2. Il positivismo e la ricerca quantitativa Flashcards

1
Q

Positivismo

L2

A

Il positivismo è una dottrina filosofica che considera l’esperienza e l’osservazione come il metodo più affidabile per conoscere la realtà.

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2
Q

Neopositivismo

L2

A

Esso assegna un ruolo centrale alla critica della scienza -> il senso di una affermazione deriva dalla sua verificabilità empirica. Le teorie perdono l’impronta di leggi deterministiche tipica del positivismo ottocentesco e assumono il connotato della probabilità.

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3
Q

Postpositivismo

L2

A

Afferma la convinzione che l’osservazione empirica non sia una fotografia oggettiva, ma dipenda dalla teoria, dalla finestra mentale del ricercatore e dalle condizioni sociali e culturali.

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4
Q

Ricerca quantitativa

L2

A

Si basa sullo studio di un grande numero di casi tramite l’inferenza. I dati si raccolgono tramite campionamento per generalizzare ciò che osserviamo. Le informazioni vengono poi organizzate in matrici di dati che vengono poi standardizzati e codificati.

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5
Q

Categoria della falsificabilità

(positivismo)

L2

A

Il confronto tra teoria e ritrovato empirico non deve più avvenire in positivo, ma in negativo

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6
Q

Chi era il principale esponente del positivismo e cosa credeva della sociologia?

Positivismo

A

Il principale esponente del positivismo è Comte, ed egli credeva che la sociologia fosse la scienza positiva della società.

Egli sostiene che ogni scienza attraversi un percorso in 3 tappe:

  • Stadio teologico
  • Stadio metafisico
  • Stato positivo
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7
Q

Secondo il positivismo, come dovrebbe essere studiata la realtà sociale?

Positivismo

A

Secondo il positivismo, la realtà sociale va studiata utilizzando gli apparati concettuali, le tecniche di osservazione e i procedimenti di inferenze delle scienze naturali, perché le scienze sociali non sono diverse dalle scienze naturali.

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8
Q

Chi è stato il primo autore a tradurre i principi del pensiero positivista in ricerca empirica?

Positivismo

A

Il primo tentativo di declinare la prospettiva positivista in termini di ricerca empirica è stato quello di Durkheim → è considerato il primo vero scienziato sociale.

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9
Q

Cosa sono i fatti sociali per Durkheim?

Positivismo

A

La sua prassi empirica è fondata sul fatto sociale. I fatti sociali, per Durkheim, sono come cose, ovvero sono modi di agire, di pensare e di sentire che presentano la proprietà di esistere al di fuori delle coscienze individuali. Essendo come le “cose” del mondo naturale, questi fatti sociali hanno due caratteristiche:

  • Non sono soggetti alla volontà dell’uomo, ma offrono resistenza al suo intervento, lo condizionano e lo limitano
  • Funzionano secondo le proprie regole, possiedono una struttura deterministica che l’uomo può scoprire attraverso la ricerca scientifica

In sostanza quindi, esiste una realtà sociale al di fuori dell’individuo, è oggettivamente conoscibile ed è studiabile con gli stessi metodi delle scienze naturali.

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10
Q

Qual è il metodo preferito dal positivismo e come procede?

Positivismo

A

La conoscenza della realtà sociale, secondo il positivismo, procede per induzione, ovvero con un passaggio dai particolari all’universale.

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11
Q

Il positivismo come interpreta i metodi delle scienze naturali?

Positivismo

A

Il positivismo presenta chiaramente una fede ingenua nei metodi delle scienze naturali → romanticizzazione della scienza

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12
Q

Come si caratterizzano l’ontologia, l’epistemologia e la metodologia del positivismo?

Positivismo

A

Ontologia:
* Realismo ingenuo
* Esiste una realtà sociale oggettiva, esterna all’uomo, sia esso lo studioso o lo stesso soggetto agente, e questa realtà e conoscibile nella sua reale essenza

Epistemologia:
* Dualista e oggettivista → legge naturali
* Studioso ed oggetto studiato sono entità indipendenti e che non si influenzano tra loro. Lo studio della realtà si basa sul rapporto causa-effetto

Metodologia:
* Sperimentale e manipolativa
* Uso delle tecniche delle scienze naturali (esperimento fondato sulla manipolazione e il distacco)

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13
Q

Quali sono gli sviluppi del positivismo nel corso dell’Ottocento?

Neo-positivismo e post-positivismo

A

Il positivismo ha subito molti sviluppi nel corso dell’Ottocento, per poi diventare neopositivismo, dagli anni ‘30 agli anni ‘60 del Novecento, e postpositivismo a partire dalla fine degli anni ‘60.

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14
Q

Quali sono le caratteristiche del neopositivismo?

Neo-positivismo e post-positivismo

A

Una delle prime revisioni del positivismo classico venne operata dalla Scuola del positivismo logico, nato nel Circolo di Vienna, che ha poi dato origine al neopositivismo. Esso assegna un ruolo centrale alla critica della scienza, infatti secondo il neopositivismo la filosofia avrebbe il compito di svolgere un’analisi critica di quanto viene elaborato nelle teorie delle singole discipline. Si tratta di un’evoluzione del positivismo in cui hanno molta importanza le questioni epistemologiche, in particolare secondo il neopositivismo il senso di una affermazione deriva dalla sua verificabilità empirica.

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15
Q

Cos’è il linguaggio delle variabili e quale ruolo ha avuto nel neopositivismo?

Neo-positivismo e post-positivismo

A

Una delle conseguenze principali del neopositivismo fu lo sviluppo di un nuovo linguaggio per parlare della realtà sociale, derivato dalla matematica e dalla statistica, chiamato linguaggio delle variabili, tramite cui tutti i fenomeni sociali potevano essere rilevati, misurati, formalizzati e sui quali è possibile formulare teorie falsificabili.

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16
Q

Quali sono le conseguenze dell’introduzione del linguaggio delle variabili nel positivismo?

Neo-positivismo e post-positivismo

A

Nel contesto del linguaggio delle variabili, le teorie perdono l’impronta di leggi deterministiche tipica del positivismo ottocentesco e assumono il connotato della probabilità → questo importante cambiamento è dovuto anche ad alcune evoluzioni nel campo delle scienze naturali, in particolare al passaggio dalla fisica classica a quella quantistica, che presenta elementi non spiegabili dai tradizionali meccanismi causali.

17
Q

Cosa significa la categoria di falsificabilità e quale impatto ha avuto nel positivismo?

Neo-positivismo e post-positivismo

A

Per categoria della falsificabilità intendiamo il confronto tra teoria e ritrovato empirico non deve più avvenire in positivo, ma in negativo (è necessario provare a falsificare la teoria per verificare che essa regga). La ricerca procede quindi per tentativi → crollo dell’idolo della certezza (Popper)

18
Q

Quali sono le differenze tra il positivismo e il post-positivismo nella ricerca sociale?

Neo-positivismo e post-positivismo

A

Con l’avvento del postpositivismo invece si afferma la convinzione che l’osservazione empirica, ovvero la stessa percezione della realtà, non sia una fotografia oggettiva, ma dipenda dalla teoria, dalla finestra mentale del ricercatore e dalle condizioni sociali e culturali.

19
Q

Come si caratterizzano l’ontologia, l’epistemologia e la metodologia del post-positivismo?

Neo-positivismo e post-positivismo

A

Ontologia:
* Realismo critico
* Esiste una realtà esterna all’uomo ma essa è conoscibile solo in modo imperfetto

Epistemologia:
* Dualismo e oggettività modificati → leggi di medio raggio, probabilistiche e provvisorie
* Il soggetto studiante introduce elementi di disturbo quando studia un oggetto e questo implica una reazione → oggettività può essere solo approssimata. Studio si basa sulla deduzione e sulla falsificazione.

Metodologia:
* Sperimentale-manipolativa modificata
* Distacco tra ricercatore e oggetto studiato ma c’è apertura ai metodi qualitativi

20
Q

Qual è il principale problema della teoria positivista?

Neo-positivismo e post-positivismo

A

La teoria positivista presenta diversi problemi, primo tra tutti la prevalenza della tecnica e la scarsa attenzione per la teoria →tendenza a studiare solo ciò che è immediatamente testabile senza coordinare la rilevazione dei dati.

21
Q

Su cosa si basa la ricerca quantitativa?

Neo-positivismo e post-positivismo

A

La ricerca quantitativa si basa sullo studio di un grande numero di casi tramite l’inferenza → identificare caratteristiche comuni tra i casi.

I dati si raccolgono tramite campionamento (estrarre informazioni da una popolazione) per generalizzare ciò che osserviamo. I campioni sono soggetti a errore statistico.

Le informazioni quantitative si organizzano in righe e colonne che formano matrici di dati. I dati sono poi standardizzati e codificati, in modo da trasformare le misurazioni in numeri poi riportati in un codebook.

22
Q

Spiegazione dell’esperimento Crime in the making?

Neo-positivismo e post-positivismo

A
  • I due autori ritrovano il materiale originario di una ricerca longitudinale condotta nel corso di 24 anni
  • Svolgono un’analisi secondaria dei dati per studiare il fenomeno della devianza non solo in età adolescienziale ma lungo tutta la vita, tenendo conto delle variabili di fondo tradizionalmente considerate come causa della devianza ma anche dei meccanismi informali di controllo sociale che operano in vari momenti del ciclo di vita
  • Esaminano i dati di 500 ragazzi autori di reato e 500 ragazzi non autori di reato, considerando sia i comportamenti considerati illegali ufficialmente e i comportamenti devianti non ufficiali + utilizzo di variabili strutturali come povertà, disgregazione familiare etc. e variabili processuali, come i rapporti a scuola, in famiglia etc
  • Risultato: quando si analizza il modello completo (variabili strutturali + variabili processuali insieme come variabili indipendenti e comportamento deviante come variabile dipendente) l’effetto delle variabili strutturali quasi sparisce→ le variabili strutturali non hanno un effetto diretto sul comportamento deviante, ma la loro azione è mediata dalle variabili processuali→ i processi di controllo informale hanno un importante effetto inibitorio sulla delinquenza degli adolescenti