Eziologia: Disturbi Bipolari e Depressivi Flashcards

1
Q

Eziologia D Bipolari e Depressivi: FATTORI GENETICI

A

 Le stime di ereditabilità sono moderate per il DDM (~40%,
diventano più alte considerando i soggetti più gravi), sono elevate per
il DB I (~90%) e anche per il DB II.
 Oggi molte ricerche si focalizzino sull’identificazione degli
specifici geni coinvolti in questi disturbi, tuttavia la maggior parte dei
risultati non è stata replicata. Tra i risultati più coerenti, nella
depressione, sembrano coinvolti il polimorfismo del gene per il
trasportatore della serotonina (gene 5HTT) e il polimorfismo del
gene che influenza la funzione della dopamina (gene DRD4.2).
 I modelli genetici non sono in grado di spiegare il decorso
temporale dei sintomi, probabilmente perché altri fattori fungono da
innesco/mantenimento. E’ possibile che i geni controllino le
modalità con cui le persone regolano le proprie emozioni o
risposte agli eventi stressanti, facilitando lo sviluppo dei disturbi
quando altri fattori siano presenti (vd. parad. diatesi-stress)

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2
Q

EZIOLOGIA: fattori NEUROBIOL.- NEUROTRASMETTIT.

A

 Secondo una vecchia ipotesi i d. dell’umore sarebbero connessi a
variazioni nei livelli assoluti di certe monoamine NTriali nello
spazio sinaptico:
DEPRESS:
↓ noradrenalina
↓ dopamina
↓ serotonina
MANIA:
↑noradrenalina
↑ dopamina
↓ serotonina
 Tuttavia, evidenze sperimentali (es. mod. animali, studi
farmacologici) NON hanno confermato quest’ipotesi, esistono
addirittura alcune evidenze contrarie. I nuovi modelli eziologici si
focalizzano sull’alterata sensibilità dei recettori postsinaptici (Depr:
ipotesi di iposensib. a serot. e dopam. - Mania: ipotesi di iposensib.
alla serot. e ipersensib. alla dopam.[?]).
 Alterazioni della funzionalità di questi circuiti
neurotrasmettitoriali sono probabilmente presenti, ma non in
tutti i casi. La teoria monoaminergica dei dist dell’umore ha
quindi una validità relativa e molte dinamiche sono ancora da
chiarire…
 Purtroppo non è stata sostituita da un’alternativa valida,
occorre ancora sviluppare una teoria integrativa dettagliata che
tenga conto delle complesse interazioni tra il funzionamento
neurotrasmettitoriale, neurale (strutture, aree neurali e loro
relazioni) ed endocrino.

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3
Q

EZIOLOGIA: fattori NEUROBIOL.- NEUROIMAGING

A

Alteraz. funzionali di alcune strutt. neurali, alcune coinvolte
nelle emozioni:
 Amigdala => iperattiva durante risp.
emot. in pz. depressi e bipolari
 Ippocampo => ipoattivo durante risp.
emot. in pz. depressi e bipolari
 Corteccia prefrontale dorsolaterale =>
ipoattiva durante risp. emot. in pz.
depressi e bipolari
 Giro del cingolo anteriore (cort.
subgenuale) => funzionamento alterato
(ipoattivo/iperattivo…dipende dallo studio!)
 Amigdala (iperattiva) => partecipa alla valutazione della
rilevanza emotiva degli stimoli. Potrebbe far parte dei fattori
di vulnerabilità al disturbo.
 Giro del cingolo anteriore (cort. subgenuale) (attivaz.
alterata), Ippocampo (ipoattivo), Corteccia prefrontale
dorsolaterale (ipoattiva) => strutture coinvolte nella
regolazione delle emozioni. Sembrano essere coinvolte
causalmente nella determinaz. dei sintomi disturbo.
 L’iperattività dell’amigdala potrebbe stare alla base di
un’ipersensibilità agli stimoli rilevanti sul piano emozionale e
le altre strutture compromesse, coinvolte nella regolazione
delle emozioni, potrebbero provocare le risposte disfunzionali
con cui si manifesta il disturbo.
Gli studi di neuroimaging funzionale non permettono di
distinguere il d. depressivo dal bipolare.
Tuttavia nei DB (oltre ai pattern di
attività che si trovano negli epis.
depressivi) c’è, durante gli epis.
maniacali, un’iperattivazione del
corpo striato (struttura del sistema
della ricompensa)
Inoltre le persone affette da DB hanno spesso deficit
funzionali a carico delle membrane dei neuroni in tutte le
aree cerebrali. Collegabili all’alta attività delle protein
chinasi C (importante nel funzionamento dei recettori e
della membrana neuronale in tutte le aree cerebrali) ???

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4
Q

EZIOLOGIA: fattori NEUROBIOL.- SISTNEUROENDOCRINO

A

 Sia nel DDM che nel DB: collegata all’iperattivazione
dell’amigdala, si trova iperattività dell’asse HPA (ipotalamoipofisi-
surrene) con maggior rilascio di cortisolo (“ormone dello
stress”) che molte evidenze associano a sintomi depressivi [in
modelli animali: iniezioni di cortisolo producono sint. depress.; la sindrome
di Cushing, caratterizzata da ipersecrezione di cortisolo, include sint.
depress.; test del desametasone: la somminstraz.di desametasone sopprime
la secrez. notturna di cortisolo, ma non in pz. con DDM e DB, attestando la
scarsa regolaz. di questi pz. nella produz di quest’ormone]
 Sebbene il cortisolo inneschi risposte adattive agli agenti
stressanti nel breve periodo, se i suoi livelli si mantengono elevati
per periodi prolungati, l’organismo può subire danni (es.
riduzione dell’ippocampo)
 La disregolazione del cortisolo è un fattore predittivo anche di un
peggioram. nel tempo dei sintomi per entrambi i disturbi

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5
Q

EZIOLOGIA: fattori NEUROBIOLOGICI

A

pag 10 depressione

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6
Q

EZIOLOGIA DEPRESS.: fatt. PSICOLOGICI

A

Oltre ai già visti fattori neurobiologici, vi sono diatesi di natura
psicologica che possono aumentare il rischio di rispondere agli eventi
negativi con un EDM:
 alcune caratteristiche individuali del pz. con depress., legate alla sua
personalità, tra queste alti livelli di nevroticismo / instabilità emotiva/
affettività negativa (che si associano anche alla distimia e all’ansia)
sono predittive dell’insorgere di un dist. depressivo, e possono causare
difficoltà interpersonali capaci di dare inizio o aggravare tali disturbi
 anche fattori cognitivi (processi di pensiero o convinzioni negative)
sembrano essere alla base di molti sintomi depressivi
- teoria di Beck
- teoria della disperazione/assenza di speranza
- teoria della ruminazione

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7
Q

Eziologia Depressione: fatt. Psicologici: Fattori cognitivi: Teoria di Beck

A

Sebbene è vero che i sintomi depressivi possano a volte
causare, più spesso acuire, certi stili cognitivi negativi,
numerosi dati suggeriscono che le persone con uno stile
cognitivo negativo, quale quello proposto da Beck (ma anche
dalle credenze irrazionali proposte da Ellis), siano ad alto
rischio di sviluppare dist. depressivi (come sostengono le
teorie eziologiche cognitive, è più probabile che lo stile
cognitivo negativo causi depressione e non viceversa).
A questo proposito, la teoria di Beck ha ricevuto numerose
conferme empiriche: atteggiamenti disfunzionali [valutati con la
DAS: Dysfunctional Attitudes Scale], ma sptt. bias di elaborazione
delle info posit. e negat. sono associati/predicono dist. depressivi.
pag 12 depressione

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8
Q

EZIOLOGIA DEPRESS.: fatt. PSICOLOGICI

Fattori cognitivi: TEORIA DELLA DISPERAZIONE

A

Un evento esistenziale negativo accade; attribuzione dell’evento e del suo significato per la persona o per il futuro a fattori globali e stabili; altri fattori cognitivi, ad esempio bassa autostima.
Questi portano alla disperazione caratterizzata da:
-non si verificherà alcun evento desiderabile (mancanza di aspettativa)
-per eventi negativi qualsiasi risposta non cambierà la situazione (impotenza o helplessness)
- obiettivi irraggiungibili
Tutto ciò porta ad un sottotipo di depressione caratterizzato da disperazione, definito da sintomi specifici.
La teoria pone l’accento su alcune dimensioni disfunzionali delle attribuzioni
causali relative a eventi negativi (spiegaz. che si danno circa le loro cause):
STABILITA’ (causa permanente vs. temporanea) e GLOBALITA’ (causa estesa
a tutti i domini vs. dominio-specifica).
es. di evento negat.: Non ho superato l’esame di psicologia clinica!
è stato confermato che questo stile attributivo, insieme alla bassa autostima, è
predittivo dei sintomi depressivi.

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9
Q

EZIOLOGIA DEPRESS.: fatt. PSICOLOGICI
Fattori cognitivi: TEORIA DELLA RUMINAZIONE
(Rumination Theory- Nolen-Hoeksema.,1991)

A

Non si focalizza
soprattutto sulla natura dei pensieri negativi, ma su una particolare
modalità di pensiero: la ruminazione pensiero ripetitivo negativo
che consiste nella tendenza a ritornare di continuo con la mente
agli stessi pensieri negativi, agli stessi eventi negativi accaduti, alle
cause dei propri insuccessi o ai propri sintomi (es. perché è
accaduto questo? e perché proprio a me? perchè reagisco sempre così?
cos’ho che non va? non dormo, non ho fame, sono gravemente malato…)
- Dati confermano che questo pensiero ripetitivo negativo interferisce col
problem-solving, induce un umore negativo, e permette di predire
l’esordio di episodi di DDM.
- Le donne sono maggiormente caratterizzate da ruminaz.=> forse questo
può in parte spiegare i tassi più alti di depress. nelle donne

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10
Q

EZIOLOGIA DEPRESSIONE: fatt. PSICOSOCIALI

A

I fattori neurobiologici e psicologici visti potrebbero costituire elementi
di diatesi che fanno aumentare il rischio di sviluppare il dist. nel contesto
di altri fattori, alcuni scatenanti, altri di mantenim., altri di
aggravamento, come i fatt. di rischio di natura sociale. Es.:
 difficoltà/conflitti interpersonali derivanti dalle caratteristiche
individuali del pz. con depress. (es., autosvalutazione, eccessiva ricerca
di rassicurazioni, bassa competenza sociale, scarsa abilità nel risolvere
problemi interpersonali) o non necessariam. legate al pz o al disturbo
(es. negligenza/trascuratezza nell’accudimento, relazioni conflittuali tra
coppie, relazioni familiari problematiche es. contesti di alta “emotività
espressa”: ambiente critico, ostile, invischiante)
 mancanza di supporto sociale/isolamento in presenza di eventi
stressanti/traumatici che possono innescare il disturbo
 fattori socio-economici (es. basso liv. socio-economico; spinte sociali
al successo o al benessere materiale, ecc.)
Alcuni eventi stressanti/traumatici sptt. se vissuti nell’infanzia
potrebbero poi creare delle diatesi per lo sviluppo successivo di D.

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11
Q

EZIOLOGIA DEPRESSIONE e Modello diatesi-stress

A

 I fattori neurobiologici (geni, NT, ormoni..) e psicologici
considerati precedentemente possono costituire elementi di diatesi, v
(i.e., vulnerabilità biologiche del sistema di reattività allo stress,
vulnerabilità nei meccanismi di pensiero), che fanno aumentare il
rischio di sviluppare il dist. nel contesto di altri fattori scatenanti
ambientali (eventi alcuni dei quali di natura sociale). Tali eventi
scatenanti possono essere sia eventi stressanti/traumatici gravi o
improvvisi (es. lutto, perdite notevoli: studi longitudinali hanno
evidenziato che l’inizio del DDM avviene con alta probabilità (40-70%)
a un anno da questi eventi), sia fattori di stress anche di impatto
minore, ma cronici (il numero di pz con depr. che riferisce questi ultimi
è superiore a quello che riferisce fattori di stress improvvisi)
 Le evidenze rispetto alla necessità che diatesi e stress debbano
interagire per provocare il dist. depressivo sono attualmente messe in
dubbio da alcuni dati che supportano un modello additivo con un grosso
contributo dei fattori di vulnerabilità genetica/neuroendocrina,
soprattutto nel contesto delle forme più gravi

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12
Q

EZIOLOGIA DISTURBO BIPOLARE

A

 I fattori di rischio per gli episodi depressivi nel DB sono
simili a quelli che lo scatenano nel DDM (es. a liv psicologico:
nevroticismo, stili cognitivi negativi, mancanza di supporto sociale,
difficoltà relazionali,ecc.)
 I fattori predittivi dei sintomi maniacali/ipomaniacali e di
un loro peggioramento:
- alta sensibil. alla ricompensa=> ricerca di eventi che
implicano il raggiungimento di un obiettivo importante (la
rincorsa a obiettivi sempre più ambiziosi e irraggiungibili può
innescare i sintomi come l’aumento dell’attività finalizzata)
- disturbi del sonno (in particolare la deprivazione di sonno
può innescare l’esordio di episodi maniacali)

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