Cap. 2 - osp. med. Flashcards

1
Q

I media digitali e il newsmaking

A

Hanno funzione di socializzazione alle norme preesistenti ma sono anche soggetti emittenti: producono discorso pubblico attraverso i processi di notiziabilità (newsmaking). Trasformano cioè i fatti in notizie decidendone la salienza e organizzandoli.

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2
Q

Agenda setting

A

Secondo questa teoria i media hanno il potere potere di determinare e ordinare gerarchicamente la presenza dei temi nell’agenda pubblica, e di influenzare così la costruzione dell’agenda degli individui.

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3
Q

Framing

A

Il framing è un processo attraverso cui chi fa informazione (l’emittente) non si limita a riprodurre fedelmente una data realtà, ma crea esso stesso la realtà rappresentata, attraverso un processo di focaliz- zazione su alcuni elementi. Organizza la realtà in modo cognitivo presentandola in un determinato modo.
Oltre a definire il problema ne indica anche le cause e propone delle soluzioni, implicando la scelta di una direzione in termini di policy oppure risposte implicite a domande del tipo “cosa bisognerebbe fare”.

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4
Q

La disintermediazione delle strutture informative

A

Ciò che contraddistingue i media digitali è principalmente il minor controllo che essi esercitano sull’ingresso delle notizie nel sistema. La rete si basa sul libero accesso a messaggi incontrollati che incoraggia la produzione di una diffusione di massa indistinta di in- formazioni. Si è così venuto a creare un meccanismo di minore attendibilità a favore di una maggiore diversità che ha dato vita a forme di disintermediazione delle strutture informative.

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5
Q

Chiusura cognitiva

A

Gli utenti della rete tendono a frequentare prevalentemente spazi online che riflettono il loro sistema di credenze, agevolando la formazione di gruppi polarizzati che condividono valori e interessi comuni. Quello che si verifica è la cosiddetta chiusura cognitiva, ovvero la minore disponibilità a consumare e diffondere contenuti che sostengono un punto di vista diverso dal proprio.

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6
Q

Echo chambers e niche audiences

A

Spazi in cui viene convalidato in modo continuo lo stesso punto di vista. Il consumatore digitale viene spinto a rifiutare la possibilità di dialogo con chi la pensa in modo diverso, ricercando invece gratificazione per la propria posizione in un ambiente favorevole e chiuso che porta con sé il rischio di estremismi.
Il risultato è la creazione di niche audiences.

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7
Q

Fake news

A

La dinamica della frammentazione e della polarizzazione rischia di favorire la diffusione delle fake news, notizie false e ingannevoli che si propagano e si rafforzano sul web. Le notizie false sono sempre esistite, ma il clima di complicità all’interno delle echo chambers le rende luoghi privilegiati per la diffusione di fake news.

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8
Q

Hate speech

A

Persone che hanno le stesse idee possono esaltarsi a vicenda e arrivare a promuovere campagne di odio nei confronti di gruppi avversari, rinforzati dalle echo chambers. Il linguaggio d’odio è entrato in tutti gli ambiti e registri linguistici, e negli ultimi anni si è imposta un’aggressività verbale individuale e individualizzata: veloce, priva di sovrastrutture, meno incanalabile e più difficile da prevedere e mediare.

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9
Q

Immigrazione reale e mediatizzata

A

I temi sul fenomeno migratorio trasformati in notizie e resi salienti negli ultimi anni sono stati soprattutto fatti di cronaca, notizie drammatiche, etc.
Questo è avvenuto a discapito del fatto che il fenomeno migratorio è costituito per la maggior parte da persone stabilmente inserite nel tessuto economico e sociale italiano. Risulta un’evidente discrepanza tra l’immigrazione reale e l’immigrazione mediatizzata.

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10
Q

La composizione della popolazione immigrata in Italia

A

La percentuale è stabile da diversi anni e non in aumento. Per la maggior parte regolarmente residenti, in proporizone molto minore i rifugiati e gli immigrti irregolari.
La maggiorparte della popolazione è in età lavorativa e produce un impatto positivo sul sistema di welfare.
I lavoratori stranieri si concentrano in prevalenza nelle professioni delle cosiddette 5 P (precarie, pesanti, pericolose, poco pagate, penalizzate socialmente), scarsamente ambite dagli italiani.

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11
Q

Il frame emergenziale-securitario

A

Una narrazione mass mediatica emergenziale ha contribuito alla tematizzazione dell’immigrazione come “emergenza” e “minaccia”, concentrando l’attenzione prevalentemente sugli sbarchi. Vengono evidenziati i rischi per la sicurezza sociale del Paese, attraverso una sovra-esposizione dei casi di cronaca nera.
La inquietudine che lo straniero suscita è enfatizzata dal linguaggio mediatico e politico; i migranti vengono spersonalizzati e descritti come categoria plurale da respingere, spostare e collocare. Il migrante è disperato e potenzialmente pericoloso, portatore di degrado.

Eccesso di arrivi mancanza di controlli > in risposta aumento sanzioni, respingimenti alle frontiere e rimpatri

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12
Q

Il frame umanitario

A

Il frame umanitario individua le causa del problema sociale delle migrazioni nelle violenze e nelle forme di discriminazione e razzismo generalizzato di cui sono vittime i migranti: schiavi dei trafficanti e degli scafisti, vittime di discriminazioni nei percorsi di accoglienza e, in alcuni casi, del caporalato e del lavoro nero.
Propone nella lotta ad ogni forma di discriminazione e sfruttamento la soluzione del problema, attraverso il ruolo salvifico della società civile.
Una rappresentazione costruita attraverso l’utilizzo del lessico tipico delle catastrofi umanitarie e di immagini tipiche dello “spettacolo del dolore”.

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13
Q

elementi comuni dei 2 frame

A

Ciò che accumuna i due frame è la rappresentazione negativa di “loro”, contrapposta a quella positiva di “noi”. Sono rappresentazioni astratte dell’alterità e attraverso cui si conserva la distanza e la negazione dell’altro, e gli si impongono schemi identitari stereotipati.

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14
Q

La vicenda di Carola Rackete come esempio della polarizzazione sul tema migrate

A

Vittima di una lunga serie di violenti attacchi razzisti e sessisti da parte di politici e giornalisti, oltre che di persone comuni. Esempi di linguaggio d’odio e fake news (padre commerciante d’armi, lei mancante di permessi).

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15
Q

Linguaggio usato nel parlare dei migranti

A

Metafore bellico-militari (“bomba sociale”, “scontro sociale”, “guerra in casa”), di analogie disumanizzanti (“bestie”, “vermi”) e di una terminologia imprecisa e generica (“clandestini”, “irregolari”, “profughi”, “stranieri”).

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16
Q

Il linguaggio d’odio nella comunicazione politica

A

Il discorso d’odio sembra ormai diventato il rumore di fondo di un modo di fare comunicazione politica. Si evidenzia il passaggio dalla dimensione anonima e nascosta dell’hater alla sua dimensione “pubblica”, visibile. Uno “sdoganamento”. Una schiera di hater quasi orgogliosi del proprio odiare. Un odio che si avvale di neologismi, storpiature, maiuscole e punteggiature ipertrofi- che, ma anche di emoticon, emoji e hashtag, così come di meme o immagini simboliche. Si assiste così a un processo di normalizzazione e istituzionalizzazione del linguaggio discriminatorio che avvelena il discorso pubblico online.

17
Q

Percezione dell’immigrazione

A

Il gap tra immigrazione reale e immigrazione mediatica appare correlato al modo in cui viene percepito il fenomeno dai cittadini, che a sua volta si collega ai loro atteggiamenti verso gli immigrati. Il pensiero e l’interpretazione che i cittadini hanno della realtà influenza la rappresentazione sociale, trasforma gli allarmismi in realtà oggettive.

18
Q

La percezione in Italia

A

Studio dell’Istituto Cattaneo pubblicato nel 2018:
- l’Italia presenta il valore più elevato di “errore percettivo” sulla presenza di immigrati non comunitari nel territorio nazionale.
- L’errore nella valutazione dei cittadini sulla presenza di immigrati cresca al crescere dell’ostilità verso l’immigrazione e le minoranze religiose.
- Esiste una correlazione tra orientamento politico degli intervistati ed “errore percettivo” del fenomeno.
- l’opinione degli italiani verso l’immigrazione e le sue conseguenze per l’economia e la società è peggiore rispetto agli altri paesi europei

19
Q

La percezione nel sistema paese e l’esperienza diretta

A

Le ricerche confermano l’influenza della rappresentazione mediatica del fenomeno sulla percezione dei cittadini: una rappresentazione sovradimensionata a livello nazionale e caratterizzata dalla passività e spersonalizzazione dei migranti, a tal punto che i cittadini lo registrano come un problema a livello di sistema Paese, ma poi nella vita “reale” difficilmente ne sperimentano davvero effetti negativi.

20
Q

Silverstone, ospitalità mediatica

A

Il dovere dell’accoglienza o “ospitalità mediatica” nei confronti dell’altro si esprime non solo nella sua possibilità di espressione, ma anche nel diritto a essere ascoltato.
Chi ha la responsabilità di raccontare e veicolare i discorsi lo deve fare in modo completo e plurale, senza mettere a repentaglio la dignità di chi viene rappresentato, né stravolgere il significato degli eventi per ignoranza o per interesse.
Una cattiva rappresentazione non è solo quella errata e fondata sulla disinformazione, ma anche quella che sceglie di raccontare la storia di qualcun altro senza considerare il suo punto di vista.
Allo stesso modo, i fruitori hanno la responsabilità di appropriarsi dei contenuti mediali senza distorcere il significato a causa di pregiudizi e paure.