malattie tiroide Flashcards

1
Q

MALATTIE TIROIDE:

A

prevalenza estremamente elevata nella popolazione i quadri clinici possono essere caratterizzati da carenza di iodio, iper e ipofunzione della ghiandola, flogosi e neoplasia.
Semeiotica TIROIDE
La ghiandola è localizzata nella regione anteriore del collo e in condizioni normali ha un peso di 2O~ 25 g. È facilmente palpabile quando il collo viene iperesteso e il
paziente deglutisce, in quanto la segue gli atti della deglutizione.
Nel paziente in posizione normale invece non è palpabile, a meno
che non sia presente anche solo un piccolo ingrossamento della
ghiandola: si parla in questo caso di gozzo.

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2
Q

CLASSIFICAZIONE MORFOLOGICA GOZZO

A

Negli studi epidemiologici effettuati in passato, prima ancora che venisse utilizzata l’ecografia come esame di routine, si classificava il gozzo per gradi in base alla dimensione e alla visibilità della ghiandola:
a grado O: tiroide di normali dimensioni e caratteri
b grado la: gozzo palpabile, non visibile a collo iperesteso
c grado lb: gozzo palpabile e visibile solo a collo iperesteso
d grado ll: gozzo visibile con collo in posizione normale
e grado III: gozzo visibile a distanza.

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3
Q

Indagini strumentali TIROIDE’

A

ebbene tale classificazione sia ancora valida, oggi si hanno a disposizione metodiche molto più attendibili e che danno reale valore delle dimensioni e della morfologia della ghiandola, prima su tutte l’ecografia.

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4
Q

COME SI OTTIENE L’ASPETTO NORMALE DELLA TIROIDE

A

ponendo la sonda dell’ecografo trasversalmente al collo: nella parte centrale è presente la trachea, lateralmente ad essa lobo destro e lobo sinistro della tiroide, ancora più lateralmente le carotidi e anteriormente i muscoli del collo.

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5
Q

COSA CONSENTE DI INDAGARE L’ECOGRAFIA TIROIDEA

A

‘anatomia e quindi valutare le dimensioni della ghiandola, misurazione del diametro trasverso; se si poggia la sonda sul lobo si può ottenere l’aspetto longitudinale della tiroide. Consente poi di mettere in evidenza le alterazioni del parenchima, come cisti e noduli, attraverso alterazioni dell’ecogenicità, è una indagine di routine e può essere ripetuta senza creare danni

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6
Q

PRESENTAZIONE ECOGRAFIA LESIONI L

A

Le cisti si presentano come lesioni anecogene. L’ipoec0genicità è tipica dell’infiltrazione flogistica della ghiandola come in caso di tiroidite autoimmune, la quale può essere diffusa oppure parcellare, in quest’ultimo caso la tiroidite viene clefinita focale.

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7
Q

METODICA ULTERIORE ALL’ECOGRAFIA IN DIAGNOSTICA TIROIDE:

A

L’ecodoppler consente la visualizzazione della lesione e della ghiandola: se si ha un aumento diffuso della vascolarizzazione significa che c’è un evento flogistico in atto; in fatti in presenza di noduli è importante la disposizione della vascolarizzazione: se la vascolarizazione è perilesionale è con ogni probabilità benigna, nel caso in cui invece essa è marcata ed intra-Iesíonale il segno è dubbio.

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8
Q

PROCEDURA DIAGNOSTICA TIROIDE:

A

ecografia, eco color doppler, scintigrafia, elastosonografia, captazione dello iodio, biopsia o ago aspirato, tc, radiografia torace e esami laboratoriali che dosano t3, t4, anticorpi anti tiroide,

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9
Q

CAPTAZIONE FUNZIONALE DELLO IODIO:

A

videnzia la quantità di iodio captatto e consente di misurare la velocità di captazione

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10
Q

ELASTOSONOGRAFIA, COSA VALUTA

A

è la valutazione della durezza della lesione tramite la misura della pressione della sonda, che rielabora il segnale e indica se il nodulo sia duro o di consistenza parenchimatosa normale.

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11
Q

SCINTIGRAFIA

A

dopo l’ecografia si fa la scintigrafia: viene utilizzato un mezzo di contrasto la cui concentrazione è rilevata con macchinari , l’immagine morfologica e funzionale della tiroide.

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12
Q

QUALE MEZZO DI CONTRASTO SI USA NELLA SCINTIGRAFIA

A

Il mezzo di contrasto utilizzato può essere o tecmezio, un radionucleide (meno radioattivo dello iodio 131) che viene captato ma non metabolizzato, oppure lo iodio radioattivo, iodio~131, molecola che segue tutti i processi metabolici dello iodio stabile e che viene captata dalla ghiandola e inserita all’interno dell’ormone: la scintigrafia mette quindi in evidenza zone di captazione rispetto ad altre- con assenza di captazione; l’entità dell’accumulo corrisponde al colore scuro della scintigrafia.

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13
Q

TIPI DI NODULI OSSERVABILI ALLA SCINTIGRAFIA

A

Si distinguono noduli caldi, che captano molto, e noduli freddi o tiepidi che captano meno e concentrano meno lo iodio radioattivo.

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14
Q

QUANDO ESEGUIRE LA SCINTIGRAFIA L

A

La scintigrafia deve essere fatta solo in particolari casi e soprattutto dopo l’ecografia, è inutile farla se prima non si hanno dei dati che si possono agevolmente ottenere con l’esame ecografico. Si esegue unicamente con alterazione funzionale della ghiandola, ad esempio con TSH soppresso e un quadro di ipertiroidismo, e all’ecografia si attesti la presenza di uno o più noduli: la scintigrafia deve essere atta a sapere se la causa è il nodulo. La scintigrafia deve quindi accompagnarsi alla velocità di captazione

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15
Q

QUANDO NON FARE SCINTIGRAFIA

A

se all’ecografia si evidenzia una cisti, non serve fare la scintigrafia perché ne risulterebbe un nodulo non captante: una cisti non può captare iodio; quindi se si conosce già in partenza il risultato è inutile richiedere quest’esame.

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16
Q

BIOPSIA O AGO ISPIRATO, PROCEDURA:

A

prevede l’inserimento, meglio se eco-guidato, dell’ago sottile di una siringa all’interno della lesione: il tessuto viene aspirato, strisciato su vetrino e osservato al microscopio, consente di fare diagnosi di infiammazione e di alcune neoplasie.

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17
Q

Altre indagini diagnostiche che vengono fatte in casi particolari, patologia tiroidea

A

sono: radiografia del torace, che può evidenziare la presenza di un gozzo della tiroide nel mediastino anteriore oppure deviazioni della trachea; TC, che permette di osservare sviluppi retrosternali íntratoracici mediastinici della ghiandola.

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18
Q

Esami di laboratorio TIROIDE

A

misura nel sangue dei valori di TSH,ffg, †T4 e anticorpi anti~tiroide. La concentrazione ematica normale diTSH corrisponde a 4 muU/ ml, ma negli anni sta subendo, come il colesterolo, delle variazioni costanti nella popolazione generale.

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19
Q

COME VANNO DOSATI GLI ORMONI TIROIDEI

A

vanno dosati sono le frazioni libere o free, fi; e fT4: in questa maniera vengono bypassati i fattori interferenti determinati dalla concentrazione delle proteine vettrici.

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20
Q

POSSIBILI ALTERAZIONI VALORI EMATICI ORMONI TIORIDEI TOTALI E NON LIBERI

A

ln caso di assunzione della pillola anticoncezionale o di stato di gravidanza,o cirrosi, nel sangue vi è aumento delle proteine vettrici tale per cui si potrebbero ottenere valori alti se si dosasse la T4 totale, che misura sia la quota libera che la quota legata alle proteine, come per il cortisolo: dal punto di vista diagnostico è corretto misurare solo ed esclusivamente le quote libere,
eliminando cosi le interferenze determinate dalle modifiche della quantità di proteine vettríci plasmatiche.

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21
Q

Patologia tiroidea

1.Gozzo, definizione

A

qualsiasi aumento di volume della ghiandola a prescindere dall’eziologia.

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22
Q

QUADRI CLINICI PIU FREQUENTI ASSOCIATI A PATOLOGIA TIROIDEA

A

sono le patologie legate alla carenza iodica: lo iodio è un elemento raro, iterreni e gli alimenti ne sono poveri.

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23
Q

L’apporto iodico raccomandato

A

è: circa 150 pg/die nel soggetto adulto, aumentato a 220 ug/die in gravidanza e 220 pg/die in allattamento; nel neonato 40 ug/die; nel bambino varia a seconda dell’età: 1-3 anni 70 ug/die, 4-6 anni 90 ug/die, 7-10 anni 120 ug/die.

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24
Q

ATTUALE RIDUZIONE QUADRI CLINICI DA CARENZA IODICA:

A

Attualmente i quadri clinici gravi da carenza iodica e l’incidenza del gozzo stanno diminuendo grazie ad una profilassi silente è consigliato comunque assumere integratori come il sale marino iodato: 3-4 g al giorno consentono un’introduzione di circa 30-35 ug di iodio. Tale profilassi deve necessariamente essere fatta in gravidanza.

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25
Q

EZIOPATOGENESI PATOLOGIA TIROIDEA:

A

la carenza di iodio deterina riduzione della produzione di t3 e t4 a cui a sua volta corrisponde aumento del tsh , viene meno il feedback negativo da parte degli ormoni tiroidei, se il difetto non viene rapidamente corretto determna ipertrofia ed iperplasia della tiroide e svilupo noduli

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26
Q

ASPETTO ISTOLOGICO LESIONE TIROIDEA

A

nei noduli si ha proliferazione dei tireociti, con aspetto differente: cellule bianche e cellule nere. si hanno quindi cellule nere e cellule bianche. Le cellule nere non sono dotate di perossidasi utili per la sintesi degli ormoni, quindi non sono captanti, freddi. Le cellule bianche hanno il corredo necessario, sono captanti e funzionanti. I Noduli possono essere bianchi, neri, o misti.

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27
Q

Cosa fare oltre ad esame palpatorio della tiroide

A

Oltre all’esame palpatorio della tiroide, in questo studio è stata dosata la iodiuria, e si è riscontrata una correlazione diretta tra aumento di dimensione della ghiandola e poco iodio escreto con le urine (perché poco ne era stato introdotto con l’alimentazione).

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28
Q

CAUSE SVILUPPO NODULI E GOZZO

A

in primis carenza iodica, presenza di inquinamento batterico e industriale, in primis I gozzigeni naturali come i tiocianati(tireostatici) e iƒlavinoidi, presenti in alcune piante,
I semi di soia, miglio,
I carenza di selenio o di fluoro,
I malnutrizione, soprattutto deficit Vitamina A
I eccesso di calcio
tutti fattori ambientali che possono contribuire allo sviluppo di malattie benigne e potenzialmente anche di quelle maligne.

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29
Q

Pericolosità carenza di iodi gravidico:

A

In gravidanza, il danno causato dalla carenza di iodio è particolarmente grave e irreversibile. La
tiroide fetale inizia a funzionare durante il secondo trimestre, per cui nei primi tre mesi di gestazione il feto è totalmente dipendente dagli ormoni tiroidei materni, che attraversano laplacenta: se la madre ha una ipofunzione tiroidea e produce pochi ormoni, pochi arrivano al feto che presenterà uno sviluppo cerebrale
alterato.

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30
Q

Quadro clinico carenza iodica gravidica:

A

Si determina il quadro di cretinismo da
carenza iodica: il paziente è ipotiroideo,presenta facies cretina associata a lesioni del sistema nervoso centrale del sistema extra- píramidale tipo Parkinson e spasticità, ritardo mentale. I quadri gravi di ipotiroidismo fetale per fortuna si vedono sempre meno, sono diventati rarissimi grazie alla profilassi effettuata dalla
madre durante la gestazione.

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31
Q

Clinica carenza iodica

A

Il quadro clinico più frequente è l’ingrossamento lieve o voluminoso del collo,il gozzo. Nel gozzo semplice da carenza iodica la funzionalità della ghiandola è normale, sono presenti solo modificazioni estetiche che si accompagnano in alcuni casi a disturbi di compressione:
I dísfagia se c’è compressione a livello dell’esofago
I disfonia se vengono interessati i nervi ricorrenti con variazioni del tono della voce
I dolore locale quando i noduli vanno incontro ad emorragie con formazione di pseudocisti emorragica
I sindrome mediastinica quando c’è compressione delle strutture soprattutto ascolari del mediastino, ma sono quadri gravi e piuttosto eccezionali
I modificazione estetica sintomatica o “pseudoipertiroidísmo, infatti, Il fatto di avere una lesione al collo palpabile e visibile può determinare in certi soggetti ansiosi un’attivazione del simpatico che simula la sintomatologia tipica dell’ipertiroidismo. Tale condizione non necessita di terapie.
PERCHèUn tempo veniva somministrata ad alte dosi la Levotiroxina o L-tiroxina, cioè la T4, nella speranza di ridurre le dimensioni dei noduli, ma in realtà è stato dimostrato che tale terapia soppressiva del TSH causa danni al cuore e alle ossa.

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32
Q

pertiroidismo, quadro clinico

A

caratterizzato da aumento di funzione della ghiandola e conseguente incremento della produzione e dell’immissione in circolo degli ormoni tiroidei T3 e T4, sono colpite più frequentemente le donne (1,5%) rispetto agli uomini (O,2%); l’incidenza è di 25 casi ogni 100.000 abitanti.

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33
Q

Ipertiroidismo, EZIOLOGIA

A

dipende dall’area geografica considerata: in aree di carenza iodica la popolazione è soggetta allo sviluppo di noduli autonomi, mentre in regioni con apporto iodico normale è più frequente il morbo di Basedow-Graves,

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34
Q

Gozzo nodulare tossico, definizione

A

È l’evoluzione naturale del gozzo da carenza iodica: i noduli del gozzo semplice possono diventare autonomi per il prevalere delle cellule bianche captanti, i noduli diventano iperfunzionanti e tossici, con l’insorgere di un quadro di ipertiroidismo. L’incidenza aumenta con l’utilizzo del sale iodato perché il maggior apporto di iodio comporta ipercaptazione e ipeijfunzione dei noduli.

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35
Q

Domanda: Come fa il gozzo a diventare tossico se non c’è iodio?

A

ll gozzo da
carenza iodica negli anni può diventare tossico in relazione alla quantità di iodio introdotta e captata dai noduli, che ne sono avidi: se
l’apporto di iodio è basso, i noduli captanti non hanno un substrato sufficiente a produrre quantità di ormone tali da determinare un quadro di ipertiroldismo; se invece aumenta l’introduzione di iodio i noduli caldi divengono ipercaptanti e quindi
tossici.

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36
Q

Quindi il gozzo tossico si sviluppa solo se l’apporto ìodico viene modificato?

A

Ll particolare aumento negli anni dell’apporto è un fattore: se non ci fosse apporto ìodico maggiorato, l’incidenza di questi quadri si ridurrebbe, ma si svilupperebbero comunque.

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37
Q

Forme ipertiroidismo

A

due forme: marcato e subclinico. Nell’ipertiroidismo sub~clinico i noduli non sono tossici perché non è presente una quantità sufficiente di iodio; possono diventare iperfunzionanti e scatenare ipertiroidismo franco nell’evoluzione o nel gozzo nodulare semplice dopo esecuzione di esami radiologici
Con mezzo di contrasto lo iodio radioattivo.

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38
Q

Morbo di Basedow-Graves, quadro clinico

A

I esoftalmo o oftalmopatia Basedowiana con chemosi congiuntivale
I gozzo
I mixedema, soprattutto pretibiale
I acropachia tiroidea (ippocratismo digitale, unghie a vetrino d’orologio)

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39
Q

Eziologia basedow graves

A

l’ipotesi sull’origine autoimmune della patologia è suffragata dall’ossen/azione dell’ipertiroidismo neonatale transitorio: neonati figli di madri con Basedow possono presentare i segni clinici tipici dell’ipertiroidismo transitorio, per 30-40 giorni. Questo perché le immunoglobuline materne che attraversano la placenta e giungono alla circolazione fetale hanno un’emivita di 30 o 40 giorni e conseguentemente riproducono nel neonato la sintomatologia basedowiana fino alla loro scomparsa dal circolo.
Il morbo è quindi causato dalla presenza di immunoglobuline policlonali stimolanti il recettore del TSH (TSHr), di cui mimano gli effetti determinando un ipertiroidismo.
immunomediato.

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40
Q

Associazione genetica malattia di graves

A

malattia di Graves presenta associazioni con il sistema di istocompatíbilità HLA e in particolare
con il gene HlA-DR3. Tuttavia si tratta di una malattia poligenica su base autoimmune, la cui causa non è conosciuta: non è stato ancora scoperto il gene o il complesso di geni responsabili della patologia. Tuttavia, nei pazienti affetti sono stati dimostrati polimorfismì del gene CTLA-4, che ha effetto regolatore sulle cellule T del sistema immunitario e che risulta alterato in associazione alle malattie tiroidee autoimmuni.

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41
Q

Fattori ambientali favorenti malattia graves

A

è stato messo in evidenza che la Yersinia Enterocolitica ha sulla membrana un recettore per il TSH, altri fattori coinvolti sono le infezioni virali e lo stress: la malattia si manifesta talvolta dopo eventi stressanti soprattutto nel sesso femminile.

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42
Q

TIPO DI ANTICORPI TIROIDEI CHE DETERMINANO DIVERSE PATOLOGIE

A

ll sistema immunitario dei pazienti sviluppa anticorpi oligo o poli-clonali contro il recettore del TSH, i quali sono di due tipi: stimolanti o inibenti. Se prevalgono gli stimolanti si ha il Morbo di Basedow; se invece prevalgono gli inibenti, evenienza più rara, si sviluppa l’ipotiroidismo che si osserva nel neonato in via transitoria.

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43
Q

Come si manifesta tiroide ad esame microscopico graves:

A

All’esame microscopico la tiroide si presenta notevolmente infiltrata di linfociti con centri germinativi, i quali sono la componente responsabile della produzione anticorpale.

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44
Q

Associazioni morbo graves:

A

può coesistere anche la Malattia di Hashimoto, tiroidite cronica sempre su base autoimmune:

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45
Q

SIEROLOGIA COMPOSITA MORBO DI GRAVES E BASEDOW

A

in tal caso nel sangue del paziente sono presenti anche gli anticorpi anti-TPO e anti-TG, che per non sono specifici e diagnostici di Basedow, come invece sono le lg stimolanti il TSHr.

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46
Q

OFTALMOPATIA TIROIDEA ENDOCRINA BASEDOW (TAO) o oƒtalmopatia Basedowiana:

A

è una condizione ad eziologia autoimmune che interessa la muscolatura estrinseca dell’occhio e i tessuti retrorbítari, si ha infiltrazione dei tessuti da parte di cellule infiammatorie, mononucleati, linfociti CD8+ e CD4+, plasmacellule; segue l’attivazione dei fibroblasti, la produzione di glicosaminoglicani che determina edema e di collagene che porta nel tempo alla fibrosi.

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47
Q

RAGIONI DELLA FIBROSI NEL BASEDOW

A

avviene perché il tessuto adiposo orbitale dei
pazienti con Basedow è più ricco di pre-adipociti, i quali esprimono sulla membrana un recettore per il TSH: gli anticorpi che stimolano il TSHr della tiroide legano anche i pre~adipociti e innescano la reazione infiammatoria.

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48
Q

l segni clinici del|’oftalmopatia tiroidea (TAO) sono

A

ø esoftalmo
ø ecchimosi
v edema palpebrale
0 accumulo di mucopolisaccaridi
0 cecità se l’accumulo di mucopolisaccaridi è tale da comprimere il nervo ottico e
determinarne atrofia
ø ipertrofia e infiammazione della muscolatura estrinseca, con infiltrazione linfocitaria alterazioni della contrattilità della muscolatura estrinseca a causa di fattori proteica contro i quali viene attivata reazione anticorpale, con flogosi e ingrossamento, che possono determinare paralisi dello sguardo e diplopia.

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49
Q

Adenoma tossico Morbo di Plummer, definizione:

A

è un tumore benigno caratterizzato dalla presenza di un unico nodulo autonomo e
iperfunzionante producente ormoni tiroidei

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50
Q

All’esame scintigrafico morbo di plummer

A

si evidenzia un unico nodulo captante, mentre il restante parenchima non è evidenziato poiché l’aumento
_ degli ormoni tiroidei prodotti dall’adenoma inibiscono la secrezione ipofisaria diTSH: la parte sana di parenchima non è stimolata e quindi non capta lo iodio.
Quest’ultima si può mettere in evidenza se si somministra TSH esogeno.

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51
Q

Altre cause, più rare, di ipertiroidismo sono:

A
  • adenomi che producono TSH, « tumori trofoblastici stru ma ovari - farmaco«indotto,anticorpi sierici contro queste componenti sono presenti nel 40-60% dei pazienti con TAO,
    Sono anticorpi con citotossicità (complementdmedìata o in associazione con “killer cells” nella forma anticorpo-mediata).
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52
Q

Ipertiroidismo subclinico, manifestazioni:

A

Normali concentrazioni di fT3 e †T4 con TSH soppresso, in genere asintomatici. L’assenza di segni clinici e sintomi pone il problema se trattarlo o meno. Se il TSH è inferiore allo O,1mU/L, ma mentre nel paziente giovane si può aspettare, nella donna in post-menopausa e ne|l’anziano si preferisce trattarlo perché si associa rispettivamente a osteoporosi e fibrillazione atriale,

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53
Q

Quadro clinico ipertiroidismo subclinico

Sintomi:

A

astenia, debolezza muscolare e mialgie
0 cardiopalmo e sintomi a carico dell’apparato cardiovascolare
ø irrita bilità
0 intolleranza al caldo e iperattività nelle forme conclamate
1 aumento dell’appetito e dimagrimento a parità di introito calorico, quindi aumento del metabolismo
I sintomi a carico della cute e dell’occhio in casi particolari, es. nel Morbo di Basedow: mixedema e esoftalmo.

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54
Q

Segni ipertiroidismo subclinico

A

0 cute calda e umida a causa della vasodilatazione periferica: gli ormoni tiroidei causano produzione di calore e se non ci fosse vasodilatazione si svilupperebbe ipertermia (nelle forme floride c’è sempre una febbricola); ciò determina riduzione della pressione diastolica
I aumento della pressione sistolica: gli ormoni tiroidei determinano aumento della forza di contrazione, della frequenza e della gittata cardiaca ¢ quindi aumento della pressione differenziale nelle forme conclamate
0 aritmie, extrasistoli, fibrillazione atriale
0 tachicardia sinusale e palpitazioni, non specifici dell’ipertiroidismo ma sono un segno clinico abbastanza frequente
ø dolorabilità muscolare
¢ dispnea e affanno per miopatia dei muscoli respiratori
¢ tremorí fini alle mani: il paziente spesso non riesce a scrivere
ø iper-reflessia.

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55
Q

FISIOPATOLOGIA DEL QUADRO CLINICO

A

Si raccorcia il rilassamento diastolico. La velocità con cui il Cal* nel citosol diminuisce,(meno calcio utilizzabile dalla tr. dei filamentì sottili delle miofibrille) è uno degli eventi cruciali che portano al
rilassamento. Il meccanismo più importante è la pompa del calcio del reticolo sarcoplasmatico che sovrasta le miofibrìlle. La T3 aumenta la espressione della ATPsaicCa2* T3 fa aumentare il Ca” nel citosol. ipertrofia cardiaca(poiché è ridotta dai B~bloccanti, è legata alla tachicardia ED AUMENTO DEL lavoro- T3 aumenta la actina che è parte del filamento sottile.

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56
Q

lperattività del simpatico DA ORMONI TIROIDEI:

A

aumento sensibilità tessuti alle catecolamine per aumento numero recettori in seguito ad aumento concentrazione tessutale catecolamine, per aumentato release dai terminali.
E Riduzione catabolismo, aumento attività centrale aumento perfusione organi.Nel muscolo scheletrico aumenta la creatinuria per ridotto utilizzo muscolare di creatinina. La miopatia in genere è prossimale, si può avere una paralisi periodica e dispnea per ridotta compliance polmonare,aumetna secrezione renale di kfg, aumenta calciuria e calcemia. Aumento peristalsi intestinale e svuotamento gastrico, può associarsi gastrite atrofica, il contenuto epatico di glicogenopuò essere ridotto.
SHBG aumenta. Il Testosterone free in genere è normale, aumenta la produzione periferica di Estrogeni (impotenza-ginecomastia). Nella femmina aumentata produzione di androgeni con aumentata conversione di estrogeni (PCO?)

Aumenta lipolisi con aumento NEFA, aumenta sintesi trigliceridi, aumenta metabolismo ed escrezione colesterolo aumenta gliconeogenesi (da lattato,alanina,glicerolo).

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57
Q

Trattamento ipertiroidismi

A

ll gozzo nodulare tossico in genere è trattato chirurgicamente. Per quanto riguarda la malattia di Basedow-Graves, vengono somministrati farmaci tireostatíci (corbimazolo, propiltiourocile e
metimazolo) che inibiscono la perossidasi e quindi la sintesi e la secrezione degli ormoni tiroidei.Oltre a questo, per tamponare il quadro clinico legato all’attivazione simpatica e caratterizzato da palpitazioní, nervosismo e tremorí, si associano betabloccanti che agiscono bloccando i ll release e il re-uptake del Cal* nel reticolo sarcoplasmatico sono critici per la diastole e la sistole. Quindi i recettori delle catecolamine e quindi determinando riduzione della frequenza e della pressione
sistolica. ll propanololo a piccole dosi può riuscire a bloccare tutte le manifestazioni del simpatico legate a tremori, tachicadie ecc.
Tutti ifarmaci però non sono curativi ma sintomatici. Possono però influenzare in positivo lo squilibrio immunologico soprattutto nel Basedow, anche se in modo più teorico che effettivo.

58
Q

PROPILTIOURACILE, QUANDO UTILIZZARLO IN SQUILIBRI TIROIDEI

A

Il propiltiouracile è preferito in gravidanza perché non dà malformazioni fetali, e interferisce inoltre con I ‘attività delle deiodasi nella trasformazione del T4 in T3.

59
Q

COSA FARE NEL CASO IN CUI LA MALATTIA TIROIDEA PERSITE NONOSTANTE IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO

A

Se la malattia persiste si può ricorrere ll’ablazione della ghiandola, che può essere chirurgica, oppure effettuata utilizzando dosi di radio-iodio certamente superiori a quelle impiegate durante la scintigrafia, che determinano la necrosi della tiroide.

60
Q

Lo radioiodio dà effetti collaterali?

A

son sempre sostanze radioattive ed ogni tanto arrivano segnalazioni relative all’insorgenza di malattie linfoproliferative, leucemie in pazienti che hanno preso lo iodio; è meglio affidarsi all’intervento del chirurgo.

61
Q

COMPLICANZE TIROIDECTOMIA

A

La tiroidectomia, anche nelle mani di un chirurgo esperto, ha delle complicanze che son rappresentate da lesione del nervo ricorrente con paralisi delle corde vocali e disfonia, e ipoparatiroidismo post-chirurgico: Soprattutto nei gozzi grossi dove è difficile individuale le paratiroidi può succedere che si porti via tutto, quindi oltre alla L-tiroxina il paziente dovrà assumere vitamina D e calcio.
Di fronte ad un carcinoma invece la terapia da effettuare è necessariamente quella con lo iodio radioattivo.

62
Q

La terapia dell’esoftalmo TIROIDEO

A

essendo un fenomeno infiammatorio, è basata essenzialmente sull’impiego di steroidi come il cortisone. Ci sono vari schemi: o si somministrano dosi altissime per alcune settimane oppure si prescrive una terapia continua. In casi particolari e gravi si può irradiare il tessuto retrorbitale o ricorrere al chirurgo maxillo-facciale per la decompressione del nervo ottico.
ll Basedow può guarire quando vi è associato la tiroidite di Hashimoto, perché la funzione della ghiandola si riduce e, anche se ho le immunoglobuline stimolanti, manca il tessuto da stimolare.

63
Q

Ipotiroidismo, DEFINIZIONE

A

Quadro clinico opposto all’ipertiroidismo, è caratterizzato da ipofunzione della ghiandola tiroidea e di conseguenza ridotta produzione di T3 e T4.

64
Q

TIPI IPOTIROIDISMO

A

Tra le varie forme, possiamo classificarli in primitivi, centrali e transitori.

65
Q

CAUSE DI IPOTIROIDISMO

A

L’ipotiroidismo primitivo è quello più frequente ed è causato da diverse condizioni:DISGENESIA GHIANDOLARE, RESISTENZA AI TUMORI TIROIDEI, DEFICIT DEL RECETTORE PER IL TSH, TIROIDECTOMIA, TERAPIA CON LO IODIO 131, TIROIDITE AUTOIMMUNI, DIFETTI BIOSINTETICI ORMONI, FARMACI ANTITIROIDEI, IL LITIO, ECCESSO DI IODIO

66
Q

DISGENESIA DELLA TIROIDE,

A

avviene quando la migrazione della ghiandola dalla base della lingua al collo è alterata con cattivo sviluppo della tiroide, oppure agenesia totale o parziale di uno o entrambi | lobi, ma sono le forme piu rare: _
questi sono quadri di ipotiroidismo neonatale permanente

67
Q

TERAPIA CON RADIO IODIO, CAUSA IPOTIROIDISMO

A

terapia con iodio-131 per Morbo di Graves, la quale però peggiora l’esoftalmo per cui se si decidesse di dare radioiodio sarebbe preferibile pretratta re il paziente con cortisonici

68
Q

DIFETTI BIOSINTETICI ORMONI

A

difetti biosintetici degli ormoni, con deficit dell’attività enzimatica che determinano ípotíroidismo con gozzo

69
Q

TIPI DI IPOTIROIDISMO, CAUSE

A

L’ipotiroidismo centrale è legato a malattie dell’ipofisi o dell’ipotalamo. ipotiroidismo transitorio si presenta nel corso di tiroidite virale o infettiva oppure è presente alla nascita in figli di madri con Basedow, ed è quindi correlato a

  • tiroidite silente e post-partum
  • tiroidite sub›acuta
  • ipotiroidismo neonatale.
70
Q

CLINICA Ipotiroidismo, bambino

A

Un bambino ípotiroideo alla nascita può presentare:

  • disgenesia tiroidea, che può determinare ad esempio una condizione definita tiroide linguale: il dotto tireoglosso non si è formato e quindi l’abbozzo della tiroide si è sviluppato e persiste alla radice della lingua, iltessuto non è funzionante
  • macroglossia
  • difficoltà di alimentazione
  • persistenza dell’íttero.
71
Q

CLINICA IPOTIROIDISMO ADULTO

A

Nell’adu|to l’ipotiroidismo ha una clinica definita:
Cute e aspetto ipotiroidismo
mixedema nelle forme conclamate: edema duro non improntabile col dito (segno della fovea negativo) che determina pallore e ispessimento della cute: è
causato dall’accumulo nel sottocutaneo di mucopolisaccaridi il cui metabolismo
nell’ipotiroideo è rallentato; l’edema palpebrale e il colorito cereo sono forse i
primi segni clinici di malfunzionamento tiroideo
facies apatica e ipomimica
voce roca
intolleranza al freddo
metabolismo rallentato

72
Q

SINTOMI Apparato respiratorio IPOTIROIDEI ,_

A

macroglossia in alcuni casi: il paziente russa e può andare incontro a apnee
notturne
Può osservarsi una depressione dei centri respiratori associata ad alterata
funzione dei muscoli respiratori
Alterazione degli scambi gassosi per alterazione delle membrane alveolo-
capillari e del surfactante.

73
Q

SINTOMI Apparato cardio-circolatorio IPOTIROIDEI:

A

frequenza e contrattilità cardiaca ridotte
cardiomegalia per la presenza di versamento pericardico, con alterazione del
riduzione dei complessi QRS, onda T appiattita o invertita.
ll tempo di circolo è aumentato con riduzione della perfusione dei vari organi. ll
consumo di O2 è ridotto.
aterosclerosi coranarica che per non determina angina pectoris perché
nell’ipotiroidismo franco il metabolismo è rallentato e la richiesta di ossigeno è
ridotta; se si corregge l’ipotiroidismo con dosi immediatamente elevate di L-
tiroxina, l’aumento del consumo di ossigeno scatena la crisi cardiaca ischemica.

74
Q

Effetti ipotiroidismo su Metabolismo:

A

alterazione del metabolismo Iipidico con ipercolesterolemia: la carenza di
ormoni tiroidei riduce la disponibilità del recettore epatico per le LDL per cui il
colesterolo non può essere internalizzato; ciò determina dislipidemia di tipo
aterosclerotico
- metabolismo glicidico: ridotto assorbimento e utilizzazione periferica del
glucosio. Ridotta neoglicogenesi per ridotta disponibilità di aminoacidi e
glicerolo. Può associarsi DM tipo l con la m. Hashimoto.

75
Q

SINTOMI Apparato digerente IPOTIROIDEI:

A

Anemia, soprattutto nell’ipotiroidismo franco: o multifattorialea o per carenza
di B12, anemia megaloblastica. Questo soprattutto nell’Hashimoto, perché
autoimmune, più frequente nei paesi anglosassoni, con presenza di anticorpi
anti~fattore intrinseco e anti-cellule gastriche (25% dei casi).
- Anoressia, stipsi, acloridia.
- Associata ad Hashimoto possono riscontrarsi epatite autoimmune e cirrosi
biliare primitiva
- LDH, GOT, CPK possono aumentare per ridotto metabolismo e miopatia.

76
Q

SINTOMI Sistema riproduttivo IPOTIROIDEI :

A

Possono associarsi alterazioni mestruali, menometrorragie (ridotta contrattilità
miometrio, deficit fattori coagulazione, cicli anovulatori, deficit progesterone).
- Può associarsi una iperprolattinemia.
- Nel maschio può osservarsi una riduzione del testosterone (riduzione SHBG),
ritardo puberale.

77
Q

SINTOMI SISTEMA NERVOSO, IPOTIROIDEI- D

A

Durante lo sviluppo, il deficit tiroideo causa una riduzione della polimerizzazione
della tubulina con diminuzione dei microtubuli e compromissione dello sviluppo
assonale e dendritico. Si osservano alterazioni nelle strutture cerebellari e
corticali(ritardi mentali, spasticità, nistagmo, atassia, ipoacusia e sordità).
« Possono riscontrarsi neuropatie periferiche e la sindrome del tunnel carpale.

78
Q

Diagnosi differenziale ipotiroidismo

A

L’ipotiroidismo si presenta in maniera subdola soprattutto nelle forme da Hashimoto: in caso di ablazione della tiroide non accompagnata da terapia sostitutiva, il quadro sarà quasi acuto, si
svilupperà nell’arco di alcune settimane.
3 Anemia ipoplastica normocromica-normocitica (deficit eritropoietina, ridotta richiesta tessutale di O2).
Carenza di Ferro, acido folico

79
Q

Ipotiroidismo sub-clinico, CARATTERISTICHE

A

È caratterizzato da valori di fT3 e †T4 normali in presenza di TSH elevato. Piuttosto frequente, ad esempio nelle fasi iniziali di un’Hashimoto 0 in una terapia sostitutiva non bene eseguita. Ancora oggi si discute se trattarlo o meno: in passato era stato ipotizzato che questo lieve aumento del TSH comportasse un’aumentata incidenza di aterosclerosi, influendo sul metabolismo lipidico, non ci sono evidenze a favore di questa tesi. Si preferisce trattare quando il TSH supera i 10.

80
Q

Trattamento ipotiroidismo subclinico

A

ln caso di ipotiroidismo si somministra la terapia sostitutiva rappresentata dalla Levotiroxina o L-tiroxina (L-T4), la quale viene metabolizzata in T3 alla periferia per azione della deiodasi; con la dose corretta si ottengono valori di fT3 e fT4 normali. La L-T4 è assorbita in maniera non costante:
per tale motivo deve essere assunta al mattino a digiuno, circa 20-30 minuti prima della colazione.

81
Q

SOSTANZE CHE POSSONO INTERVENIRE CON IL METABOLISMO DI LT4

A

tra cui ferro: che determina il mancato assorbimento, antiacidí e inibitori di pompa protonica: non consentono un assorbimento costante, carbonato di calcio per l’osteoporosi, antiepilettici e la rifampicina, perché sono induttori enzimatici e aumentano il metabolismo del farmaco a livello epatico. Infine I’intolIeranza al lattosio può interferire con l’assorbimento del farmaco perché il preparato del
farmaco ne contiene.

82
Q

BUONE NORME PER L’ASSUNZIONE DELLA TERAPIA IN IPOTIROIDISMO

A

è buona norma assumere il farmaco da solo; la dose corretta è di 1,2-1,4 ug per kg di peso corporeo e può essere modificata in situazioni in cui la richiesta dell’ormone tiroideo è aumentata,come ad esempio in caso di gravidanza o in caso di utilizzo della pillola anticoncezionale, poiché gli estrogeni fanno aumentare la concentrazione della proteina vettrice.

83
Q

Le tiroiditi, DEFINIZIONE

A

indica un processo flogistico ad eziologia multifattoriale, nel senso che l’eziologia può essere varia (infettiva, virale o autoimmune) quindi, come tale, le lesioni anatomopatologiche sono differenti e molteplici. Le manifestazioni cliniche variano in rapporto al fattore eziologico e allo stadio evolutivo dell’infiammazione. infatti in alcune forme possiamo avere oltre che l’infiammazione anche alterazioni della funzione della ghiandola e quindi stadi di tireotossicosi o di ipotiroidismo, ma in genere questi sono transitori.

84
Q

Classificazione tiroiditi

A

Suddivise in base a criteri eziologici, anatomopatologicí o clinici.

85
Q

CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA TIROIDITI

A

Dal punto di vista dell’eziologia, le causa delle tiroiditi può essere virale, batterica, autoimmune o anche da sostanze owero da farmaci e da radiazioni.
ø Secondo criteri anatomopatologici, affrontati in seguito.

86
Q

CLASSIFICAZIONE CLINICA TIROIDITI

A

Secondo criteri clinici perché queste tiroiditi, nel loro decorso clinico, possono essere definite acute, sub~acute o croniche. Croniche se la durata è di mesi-anni, certamente superiore aitre mesi. Sub-acuta è una via intermedia.

87
Q

CLASSIFICAZIONE CLINICA TIROIDITI SULLA BASE DOLORE

A

inoltre queste tiroiditi possono essere “painful” o “painless”, associate a dolore oppure
essere non dolenti.

88
Q

Tiroidite acuta infettiva, CAUSE

A

causata da batteri, non virale

89
Q

PERCHE’ LA TIROIDITE ACUTA INFETTIVA E’ POTENZIALMENTE GRAVE

A

una forma molto rara ma è potenzialmente grave, in quanto in

pratica si formano degli ascessí nell’ambito della ghiandola, che possono evolvere in sepsi.

90
Q

QUALI SONO I PRESUPPOSTI ANATOMICI CHE IMPEDISCONO LA FACILE DIFFUSIONE DEI BATTERI NELLA GHIANDOLA

A

c’è una ricca irrorazione sanguigna ed un elevato drenaggio linfatico;

  • è presente una capsula fibrosa;
  • la concentrazione dello iodio è molto elevata all’interno della ghiandola e, come sapete, lo iodio fa parte degli agenti disinfettanti più utilizzati.
91
Q

Condizioni Predisponenti A tiroidite infettiva

A

Non il gozzo, né il carcinoma,mentre un fattore favorente è rappresentato da una ƒistola che dall’orofaringe si porta alla tiroide. Quindi i germi che danno o possono dare questa variante di tiroidite
batterica, arrivano dall’orofaringe tramite questo pertugio.

92
Q

Ezíologia tiroidite infettiva

A

data prevalentemente da staƒilococchi, streptococchi, qualche volta funghi o micobutteri. Sono principalemente infezioni opportunistiche possono manifestarsi quando il paziente è immunodepresso, tipo pazienti con AIDS; si possono avere anche se delle volte sono asintomatiche, soprattutto quelle da funghi. ll più delle volte sono reperti autoptici.

93
Q

QUADRO CLINICO CARATTERISTICO DA GRAM+, TIROIDITE ACUTA INFETTIVA

A

dolore locale, una tumeƒazione, un eritema, un aumento della
temperatura e secchezza delle fauci. Quindi in queste forme vediamo un
arrossamento della cute in corrispondenza della ghiandola, con
formazione di un ascesso.

94
Q

Diagnosi e terapia tiroiditi infettive

A

Se c’è un’infiammazione, VES e PCR saranno elevate; se nell’emocromo ci sarà leucocitosi neutrofila, avremo il sospetto che ci sia un batterio. Sono anche necessari gli esami di funzionalità tiroidea, che in genere sono normali. Si fa quindi un’ecografia. Non la scintigrafia perché, anche se ci può far vedere zone che non captano, non è utile; lo può essere invece la TC se ad esempio c’è un
grosso ascesso che non ben visibile con ecografia. Al posto dell’ecografia si può efffettuare l’ago aspirato, quindi la puntura del pus e seguente drenaggio.

95
Q

TERAPIA TIROIDITE INFETTIVA

A

La terapia owiamente è eziologíca, quindi antibiotica a seconda dell’antibiogramma.

96
Q

Tiroidite sub-acuta, DEFINIZIONE

A

(tiroidite di De Quervain o tiroidite a cellule giganti o tiroidite granulomatosa).
ln realtà è una tìroidite acuta, ma chiamata così perché il decorso è protratto e può durare due-tre mesi.

97
Q

EPIDEMIOLOGIA TIROIDITE SUBACUTA

A

L’incidenza è di 4 casi su 100.000 ed è più frequente nel sesso femminile, nella quarta-quinta decade di vita.

98
Q

EZIOLOGIA TIROIDITE SUB ACUTA

A

L’eziologia è virale, verosimilmente, per una serie di motivi: prima perché è preceduta in genere da infiammazione dell’orofaringe, poi per il fatto che ha un decorso stagionale. Tutto ciò è solo un’ipotesi, perché la diagnosi di malattia virale viene fatta trovando un virus nel tessuto, cosa che noi non possiamo fare; possiamo al massimo monitorare l’andamento degli anticorpi.

99
Q

VIRUS Più FREQUENTEMENTE COJNVOLTI NELLA TIROIDITE SUB

A

Coksackie e Rubu/avírus (virus parotitico), Adenovirus ed Hepstein-Barr (mononucleosi) ma in genere tutti i
virus possono darla.

100
Q

TIROIDITE SUB ACUTA ASPETTI ANATOMOPATOLOGICI

A

particolari, ovvero de un granuloma ed un infiltrazione di cellule infiammatorie con il follicolo che viene distrutto (iiroidite
._ granulomatosa di de Quen/ainlfpoi unfinfiltrazione
. C’e una parte centrale che e costituita dalla colloide che viene circondata da un manicotto di cellule giganti muItinucIeute_ Questa distruzione dei
. follicoli porta alla liberazione degli ormoni preformati e quindi ad una condizione di tireotossicosi.

101
Q

Sintomi e segni clinici tiroidite sub acuta

A

E’ quasi sempre preceduta da una infezione delle vie respiratorie alte.
Si manifesta con febbre, dolore acuto localizzato nella regione anteriore
del collo ed in genere irradiato alle orecchie, esacerbato dalla deglutizione
e dalla rotazione del collo. Se il medico non visita il paziente e non mette
le dita sulla tiroide che è veramente dolente e dolorabile, magari la
scambia per una banale oro-faringite.
È importante la visita perché la ghiandola è dolorabilissima. La tiroide è di
consistenza dura, c’è un aumento di volume e si associa febbre, malessere
generale perché ha una sintomatologia sistemica, quindi astenia profonda
e tachicardia, dovuta alla tireotossicosi della fase iniziale.

102
Q

Fasi tireotossicosi:

A
  1. La prima e la fase acuta che dura in genere un
    mese/mese E mezzo, qualche volta due; si
    associa a tachicardia e tlreotossicosi dalla
    messa in circolo degli ormoni preformati
    2- Nella
    leutiroidismo che si instaura perche | T4
    unlemlvlta molta lunga-
  2. Evolve poi nella terza fase con l’ipotiroidismo,
    in quanto i vari follicoli sono stati distrutti e 1
    c’è infiammazione.
  3. infine con Ia quarta fase, si arriva ad una restitutio ad /’ntegrum con normalizzazione di tutti i
    parametri nell’arco di 3 mesi.
    Ci possono essere comunque delle forme a decorso più protratto, ma in genere la funzione ritorna normale.
    In una piccola percentuale dei casi, un 5~6 %, può rimanere presente un ipotiroidismo.
    Ricapitolando: all’inizio abbiamo aumento di T4 e diminuzione del TSH per liberazione degli ormoni;
    successivamente T4 si riduce fino ail’ipotiroidismo, a cui corrisponde un aumento del TSH, per poi arrivare
    alla restitutio. Se si conosce la malattia evita di fare diagnosi sbagliate, ad esempio se fa il prelievo durante
    la fase ipotiroidea.
103
Q

Esami di laboratorio tiroiditi

A

Troviamo che VES e PCR sono molto elevate, poi tireotossicosi con T4 sproporzionatamente
elevato rispetto a T3 perché l’8O% degli ormoni preformati sono T4. Il TSH è soppresso, c’è una tireoglobulina elevata (unico momento in cui è utile dosarla, insieme al follow-up del carcinoma tiroideo); l’aumento di T4 è dovuto anche al fatto che c’è una inibizione delle desiodasi, quindi una riduzione della
formazione di T3 da T4.

104
Q

Diagnosi tiroiditi

A

L’ecografia mette in evidenza le aree di flogosi (scure), la citologia può mettere in evidenza, a seconda del prelievo, il granuloma. Importante anche vedere la captazione che sarà azzerata, cosa che non avviene nella
tiroidite da batteri, perché non è diffusa. Nella diagnosi dovremo chiedere se assume ormoni tiroidei. Nel corso della tiroidite di De Quervain granulomatosa, con l’ecografia, possiamo avere delle zone
sfumate ipoecogene che poi nel corso della malattia tendono a migrare da un lobo aIl’aItro.

105
Q

Terapia tiroiditi

A

Si può curare con i FANS, ma la terapia elettiva, che modifica nell’arco di 36 ore il quadro clinico con caduta della febbre, riduzione dei dolore e dei sintomi generali, è rappresentata dalla terapia steroidea, quindi con
cortisone. Ad esempio se utilizziamo il prednisone, uno steroide di sintesi, la dose minima efficace può essere di 0.5 mg per chilo che poi va subito scalata poiché la risposta è immediata.

106
Q

Tiroidite di Hashimoto, definizione e anticorpi

A

Il tireocito ha degli autoantigeni potenzialmente immunogeni, nel senso che nelle malattie autoimmuni gli anticorpi potrebbero essere diretti verso questi costituenti

107
Q

QUALI ANTICORPI SVILUPPA LA TIROIDITE

A

I il recettore del TSH, patognomonico del Basedow;
I la tireoglobulina, hTg, componente della colloide;
I la tireoperossidasi, TPO, enzima di membrana apicale che determina l’incorporazione dello iodio
nelle varie mono-, di-, tri~, tetraiodotironine;
I possiamo avere anticorpi contro T3 e T4;
I infine anticorpi anti-cotrasportatore Na+/iodio.
Nelle autoimmuni potremo avere la presenza di tutti questi anticorpi, un po’ meno del trasportatore,
perché le malattie della tiroide hanno ampio spettro di presentazione e quindi possiamo avere il Basedow
da una parte e l’Hashimoto dall’altra, oppure la sovrapposizione delle due malattie.
gg;

108
Q

QUADRO ANATOMOPATOLOGICO DIAGNOSTICO DI HASHIMO

A

L’Hash1moto e caratterizzata da apoptosi dei tireociti con distruzione progressiva dei follicoli

109
Q

MARCATORE SIEROLOGICO PATOGNOMICO DI TIROIDITE DI HASHIMOTO:

A

presenza do anticorpi anti tg ma soprattutto anti tpo, patognomici. Gli ormoni possono anche legare il complemento ed essere tireotossici.
Però la distruzione della ghiandola, come tutte le malattie autoimmuni è mediata dall’infiltrazione linfocitaria, non dagli anticorpi

110
Q

Quadro istologico tiroiditi

A

La ghiandola è infiltrata da linfociti B e T, questi ultimi possono presentare il recettore FAS e distruggono itireociti che a loro volta esprimono FAS. Inoltre si può avere un’infiltrazione di plasmacellule con produzione locale di questi autoanticorpi ma, sostanzialmente, Vinfiltrazione è patognomonica anche dal punto di vista ecografico. Nella variante fibrosa sì ha prevalenza di plasmacellule nell’infiltrato
infiammatorio. Possiamo avere delle varianti owero quelle ossifila con marcata infiltrazione linfocitaria e la fibrosa con prevalente infiltrazione di plasmacellule.

111
Q

QUADRO CLINICO GHIANDOLA HASHIMOTO

A

La ghiandola può essere ingrandita e quindi avere la forma con gozzo, oppure possiamo avere la forma atrofica per cui il paziente presenta una progressiva riduzione del volume della ghiandola, dalla quale poi residua una fibrosi.

112
Q

FATTORI DI RISCHIO HASHIMOTO

A

Tra i fattori di rischio escludiamo (?) la gravidanza,
mentre l’aumento dello iodio ad esem io attraverso la
dieta, secondo alcuni, potrebbe rendere la Tg piu immunoreattiva. Potrebbero aver un valore le radiazioni _*
come pure la terapia con l lnterferori perche si posson0
alterare alcuni epitopi/antigeni per cui si scatena la
reazione. Alcuni arlano di infezioni. Non conosciamo

113
Q

VARI QUADRI CLINICI CON INFILTRAZIONE LINFOCITARIA

A

Possiamo avere vari quadri clinici con infiltrazione linfocitaria:
I eutiroidismo
quindi bene né eziologia né fattori di rischio.
I un quadro con ipotiroidismo franco o sub-clinico
I periodi di tireotossicosi, vista la distruzione della ghiandola e fuoriuscita degli ormoni.

114
Q

Diagnosi tiroiditi

A

Se la tireotossicosi è franca, periodica e si autolimita, si parla di Hashitossicosi. Mettiamo in evidenza un
aumento degli anticorpi antitiroide, soprattutto anti-TP04, poi un quadro ecografico caratterizzato o da un aspetto nero (ipoecogeno) oppure con forme caratterizzate dalla presenza di aree ipoecogene, espressione dell’infiltrazione linfocitaria: si parla allora di tiroidite focale. Nella ƒorma classica tutta la ghiandola è
infiltrata da linfociti, nellaƒormaƒocale abbiamo un’infiltrazione a macchia di leopardo.
Son stati segnalati e descritti casi di Hashimoto con anticorpi nella norma, in cui il solo quadro ecografico è risultato indicativo per la diagnosi.

115
Q

Terapia tiroiditi

A

Se c’è ipotiroidismo va trattato con Ltiroxina_ La tireotossicosi non va trattata perché se noi diamo gli antitiroidei, dobbiamo aspettare che gli ormoni rientrino nella norma; quindi facciamo una terapia sintomatica con betabloccanti in attesa che tutto torni alla normalità. Può far parte delle SPA, owero 4 NB: raramente il dosaggio di anti ~Tg in aggiunta ad anti TPO aumenta la sensibilità diagnostica per tiroidite di
Hashimoto

116
Q

Tiroidite post partum, DEFINIZIONE ED EPIDEMIOLOGIA

A

Non è così rara, si può osservare nel circa l’8% delle gravidanze. ln genere si presenta in donne portatrici di
tiroidite di Hashimoto eutiroidea: queste, nel post«partum, vanno incontro a queste modificazioni perché,
dopo il parto, c’è un rebound delsìstemnimmunitaría con aumento della presenza di anticorpi.

117
Q

Qudro istologico TIROIDITE POST PARTUM

A

il quadro istologico e anticorpale risulta simil-Hashimoto (ma più attenuato), mentre il quadro clinico e
decorso risultano simili alla De-Quervain (vedi le quattro fasi). La tiroide risulta non captante alla scintigrafia. La terapia si imposta con B-bloccante (iper) e Levo tiroxina (ipo).

118
Q

4.5 Tiroidite di Riedel

A

È una tiroidite fibrosa descritta alla fine dell’Ottocento. È molto rara, sono stati descritti nella storia 3-400
casi. Caratterizzata da una massiva infiltrazione di macrofagi ed eosinofili ad eziologia sconosciuta, per cui in pratica la ghiandola viene sostituita da tessuto fibroso che può coinvolgere i tessuti circostanti. Può esserci una manifestazione di fibrosi idiopatica, come una fibrosi retroperitoneale, che si può associare. Ma
si può associare anche a vasculiti e fibrosi polmonari e mediastiniche. Non si conosce terapia.

119
Q

Tiroidite da Farmaci

A

Causata da molti farmaci, come amíodarone e interferoni. Il primo è un farmaco antiaritmico, utilizzato
spesso in clinica per cardiopatici e scompensati; ha infatti scarsa o nulla attività sulla contrattilità. Può dare ipo o ipertiroidismi, specie in pazienti con Hashimoto. È una molecola ricca di iodio, questo causa un blocco
transitorio della secrezione di ormoni tiroidei (fenomeno di Wolf-Chaickov, escape allo iodio) che viene poi superato dopo 8-10 gorni, in cui la ghiandola torna funzionante. Nel|’Hashimoto manca la capacità di
superamento del blocco per cui lo iodio si accumula nella ghiandola e si va in ipotiroidismo.

120
Q

QUADRO ISTOLOGICO TIROIDITE DA FARMACI

A

ll farmaco può
causare inoltre tiroidite distruttiva, perché si accumula nei lisosomi e causa necrosi.
lstologicamente può dare una tiroidite distruttiva, con frammentazione dei follicoli, Nucleo irregolare con cromatina addensata, apoptosi e necrosi, aumento numero dei lisosomi, corpi inclusi, dilatazione del reticolo endoplasmatico.
Abbiamo anche tiroiditi associate ad assunzione di interferoni, che stimolano la citotossicità, dando tiroidite distruttiva immuno-mediata, di litio (inibisce l’uptake dello lodio e l’accoppiamento della monoiodo-
tirosina), e alle radiazioni, che distruggono il parenchima.

121
Q

Neoplasie tiroidee

A

il nodulo tiroideo è un’alterazione anatomica molto frequente nella popolazione generale, la cui
prevalenza aumenta con l’età. Si manifesta come una tumefazione nella regione anteriore del collo cui può
corrispondere, all’ecografia, una lesione ipoecogena, che nelle forme non benigne si manifesta come un
nodulo freddo alla scintigrafia, ln realtà ci
sono dei falsi positivi come quando è presente una cisti. In questo caso la scintigrafia non va fatta. I noduli sono iperplastici e infiammatori, possono essere adenomi o cisti, poi abbiamo le forme maligne. La
prevalenza nella popolazione generale è in continua ascesa nelle varie decadi per cui a 70 anni si ha una
prevalenza estremamente elevata.
La maggior parte dei noduli comunque sono benigni e in genere la prevalenza dei tumori maligni nell’ambito di tutti i noduli è del 4~5%.

122
Q

Come sono i noduli benigni tiroidei

A

I noduli benigni sono rappresentati da noduli iperplastici,infiammatori o cisti: quindi gli infiammatori ad esempio nel De Quervain, Hashimoto etc; abbiamo poi noduli incapsulati rappresentati per il 90% da adenomi, formazioni benigne come ad esempio adenomi
follicolari. Ricordiamo che gli adenomi possono essere anche a cellule di Hurtle, con citoplasma eosinofilo e
prognosi non sempre benigna. ln genere comunque non degenerano.

123
Q

CC di origine delle neoplasie tiroidee:

A

Le neoplasie tiroidee si possono formare dai tireociti o dalle cellule parafollicolari che producono
calcitonina. Vediamo quali sono le neoplasie maligne differenziate. Le più frequenti sono rappresentate dal carcinoma papillare, che rappresenta un 70% di tutti i tumori differenziati della ghiandola,

124
Q

FORME DI TUMORI TIROIDEI

A

forma classica, in genere non capsulata, oppure forme follicolari; esistono comunque delle varianti. Negli adenocarcinomi follícolarí, caratteristica è la presenza dei corpi psammomatosi calcificazioni che hanno un deposito di calcio all’interno dello stroma.

125
Q

CARATTERISTICHE ISTOLOGICHE CARCINOMA PAPILLARE:

A

il carcinoma viene definito papillare, PTC, è perché ci sono papille all’interno delle quali è presente un asse vascolo fibrotico, con attorno delle cellule con dei nuclei voluminosi, pallidi, incisi, a chicco di caffè: queste caratteristiche morfologiche sono diagnostiche
Avremo quindi Formazioni papillari con nuclei voluminosi, pallidi, sovrapposti, aspetto a i vetro smerigliato, fessurato. Importante ricordare che le lesioni papillari sono spesso multifocali possono trovarsi in focolai nello stesso lobo o nei due lobi e questi metastatizzano precocemente per via linfatica. Spesso, infatti anche all’atto della diagnosi sono presenti lesioni metastatiche nelle linfoghiandole satelliti.

126
Q

MUTAZIONI COINVOLTE NELLA GENESI CARCINOMA:

A

le mutazioni possono essere coinvolte nella diagnosi: IL gene RET, la cui forma
mutata si indica con Ret/ptc. ln percentuale troviamo Ret/ptcl al 60-70%, Ret/ptc3 al 20›3O% e Ret/ptcZ al 10%. Èun oncogene che codifica recettori tirosinchinasici che, se mutati, risultano costantemente attivati, stimolando la cellula. Andando in centri specializzati, si possono fare test per ricercare la mutazione, cercando quindi di ottenere una diagnosi più decisa.

127
Q

CARCINOMA FOLLICOLARE, tipi, invasività:

A

ll secondo tumore per maggiore prevalenza è il carcinoma follicolare, capsulato, che può essere o a cellule chiare, o a cellule di Hurtle. La forma classica può essere minimamente invasiva 0 altamente invasiva. Non è multifocale, si presenta come nodulo unico, più o meno capsulato

128
Q

Fattori prognostici classici

A

I i papilliferi classici nel giovane hanno una prognosi peggiore rispetto a quella dell’adulto;
I in genere le femmine hanno una prognosi migliore;
I più grande è il tumore, peggiore è la prognosi.
I la prognosi è negativa se c’è estensione extratiroidea e multifocalità
I se all’atto della diagnosi troviamo delle metastasi, questo non comporta un peggioramento della prognosi.
|I microcarcinomi bilaterali hanno una buona prognosi, sopravvivenza ai 5 anni superiore al 90%, tuttavia dopo un periodo di quiescenza possono dare vita a metastasi anche dopo anni. Hanno quindi un andamento piuttosto blando, ma la
prognosi oltre alle dimensioni e agli aspetti sopracitati, risente
molto della morfologia della cellula: possiamo avere delle forme poco differenziate che avranno un decorso peggiore.

129
Q

Diagnosi e terapia NEOPLASIE TIROIDEE

A

Può essere fatta tranquillamente con ago aspirato, se si riesce a prendere la papilla o comunque cellule con quelle particolari caratteristiche del nucleo a chicco di caffè.. Facciamo diagnosi non con l’agobiopsia;.

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Q

QUALI SONO I CRITERI DIAGNOSTICI DELLE NEOPLASIE TIROIDEE

A

bisogna fare l’esame istologico poiché i suoi criteri diagnostici sono invasione linfatica, rottura della capsula e invasione dei vasi linfatici.

131
Q

CARCINOMA A CELLULE DI HURTLE

A

Una variante del carcinoma follicolare è quello a cellule di Hurtle, che viene trattato come la forma classica: si fa la tíroídectomia totale.

132
Q

TERAPIA DEL CARCINOMA PAPILLIFERO CON DECORSO Più BLANDO:

A

si poteva fare l’asportazione parziale, Iabectomia.
Poi va data terapia ablativa con iodio-131, con dosi che variano tra i centri: i valori si aggirano intorno ai60-100 milliCurie. Si inizia poi la terapia con l tiroxina e nei primi anni dopo l’intervento la dose è poco superiore a quella somministrata nell’ipotiroidismo banale, perché lo scopo è la soppressione del tsh che funge da fattore di crescita per le cellule tumorali maligne.

133
Q

UTILITà DELLA TERAPIA CON IODIO 131

A

che serve ad eliminare i residui perlopiù sani della tiroide, se presenti interferirebbero nella diagnostica del follow-up: producendo tg infatti, che è un marcatore di ripresa della malattia per cui quando asportiamo la ghiandola e somministríamo la dose ablativa che distrugge in teoria tutto, la Tg è 0, indosabile, perché è prodotta solo dalla tiroide. Se nel corso degli anni avverrà una ripresa dell’attività neoplastica, produrrà Tg e questa aumenterà nel tempo.

134
Q

ALTRI TIPI DI TUMORE

A

Gli altri tumori sono i carcinomi midollare, come MEN tipo 2* oppure come forma sporadica (70/80%). Si presenta all’ecografia con lesioni e ipoecogene con secrezione di calcitonina. Anche in questo caso la terapia è chirurgica ed il marcatore da seguire sarà il livello di calcitonina. Lo sviluppo del tumore viene preceduto da un’iperplasia del tessuto.

135
Q

CARCINOMA INDIFFERENZIATO A PICCOLE CELLULE

A

e a grandi cellule, che è la forma più maligna ed ha una mediana di soprawivenza di 6~8 mesi, i pazienti fanno una fine molto brutta perché in genere muoiono per soffocamento.

136
Q

FORME RARE, MISTE, carcinoma indifferenziato

A

Abbiamo poi delle miscellanee: owero presenza di linfomi, sarcomi o anche metastasi, rare.

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INCIDENZA LINFOMI IN PZ CON HASHIMOTO

A

La presenza di tiroidite di Hashimoto è un fattore di rischio minimo, ma superiore al normale, per lo sviluppo di linfomi.

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Q

Epidemiologia e fattori di rischio TIROIDE, sopravvivenza patologie tiroidee

A

lcarcinomi della tiroide rappresentano l’1-2% delle neoplasie maligne totali: la e La mortalità è molto bassa e la soprawivenza oltre ai 10 anni risulta fino al 95%, soprattutto se papillifero.

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Q

Età DI COMPARSA TUMORI, PAPILLIFERO E FOLLICOLARE

A

Se per le forme papillare e follicolare la decade più frequente risulta essere intorno alla quinta, per l’anaplastico l’incidenza è maggiore dopo la sesta decade.

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Q

FATTORI DI RISCHIO SVILUPPO TUMORI TIROIDE

A

esiste una predisposizione familiare non meglio chiarita per cui gli appartenenti ad uno stesso ceppo hanno un
rischio relativo piuttosto elevato, importante è quindi sottoporre il pz in sede di visita ad anamnesi familiare. Per questo le lesioni nodulari andrebbero quasi sempre biopsiate. Lo stile di vita, le influenze ambientali, i fattori ormonali, gravidanze, uso di pillola anticoncezionale, bilancio iodico, coesistenza di malattie tiroidee sembra non abbiamo alcuna correlazione. Sembra però, sono dati recenti,che il papillífero è sia più frequente nei pazienti che hanno l’Hashimoto.
Il fattore di rischio più importante sono le radiazioni:prevalentemente quelle usate a scopo curativo in campo oncologico ma anche quelle dell’ambientali.
Considerata l’elevata incidenza dei tumori da radiazioni,buona norma nei pazienti che hanno linfomi, Hodgkin etc. uno stretto monìtoraggio della ghiandola perché possono sviluppare il secondo tumore.