PUNTI IN COMUNE TRA I LIBRI Flashcards

1
Q

DOVE SI PARLA DI LAVORO DI RIPRODUZIONE SOCIALE

A
  • FEMMINISMO PER IL 99% –> è uno dei modi attraverso cui la logica capitalista continua a infliggere sofferenza e oppressione alle donne. Deriva dall’apparente separazione tra sfera familiare e riproduttiva e mondo della produzione capitalistica, ma in realtà il primo sorregge il secondo.
  • LEZIONE: noi abbiamo parlato della pubblicazione della Dichiarazione dei sentimenti redatta nella Convenzione nazionale per i diritti femminili tenutasi a Seneca Falls nel 1848. E’ un manifesto dell’uguaglianza dei diritti nella differenza di materie, profondamente influenzato dal Secondo Grande Risveglio: le donne sono sentimento, irrazionalità, la loro predisposizione al lavoro di cura e alla salute riqualifica la domestic policy che così tanto fa bene agli uomini dello Stato. Le donne durante il Secondo Grande Risveglio furono viste come il fondamento morale e spirituale della famiglia, e quindi ebbero il compito di istruire i figli in materia di religione ed etica.
  • LEZIONE: Il manifesto di Rivolta femminile, collettivo messo in piedi a Milano da Carla Lonzi, rifiutò il lavoro di riproduzione sociale, la maternità vissuta come obbligo, dovere e impegno, il matrimonio. Rifiutare l’oppressione del lavoro domestico in orario extralavorativo significata infliggere una pesante sconfitta al capitalismo.
  • BELL HOOKS: casa come luogo di resistenza. E’ qui che le donne hanno curato le ferite inferte dal dominio razzista bianco. Hanno accudito figli, consolato i mariti, curato la casa, luogo di rigenerazione, magari anche quando loro stesse tornavano a casa dal lavoro, stanche
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2
Q

L’IMPORTANZA DI UNIRE LE LOTTE

A
  • FEMMINISMO PER IL 99%: è un neofemminismo maggioritario, che unisce il 99% delle donne che non si sentono adeguatamente rappresentate dal panorama femminile odierno (non solo le donne colte, istruite, lavoratrici in carriera, ma anche le casalinghe oppresse e sfruttate, le madri). Radica la propria lotta nel movimento per i diritti dei lavoratori perché si sentono una working class e bisogna espandere la nozione di lavoro. Appoggia tutti gli oppressi e gli sfruttati –> RICONOSCENDO PERO’ CHE LE LOTTE SI POSSONO AGGREGARE E RAFFORZARE A VICENDA, MA NON POSSONO SCIOGLIERSI L’UNA NELL’ALTRA. Ogni lotta deve mantenere la propria specificità e peculiarità
  • LEZIONE: doppia militanza del femminismo romano degli anni Settanta, così diverso da quello di Carla Lonzi a Milano, che invece rifiutava anche la lotta di classe.
    Le romane uniscono la militanza in Lotta continua (gruppo sx extraparlamentare), quindi la lotta di classe + neofemminismo –> ANDANDO NELLE PERIFERIE, NEI SOBBORGHI ROMANI ultrapopolati, dove le case sono diroccate, dove il sottoproletriato femminile vive in condizioni disastrose. SUPERANO LE BARRIERE DI STATUS E DI CLASSE dando a queste donne i consultori. (femminismo maggioritario)
  • LEZIONE: Anche in Sicilia le donne combattono anche contro la mafia assieme a Peppino Impastato, a Bologna le donne che entrano nelle amministrazioni consentono l’apertura dell’arcigay del Cassero, a Torino l’Intercategoriale donne estende la nozione di lavoro, includendo anche le casalinghe (femminismo sindacale)
  • BENUSSI: parlare di lotte aggregate e unite significa parlare di complessi e sfaccettati movimenti femministi che sono fatti di ostacoli, i quali ci mettono davanti la forza e i limiti delle politiche identitarie –> quando negli anni Settanta nasce il femminismo nero, non nasce solamente perché le afroamericane si accorgono che il razzismo continua ad allignare tra le colleghe bianche, ma anche perché sono consapevoli che le lotte possono essere unite, rafforzarsi, ma non sciogliersi l’una nell’altra. Non si può parlare a nome di una donna intesa come entità universale, omogenea. Il dettato della sorellanza vale fino a un certo punto. Le donne afroamericane devono lottare per altro: hanno vissuto sulla loro pelle molteplici livelli di oppressione, e i livelli di oppressione non si sommano, si moltiplicano, come dice bell hooks
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3
Q

NEOFEMMINISMI ITALIANI ANNI SETTANTA

A

In Italia ci furono tanti neofemminismi quante erano le realtà locali.

  • MILANO: nasce il collettivo di Carla Lonzi nel 1970. Lei intendeva in realtà esportare a Roma le parole d’ordine del femminismo statunitense. Iniziano a farsi strada concetti come SEPARATISMO e AUTOCOSCIENZA (=comunicazione tra sole donne e mettere in discussione se stesse e il contesto in cui si vive attraverso la pratica del dialogo intimo e di natura confessionale con altre donne).
    Con il suo Manifesto:
    a) denuncia l’oppressione patriarcale predicando il diritto di riappropriarsi del proprio piacere –> la donna clitoridea è quella che non ha bisogno della penetrazione e del rapporto sessuale con l’uomo, ma riscopre se stessa attraverso la pratica discorsiva dell’autocoscienza
    b) separatismo dalla società maschile
    c) rifiuta dialogo con istituzioni –> non vuole la legge sull’aborto, perché sarebbe una concessione dall’alto che nasconderebbe un’altra soggiogazione
    d) rifiuta tutte le strutture apparentemente tradizionali ma che hanno perpetuato la sottomissione della donna (matrimonio, maternità, lavoro di riproduzione sociale)
    e) rifiuto di lotta di classe: dialettica servo-padrone esclude le donne (è una risoluzione di conti all’interno di un collettivo maschile)
  • ROMA: neofemminismo della doppia militanza che però intraprende la via del separatismo con gli scioperi per la legge sull’aborto, vista come una battaglia unicamente femminile
  • TORINO: femminismo sindacale che include anche le casalinghe con Intercategoriale donne
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4
Q

IL GRANDE RISVEGLIO

A
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5
Q

GENDER, RAZZA E CLASSE

A

Sono temi che bene o male affrontano tutte le autrici.

  • BELL HOOKS: riesce a saldarli insieme. Sostiene che il conflitto con il femminismo bianco nasce dal fatto che quelle femministe hanno creduto che fosse il genere l’unica cosa che contava. Ma considerare il genere come unico fattore di oppressione rischia di silenziare molti soggetti politici.
    I livelli di oppressione non si sommano, si moltiplicano. Non si può parlare a nome di una donna astratta, universale e omogenea. Le battaglie condivise da molte non possono essere le battaglie di tutte.
  • si sottolinea l’importanza di non dimenticare il genere, quindi il ruolo svolto dalle donne, nel saggio dedicato alla casa come sito di resistenza plasmato dalle donne
  • si sottolineano le interconnessioni tra sesso e razza nel capitolo omonimo –> sono temi scottanti profondamente interconnessi e le loro connessioni sono visibili nelle politiche di schiavismo e nel modo che anche i neri di oggi hanno di vivere la sessualità
  • si parla di razza anche nel capitolo dedicato alla spettatorialità nera –> qui si dice anche che la critica cinematografica femminista odierna non dà adeguata importanza alla razza come fattore di oppressione, ma si appoggia su una struttura astorica che privilegia il genere come esclusivo fattore di discriminazione.
  • parla di classe del capitolo dedicato alla nerezza postmoderna –> il postmodernismo si chiede davvero che cosa sta facendo la marginalità nera? sa che il postmodernismo ha creato un senso di confusione, alienazione e portato migliaia di afroamericani del sottoproletariato che vivono nei sobborghi ad alcolismo, droga, senso di smarrimento e che ora si vedono togliere anche l’unico alfabeto comune che si sono dati per sovvertire le narrazioni padronali, il rap
  • BENUSSI: tutto il libro è costruito sull’analisi di un doppio livello di oppressione che ha gravato sulle donne afroamericane: razza e sesso
  • FEMMINISMO PER IL 99% –> femminismo maggioritario (battersi anche per le casalinghe, per tutte le donne), eliminare ogni traccia di razzismo dal movimento
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