irrigazione Flashcards
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Cos’è l’irrigazione e quale ruolo ha avuto nella storia dell’agricoltura?
L’irrigazione è l’apporto artificiale di acqua al suolo per favorire la crescita delle piante. È stata praticata fin dai tempi antichi, circa 8.000 anni fa, nei bacini dei fiumi come il Nilo, Tigri-Eufrate, Indo, Gange e Hwang-Ho. Oggi è in continua espansione nel mondo, essendo fondamentale per garantire la produzione agricola in molte regioni.
Quanto incide l’irrigazione nella produzione alimentare globale?
Nel mondo, circa il 40% del cibo proviene da aree irrigue, che occupano circa il 18% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU). L’irrigazione permette una produzione agricola più elevata e costante, riducendo la variabilità delle rese.
Quali sono i benefici principali dell’irrigazione?
I benefici principali dell’irrigazione sono:
Aumento delle rese: L’irrigazione consente una produzione agricola più elevata e stabile nel tempo.
Ampliamento della superficie coltivabile: Permette di coltivare terreni che altrimenti sarebbero troppo aridi.
Incremento dei raccolti annuali: L’irrigazione consente di ottenere più raccolti in un anno, aumentando la produttività.
Quanta acqua dolce viene utilizzata per l’irrigazione nel mondo?
Il 69% dell’acqua dolce utilizzata nel mondo è destinato all’agricoltura, di cui una parte significativa è impiegata per l’irrigazione. Questo evidenzia l’importanza dell’irrigazione nell’uso delle risorse idriche globali.
Come viene gestita l’irrigazione in Italia?
In Italia, l’irrigazione interessa circa 4 milioni di ettari di terreno, con un consumo di acqua dolce che ammonta a circa 25 milioni di metri cubi, pari a circa metà del totale dell’utilizzo umano di acqua. L’irrigazione è quindi una parte essenziale dell’agricoltura italiana.
Qual è il fenomeno della carenza idrica nel suolo e nella pianta?
Quando il terreno è secco, la pianta continua a traspirare, riducendo il potenziale idrico nel suolo. Questo provoca un calo del potenziale idrico nella pianta, fino a raggiungere un punto in cui la pianta non è più in grado di ripristinare l’equilibrio idrico, causando lo stress idrico.
Quali sono gli effetti dello stress idrico sulle piante?
Lo stress idrico provoca vari cambiamenti nelle piante:
Modifiche anatomiche: Le cellule diventano più piccole, gli internodi si accorciano, le cuticole si ispessiscono, le radici si sviluppano di più e i tessuti diventano più lignificati.
Modifiche biologiche: Il ciclo di crescita si accorcia, c’è una minore impollinazione, e si verifica la cascola (caduta) di fiori e frutti.
Modifiche metaboliche: La fotosintesi netta diminuisce, specialmente nelle piante C3, e si possono accumulare composti tossici come nicotina nel tabacco o solanina nel pomodoro.
Come varia l’effetto dello stress idrico in relazione al deficit di acqua nel suolo?
Con l’aumento del deficit idrico (cioè, con il calo del potenziale idrico nel terreno), i vari processi fisiologici della pianta sono influenzati in maniera variabile. L’intensità dello stress idrico dipende dal livello di carenza di acqua e dalle caratteristiche specifiche della pianta e delle condizioni ambientali.
Cos’è la Water Use Efficiency (WUE) e come viene misurata?
La Water Use Efficiency (WUE) è una misura dell’efficienza con cui le colture utilizzano l’acqua disponibile. Viene calcolata come la produzione di prodotto utile (come granella, saccarosio o tuberi) per unità di acqua evapo-traspirata, espressa in g/L o kg/m³.
Come lo stress idrico influisce sulla resa delle colture?
Lo stress idrico causa una riduzione della resa delle colture, ma questa sensibilità varia a seconda della tipologia di pianta e dell’organo produttivo:
Piante igrofite (come il riso) hanno elevate esigenze idriche.
Piante mesofite (la maggior parte delle colture) sono moderate nella loro sensibilità.
Piante xerofite (come l’agave) resistono alla siccità
La riduzione della resa dipende anche dal tipo di pianta (ad esempio, piante a sviluppo indeterminato tollerano meglio lo stress ripetuto) e dalla fase fenologica critica (nelle piante a sviluppo determinato, lo stress influisce maggiormente in periodi specifici).
Quali sono le tre principali strategie delle piante per rispondere allo stress idrico?
Le piante rispondono allo stress idrico con tre strategie principali:
Tollerarlo: Ad esempio, con aggiustamenti osmotici nelle cellule.
Evitarlo: Per esempio, sviluppando radici più profonde.
Sfuggirlo: Completando le fasi critiche in periodi non stressati.
Queste strategie sono usate in vari gradi e, talvolta, in combinazione.
Cos’è l’aridocoltura e quali sono le pratiche comuni per ottimizzare l’uso dell’acqua in ambienti aridi?
L’aridocoltura è un insieme di pratiche agricole finalizzate a ottenere buoni risultati senza irrigazione in ambienti a limitata disponibilità idrica. Le pratiche comuni includono:
Aumento della disponibilità idrica per le colture, ad esempio migliorando la struttura del suolo e la capacità di ritenzione idrica.
Riduzione delle perdite d’acqua dal terreno, tramite pacciamatura, frangivento, ombreggianti e lotta alle infestanti.
Ottimizzazione nell’uso delle risorse idriche, come la scelta di colture adattabili e tecniche agronomiche appropriate.
In che modo l’irrigazione può essere utilizzata per diverse finalità?
L’irrigazione può avere diverse finalità:
Umettante: Per mantenere l’umidità del suolo.
Fertilizzante (fertirrigazione): Per apportare nutrienti alle colture.
Dilavante: Per rimuovere sali e correggere l’acidità del suolo.
Ammendante: Per migliorare le proprietà del suolo.
Termica: Per regolare la temperatura del suolo in fase di germinazione.
Antiparassitaria: Per applicare agrofarmaci.
Climatizzante: Per controllare le condizioni ambientali nelle serre.
Sussidiaria: Per facilitare operazioni agricole come diserbi e raccolta.
Quali sono le problematiche principali nell’uso dell’irrigazione?
Le problematiche principali nell’uso dell’irrigazione includono:
Determinazione del fabbisogno idrico delle colture.
Identificazione del momento e volume dell’intervento irriguo.
Scelta del metodo irriguo più adatto.
Distribuzione dei consumi nella stagione irrigua.
Idoneità dei terreni all’irrigazione.
Qualità dell’acqua irrigua utilizzata.
Quali sono le opzioni organizzative per l’irrigazione?
Esistono due principali modalità organizzative per l’irrigazione:
Irrigazione autonoma: L’agricoltore gestisce autonomamente l’irrigazione, con discrezionalità nell’uso dell’acqua e possibili costi tramite contatori.
Irrigazione collettiva: Gestita da consorzi di bonifica, l’acqua viene distribuita agli agricoltori secondo turni programmati (irrigazione turnata) o alla domanda.
Quali sono le variabili irrigue decise dal consorzio?
Le variabili irrigue stabilite dal consorzio includono:
Stagione irrigua (giorni o mesi).
Periodo tra la prima e l’ultima adacquata.
Turno irriguo (intervallo tra due adacquate successive).
Corpo d’acqua (portata di consegna all’azienda).
Orario di adacquamento (tempo di erogazione dell’acqua in ogni adacquata).
Cosa viene deciso dagli agricoltori in relazione all’irrigazione?
Gli agricoltori decidono:
Volume di adacquamento (quantità di acqua per ogni adacquata).
Volume stagionale (quantità di acqua per tutta la stagione).
Portata di adacquamento (portata dell’acqua durante l’adacquato). Questi fattori dipendono dalla coltura, dal terreno e dal sistema irriguo.
Come si calcolano le equivalenze tra le unità di misura per l’irrigazione?
Le equivalenze tra le unità di misura per l’irrigazione sono:
1 mm = 1 L/m² = 10 m³/ha.
Quali sono i quesiti tipici nella pratica irrigua?
I quesiti più comuni sono:
Quanto acqua somministrare?
Quando somministrarla e per quanto tempo?
Con quale sistema irriguo? (L’influenza del sistema irriguo determina il volume e la frequenza dell’irrigazione.)
Come si redige il bilancio idrico del terreno?
Il bilancio idrico del terreno si formula come:
P+I+F−E−T−Pr±R±V=0 Dove:
P = precipitazioni,
I = irrigazione,
F = apporti di falda,
E = evaporazione,
T = traspirazione,
Pr = percolazione,
R = ruscellamento superficiale,
V = variazioni di umidità del terreno.
Nella stagione irrigua, si semplifica come:
I=E+T−P Spesso, l’irrigazione compensa solo parzialmente il deficit idrico risultante.
Come vengono misurate le precipitazioni e l’evapo-traspirazione?
Precipitazioni (P): vengono misurate tramite pluviometri (aziendali o di servizi meteo online).
Evapo-traspirazione (ET): stimata tramite formule o, più raramente, con evaporimetri.
Quali sono le applicazioni pratiche del bilancio idrico?
Il bilancio idrico semplificato indica il volume di acqua necessario per mantenere una coltura in condizioni idriche ottimali (ETc). Questo bilancio è alla base di applicazioni online che forniscono dati utili per calcolare l’acqua necessaria, con modelli come Irrinet/Irriframe.
Come funziona il modello Irrinet/Irriframe?
Il modello simula:
La dinamica dell’acqua nel suolo.
L’accrescimento della coltura.
L’evapo-traspirazione (utilizzando il metodo di Hargreaves).
L’apporto di falda (in base alla tessitura del suolo e alla risalita capillare).
Quali sono i criteri per stabilire il momento dell’irrigazione?
I criteri includono:
Stato idrico delle piante: monitorato tramite sensori o remote sensing.
Misura dell’umidità del terreno: monitorando il calo dell’umidità nel tempo e determinando il volume necessario per ripristinare il livello desiderato.