tatto’, il contatto)

Massa = nuovo interlocutore per l’artista ma anche nemico , bisogna esplorarla senza entrare a farne parte. (la massa è il pubblico a cui aspirano, ma i fut. non vogliono fanre parte)

Attraverso corpo > trasmissione del pensiero > aumentare la sensibilità del corpo.

Alla fine del manifesto Marinetti consegna una profonda analisi sul senso del ‘tatto’, analizza i diversi tipi di superfici che si possono tastare…

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17
Q

‘Distruzione della sintassi, immaginazione senza fili, parole in libertà’ (1914)

A

Esso è premesso a Zang Tumb Tumb.

La premessa è Marinetti che, in aereo, immagina che l’elica si metta a parlare con lui e gli dica i precetti del futurismo (ex. la distruzione della sintassi, disponendo i sostantivi a caso, abolizione dell’avverbio, del sostantivo che deve neccessariamente essere seguito da un altro ad esso legato per analogia…)

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18
Q

‘un colpo di dadi non abolirà mai il caso’, Mallarmé (1897):

A

la disposizione del testo doveva simulare il lancio di un dado.

La pagina è uno spazio che interagisce col testo (che è disposto in diagonale), non è più solo un supporto.

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19
Q

‘Zang Tumb Tumb’, Marinetti:

A

Zang Tumb Tumb (1914) viene pubblicato da una casa editrice connessa a ‘Poesia’.
Ad esso era premesso il manifesto ‘Distruzione della sintassi, immaginazione senza fili, parole in libertà’.

Dato che lo declamava in pubblico, mentre lo recitava faceva varie variazioni di velocità (quasi da scioglilingua).

Non è poesia, non è prosa: sono tavole parolibere. Le tavole parolibere, come commenta lo stesso Marinetti, sono “analogie disegnate” in cui il senso della parola è descritto anche graficamente dal modo in cui la parola è disposta. L’immagine aggiunge forza e pregnanza alla parola, sottolineandone il significato.

Rispetto a Mallarmè (oltre a caratteri minuscoli, maiuscoli, in grassetto…) vi è anche il cambio dei caratteri.
Non parla di niente in particolare. Vi sono degli indizi, ma nessuna coordinata specifica.

Rispetto a Mallarmè (oltre a caratteri minuscoli, maiuscoli, in grassetto…) vi è anche il cambio dei caratteri.
Non parla di niente in particolare. Vi sono degli indizi, ma nessuna coordinata specifica.

I futuristi sono considerati un ibrido fra manifesto e pagina scritta ; come dice la Perloff, il futurismo è stato un momento comune a tutte le avanguardie nel mondo.

Adrianopoli = città turca che nel 1912 venne sottoposta a una coalizione di eserciti balcanici. L’assedio era dovuto al respingere l’impero ottomano ai confini con la Bulgaria.
Questa è una delle guerre che consiste nella preparazione della guerra mondiale.

Marinetti venne incaricato dal giornale francese Gilblas di fare il giornalista al fronte di questa guerra.

Questo Zang Tumb Tumb è la descrizione di questa avventura (a un certo punto la macchina di Marinetti si rompe e avanza in treno e poi in mulo).

In Marinetti vi è una forte connessione fra teatro e letteratura: è come se ogni parola si trovasse sulla scena e recitasse.

  • 1° tavola: viaggio in treno (oggettifica ciò che lo circonda).
  • 2° tavola: mobilitazione (aspetto geopolitico in cui Marinetti si schiera contro la pace).
  • 3° tavola: Battaglia sotto vetro-vento.

prima di pubblicare le tavole Marinetti pubblicò un romanzo quasi illegibile, il cui protagonista decide di generare tecnologicamente un figlio erede del suo regno (lo genera facendo a meno della donna).
Il figlio = Mafarka.

Il romanzo fu censurato per via di scene oltre il limite oltre il pornografico.

L’accusa a Mafarka lo rese molto famoso; vi fu il boom delle vendite del libro.

  • tavola Haidruck quartier generale turco: descrizione grafica delle impiccagioni in turchia
  • tavola ‘indifferenza di due rotondità sospese’ = guerra vista dal punto di vista dei turchi.
    Adrianopoli = prima guerra in cui avviene un bombardamento
  • tavola 10: Bombardamento

pieno di onomatopee, ma anche di strane espressioni come ‘Sciumi Marìtza’ = inizio dell’inno del regno bulgaro.

nel 1928: Marinetti traduce ‘la Germania’ di Tacito (che scrive molto come Marinetti); secondo Tacito le popolazioni germaniche si odiano perchè hanno paura reciprocamente (mutuo metu = reciproco timore. Il mutuo metu porta alla stabilità).

Marinetti la traduce malissimo, facendo grandi errori. Tali errori vengono notati da Gramsci, che la lesse mentre era in carcere.
Marinetti andrà a estremizzare in Zang Tumb Tumb ciò che Mallarmè aveva inizato con ‘un colpo di dado’, cioè l’usare la pagina come uno spazio di lavoro.

In Zang Tumb Tumb notiamo che per quanto Marinetti esalti la guerra, ne descrive comunque l’inquinamento, gli odori, le sostante nocive, la degradazione dell’umanità.
Il linguaggio è teatrale.

Il futurismo, intesi come sacralità della macchina, verrà inventato da Mario Morasso.

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l’idea di Gramsci sul futurismo:

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Gramsci è stato uno dei primi, pur avversandola, a capire l’ideologia futurista e soprattutto a capire che essa poteva far presa sul proletariato industriale che stava crescendo esponenzialmente nelle fabbriche del nord Italia.

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‘Le serate futuriste’, Francesco Cangiullo

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Francesco Cangiullo è nato come pittore e poi diventa uno dei primi futuristi arruolati da Marinetti.

Nel 1961 Cangiullo scrive ‘le serate futuriste, romanzo storico vissuto’ raccontando ciò che accadeva 50 anni prima nei teatri europei (prevalenza nord Italia).
ex.
serata al ‘mercadante’ (teatro a Napoli = a teatro il pubblico si schiera in pro e contro futuristi, e uno del pubblico tira un’arancia a Marinetti, che la mangia)
piedigrottesco’ dal quartiere ‘piedigrotti’ di Napoli

Il pubblico è protagonista nelle serate a causa del disorientamento nei confronti della vecchia generazione.

Lo scopo di Marinetti era infatti dividere il pubblico (e non) in due fazioni, così da provocare lo scontro.

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Palazzeschi:

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Palazzeschi venne portato da Firenze a Milano da Marinetti; era un pacifista e omosessuale.

Nel 1903-1905 pubblica raccolte e un piccolo romanzo, che mandò a Marinetti. Marinetti le ristampa nella raccolta ‘l’incendiario’ (le cui dediche le dettò Marinetti). Ebbe un breve successo.

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23
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il futurismo nell’arte:

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Nella mostra del 1984 ‘Futurismo e Futurismi’ = pitture futuriste (ma anche antecedenti del futurismo)

temi:
* tempo inteso o come composto da molti frammenti o inteso come grande durata
* scomposizione dell’io
* tecnologia
* sfida al canone della bellezza pittorica (sproporzioni..).

Medardo Rosso = su ‘Poesia’ si è discusso se fosse un artista futurista o no

Luigi Russolo = musicista creatore degli intonarumori (marchingegni che producevano rumori assordanti e fastidiosi) e che aveva la passione per la pittura. Famosa è la sua opera ‘Nietzsche abbracciato dalla follia’.

Comprendeva:
* la pittura cronofotografica (ritrae consecutivamente un movimento, ex. di un essere umano che si muove, e lo trasforma in onde)
* Munch
* Pellizza da Volpedo
* Picasso (‘studio per le damigelle d’avignone’ = scomposizione dell’io, sfida al canone di bellezza femminile)
* Russolo (intonarumori)
* Seurat = puntinismo, torre eiffel ( = modernità)
* Giacomo Balla (‘il campione’ = non c’è la luce naturale, vita notturna di città frenetica)

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Ardengo Soffici, simultaneità:

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Soffici, nato a Rignano sull’arno nel 1879 (morto nel 1964 a Forte dei Marmi). pur non essendo di educazione francese come Marinetti e Ungaretti, è il futurista che meglio conosceva l’ambiente parigino.

Tornato a Firenze porta con sé la sua esperienza parigine e così fonda con altri suoi amici la Voce (1908-1916), la rivista più importante del primo novecento italiano; era una rivista letteraria ma anche con dibattiti sociologici e critici all’interno (ex. pagine contro la Chiesa, il governo…).

Soffici si occupa delle pagine di critica d’arte della rivista, poichè era spesso a Parigi alla exibitiones.

Dal racconto di Cangiullio in ‘serate futuriste’:
Una volta, di ritorno da Parigi, si ferma a Milano a una mostra futurista (la prima in Italia). Rimane disgustato dai quadri, criticandoli nella Voce.

Da questa premessa si sviluppa il racconto di Cangiullo sulle serate futuriste (dopo aver letto la Voce, i futuristi si organizzano per andare a picchiare la redazione).

Scoppia la rissa al caffè delle giubbe rosse.
La vendetta scoppierà nella stazione.

In quella stazione, secondo Cangiullo nasce il futurismo fiorentino. Infatti, dopo l’episodio Papini e Soffici fondano anch’essi a loro volta una rivista futurista, l’Acerba.
Nonostante ciò, ci scrivono anche personaggi estranei al futurismo, come Ungaretti al principio della sua carriera.

Gramsci scriverà a Trotsky che l’Acerba era uno dei periodici più letti dagli operai italiani nel 1910. Essa è una rivista infatti molto meno elitaria di quella di Marinetti.

Già in Soffici si nota l’importanza data alla metafora. Dove ‘metafora’ = ritorno a uno stadio analogico che la mente umana conosce già (i bambini ragionano per metafore), per cui ci serve a ritornare ‘puliti’.

Nel 1914 avviene la rottura col movimento futurista milanese a causa del cosiddetto ‘marinettismo’, intrinso di idolatria per la modernità e per la macchina.

l’opera:
BIF ZF+18 (bizzeffe), simultaneità e chimismi lirici’ (1919)

Le poesie sono divise in 2 categorie:
1. simultaneità (fra cui Poesia) = più lineari
2. chimismi lirici = cambi di carattere, poesia visiva (non vocalizzabile)

  • chimismi lirici = unione chimica e poesia
  • -ismo = forme che la critica letteraria tende a cristallizzare (romanticismo, classicismo etc.) L’avanguardia esaspera questo fenomeno, infatti nascono moltissimi -ismi. Lotta con il passato.
  • simultaneità: diventerà un genere pittorico

La poesia, con questo titolo privo di senso e impronunciabile, vuole entrare nel canone, come quelle del romanticismo e classicismo. E’ una poesia materica, di cui puoi vedere le componenti.

  • L’aggettivo ‘lirici’ rimanda alla lirica, precedente anche alla poesia scritta. La lirica è ciò che ci rimane come la poesia come rituale, una poesia che si rivolgeva a una comunità preordinata.

Soffici attraverserà così varie avanguardie, fra cui appunto il futurismo, per poi tornare però a opinioni più tradizionali.

  1. Poesia
    Ha alcuni elementi comuni con Marinetti, come l’assenza di punteggiatura, susseguirsi di termini che apparentemente non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro, analogie fra astratto e concreto (pur senza -, come in Marinetti), la compresenza di suoni (non musiche, ma suoni forti) e immagini (colori forti).
    L’ultimo verso sembra inusuale per una poesia futurista.
    Diverso da Marinetti è la composizione della poesia, in cui i versi sembrano più frasi compiute.
    In Poesia = ‘spleens’ (spleen = milza, ma anche una sezione dei Fiori del Male di Baudelaire ; la milza era associata al malumore, all’affaticamento del respiro e di disagio, che in Baudelaire è dato dal contatto del poeta con la città, della perdita della sua aureola).
    Spleen è una parola che in Marinetti non sarebbe mai entrata, ma in Soffici entra già nella prima poesia.
  2. Arcobaleno
    7 pennelli = i 7 colori dell’arcobaleno = colora la tua vita. I colori non nascondono la realtà.
    Il tempo è annullato, cose che ha visto molto tempo prima in posti diverso gli tornano a mente e creano la realtà che ha davanti, per cui > ‘simultaneità’.
    Non è così diverso dal tempo di Ungaretti (Ex. si sta come d’autunno sugli alberi le foglie = i soldati, consapevoli che uscendo dalla trincea potranno morire immediatamente).

per Coleridge parallelismo = verticalità della poesia ; una poesia comunica sia in senso orizzontale, ma anche in verticale (cioè notare cosa ricorre più di una volta, e che significato ha per ricorrere).

Bisogna esercitarsi a ritrovare gli elementi verticali di una poesia (ex. sonetto) anche se non sono riportati strutturalmente (Ex. la rima è riportata strutturalmente, poichè è obbligata dalla forma del sonetto).

  1. Firenze’ = ritratto della Firenze nel 1915 (guerra) ; città deserta, antica, soleggiata, vuota, dove la vita sembra essersi fermata (il contrario delle città immaginate dai futuristi).
    La lingua parlata da questa poesia è quella dei manifesti pubblicitari/le reclame.

.4. ‘Noia’ = francesismi (fatto diverso = fatto strano/di cronaca ; sans blague = senza scherzo). ennui = ‘noia’ (si usava per parlare di un amore non realizzato).
Qualcosa rende la poesia difficile e ostica: immagini sconclusionate, il condizionale come tempo verbale in poesia è poco usato, è come se lo sguardo partisse dagli oggetti (visione pittorica della poesia), accostamento fra parole di registro alto e che hanno un’eredità culturale forte con parole poco auliche.

Lo sguardo/punto di vista non è neutro: è qualcuno che sta parlando in modo beffardo e sprezzante (definire la vita umana come un mero fatto di cronaca).

A volte questo sguardo vuole forse rimpiangere i tempi andati, i paesaggi di un tempo; in realtà vuole mettere tutti in ipotes: come se il nostro passato fosse un’ipotesi che non si può più realizzare ora (ciò spiegherebbe l’uso del condizionale).

In Soffici c’è un mondo artistico e una percezione estetica antica, un mondo in cui le cose non sono ancora chiare (più sfumate di Marinetti) > contrasto fra protasi e apodosi.

il poeta che si prende gioco di noi = stesso concetto del ‘riso’ nella gaia scienza.

  1. Paszkowski’ = Un caffè molto famoso a Firenze. Il caffè è una delle istituzioni letterarie che il futurismo vuole intaccare dall’interno.
  2. Luci di Roma’ = altra città vista con sguardo distaccato e beffardo.
    E’ diversa la tecnica: ? Roma è la città meno futurista possibile: viene fuori Roma come sfondo di una storia sentimentale.

Ma anche nella città meno futurista, qualcosa si muove (Marinetti una cosa così, un accarezzare un passato, una storia vissuta in una Roma metafisica, non l’avrebbe mai scritta).

  1. Atelier’ = Ciò che Soffici vede nel suo atelier da pittore.
    Atelier come antenna che capta la realtà intorno.

Fa una poesia con le iscrizioni sui muri, in cui la gente di manda a quel paese etc.

Ogni cosa è attirata dal suo atelier. Lo sguardo del poeta futurista è da un lato una critica beffardo, dall’altro è una calamita, attira tutto ciò che ha intorno.
La poesia in particolare di Soffici è sempre in equilibrio fra questi due vettori.

Si vede più nei chimismi che nelle simultaneità.

Nelle simultaneità e chimismi Soffici fa il contrario dell’ekphrasis (quando descrivi con le parole un’immagine) > entra nel processo della pittura e lo trasforma in poesia.

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25
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Ardengo Soffici, chimismi lirici:

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  1. 1° dei cminismi lirici = ‘Natura morta
    In esso Soffici descrive sì il quadro, ma descrive anche se stesso mentre lo osserva.
    Non sembra più essere una natura morta > conflitto di sensazioni, di colori e di luci (il titolo richiama una vecchia tradizione pittorica, mentre il risultato è quasi l’opposto).
    Non sappiamo quale sia il quadro, probabilmente una natura morta che lui aveva davvero dipinto, ma non importa sapere quale sia.
    In questo chimismo tutto sembra convergere nel quadro, ma non è così in tutti. Esempio è ‘biccher d’acqua’.
  2. biccher d’acqua

Così dalla descrizione di un bicchere > come il bicchiere riflette la luce esterna come un prisma > traduce i colori in una serie di sensazioni simultanee. E’ come se il bicchiere fosse un mondo (l’espressione ‘un mondo’ si ripete all’inzio e alla fine).

Chiusura sul caffè = sia perchè è la bevanda nera, sia perchè è il luogo ritrovo.

Ognuno dei chimismi lirici riprende l’altro (Ex. la poesia successiva a ‘biccher d’acqua’ è ‘il caffè’, poesia multilingue).

  1. Caffè’ = multilingue
  2. Numeri
    Sono i numeri che vediamo passeggiando per una città, numeri di un servizio, che troviamo casualmente ; i numeri non sono solo matematici, ma sono simbolici e ognuno ha una valenza particolare (anche per Marinetti).
  3. Apollo
    Era un night club. Trascrive poster di night club. Il mondo è fatto da cose che si muovono molto, troppo velocemente.
  4. treno-aurora
    Pubblicità che lui vede nel treno.
  5. via nuova’ = bordello.
    Nel bordello, centro della vita moderna, tutti i valori vengono ribaltati.
  6. buffet di stazione’ = calligramma
  7. passeggiata
    poesia molto simile all’omonima poesia di Palazzeschi (in cui P. descriveva tutto ciò che vedeva durante la passeggiata).
    Qui Soffici fa lo stesso in maniera più pittorica.
  8. tipografia

Messa alla fine:
La jolie rousse’ di Apollinaire (amico di Soffici e Ungaretti) > parla di se stesso delle cose che ha provato;lingue, viaggi, guerra…)
>
Da Apollinaire alcuni tratti del futurismo vengano colti e altri no.

Di Apollinaire è la lettre-ocean, lettera fittizia inviata al messico (con annesso francobollo), ed il suo calligramma tratta di una storia di corrispondenze che attraversano l’oceano > simultaneità dei luoghi, lontani nello spazio.

Jolie rousse: il ‘voi’ sono i lettori, a cui si rivolge in maniera beffarda. ‘Voi che giudicate tutto e che rappresentate l’ordine, non prendetevela con noi che abbiamo cercato l’avventura (‘noi che non siamo mai morti’ in Poesia, Soffici).
La ‘rossa graziosa’ descritta è l’incarnazione del mistero, dell’avvenire.

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26
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‘le metropoli e la via dello spirito’, Georg Zimmel:

A

Fu uno dei fondatori della sociologia, nonchè un’analizzatore del fenomeno delle avanguardie nella sua filosofia.

stesso autore di ‘ponte e porta’ (1909) = ponti e porte sono le vie di comunicazione di una città, ed è per questo che chiama così il suo testo: il fatto che la città moderna era una sorta di campo di comunicazione > nella città si attuano delle energie che nei tempi antichi non comunicavano allo stesso modo.

le metropoli e la via dello spirito’ (1903) =
Fino a Zimmel, la metropoli e la vita dello spirito erano due forze incompatibili, suo obiettivo è far capire come esse possono in realtà coesistere.

L’autore nella sua opera restituisce una descrizione della vita metropolitana, che accresce «l’intensificazione della vita nervosa», con un conseguente atteggiamento di «blasè», cioè di indifferenza, distrazione e solitudine dell’uomo moderno.

L’uomo che vive in città, per difendersi da questa incessante sovraesposizione di stimoli, reagirà tramite l’intelletto, che prende il sopravvento sulle altre ragioni del suo essere. L’intelletto è contrapposto al sentimento, che è invece conservatore, e restio al cambiamento.

L’intelletto, accostato al denaro e agli scambi commerciali, rende la città estremamente quantitativa, indifferente alle relazioni umane, che sono per definizione qualitative.

Gli abitanti della metropoli si confrontano con gli altri abitanti in modo talmente riservato che questa riservatezza rischia di tramutarsi in «tacita avversione e repulsione», che a sua volta può esplodere in odio e aggressione. La vita metropolitana concede molta libertà all’individuo, ma una eccessiva libertà crea il rischio di accrescere il sentimento di solitudine.

Simmel affronta poi il tema del lavoro nella grande città: essa offre molteplici possibilità e prestazioni. La città rende possibile la divisione e la specializzazione del lavoro, rendendo ognuno indispensabile ed insostituibile. Questa specializzazione però, porta l’uomo a soffermarsi su una piccola parte, perdendo di vista la globalità delle esperienze. Secondo l’autore tedesco, la volontà di distinguersi è l’unico modo per continuare ad occupare un posto ed avere coscienza di sé > catena di montaggio.

Simmel contrappone quindi lo «spirito oggettivo», cioè quello che l’uomo produce in ogni campo, ma che poi non riesce a controllare e viene percepito come ostacolo alla libera espressione del sé (ad esempio la macchina), allo «spirito soggettivo», cioè quello delle relazioni sociali dal carattere globale.

L’uomo è allora «ridotto ad una quantité nègligeable, ad un granello di sabbia», davanti ad una vita in città che assume caratteri sempre più oggettivi.

Infatti in quel periodo in Europa la vita di città tentacolari prende il sopravvento su quella di campagna. L’io in una cittò ha come base psicologica l’intensificazione della vita nervosa ; se la vita in campagna è monottona e abitudinaria, in città l’uomo è costantemente stimolato e in movimento, e si perde così la sentimentalità.
L’uomo reagisce a questi shock intellettualmente, non istintivamente (intelletto = la più adattabile delle nostre forze interiori, per cui è la nostra difesa contro lo sradicamento).

L’intellettuale della metropoli è ‘blasé’ = indifferente > colui che guarda con indifferenza ciò che ha intorno perchè neha sfiducia, tende quasi allo snobismo (‘gli indifferenti’ di Moravia). Ha passato uno stadio di continua stimolazione nervosa a tal punto che i suoi nervi non reagiscono più.

Quindi secondo Zimmel:
l’imposizione della vita nella metropoli > abbassamento dell’irrazionalità/del sentimento.

Zimmel dice che i problemi più profondi per l’uomo derivano dalla pretesa dell’individuo per restare se stesso, mentre vi sono delle forze che lo conducono altrove (ex. la natura è ostile all’uomo e cerca di distruggerlo).

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27
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storicizzazione letteraria delle avanguardie:

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-

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28
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‘le forze umane’, Benedetta Cappa:

A

Benedetta Cappa (14 agosto 1897, Roma - 15 maggio 1977, Venezia) = moglie di Marinetti, il femminile del futurismo.

E’ una voce interessante all’interno del futurismo, spesso oscurata dal fatto di essere la moglie di Marinetti.

Infatti, il futurismo sembra osteggiare l’odio e l’inferiorità della donna.

Fu allieva di Giacomo Balla, che sarà poi colui che nel 1918 la presenterà a Marinetti (i due si conobbero a una mostra di Balla).

Per Marinetti aveva ‘un temperamento quasi virile’ e ‘di alto grado di celebralismo’ = caratteri tipicamente maschili.

Marinetti giudica negativamente la letteratura femminile, citando ad esempio la scrittrice Rachilde (‘Rascild’), autrice apertamente bisessuale.

Le forze umane’ : sottotitolo = romanzo astratto con sintesi grafiche

La Cappa mette in discussione la ‘mimèsi’, cioè rinuncia alla definizione dettagliata di un personaggio e soffermarsi di più sulle sue qualità essenziali (cioè come un ‘occhio differenziatore’ può percepirlo).

Il romanzo inizia col titoletto ‘sforzo differenziatore’.
Caratteristica della scrittura della Benedetta è lo stile nominale (non ci sono verbi). Questa caratteristica ci dà l’idea dell’immediatezza dello sguardo, senza definire i dettagli.

Lo sguardo è astratto rispetto agli avvenimenti descritti. Non sembra la descrizione di una bimba che si addormenta, ma di uno sforzo.

cozzo = botta/colpo

piccolo nucelo di volontà = non è lei, ma la sua volontà che asseconda la madre mentre la mette a letto > astrazione > è una realtà sensoriale, un modo per avvicinare il personaggio alla realtà.

a sistematizzare l’uso dei sensi fu Aristotele = si chiese ‘come il nostro corpo percepisce la realtà? La percepisce attraverso uno spazio attraverso il quale si trasmettono degli elementi che arrivano fino a noi.

pagina 9 = sintesi grafica

Tutto il romanzo è composto da episodi staccati; essi ‘’’’narrano’’’ una bambina che impara a differenziare. Per cui, può essere assimilato in un certo senso a un romanzo di formazione (‘bell’esempio’).

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29
Q

nuclei tematici de ‘Le forze umane’:

A
  • carattere di ammirazione da parte dei futuristi, per la scelta di non scrivere romanzi tipicamente femminili
  • Concepito come un romanzo di crescita basato su elementi autobiografici, racconta la storia di una famiglia ripercorrendo la vita della sua protagonista, Luciana, dall’infanzia alla maturità, dettagliando eventi come la morte del padre e la scoperta della maternità e, infine, l’arte.
  • accompagnato da 19 disegni o “sintesi grafiche” come le ha definite l’artista, raffiguranti gli stati mentali e i conflitti interiori narrati nel romanzo.
  • esaltazione/lode all’infanzia, ai bambini che insegnano più degli adulti
  • la 1° guerra mondiale vista dagli occhi di una bambina, il babbo al fronte
  • descrizione dell’angoscia del babbo per la morte del nonno
  • il ricovero del babbo.
  • considerazione con l’amica Ala sulla brevità della vita, che scompare in un istante a dispetto dell’idea dell’uomo di essere invincibile
  • lotta in lei fra forza d’astrazione e forza d’attuazione
  • Benedetta sconvolta dalla forza dell’amore (la forza femminile) (lo Spirito è contrario all’amore, si sente tradito) > lotta fra istinto e cervello
  • per la Cappa ‘Amore = Sintesi dell’Universo
  • ribellione dell’Io della Cappa = ‘Odio l’Amore. Perché è entrato in me?’
  • astrazione = spiegare idee come l’arte, il tempo, con formule geometriche (ex. l’arte descritta come un angolo)
  • elementi futuristi = ampia descrizione di armi, tecnologie (Ex. fucili, aeroplani, bombe)
  • per la Cappa ‘Futurismo’ = Un’assieme di rivoluzioni spirituali, distruzioni e ricostruzioni affannose. Per cui le sintesi grafiche che lei inserisce nel volume = espressione della sintesi dell’universo.
  • il romanzo termina con la morte del suo gattino, in cui vi è un elogio alla potenza dell’uomo = ‘Sono IO-UMANITÀ che scopro e CREO la REALTÀ’.

considerazioni:
* sotto certi aspetti Benedetta va contro principi chiave del futurismo (ex. l’utilizzo della prima persona, che Marinetti aveva proibito in ‘Distruzione della sintassi, immaginazione senza fili, parole in libertà’ ; temi come l’amore, famiglia.
* sintesi grafiche = evoluzione delle tavole parolibere di Marinetti.
* secondo il critico Francesco Orestano, il motivo per la singolarità del romanzo di Benedetta è dovuta al fatto che la scrittrice era già ‘culturalmente formata’ quando ha aderito al futurismo, che non ha quindi influenzato moltissimo la sua poetica.
* il romanzo è diviso in 3 parti secondo la vita di Luciana: la , che comprende l’infanzia e i ricordi familiari, la sua esperienza come maestra d’asilo e la malattia e morte del padre (che riflette le esperienze reali della vita di Benedetta Cappa) > descrizione verista.
Nella parte Benedetta comprime discussioni filosofiche, un manifesto in cui spiega la sua opera.
Mentre Luciana è in crisi, le forze dentro di lei vengono personificate e parlano al suo posto.
La parte è semplicemente una grande sintesi grafica, come se l’immagine potesse mostrare in una maniera più diretta e spirituale ciò che lei intende scrivere.
* Benedetta usa spesso lessico oscuro, religioso, come se il viaggio di Luciana per diventare un’artista fosse un processo spirituale (> contrasto con l’ideologia futurista, che desiderava distruggere la Chiesa come istituzione). Luciana diventa artista nel momento in cui si ritrova ad affrontare tutte le difficoltà della vita; è la morte del padre che la porta a convertirsi all’ universalismo ( = sintesi grafiche), a portarla vicina all’arte.
* morte del padre = rito di passaggio religioso
* Benedetta usa lessico cattolico per rappresentare il passaggio dalla tragedia all’universale (‘fede’, ‘crocifissione’, ‘apoteosi’…)
* è la forza della ‘femminilità’ a ricordarle della morte del padre.
* Benedetta cerca di includere l’amore come elemento futurista, affermando che è questo che crea unione e armonia fra gli uomini (nel dialogo, ‘lo spirito’ afferma che l’amore distragga gli uomini, come affermavano i futuristi. ‘Le forze dell’armonia’ e ‘la femminilità’ controbattono).
Inoltre, per Benedetta l’amore è indispensabile per l’arte, e quindi gli uomini non possono creare arte senza la presenza della donna, l’altra parte dell’amore romantico > ripresa del neoplasticismo, altra avanguardia artistica.

Esso è un romanzo astratto (messa in discussione della mimèsi) con sintesi grafiche ( > sintesi dell’universo)

Nei suoi personaggi manca la caratterizzazione, tutto è astratto.
Anche ciò che accade, non è davvero descritto come accade, ma è descritto solo come la protagonista lo avverte attraverso i sensi.
Per questo lei si concentra molto sul tattilismo, che nella fisica di Aristotele ha una maggiore difficoltà a essere definito; descrivere il tatto è attuare uno sforzo differenziatore. Differenziare attraverso i sensi.

In Benedetta l’impianto è abbastanza classico, tanto che la domanda finale è proprio se prendere una vita nuova o tornare dalla famiglia.

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30
Q

l’idea di Marinetti sulle donne:

A

Marinetti usa con vena propagandistica l’idea del disprezzo della donna; in particolare, ogni volta che lo ha fatto. lo ha fatto mettendo insieme sempre l’amore per la guerra-disprezzo della donna > per lui donna e guerra erano due opposti.
Quasi tutti i grossi pensatori di inizio 900 fanno questa equazione (Freud, Weiniger…).

Tuttavia, Marinetti chiarisce cosa volle dire (vedi ‘scrittrici delle prime avanguardie’, Cecilia Bello).
E’ più un disprezzo delle caratteristiche che potrebbero essere considerate femminili dai lettori (Ex. la non violenza).
In realtà questo è uno dei tratti più temporanei del futurismo; in questa fase serve solo come atto di propaganda, per scioccare i lettori.
Già dagli anni 11/12, dal matrimonio di Marinetti, si cambia rotta.

In realtà, il futurismo è uno dei movimenti europei che ha ospitato più donne in assoluto. Sono tantissime le scrittrici futuriste ed hanno avuto anche una certa presa.

ex.
Manifesto futurista della Lussuria’ di Valentine de Saint-Point (pseudonimo).

Quindi è una donna a scriverlo. Una scrittrice di romanzi piuttosto osè.
Il manifesto è una provocazione a Marinetti; In questo manifesto, lei difende la lussuria, che può essere un valore e una forza da usare.
Il disprezzo della donna è un modo per nascondere la paura della donna, che ha in sè una grande arma: la lussuria.

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31
Q

confronto Cappa - Marinetti e Soffici:

A

caratteri che la differenziano da Marinetti e Soffici:
* la presenza dell’io (verbi non all’infinito, la presenza dell’io narrante per buona parte del romanzo)
* le sensazioni parlano per lei (sappiamo come si sente, non sappiamo nulla di come è fisicamente), non una vera e propria sinestesia come per Marinetti e Soffici. I sensi non vengono quindi mescolati, ma sono tenuti separati e analizzati a distanza.
* meno impatto visivo rispetto a loro

caratteri che la fanno assomigliare a loro:
* la sillabazione vocale (batt-tìto)

32
Q

‘Sensibilità futurista,’ Cappa:

A

‘Sensibilità futurista’ fu la premessa al catalogo di pitture di Balla (1927) ; i futuristi venivano infatti considerati come i ‘primitivi di una nuova sensibilità’.

La sensibilità futurista: 4 passioni:
1. per la profondità
2. per il vivo (quindi per il dinamismo, la simultaneità)
3. per la libertà
4. per la complessità (ex. la macchina ; ‘macchinismo’ = sottobranca del fut.)
PVLC

Infatti il loro obiettivo era percepire la realtà, elaborarla e farne una sintesi complessa.

Marinetti disprezza la folla, l’umanità.

33
Q

Edoardo Sanguineti:

A

Sanguineti nasce nel 1930 (Genova, ma vive a Torino) e muore nel 2010.
* A vent’anni inizia a scrivere, pubblicando però una volta laureato.
* era uno studente di lettere, anche se in realtà desiderava fare il ballerino. Tuttavia dovette abbandonare il sogno per una malformazione al cuore diagnosticata da bambino (che da adolescente però si rivelò inesistente!).
* era un dantista (tesi di laurea sulle Malebolge)
* uno dei suoi lettori fu Cesare Pavese
* 1951-54 = Laborintus (pubblicato nel ‘56)
* poeta con tendenza enciclopedica = riferimento al cinema, alla pittura…
* considera il ‘900 come il secolo delle avanguardie e del cinema (in particolare del montaggio = tagliare un’immagine e accostarla all’altra > si spezza la continuità e richiede un salto interpretativo. ex. il film ‘un cane andaluso’ di Luis Buñel). E’ poi un secolo interminabile ( <> secolo breve)

1962: collaborazione di due opere fra Sanguineti e Luciano Berio (influenza reciproca)
Laborintus secondo’ = (Laborintus messo in musica)

Passaggio’ = l’opera è incentrata su un personaggio femminile; è una donna in una prigione sociale/totalitaria, compromesso fra due posizioni che non si conciliavano mai poichè Berio voleva che la donna fosse l’ultima fidanzata di Kafka (Milena), mentre Sanguineti voleva che la donna fosse Rosa Luxemburg. Alla fine non fa riferimenti nominali.

le poesie di Sanguineti sono divise in 2 parti:
1. Segnalibro (1951-‘81).
* al cui interno c’è la sezione ‘Catamerone
* al cui interno c’è Triperuno
* al cui interno c’è Laborintus
2. Il gatto lupesco (‘82-2002)

Le fonti delle opere di Sanguineti sono varissime (Gramsci, Freud, latinoamerica…) = enciclopedia del sapere fatta di detriti, di parti che non si tengono insieme.
Il senso di tentare di rimetterli insieme cambia in base all’epoca che analizza l’opera, come accade con Marinetti.

‘Laborintus’ di Sanguineti non è un libro d’avanguardia nel senso che non è un libro che vuole scioccare il lettore. E’ un’esplorazione dentro il linguaggio e la storia, dentro l’inconscio.

  • inconscio
  • spazio
  • linguaggio
    = sono strettamente legati l’un l’altro, l’immagine uno dell’altro.

Sanguineti fece parte del gruppo 63’, cioè il gruppo delle neoavanguardie (2° ondata di avanguardia).

Per Jung, la palude è un archetipo, cioè un’immagine fissata nell’inconscio collettivo dell’umanità.
Il poeta viaggia come in sogno all’interno di questo luogo-archetipo; il suo è un percorso nell’inconscio sia individuale che collettivo, un ritorno alle origini o una discesi agli inferi (Dante).

La ‘Death Valley’ di cui si parla è una valle della morte (California), ma anche una situazione in cui siamo tutti immersi.

L’Urobòro, simbologicamente associto all’origine del cosmo, qui sembra in realtà una sorta di cratere infernale.

Il caos è dovuto al malessere psicologico, risolto dall’amore.

34
Q

Pasolini su Sanguineti:

A

Pasolini è sempre stato avverso alle sperimentazioni avanguardiste del tempo, fra Sanguineti e Pasolini non scorreva buon sangue (anche se Pasolini fu uno dei primi suoi recensori).

Il rapporto si ruppe alla fine del tutto a causa dell’inserimento dei testi di Sanguineti nell’antologia curata da Pasolini.

Ciò non toglie che Pasolini fu un interlocutore molto importante per ciascuno degli scrittori di quegli anni.

critica di Sanguineti = il dichiarato, quasi esibito comunismo di Pasolini nascondeva in realtà il ‘rimpianto per l’Italia rurale del fascismo’.

Per Sanguineti, la morte di Pasolini è da equiparare a ‘un suicidio per delega’, poichè la sua vita fu un esaurimento della volontà di more.

La battuta di Sanguineti = data la sua vita così in vista e reazionaria, era necessario il clichè di una fine tragica’.

Pasolini e avanguardisti come Sanguineti = il primo nato nel ‘22, l’altro negli anni ‘30 ; per cui, per il primo la guerra mondiale funge da perno, da spartiacque. Per gli altri funge da spartiacque il ‘68, visto come l’anno fra l’epoca della prassi e il tempo del suo annullamento, della militanza.

attorno ai primi anni ‘70 > fu Pasolini ad assumere le vesti dell’autore di avanguardia.

il paradosso sociologico in Pasolini = odio proclamato per la cultura di massa - contemporanea assunzione, su di sé, dei riti obbligati dell’artista di successo.

similitudini fra Pasolini e l’avanguardia:
anche in Pasolini binomio corpo - poesia, come in Rosselli e Vicinelli.

35
Q

‘Laborintus 1’:

A

-

36
Q

‘Laborintus 3’:

A
  1. Laborintus
  • Si cominciano ad analizzare quello che si dice all’inizio, cioè analizza la palude nella sua consistenza complessa, nei suoi detriti.
  • Nell’analisi fa un’enumerazione caotica (quasi barocca) degli elementi (ex. la Death Valley, un luogo in Nevada…).
  • urobòros= seprente che si mangia la coda’ = il cerchio è simbolo dell’origine dell’universo.
  • Si nota come il testo non esplode verso noi, come in Marinetti, ma questo di testo è il risultato di un trauma intimo, che condiziona il testo fino a renderlo magmatico.
    > per cui si possono definire Sanguineti e Palestrini ‘neoavanguardi’, come si definivano essi stessi. Tuttavia è un termine paradossale, perché come può essere un’avanguardia ‘neo’? Sarebbe un’innovazione dell’avanguardia, ma l’avanguardia è l’innovazione stessa.
  • Semplicemente i due riprendono elementi dell’avanguardia e li rendono più costruttivi.
  • termini in -zione = astratti, detriti, paroloni inutili, parti di linguaggio che non comunicano nulla ma ingombrano solo lo spazio.
37
Q

‘Laborintus 6’:

A
  1. Laborintus = descrizione di Ellie, ex compagna di scuola di Sanguinetti (iniziali = R.C.).

Torna spesso la parola ‘complicazione’, linguaggio non lineare ma ramificato, che si arrotola su se stesso; Elle deve complicare, è l’immagine della complicazione e la sua funzione = davanti a questo magma, Ellie è quella che dice all’io ‘attenzione, il mondo è complicato e tu devi risolverlo’ (solvere = termine chiave dell’alchimia).

Oltre a complicazione torna la parola ‘amore’ (ramificato in varie direzioni) ; anche la parola ‘estensione’.

‘io ti risolvo’ = Ellie è l’unica cosa chiara nel magma, ma anche lei che è chiara viene presentata per essere risolta, nel senso di ‘essere sciolta’, a dissolversi (verrà sostituita da un’altra figura). Un po’ come Beatrice nella vita nova, che insegna a Dante a leggere il mondo (e Rosa Luxemburg, e Milena).

38
Q

‘Laborintus 8’:

A

insieme di definizioni si accumulano fino a prendere vita > funzione conoscitiva e esplorativa dell’universo

39
Q

‘Laborintus 10’:

A
  1. Laborintus: Ellie è la fonte del linguaggio da cui Laborintus si sviluppa; da una palude di detriti linguistici, Ellie è l’unico personaggio in grado di partorire parole e renderle vive.
40
Q

‘Laborintus 20’:

A

spiegazione del modo in cui Ellie si è estesa nello spazio ed è stata espulsa in maniera alchemica.

Sono presenti molte citazioni in francese, tedesco, italiano, latino > anche quando crediamo di dire cose nuove, ci troviamo in realtà in una palude di detriti di cose già dette.

41
Q

‘Laborintus 27’:

A

Laborintus si conclude con l’apparizione dell’altra figura femminile di Lab. che compare in varie sezioni è Lambda (lettera greca = λ), la cui forma ricorda un bivio e rimanda a Edipo, ultimo della dinastia dei lambacidi (il cui simbolo è la lambda).

Lambda rappresenta il superamento della palude, infatti non è un caso che sia probabilmente un riferimento alla moglie Luciana.
Si conclude con una nascita (la nascita del figlio).

frase finale ‘che fare?’

Laborintus: costruito come la cronaca di un’alienazione mentale. Significa che Sanguineti descrive in realtà qualcosa che sperimentano tutti > processo di autocoscienza.

42
Q

il lettore ideale di Sanguineti:

A

Lui avrebbe risposto ‘un analfabeta, cioè qualcuno a cui le poesie arrivano direttamente, senza sovraconcetti.’

43
Q

riflessioni su Ellie:

A
  • Ellie = archetipo Junghiano, funzionale, con il suo disgregarsi, al processo di individuazione del soggetto (disgregato a causa degli effetti della società capitalista sull’individuo)
  • Ellie, ragazza amata da Sanguineti anni prima, ha ispirato la nascita di Laborintus.
  • parte centrale = dominata da Ellie e dalla sua trasformazione, per questo denominata ‘romanzo di Ellie
  • !! = il romanzo di Ellie è in qualche modo però incompiuto, poichè se nella sezione 17 è ormai definitivamente consunta, sue reminiscenze permangono fino quasi alla fine del poema, e queste sue emersioni sono tutt’altro che trascurabili, soprattutto non solo residui utili a Lambda. Il superamento di Ellie avviene in modo definitivo?
  • Ellie = assoluto femmine, femminile del maschile (‘eri il mio corpo’)
  • il protagonista è Laszo, con un aiutante, Ruben.
    attraversata la soglia che porta alla palude vera e propria (sezione 6) Ellie ritorna come riferimento, invocata, necessaria per interagire con la complessità del reale > la realtà come complicazione e la complicazione come strumento di comprensione.
  • Ellie è costantemente paragonata alla luna
  • La palude è il ventre generatore, nello stesso tempo informe caso originario ma anche risoluzione terminale di tutti gli aspetti della realtà: insomma il Tutto. Come se Ellie fosse una Grande Dea di ciò.
  • erre’ ‘ci’ = iniziali del nome della persona reale da cui nasce ‘Ellie’
  • Ellie = non comprensibile dal raziocinio.
  • Ellie si dissolve perchè comincia a palesarsi inadatta per i compiti che le sono stati affidati
  • Di Ellie disfatta restano solo frammenti sparsi
  • la ‘coniucto’ che doveva formarsi con Ellie, si forma con Lambda
  • riferimento a Dante = Ellie come Virgilio che non può entrare in paradiso? Anche se Ellie smette di esistere poichè superflua, non perchè bloccata da una limitazione.
44
Q

‘Erotopaegnia’, Sanguineti:

A

-

45
Q

‘Purgatorio de’ l’inferno’, Sanguineti:

A

-

46
Q

manifesto, teatro e pagina scritta nelle Neoavanguardie:

A

-

47
Q

Nanni Balestrini:

A

Nanni Balestrini (1935, Milano - 2019) non scrisse tanto, ai convegni preferiva ascoltare che parlare. comincia a pubblicare a 22-23 anni > fu scrittore di una violenza e radicalità estrema.

Nei primi anni 70, pur giovanissimo, era un autore già conosciuto sia per la sua posizione radicale (era anticapitalista), fu incriminato per essere simpatizzante delle brigate rosse (in occasione del processo del 7 aprile, dopo l’assassinio di Aldo Moro) con **accuse però false di terrorismo architettate per tacitare il dissenso.

Per cui fu costretto a scappare in Francia per 7-8 anni, fino alla dissoluzione delle accuse.
Da questo momento la sua vita sarà fra Roma e Parigi.

Sua mamma era svizzera, per cui era conoscitore del tedesco > da giovane si interessa ad avanguardie di lingua tedesca (ex. il dadaismo), traducendo alcuni autori > palestra di avanguardia.

Balestrini = tecnica dell’assemblaggio, assemblaggio di citazioni.

48
Q

‘Come si agisce?’, Balestrini:

A

-

49
Q

confronto Sanguineti - Balestrini:

A
  • Sanguineti scrive sì attraverso citazioni, ma le pone in modo casuale e non sistematico, appunto per sottolineare l’idea di una palude di detriti inesplicabile, che può essere risolta solo attraverso Ellie
  • Balestrini scrive per citazioni per dire ciò che vuole dire, poichè non si può dire niente di nuovo se non attraverso ciò che è già stato detto
  • Sanguineti: idea di un mondo di macerie più spirituali che concrete (effetti del capitalismo), risolvibile solo vedendo il mondo come lo farebbe un bambino (soluzione fornita da Ellie?)
  • Balestrini: polemica contro il ‘sasso appeso a un fil’, cioè contro la bomba atomica, a cui può opporsi la forza della scrittura
  • A differenza delle poesie di Sanguineti, spezzate all’interno
  • quelle di Balestrini sono come un unico discorso fra le ‘strofe’ e che potenzialmente potrebbe non finire mai.
  • Sanguineti: esplorazione di una palude psichica con soluzione politica, marxista.
  • Balestrini: consapevole che non si tratta di esplorare una psiche ma un linguaggio, che si forma non autonomamente, ma attraverso un’eredità che formano il nostro modo di pensare, un’eredità assimilabile dalla letteratura precedente.
    La poesia diventa così un’operazione di apertura verso la realtà, di opposizione rispetto a tutto ciò che la società (il potere, la società dei consumi, il denaro, il capitalismo non come sistema economico ma come sistema di vita) ci impone.
    Il linguaggio è ‘la nuova vita che arriva’ (cit. Caosmogonia), è una macchina creata per boicottare il funzionamento del sistema (che ci tratta a sua volta come se fossimo macchine).
50
Q

‘6° Sequenza’ in ‘Ma noi facciamone un’altra’, Balestrini:

A

VI sequenza’ in ‘Ma noi facciamone un’altra
maggior rilievo alle parole nello spazio > lo spazio è riempito dalle parole, che sono in righe che non comunicano l’un l’altra.
Sembra aver ritagliato da un testo più largo
.

Lo spazio è impattante/rilevante, capiamo che lo spazio è qualcosa che condiziona il testo a tal punto da tagliarlo (cioè è più importante lo spazio interno del testo che c’è dentro ; Calvino = ‘testo come campo di forze’, che deve combattere con lo spazio che lo circonda).

51
Q

‘Le ballate della signorina Richmond’, Balestrini:

A

Vennero pubblicate nel ‘67, anno abbastanza tosto per la politica italiana. Quell’anno a Bologna in via Mascarella venne ucciso Francesco Lorusso dalla polizia, la tensione delle proteste sociale porta a scontri armati.
Da qui l’idea per l’opera.

VI. La signorina Richmond raccoglie informazioni sulla cerchia dei
pretendenti
’ in ‘Le ballate della signorina Richmond
il testo è trattato come un sistema di permutabilità = qui, una parola vale l’altra. Un po’ come gli uomini sul posto di lavoro.

La signorina Richmond: un personaggio inventato da Balestrini, non si sa chi sia in realtà.

Balestrini la immagina in tanti contesti diversi scollegati fra di loro, come se lei dovesse semplicemente guardare la realtà dal suo punto di vista, ma al posto di un concetto/un’idea, vada a sostituire le parole con altre.

c’è qualcosa di meccanico/artificioso, c’è anche la ripetizione di certi segmenti; l’ordine in cui sono disposti cambia, ma in realtà si percepisce qualcosa di organico.
Sono ovviamente citazioni tratte da manifesti politici, riviste di estrema sinistra, discorsi… ma particolare è il modo in cui Balestrini le usa.

L’idea di una poesia che sta guardando da diverse parti (lo spaizo culturale in cui può nascere questa poesia è quello dei media, in cui riceviamo informazioni da tutte le parti) > questa poesia apparentemente così chiuse su se stessa è in realtà estremamente aperta, poichè riceve informazioni da moltissime fonti.

Si ha la sensazione di qualcuno che urla più che darci un’informazioni (slogan > informazione); ripetendo le stesse frasi (ex. ‘abbiamo riso…’) in modo così semicasuale le fa perdere valore / perdono il loro valore semantico, un po’ il principio della pubblicità (più ripeti lo slogan, più ti entra nella mente e più perde il valore semantico iniziale).

> ingresso dello ‘slogan’ (e cioè del linguaggio meccanizzato) nella poesia.

52
Q

metodo di pubblicazione di Balestrini:

A

Balestrini pubblicava i volumi man mano, lo ha fatto per molto tempo.

53
Q

‘Caosmogonia’, Balestrini:

A

‘Caosmogonia’ (pubblicato nel 2010 per Mondadori, scelta molto contestata dato il suo contenuto politico).

E’ composto da 3 sezioni dedicate a 3 punti di riferimento che lui considera imprescindibili per le poetiche del 900:
* Francis Bacon, pittore
* John Cage, musicista d’avanguardia
* Jean-Luc Godard, regista

L’ultima poesia del libro: istruzioni preliminari (carattere straniante il fatto che ‘preliminari’ ma poste alla fine del libro).
termine ‘caosmogonia’ = inventato da Joyce (ovviamente nessun termine/frase è scritta direttamente da B.)
In ‘istruzioni preliminari’ il mondo descritto si sta distruggendo, è in corso un disgregamento e i versi non suggeriscono nessuna soluzione. Dove sono quindi le istruzioni preliminari? E’ l’atto stesso di scrivere a darcele, le citazioni, la possibilità che ci offre la pagina scritta.
La poesia, il linguaggio poetico, sono un modo per sovvertire la società.

caosmogonìa = come se il cosmo fosse una grande bocca aperta pronta a inghiottire tutto, immagine apocalittica che riassume il contesto nel quale il libro è nato.

‘istruzioni preliminari’:
leggendo la prima sestina, le frasi sono stranamente comprensibili e legate fra loro, un po’ come la sign. Richmond;
leggendo la seconda, vediamo che l’ultimo verso della sestina riprende (coblas capcaudadas) il primo della sestina successiva.

Balestrini sembra effettivamente parlare di qualcosa, di un mondo che sta andando alla deriva, ci sembra essere di fronte una sorta di apocalisse che si sta svolgendo sotto i nostri occhi ma che non siamo in grado di comprendere.

Afferma che anche la scrittura, la pagina scritta è riflesso di questo mondo privo di certezze, tutto sembra essere votato all’azzeramento, alla dissoluzione.
Il testo viene prodotto e dissolto nello stesso momento, ponendo così il dubbio su cosa si potrebbe scrivere e su cosa, in questo grande caos.

tendenza oppositiva > istruzioni per fare qualcosa (immagini sparate come slogan).

da un lato moltiplicazione delle immagini (tante immagini descritte dai versi) e dall’altro l’azzeramento, come se la scrittura fosse un’attività per azzerare il linguaggio e preparare un nuovo mondo e una nuova società. Per quanto sia anch’essa portata via dal caos, la scrittura ha qualcosa in sé che può far nascere un nuovo modo di stare insieme.

Scrivendo si può modificare quindi il modo in cui siamo, ma scrivendo cosa? come? usando l’avanguardia come forza oppositiva. Questo è quindi il concetto di avanguardia di Balestrini, ben sintetizzato in questa poesia.

Resta comunque complesso trovare una forma che possa ribellarsi al caos e auna società di dominanti e dominati. Di fatto, grande nemica di Balestrini sarà sempre la società capitalista, che non fa altro che perpetuare il suo meccanismo di dominio (per lui, una buona soluzione è appunto l’azzerazione di tutto, a partire dal canone del linguaggio).
Lui comunica ciò con nulla se non con frasi/citazioni già usate, come se fosse la poesia stessa a esprimere questa idea.

54
Q

poesia concreta:

A

poesia concreta (anni ‘40)= un tipo di poesia che tiene in conto l’aspetto visivo del testo e della sua potenza comunicativa non tenente conto la sua articolazione linguistica. Essa comunica semplicemente per come la vediamo (o palpiamo etc)

Due gruppi principali di poeti concreti:
* quello viennese
* quello brasiliano

Essa infatti non è un movimento, ma un orientamento, che ha preso quindi forma in diversi contesti e luoghi.

periodo in cui viene composta l’opera = periodo in cui iniziano a delinearsi gli archetipi del mondo moderno. Dopo il periodo di sviluppo della società della produzione, nasce la società del consumo, in cui si inizia ad associare ad esempio il tempo libero a spazi verdi.

55
Q

il gruppo ‘63 e la triennale di Milano del ‘64:

A

All’hotel Zagarella > si forma il gruppo 63 (nato nel 1963), non un movimento ma un crocevia in cui si sono incrociati più movimenti e tendenze, importante perché ha introdotto in Italia la prassi della lett. di gruppo, che in Germania (dove c’era il gruppo 47) e Austria era già in auge.
Nel gruppo si discuteva sulle nuove frontiere della poesia. In questo gruppo vi era anche Umberto Eco, che nel ‘62 pubblicò il saggio ‘Opera aperta’.

Nel saggio si comincia a parlare di letteratura come uno spazio immersivo (ex. gli spazi progettati da Aulenti alla triennale).

Alla triennale del 64 si inizia a comunicare proprio questo concetto, esponendo le opere in modo da rendere questa esperienza immersiva (mostre immersive).

infatti:
I due ideatori della mostra del ‘64 furono Umberto Eco e un architetto chiamato Vittorio Gregotti.

Il tema della triennale era principalmente ‘il tempo libero’, e tutte le opere erano su questa scia. Molti padiglioni contrapponevano a vita frenetica del lavoro con l’altrettanto vita frenetica delle vacanze.

Così l’arte e l’avanguardia fanno i conti con uno spazio dilatato, allargato > non è più il lettore che ricava informazioni dal libro o dall’opera d’arte, ma è il libro/il quadro che si espande fino a circondarmi, diventa uno spazio in cui io devo orientarmi e che mi porta a leggere il mondo in un determinato modo.

‘Opera aperta’ non è un libro strettamente sull’arte avanguardista, ma è un trattato sull’arte generale che comincia con Dante e finisce con Joyce.
Vuole mettere in risalto il carattere di apertura che fa da comun denominatore alle opere di questi anni.
L’essere aperta di un’opera è anche il lasciare aperte molte vie di interpretazione, come è per molte terzine di Dante su cui ancora oggi si interrogano gli studiosi.

Il gruppo ‘63 si sciolse definitivamente nel 1969.

56
Q

Patrizia Vicinelli:

A

Patrizia Vicinelli (Bologna, 1943)

Esordisce come scrittrice più tardi di Sanguineti e Balestrini; era di famiglia discretamente agiata e si interessa subito alla filosofia, all’estetica e alle lettere classiche.
Appariva come una ragazza anonima, tranquilla, ma che sin dagli anni scolastici aveva praticato la poesia come un’attività terapeutica, come un modo per sentirsi viva.
Dai suoi colleghi veniva descritta come una ragazza acutissima.

Esordisce su una rivista romana di nome ‘Ex’, con una serie di poesie sperimentali. Così la sua opera si rende conosciuta nell’ambiente romano poichè tale rivista era diretta da un genio della poesia sperimentale del secolo, Emilio Villa.

Le poesie della Vicinelli non sono semplici né da fruire né da catalogare ; oltre a scrivere, Vicinelli parla e mette in scena la sua poesia attraverso il corpo. E’ una performer clamorosa, ogni volta che recitava queste poesie in pubblico, quest’ultimo veniva coinvolto in maniera assolutamente anomala.

Spesso trasformava le sue poesie, racchiuse anni dopo la sua morte nell’opera ‘Non sempre ricordano’, in video performance.

Con la Vicinelli la poesia diventa voce e spazio condiviso.

Da giovane partecipava agli incontri del gruppo del ‘63. Nel terzo incontro ci fu praticamente il suo esordio nella performance poetica, in cui fu notata dagli altri partecipanti.

Dopo un mandato d’arresto, fece un anno e mezzo di latitanza durante il quale fece un viaggio in nord-africa, in cui scrisse ‘apotheosis of a schyzoid woman’ (1969-1970). > opera verbo-visiva.

Mentre era in Marocco sperava che l’ordine di arresto fosse decaduto, così tornò a Roma, dove pensava di essere libera. Tuttavia, un vigile si accorse che il suo certificato penale era irregolare, così venne arrestata e mandata al carcere di Rebibbia, dove scrisse molto e fece un laboratorio di teatro d’avanguardia con le detenute.

Attraversò la dipendenza da sostanze psicotroche, verrà anche detenuta nel ‘77.

Alice
‘Alice nel paese delle meraviglie’ è colei che oltrepassa lo specchio, che si trova davanti a un mondo fatto di apparenze.
E’ come se V. analizzasse tutto ciò che la storia può riversare sull’individuo ; molti personaggi della V. sono lasciati soli, bersagli della storia. Personaggi colpiti da qualcosa che li opprime, che quindi assumono molto spesso un carattere politico.

tipico della Vicinelli è lo spazio bianco ‘intra versale’ (cioè all’interno del verso), un po’ come Andrea Zanzotto.

quindi poesia Vicinelli:
* Ha ovviamente un carattere performativo, cioè va pensato recitato.
* Gli spazi bianchi invadono e mettono a rischio la continuità del testo, fino a diventare protagonisti in alcune poesie.
* analisi delle parole nelle loro minime parti e del loro suono.

57
Q

‘A, à, a’, Vicinelli:

A

‘à, a, A’ = raccolta di poesie (1967) > la Vicinelli fa poesia per incidere sul linguaggio, per smontarne i meccanismi.

Anche qui siamo davanti a frammenti, citazioni, trasformazioni. Abbiamo elementi casuali/aleatori che ricorrono una volta sola.

Si sofferma sulla ‘materialità’ della parola, sul suo essere pronunciata dalla bocca, il carattere fisico delle sillabe.
ex. studio su come la parola ‘vedo’ diventa ‘ve(n)do’, come se partisse da una piccola cellula e avesse poi una variazione continua, quasi moltiplicata.

pag. 11
questa ‘poesia’ è anche stata trasformata in video. Molte delle sue poesie diventano anche performance teatrale.

E’ come se la sua poesia cercasse di ottenere uno spazio. E’ come se la frase venisse rallentata, scomposta e analizzata nelle sue parti che la rendono vocale. E’ come se la voce scomponesse le singole parti della parola e le rallentasse in modo da farcele sentire una dopo l’altra.

quasi tutte le pagine di a,a,a sono tavole grafiche che elaborano fonemi, parti del discorso, numeri, citazioni, e sono distribuite sulla pagina quasi in modo che la voce possa seguirle.
Poche pagine sono lineari, quindi non tavole grafiche.

E’ come un dizionario dei primi elementi del linguaggio ; sono presenti anche calligrammi, poesie concrete (dattiloscritte).

Il testo della Vicinelli è anche un tentativo di mettere questa forza della voce come in un dizionario, sembra quasi che in molte parti il testo imiti la forma di un dizionario.

  • riferimento a Prometeo, titolo di un componimento in a,a,a (l’aquila che gli mangia il fegato = condizione dell’uomo moderno incatenao e alienato dalla società capitalista)
  • poesia 3 > Malone muore = opera di Samuel Beckett, che esasperò il lavoro del linguaggio iniziato da Joyce portandolo a teatro attraverso i gesti dei personaggi.

Vediamo che le parole non sono più unite ma scisse, separate, rielaborate e scomposte nelle loro componenti minime.

Spesso è come se la Vicinelli ci mettesse accanto a figure non rilevanti nella storia; è comune nella sua opera presentare personaggi totalmente sconosciuti o inventati, che diventano centrali come se fossero vittime a cui nessuno ha potuto dare voce.&raquo_space; viene ribadita l’importanza della voce, come strumento per essere sottratti all’oblio.

Questo libro è il frutto del rapporto con Emilio Villa.

Ovvio è che non tutta la poesia di V. è verbovisuale, alcune sono più lineari.

La Vicinelli sembra tornare alla genesi della poesia, che nasce come orale; non a caso il suono ‘a’ di ‘a,A,à’ è il suono iniziale, primordiale. Così come primordiale è il suo studio del linguaggio.

In certe pagine di ‘a,A,à’ si arriva addirittura all’infragrafo, cioè le lettere si scompongono e diventano meri frammenti grafici.

Il plurilinguismo di Vicinelli è probabilmente ispirato da quello di Emilio Villa.

58
Q

confronti con la Vicinelli:

A

con Marinetti:
* il principio delle sue poesie è simile a quello delle tavole parolibere di Marinetti, poiché anche lui spesso leggeva i testi di Zang Tumb Tumb durante le serate futuriste.
Tuttavia, cambia l’intenzione delle performance. Esse non vanno necessariamente verso la provocazione del pubblico, ma è come se tornasse all’interno del testo stesso, all’interno delle sue componenti (che sono più sonore che scritte).
Infatti la poesia precede la letteratura, la poesia nasce innanzitutto dalla voce, che era spesso rituale.
Lo stesso ‘A, à, a’ ha un titolo che ha un tentativo di variazione sul suono originale la ‘a’, il suono dell’inizio di tutto.
Queste pagine vanno infatti lette come studio della elaborazione, dell’evoluzione del suono.

con Soffici:
* è quindi una poesia visiva che può anche essere vocalizzata (al contrario ad esempio della poesia visiva di Soffici).

con Balestrini:
* clue nelle neoavanguardie = tutto si svolge nel testo; il testo è una visione che si ampia a tal punto da diventare il teatro del mondo, la superficie in cui ogni cosa lascia l’impronta.
Tutta l’alienazione e il disagio nei confronti della società capitalista e consumistica diventa corpo testuale, così come lo diventa anche una certa forza oppositiva > scrivere, urlare la poesia può far saltare il meccanismo, fare quindi qualcosa di rivoluzionario (ripresa a Balestrini).
L’idea di lavorare sul testo per sviluppare un’azione reale (e quindi scrivere per cambiare il mondo) era infatti molto sviluppata negli anni ‘70.

con Sanguineti:
* come Sanguineti, il plurilinguismo nelle sue poesie è importantissimo, anche in opere più ampie come in ‘Non sempre ricordano (opera da cui prende il nome l’omonima raccolta)’.
il plurilinguismo è un tentativo di andare alla radice delle lingue, prima della differenziazione della torre di Babele
Se in Sanguineti la trasformazione del linguaggio riflette qualcosa di traumatico (idea di frammentazione legata ai traumi), nella Vicinelli è funzionale ad analizzarne le sue parti (le varie lingue aiutano a confrontare le varie radici).
* Nella poesia della Vicinelli l’uso delle maiuscole è preponderante rispetto a Sanguineti e Balestrini.

59
Q

‘Apotheosys of Schizoid Woman’, Vicinelli:

A

‘Apotheosys of a schizoid woman’ è stato scritto nel periodo di latitanza di Vicinelli, in cui era sfuggita all’ordine di arresto per il possesso di stupefacenti. Era appena tornata dal viaggio in nord Africa.

  • Si legge da destra a sinistra, come i testi arabi o ebraici.
  • schizoide = termine in uso nell’avanguardia degli anni 70, poiché molte delle opere sono legate a uno studio psicanalitico abbastanza approfondito.
  • dovrebbe rappresentare una struttura bipolare = cervello che si muove su 2 fronti contemporaneamente.
  • aperto il libro infatti, nella prima pagina a sinistra si trova un collage verbo visivo: cosa significa questo insieme? non si sa, ma è interessante la struttura bipartita del libro che si ha aprendolo > sulla facciata destra in corrispondenza troviamo una freccia che parte dal collage, con scritto ‘ il sole’.
  • Man mano che si presentano, i collage sono quasi identici.
  • la Vicinelli distanzia il lettore, non lo fa entrare nella pagina > straniamento.
  • Il bipartismo è rappresentato dalla scena vista da 2 cervelli, uno che sta ancora crescendo, l’altro che è saturo (rappresentato dalle 2 facciate).
    Man mano la serie di immagini va a convergere > la 1° prende elementi dell’altra e viceversa.

Si possono fare ipotesi sul perchè Vicinelli abbia scelto determinate immagini per creare questi montaggi.

Molte immagini sulla famiglia e sui bambini > sembra che la donna ricerchi le sue radici, stabilità.

Le ultime due pagine si equivalgono fra loro, dialogando.

Nei collage abbiamo riferimenti esoterici, astrologici, alla grafica pubblicitaria, all’omicidio, alla pazzia (ex. immagini di psicofarmaci). sono presenti molte implicazioni politiche (ex. contro la polizia).
Nella pagina a destra la riga di numeri è andata man mano crescendo.

Forse può essere interpretato come un viaggio nel proprio passato, in cui la mente schizoide cerca rifugio? o una chiave per interpretare il presente? Non si sa.

Forse come Laborintus è un viaggio all’interno di un disagio mentale (> Laborintus in versione verbo visiva).

Ultima pagina = rappresenta un disegno diviso in due.

per riassumere Patrizia Vicinelli:
* corpo
* voce
* visione
* teatralità
* esperimenti grafici molto complessi

60
Q

la neoavanguardia in Patrizia Vicinelli:

A

L’avanguardia degli anni 60/70 non mette più steccati fra azione letteraria e azione visiva/performativa, fra pagina e corpo.

61
Q

‘Castelporziano’ e il gruppo ‘93:

A

A pochi chilometri dalla spiaggia in cui Pasolini venne ucciso venne organizzato nel 1979 il 1° festival internazionale dei poeti, che dura 2 giorni. L’iniziativa era di alcuni gruppi di sperimentazione romani.

Era un palco montato su una spiaggia (spiaggia di Castelporziano), in cui si susseguono poeti che leggono. La maggioranza erano italiani e dilettanti, ma altri erano poeti della big generations americana.

Il festival finisce col pubblico che va sul palco e questo crolla. E’ simbolicamente vista come la fine delle avanguardie come le abbiamo sempre conosciute, la fine della teatralizzazione del testo, della valorizzazione del corpo, della sperimentazione del linguaggio, alla poesia vista come un momento comunitario, all’importanza data alla voce.

Castelporziano è una comunità che si autodistrugge, un caos in cui la voce tenta di emergere ma non ci riesce.
Strano è che quando leggono gli americani c’è un gran silenzio, come se quella poesia lì abbia un effetto ipnotico sul pubblico.

E’ un po’ uno spartiacque con quello che succede dopo, quindi negli anni 80/90.

In questi anni le sperimentazioni si sono molto affievolite; nel 1980 Valerio Magrelli esordisce con una raccolta (‘Cervo Volante’) apparentemente tradizionale. E’ il punto di partenza per le avanguardie degli anni 90, col nome di ‘gruppo 93’.

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caratteristiche di ‘cervo volante’

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Cervo volante’ (anni’80) = una delle prime riviste fautrici dell’avanguardia degli anni 90, che si è dato il nome ‘gruppo 93’.

E’ una poesia che nasce da una riflessione di critica letteraria. Al contrario dei futuristi, che sbeffeggiavano i critici.

elementi nuovi dei poeti del 93:
* interazione poesia - critica
* traduzione
* rielaborazione formale dei testi tradotti

‘Cervo volante’ rappresenta quindi un po’ un ponte fra le avanguardie degli anni 70 e quelle degli anni 90 > tentativo di portare la scrittura a un livello sperimentale che in parte riprende soluzioni delle avanguardie degli anni 60 e in altri aspetti se ne differenzia.

Molte di queste poesie sono traduzioni (Ex. di poesie di Ezra Pound, da William Carlos Williams…), poesie fondate su una certa struttura metrica che si riconosce già all’occhio (con una scelta metrica vincolante).

  • Poi è usato il ‘manierismo poetico’ (> imitazione, citazione) come se queste forme fossero la ripetizione di una maniera poetica appartenente al passato (ex. dal medioevo al barocco).
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caratteristiche del ‘gruppo 93:

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Il gruppo 93 viene fondato a Milano nel 1989 con un incontro alla libreria Buchmesse di Michelangelo Coviello, nei giorni in cui si svolge l’edizione di Milano-Poesia curata da Nanni Balestrini, si diceva necessariamente finito nel 93 poiché l’avanguardia sa che a un certo punto anch’essa diventa tradizione, cosa già vista.

Il gruppo intero si orienta (scrivono) intorno a 3 riviste letterarie semiclandestine:
1. ‘Cervo volante’ (o ‘KB’) (1980),
2. * ‘Altri luoghi’, genovese. Da essa si sviluppano ovviamente gli avangaurdisti genovesi
3. ‘Baldus’ (1990)> nasce il cotè napoletano; si cercano connessioni forti fra critica e poesia.

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come si concilia questa scelta con l’impulso antagonistico dell’avanguardia:

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Come può un’avanguardia, quindi poeti sperimentali, riprendere e rifare stilemi, forme metriche e soluzioni lessicali tipiche di epoche così lontane?

E’ stato già visto con Sanguineti, con citazioni provenienti da lingue e stili diversi ,ma in lui la forma era appunto un po’ di caos, mentre in questo caso la forma è estremamente ordinata (l’ordine è imposto anche dalla forma metrica).

Leggendoli però, non si riesce a capire molto. C’è un odore di passato, ma ex. titolo in altre lingue rispetto a quella usata nei versi.

Ad esempio Gabriele Frasca, che praticamente esordisce su Cervo Volante; petrarchismi, arcaismi nelle sue poesie (con traduzione sotto).

Questo impulso verso il passato è dovuto all’allegoria;

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Walter Benjamin e il concetto di ‘allegoria’:

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In una lettera di Walter Benjamin a un amico > era la storia della bella addormentata, la fiaba dei fratelli Grimm, riscritta da lui.
La riscrive dicendo che non è un principe a risvegliare la bella, se la bella venisse svegliata a lui lei risponderebbe con un morso.

Sarà a svegliarla uno schiaffo dal capocuoco del castello al cuoco.

Lei cade addormentata da una ago, perché voleva farsi un vestito nuovo.

Bella = allegoria della verità > il principe non esiste più, il capocuoco è Benjamin stesso, il vestito che la bella voleva crearsi era un vestito da professore.

> non esiste un professore, o un qualcuno che possa analizzare la verità (la verità, se analizzata dai prof, entra in coma). L’unico modo per analizzare la verità è da lontano, come lontano è il rumore dello schiaffo che sveglia la bella.

Benjamin scrive questa lettera perchè lui provò a lavorare nell’università, rendendosi conto dell’ingiustizia e dell’ineguatezza dell’istituzione.

Fece domanda di abilitazione all’università tedesca ma venne rifiutata, quindi lavorò alla radio e in altri piccoli contesti.

Proprio quando la sua filosofia stava crescendo, arrivò il nazismo e dovette scappare dalla Germania.

Per tentare quella abilitazione Benjamin aveva sottoposto una tesi per la riabilitazione al prof Schultz. Tuttavia, se inizialmente lo incoraggia, alla fine, lo abbandona forse per paura di essere prevaricato.

Alla fine venne passata la supervisione del suo lavoro a un altro prof, Cornelius, che però non riuscì a comprendere il valore di questo lavoro (‘il dramma del barocco tedesco’).

La riscoperta del lavoro di Benjamin vi è solo egli anni 90, con la terza ondata dell’avanguardia, perchè dal suo lavoro viene ripreso il conetto di allegoria pensato nel pensiero moderno.

Riassunto che lui ha fatto della sua tesi, per spiegarlo al prof Cornelius che non aveva capito la versione integrale.
breve sintesi e commento…

In questo testo Benjamin dice che l’origine è entro il divenire di un fenomeno, ed è come un vortice che contiene tutti i materiali della sua genesi.

E’ come se l’origine ad esempio del barocco fosse sparsa in qualsiasi momento del barocco.

L’allegoria è in contrasto con il simbolo, poiché l’allegoria non mostra ciò che è, ma è una storia che nasconde sotto un’altra storia. Il simbolo è una totalità, l’allegoria è invece composta da frammenti.

L’allegoria lega in qualche modo il barocco e il classicismo, il barocco è un’esasperazione dei principi del classicismo. Cosa che capiranno solo gli studiosi di arte successivi.

Avanguardia autocritica dell’arte? L’allegoria che sta sotto il barocco è che esso è una fase in cui l’arte fa autocritica dell’arte.

L’allegoria critica l’arte da cui è nata.

L’allegoria non fa guardare la totalità, ma il dettaglio, e tale dettaglio deve farci pensare ad altro, a una autocritica.

Perchè l’autocritica? Perchè ‘l’affievolirsi man mano del fascino originario dell’opera diventa il germe di una nuova nascita’.

Ogni opera è nata con all’interno in germe della rovina:
L’allegoria è la descrizione di questo grande meccanismo, ed è una questione di rovine (se troviamo una tavola, quella in originale aveva un valore di dato di fatto, magari era un pezzo di bandiera utile solo a quello, ma per me è la rovina di un mondo che io non conosco più, e quindi il mio è un approccio allegorico poiché mi sto avvicinando a un frammento di qualcosa che so essere più grande, e che mi permette di capire una civiltà distante dalla mia).

Stessa cosa se nel 3000 trovassero un pezzo di bandiera che oggi noi riconosciamo essere della odierna Francia; quella bandiera nel 3000 però non è più un simbolo, poichè i colori bianco blu e rosso non stanno per la francia, ma per colori che non vengono pià riconosciuti come unitari e legati direttamente alla nazione.

Benjamin dice che leggere il barocco dal punto di vista simbolico non porta niente, ma da un punto di vista allegorico.

Inoltre, l’arte è rovina anche nel senso che viene creata venendo proiettata in un tempo che non è il suo (ex. la commedia di Dante è stata scritta pensando a un pubblico successivo, non per quello contemporaneo a lui, e quindi è una rovina, che noi dobbiamo studiare come degli archeologi, a pezzi). Nel loro essere frammenti c’è già la proiezione di ciò che saranno.

Benjamin non dice che l’opera d’arte ha la capacità di trasmetterci qualcosa per via simbolica, ma per via allegorica.

Tutte le poesie delle avanguardie anni 90 si fondano su ciò; sono frammenti del passato, allegorie del passato che sono consapevoli di essere rovine del passato.

Questi poeti (come invece non fa Sanguineti) ci fanno sentire la voce di queste rovine con una struttura ritmica e metrica che sono rovine anch’esse, poiché oggi non ha più senso parlare in quel modo.

Negli anni 90 nasce proprio la rivista ‘Allegoria’, il cui promotore è Romano Luperini.

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‘Baldus’:

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La rivista ‘Baldus’ esce nel settembre del 1990 col numero 0 (che di solito nelle riviste invece è il numero di prova).

Lello Voce > uno dei poeti della rivista, portatore in Italia dello slang poetry, cioè una gara in cui i poeti improvvisano su un tema dato e vengono giudicati.

Baldus = nome di un poema erotico satirico di Teofilo Folengo. Baldo è il nome del protagonista, con un grande estro libertino.

Caratteristiche delle sue poesie erano
* la contaminazione fra lingue
* tradizioni formali riproposte più o meno fedelmente nella maniera più libera possibile. Le forme tradizionali vegono quidni riscritte in un italiano barocco tendente a volte al dialetto, ma che mescola anche le lingue.
L’idea era quindi di fare una poesia che non si è mai vista prima, con forme del passato ma con della critica che la sostenga.
Tale idea viene anche dall’idea di allegoria, cioè che l’opera ha in se stessa la consapevolezza di essere rovina, e di poter essere quindi studiata da epoche successive come reperto.

L’allegoria ha sempre in sé un referente reale/tangibile, è grazie ad esso che funziona. Così la sperimentazione letteraria si mantiene a un livello materiale, ci dà l’idea di giocare con qualcosa di assolutamente concreto.
Successivamente, negli anni 2000/2010 l’idea di concretezza va a perdersi.

Il reale è complesso, per questo i testi dei poeti sono complessi > in modo che ciò si veda (per cui abbiamo apertura ai dialetti (rielaborati, mischiati in chiave complessa, non per trovare una lingua colta), citazioni.

1990 = riunione di poeti a Milanopoesia (rappresentanti dell’avanguardia degli anni 60/70 come Sanguineti, e anche giovani poeti contemporanei).

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Gabriele Frasca:

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Gabriele Frasca (Napoli, 1957-/)

Pubblica varie raccolte di poesie, fra cui:
Rame: 1° raccolta

Nei suoi sonetti, la struttura metrica è perfetta ma è in grande contrasto con il contenuto, che è molto aleatorio e enigmatico, un po’ come le poesie del tardo barocco (altre contaminazioni come ‘salve o regina del gelo’, non ‘cielo’).

Dal punto di vista lessicale e sintattico si diverte a complicare.

In Gabriele Frasca vi sono poi parti molto vicine al linguaggio di Beckett ; sono metricamente perfette, ma la sintassi è completamente frammentata.

Si gioca poi molto sul significante, è pieno di anafore, di allitterazioni, fonosimbolismi.
Difficile è capire di cosa si stia parlando, vi sono indizi ma non è chiaro.

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Tommaso Ottonieri:

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Ottonieri scrive nel ‘94 (quindi alla fine del gruppo 93) sulla rivista ‘Allegoria’ un articolo col nome di ‘parabole di posizionamento’; in questo testo dice:
* convergenza gruppo 63 e nuova generazione (compresa anche di critici letterari) > gruppo 93
* differenze con le avanguardie degli anni 50 > il gruppo ha avuto poca visibilità, era semi-clandestino, precario, capitavano screzi fra i membri.

Era una scrittura concreta/materiale (come la poesia concreta di Vienna) nata da un’avanguardia virtuale (poiché l’avanguardia degli anni 90 non si diffonde sui giornali come ad esempio il futurismo).

Tuttavia questa avanguardia virtuale è un po’ un ossimoro (forma di avanguardia che non necessariamente doveva cercare il pubblico), poiché l’avanguardia prevedeva la presenza di un pubblico, una diffusione.
La letteratura ha perso il suo scopo politico, poiché ci si rende conto che non è la letteratura a fare la politica, ma il contrario.

Il gruppo 93 non trova pubblico (e non gli interessa trovarlo) perché il pubblico non è più ‘scandalizzabile’, oggi è molto più difficile fare ciò che non è ancora stato fatto.

Per loro agire sul testo significava avere ancora un margine di rapporto critico con il pubblico, cioè far vedere che si poteva montare e rimontare la tradizione poetica, e arrivare quindi a un pubblico che aveva ancora un contatto con tale tradizione.

Però, rendendo così complessa la rappresentazione della tradizione non ci sono riusciti. Il pubblico non era più capace di entrare in questo gioco dalla parte del lettore.

Ovvio è che chi scrive oggi dovrebbe guardare a queste produzioni come a una palestra tecnica, un modo per dialogare col passato e per non buttare ciò che è della tradizione.

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‘Altri Luoghi’: Marco Berisso

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Marco Berisso fu un prof di filologia medievale a Genova ; ciò si vede nella sua opera poetica, data la contaminazione dell’italiano medievale di varie provenienze geografiche con quello moderno.

caratteristiche delle sue poesie:
* sintassi non spezzata qui come quella delle poesie di Frasca (Rime, Lime), ma anzi, iperarticolata e ipotattica.
* accumulazione di elementi
* contaminazione linguistica di carattere diacronico (italiano del 200 mescolato a un italiano tecnico contemporaneo)
* termini che in un’epoca significano qualcosa e che ora significano altro (ex. ‘ovra’ parola medievale, ma che rimanda anche alla sigla fascista OVRA).
* testo denso e lavorato, poiché così riesce a veicolare tutti i significati del suo discorso
* figure allegoriche, risalenti alla sua passione per il medioevo

Gli ‘Annali’ sono una raccolta in cui si notano strutture seriali, con una tecnica poetica esibita
linguaggio che oscilla fra l’antico e il nuovo

Glossa’ è praticamente una poesia che si commenta da sola; è infatti il commento a una poesia che non esiste, i cui temi sarebbero ipoteticamente prettamente medievali, come la caccia, il saluto etc.

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‘Baldus’: Mariano Bàina:

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romanzo ‘il cielo per Roma
è un romanzo quasi picaresco, il cui protagonista (Chioffredo) è una specie di antieroe della pigrizia, del non saper vivere, dell’essere sempre nel posto sbagliato.

Particolare la tecnica dello straniamento del personaggio, che si autopresenta ai lettori e che cita ciò che farà nel romanzo, quindi si strania dal sè personaggio.

Il racconto comincia con Chioffredo, avvocato, che dopo essere trapassato a miglior vita ritorna sulla terra piombando sulla cupola di San Pietro.
Il clue è un dialogo col diavolo, che cerca di sedurlo e portarlo dalla sua parte facendogli dei doni, come l’invisibilità. Chiaffredo accetta non sapendone nulla, e comincia così un dialogo esistenzialista sulla vita, sulla tentazione, sulla figura del tentatore. Anche qui riprende temi di Goethe e Bulgakov.

Nel romanzo la trama appare come un elemento, alla fine, marginale. Il lettore vi è frequentemente chiamato in causa, appellato «Sua Grazia», preso in giro, invitato ad aspettare o a uscire dal mondo testuale.

Essa ci presenta la storia della trasmigrazione di Sinesio di Cirene, il filosofo neoplatonico, discepolo e innamorato di Ipazia, poi divenuto vescovo, nel corpo stanco dell’avvocato romano Chiaffredo Buffaldieci Guastella, faccendiere di un Vaticano in profonda crisi. Sinesio dovrà comprendere chi sia l’Anticristo tra due papi antagonisti.
La sua caduta, con relativa botta, sulla cupola di San Pietro, catapulta subito il lettore in una dimensione ben poco spirituale e molto pregna di corporeità.

I rimandi all’attualità siano fittissimi e ben riconoscibili: non manca neppure la pandemia, con il virus circolante qui chiamato Morfar-19. Sono altrettanto numerosi i riferimenti palesi e nascosti alla letteratura e alla filosofia: citazioni e allusioni sono inestricabilmente aggrovigliate.

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dibattiti sul gruppo 93:

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  • battaglia contro le poetiche neo-romantiche in voga negli anni ‘70. Infatti, se dopo l’esperienza delle neoavanguardie si manifesta una crisi teorica e produttiva, il ritorno all’ordine e il protagonismo lirico del gruppo ‘93 è la risposta a ciò.
  • il concetto di Allegoria = ciò che distingue la letteratura da altre forme di linguaggio è la propria polisemanticità. I concetti vengono strappati dal flusso armonico del simbolico o dalla banalità del quotidiano e caricati di tensione semantica. Allegoria = amplificatore.
  • Chiaro è che, purché il testo risponda a un processo generale di allegorizzazione, sono ben accetti a livello microtestuale i procedimenti simbolici e metaforici.
  • L’arte nasce nella storia e pertanto riflette, in modo consapevole o meno, il conflitto tra le ideologie del contesto in cui si colloca: se negli anni Settanta tornano in voga concetti quali naturalezza o spontaneità linguistica, ciò accade solo in quanto essi sono espressione dell’ideologia dominante = denunciare la convenzionalità del linguaggio e distruggerne l’apparente assolutezza.
  • L’idea delle avanguardie storiche era che non è possibile attraversare l’istituzione e mutarla dal suo interno; per cui molti del gruppo 93 reputano necessaria l’estraneità al sistema, pur consapevoli che tutto sia “sistema” e che non esistano spazi scevri dall’azione del grande capitale > momento storico in cui l’intellettuale non ha modo di ostacolare lo strapotere mediatico. La letteratura sopravviverebbe solo clandestinamente, deprivata di qualsivoglia influenza sulla scena pubblica.
  • A quanti sostengono che gli autori del Gruppo 93 siano epigoni della neoavanguardia, Bettini e Di Marco rispondono mostrando l’assoluta novità di sperimentazione linguistica, aggiornata al nuovo contesto storico.
    > radicale estraneità all’istituzione letteraria: L’avanguardia nasce ogni qual volta si intenda sovrapporre autonomia ed eteronomia del testo, cercando di uscire fuori dalla letteratura con gli strumenti della letteratura stessa.
    critica alla contemporaneità = il dialetto, la lingua quotidiana e il recupero di linguaggi del passato si mescolano per cozzare contro la finta democraticità del Sistema della comunicazione contemporanea.
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l’avanguardia oggi: Marco Giovenale:

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Marco Giovenale = insieme ad altri suoi colleghi dà vita a un collettivo sperimentale, che lavora sulla presenza della poesia nella rete.
Ha praticato il cosiddetto ‘googlism’ > andare su google, cercare un’espressione, google restituisce delle stringhe di testo e le usi per fare una poesia.
flarf’ > uso degli scarti della rete (le scritte che appaiono quando un sito si blocca…)
- Il suo libro ‘Statue linee
Lavora ovviamente su vari blog.

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Majorie Perloff su Giovenale:

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Nel libro della Perloff ‘La ricomparsa del fagiano’, riprende l’idea che ‘la poesia è un faggiano che scompare’ ; qui ricompare, poichè si parla di poesia sperimentale.

Comparazione fra la sperimentazione italiana e quella straniera ; parlando di Giovenale.

Non capendo la poesia di Giovenale, la si capisce, poiché come dice la Perloff la sua è una poesia asemica, cioè che non deve significare.
E’ quindi il significare della lingua che viene messo in discussione. Cos’è il significare?

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l’avanguardia oggi: Ivan Schiavone: ‘Cassandra, un paesaggio’ e ‘Tavole e Stanze’:

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Ivan Schiavone = lavoro sulla metrica, tuttavia allargata, quindi assemblaggio di nuove misure ritmiche. I temi delle poesie sono le guerre, gli stermini, la migrazione.
inizia a scrivere nel 2007, quando il gruppo 93 era già finito (gruppo 93 = ritorno alla Metrica).

  1. Cassandra, un paesaggio
    Immagini riconducibili a Cassandra, uomo e donna contemporaneamente, che fugge, ma anche a un contemporaneo che va incontro alla rovina (contesto bellico contemporaneo > guerra, immigrazione).

In paesaggio = è ciò che la circonda a essere Cassandra. Cassandra prevede il futuro in un contesto che non la crede, e neanche lei crede a se stessa perchè effettivamente muore per mano di Agamennone.

  1. Tavole e Stanze
    da una parte è un titolo tecnico (tavole e stanze, come composizioni all’interno del libro), e dall’altra oggetti.
  • Dalla 1° alla penultima sezione = stanze (di vario tipo), fatte da endecasillabi doppi molto mal fatti (accenti sballati, vicinanza fra gli endecasillabi crea spesso sinalefe, quindi il verso è considerato errato). Man mano diventano più regolari.
  • ultima parte > tavole; sono una fotografia sul reale che pian piano fotografano il suo franare, quindi parte da un modello formale molto alto e man mano si disfa.

Sono presenti molte citazioni; da Dante, Eracle e anche Balestrini.

La poesia come atlante, mappa per comprendere ciò che accade nel mondo odierno.

Tale funzione della poesia per Schiavone si riflette anche nei numerosi riferimenti a varie parti del mondo; > volontà di ricostruzione di un panorama disseminato e polimorfo attraverso, ad esempio, descrizioni asettiche della natura più selvaggia.

Tutta l’ultima sezione contiene un inno amoroso per una creatura vicina e pare esaltare l’idea che anche l’amore è / deve essere forza che governa il creato (Empedocle). Si tratta di una sezione di bilanciamento rispetto alle precedenti, un modo per confessare cosa in quell’atlante a dir poco devastato tenga viva la voce che fino a quel momento si è impegnata “solo” a consegnarci più “plurali” visioni.
Si tratta di un’altra creatura, umana, appartenente al mondo naturale. Proprio l’esaltazione della natura e dei suoi movimenti, accostata a un sentimento amoroso che pure ne fa parte, rende la fine di questo canto un’indicazione di un possibile ricongiungimento-pacificazione nel / col presente. Una forma di resistenza.

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l’avanguardia oggi: Florinda Fusco:

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  • Florinda Fusco = i suoi versi virano spesso la performance teatrale; la sua poesia sperimentale viene dall’esordio in ‘àkusma’ ( = sentire in greco).
    E’ un’antologia di poeti uscita nel 2000, a cura del poeta Giuliano Mesa.
  • Linee’ = 1° raccolta delle sue poesie. I versi sono in orizzontale rispetto alla pagine. Ci sono molte domande, molte voci non distinguibili come personaggi, ma più poli dialogici.
    Infatti abbiamo più voci che dialogano fra loro ma noi non sappiamo chi sono, che vengono da punti diversi dello spazio e che hanno opinioni diverse sul mondo.

Temi sono spesso l’essere figlia e l’essere madre, la presenza e l’urgenza del corpo, da cosa siamo nati, perchè siamo nati.
Assomiglia su questo alla tragedia greca, ma con forme moderne.
Diffuse sono infatti le allusioni alla maternità, che fin dall’inizio è posta in rapporto analogico con il paesaggio («la terra rigonfia»)

La parola si spezza, un po’ come in Vicinelli. Si spezza in radici indoeuropee, che rivelano quindi un mondo così lontano che non riusciamo neanche più a ricostruire i contorni comunicativi. > collasso del linguaggio.
I testi sfuggono a un’impaginazione convenzionale, si stendono sul foglio come frammenti di un’esplosione, o si raggrumano e liquefano.

Il verso tende a coincidere con dettagli naturalistici o anatomici, con azioni elementari e quasi irriflesse o con proposizioni semplici e pianamente descrittive.

Tema del corpo, che ha preso vigore soprattutto negli anni 70. In Fusco diventa una costante espressiva, erede un po’ della Rosselli e Vicinelli.
Il corpo è un tema importante per la Fusco poichè è lei donna e meridionale (Bari) > sofferenza insita nel corpo. Il suo lavoro poetico consiste in un’esibizione corporea inversa rospetto alla sottrazione del ‘corpo proprio’ patito dalle donne del Sud.

  • Comuni sono le riprese da Guida Cavalcanti
  • Berisso dice dell’opera della Fusco ‘alcuni componimenti che non sembrano “nemmeno propriamente ‘testi”, e che invece si presentano quasi come le “tessere” di un mosaico in cui non si compone alcun disegno’ > non è chiaro il soggetto dei componimenti, oscillano i pronomi personali,
  • logoramento del tessuto poetico fino alla pura sostituibilità di sintagmi, versi, emistichi;
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Calvino sugli Avanguardisti:

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Quella di Calvino è l’opposizione più memorabile alla logica della letteratura delle neo-avanguardie italiane e straniere; come Andrea Zanzotto proprio negli anni della massima espansione della neoavanguardia, rimproverava anch’egli al Gruppo 63 la pura e semplice mimesi del caos, l’accettazione magari ludica della non significazione.

Pur ammettendo la difficoltà del compito e la necessità di adeguarsi a una realtà in perenne movimento e sempre più complessa, Calvino ribadisce la fedeltà ai propri principi e delinea i compiti a cui a suo parere la letteratura e la cultura non possono sottrarsi (Logos contro Caos).