PITTURA Flashcards

1
Q

Pittura storica?

A

I romani assimilarono in larga parte la pittura greca, imitandone i modelli e le tecniche e creando innumerevoli copie che, in maniera analoga alla scultura, hanno permesso di conoscere, con una certa approssimazione, gli originali perduti. –> PITTURA STORICA: come dice il nome si tratta di un genere didascalico, tipico nella cultura romana, che come accadeva nella scultura, rappresenta eventi storici, talvolta accaduti realmente, è un modo di parlare romano. Gli esempi più antichi ci riportano agli inizi del III sec a.C.:
es. la TOMBA DELLA GENS FABIA nella necropoli dell’Esquilino, del III secolo a.C., una composizione per fasce, ognuna con un episodio della seconda Guerra Sannitica :
-il primo non si è conservato
- il secondo rappresenta una città + scena di pace tra un Sannita e un Romano,
-il terzo un combattimento + pace,
-il quarto una scena combattimento.
Probabilmente queste sono copie, mentre gli originali provengono dal Tempio della Salus, opera di Fabius Pictor, dopo la guerra sannitica del 304 a.C.
La tecnica è quella della PITTURA A MACCHIA, ovvero senza contorni, come se tutto fosse sfumato, e con PROPORZIONI GERARCHICHE ,probabilmente è un’ispirazione dei rilievi trionfali, che venivano realizzati nello stesso modo.

-Talvolta invece venivano rappresentati episodi storici minori (macrostoria e microstoria) con un gusto plebeo, ovvero la necessità di comunicare un racconto:
es. AFFRESCO rinvenuto in una DOMUS A POMPEI il quale rappresenta la zuffa tra pompeiani e nocerini, un tumulto occorso a Pompei nell’anno 59 a.C., in seguito a una serie di screzi tra gli abitanti delle due città. E’ una delle poche pitture che mostra un’ambientazione realistica ed un episodio storicamente accertato: è ritratto fedelmente l’anfiteatro di Pompei, visto a volo d’uccello, in cui avviene la zuffa. con le mura della città alle sue spalle e le due torri, da cui viene calato il velum per proteggere gli spettatori dai raggi solari, e tutto attorno ad esso altra gente intenta ad azzuffarsi tra le bancarelle.
es. di microstoria sono gli AFFRESCHI DEI LUPANARI a Pompei, che mostrano le attività sessuali che venivano offerte all’interno del luogo, e sono in tutto e per tutto eventi storici.

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Q

La pittura pompeiana? I vari stili? (Dal primo al quarto stile)

A

Lo studioso tedesco AUGUST MAU nel 1882 classificò tutta la pittura pompeiana in quattro stili basandosi sulla trattazione sulla pittura fatta da Vitruvio nel suo VII libro del De Architectura, creando quelli che oggi conosciamo con il nome di “stili pompeiani”. Tuttavia questa definizione non è del tutto corretta per una serie di motivi:
1)non è corretto definirlo stile, in quanto si tratta di un sistema pittorico
2) il centro dell’impero era Roma e non Pompei, una cittadina di periferia, quindi non certo adatta a riassumere l’arte di un impero tanto vasto, e per altro Pompei fu distrutta nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio, che ha sì permesso la conservazione di opere pittoriche, ma si limita a quelle, lascia fuori tutto ciò che viene dopo.
1. STILE STRUTTURALE:
-si colloca nel periodo tra il 150 a.C. e l’80 a.C. (metà II sec-inizio I), diffuso in Italia e tutto il Mediterraneo (Pella, Atene, Alessandria,…).
-Questa tecnica pittorica, diffusa sia negli edifici pubblici che nelle abitazioni, imita il rivestimento delle pareti utilizzando anche ELEMENTI IN STUCCO A RILIEVO, creando un tromp l’oeil di un’architettura.
Di norma vengono ripetute gli stessi elementi, dal basso troviamo:
1)uno ZOCCOLO o un PLINTO MONOCROMATICO
2)una fascia di ORTOSTATI(=pietre poste in verticale)
3)una fascia di BLOCCHI ISODOMI (=pietre poste in orizzontale)
4)una CORNICE A DENTELLI che aggetta di 50/60 cm ed è realizzata in stucco
Assoluta mancanza dell’elemento figurato e vengono anche realizzate finte colonne, che appunto dialogano con la “vera” architettura.
es.Lo troviamo a Pompei nella CASA DEL FAUNO, che crollò nel 79 d.C. e le pitture sono rimaste intatte.
Un altro esempio è nella Basilica di Pompei.

  1. STILE ARCHITETTONICO:
    -si colloca nel periodo che va dall’100 a.C. al 15 a.C.(dall’inizio fino alla fine del I sec), e ha una fase iniziale (100-40 a.C. ) e una fase finale (40-15 a.C.).
    -Gli elementi come cornici e fregi cominciano ad essere DIPINTI invece che realizzati in stucco, c’è quindi la sola dimensione architettonica bidimensionale, gli elementi vengono dipinti in maniera illusionistica in modo che restituiscano una finta profondità, come le colonne “appoggiate” sui plinti.
    -Lo schema è uguale a quello del primo stile, a fasce con zoccolo, ortostati, blocchi isodomi e cornice a dentelli, senza elementi figurativi, talvolta però vi sono delle colonne che “poggiano” su dei plinti che danno l’impressione di profondità.
    es. le pareti della CASA DEI GRIFI:
    -risale agli inizi del I sec a.C.
    -si trova sul Palatino sotto il palazzo di Domiziano
    -la finta architettura è disegnata, come vediamo per la colonna su plinto in primo piano che sottintende l’esistenza di un’altra-> il pittore gioca sui piano prospettici e vediamo un accenno di profondità.
    es.nella VILLA DI POPPEA a Oplontis (tra Pompei ed Ercolano):
    -colonne in prio piano e la solita squenza per la parete dipinta.
    -si intravede un soffito a cassettoni
    es. VILLA DEI MISTERI a Pompei:
    -risalente all’80-50 a.C.
    -stile più elaborato
    - in cui vengono rappresentate delle colonne che reggono dei cassettoni che sembrano essere aperti, sono blu come il cielo, la parete quindi si “apre”, sempre tramite l’illusione
    -alle colonne si aggiungono dei finti archi
    -per la prima volta compaiono delle figure, in una parete infatti osserviamo che “davanti” agli ortostati sono state rappresentate delle figure umane, probabilmente la famiglia e scene mitologiche.
    - Poi si passa al SECONDO STILE AVANZATO che si diffonde tra il 50-40 a.C., e vediamo come la parete si apre sempre di più verso l’esterno; i capitelli delle colonne si vegetalizzano; anche i piani, non sono più solo due ma si moltiplicano grazie alle illusioni create da colonne, tendaggi, finestre, giardini, statue… Il tutto con la presenza di oggetti figurati, vediamo le prime nature morte, rappresentate con vasi vitrei contenenti frutta e cibo.
    es. Villa a Boscoreale(Campania):
    -metà del I sec
    -la parete si apre su un finto giardino, c’è una prospettiva centrale
    -Infine si parla di TARDO SECONDO STILE:diffuso in epoca augustea, in cui c’è una sorta di ritorno all’ordine, la parete infatti si richiude, lasciando invece spazio ad architetture e scene figurate.
    es. casa dell’imperatore Augusto, sul Palatino, in particolare nella stanza delle Maschere (36-28 a.C.), in cui vengono rappresentati spazi chiusi, si rinuncia alla profondità prospettica a vantaggio del racconto.
  2. STILE ORNAMENTALE (fine I sec a.C.-inizio I sec d.C):
    -diffuso tra il 12 a.C. e il 50 d.C. e sviluppatosi in varie fasi.
    -Ha delle caratteristiche dello stile precedente,ma lascia il posto a strutture piatte(tutto sempre bidimensionale) con campiture monocrome, prevalentemente scure (rosse e brune) assimilabili a tendaggi e tappezzerie, al centro delle quali venivano dipinti a tinte chiare piccoli pannelli (pinakes) raffiguranti scene di vario genere, su cui era concentrata l’attenzione.
    Questi quadretti rappresentavano x lo più paesaggi naturali con elementi egittizzanti simbolici, come delfini e serpenti, in riferimento alla vittoria di Azio.
    es. VILLA DI AGRIPPA POSTUMO A BOSCOTRECASE (campania)
    -pareti rosse con al centro dei quadri con disegni miniaturistici di paesaggi sacri con santuari
  3. STILE FANTASTICO(II metà I sec d.C.):
    -si afferma in età neroniana e si distingue dagli altri per l’inserimento di architetture fantastiche e di grande scenicità, l’artista infatti si scatena in architetture sempre più articolate e complesse, talvolta impossibili dove la parete si riapre, ci sono elementi vegetali e non mancano quelli figurati.
    es. nella DOMUS AUREA di Nerone:
    -pareti colorate e popolate da animali e vegetali
    -i motivi vegetali scoperti dai pittori nel 1400, che poi saranno chiamati grottesche e riprodotte da artisti del Rinascimento.
    es.nella CASA DEI VETTII (Roma):
    -pareti rosse e gialle (=colore utilizzato dal quarto stile in poi)
    -architetture dinamiche e impossibili da realizzare nella realtà (come dice Vitruvio)
    es. l’ultima scoperta a POSITANO, in cui vengono usati colori molto vivaci e talvolta inserti in stucco.

Dopo la distruzione di Pompei la pittura non finisce, ci si sposta in altri centri:
-si veda OSTIA dove sono state rinvenute pitture del I secolo d.C., in cui vengono rappresentate architetture esili, con figure sospese e un fortissimo cromatismo (rosso e giallo), la coerenza architettonica sta mano a mano sparendo e diventando astratta.
es.le stanze gialle con architettura sempre più stilizzata
-La documentazione di OSTIA (PRIMO CENTRO )si ferma al II-III secolo d.C.
-Il centro si sposta ad EFESO(SECONDO CENTRO), in Turchia, in cui il cromatismo torna più sobrio e le figure nei pannelli si ingrandiscono, mentre le architetture diventano sempre più esili fino a diventare linee.
es. Complesso di Piazza dei 500, a Roma:
-colonna=riga scura con ombra; capitello=due trattini

-A partire dal IV secolo d.C. invece la pittura si orienterà verso nuovi orizzonti, soprattutto a causa dell’influenza del Cristianesimo, si va sempre + verso l’astrazione, con una commistione di elementi pagani e cristiano, ad esempio nelle CATACOMBE:
-l’architettura è resa con dei tratti verdi e rossi solo per dare una spazialità, le figure all’interno sono svolazzanti.
Inizia l’avvento del cristianesimo, per cui l’attenzione si focalizza sui nuovi simboli cristiani: pavone, buon pastore (rienterpretazione del moschoporos), Adamo ed Eva…

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3
Q

Casa di Livia?

A

La cosiddetta “CASA DI LIVIA”:
-è una delle abitazioni repubblicane rimaste sul colle Palatino, scavata dal 1869.
-L’attribuzione della casa alla moglie di Augusto è priva di fondamento reale e risale ai primi scavi condotti da Pietro Rosa su incarico di Napoleone III.
-L’edificio si trova poco distante dal tempio della Magna Mater, sull’estremità occidentale del colle, su una terrazza più bassa del tempio e su un terreno lievemente in pendenza.
-L’accesso avveniva tramite un corridoio inclinato, che conserva il mosaico pavimentale originale, con tessere nere disposte in maniera regolare sullo sfondo di tessere bianche.
-Da qui si accede a un cortile rettangolare con pilastri che dovevano sostenere una tettoia e dei quali oggi restano solo le basi.
-Il tablinum, posto tra altre due stanze che si affacciano sul cortile, doveva essere il passaggio di comunicazione tra le due parti della casa. Qui e nei due ambienti adiacenti si è conservata una famosa decorazione ad affreschi di secondo stile.
L’attribuzione della casa come “di Livia” è basata solo sulla traccia del nome generico sulla tubatura e da elementi circostanziali come la vicinanza alla Casa di Augusto.
-In ogni caso non si tratta della casa dove Livia visse col primo marito Tiberio Nerone, ma forse un appartamento a essa riservato nella casa del marito, che era un agglomerato di numerose case più antiche. -Dopo il ritorno dalla Sicilia del 36 a.C., infatti, Augusto si dedicò a questa abitazione e potrebbe essere stata l’occasione in cui avvennero le forti modifiche che resero la “casa di Livia” una sorta di dépendance non autosufficiente.

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