7 - Modelli di CreditVaR Flashcards

1
Q

Obiettivi di un modello CreditVaR

A
  • Costruire una funzione di densità (non normale ma fortemente asimmetrica) di probabilità delle perdite future su (o dei valori futuri di) un portafoglio di crediti
  • Su questa distribuzione individuare
    – la media (perdita attesa)
    – un certo percentile (massima perdita probabile)
    – la differenza tra i due (perdita inattesa o VaR)
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2
Q

Cosa considera un modello Credimetrics?

A
  • Considera tutti gli eventi suscettibili di modificare stabilmente il valore di un credito: non solo quindi la PD ma anche il delta del rating
  1. Il più significativo tra gli eventi è il default (insolvenza):
    – Nuovo valore del credito = valore presumibilmente recuperabile (RR, ad es. il 30%)
  2. Sono eventi creditizi tutte le variazioni nel grado di affidabilità del prenditore
    – Crediti meno affidabili vanno scontati con tassi più elevati, e il loro valore attuale si riduce
    – Se esiste un mercato secondario, questa minusvalenza è tangibile (nel prezzo)
    – Se (più spesso) il secondario non c’è, va calcolata con un modello di valutazione (si parla di mark-to-model)(non mark-to-market proprio perché non c’è un mercato)
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3
Q

Qual è il ruolo dei rating nei modelli multinomiali?

A
  • E’ un “voto” all’affidabilità dei prenditori, emesso da agenzie specializzate o costruito in casa dalla banca
  • Si articola su una scala con un numero finito di gradini, ad es. da AAA (massima affidabilità) a CCC (prossimo al default)
  • Nella documentazione di Creditmetrics si usa la scala di Standard & Poors.
  • E’ possibile usare scale diverse
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4
Q

Probabilità sulla transizione da una fascia ad un’altra

A

Se chi classifica le imprese lo fa bene, è improbabile che un debitore di classe A fallisca, o passi in classe C entro un anno

Per qualunque stato classe iniziale (righe) è possibile archiviare nel tempo le frequenze di transizione a un anno (colonne) e usarle come stime delle relative probabilità.

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5
Q

Con quali tassi attualizzo i flussi futuri?

A

Con i tassi basati sui rating, sconto i flussi e assogno un valore corrente al credito (mark-to-model)

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6
Q

Ma come calcolo il valore del credito tra (ad esempio) un anno?

A

Ricavando la curva dei tassi forwad da quella spot. Buon metodo ma basato sulla teoria delle aspettative che ha alcuni limiti.

  • Ricavo le curve di tasso che il mercato dovrebbe associare tra un anno, alle diverse classi di rating
  • Posso usare questi tassi per calcolare il valore di un credito tra un anno, come valore scontato in t+1 dei flussi da t+1 in poi
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7
Q

Come consideriamo il rischio di un cambiamento di rating nel calcolo del nostro valore del credito tra un anno?

A

Il valore del credito non è certo ma probabile al 95% (nel nostro caso, siccome la probabilità che resti nella sua fascia è il 95%)

Per ogni stato futuro (classe di rating)
– la matrice di transizione mi dà la probabilità che si verifichi
– la curva forward ricavata dagli spot mi dice quanto vale il credito se questo stato si verifica

Posso quindi:
1. costruire la distribuzione dei valori futuri, ordinando gli scenari dal peggiore al migliore
2. calcolare un valore atteso, pesando i valori del credito in ogni rating class per la loro probabilità di esserci dentro
3. calcolare la varianza e la standard deviation

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8
Q

Come estendo il modello ad un portafoglio di due crediti?

Credimetrics

A
  • Mi serve una distribuzione delle probabilità congiunte:
    – qual è ad esempio la probabilità che il primo credito rimanga B e il secondo credito rimanga A? è il prodotto delle due probabilità individuali? (95% x 96,5%=91,675%)
  • La risposta è giusta solo se i due crediti non sono correlati. Ma in generale, le probabilità congiunte saranno diverse da tale prodotto, infatti i debitori sono correlati perché risentono dell’andamento generale dell’economia, di un Paese, di un settore.
  • La soluzione quindi è una matrice delle probabilità congiunte di transizione ad un anno
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9
Q

Una volta trovata la matrice delle probabilità congiunte dei due crediti, come proseguo per estendere il modello?

A

Calcolo la distribuzione dei possibili valori futuri

  1. Riporto i 16 valori della matrice in colonna
  2. Ad ognuno associo la probabilità
  3. Li riordino in senso crescente
  4. Calcolo valore atteso, errore standard e percentili

La probabilità cumulata serve per individuare i percentili

Calcolo il VaR (perdita inattesa) come perdita attesa (valore medio) meno il valore al percentile del VaR (es. VaR al 98%, calcolo il valore al secondo percentile).

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10
Q

Perché c’è un effetto di diversificazione nel valore calcolato tramite VaR?

A

Solo il valore atteso è additivo. Le misure di rischio sono subadditive, grazie all’effetto della diversificazione.

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11
Q

Passaggi logici per derivare le probabilità congiunte

A
  1. Le probabilità dei possibili stati futuri dipendono dal valore degli attivi delle due imprese
    – Estensione multinomiale del modello di Merton
    – Derivazione delle “soglie” (asset value return thresholds) che collegano valore dell’attivo e eventi creditizi
  2. La distribuzione di probabilità congiunta degli attivi di due imprese è rappresentabile con una normale bivariata
  3. Per caratterizzarla, ci basta un parametro: la correlazione
    – Per ogni coppia di imprese, questo r è calcolabile per grandi blocchi
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12
Q

Estensione multinomiale del modello di Merton

A
  • Se il valore degli attivi dell’impresa aumenta, è più probabile che possa rimborsare il prestito
  • In caso contrario, anche se non va in default, si avvicina alla soglia in cui le conviene fare default
  • Dalla variazione del valore degli attivi dipende quindi la probabilità di rimborso (quindi il rating stesso)
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13
Q

Asset Value Return Thresholds

A
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14
Q

Come si distribuiscono le variazioni del valore di due imprese?

A

Con una normale bivariata standard, ma per scegliere quella giusta dobbiamo conoscere il livello di correlazione p. In questo modo possiamo passare dalle AVRT alle probabilità marginali di ciascuna azienda e poi fonderle per passare alle probabilità congiunte

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15
Q

Come stimo il p (correlazione) tra AVRT tra due imprese debitrici?

A

Creditmetrics adotta un approccio per grandi blocchi:
* Stima le correlazioni tra un ampio numero di settori e di paesi (fattori di rischio): calcola la correlazione fra vari settori e pasi anziché fra singole aziende
– Come proxy del valore degli attivi, usa gli indici di borsa settoriali. è un’approssimazione perché l’indice di borsa è il valore dell’equity, non il valore dell’attivo. La stima però è poco distorta se la leva è costante. Si utilizzano quindi orizzonti temporali brevi.
* Per ogni impresa è necessario specificare la sua sensibilità a uno o più fattori
* Combinando le sensibilità e le correlazioni dei fattori si ottiene una stima delle correlazioni tra singole imprese

E’ possibile, attraverso il calcolo matriciale, produrre un grande volume di correlazioni con poche operazioni

La procedura però è assai data demanding, specialmente se si aggiungono anche più di due imprese.

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16
Q

Creditrisk+: analogia assicurativa

A
  • Banche e assicurazioni sono simili perché scambiano prestazioni immediate con prestazioni future
  • Il credito può essere visto in chiave assicurativa, con una piccola rivoluzione concettuale:
    – il mark-up (spread) è un premio assicurativo
    – l’insolvenza è un “diritto” contrattuale del debitore (polizza)
    – franchigia = garanzia
  • Possibile utilizzare quindi tecniche di dimensionamento delle riserve e di pricing tipiche della matematica attuariale assicurativa
  • Attenzione alla correlazione degli eventi:
    – non significativa nelle assicurazioni più semplici (es. vita, in mancanza di epidemie)
    – tuttavia presente, e trattata, nei modelli per assicurazioni su eventi come incendi ecc.
17
Q

Variabile casuale di Poisson: formula e a cosa serve

Creditrisk+

A
  • Dato un numero atteso di default mu (ad esempio, 4 su un portafoglio di 100 controparti con PD 4%) la probabilità di osservare n default (n default vuol dire n debitori insolventi) può essere approssimata con (vedi foto)
  • L’approssimazione richiede che i default siano indipendenti (irrealistico) e funziona bene se le PD sono piccole.
18
Q

Una volta trovato con Poisson il numero di debitori insolventi, possiamo trovare anche la previsione della distribuzione delle perdite future, necessaria per il calcolo del Credit VaR?

Creditrisk+

A

Sì, tramite una tecnica chiamata banding, che divide i crediti in fasce

19
Q

Come funziona il banding?

Creditrisk+

A
  • Stabilire un’unità di misura L (es. 10.000 €)
  • Dividere gli importi L(i) per L e arrotondare, ottenendo i valori standardizzati v(i) (es. 11.000/10.000=1,1 -> v(i) = 1)
  • Raggruppare nella stessa banda tutti i crediti con uguale dimensione v(i)
  • Posso calcolare il numero di insolvenze attese, mu(j) ed applicare la distribuzione di Poisson per trovare le probabilità associate ad un certo numero di default
  • Tale numero equivale a perdite di ammontare v(j) * L. (es. tre perdite in banda v(j)=2 equivalgono a perdite per tre volte 20.000, cioè a perdite per 60.000 euro).
  • Per ottenere la distribuzione delle perdite devo combinare queste p di ogni banda, per ottenere la probabilità di perdita di x.mila euro non in una singola banda, ma nell’intero portafoglio
  • Ciò viene fatto derivando, per ogni banda, una funzione simile alla poissoniana già vista, e combinando tra loro le funzioni delle singole bande
  • Dalla funzione complessiva (che non è più una poissoniana, ma è comunque trattabile) si derivano le probabilità
20
Q

Per trovare la distribuzione delle perdite future abbiamo ipotizzato crediti incorrelati, ma come introduciamo la correlazione?

Creditrisk+

A

E che non sia una variabile discreta come nella formula di Poisson di prima

21
Q

Quali sono gli effetti sul rischio complessivo quando usiamo un tasso di insolvenza (o numero medio di insolvenze) stocastico anziché costante?

A

Nella distribuzione finale (con mu aleatorio) il rischio è maggiore:
* Rispetto al caso in cui le probabilità di default sono note a priori (tasso di insolvenza costante) ora le fonti di rischio sono due:
– Rossi & C. andranno davvero in default?
– E prima ancora, che probabilità hanno di andarci?
– Quindi gli eventi estremi sono più probabili
* Vista in un altro modo:
– Ora c’è correlazione tra Rossi, Bianchi, Verdi & C.
– Quindi la diversificazione di portafoglio funziona meno