Filosofia della scienza Flashcards

Dal cap 1 al cap 6

1
Q

Da cosa deriva la parola “epistemologia” e quali sono i suoi possibili significati?

A

epistemologia deriva dal greco episteme, che significa conoscenza. Ha due significati: filosofia della scienza e teoria della conoscenza. Noi lo usiamo nel senso di teoria della conoscenza. L’epistemologia, intesa come teoria della conoscenza, si occupa dei problemi filosofici relativi alla natura, all’acquisizione e alla crescita delle varie forme della conoscenza umana.

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2
Q

Elenca e spiega brevemente alcune epistemologie speciali

A
  • L’epistemologia della conoscenza comune consiste nell’analisi delle conoscenze relative a oggetti ed eventi della vita quotidiana.
  • L’epistemologia della religione si occupa delle conoscenze religiose, con particolare riguardo a quelle concernenti come si possa indagare l’esistenza, o inesistenza, di Dio.
  • L’epistemologia delle pratiche esperte concerne le conoscenze proprie delle pratiche esperte, cioè di quelle procedure di indagine e intervento caratterizzate dalla combinazione di conoscenze scientifiche e ragionamento comune
  • L’epistemologia della scienza si occupa dei problemi concernenti la natura, l’acquisizione e la crescita della conoscenza scientifica.
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3
Q

Di che quesiti si occupa l’epistemologia della scienza?

A

si occupa dei problemi epistemologici posti
dalla ricerca scientifica e dai suoi risultati. Per esempio:
(1) In che modo la conoscenza scientifica si differenzia da altri tipi di conoscenza o di credenza?
(2) Come possiamo giustificare un’ipotesi scientifica o, al contrario, mostrare che è infondata?
(3) Come dovremmo usare la conoscenza scientifica per spiegare i fenomeni già noti e prevederne di nuovi?
(4) Lo scopo della scienza consiste solo nel fornire un’adeguata rappresentazione degli eventi osservabili o anche nell’individuare le strutture profonde e inosservabili della realtà?
(5) Nel cambiamento scientifico, cioè nel passaggio dalle vecchie alla nuove teorie, si realizza, oppure no, un vero e proprio progresso scientifico, vale a dire un avvicinamento agli obiettivi ultimi della scienza?

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4
Q

Al di là dell’epistemologia della scienza, di quali altri ambiti si occupa la filosofia della scienza?

A
  • la logica della scienza, cioè l’analisi dei problemi logici relativi all’indagine scientifica e ai suoi risultati
  • l’assiologia della scienza, in particolare all’identificazione degli scopi della scienza
  • la retorica della scienza, cioè l’analisi dei problemi concernenti i procedimenti persuasivi adottati nella comunicazione scientifica;
  • la metafisica della scienza,
  • la teologia della scienza, cioè l’identificazione dei presupposti e delle implicazioni teologiche dell’indagine scientifica e dei suoi risultati;
  • l’estetica della scienza
  • l’etica della scienza
  • la (filosofia) politica della scienza

NB la logica e l’assiologia della scienza sono strettamente connesse all’epistemologia della scienza

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5
Q

Quali sono state le importanti figure storiche nella filosofia della scienza tra l’800 e il 900 (prima del neoempirismo)?

A

Mach, Poincaré e Duhem, ricollegandosi alle idee dei positivisti (Hume in particolare) condussero ricerche sulla filosofia e la storia delle scienze naturali. Erano tutti e tre scienziati filosofi.
Secondo Mach la scienza non può spingersi al di là dell’orizzonte degli eventi osservabili e le leggi scientifiche hanno l’unico scopo di descrivere con la massima semplicità le relazioni tra i fenomeni. L’idea che la semplicità svolga un ruolo fondamentale nell’accettazione delle teorie scientifiche viene condivisa da Poincaré. A giudizio di Poincaré le leggi della meccanica newtoniana non sono né verità a priori né verità sperimentali bensì convenzioni scelte, tra le molte possibili, per la loro semplicità.
Il convenzionalismo di Poincaré era criticato da Duhem (di cui ricordiamo la tesi di Duhem)

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6
Q

Cos’è, com’è nato e chi sono le figure più importanti del neoempirismo?

A

IL NEOEMPIRISMO fu il primo e più influente movimento nella filosofia della scienza del Novecento.
Ebbe origine dal circolo di Vienna, organizzato a partire dal 1922, quando il filosofo/fisico Schilck prese la cattedra che era stata di Mach. Il circolo continuò a riunirsi finché nel 1936 Schick venne assassinato da uno studente nazista. Con la presa di hitler dell’Austria nel 38, molti dei membri del circolo fuggirono in USA e UK.

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7
Q

In cosa consisteva la filosofia del neoempirismo?

A

Sulla scia di Hume, Comte e Mach; i neoempiristi affermano la necessità di fondare tutta la conoscenza sull’esperienza. Pertanto rifiutano con forza le pretese della metafisica.
Di fronte all’inatteso e rapido abbandono della teoria di Newton, che era stata considerata certa per più di due secoli, i neoempiristi ripropongono con forza il problema, già affrontato da Hume, di stabilire se, e in che modo, l’evidenza sperimentale consenta una giustificazione induttiva delle teorie scientifiche.
Occorre inoltre procedere all’esplicazione o ricostruzione razionale di termini usati dagli scienziati come “conferma”, “spiegazione” “teoria scientifica”: occorre cioè compiere un’analisi rigorosa del significato di tali termini, così da ottenerne una definizione logicamente esatta e priva di ogni ambiguità.
Un elemento innovativo dell’empirismo logico rispetto alla tradizione empirista è richiamato proprio dall’aggettivo logico. Questo si riferisce all’intento dei neoempiristi di utilizzare come strumento principale dell’analisi filosofica della scienza la moderna logica matematica

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8
Q

Come si pone Popper nei confronti del neoempirismo?

A

rifiuta l’idea neoempiristica che le ipotesi scientifiche possano essere giustificate induttivamente sulla base dell’evidenza osservativa. In alternativa all’induttivismo dei neoempiristi, Popper suggerisce una
concezione del tutto diversa del metodo scientifico, nota come falsificazionismo

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9
Q

Cos’è il postpositivismo e chi sono i suoi maggiori esponenti?

A

A seguito del neoempirismo, che rimase la concezione standard fino agli anni 50, si affermarono nuove prospettive teoriche talvolta comprese sotto l’etichetta di postpositivismo. I postpositivisti si occupano soprattutto degli aspetti dinamici della scienza, rivolgendo la loro attenzione al cambiamento scientifico.
I meccanismi del cambiamento scientifico costituiscono appunto il tema principale del volume The Structure of Scientific Revolutions (1962) di Thomas Kuhn. Ricordiamo come altro grande esponente Gaston Bachelard.

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10
Q

In cosa consiste il criterio di verificabilità dei neoempiristi?

A

Serve a distinguere gli enunciati dotati di significato, o enunciati significanti, da quelli che ne sono privi. Secondo tale criterio dire che un enunciato è significante equivale ad affermare che è empiricamente verificabile, cioè che possiamo indicare le condizioni osservabili che, qualora si realizzassero, renderebbero vero quell’enunciato. Se accertiamo che si è realizzata qualcuna delle condizioni che rendono vero un enunciato significante, diremo che lo abbiamo verificato.

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11
Q

Qual è la differenza tra enunciati osservativi e ipotesi teoriche e principi ponte? (anche detti leggi osservative e leggi teoriche)

A
  • Gli enunciati osservativi sono enunciati che siamo in grado di verificare direttamente attraverso l’osservazione.
  • Le ipotesi teoriche, sono le ipotesi scientifiche contenenti termini teorici quali, per esempio, forza e massa, che si riferiscono a entità inosservabili
  • I principi ponte vengono formulati usando sia termini teorici sia termini osservativi e consentono quindi di collegare le leggi teoriche con quelle osservative.
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12
Q

Secondo i neoempiristi, le ipotesi teoriche sono empiricamente verificabili?

A

Nei primo decennio di attività del Circolo di Vienna i neoempiristi sostengono che anche le
ipotesi teoriche sono empiricamente verificabili e quindi, in base al criterio di verificabilità, significanti.
Sono infatti convinti che il valore di verità di un’ipotesi teorica, cioè il fatto che sia vera oppure falsa, possa venire stabilito sulla base dell’osservazione, anche se non in maniera diretta. A loro avviso, infatti, l’osservazione consente di determinare direttamente i valori di verità di determinati enunciati osservativi che si trovano in particolari relazioni logiche con l’ipotesi teorica; sulla base di tali valori di verità si potrà derivare il valore di verità dell’ipotesi

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13
Q

Come si pone Popper nei confronti del criterio di verificabilità dei neoempiristi?

A

Popper sostiene che le ipotesi scientifiche non possono essere verificate sulla base dell’evidenza osservativa. Occorre quindi rifiutare il criterio di verificabilità, se non vogliamo classificare come prive di significato proprio le ipotesi scientifiche, che costituiscono invece, secondo un’opinione largamente accettata e condivisa sia da Popper sia dai neoempiristi, un esempio paradigmatico di enunciati significanti.

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14
Q

Perché, secondo Popper, non è possibile verificare le ipotesi scientifiche?

A

L’impossibilità, sottolineata da Popper, di verificare le ipotesi scientifiche dipende dal fatto che tali ipotesi hanno carattere universale, sono cioè caratterizzate dalla forma Tutti gli A sono B. Poiché un’ipotesi universale si riferisce a un’infinità di potenziali esempi, anche se potessimo verificare ogni singolo caso dell’ipotesi, le nostre osservazioni, che
sono di numero finito, non potrebbero mai permetterci di verificarla conclusivamente, cioè di concludere che è certamente vera

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15
Q

In cosa consiste il criterio di falsifcabilità (falsificazionismo) di Popper?

A

mentre nessuna osservazione o esperimento può verificare un’ipotesi universale, è sufficiente l’osservazione di un singolo oggetto o evento per falsificarla.
Diversamente dal criterio di verificabilità, che mirava a distinguere gli enunciati significanti da quelli privi di significato, il criterio popperiano è un criterio di demarcazione che, nell’ambito degli enunciati significanti, mira a distinguere gli enunciati scientifici da quelli non scientifici. Il criterio di falsificabilità identifica gli enunciati scientifici con gli enunciati falsificabili.
Tra gli enunciati falsificabili ci sono anche le ipotesi scientifiche.

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16
Q

Che opinione avevano i neoempiristi verso la metafisica? Che opinione ne aveva invece Popper?

A

I neoempiristi hanno un atteggiamento nettamente ostile alla metafisica e ritengono che le teorie metafisiche siano prive di valore conoscitivo. Secondo Carnap l’analisi logica del linguaggio dei metafisici consente di mostrare che le loro proposizioni sono letteralmente prive di significato. Per esempio, Carnap sottopone ad analisi logica la frase “Come sta la cosa con il Nulla? Il Nulla nulleggia” di Martin Heidegger, e osserva che non possiamo in alcun modo precisare le condizioni che, se si realizzassero, renderebbero vero l’enunciato “Il Nulla nulleggia”.
Occorre dunque concludere, in base al criterio di verificabilità, che si tratta di un enunciato privo di senso.
Pur condividendo l’ostilità dei neoempiristi per la metafisica, Popper crede che i grandi sistemi metafisici sono costituiti da enunciati dotati di significato. Tuttavia, a differenza degli enunciati scientifici, gli enunciati metafisici non sono falsificabili. I sistemi metafisici possono però, a detta di Popper, svolgere un importante ruolo euristico, cioè possono essere di aiuto nella ricerca e nell’elaborazione di interessanti ipotesi scientifiche. L’atomismo ebbe inizio come dottrina metafisica, per poi evolversi in ipotesi scientifica.

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17
Q

Qual era la posizione di Popper nei confronti delle pseudoscienze?

A

A giudizio di Popper gli enunciati dotati di significato ma non falsificabili comprendono, oltre a quelli della metafisica, anche le teorie appartenenti alle cosiddette pseudoscienze. Diversamente dalla metafisica, queste ultime pretendono di essere ben confermate dai fatti osservabili. Nel corso del suo lavoro, Popper si è sforzato di dimostrare che psicoanalisi e il marxismo sono pseudoscienze, poiché le loro ipotesi fondamentali sono formulate in maniera tale da impedirne il controllo empirico e, quindi, anche l’eventuale falsificazione

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18
Q

Spiega i concetti di contesto della scoperta e contesto della giustificazione.

A

Nella prima metà del ventesimo secolo quasi tutti i filosofi della scienza, dai neoempiristi ai loro critici come Popper, manifestano la convinzione che il percorso dalla scoperta all’accettazione delle ipotesi scientifiche comprenda due tratti essenzialmente diversi:

  • contesto della scoperta–> un’ipotesi viene ideata e sviluppata;
  • contesto della giustificazione–> si procede alla valutazione empirica dell’ipotesi, nel senso che l’ipotesi viene valutata razionalmente, e talvolta giustificata, sulla base dell’evidenza empirica.
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19
Q

Quel era la posizione di Popper e dei neoempiristi nella logica che governa il contesto della scoperta e il contesto della giustificazione

A

Sia Popper che i neoempiristi concordavano sul fatto che il contesto della scoperta non fosse governato da alcuna regola logica, e che quindi non fosse ambito di ricerca della filosofia della scienza.
Credevano invece che regole logiche governassero il contesto della giustificazione, ma neoempiristi e Popper dissentivano su la natura di queste regole.
Dove i neoempiristi ritenevano dovessero essere regole logiche di carattere induttivo, Popper riteneva fossero di carattere deduttivo.

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20
Q

Definire il concetto di inferenza

A

Un’inferenza consiste nella derivazione, sulla base di regole appropriate, di un enunciato detto conclusione da uno o più enunciati detti premesse. Possiamo distinguere due tipi fondamentali di inferenze, vale a dire le inferenze deduttive e le inferenze induttive

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21
Q

Definire un’inferenza deduttiva

A

Un’inferenza deduttiva è caratterizzata dal fatto che non è possibile che le premesse siano vere e la conclusione falsa.
Tale capacità di trasmettere la verità delle premesse alla conclusione dipende dal fatto che le informazioni veicolate dalla conclusione di un’inferenza deduttiva sono contenute, più o meno esplicitamente, nelle premesse, cioè dal fatto che la conclusione non dice nulla di nuovo rispetto alle premesse.

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22
Q

Definire il modus tollendo tollens (MTT)

A

Il MTT è un tipo di inferenza deduttiva nella quale la prima premessa è costituita da un condizionale con antecedente A e conseguente B; il conseguente del condizionale viene negato nella seconda premessa (Non B); infine, nella conclusione (Non A) si nega l’antecedente.

Premessa 1–> Se Marco è emozionato, allora Marco balbetta.
Premessa 2–> Marco non balbetta.
Conclusione–> Marco non è emozionato

23
Q

Definire un’inferenza induttiva

A

(1) sono inferenze ampliative, nel senso che la conclusione dice qualcosa di nuovo rispetto alle premesse;
(2) è quindi possibile che le premesse siano vere e la conclusione falsa; ciò significa che le premesse non possono conferire alla conclusione una totale certezza, ma solo un certo grado, più o meno elevato, di probabilità, o plausibilità.

Con riferimento a quest’ultimo aspetto, le inferenze induttive vengono talvolta chiamate inferenze probabili, o inferenze plausibili.
I tratti distintivi delle inferenze induttive emergono con chiarezza nella cosiddetta induzione universale, o induzione per enumerazione che consiste nel raggiungere conclusioni di carattere universale sulla base di un certo numero di casi particolari.

Premessa 1–> Il primo corvo osservato è nero.
Premessa 2–> Il secondo corvo osservato è nero.
[…]
Premessa 1000–> Il millesimo corvo osservato è nero.
Quindi, probabilmente
Conclusione–> Tutti i corvi sono neri.

24
Q

In che modo risposero i neoempiristi alle critiche di Popper sul criterio di verificabilità?

A

In seguito alle critiche di Popper e di altri studiosi, all’inizio degli anni Trenta i neoempiristi abbandonarono il criterio di verificabilità, che
identifica gli enunciati significanti con quelli verificabili, e lo sostituirono con un criterio meno restrittivo, noto come criterio di confermabilità.

25
Q

In cosa consiste il criterio di confermabilità?

A

In base a tale criterio non è necessario che gli enunciati scientifici siano conclusivamente verificabili, ma è sufficiente che siano empiricamente confermabili; occorre cioè che possano essere sottoposti a controlli osservativi ed eventualmente confermati dal risultato di tali controlli.

26
Q

In cosa consiste il criterio ipotetico deduttivo di conferma?

A

si basa sull’idea che possiamo confermare un’ipotesi deducendone alcune previsioni osservative e accertando poi che tali previsioni si sono realizzate. In altre parole, se un’ipotesi H consente di dedurre la previsione E, e i successivi controlli mostrano l’avverarsi di E, possiamo concludere che E conferma H.
In accordo con il criterio ipotetico deduttivo, il successo della previsione di Halley sul passaggio della cometa (E) venne interpretato dalla comunità scientifica come una straordinaria conferma della meccanica
newtoniana (H).

P.s. Freud riteneva che i criteri per la convalida di una teoria dovessero essere quelli propri del criterio ipotetico deduttivo di conferma

27
Q

Il criterio ipotetico deduttivo di conferma utilizza una logica deduttiva?

A

Gli induttivisti ritengono che alcune fra le procedure più ampiamente utilizzate nella valutazione empirica delle ipotesi, a partire dal metodo ipotetico-deduttivo possano venire intese come procedure induttive. Secondo gli induttivisti, la conferma ipotetico-deduttiva di H, derivante dall’accertamento di una previsione E dedotta da H, può venire interpretata come un’inferenza induttiva attraverso la quale, a partire dalla premessa E, possiamo inferire che la probabilità di H si è accresciuta.

28
Q

A grandi linee in cosa consiste la teoria delle probabilità e a chi ne dobbiamo attribuire il merito?

A

L’idea che si possano attribuire precisi valori quantitativi alle probabilità costituisce il nocciolo della teoria (matematica) delle probabilità, sviluppata a partire dalla metà del Seicento, a opera di alcuni grandi matematici e filosofi, tra i quali Fermat, Pascal e Huygens

29
Q

Qual è l’opinione dei sostenitori dell’approccio bayesiano nei confronti delle inferenze induttive?

A

Molti induttivisti, tra cui i bayesiani, ritengono che le inferenze induttive effettuate nell’indagine scientifica richiedano l’applicazione della teoria della probabilità.
I bayesiani ritengono che l’intensità della nostra credenza nella verità di un’ipotesi scientifica H possa essere rappresentata da una determinata probabilità, il cui valore è compreso tra zero e uno

30
Q

Qual è la differenza tra probabilità soggettive, probabilità epistemiche e probabilità statistiche?

A

Le probabilità utilizzate per esprimere i gradi di credenza nelle ipotesi vengono spesso indicate con i termini probabilità soggettive e probabilità epistemiche:
-Probabilità soggettiva–> misura il “grado di convinzione” di chi parla che si verifichi l’evento
-Probabilità epistemica–> forniscono una rappresentazione probabilistica della nostra conoscenza
Probabilità statistiche–> si riferiscono a determinate caratteristiche oggettive del mondo esterno, frequenza relativa, o percentuale, di un determinato tipo di eventi

(attenzione. A pag 26 e 42 della brevissima, probabilità epistemica è descritta come probabilità soggettiva. Quindi boh)

31
Q

Cosa dovrebbe fare lo scienziato all’inizio delle sue indagini secondo in bayesiani?

A

Secondo i bayesiani, all’inizio delle sue indagini lo scienziato dovrebbe determinare la probabilità iniziale p(H) di qualunque ipotesi H da lui presa in esame. Successivamente dovrebbe aggiornare tale probabilità alla luce dell’evidenza sperimentale E acquisita nel corso dell’indagine, così da ottenere la probabilità finale p(HE), che si legge probabilità di H data E. La probabilità p(HE) può venire calcolata applicando un teorema della teoria delle probabilità noto come teorema di Bayes

32
Q

In cosa consiste l’antiinduttivismo di Popper?

A

Gli induttivisti, ritengono che in certi casi i dati empirici in nostro possesso permettano di attribuire, sulla base di appropriate inferenze induttive, una probabilità positiva alle ipotesi scientifiche, comprese quelle di forma universale. Questo punto di vista viene respinto da Popper, il quale è convinto che il carattere finito di ogni evidenza empirica impedisca di attribuire una sia pur minima probabilità alle ipotesi universali–> la probabilità che tutti i corvi siano neri è destinata a restare uguale a zero

33
Q

In cosa consiste il fasificazionismo di Popper?

A

In alternativa all’induttivismo, Popper sviluppa una logica della giustificazione di carattere puramente deduttivo, nota con il nome di falsificazionismo, o metodo delle congetture e confutazioni.
Seguendo questo metodo, gli scienziati non dovrebbero affatto sforzarsi di confermare le ipotesi trovando evidenze sperimentali che ne accrescano la probabilità; dovrebbero invece tentare di dimostrare la falsità delle loro migliori congetture, di trovare cioè delle prove sperimentali in grado di confutarle.
Il falsificazionismo si basa sull’applicazione sistematica del modus tollendo tollens

34
Q

Cosa si intende con Audacia delle ipotesi, secondo Popper?

A

Quanto più numerosi sono i tipi di eventi proibiti da un’ipotesi, tanto maggiore è la sua audacia, o grado di falsificabilità, cioè il rischio che corre di essere falsificata. Escludendo molti tipi di eventi, un’ipotesi audace dice molte cose sul mondo; è quindi un’ipotesi interessante e ricca di contenuto informativo. Per questo gli scienziati dovrebbero preferire ipotesi audaci

35
Q

Cosa intende Popper quando richiede che i controlli sperimentali ai quali deve venire sottoposta una nuova ipotesi siano severi?

A

Intende che non dobbiamo controllare qualsiasi previsione derivabile dall’ipotesi, ma solo le previsioni rischiose, cioè le previsioni di eventi che non ci attenderemmo di osservare se l’ipotesi fosse vera

36
Q

Cosa si intende con Esperimento cruciale, secondo Popper?

A

Un esperimento cruciale è un controllo sperimentale che ci permetterà di operare una netta discriminazione tra T1 e una teoria rivale T2, rifiutando quella falsificata dal risultato del controllo

37
Q

Cosa si intende con Corroborazione di un’ipotesi, secondo Popper?

A

Un alto grado di corroborazione fornisce semplicemente un’indicazione del fatto che l’ipotesi ha resistito a numerosi e rigorosi tentativi di confutazione.
Il fatto che un’ipotesi abbia superato controlli severi non ci permette affatto di affermare che è certamente vera, e neppure che è probabilmente vera, ma solo di affermare che è corroborata.

38
Q

Spiegare il concetto di verosimilitudine

A

una teoria è più verosimile di un’altra quando si approssima di più alla verità. La ricerca della verità può quindi venire intesa come la ricerca di un alto grado di verosimilitudine.
Popper, al pari degli induttivisti, crede che la scienza miri alla ricerca della verità, cioè alla scoperta di teorie vere. Tuttavia, ciò non significa che riusciremo a trovare tali teorie o, se per caso le trovassimo, a stabilire con certezza che sono vere.

39
Q

Cosa si intende con “corroborazione come stima della verosimilitudine”?

A

Poiché non possiamo conoscere con esattezza la verità, non possiamo neppure determinare con certezza la vicinanza di un’ipotesi alla verità. Popper ritiene però che possiamo compiere una stima, pur sempre fallibile, della verosimilitudine di un’ipotesi a partire dal suo gradi di corroborazione.

40
Q

Definire spiegazioni causali e sillogismi

A

Spiegazioni causali: considera l’evento da spiegare come l’effetto di un altro evento che ne sarebbe la causa

Sillogismi: è un argomento deduttivo, in cui l’enunciato che descrive l’evento da spiegare (“La finestra dello studio è rotta”) viene dedotto da due premesse (cioè dalla legge scientifica “Tutte le finestre colpite da grosse pietre si rompono” e dall’enunciato “La finestra dello studio è stata colpita da una grossa pietra”).

41
Q

Definire le spiegazioni nomiche

A

Spiegazioni nomiche: una spiegazione contente una o più leggi, ovvero una spiegazione in cui sappiamo che date le leggi di natura e le condizioni iniziali, l’evento doveva accadere.
Molte spiegazioni scientifiche hanno la forma di spiegazioni nomiche

42
Q

Definire la spiegazione nomologico deduttiva

A

La spiegazione nomologico deduttiva sarebbe un tipo di spiegazione nomica, nella quale l’explanandum viene dedotto da una o più leggi di natura unite a uno o più enunciati sulle condizioni iniziali.

43
Q

Cosa comprende il modello nomologico di spiegazione e da chi è stato sviluppato?

A

Il modello nomologico di spiegazione, sviluppato da Hempel, si basa sull’idea che le spiegazioni scientifiche sarebbero spiegazioni nomiche.
Comprende la spiegazione nomologico deduttiva e la spiegazione statistico induttiva.

44
Q

Definire la spiegazione statistico induttiva

A

In una spiegazione statistico induttiva, l’explanandum viene inferito induttivamente da una o più leggi statistiche assieme alle condizioni iniziali.

Secondo Hempel una spiegazione statistico induttiva è adeguata solo se l’explanandum può essere inferito dall’explanans con una probabilità elevata, e comunque superiore al 50%. Questo requisito dell’elevata probabilità rende le spiegazioni statistico induttive sostanzialmente simili alle spiegazioni nomologico deduttive. In entrambi i casi, infatti, se avessimo conosciuto le condizioni iniziali prima del verificarsi dell’evento da spiegare, avremmo potuto prevedere, in base alle leggi di natura accettate, che tale evento si sarebbe verificato: nelle spiegazioni nomologico deduttive avremmo potuto prevederlo con certezza deduttiva, nel caso delle spiegazioni statistico induttive solo con elevata probabilità

45
Q

Quali furono le critiche al modello hempeliano, in particolare alla spiegazione statistico induttiva?
Riporta l’esempio del fumatore Giovanni.

A

La spiegazione statistico induttiva impedisce la spiegazione di eventi rari, visto che la spiegazione si può considerare adeguata solo se l’explenandum può essere inferito con una probabilità superiore al 50%.

Giovanni è un fumatore che ha contratto il cancro. Le leggi di statistica in merito ci dicono che il 5% dei fumatori sviluppa il cancro. Secondo la spiegazione statistico induttiva quindi, non potremmo usare il fumo come spiegazione del cancro, cosa su cui molti medici non concorderebbero.

46
Q

Definisci il modello di rilevanza statistica e chi ne è l’autore.

A

Salmon propose questo modello alla fine degli anni sessanta. Un modello che è in grado di spiegare casi come quello del fumatore Giovanni, non contemplati dal modello di Hempel della spiegazione statistico induttiva.
Secondo il modello di rilevanza statistica, una spiegazione statisticamente rilevante non dovrebbe basarsi solo sulla frequenza di E, ma anche sulla frequenza di Non E.

Se è vero che solo il 5% dei fumatori contrae il cancro, bisogna anche tenere conto che i non fumatori lo contraggono con una frequenza del 1%. Fumando, Giovanni ha aumentato di cinque volte la sua probabilità di contrarre il cancro.

47
Q

Esponi la tesi e il problema di Duhem

A

La tesi di Duhem, afferma che non possiamo mai sottoporre a controllo sperimentale un’ipotesi teorica isolata, ma soltanto un insieme di ipotesi, cioè un sistema teorico (che comprende le ipotesi ausiliarie e gli strumenti di rilevazione). Quando i risultati dei controlli sperimentali non sono in accordo con le previsioni derivate dal sistema, ci dicono soltanto che almeno una delle ipotesi del sistema è inaccettabile.

Di fronte alla falsificazione sperimentale di un sistema teorico sarebbe utile disporre di un criterio soddisfacente per decidere su quale parte del sistema dovremmo far ricadere la colpa della falsificazione. Il problema di Duhem consiste proprio nella richiesta di formulare un criterio di questo genere.

48
Q

Cos’è il realismo scientifico e come si suddivide?

A

Possiamo definire il realismo scientifico come la tesi secondo la quale dovremmo credere non solo a quello che la scienza ci dice sulle regolarità fenomeniche, ma anche a quel che ci dice circa la realtà inosservabile; per esempio, dovremmo credere che gli oggetti non osservabili postulati dalle nostre migliori teorie scientifiche esistano davvero, e che le leggi teoriche che li descrivono siano vere o, almeno, approssimativamente vere.
Le varie forme di realismo scientifico prendono il nome di:
-realismo metafisico,
-realismo semantico
-realismo epistemico

49
Q

Definisci il realismo metafisico

A

Secondo questa tesi esiste un mondo esterno diverso e indipendente dal mondo interno della nostra mente.
I realisti scientifici ritengono che il mondo esterno comprenda non solo gli oggetti osservabili, ma anche le entità teoriche, come gli elettroni o i geni, e che questi esistano indipendentemente dalla nostra percezione.

50
Q

Definisci il realismo semantico (semantico=pensa ai termini)

A

Il realismo semantico afferma che i termini che compaiono in un enunciato si riferiscono a cose e proprietà del mondo esterno. Ne segue che saranno le condizioni oggettive, cioè i fatti del mondo esterno, a determinare se un enunciato è vero o falso: un enunciato sarà vero se corrisponde ai fatti, falso se non vi corrisponde. I realisti scientifici applicano quest’ultima tesi, che va spesso sotto il nome di teoria corrispondentistica della verità, anche alle ipotesi teoriche formulate nella scienza. Secondo i realisti, infatti, il valore di verità di tali ipotesi dipende solo da come è fatto il mondo.

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Q

Definisci il realismo epistemico

A

Secondo questa tesi siamo in grado di conoscere, sia pure in modo fallibile, la verità sul dominio di eventi, osservabili e no, di cui parla la scienza. Ciò significa che abbiamo buone ragioni per credere che la maggior parte delle entità teoriche postulate dalle nostre migliori ipotesi teoriche esistano davvero e anche che tali ipotesi siano vere o, almeno, approssimativamente vere.

52
Q

In cosa consiste il costruttivismo sociale e chi ne è autore?

A

Il costruttivismo sociale è una forma di antirealismo, ovvero una corrente di pensiero che rifiuta uno o più assunzioni del realismo scientifico. In particolare, il costruttivismo sociale ideato da Latour e Woolgar nel 1979, rifiuta il realismo semantico, cioè la tesi che il valore di verità delle ipotesi scientifiche sia determinato dai fatti del mondo esterno.
Secondo i due autori la “tribù” degli scienziati di laboratorio non studia la natura, ma solo i fenomeni osservati nelle condizioni artificiali da loro stessi prodotte. I fatti scientifici sarebbero artefatti creati dalle pratiche di laboratorio, pratiche che avrebbero carattere essenzialmente linguistico e sociale.
I fatti scientifici quindi non sono altro che costruzioni sociali, dunque le teorie non possono essere confrontate con una realtà esterna preesistente alla pratica scientifica.

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Q

In cosa consiste l’empirismo costruttivo e chi ne è autore?

A

L’empirismo costruttivo è una forma di antirealismo, ovvero una corrente di pensiero che rifiuta uno o più assunzioni del realismo scientifico.
Fraassen, il suo autore, accetta il realismo semantico; ritiene quindi che le teorie scientifiche abbiano un valore di verità che dipende solo dalle condizioni del mondo esterno. Tuttavia, rifiuta il realismo epistemico e sostiene che, per accettare una teoria scientifica, non è affatto necessario credere che la teoria sia vera.
La nozione chiave dell’empirismo costruttivo è quella di adeguatezza empirica: una teoria è empiricamente adeguata quando tutto quel che dice circa gli eventi osservabili è vero. Secondo gli empiristi costruttivi, per accettare una teoria è sufficiente credere che sia empiricamente adeguata, cioè che descriva correttamente ciò che è osservabile.
Gli empiristi costruttivi credono che l’indagine scientifica possa avere pieno successo anche senza che si creda nella verità delle teorie.