Trattamento D. Depressivi e Bipolari Flashcards

1
Q

TRATTAM. DEPRESS.: TERAPIE PSICOL.

Ter. di ATTIVAZIONE COMPORTAMENTALE (BAT)

A

Nata inizialmente come tecnica a se stante (Levinson, 1979) è stata
poi inclusa nella terapia di Beck e consiste nell’incoraggiare i
pz. a impegnarsi in attività piacevoli (es. passeggiare, fare
uno sport, impegnarsi artisticamente, chiacchierare con amici,
ecc.) che possano sia portar loro rinforzi positivi e portarli
così a concepire pensieri più positivi, sia a rompere il circolo
vizioso depressione– evitamento sociale.
- Alcuni dati suggeriscono che la BAT da sola dia risultati
altrettanto buoni dell’intero protocollo terapeutico di Beck =>
ciò mette in discussione che per alleviare la depressione il pz.
debba modificare i suoi pensieri negativi e stili cognitivi

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2
Q
TRATTAM. DEPRESS.: TERAPIE PSICOL.
PSICOTERAPIA COGNITIVA (CT)
A

Si rifà sptt. alla teoria di Beck e si basa su un lavoro di
persuasione del terapeuta atta a far si che il pz. concepisca
pensieri meno negativi e disadattivi (“ristrutturazione
cognitiva”), attraverso:
• la messa in discussione delle opinioni negative del pz. riguardo sé, il
mondo, il futuro (attraverso la ricerca delle contraddizioni negli stili
cognitivi/opinioni del pz.)
• il monitoraggio da parte del pz. del proprio dialogo interno e
l’identificazione dei pensieri che portano all’umore depresso (modello
«ABC» [Antecedent/activating event - Belief/thought - Consequences:
«How I feel»] di Ellis le emozioni negative non sono causate da un certo
evento (antecendente) ma da come lo interpreto (credenza/pensiero)!)
• l’apprendimento da parte del pz. di pensieri/strategie che promuovano la
formulazione di assunti più positivi e adattivi
 E’ efficace nell’alleviare i sintomi nel DDM (sptt. in pz. con frequenti
ricadute) e nella distimia.

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3
Q

TRATTAM. DEPRESS.: TERAPIE PSICOL.

T. COGNITIVA basata sulla MINDFULNESS (MBCT)

A

E’ un recente adattamento della TC (TC della terza onda o
generazione) il cui scopo è insegnare alle persone a riconoscere
quando cominciano ad esperire pensieri e sentimenti negativi per
cercare di distaccarsene. Questo è ottenuto attraverso una
consapevolezza che emergerebbe prestando attenzione in modo
intenzionale all’esperienza del momento presente, accettandolo in
modo non-giudicante. L’adozione di tale prospettiva decentrata
(che si avvale di diverse strategie, inclusa la meditazione) riuscirebbe
a prevenire l’escalation di pensieri negativi che possono sfociare in
un episodio depressivo.
- Sembra più efficace della CT tradizionale nel ridurre rischio di
ricadute in pz. che hanno già sofferto di 3 o più episodi di DDM,
meno efficace in pz. con meno episodi

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4
Q
TRATTAM. DEPRESS.: TERAPIE PSICOL.
PSICOTERAPIA INTERPERSONALE (IPT)
A

Si focalizza sull’esame dei problemi nelle relazioni
interpersonali, che caratterizzano il dist. depress. (nonostante non
ci sia una vera e propria teoria esplicativa della D in termini
interpersonali) allo scopo di aiutare il pz. ad
identificare/esprimere i propri sentimenti a riguardo e a
intraprendere cambiamenti per cercare di risolverli (es.
miglioramento della comunicazione, del problem-solving,
introduzione di modalità comportamentali più soddisfacenti).
- psicoterapia breve (<20 sedute)
- efficace nell’alleviare il DDM e, se continuata dopo la guarigione, nel
prevenire ricadute
- efficace nella distimia
- efficace nell’ adolescenza
- efficace in culture molto diverse

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5
Q

TRATTAM. DEPRESS.: TERAPIE PSICOL.

TERAPIA FAMIGLIARE O DI COPPIA

A

Essendo il dist. depress. associato a problemi relazionali,
anche all’interno dell’ambito famigliare e della coppia
(problemi che contribuiscono ad aggravare il dist., ma sono
anche aggravati dal dist. stesso), questa terapia coinvolge i
membri della famiglia o entrambi i membri della coppia
per migliorare la loro comunicazione e la reciproca
soddisfazione nelle relazioni.
- E’ più efficace nell’alleviare i sintomi depressivi rispetto alle
psicoterapie individuali o ter. farmacologiche, quando il pz. si
ritrova ad affrontare anche problemi nell’ambito famigliare o della
coppia.

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6
Q

TRATT. DISTURBO BIPOLARE: TER. PSICOL.

A

 Terapia COGNITIVA
 Terapia INTERPERSONALE
 Terapia FAMIGLIARE si promuove il miglioram. della
comunicazione tra i famigliari e delle loro capacità di problem-solving
Terapia cognitiva, interpersonale e famigliare sembrano essere
ugualmente efficaci per i sintomi depressivi del DB
 Interventi di vario tipo finalizzati a:
- Regolarizzare il ritmo sonno/veglia (aumento ore di sonno)
- Diminuire delle attività finalizzate (dirette a ricompense)
 Interventi PSICOEDUCATIVI: si porta il pz. (e la famiglia) a
conoscere meglio la malattia (sintomi, fattori scatenanti, decorso,
strategie di trattamento) in modo da riuscire a prevenire le frequenti
ricadute, gestire meglio le fasi acute è importante perché è stato
dimostrato che questi interventi aiutano i pz. con DB a seguire il trattam.
farmacologico (che in questo disturbo è necessario, nonostante i pz. non
lo seguano con regolarità)

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7
Q

DISTURBO BIPOLARE-I e CREATIVITA’

A

 Nei pz. con DB il trattam. farmacologico è necessario, tuttavia
molti pz. non lo seguono con regolarità, anche a causa della
fatica a rinunciare a certi stati del disturbo che costituiscono
dei rinforzi (esaltazione dell’umore, accresciuta energia, rapidità
di pensiero, maggior capacità di vedere connessioni tra le cose)
 C’è soprattutto la credenza errata, anche da parte dei pz., che
durante gli episodi maniacali sia favorita la creatività. In realtà
molti dati confermano che, sebbene durante la fase maniacale la
produttività aumenti, la qualità del lavoro può soffrirne e le persone
tendono ad essere meno creative di quelle che hanno sofferto di
episodi più lievi di mania.
 Diventano così importanti gli interventi cognitivi che
modifichino questi credenze errate e interventi psicoeducativi,
in cui si informi il pz. che ridurre i loro sintomi maniacali
dovrebbe favorire, forme di creatività più fruttuose

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8
Q

TRATTAM. DEPRESS.: TER. FARMACOLOG.

A
  • Le 3 classi di antidepr. hanno circa la stessa efficacia (miglioram. nel
    50-70% dei casi) per DDM e distimia, ma gli SSRI/SNRI sono
    preferibili per i minori effetti collaterali. Si passa alle altre categ. se
    non funzionano [stepped-care secondo le linee guida NICE 2009]).
  • Dati recenti indicano tuttavia che questa potrebbe essere una
    sovrastima dell’efficacia favorita dalle case farmaceutiche (uno studio
    recente su un ampio campione evidenzia un recupero sostanziale del ~
    40%, perché in molti casi dopo la remissione dei sintomi vi sono
    ulteriori ricadute [Turner et al. 2008])
  • Tutte le 3 classi di antidepr. risultano signif. più efficaci del placebo
    solo nelle forme più gravi di dist. depr. [Fournier et al. 2010]
  • Visto che la cessazione della terapia farmacologica è spesso seguita da
    ricadute, le linee guida per il trattamento del d. depr. suggeriscono di
    continuare la terapia con antidepr. per almeno 6 mesi dopo la fine di
    un epis. depr., e anche di più se il pz. ha storia di ricadute (ciò fa
    diminuire di ~ 30% il rischio di ricadute).
    PAG 39-40 DEPRESSIONE
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9
Q

TRATTAM. DEPRESS.:

TER. PSICOL. e TER. FARMACOLOG.

A
  • Nel DDM: sebbene i dati circa una maggior efficacia della
    psicoterapia, rispetto alla ter. farmacologica non siano univoci
    [Cuijpers, van Straten, van Oppen, Andersson, 2008: metanalisi
    che ne dimostrerebbe una simile efficacia], è provato che associare
    i 2 tipi di terapia aumenta le probabilità di recupero di ~10-
    20% rispetto alle terapie singole.
  • La ter. farmacologica fornisce sollievo immediato, poiché
    agisce relativamente più in fretta della psicoterapia).
  • La ter. psicologica, anche se richiede più tempo, favorendo
    l’apprendimento di una gestione più autonoma dei sintomi può
    aiutare ad apprendere abilità utili anche a trattamento terminato=>
    può aiutare a prevenire le ricadute
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10
Q

TRATTAM. DIST. BIPOLARE: TER. FARM.

A

PAG 42 DEPRESSIONE

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11
Q
TRATTAM.: TER. BIOLOGICHE
TERAPIA ELETTROCONVULSIVANTE (ECT)
A

Somministraz. transcranica di un breve (<0.5 sec) impulso di
corrente elettrica (70-130 Volt, 0.9 Ampere) ad aree cerebrali
specifiche (4-12 sedute in 2-4 sett.)
- E’ una tecnica che induce una crisi convulsiva (di pochi sec/min) e
può provocare confusione mentale e perdita di memoria temporanee.
Oggi ritenuta sicura (la somministraz. unilaterale [sptt.dx] e l’uso di
miorilassanti hanno ridotto gli effetti collaterali indesiderati; la dose è la
minima richiesta per indurre una crisi convulsiva) non va confusa con la
stimolazione elettrica cerebrale non-invasiva (NIBS, es. TMS, tDCS..)
- E’ il trattam. più controverso (per ragioni storiche legate ad un suo uso
punitivo), che si usa solo nei casi di depr. farmaco-resistenti perché, sebbene
non si conosca bene cosa ne determini l’efficacia (ipotesi: aumento disponibil.
ammine biogene?), è più efficace degli antidepressivi sptt. nella fase acuta (e
in presenza di sintomi psicotici); sembra inoltre efficace anche per fasi depr
e maniacali nel DB.

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