Livelli di Analisi Flashcards

1
Q

linguistica

A

discriplina che studia le lingue (storico-naturali)
- generale
- storica

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2
Q

lingue storico-naturali

A

lingue nate spontaneamente nel corso della storia dell’umanità. sono fatti storici, quindi, ma anche naturali (espressione del linguaggio verbale umano)

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3
Q

linguaggio verbale umano

A

facoltà innata dell’homo sapiens, predisposizione cognitiva ma anche possibilità anatomica di fonazione (apparato fonatorio). si concretizza nelle comunità dei parlanti

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4
Q

comunicazione in senso stretto

A

comportamento prodotto intenzionalmente da un emittente per trasmettere un’informazione percepita come tale dal ricevente

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5
Q

lingua

A

sistema di comunicazione basato su un codice, cioè su corrispondenze convenzionali e biunivoche tra significante e significato

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6
Q

segno

A

unità fondamentale di qualsiasi tipo di comunicazione; qualcosa che sta al posto di qualcos’altro. classificazione di Pears:
- indici
- segnali
- icone
- simboli
- segni (linguistici)

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7
Q
  1. indici (classificazione dei segni)
A

segno non linguistico motivato naturalmente e non intenzionale

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8
Q
  1. segnali (classificazione dei segni)
A

segni non linguistici motivati naturalmente e intenzionali

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9
Q
  1. icone (classificazione dei segni)
A

segni non linguistici motivati analogicamente e intenzionali

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10
Q
  1. simboli (classificazione dei segni)
A

segni non linguistici motivati culturalmente e intenzionali

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11
Q
  1. segni (classificazione dei segni)
A

segni linguistici non motivati (arbitrari) e intenzionali

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12
Q

BIPLANARITA’

A

due piani compresenti: significante e significato

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13
Q

significante

A

o espressione, o forma esterna. parte fisicamente percepibile del segno, primariamente fonico-acustica

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14
Q

significato

A

o contenuto. non materialmente percepibile, è l’informazione veicolata dal significante

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15
Q

ARBITRARIETA’

A

in ogni livello della lingua non ci sono legami motivati naturalmente: sono totalmente arbitrari

  1. tra lingua e realtà extralinguistica (cioè tra segno e referente)
  2. tra significante e significato
  3. tra forma e sostanza del significato
  4. tra forma e sostanza del significante
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16
Q

eccezioni al principio di arbitrarietà

A
  • onomatopee
  • ideofoni
  • iconismo nella grammatica
  • fonosimbolismo
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17
Q

DOPPIA ARTICOLAZIONE

A

(o dualità di strutturazione). il significante si articola in due livelli:

  • prima articolazione (morfemi)
  • seconda articolazione (fonemi)
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18
Q

ECONOMICITA’ (doppia articolazione)

A

con un numero limitatato di elementi si possono costruire un numero teoricamente illimitato di combinazioni

legato a combinatorietà, ricorsività

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19
Q

COMBINATORIETA’ (doppia articolazione)

A

la lingua funziona combinando elementi minori per creare unità maggiori

legato a economicità, ricorsività

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20
Q

TRASPONIBILITA’ DI MEZZO

A

ll significante può essere trasmesso per via fonico-acustica o visivo-grafica

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21
Q

priorità del parlato

A
  • antropologica (lingue scritte sono anche parlate ma non viceversa)
  • ontogenetica (si impara prima a parlare che a scrivere)
  • filogenetica (nella storia dell’uomo la scrittura è nata dopo)
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22
Q

sistemi semasiografici (sistemi di scrittura)

A

pittografie (disegni motivati analogicamente) e ideografie (simboli che rappresentano idee) - non fanno uso di simboli linguistici

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23
Q

sistemi glottografici (sistemi di scrittura)

A

fanno uso di simboli linguistici

  • logografici (non fonetici), legati ai significati
  • fonografici (fonetici), legati ai suoni del linguaggio
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24
Q

parlato

A

realizzazione del linguaggio verbale umano attraverso il mezzo fonico

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25
Q

scritto

A

realizzazione del linguaggio verbale umano attraverso il mezzo grafico

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26
Q

LINEARITA’

A

il significante è prodotto e si sviluppa in successione unidirezionale nel tempo e nello spazio, con valore comunicativo

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27
Q

DISCRETEZZA

A

differenza assoluta tra elementi della lingua, sono nettamente distinti l’uno dall’altro (segni digitali e non analogici). In questo modo anche la minima differenza è comunicativa

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28
Q

ONNIPOTENZA SEMANTICA

A

o meglio plurifunzionalità. con la lingua si può parlare di tutto

legata alla RIFLESSIVITA’ = con la lingua si puà parlare della lingua stessa (metalingua)

legato a distanziamento e libertà da stimoli

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29
Q

classificazione delle funzioni linguistiche (Jakobson)

A

1- REFERENZIALE o DENOTATIVA (referente)
2- CONATIVA (persuadere il ricevente)
3- FATICA (verificare se il canale funziona)
4- ESPRESSIVA o EMOTIVA (sensazioni dell’emittente)
5- POETICA (potenzialità del messaggio)
6- METALINGUISTICA (codice)

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30
Q

PRODUTTIVTA’

A

sempre possibile creare nuovi messaggi, ma avviene sottoforma di CREATIVITA’ REGOLARE = produttività infinita ma basata su un numero limitato di regole

(legato alla ricorsività)

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31
Q

RICORSIVITA’

A

se vi sono le condizioni uno stesso procedimento puà essere applicato un numero teoricamente illimitato di volte

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32
Q

DISTANZIAMENTO

A

possibilità di parlare di cose lontane nello spazio e nel tempo, quindi anche in assenza di tale esperienza. possibile grazie a

LIBERTA’ DA STIMOLI = i segni linguistici presuppongono una rielaborazione concettuale, quindi sono indipendenti dalla realtà esterna (stimoli interni o esterni non sono cause necessarie e sufficienti alla comunicazione)

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33
Q

TRASMISSIBILITA’ CULTURALE

A

lingua trasmessa per tradizione da una generazione all’altra durante la socializzazione primaria (componente culturale ambientale) stabilisce quale lingua

+ componente innata, facoltà del linguaggio, è la predisposizione a poter parlare qualsiasi lingua

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34
Q

COMPLESSITA’ SINTATTICA

A

alto grado di complessità, gerarcha interna e relazioni tra gli elementi

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35
Q

EQUIVOCITA’

A

proprietà dellalingua in quanto codice, ha corrispondenze plurivoche

  • omonimia e polisemia
  • sinonimia
    -frasi equivoche
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36
Q

SINCRONIA

A

elementi della lingua in un dato momento presente e relazioni tra di esse. come funziona e come è fatto il sistema linguistico

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37
Q

DIACRONIA

A

lingua nello sviluppo ed evoluzione storica. spiega perchè le forme della lingua sono così

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38
Q

SISTEMA ASTRATTO (langue, sistema, competenza)

A

conoscenze, regole interiorizzate, capacità di produrre messaggi possedute da tutti i parlanti.
caratteristiche: ASTRATTO, SOCIALE, STABILE

termini di de Saussure, Hjelmslev e Coseriu, Chomsky

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39
Q

REALIZZAZIONE CONCRETA (parole, uso, esecuzione)

A

atto linguistico individuale, realizzazione del messaggio, concretizzazione delle possibilità del sistema astratto
caratteristiche: CONCRETO, INDIVIDUALE, MUTABILE

termini di de Saussure, Hjelmslev e Coseriu, Chomsky

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40
Q

NORMA (coseriu)

A

intermediaria tra sistema e uso, sono le possibilità del sistema che realmente si concretizzano nell’uso, è l’insieme delle realizzazioni condivise (mentre altre vengono escluse)

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41
Q

ASSE PARADIGMATICO

A

riguarda le unità a disposizione (che vanno a formare il paradigma) e che possono essere scelte in una lingua

è astratto, riguarda il sistema (=unità linguistiche che si pongono in relazioni paradigmatiche) e avviene in absentia

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42
Q

ASSE SINTAGMATICO

A

riguarda le scelte che vengono imposte dalla catena sintagmatica, che impone concordanze coerenti tra gli elementi nello sviluppo lineare secondo le regole previste da quella lingua

è concreto, riguarda la struttura (=unità linguistiche che compaiono nei messaggi individuali) e avviene in praesentia

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43
Q

FONETICA

A

ramo della linguistica e primo livello di analisi che si occupa del significante come mero significante

-acustica
-uditiva
-ARTICOLATORIA = come si articolano concretamente i foni nell’apparato fonatorio umano, fornisce terminologie classificatorie per indicare i singoli foni

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44
Q

FONI

A

unità minime della fonetica, entità fisiche concrete prodotte da organi del corpo umano che si occupano di fonazione

conreti, a livello di parole

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45
Q

meccanismo di fonazione

A

processo attraverso il quale si producono i suoni

  • APPARATO FONATORIO = insieme degli organi e delle strutture anatomiche usate per parlare
  • flusso d’aria (egressivo, invulsivo o avulsivo)
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46
Q

corde vocali

A

membrane sottili fissate alla cartilagine e mosse dai muscoli della glottide. con il passaggio dell’aria entrano in movimento:
- se si avvicinano con rapidi cicli di apertura e chiusura provocano suoni sonori
- se restano separate lasciando libero il passaggio dell’aria provocano suoni sordi

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47
Q

consonanti

A

foni prodotti con un ostacolo totale o parziale: gli organi fonatori entrano in contatto o si avvicinano, bloccando l’emissione d’aria o convogliandola in uno spazio ristretto

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48
Q

vocali

A

foni prodotti senza ostacolare il flusso d’aria, quindi gli organi articolatori restano separati

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49
Q

paramatri di classificazione delle consonanti

A

1- MODO DI ARTICOLAZIONE (conformazione degli organi articolatori)
2- LUOGO DI ARTICOLAZIONE (punto in cui è articolato il fono)
3- sonorità o sordità (in genere mobilità degli organi, qui delle corde vocali)

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50
Q

parametri di classificazione delle vocali

A

1- grado di apertura: INNALZAMENTO o ABBASSAMENTO della lingua
2- luogo di articolazione: ARRETRAMENTO o AVANZAMENTO della lingua
3- ARROTONDAMENTO o NON ARROTONDAMENTO delle labbra

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51
Q

momenti di articolazione dei foni

A

1- impostazione

2- tenuta o produzione

3- soluzione

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52
Q

ALFABETO FONETICO INTERNAZIONALE

A

creato nel 1888 dall’associazione fonetica internazionale per riprodurre scientificamente qualsiasi suono cardinale di ogni lingua, perchè c’è corrispondenza biunivoca tra fono e simbolo IPA

il sistema di scrittura e l’ortografia dell’italiano sono fedelmente fonografici

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53
Q

FONOLOGIA

A

o fonematica, ramo della linguistica e livello di analisi che si occupa dei significanti in quanto meri significanti.

studia organzizzazione e funzionamento dei foni nel sistema linguistico

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54
Q

FONEMI

A

unità minime di seconda articolazione (meri significanti)

unità di base della fonologia, sono unità foniche con valore comunicativo, quindi hanno un valore distintivo e pertinente all’interno del sistema linguistico perchè si oppongono sistematicamente ad altri fonemi per formare le parole (non tutti i foni diventano fonemi)

sono a livello di sistema

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55
Q
  1. regola di Trubeckoj
A

regola delle coppie minime: quando due suoni compaiono nella medesima posizione e non di possono commutare senza cambiare significato. INDIVIDUA INVENTARIO FONEMATICO

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56
Q
  1. regola di Trubeckoj
A

regola delle VARIANTI FACOLTATIVE o INDIVIDUALI: quando due foni nella medesima posizione sono simili dal punto di vista articolatorio e si possono mutare senza cambiare significato

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57
Q
  1. regola di Trubeckoj
A

regola delle VARIANTI COMBINATORIE: quando due foni simili dal punto di vista articolatorio non ricorrono mai nelle stesse posizioni

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58
Q

COPPIA MINIMA

A

parole con diverso significato e significante identico anche nell’ordine ad eccezione di un solo fono. serve a individuare fonemi

alto rendimento funzionale = fonemi che vanno a formare molte coppie minime

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59
Q

INVENTARIO FONEMATICO

A

elenco dei fonemi di una lingua (30 in italiano)

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60
Q

VARIANTE o ALLOFONO

A

modi alternativi di produzione di un suono rispetto alla norma

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61
Q

assimilazione

A

foni che si trovano in posizione contigua tendono ad assumere l’uno i tratti dell’altro

  • totale o parziale
  • progressiva (prevale in preimo elemento) o regressiva (prevale il secondo elemento)
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62
Q

statuto delle consonanti lunghe (problema dell’inventario fonematico)

A

o doppie o geminate; si possono trovare solo in posizione intervocalica

  • monofonematica (conante lunga è un fonema distinto con maggiore durata articolatoria)
  • bifonematica (ripetizione dello stesso fonema)
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63
Q

differenze regionali (problema dell’inventario fonematico) e differenze di apertura

A

riguarda la variabilità diatopica (isoglossa)

l’opposizione tra vocali semiaperte e semivhiuse è valida solo in sillaba tonica

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64
Q

distribuzione funzionale complementare

A

il contesto obbliga a scegliere un elemento piuttosto che un altro (es: /s/ e /z/)

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65
Q

proprietà fonosintattiche

A

proprietà dei foni e delle combinazioni contestuali in cui un fono può occorrere

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66
Q

sillaba

A

minima combinazione di fonemi che funziona come unità pronunciabile, quindi emessa con una sola emissione. si costruiscono attorno alle vocali, che fungono da apice

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67
Q

dittongo

A

combinazione di approssimante e ocale che costituisce sillaba a sè.
- discendente = vocale + approssimante (SEMIVOCALE)
- ascendente = approssimante + vocale (SEMICONSONANTE)

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68
Q

tratti soprasegmentari (o prosodici)

A

relazion tra foni sull’asse sintagmativo, nella successione della catena parlate

  • ACCENTO (intensità di pronuncia di una sillaba)
  • TONO (altezza di pronuncia di una sillaba in base alla tensione delle corde vocali, quindi frequenza delle vibrazioni)
  • INTONAZIONE (sequenza di toni che costituiscono l’andamento melodico: ascendente, sospensivo, discendente)
  • LUNGHEZZA (estensinoe temporale relativa con cui sono prodotti i suoni)
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69
Q

MORFOLOGIA

A

ramo della linguistica e secondo livello di analisi di prima articolazione che si occupa del significante in quanto portatore di significato

studia il modo in cui i morfemi si combinano in parole e quindi la forma, la struttura delle parole

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70
Q

MORFEMA

A

unità di base dellamorfologia e unità minima di prima articolazione, più piccolo significante dotato di significato

è astratto, a livello di langue

per individuare morfemi: scomposizione morfemica; il morfema deve essere isolabile e recare sempre lo stesso significato

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71
Q

MORFO

A

unità concreta a livello di parole, indipendentemente dalla sua analisi strutturale e funzionale. è concretizzazione dei morfemi in praesentia

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72
Q

ALLOMORFO

A

forme alternative in cui si puà realizzare un morfema. hanno stesso significato e medesima posizione nella struttura della parola. Cause:

  • mutamenti diacronici (quasi sempre uguale etimologia)
  • fenomeni fonosintasttici (modificazioni in sincronia)
  • supplettivismo
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73
Q

supplettivismo (allomorfia)

A

un morfema lessicale in certe parole deriivate è sostituito da un morfema completamente diverso (diversa etimologia) ma uguale significato

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74
Q

MORFEMI LESSICALI (classificazione funzionale)

A

classe aperta. recano significato denotativo, referenziale, infatti sono la base su cui si costruisce la parola. definiti liberi = possono comparire anche soli

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75
Q

MORFEMI GRAMMATICALI (classificazione funzionale)

A

classe chiusa (sono enumerabili, previsti dalla grammatica, quindi hanno valore interno al sistema); definiti legati = non possono comparire soli, ma si appoggiano sempre alle radici.

  • DERIVAZIONALI (mutano significato. funzione e classe di appartenenza della base)
  • FLESSIONALI (non mutano il significato della radice, ma la contestualizzano)
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76
Q

AFFISSI (classificazione posizionale)

A

morfemi grammaricali che si combinano ad una radice. in base alla posizione:
- PREFISSI
- SUFFISSI
- infissi
- circonfissi (hanno significato morfologico solo con prefisso e suffisso insieme)
- transfissi (si incastrano alternativamente nella radice)

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77
Q

MORFEMI SOSTITUTIVI

A

mutamenti fonici della radice, quindi il morfema diventa inseparabile da essa (foot, feet)

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78
Q

MORFEMA ZERO

A

casi in cui una distinzione obbligatoria della grammatica non viene rappresentata nel significante (plurali invariabili in lingue come l’inglese con plurale aggiuntivo)

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79
Q

MORFEMI SOPRAREGMENTALI

A

il valore morfologico viene trasmesso da un tratto soprasegmentale

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80
Q

MORFEMI CUMULATIVI

A

morfemi grammatical che recano contemporaneamente più significati morfologici

caso particolare: amalgama (caso in cui due morfemi si fondono e non è più possibile capirne i morfemi distinti)

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81
Q

classe flessionale

A

raggruppa tutte le forme flesse delle parole che seguono uno stesso schema (coniugazioni verbali, declinazioni)

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82
Q

classi di partizione

A

schemi che regolano la distribuzione delle forme allomorgiche nel paragidma

83
Q

REDUPLICAZIONE

A

processo morfologico in cui viene ripatuta la radice lessicale o una sua parte

84
Q

COMPOSIZIONE

A

parole che si uniscono a formane una sola i cui membri sono perfettamente riconosciubili e recano il significato che avevano da autonome. al contraio delle parole derivte. contengono più di una radice lessicale

85
Q

COMPOSTI DOTTI

A

o neoclassici, sono formati da più radici lessicali (affissoidi) e quindi recano ognuna il proprio significato, ma non compaiono mai autonomamente

estremamente produttivi per la terminologia tecnico-scientifica

possono subire casi di risemantizzazione

86
Q

famiglie di parole

A

tutte le parole derivate da una stessa radice lessicale

87
Q

PAROLE MACEDONA (BEND)

A

composti di spezzoni di parole, la segmentazione è arbitraria e mantengono il significato dell’intera parola, pur non essenda utilizzabili autonomamente (in quanto spezzoni)

88
Q

sigle o acronimi

A

lettereniziali delle parole piene che costituiscono un’unità plurilessematica e la cui pronuncia diventa parola autonoma quando compatibile con la struttura fonologica dell’italiano

89
Q

unità lessicali plurilessematiche

A

diverse dalla composizione in quanto riguardano sintassi e non morfologia, sono verbi sintagmatici e binomi coordinati

90
Q

formazioni bimembri

A

intermedie tra composti e unità lessicali plurilessematiche, sono parole giustapposte che non hanno raggiunto il grado di fusione tipico dei composti e quindi vengono rappresentate separate

91
Q

VERBI PARASINTETICI

A

forma alla quale viene aggiunto sia un prefisso che un suffisso (solo prefisso o suffisso uniti alla base non esistono)

92
Q

criteri di definizione delle parole derivate

A

1- procedimento di derivazione (suffissato, prefissato)
2- classe lessicale della base (deverbale, denominale…)
3. classe lessicale del risultato (nominale, aggettivale…)

93
Q

SEMANTICA

A

ramo della linguistica e livello di analisi che si occupa dei significati

94
Q

significato DENOTATIVO e CONNOTATIVO

A

DENOTATIVO si rifà ad una precisa categoria del reale, è oggettivo

CONNOTATIVO sfumatura che una parola può assumere, è soggettivo

95
Q

significato linguistico e sociale

A

LINGUISTICO, in quanto parte di un sistema linguistico codificato (lei pronome)

SOCIALE, in relazione ai parlanti e ai rapporti tra questi (lei forma di rispetto)

96
Q

significato lessicale e grammaticale

A

LESSICALE, sono le parole piene, rappresentano entitò, fatti, concetti

GRAMMATICALE, sono parole vuote, sono categorie, rapporti, strutture interne al sistema linguistico

97
Q

enciclopedia

A

conoscenza e attribuzioni del mondo esterno, riguardano l’esperienza del parlante e non sono codificate come tratti che definiscono il significato

98
Q

senso

A

è il significato contesuale, a livello di parole, concretizzazione di uno dei possibili significati nel momento in cui è usato

99
Q

intensione ed estensione

A

INTENSIONE, insieme delle proprietà che costituisconon il concetto designato da un termine

ESTENSIONE, insieme di individui e oggetti a cui il termine può essere esteso

100
Q

LESSEMA

A

untità minima della semantica, sono le parole considerate come significati

è a livello di langue

101
Q

lessico

A

insieme dei lessemi di una lingua, è lo strato più esterno e quindi il più aperto alle influenze extralinguistiche

102
Q

lessicologia vs lessicografia

A

LESSICOLOGIA, studio dei vari aspetti, rappporti, forme del lessico

LESSICOGRAFIA, studio dei metodi di composizione di dizionari e vocabolari

103
Q

parole patrimoniali o endogene

A

continuazione regolare delle parole che si evolvono dalla lingua madre (in italiano continuazione del latino)

104
Q

parole esogene

A

strati di lessico che si sovrappongono per motivi politici, economici, geografici…

105
Q

OMONIMIA (relazioni semantiche)

A

stesso significante e significati diversi non imparentati tra loro e non derivabili l’uno dall’altro
- OMOGRAFI quando l’omonimia concerne la grafia
- OMOFONI, quando l’omonimia concerne la pronuncia

è un rapporto paradigmatico

106
Q

POLISEMIA (relazioni semantiche)

A

stesso significante e diversi significati ma imparentati tra l’oro e derivabili l’uno dall’altro

caso particolare: EMANTIOSEMIA, caso particolare di polisemia in cui i due significati sono opposti

è un rapporto paradigmatico

107
Q

SINONIMIA (relazioni semantiche)

A

lessemi diversi con stesso significato (in realtà pochi quelli intercambiabili, quindi hanno sfumature di significato)

è un rapporto paradigmatico

108
Q

IPONIMIA-IPERONIMIA

A

relazione di inclusione semantica in cui l’iponimo rientra nel significato più ampio dell’iperonimo

è un rapporto paradigmatico

109
Q

MERONIMIA (relazioni semantiche)

A

relazione semantica basata sul rapporto tra la parte e il tutto

è un rapporto paradigmatico

110
Q

ANTONIMIA (relazioni semantiche)

A

lessemi di significato contratio che rappresentano gli estremi di una scala (ha gradi intermedi)

è un rapporto paradigmatico

111
Q

COMPLEMENTARITA’ (relazioni semantiche)

A

lessemi di significato contrario che non ammettono uno stato intermedio

è un rapporto paradigmatico

112
Q

INVERSIONE (relazioni semantiche)

A

lessemi di significato relazionale che cambia in base al punto di vista (dare, ricevere)

è un rapporto paradigmatico

113
Q

SOLIDARIETA’ SEMANTICA (relazioni semantiche)

A

cooccorrenza di un lessema con un altro i cui significati sono predeterminati uno dall’altro

è un rapporto sintagmatico

114
Q

COLLOCAZIONI (relazioni semantiche)

A

parole che si abbinano ma sono meno semanticamente determinate delle solidarietà semantiche: sono più che altro una convenzione stilistica e d’uso

è una rapporto sintagmatico

115
Q

CAMPO SEMANTICO (insiemi lessicali)

A

insieme di lessemi che coprono le diverse sezioni di uno spazio semantico (nel modo in cui è ritagliato e categorizzato da una lingua)

116
Q

sfera semantica (insiemi lessicali)

A

insieme di lessemi che fanno riferimento ad uno stesso ambito di significato (molto più ampia e generica, infatti può contenere uno o più campi semantici)

117
Q

gerarchia semantica

A

termini legati da una gerarchia di misura

118
Q

SINTASSI

A

ramo della linguistica e livello di analisi della prima articolazione e quindi dei significati

studia come si strutturano e combinano tra loro le frasi

119
Q

FRASE

A

unità minima della sintassi, unità che funziona come unità comunicativa autosufficiente

  • frase semplice (o proposizione)
  • frasi complesse, possono essere COORDINATE (paratassi) o SUBORDINATE (ipotassi)
120
Q

COSTITUENTI IMMEDIATI

A

sottoelementi della frasi che combinandosi costituiscono immediatamente il livello superiore (si individuano attraverso la segmentazione dell’ANALISI DEI COSTITUENTI IMMEDIATI

121
Q

SINTAGMA

A

minima combinazione di parole (almeno una) che funzioni come unità della listassi e che sia parte della struttura di una frase

122
Q

PLURILINGUISMO

A

convivenza di più varietà in una comunità di parlanti o in un singolo

termine nato in letteratura e usato per la prima volta in llinguistica da Weinreich

123
Q

Graziadio Isaia Ascoli

A

studi sul bilinguismo come condizione privilegiata per il fanciullo

fondatore dell’Archivio glottologico italiano

124
Q

Hugo Schuhardt

A

studi sulle lingue miste (non esitonon lingue completamente non mescolate), sulle interferenze e su creoli e pidging

125
Q

creoli e pidging

A

mercolanza di lingue che porta ad una ristrutturazione profonda, non solo nel lessico ma anche nella grammatica e nelle strutture. il PIDGING diventa CREOLO quando ceine trasmesso ai bambini e quindi acquisisce parlanti nativi

126
Q

plurilinguismo endogeno

A

stratificazione interna al sistema linguistico

127
Q

plurilinguismo esogeno

A

molteplicità delle lingue parlate dal genere umano

128
Q

VARIETA’ LINGUISTICA

A

tecnicismo che corrisponde a sistema linguistico, quindi sia lingue che dialetti senza giudizio di valore e prestigio. nascono dal processo di VARIAZIONE
sono l’unione di fattori extralinguistiche (occorrono sistematicamente in situazioni analoghe in base ai fattori) e di fattori linguistici (comporta una scleta di una variabile sociolinguistica puttosto che un’altra)

ne deriva che le lingue sono dei polisistemi

129
Q

variazione

A

differenziazione interna al sistema, in sincronia; porta alla formazione di varietà attraverso 4 fattori extralinguistici:

1 geografico
2. situazionale
3. sociale
4. strumentale

ha ragione funzionale (moltiplicare i contesti di impiegp)

130
Q

diasistema (Weinreich)

A

unità superiore capace di mettere in comunicazione sia i tratti comuni sia quelli non comuni delle varietà: nonostante la variazione non viene mesa in discussione la sistematicità della lingua

131
Q

BILINGUISMO

A

(Bloomfield) fenomeno isolato che si applica alla persona che ha conoscenza di due lingue ufficiali e diverse tra loro (quindi in questo diverso dal plurilinguismo)

132
Q

neoplurilinguismo

A

varietà radicatasi stabilmente in uno spazio linguistico in relazione al radicarsi del gruppo sociale che porta quella varietà

133
Q

continuum linguistico

A

prpgressione ininterrotta in cui è impossibile riconoscere salti di categoria, si individuano solo gli estremi in cui avviene il fenomeno

134
Q

prestigio

A

ascendente esercitato da una varietà che è percepita come positiva, come modello desiderabile dai parlanti. le lingue quindi raramente sono sullo stesso piano e quella che ha maggiore influenza nei contatti interlinguistici è quella di prestigio

135
Q

MODELLO DI VARIAZIONE LINGUISTICA (COSERIU)

A
  1. diatopica
  2. diafasica
  3. diastrasica
  4. diamesica (introdotta da Mioni)

comportano l’archtettura di una lingua

136
Q

architettura della lingua

A

articolazione interna in base alle fondamentali dimensioni di variazione di una lingua

137
Q

variazione diatopica (modello di variazione linguistica)

A

variazione nello spazio, in base alla collocazione geografica

  • italiano standard
    -neostandard o dell’uso medio
  • italiano regionale
  • koinè dialettale regionale
  • dialetto locale
138
Q

italiano neostandard o dell’uso medio (variabilità diatopica)

A

termine di sabatini, riconosciuto dall’accademiadella crusca, caratterizzato dall’accettazione nel parlato di forma in precedenza sanzionate e colloquialismi

139
Q

italiano regionale

A

coloritura nel lessico e nella pronuncia assunta dall’italiano per influenza dei dialetti, non ben definibile (tiene viva la variazione geografica malgrado il declino dei dialetti)

140
Q

pluricentrismo (variabilità diatopica)

A

forma di variazione diatopica delle grandi lingue, che possono avere più forme standard nei diversi stati

141
Q

variazione diafasica (modello di variazione linguistica)

A

riguarda il cambio di REGISTRo in base alla situazione formale o informale e alla persona con cui si parla e il cambio di SOTTOCODICE in base all’argomento di cui si parla

142
Q

registro (variazione diafasica)

A

varietà diafasica dipendente dal carattere formale o informale della comunicazione

143
Q

sottocodici (variazione diafasica) o LINGUE SPECIALI

A

varietà diafasica dipendente dai settori, quindi sono caratterizzate non dal registro ma dalla specificità. hanno

  • variazione ORIZZONTALE in base a se sono lingue speciali in SENSO STRETTO (con tecnicismi, della scienza) p in SENSO LARGO (meno settoriali, come la lingua speciale della pubblicità)
  • variazione VERTICALE individuata in base al destinatario e quindi all’uso che si fa della lingua speciale
144
Q

variazione diastratica (modello di variazione linguistica)

A

variazione nello spazio sociale, quindi in base alle classi sociali. comporta la creazione di socialetti (rientrano tutti nell’italiano popolare)

145
Q

variazione diamesica (modello di variazione linguistica)

A

riguarda la scelta del mezzo fonico o grafico. sottocategorie tra parlato e orale:

  • lingua trasmessa = parlato che acquisisce caratteristiche di istituzionalità
  • parlato scritto = lettura del testo scritto, caratteristiche formal dello scritto + caratteristiche e accorgimenti orali
  • parlato recitato = testo scritto imparato a memoria
  • parlato telefonico = in assenza di rapporto diretto con l’interlocutore
  • CMC e CMT, scrittura elettronica
146
Q

variazione diatecnica (variazione diamesica)

A

varietà di italiano parlata nella tecnologia, (CMC, CMT, scrittura elettronica, parlato digitato, e-taliano)

lingua scritta non formale, che utilizza segmentazioni di parola arbitrarie, utilizza emoticon e grafie sonologiche). sono tutte caratteristiche tipiche delle SCRITTURE BREVI

147
Q

criteri di classificazione delle lingue

A
  1. genealogica, basata su criteri di parentela genealogica
  2. numero di parlanti nativi
  3. tipologica
148
Q

famiglie

A

lingue che rappresentano una continuazione storica di una LINGUA MADRE = lingua precedentemente attestata da cui deriavno lingue FIGLIE tra loro SORELLE, più alto livello di parentela ricostruibile con i mezzi della linguistica storico-comparativa

si individuano attraverso CONCORDANZE LINGUISTICHE SIGNIFICATIVE nel lessico di base e nella morfologia (devono concludere casualità e interferenza)

si dividono in sottofamiglie o RAMI, chesi suddividono in GRUPPI e poi SOTTOGRUPPI

149
Q

italiano (classificazione geneologica)

A

sottogruppo italo-romanzo del gruppo occidentale del ramo neolatino della famiglia europea

150
Q

classificazione tipologica

A

cone le diverse lingue danno forma agli universali linguistici, si raggruppano in tipi linguistici in base alla presenza di proprietà e caratteri comuni

  • tipologia MORFOLOGICA, con lingue isolanti, agglutinanti, flessive, polisintetiche
  • tipologia SINTATTICA
151
Q

lingue ISOLANTI (tipologia morfologica)

A

struttura della parola molto semplice e moonsillabica, dove ogni parola rappresenta un morfema

152
Q

lingue AGGLUTINANTI (tipologia morfologica)

A

ai morfemi lessicali vengono aggiunti morfemi grammaticali che veicolano un solo significato, quindi questo crea parol molto lunghe e dalla struttura complessa. sono facili da identificare perchè la grammatica è regolare

153
Q

lingue FLESSIVE (tipologia morfologica)

A

utilizzo di morfemi cumulativi, quind con un livello maggiore di sintesi. frequenti i casi di allomorfia, fusione e irregolarità che rendono più difficile individuare i morfemi

INTROFLESSIVE = flessione avviene all’interno della radice con l0uso di transfissi

154
Q

lingue POLISINTETICHE (tipologia morfologica)

A

struttura della parola molto complessa perchè unisce più morfemi e radici lessicali (può sintetizzare un0intera frase)

155
Q

TIPOLOGIA SINTATTICA

A

riguarda l’ordine dei componenti principali

  • SOV
  • SVO
  • VSO
  • VOS
  • OVS
  • OSV

ragioni di prevalenza: principio di precedenza, principio di adiacenza

156
Q

legge n 482 1999

A

tutela della minoranze linguistiche storiche (cioè varietà diverse dall’italiano che sono stanziate da secoli sul territorio)
francese, franco-provenzale, provenzale
ladino, friulano, tedesco
sloveno, croato, albanese, greco
catalano, sardo

157
Q

repertorio linguistico

A

insieme delle varietà di lingua presenti presso una certa comunità

158
Q

lingua standard

A

varietà del repertorio linguistico che ha maggior prestigio rispetto alle altre, è codificata dalla grammatica, possiede generalmente una tradizione di prestigio ed è insegnata nelle scuole

159
Q

dialetto

A

varietà prevalentemente orale e di estensione geografica e demografica inferiore rispetto alla lingua standard

160
Q

lingue minoritarie o minoranze linguistiche

A

varietà non imparentate con la lingua standard che hanno una propria cultura e tradizione etnica

161
Q

diglossia

A

bilinguismo in cui le varietà coprono ruoli socialmente differenti, la varietà alta si usa esclusivamente nello scritto, negli usi formali e viene utilizzata a scuola, mentre la varietà bassa è parlata in famiglia e nella quotidiana

162
Q

dilalia

A

a differenza della diglossia la forma alta viene utilizzata anche nel quotidiano e si impara nella socializzazione primaria

163
Q

INTERLINGUISTICA

A

o linguistica del contatto. settore della linguistica che studia le condizioni in cui si determina il contatto tra lingue e gli effetti che ne scaturiscono. Sono fenomeni di imitazione di modelli alloglotti in LR

164
Q

lingua modello

A

generalmente una lingua di prestigio che fornisce i modelli linguistici da imitare

165
Q

lingua replica

A

lingua interessata dai fenomeni di interferenza che riproduce più o meno fedelmente il modello alloglotto

166
Q

CONTATTO

A

compresenza in un individuo o in una comunità di uno o più sistemi linguistici (presupposto dell’interferenza)

167
Q

INTERFERENZA

A

effettivo manifestarsi dell’incontro tra due lingue nell’atto linguistico individuale di un parlante bilingue, nella parole.

è un processo attivo, perchè la lingua adatta sempre il modello

168
Q

PRESTITI E CALCHI

A

risultato dei fenomeni di interferenza, l’elemento alloglotto diventa parte del sistema linguistico, della langue, attraverso l’USO

169
Q

interferenza di necessità (motivazioni dell’interferenza)

A

la lingua replica ha una casella vuota, non c’è un termine patrimoniale corrispondente ad uno straniero

170
Q

interferenza di prestigio o di lusso (motivazioni dell’interferenza)

A

la casella è già occupata ma si imita comunque il modello straniero. Comporta SOVRABBONDANZA LESSICALE

171
Q

sovrabbondanza lessicale

A

caso in cui a seguito di un’interferenza di prestigio ci si trova davanti a termini patrimoniali e alloglotti che coprono lo stesso significato. dopo una fase di instabilità del sistema si ritrova l’equilibrio attraverso:

  • NEUTRALIZZAZIONE SEMANTICA (elimina uno dei due termini)
  • POLARIZZAZIONE SEMANTICA (si mantengono entrambi i termini e uno diventa un iperonimo con significato generale e l’altro un iponimo - subisce specializzazione semantica)
172
Q

low frequency of words (motivazioni dell’interferenza)

A

parole meno frequenti vengono sostituite con termini alloglotti

173
Q

distinzioni lessicali (motivazioni dell’interferenza)

A

per rimediari a una insufficiente distinzione semantica

174
Q

evocatory power (motivazioni dell’interferenza)

A

associazioni che evocano l’ambiente e l’atmosfera della lingua straniera, sono motivazioni stilistico-espressive

175
Q

brevità (motivazioni dell’interferenza)

A

spesso sono più espressive, monosillabiche, evitano l’analiticità dell’italiano

176
Q

fatti di tabuizzazione (motivazioni dell’interferenza)

A

utilizzo di parole straniere per non pronunciarne una partimoniale, spesso hanno connotazione diversa

177
Q

principio dell’evidenza cumulativa (riconoscimento dei fenomeni di interferenza)

A

i fenomeni di interferenza non si verificano mai isolatamente: l’area di maggior presticio esportatrice di unità linguistiche è collegata as una con maggiore ricettività

178
Q

plausibilità (riconoscimento dei fenomeni di interferenza)

A

del rapporto di imitazione tra due elementi

179
Q

criterio cronologico (riconoscimento dei fenomeni di interferenza)

A

il modello deve essere presente nella lingua modello prima delle attestazioni della replica

180
Q

storia culturale (riconoscimento dei fenomeni di interferenza)

A

per stabilire la direzionedell’influsso

181
Q

anomalie nel significante (riconoscimento dei fenomeni di interferenza)

A

della lingua replica

182
Q

PRESTITO

A

fenomeno di interferenza linguistica che consiste nella riproduzione di un modello alloglotto dal punto di vista del significante e del significato

tipi di prestito:
- PRESTITI FEDELI
- PRESTITI ADATTATI
- FALSI PRESTITI
- prestiti mediati
- prestiti ripetuti
- prestiti di ritorno
- prestiti decurtati
- prestiti camuffati

183
Q

prestiti fedeli (tipologie di prestiti)

A

riproducono fedelmene significante e significato (film). in genere caratterizzano prestiti recenti

184
Q

prestiti adattati (tipologie di prestiti)

A

imitano modelli alloglotti, ma adattano il significante (bistecca), sono prestiti su cui la lingua esercita azione assimilatrice. in genere indicano presti da molto tempo nella lingua

185
Q

prestiti camuffati (tipologie di prestiti)

A

impiego di un’unità lessicale già presente con un nuovo significato preso da un modello alloglotto (parole omonime ma di diverso significato). diverso dal calso semantico (non serve affinità semantica tra modello e replica)

applicazione (termine informatico), suggestione nel senso di suggerimento (suggestion)

186
Q

falsi prestiti (tipologie di prestiti)

A

FALSI ESOTISMI. creazioni che hanno un significante alloglotto ma non c’è un modello alloglotto nella lingua da cui si presume siano ispirate oppure ha un significato completamente diverso (autostop, smoking)

187
Q

CALCHI

A

imitazione del significato del modello alloglotto ma non del significante, quindi soltanro della forma interna, resa attraverso materiale preesistente nella lingua replica. comportano ampliamento di significato o neologia esogena (il prestito comportava sempre neologismo)

tipologia di calco:
-CALCO SEMANTICO
- CALCO STRUTTURALE (di composizione o di derivazione)
- CALCO SINTAGMATICO (+ calco sintematico)
- calco sintattico
- semicalco
- calco concettuale
- CALCO PARZIALE

188
Q

calco semantico (tipologia di calco)

A

singole parole che ampliano il loro spazio semantico e aggiungono un significato secondario, spesso metaforico, ad uno che già condividevano con una parola polisemica alloglotta. è un caso di POLISEMIA INDOTTA

es: stella, falco

(nel prestito la polisemia iniziale può non essere replicata, qui è il presupposto)

189
Q

MOTIVAZIONI DELL’interferenza

A
  • interferenza di necessità
  • interferenza di prestigio
  • bassa frequenza d’uso
  • distinzioni lessicali
  • evocatory power
  • brevità
  • tabuizzazione
  • tendenza all’adozione indiscriminata
  • minor vigilanza del parlante
190
Q

riconoscimento dei fenomeni di interferenza

A
  • principio dell’evidenza comunicativa
  • plausibilità
  • criterio cronologico
  • storia culturale
  • anomalie nel significante
191
Q

acclimatamento (prestiti)

A

processo correlato con l’uso che i parlanti hanno delle parole di origine alloglotta, si manifesta con generalizzaione dell’impiego e creazione di derivati

192
Q

integrazione (prestiti)

A

processo di mimetizzazione esercitato dalla lingua replica per adeguare l’emeneto alloglotto
- morfologica
- grafica
- fonologica
- semantica

193
Q

CALCO STRUTTURALE

A

fenomeno di interferenza linguistica che consiste nella riproduzione di un modello straniero articolato sia dal punto di vista della struttura che del significato utilizzando materiale linguistico preesistente

  • CALCO STRUTTURALE DI COMPOSIZIONE
  • calco strutturale di derivazione
194
Q

CALCO STRUTTURALE DI COMPOSIZIONE (calco strutturale)

A

tipo di interferenza linguistica che consiste nell’imitazione di un composto alloglotto mediante una replica caratterizzata anch’essa da una struttura di composizoione

  • perfetti (rispettano l’ordine dei costituenti) - fuorilegge
  • imperfetti (non rispettano l’ordine dei costituenti) - piedipiatti
195
Q

CALCO SINTAGMATICO

A

imitazione di un sintagma alloglotto mediante una replica caraterizzata anch’essa da una struttura sintagmatica utilizzando materiale linguistico preesistente

sintagma = unità linguistica complessa, combinazione di lessemi che ha significato desuminile dalla somma delle parti

  • perfetti = fedele nella struttura e nell’ordine degli elementi (nuova economia)
  • imperfetti = non rispettano la struttura (più analitici) o l’ordine dei costituenti (lavaggio del cervello, tassa piatta)
196
Q

CALCHI PARZIALI

A

una parte del modelo alloglotto viene resa come prestito e una come calco

trust di cervelli

197
Q

italianismi tradizionali

A

legati al patrimonio storico-culturale, alla musica, all’arte e alle lettere (italiano come lingua di cultura) + grande emigrazione

197
Q

italianismi tradizionali

A

legati al patrimonio storico-culturale, alla musica, all’arte e alle lettere (italiano come lingua di cultura) + grande emigrazione

198
Q

neoitalianismi

A

prodotti legati alla creatività, enogastronomia, moda (made in italy) + valori dell’italianità

Devono essere:
- recenti (anni ‘80)
- riguardare nuovi settori non tradizionali
- diffusi attraverso i media, in particolare il web

199
Q

italici

A

comunità transnazionale che ha appartenenza culturali (non discendenti o cittadini); ma sono italofoni o italofili

200
Q

linguistic landscape

A

insieme di segni linguistici preenti in insegne, annunci pubblicitari. strudia il feado di diffusione e penetrazione della lingua nello spazio sociale

201
Q

virtual linguistic landscape

A

spazio linguistico del web e scelte linguistiche della comunità cybernetica (VLL dei siti americani di Eataly (storytelling, dimesione culturale ed emozionale con ambienti coinvolgenti - immagine dell’italia all’estero)

202
Q

pseudoitalianismi

A

caso di prestito apparente italiano ma nessun legame con modelli italiani (fredddoccino) ma rispondono comunque al riconoscimento del parlante del valore della lingua per il suo carattere evocativo e accattivante (legato all’italian sounding)

203
Q

travaso

A

o osmosi linguistica. riguarda la de-tecnicizzazione di tecnicismi che entrano in una lingua attraverso lingue speciali e poi si riversano nell’uso comune con un significato più generale (optional, resetttare)