Epistemologia della psicoanalisi Flashcards

Cap 10 + articolo di Grumbaum

1
Q

Riassumi brevemente la vita di Freud

A

Freud nacque nell’Impero austriaco nel 1856. Nel 1860 suo padre, un commerciante ebreo, si trasferì a Vienna, ove Freud trascorse quasi tutta l’esistenza.
Nel 1882 iniziò l’esercizio della professione medica all’Ospedale di Vienna, ove condusse ricerche sull’anatomia cerebrale, gli effetti palliativi della cocaina e l’afasia. Divenne poi professore all’Università di Vienna. Nel 1886 abbandonò il lavoro ospedaliero e iniziò l’esercizio della pratica clinica privata, come specialista in quelli che allora erano chiamati “disordini nervosi”.
Freud trasse dalla propria attività clinica spunti decisivi per lo sviluppo della psicoanalisi. Nel 1933 Hitler prese il potere in Germania e nel 1938 l’Austria venne annessa al Terzo Reich tedesco. A causa delle sue origini ebraiche, Freud fu costretto ad abbandonare Vienna e trovò rifugio a Londra. Qui trascorse il suo ultimo anno di vita e morì il 23 settembre 1939.

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2
Q

Cosa si intende con il termine “psicoanalisi”?

A

Il termine “psicoanalisi” fu coniato nel 1896 da Freud per indicare il suo approccio all’isteria e alle altre nevrosi. La psicoanalisi comprendeva una teoria sulle cause delle nevrosi e una terapia per il loro trattamento. I due elementi erano strettamente connessi, poiché la teoria doveva fornire una solida base scientifica per la terapia.
Successivamente, la psicoanalisi venne intesa in senso più ampio così da includere anche le indagini freudiane sulla struttura e la dinamica psichica individuale (dalla sessualità infantile ai sogni, dai motti di spirito ai lapsus) e sulle radici psichiche di vari fenomeni sociali (dall’arte alla religione, dal disagio della civiltà alla guerra).

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3
Q

Parla del metodo catartico, della collaborazione tra Freud e Breuer, e cosa ha comportato per l’avvento della psicoanalisi.

A

Il metodo catartico è un metodo ipnotico (diverso da quello ideato da Charcot) inventato dal medico Breuer (si legge broier), metodo che consiste nel dialogare con il paziente isterico mentre si trova in stato ipnotico, per aiutarlo a ricordare i traumi associati all’insorgere dei sintomi.

Freud avviò una collaborazione con Breuer. Il caso di Anna O. fu l’evento decisivo per l’invenzione della psicoanalisi. In Studi sull’isteria (1895), Breuer e Freud usarono lo pseudonimo “Anna O.” per indicare una paziente di Breuer che presentava sintomi isterici, Anna O. venne trattata con il metodo catartico
Al termine del trattamento Anna O. era pienamente ristabilita. Freud attribuì a Breuer il merito dell’idea che le nevrosi siano causate dalla dimenticanza di determinati traumi e che possano guarire recuperandone il ricordo. Proseguendo lungo la strada aperta da Breuer, Freud affrontò tre fondamentali interrogativi:
• A che genere di traumi sessuali infantili è associato l’insorgere della nevrosi?
• Perché ci si può dimenticare di questi traumi e perché tale dimenticanza può fare insorgere la nevrosi?
• Qual è la procedura più efficace per recuperare i ricordi traumatici e, in tal modo, ottenere la guarigione della nevrosi?

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4
Q

A che genere di traumi sessuali infantili è associato l’insorgere della nevrosi secondo Freud?

A

-1896–> teoria della seduzione= i traumi sessuali all’origine delle nevrosi erano costituiti da abusi sessuali che il paziente aveva subito da bambino, da parte di un genitore o di qualcuno che si prendeva cura di lui.

Freud era giunto all’elaborazione della teoria della seduzione sulla base dei colloqui clinici con i suoi pazienti nevrotici, i quali avevano portato alla luce ricordi di abusi sessuali quasi tutti prima dei 4 anni.

Freud avanzò diversi argomenti a favore della tesi che i ricordi dei suoi pazienti erano genuini:
-all’inizio della terapia i pazienti non avevano alcun ricordo cosciente di abusi e, nel corso delle sedute, essi non si limitavano a ricordare gli eventi, ma “rivivevano” le scene degli abusi. Sulla base di queste evidenze, Freud ipotizzava che i ricordi dei traumi subiti nella prima infanzia fossero stati rimossi dalla coscienza e seppelliti nell’inconscio.

Dubbi sulla teoria della seduzione:
Alcune ragioni che spinsero Freud a dubitare della teoria sono le seguenti:
• Poiché le nevrosi sono una forma molto comune di disturbo mentale, affermare che esse traggono
origine da abusi sessuali subiti nella prima infanzia conduce alla conclusione, del tutto infondata, che
tali abusi sono molto comuni.
• Anche dopo avere “rivissuto” le scene degli abusi nel corso della terapia, in genere i pazienti non erano affatto convinti che questi penosi episodi si fossero effettivamente verificati.
• Quando determinati ricordi riemergono dall’inconscio non vi è alcuna certezza che si riferiscano a fatti
realmente accaduti, poiché l’inconscio non è in grado di distinguere i fatti reali da quelli immaginati.

Nuova teoria della sessualità infantile:
Freud ipotizzò che le nevrosi potessero essere determinate anche da cause endogene, cioè da meccanismi che operano all’interno della psiche del bambino. I traumi sessuali infantili sarebbero costituiti, nella maggior parte dei casi, da determinate fantasie sessuali del bambino.

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5
Q

Perché ci si può dimenticare dei traumi di abusi sessuali infantili e perché tale dimenticanza può fare insorgere la nevrosi secondo Freud?

A

Secondo Freud, la dimenticanza dei traumi infantili dipende da uno specifico “meccanismo psichico di difesa” , la rimozione, che allontana dalla coscienza e, per così dire, seppellisce nell’inconscio, tutti gli eventi, le emozioni, le fantasie e i desideri traumatici, che non possono essere integrati nell’io.

Inoltre, la resistenza è un ulteriore meccanismo psichico che impedisce ai contenuti psichici rimossi di riemergere alla coscienza nella loro forma originaria.

essi possono riaffiorare alla coscienza nella forma di sintomi nevrotici. Freud non sostiene che la presenza di ricordi traumatici rimossi è una condizione sufficiente per l’insorgere delle nevrosi, ma è convinto che essa sia una condizione necessaria. Ciò significa che, in assenza di rimozione, la nevrosi non può insorgere.

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6
Q

Qual è la procedura più efficace per recuperare i ricordi traumatici e, in tal modo, ottenere la guarigione della nevrosi secondo Freud?

A

Per vincere la resistenza, Freud elabora il metodo della libera associazione, costituito da una serie di sedute in cui il paziente viene incoraggiato a raccontare i propri sogni e a parlare di qualunque esperienza o ricordo gli venga in mente, associando liberamente un’idea all’altra, senza preoccuparsi delle loro relazioni logiche. Analizzando questi racconti alla luce della teoria psicoanalitica, il terapeuta può aiutare il paziente a recuperare i ricordi traumatici rimossi, guarendo così dalla nevrosi.

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7
Q

Qual è il significato di inconscio oggi?

A

L’inconscio è costituito dall’insieme dei processi e contenuti mentali di un individuo di cui egli non è consapevole. Possiamo distinguere fra inconscio emotivo e inconscio cognitivo: il primo comprende i
desideri, le motivazioni, le fobie e gli istinti inconsci, mentre il secondo comprende le abilità automatiche, le percezioni subliminali e i processi di pensiero inconsci.

Il termine fu coniato nella prima metà ottocento dal filosofo Schelling

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8
Q

Cosa sai dire del concetto di inconscio prima di Freud?

A
  • Platone sostiene che l’anima umana nasconde una conoscenza inconscia che ha acquisito prima della nascita. Questa conoscenza viene dimenticata al momento della nascita, quando l’anima si unisce al corpo.
  • Cartesio ritiene che il pensiero sia sinonimo di coscienza e che sia, quindi, logicamente impossibile ammettere l’esistenza di pensieri inconsci.
  • Leibniz sostiene che gli esseri umani non hanno solo pensieri coscienti ma anche percezioni inconsce, cioè pensieri di cui non sono consapevoli. Non esiste alcuna realtà priva di pensiero e che persino gli esseri inanimati hanno qualche attività pensante di carattere inconscio.
  • Schopenhauer sostiene che l’esistenza degli esseri umani e dell’intero universo è dominata da un principio inconscio, costituito dalla volontà di vivere.
  • Nietzsche ritiene che tutte le azioni umane, anche quelle comunemente ritenute disinteressate, traggono origine da una pulsione inconscia, cioè dalla volontà di potenza.
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9
Q

Spiega la concezione di inconscio secondo Freud

A

Freud introduce il concetto di inconscio per descrivere il meccanismo psichico della rimozione che, a suo giudizio, determina l’insorgere della nevrosi. Freud paragona la mente a un iceberg, nel quale la parte emergente, relativamente piccola, rappresenta la coscienza, mentre la parte immersa, molto più grande, rappresenta l’inconscio.

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10
Q

Spiega la concezione di inconscio secondo Jung

A

Jung si allontana progressivamente da Freud e promuove un orientamento teorico ben distinto da quello freudiano, cui viene dato il nome di psicologia analitica. Le maggiori differenze tra Freud e Jung riguardano la concezione dell’inconscio. Infatti Jung sostiene che, oltre a un inconscio personale del genere descritto da Freud, esiste anche un inconscio collettivo, che costituisce il livello più profondo della psiche. L’inconscio collettivo contiene gli archetipi, costituiti da immagini di significato universale che si manifestano nei simboli condivisi da tutte le culture

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11
Q

Spiega la concezione di inconscio secondo le scienze cognitive

A

Gli scienziati cognitivi si sono occupati dell’inconscio cognitivo, cioè dei processi mentali inconsci coinvolti nell’attività cognitiva umana. Si è scoperto che la mente umana esegue una grande varietà di processi cognitivi automatici che sfuggono alla coscienza immediata e non sono accessibili neppure a un’attenta introspezione. Vi sono, per esempio, processi cognitivi inconsci che ci permettono di acquisire, in maniera del tutto automatica e inconsapevole, informazioni circa la frequenza con cui determinati tipi di eventi si presentano nel nostro ambiente.

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12
Q

Spiega la concezione di inconscio secondo la filosofia della mente

A

La filosofia della mente si occupa dei problemi filosofici concernenti la natura e la funzione della mente

Pur rifiutando la tesi di Cartesio, secondo la quale il pensiero si identifica con la coscienza, Searle (filosofo della mente) resta nella scia della tradizione filosofica cartesiana, sostenendo che il pensiero e la coscienza sono strettamente connessi. Più precisamente, Searle difende il principio di connessione, secondo il quale qualcosa è uno stato mentale solo se è pensato, o potrebbe essere pensato, da qualcuno. Questo principio è compatibile con l’ipotesi che esista un inconscio superficiale, cioè che esistano stati mentali inconsci ma potenzialmente accessibili alla coscienza mediante la comune pratica dell’introspezione, ma esclude la possibilità di un inconscio profondo, cioè di stati mentali che non hanno alcuna possibilità di affiorare alla coscienza. Per questa ragione Searle rifiuta quella varietà di inconscio profondo costituita dall’inconscio freudiano.

Secondo Searle, infatti, esistono davvero processi profondi che determinano gli stati coscienti, ma tali processi, diversamente da quanto pensava Freud, non sono dati da processi mentali inconsci, bensì da processi neurofisiologici del cervello.

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13
Q

Cosa viene indicato con il termine nevrosi?

A

“Nevrosi” deriva dalla parola greca neuron (nervo) e dal suffisso osis (condizione patologica). Con questo termine il medico scozzese William Cullen (1710-1790) indicò i disturbi mentali determinati da disfunzioni del sistema nervoso. Successivamente, “nevrosi” entrò nel lessico della psicologia clinica e della psichiatria, con riferimento a una grande varietà di disturbi mentali, accomunati dalla presenza di sintomi come l’ansia cronica, l’angoscia e il senso di frustrazione. Le nevrosi incidono sul comportamento del paziente, compromettendone le capacità di lavoro, le relazioni affettive e sessuali e importanti funzioni fisiologiche, come il sonno e l’alimentazione. Tuttavia, il paziente nevrotico non perde il contatto con la realtà e non soffre di deliri o allucinazioni, come invece accade ai pazienti psicotici. A partire dall’Ottocento, sono state individuate svariate specie di nevrosi, come la nevrosi isterica, o isteria, la nevrosi ossessiva e la nevrosi fobica

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14
Q

Cosa puoi dirmi sul progressivo abbandono del concetto di nevrosi nella psichiatria moderna?

A

Il compito di definire la nozione di nevrosi viene affrontato nell’ambito della nosologia, cioè di quella branca della medicina che si occupa della descrizione sistematica delle malattie. Poiché le cause delle malattie sono spesso ignote e molte malattie vengono definite sulla sola base dei loro sintomi, qualunque sistema nosografico proposto per la classificazione delle malattie può dar luogo a controversie.

Nel corso degli anni il DSM è stato continuamento aggiornato. Tuttavia alcune patologie, come l’isteria e l’omosessualità, sono scomparse dalle edizioni più recenti. Le patologie scomparse includono anche la nevrosi che, a partire dal DSM-III, pubblicato nel 1980, non appare più come entità nosografica autonoma. La maggior parte dei disturbi mentali che venivano classificati come nevrosi sono stati raggruppati nell’ambito di nuove categorie nosografiche. Per esempio, la tricotillomania, la dermatillomania (o disturbo da escoriazione) e lo shopping compulsivo vengono oggi compresi nella categoria nosografica dei disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo, introdotta nel DSM-V.

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15
Q

Quel era la posizione di Freud sulla scientificità della psicoanalisi?

A

Freud riteneva che la psicoanalisi fosse una scienza naturale che si sarebbe integrata, prima o poi, con la neurofisiologia. Era quindi convinto che la psicoanalisi dovesse applicare gli stessi principi metodologici impiegati nelle scienze naturali. In gioventù, Freud aveva studiato la logica induttiva di Mill. Sulla scorta di questi studi aveva maturato la convinzione che le ipotesi scientifiche dovessero essere giustificate mediante procedure induttive del tipo suggerito da Mill.
Freud era convinto che le ipotesi centrali della psicoanalisi – l’esistenza di processi mentali inconsci e al loro ruolo causale nella genesi di svariate malattie mentali –, fossero largamente confermate dall’evidenza empirica disponibile, a partire da quella ottenuta attraverso i colloqui psicoanalitici.

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16
Q

Qual era la posizione di Popper sulla scientificità della psicoanalisi?

A

Popper ritiene che la psicoanalisi non sia altro che una pseudoscienza a causa della sua natura non falsificabile.
“Marx, Freud e Adler sembravano in grado di spiegare praticamente tutto ciò che accadeva nei campi cui si riferivano. Si scorgevano ovunque delle conferme: il mondo pullulava di verifiche della teoria.
Il fatto che le teorie di Freud e Adler erano sempre adeguate e risultavano sempre confermate era in realtà il loro elemento di debolezza.
Non ho dubbi che molto di quanto affermarono Freud e Adler abbia una considerevole importanza. Ma questo non significa che le osservazioni cliniche, che gli analisti ingenuamente consideravano come conferme delle loro teorie, di fatto confermino queste ultime più di quanto facessero le conferme quotidiane riscontrate dagli astrologi nella loro pratica”

17
Q

Spiegare a grandi linee la posizione di Grumbaum sulla psicoanalisi

A

Negli anni ottanta Grünbaum, ha riaperto il fuoco contro la psicoanalisi, in una lunga serie di scritti culminata nel volume The Foundations of Psychoanalysis: A Philosophical Critique .

In aperta polemica con Popper, Grünbaum afferma che le teorie psicoanalitiche sono falsificabili e che,
in linea di principio, sono anche confermabili dall’evidenza.
L’evidenza empirica finora ottenuta non conferma le teorie psicoanalitiche. E, quel che è peggio, non vi è alcuna speranza di confermare tali teorie usando i metodi di indagine elaborati da Freud. Si deve quindi concludere che le teorie psicoanalitiche non sono confermate dall’evidenza e che, al contrario, è
ragionevole ritenerle probabilmente false. Ciò significa che la psicoanalisi non è una pseudoscienza, bensì una cattiva scienza, un sistema teorico costituito da ipotesi non confermate dall’evidenza

Un principio fondamentale della psicoanalisi è costituito dalla teoria della rimozione, In particolare, secondo la teoria freudiana dei lapsus, che costituisce un ingrediente essenziale della sua teoria della rimozione, tutti i lapsus che appaiono psicologicamente immotivati sono causati da idee spiacevoli che sono state rimosse. Grünbaum rileva che non è stata trovata alcuna prova empirica a sostegno della teoria freudiana dei lapsus.

18
Q

Spiega la differenza tra causalità sufficiente e necessaria

A
  • Causalità sufficiente equivale all’affermazione che non può verificarsi una determinata causa A senza che si verifichi il suo effetto B (l’ingestione di 500 mg di cianuro da parte di un individuo non può verificarsi senza che egli muoia)
  • Causa necessaria equivale all’affermazione che non può verificarsi un determinato effetto B senza che si verifichi la sua causa A (la contrazione della tubercolosi da parte di un individuo non può verificarsi senza che egli sia entrato in contatto con il bacillo di Koch)
19
Q

Spiegare l’ipotesi di causalità statistica

A

-Ipotesi di causalità statistica HRstat) = Se A fosse presente in tutti i membri di U, allora la percentuale dei B in U sarebbe maggiore della percentuale che si osserverebbe se A non fosse presente in alcun membro di U (il fumo è una causa statistica del cancro)
Il verificarsi di A accresce la probabilità statistica, o percentuale, dei B in U. In altre parole, HRStat pone a confronto due scenari immaginari – quello in cui A è presente in tutti i membri di U e quello in cui A non è presente in alcuno di essi.

Poiché i due scenari di cui parla HRStat hanno carattere immaginario, non è possibile stabilire con certezza cosa accadrebbe in ciascuno di essi e quindi HRStat non è né verificabile né falsificabile.

Tuttavia, possiamo effettuare osservazioni che ci permettono di determinare la probabilità epistemica di HRStat. Vengono estratti a caso da U due campioni sufficientemente numerosi, il primo composto da individui in cui A è presente, il secondo da individui in cui non lo è. Se la percentuale dei B osservata nel primo campione è maggiore di quella osservata nel secondo, allora si inferisce che la stessa cosa probabilmente accadrebbe nei due scenari di cui parla HRStat, cioè si inferisce che HRStat è probabilmente vera. In caso contrario, si inferisce che HRStat è probabilmente falsa.

20
Q

Elenca e descrivi le ipotesi di causalità nella psicoanalisi

A

-Ipotesi sulla patogenesi della nevrosi:
H4 ≡ La rimozione di ricordi traumatici è una condizione necessaria per la nevrosi
Non è un’ipotesi osservativa, la rimozione non è osservabile e quindi non falsificabile.

-Ipotesi di regolarità:
HR4 ≡ Tutti i casi di nevrosi sono preceduti dalla rimozione di ricordi traumatici.
L’osservazione anche di un solo paziente nevrotico che non abbia rimosso alcun ricordo traumatico basterebbe a falsificare HR4. Sfortunatamente, però, questa osservazione è impossibile, perché la rimozione non è osservabile.

-Ipotesi di causalità necessaria per la guarigione dalla nevrosi:
H5 ≡ Il recupero dei ricordi traumatici rimossi è una condizione necessaria per la guarigione della nevrosi.
H5 è falsificabile. Infatti, l’osservazione anche di un solo paziente guarito dalla nevrosi senza aver recuperato alcun ricordo traumatico basta a falsificarla

-Ipotesi di efficacia:
H6 ≡ terapia analitica è una condizione necessaria per la guarigione della nevrosi
H6 potrebbe essere falsificata dall’osservazione un paziente che non si è sottoposto ad A e che, tuttavia, è guarito dalla nevrosi

Attenzione! Anche se le ipotesi H5 e H6 sull’efficacia di A non sono deducibili dall’ipotesi H4 sulla patogenesi della nevrosi, esse sono strettamente connesse ad H4 e, per così dire, suggerite da H4. Per questa ragione molti critici della psicoanalisi ritengono che l’eventuale falsificazione di H5 e H6 farebbe vacillare anche H4.

21
Q

Cosa si intende con la parola “placebo”? Da dove deriva? E cosa si intende con l’espressione “effetto placebo”?

A

“Placebo” è la prima persona singolare del futuro indicativo del verbo latino placere (piacere). Il significato letterale di placebo è, quindi, “io piacerò”. Il termine è entrato nel lessico medico verso la fine del Settecento per indicare qualsiasi medicina atta più a compiacere il paziente che a procurargli un beneficio. Il placebo è una sostanza che il medico sa essere priva di efficacia terapeutica specifica per una certa malattia.

Il placebo comporta da parte del paziente la percezione di un miglioramento della propria condizione ed è pertanto un espediente ampiamente usato nella storia della pratica clinica.
Parlando di effetto placebo ci si riferisce alle conseguenze della somministrazione di un placebo, a partire dal miglioramento delle sintomatologie dolorose.

22
Q

In che modo si sfrutta l’effetto placebo nella pratica clinica? E quali sono i suoi aspetti problematici?

A

Il placebo fornisce un termine di paragone per la valutazione dell’efficacia di trattamenti. Infatti, quando si vuole appurare se un trattamento è efficace nella cura di una malattia, conviene confrontare gli effetti del trattamento su un certo gruppo di soggetti, detto gruppo sperimentale, con gli effetti di un placebo su un altro gruppo, detto gruppo di controllo: se la somministrazione del trattamento produce risultati migliori della somministrazione del placebo, è lecito ipotizzare che il trattamento sia efficace.

Il ruolo dell’effetto placebo nelle ricerche di epidemiologia clinica presenta aspetti problematici. Il manifestarsi e l’intensità dell’effetto placebo sono legati al contesto dell’intervento medico e al modo di
somministrazione del trattamento.

23
Q

Spiega come si possa testare l’ipotesi di efficacia, secondo la quale il trattamento T è efficace per la cura della malattia M

A

L’ipotesi di efficacia secondo la quale il trattamento T è efficace per la cura della malattia M equivale all’ipotesi statistica ≡ T è una causa statistica della guarigione di M
Ovvero equivale alla seguente ipotesi di regolarità ≡ Se tutti i membri di M ricevessero T, allora la percentuale delle guarigioni in M sarebbe maggiore della percentuale che si osserverebbe se nessuno di essi ricevesse T.

il caso in cui nessun membro di M riceve T si può dividere in 3 modi:
⦁ i membri di M non ricevono alcun trattamento;
⦁ i membri di M ricevono un placebo appropriato,
⦁ i membri di M ricevono un appropriato trattamento alternativo.

Possiamo così formulare le seguenti ipotesi di efficacia:
Sp(T) ≡ Se tutti i membri di M ricevessero T, allora la percentuale delle guarigioni in M sarebbe maggiore della percentuale di guarigioni spontanee che si verificherebbero se essi non ricevessero alcun trattamento.
Pl(T) ≡ Se tutti i membri di M ricevessero T, allora la percentuale delle guarigioni in M sarebbe maggiore della percentuale di guarigioni che si verificherebbero se essi ricevessero un placebo appropriato.
Alt(T) ≡ Se tutti i membri di M ricevessero T, allora la percentuale delle guarigioni in M sarebbe maggiore della percentuale di guarigioni che si verificherebbero se essi ricevessero un trattamento alternativo appropriato.

Supponiamo, per esempio, di avere osservato che le guarigioni nel gruppo sperimentale sono pari al 20%, mentre nel gruppo di controllo sono solo il 7%. Sulla base di queste osservazioni possiamo inferire che Sp(T) è probabilmente vera. Tuttavia, prima di adottare T per la cura di M, dovremo chiederci se la maggior percentuale di guarigioni riscontrata nel gruppo sperimentale non dipenda, interamente o in parte, dal famigerato effetto placebo.

Come definiamo un adeguato effetto placebo?
Un trattamento T per la cura di M può essere visto come la combinazione di due componenti: un componente specifico, ritenuto in grado di favorire la guarigione di M, e un componente generico dato, per così dire, dal genere di trattamento cui appartiene T

Definiamo così un placebo appropriato:
Il trattamento T* è un placebo appropriato per T ≡ T* ha lo stesso componente generico di T, così da
apparire identico a T, ma è privo del componente specifico di T.

Se osserviamo che la percentuale di guarigioni nel gruppo sperimentale supera quella registrata nel corrispondente gruppo di controllo con placebo, allora inferiamo che Pl(T) è probabilmente vera.

In tal caso avremmo qualche motivo per adottare T nella cura di M. Tuttavia, prima di prendere questa decisione, dovremo controllare l’ipotesi Alt(T), secondo la quale il trattamento T per M è più efficace di un trattamento alternativo appropriato. Con il termine “trattamento alternativo appropriato” ci riferiamo al trattamento standard per M oppure, in assenza di un trattamento standard, a uno dei trattamenti ritenuti più efficaci per la cura di M. Se il controllo empirico di Alt(T), attuato secondo le stesse procedure sopra illustrate per Sp(T) e Pl(T), ci permette di stabilire che Alt(T) è vera allora, e solo allora, avremo buone ragioni per adottare T nella cura di M

24
Q

è possibile mettere alla prova l’ipotesi di causalità statistica sull’efficacia della psicoanalisi?

A

In linea di principio sì.

Freud manifestò la convinzione, espressa dall’ipotesi H6:
H6 ≡ Nessun nevrotico che non ha ricevuto terapia analitica (A) guarisce.

Questa riformulazione mette in evidenza i seguenti aspetti del contenuto di H6:
⦁ H6 non dice nulla sulla percentuale di guarigioni tra i nevrotici che ricevono A;
⦁ H6 afferma che non vi è nessuna guarigione tra i nevrotici che non ricevono A;
⦁ H6 implica che l’unica possibile cura della nevrosi è la terapia analitica.

la fiducia di Freud nell’ipotesi H6 subì forti oscillazioni. In alcuni suoi scritti, infatti, egli ammise di avere osservato fra i nevrotici diversi casi di guarigioni spontanee, cioè di guarigioni prodotte dagli eventi della loro vita, piuttosto che dalla terapia analitica o da altre psicoterapie. Sulla base di queste osservazioni, suggerì che la terapia analitica si limitava ad accelerare guarigioni che, prima o poi, si sarebbero comunque verificate Non sorprende, quindi, che alcuni studiosi abbiano proposto di sostituire l’ipotesi di causalità necessaria H6con un’ipotesi di efficacia molto più debole, cioè con la seguente ipotesi di causalità statistica:
Ef(A) ≡ A è una causa statistica della guarigione della nevrosi.

Ef(A) equivale alla seguente ipotesi di regolarità:
Ef(A)R ≡ Se tutti i nevrotici ricevessero A, allora la percentuale delle guarigioni tra i nevrotici sarebbe maggiore della percentuale che si osserverebbe se nessun nevrotico ricevesse A.

l’eventualità in cui nessun nevrotico riceve A, menzionata in Ef(A)R, può realizzarsi in diversi modi:
Sp(A) Se tutti i nevrotici ricevessero A, allora la percentuale delle guarigioni tra i nevrotici sarebbe maggiore della percentuale di guarigioni spontanee che si osserverebbe se essi non ricevessero alcun trattamento.
Pl(A) Se tutti i nevrotici ricevessero A, allora la percentuale delle guarigioni tra i nevrotici sarebbe maggiore della percentuale di guarigioni che si osserverebbe se essi ricevessero un placebo appropriato.
Alt(A) Se tutti i nevrotici ricevessero A, allora la percentuale delle guarigioni tra i nevrotici sarebbe maggiore della percentuale di guarigioni che si osserverebbe se essi ricevessero un trattamento alternativo appropriato.

Placebo appropriato per A:
componente specifico: metodo delle libere associazioni
componente generico: la coreografia ( rituali ben collaudati, un vocabolario speciale e un modo di interazione tra paziente e terapeuta che pone in risalto il carisma di quest’ultimo)

Trattamento alternativo appropriato per A:
non esiste alcun trattamento standard per la cura della nevrosi o di altri disturbi mentali. All’inizio degli anni ottanta vi erano più di 125 psicoterapie rivali. Ciò significa che possiamo considerare numerose versioni di Alt(A), una per ciascuna delle terapie considerate efficaci per la cura della nevrosi

in linea di principio, il controllo epidemiologico delle ipotesi Sp(A), Pl(A) e Alt(A) è possibile. Tuttavia, Freud e i suoi seguaci hanno mostrato disinteresse e, talvolta, aperta ostilità, nei confronti del controllo epidemiologico delle loro teorie. Il loro atteggiamento ha fortemente ostacolato le ricerche sistematiche in questo campo. Ciò nonostante, negli ultimi decenni sono stati condotti svariati studi epidemiologici sull’efficacia della terapia analitica. I risultati di questi studi sono molto controversi.
Per esempio, secondo Grünbaum, sulla base delle ricerche epidemiologiche finora condotte, si possono trarre, anche se con grande cautela, le seguenti conclusioni:
⦁ la terapia analitica e i vari tipi di psicoterapia non sono molto più efficaci dei processi di guarigione spontanea;
⦁ la terapia analitica e le psicoterapie rivali non apportano benefici molto superiori a quelli conseguiti attraverso trattamenti congegnati come placebo;
⦁ la terapia analitica non è più efficace delle migliori psicoterapie rivali

25
Q

Grunbaum. Chi è il bersaglio delle critiche di Grunbaum?

A

G. ha 3 bersagli:
• *gli ermeneuti, i quali sostengono che la psicoanalisi non è una scienza naturale
• Popper, il quale sostiene che la psicoanalisi è una pseudoscienza, poiché, in base al criterio di falsificabilità, non risulta falsificabile
• Freud e i suoi seguaci, secondo i quali la psicoanalisi è buona scienza.

Le critiche che Grunbaum elabora mostrano che le opinioni dell’avversario contraddicono tesi da loro stessi ammesse.
L’opera di Grunbaum apre una discussione, che non riguarda solo il mondo accademico, bensì ha anche delle rilevanti implicazioni morali e sociali: a che titolo rivolgersi allo psicoanalista per la cura della sofferenza mentale?

*Gli ermeneuti si dedicano all’interpretazione dei testi. Gli ermeneuti della psicoanalisi hanno avanzato la cosiddetta “ricostruzione ermeneutica” del corpus freudiano che loro pretendono dovesse sostituire la concezione che Freud stesso aveva della psicoanalisi. Gli ermeneuti ritengono che Freud sia caduto in un autoinganno scientistico quando ha definito la psicoanalisi “scienza naturale”.

26
Q

Grunbaum. Esponi la critica di Grunbaum contro gli ermeneuti, in particolare Habermas

A

I punti di Hebermas:
Freud avrebbe erroneamente attribuito lo statuto di scienza naturale alla psicoanalisi, perché:
1. Inizialmente Freud pretendeva che la psicoanalisi potesse essere ridotta alla neurobiologia, ma poi abbandonò questa posizione.
2. Nella psicoanalisi non è presente lo stesso concetto di causalità che è presente nelle scienze naturali. L’autoriflessione psicoanalitica dissolve la connessione che lega la nevrosi alla sua causa.
3. Le spiegazioni basate su leggi pretendono che queste siano astoriche e indipendenti dal contesto. Per questo c’è differenza tra chi fa uso di leggi naturali e chi fa uso di generalizzazioni psicoanalitiche applicate alle storie di individui.
4. Non è possibile fare controlli intersoggettivi delle affermazioni del paziente e dell’analista. Il paziente sottoposto ad analisi ha una conoscenza privilegiata che permette solo a lui di controllare (ed eventualmente confutare) le ipotesi psicoanalitiche.
5. Esiste un contrasto tra la logica delle confutazioni delle ipotesi fisiche e la logica delle confutazioni delle ipotesi psicoanalitiche (ipotesi complesse che non possono essere falsificate semplicemente come quelle fisiche)

Critiche di G. a Habermans:
La natura delle critiche di Habermas sono basate su un suo fraintendimento di cosa siano le scienze naturali.
1. Il fatto che Freud abbia abbandonato l’idea di ridurre la psicoanalisi alla neurobiologia non implica che abbia abbandonato le sue pretese di scientificità. Si può avere una “scienza dell’anima” senza doverla ridurre alla base cerebrale sottostante, tutto sta nel metodo scientifico.
2. Non esiste per la teoria psicoanalitica un tale dissolvimento causale più di quanto non esista nella teoria fisica.
3. Non tutte le leggi di natura sono leggi astoriche e indipendenti dal contesto (vedi teoria elettromagnetica)
4. Molte assunzioni di Freud possono essere controllate senza alcun ricorso alla valutazione soggettiva del paziente.
5. Habermas si basa su una scorretta nozione della confutazione delle ipotesi fisiche, non tiene conto della della tesi di Duhem.

27
Q

Grunbaum. Esponi la critica di Grunbaum contro gli ermeneuti, in particolare della ricostruzione ermeneutica di Ricoeur

A

I punti di Ricouer:

  1. Ricouer afferma che i fatti puri, propri delle scienze naturali, non esistono per quanto riguarda la mente dell’uomo. “non esistono fatti in psicoanalisi, perché l’analista non osserva, ma interpreta”.
  2. I fatti con cui ha a che fare la teoria psicoanalitica non possono essere verificati da più osservatori indipendenti e quindi non possono essere sottoposti ad esame empirico come le scienze naturali, come ad esempio nel comportamentismo.
  3. I fatti della psicoanalisi non sono osservabili, diversamente dai fatti comportamentali della psicologia scientifica. L’oggetto della conoscenza psicoanalitica è solo “quella parte dell’esperienza che può essere detta”. Ad esempio: Freud aveva inizialmente sostenuto che alla base delle nevrosi ci fossero abusi reali, ma poi cambiò idea, e disse che gli abusi potevano essere immaginati. Da qui si capisce che l’evento importante per la psicoanalisi non è il comportamento osservabile, ma il resoconto del paziente.
  4. La psicoanalisi non si occupa delle cause dei disturbi nevrotici, bensì del loro significato.
  5. La spiegazione psicoanalitica dei sintomi nevrotici non si occupa di cause come nelle scienze naturali ma di ragioni. (qual è la ragione e il significato di questo sintomo?)

Le critiche di G.:
1. Grunbaum ribatte che i fatti puri non esistono in alcuna scienza, si passa sempre attraverso l’interpretazione. Molti, come Popper e Kant, avevano già screditato da tempo questa dicotomia tra osservazioni e teoria, tipica dei positivisti
2. Gli stati mentali non sono osservabili direttamente, eppure sono ampiamente presi in considerazioni dalle scienze cognitive (che sottopone le sue teorie a controllo empirico), non meno di quanto faccia la psicoanalisi.
3. Questa restrizione è illegittima, è infondato concludere, ad esempio, che il domino di rilevanza di una teoria dei sogni sia costituito dal ricordo verbalmente comunicato dal sognatore, piuttosto che dai sogni stessi, solo sulla base del fatto che le affermazioni fatte da questi costituiscono i soli dati disponibili per tale teoria. E comunque Ricoeur non porta alcuna prova a sostegno della tesi che abusi immaginati causino nevrosi, per la quale occorrerebbe attuare quel metodo scientifico che gli ermeneuti rigettano.
4. I sintomi non veicolano significato. L’affinità tematica che c’è tra l’evento (reale o immaginato) e il sintomo esperito, non fornisce una causa. (fallacia dell’affinità tematica), lo stesso Freud disse che è raro che i sintomi nevrotici assomiglino all’evento che li ha scatenati. Come disse Freud stesso: “il sogno non vuol dire niente a nessuno, non è un veicolo di comunicazione.”
5. Cause e ragioni sono la stessa cosa. Se X è la causa per l’esistenza di Y, non importa che X sia fisico, mentale o altro. L’ipotizzato motivo inconscio X può essere causa della condotta umana Y. Secondo il sillogismo pratico (che dice che un agente compie un’azione A in quanto desidera lo scopo G ed insieme crede che il fare A gli faccia ottenere G), il desiderio/credenza costituisce le ragioni dell’azione A, e una ragione esplicativa di un’azione è causalmente rilevante al suo compimento. Quindi tali ragioni non sono altro che cause.
Tuttavia il sillogismo pratico non può applicarsi nel caso di ragioni inconsce (essendo che le ragioni operano sulla base di credenze, e il fatto di essere inconsce significa che operano senza la mediazione di credenze), infatti le ragioni inconsce non posso considerarsi ragioni o cause del sintomo.

28
Q

Grunbaum. Esponi le critiche di Grunbaum contro Popper

A

Popper ha sempre sostenuto che la psicoanalisi fosse logicamente incontrollabile empiricamente, cioè non falsificabile

G. ritiene ci sia la possibilità di falsificare la psicoanalisi.
Se non da dati clinici (cioè dati raccolti direttamente dallo studio dello psicoanalista) allora da dati extraclinici (studi epidemiologici o sperimentali).
Es: se la teoria di Freud prevede che omosessualità nasconda paranoia, basterebbe fare uno studio epidemiologico sulla la relazione tra omosessualità e paranoia per provare questa tesi.

29
Q

Grunbaum. Secondo Grunbaum, Freud è riuscito a confermare la psicoanalisi attraverso i dati clinici e il metodo induttivista (ovvero i metodi da lui stesso considerati come quelli da utilizzare per confermare la sua scienza)? (TCN)

A

Freud usa due tesi per confermare la veridicità dei casi clinici, che chiameremo argomento della concordanza.

L’argomento della concordanza è formato da due premesse:

  1. La prima premessa si fonda sulla tesi della condizione necessaria (TCN), ovvero un’ipotesi di causalità necessaria formata dalla congiunzione di queste due condizioni:
    a) Il trattamento psicoanalitico è necessario per ricordare le cause rimosse della nevrosi
    b) Il corretto ricordo dei traumi rimossi è necessario per una cura durevole dalla nevrosi
  2. La seconda premessa è data dalla tesi: “La terapia psicoanalitica permette la guarigione dalla nevrosi”

Conseguenze dell’argomento della concordanza:

  • Se fosse corretta allora un paziente guarito ha recuperato ricordi affidabili/corretti, e quindi potremmo escludere la tesi secondo cui i risultati clinici della psicoanalisi sono causati dalla suggestione
  • Se un paziente guarisce, allora questo costituisce prova della veridicità della psicoanalisi

Intorno al 1917 la fiducia di Freud nella TCN viene meno. Nel 1926 viene abbandonata del tutto.
Freud ammise che la terapia analitica non era indispensabile, serviva ad accelerare guarigioni in ogni caso già in vista. (ci sono persone che guariscono spontaneamente)

L’abbandono della TCN comporta che i dati clinici non sono attendibili. Tuttavia Freud dimostrò di non capire che con l’abbandono della TCN si mette seriamente in dubbio il valore dei dati clinici e continuò a difendere la sua causa sulle risultanze cliniche.

30
Q

Grunbaum. Secondo Grunbaum, la teoria freudiana della rimozione ha solide basi?

A

G. si chiede: “Il successo della terapia analitica mostra davvero che la teoria della rimozione è vera?”

Il fatto che alcuni pazienti sottoposti a terapia psicoanalitica guariscano, potrebbe essere determinato da ragioni che vanno al di là del recupero di traumi rimossi, come il parlare con qualcuno o altri elementi generali della terapia.

Ma all’abbandono della TCN si abbandona il concetto che la terapia analitica sia necessaria per la guarigione, ma serva piuttosto ad accelerare guarigioni, quindi a migliorare.

Il miglioramento non giustifica la conclusione che la causa del sintomo è la rimozione.
Anche se si ammettesse che i miglioramenti terapeutici siano stati causati dall’emergere delle rimozioni, si può al massimo sostenere che tali rimozioni servivano a far persistere i sintomi e non a causarli.

Basterebbe mettere a confronto pazienti in psicoanalisi con pazienti in un adeguato gruppo di controllo per mettere alla prova questa ipotesi, ma Freud è sempre stato contrario a test extraclinici come quelli epidemiologici o con gruppi di controllo. Per Freud tutte le prove dovevano arrivare dalla pratica clinica

31
Q

Grunbaum. Qual è la posizione di Grunbaum sulla teoria freudiana dei sintomi mininevrotici (lapsus)?

A

Un lapsus per essere freudiano deve avere 2 caratteristiche:

  1. il soggetto attribuisce il lapsus a disattenzione, non ne percepisce la motivazione.
  2. Il lapsus è causato da una rimozione (compromesso tra motivazione rimossa e intenzione conscia).

G. ritiene che anche qui troviamo la fallacia dell’affinità tematica:
l’affinità tematica non prova l’esistenza di una connessione causale, sono necessarie ulteriori prove per stabilire che una rimozione sia realmente causa di un errore di memoria ad essa tematicamente connesso.

Inoltre i lapsus più comuni non hanno affinità tematiche così forti in ogni caso.

I dubbi sollevati sull’approccio psicoanalitico ai lapsus si basano sull’incapacità di garantire che le associazione libere non siano contaminate da suggestione.

  • Le associazioni “libere” non sono poi così libere quando si pensa che è l’analista che sceglie e dirige queste associazioni.
  • La memoria è malleabile ed è suscettibile alla formazione di falsi ricordi.