La fine della storia Scillitani Flashcards

1
Q

Perchè secondo Fukuyama siamo alla fine della storia? (1)

A

Per Fukuyama siamo alla fine della storia perché è impensabile un mondo diverso da quello che conosciamo oggi, in cui la liberal democrazia ha vinto, ciò secondo un processo dialettico ripreso anche da Hegel che parte dalla rivoluzione francese, continua poi con la vittoria di Jena di Napoleone e termina con la vittoria degli ideali democratici e il principio di libertà.
Indica una fase in cui è impossibile immaginare un mondo politicamente diverso da quello che già conosciamo.
A confermare questa teoria era la relativa tregua dopo la caduta del muro di Berlino ma sappiamo che non è pienamente condivisibile dopo quello che accadde l’11 settembre.

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2
Q

Qual è la visione di Clausewitz? (2)

A

La visione di Clausewitz è in chiave religiosa, poiché le guerre rivoluzionarie a cui stiamo assistendo sono guerre “giuste” perché è una guerra santa.
Noi leggiamo la fine della storia come il processo in cui la liberal-democrazia vince; ma potremmo anche rileggere il tutto come il processo di islamizzazione del mondo

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3
Q

Cosa pensa Girard? (3)

A

Secondo Girard tendiamo a mimetizzarci, i nostri desideri non sono realmente i nostri ma vogliamo ciò che vogliono gli altri.
Così entriamo in competizione , la rivalità sfocia in violenza perché combattiamo per avere la stessa cosa.
Alla fine del conflitto la società crea un capro espiatorio a cui dare la colpa, così i due antagonisti si riconciliano e torna la pace.
Anche se si tratta di pace relativa alla fine in realtà lascia conti in sospeso che sfociano in estremi e quindi in una violenza apocalittica.

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4
Q

Come viene descritta la guerra nell’articolo? (4)

A

Nell’articolo si pensa alla guerra nella sua forma più elementare, cioè il duello, in cui si mostra la nostra natura violenta dell’uomo in cui l’avversario ha l’unico scopo di piegare l’altro.
La guerra è un atto di forza in cui si costringe l’avversario a sottomettersi.
Tutto è guerra, l’esempio di guerra non violenta è il commercio.
Ma tutto è guerra, a partire dall’amore in una coppia dove si scambiano doni per non scambiarsi colpi, non è un caso se in passato ci fossero i matrimoni combinati.
La globalizzazione ha fatto in modo che la guerra andasse oltre i confini, non è più regionale e circoscrivibile, soprattutto con il nucleare gli effetti sono mondiali.

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5
Q

Di cosa parla Scillitani nell’articolo? (5)

A

Scillitani nell’articolo parla di una guerra assoluta, soprattutto se è una guerra in nome della religione e in questo caso la logica del terrorismo acquista un senso, è una violenza religiosa e tendente all’estremo.
Inoltre si aggiunge il fatto che l’islam prevede il sacrificio, cosa che il cristiano non farebbe mai, quindi capiamo il perchè degli attacchi kamikaze in cui a contare non è il numero delle vittime ma il messaggio di irriducibilità, invincibilità e tendenza allìestremo.

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6
Q

Chi fa la guerra vuole la pace? (6)

A

Quando si dice che chi fa la guerra vuole la pace è perchè chi inizia una guerra la fa per una causa ritenuta giusta.
Terrorismo e pacifismo sono due facce della stessa medaglia, se la causa è giusta non importa il numero di vittime.

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7
Q

Chi pensa che questa sia una rivoluzione? (7)

A

Girard pensa che questa sia una rivoluzione e potremmo aspettarci di tutto, il nuovo terrorismo esprime una violenza inaudita superiore che sfugge dal controllo.

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8
Q

Cosa individua Fukuyama nell’uomo? (8)

A

Fukuyama nell’uomo individua 3 fattori: razionalità, desiderio e senso della giustizia.

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9
Q

Di cosa si parla oggi? (9)

A

Oggi si parla dell’homo economicous attaccato alle cose materiali.
Solo l’uomo con il senso della giustizia sarà capace di affrontare le prossime guerre.
In più riconosce nell’uomo una parte dell’Isothimia, ovvero il desiderio di essere uguale agli altri e viene riconosciuta anche la Megalothimia, ovvero il desiderio di essere superiore agli altri.
Con la globalizzazione si va verso l’Isothimia ma è fondamentale che ogni società abbia in sò un pò di megalothimia per tenere insieme i suoi membri tramite lealtà,l’identità e fiducia.

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