paniere 231 chiuse (da lez. 25 a 40) Flashcards

(231 cards)

1
Q

25-01. Cosa esprime d* nel contesto delle economie di agglomerazione?
A. Il punto in cui la congestione urbana raggiunge il massimo livello
B. Il punto in cui i costi e i benefici dell’agglomerazione si equilibrano
C. Il punto in cui le economie di scala sono massimizzate
D. Il punto in cui i costi superano i benefici dell’agglomerazione

A

B. Il punto in cui i costi e i benefici dell’agglomerazione si equilibrano

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2
Q

25-02. Tra i fattori che possono peggiorare i livelli di inquinamento nelle grandi città vi è:
A. L’uso limitato di veicoli privati
B. La presenza di vaste aree rurali all’interno delle città
C. La concentrazione spaziale delle attività economiche
D. La minore densità di popolazione

A

C. La concentrazione spaziale delle attività economiche

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3
Q

25-03. Quale tra le seguenti affermazioni è vera riguardo ai salari reali nelle grandi città?
A. I salari reali tendono a crescere con l’aumento della densità
B. I salari reali tendono a diminuire con le dimensioni della città
C. I salari reali non sono influenzati dalle dimensioni della città
D. I salari reali restano invariati nonostante l’espansione urbana

A

B. I salari reali tendono a diminuire con le dimensioni della città

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4
Q

25-04. Qual è uno dei limiti delle agglomerazioni economiche?
A. La congestione cresce con l’espansione urbana
B. I salari nominali scendono con l’aumento della densità
C. L’inquinamento diminuisce con la crescita delle città
D. Le città più grandi soffrono meno la congestione rispetto alle piccole città

A

A. La congestione cresce con l’espansione urbana

ok test

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5
Q

25-05. Qual è uno dei potenziali pericoli relativi alla crescente produttività nelle città in espansione?
A. La produttività resta costante indipendentemente dalle dimensioni delle città
B. La produttività aumenta con le dimensioni e la densità delle città
C. La produttività aumenta solo nelle città con infrastrutture avanzate
D. La produttività diminuisce con l’aumento delle dimensioni delle città

A

B. La produttività aumenta con le dimensioni e la densità delle città

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6
Q

25-06. Qual è uno dei fattori sociologici che può spiegare il successo di un’area come la Silicon Valley?
A. La vicinanza a risorse naturali uniche
B. La concentrazione di aziende legate all’industria pesante
C. L’accesso a infrastrutture pubbliche di alta qualità
D. La cultura di condivisione delle informazioni e innovazione

A

D. La cultura di condivisione delle informazioni e innovazione

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7
Q

25-07. Quale concetto è alla base delle economie di giustapposizione?
A. La presenza di industrie diverse che beneficiano di infrastrutture comuni
B. Il raggruppamento spaziale di aziende che operano lungo una filiera produttiva
C. La condivisione delle conoscenze tacite tra lavoratori del settore
D. La concentrazione di competenze in un mercato del lavoro specializzato

A

B. Il raggruppamento spaziale di aziende che operano lungo una filiera produttiva

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8
Q

25-08. La concentrazione di imprese dello stesso settore può essere vantaggiosa […]:
A. Perché riduce la concorrenza e permette la monopolizzazione del mercato
B. Perché crea un mercato del lavoro specializzato e un flusso costante di informazioni settoriali
C. Perché limita la dipendenza dai fornitori locali e riduce i costi di importazione
D. Perché permette di avere un’unica fabbrica centrale che serve tutte le imprese del settore

A

B. Perché crea un mercato del lavoro specializzato e un flusso costante di informazioni settoriali

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9
Q

25-09. Quale fattore contribuisce ad ottenere economie di scala nei settori tecnologici?
A. L’utilizzo di manodopera qualificata a basso costo
B. L’aumento dei costi di ricerca e sviluppo
C. Il costo marginale molto basso nella riproduzione di un prodotto
D. La necessità di costruire impianti di produzione di grandi dimensioni

A

C. Il costo marginale molto basso nella riproduzione di un prodotto

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10
Q

25-10. Qual è la differenza principale tra le economie di urbanizzazione e le economie di localizzazione?
A. Le economie di urbanizzazione derivano dall’infrastruttura, mentre le economie di localizzazione derivano dai costi di trasporto
B. Le economie di urbanizzazione derivano dalla concentrazione di diverse imprese e famiglie in un’area urbana, mentre le economie di localizzazione emergono dalla concentrazione di aziende dello stesso settore o settori affini
C. Le economie di urbanizzazione si concentrano sui vantaggi derivanti dalla presenza di risorse naturali, mentre le economie di localizzazione si basano su vantaggi tecnologici
D. Le economie di localizzazione si verificano solo nelle aree rurali, mentre le economie di urbanizzazione avvengono in città

A

B. Le economie di urbanizzazione derivano dalla concentrazione di diverse imprese e famiglie in un’area urbana, mentre le economie di localizzazione emergono dalla concentrazione di aziende dello stesso settore o settori affini

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11
Q

25-11. Una differenza sostanziale tra economie di scala interne ed esterne è che […]:
A. Le economie interne riguardano i costi di trasporto, mentre le esterne i costi di produzione
B. Le economie esterne si verificano solo nelle grandi città, mentre quelle interne solo nelle aree rurali
C. Le economie interne derivano dall’aumento della scala di produzione di una singola unità produttiva, mentre quelle esterne dipendono dalla concentrazione di imprese in un’area geografica
D. Le economie interne sono più comuni nel settore tecnologico, mentre quelle esterne sono limitate all’agricoltura

A

C. Le economie interne derivano dall’aumento della scala di produzione di una singola unità produttiva, mentre quelle esterne dipendono dalla concentrazione di imprese in un’area geografica

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12
Q

25-12. Quando potrebbe NON essere efficiente centralizzare la produzione in un solo impianto produttivo?
A. Quando i costi di trasporto sono troppo elevati
B. Quando le materie prime sono troppo rare
C. Quando c’è troppa domanda di beni locali
D. Quando i lavoratori sono poco qualificati

A

A. Quando i costi di trasporto sono troppo elevati

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13
Q

25-13. Quali sono le due categorie principali di economie di scala?
A. Economie di scala interne ed esterne
B. Economie di scala locali e globali
C. Economie di scala dirette e indirette
D. Economie di scala manuali e automatizzate

A

A. Economie di scala interne ed esterne

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14
Q

25-14. Quale vantaggio principale deriva dalla presenza di un pool di manodopera qualificata locale in un cluster industriale?
A. Aumento dei salari per i lavoratori inesperti
B. Riduzione dei costi di ricerca e formazione per le aziende
C. Aumento della produzione agricola locale
D. Diminuzione dei costi di trasporto delle merci

A

B. Riduzione dei costi di ricerca e formazione per le aziende

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15
Q

25-15. Secondo Marshall, quale delle seguenti affermazioni è corretta riguardo agli spillover di conoscenza?
A. Gli spillover di conoscenza si verificano solo attraverso incontri formali
B. Gli spillover di conoscenza avvengono solo in grandi centri urbani
C. Gli spillover di conoscenza si realizzano solo in settori manifatturieri
D. Gli spillover di conoscenza avvengono sia in contesti formali che informali

A

D. Gli spillover di conoscenza avvengono sia in contesti formali che informali

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16
Q

25-16. Quale tra i seguenti elementi NON è considerato da Marshall come uno dei principali vantaggi dell’agglomerazione?
A. Spillover di conoscenza
B. Input locali non negoziati
C. Pool di manodopera qualificata locale
D. Accesso facilitato ai mercati internazionali

A

D. Accesso facilitato ai mercati internazionali

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17
Q

25-17. Quale tra i seguenti ha fornito la prima descrizione universalmente accettata di ‘economie di agglomerazione’?
A. Alfred Marshall
B. Edward Hoover
C. Walter Christaller
D. Alfred Weber

A

A. Alfred Marshall

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18
Q

25-18. Per ‘input locali non negoziati’ all’interno di un cluster aziendale, si intende:
A. Input che vengono negoziati tra aziende concorrenti
B. Servizi finanziari internazionali specifici per il settore bancario
C. Prodotti fisici che non possono essere importati da altre regioni
D. Servizi specializzati condivisi che non sono negoziati tra le aziende

A

D. Servizi specializzati condivisi che non sono negoziati tra le aziende

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19
Q

26-01. Quale misura è comunemente utilizzata per valutare l’agglomerazione industriale a livello regionale?
A. Coefficiente di innovazione
B. Indicatore di competitività regionale
C. Quoziente di localizzazione dell’occupazione
D. Rapporto di scala

A

C. Quoziente di localizzazione dell’occupazione

ok test

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20
Q

26-02. Qual è una critica comunemente associata al quoziente di localizzazione dell’occupazione?
A. Misura solo le economie di scala interne
B. È troppo complesso da calcolare
C. Non distingue tra economie di scala interne ed esterne
D. Non tiene conto della concentrazione industriale

A

C. Non distingue tra economie di scala interne ed esterne

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21
Q

26-03. Tra i principali vantaggi del pooling del mercato del lavoro in un cluster industriale vi è:
A. Riduzione dei costi di formazione per le imprese
B. Maggiore difficoltà nell’attrarre talenti
C. Aumento dei costi di transazione
D. Diminuzione della produttività complessiva

A

A. Riduzione dei costi di formazione per le imprese

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22
Q

26-04. Per descrivere i cluster regionali di piccole imprese altamente specializzate Marshall elabora il concetto di:
A. Economie di scala interne
B. Distretto industriale
C. Filiera produttiva
D. Agglomerazione urbana

A

B. Distretto industriale

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23
Q

26-05. Quale vantaggio deriva dalla concorrenza tra imprese che operano nello stesso settore all’interno di un cluster?
A. Riduzione della produttività complessiva
B. Stimolo all’innovazione e al miglioramento continuo
C. Maggiori difficoltà nel coordinamento tra imprese
D. Aumento dei costi di transazione

A

B. Stimolo all’innovazione e al miglioramento continuo

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24
Q

26-06. Quale tipo di relazione caratterizza le imprese che operano in diverse fasi del processo produttivo all’interno di un cluster industriale?
A. Relazioni trasversali
B. Relazioni lineari
C. Relazioni orizzontali
D. Relazioni verticali

A

D. Relazioni verticali

ok test

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25
26-07. Qual è uno dei principali vantaggi della concentrazione geografica delle imprese? A. Riduzione della produttività B. Accesso facilitato a fornitori specializzati C. Diminuzione della mobilità della forza lavoro D. Maggiori costi di formazione del personale
B. Accesso facilitato a fornitori specializzati | ok test
26
26-08. Qual è il termine che descrive la diffusione informale di conoscenze tra imprese localizzate nello stesso cluster? A. Condivisione di input specializzati B. Spillover di conoscenze C. Pooling del mercato del lavoro D. Esternalità interne
B. Spillover di conoscenze
27
26-09. Le esternalità spaziali nelle economie di localizzazione si manifestano [...]: A. Come costi aggiuntivi per le imprese situate in un cluster B. Come svantaggi per le imprese che operano nello stesso settore C. Come benefici economici condivisi da tutte le imprese in una regione D. Come riduzione delle opportunità di innovazione
C. Come benefici economici condivisi da tutte le imprese in una regione
28
26-10. Secondo Marshall, un elemento che facilita l'innovazione nei cluster industriali è: A. La vicinanza geografica tra le imprese B. La dispersione geografica delle imprese C. La concorrenza tra le imprese localizzate D. La riduzione dei salari
A. La vicinanza geografica tra le imprese
29
27-01. Una città si definisce 'primate' se: A. Ha una popolazione distribuita in modo uniforme con altre città del Paese B. Si sviluppa come centro religioso e militare C. Si concentra principalmente sul commercio agricolo D. Ha una popolazione almeno doppia rispetto alla seconda città più grande del Paese
D. Ha una popolazione almeno doppia rispetto alla seconda città più grande del Paese
30
27-02. Quale caratteristica distingue il percorso di sviluppo delle città del ‘Nuovo Mondo’ rispetto a quello del ‘Vecchio Mondo’? A. Le città del Vecchio Mondo si sono concentrate solo sul commercio agricolo B. Le città del Nuovo Mondo non hanno mai sviluppato industrie locali C. Le città del Nuovo Mondo si sono sviluppate principalmente come centri di esportazione D. Le città del Nuovo Mondo sono cresciute esclusivamente come centri religiosi
C. Le città del Nuovo Mondo si sono sviluppate principalmente come centri di esportazione
31
27-03. Qual è il risultato della transizione delle città alla fase 3 del modello europeo di sviluppo urbano? A. La dipendenza totale dalle risorse locali B. Il declino della popolazione urbana C. La decentralizzazione delle attività economiche D. L'integrazione della produzione su larga scala con il commercio internazionale
D. L'integrazione della produzione su larga scala con il commercio internazionale | ok test
32
27-04. Che cosa caratterizza le città nella fase 2 del modello urbano europeo? A. Sono prevalentemente rurali B. Sono centri religiosi e culturali C. Svolgono un ruolo di hub per il commercio interregionale e internazionale D. Focalizzano l'attività economica sulla produzione industriale locale
C. Svolgono un ruolo di hub per il commercio interregionale e internazionale
33
27-05. Qual è la principale caratteristica delle città europee nella fase 1 del modello di sviluppo urbano a stadi? A. Diventano città primate B. Funzionano come città-mercato indipendenti C. Si concentrano sulla produzione industriale D. Sono centri di commercio interregionale
B. Funzionano come città-mercato indipendenti
34
27-06. Città industriali come Pittsburgh e le città della Ruhr sono cresciute rapidamente per via di [...]: A. La crescente domanda di beni agricoli B. L’espansione della rete ferroviaria C. L’abbondanza di risorse naturali come carbone e ferro D. La vicinanza alle capitali politiche
C. L’abbondanza di risorse naturali come carbone e ferro | ok test
35
27-07. In che modo il Canale Erie ha influenzato la crescita commerciale di New York? A. Ha favorito la concentrazione di istituzioni finanziarie B. Ha collegato il fiume Hudson ai Grandi Laghi, ampliando il suo hinterland commerciale C. Ha ridotto i costi di trasporto verso l’Europa D. Ha incentivato la produzione manifatturiera
B. Ha collegato il fiume Hudson ai Grandi Laghi, ampliando il suo hinterland commerciale
36
27-08. Qual è stato il principale motore della crescita delle città commerciali a partire dal XVII secolo? A. La crescita della popolazione agricola B. La Rivoluzione Industriale C. L'espansione del commercio regionale e globale D. Lo sviluppo delle città difensive
C. L'espansione del commercio regionale e globale
37
27-09. Per quale motivo molte città difensive si trovano in posizioni sopraelevate? A. Per attrarre manodopera qualificata B. Per sfruttare risorse naturali C. Per facilitare il commercio D. Per garantire un vantaggio strategico militare
D. Per garantire un vantaggio strategico militare
38
27-10. Quale funzione urbana ha storicamente favorito la crescita di città come Firenze durante il Rinascimento? A. La funzione religiosa B. La funzione difensiva C. Il commercio e la produzione artigianale D. La funzione agricola
C. Il commercio e la produzione artigianale
39
27-11. Perché l’urbanizzazione presuppone l’esistenza di un surplus agricolo? A. Per sostenere una popolazione impegnata in attività non agricole B. Per aumentare le risorse militari disponibili C. Per espandere il territorio agricolo disponibile D. Per favorire la costruzione di città costiere
A. Per sostenere una popolazione impegnata in attività non agricole
40
27-12. Quale percentuale della popolazione viene considerata come soglia di urbanizzazione secondo alcuni rapporti delle Nazioni Unite? A. 0,5 B. 1.15 C. 0,9 D. 1.05
B. 1.15
41
27-13. Che relazione esiste tra l'urbanizzazione e il livello di reddito di un Paese? A. L'urbanizzazione non è influenzata dal reddito B. L'urbanizzazione tende ad aumentare con il livello di reddito C. L'urbanizzazione diminuisce man mano che il reddito aumenta D. Il livello di reddito determina la riduzione dell'urbanizzazione
B. L'urbanizzazione tende ad aumentare con il livello di reddito
42
27-14. Quale fattore ha favorito la nascita di città in aree irrigue come la Mesopotamia e l’Egitto? A. La vicinanza a porti naturali B. La necessità di spazio per costruire mercati C. La gestione centralizzata dell'acqua D. La presenza di montagne
C. La gestione centralizzata dell'acqua | ok test
43
27-15. Qual è la principale ragione che ha permesso lo sviluppo delle prime città nell'antichità? A. La richiesta di maggiori risorse naturali B. La necessità di difesa militare C. La presenza di un surplus agricolo D. La scarsità di terre agricole
C. La presenza di un surplus agricolo
44
28-01. Che tipo di attività economiche tendono a concentrarsi vicino al CBD? A. Commercio e finanza B. Attività industriali C. Produzione agricola D. Magazzinaggio
A. Commercio e finanza
45
28-02. Uno dei principali fattori che determina il valore del terreno nelle vicinanze di un centro urbano è: A. La disponibilità di risorse naturali B. La qualità delle colture locali C. La distanza dal mare D. L'accessibilità al punto strategico
D. L'accessibilità al punto strategico
46
28-03. Qual è il compromesso principale che le famiglie devono affrontare nel modello monocentrico? A. Tra il costo dell'abitazione e la qualità della vita B. Tra la vicinanza al CBD e lo spazio abitativo disponibile C. Tra il reddito e il tipo di servizi offerti D. Tra la densità di popolazione e l'accesso ai trasporti
B. Tra la vicinanza al CBD e lo spazio abitativo disponibile
47
28-04. Che cosa accade alla quantità di spazio abitativo che una famiglia può permettersi man mano che si avvicina al CBD? A. Rimane invariata B. Diminuisce C. Dipende dal livello di pendolarismo D. Aumenta
B. Diminuisce
48
28-05. Quale delle seguenti opzioni meglio descrive il concetto di funzione di utilità nel modello monocentrico? A. Rappresenta solo il reddito disponibile della famiglia B. Rappresenta la preferenza di una famiglia per beni e spazio abitativo C. Rappresenta il prezzo del terreno in un contesto urbano D. Rappresenta esclusivamente la quantità di spazio abitativo consumato
B. Rappresenta la preferenza di una famiglia per beni e spazio abitativo
49
28-06. Come varia il costo abitativo in relazione alla distanza dal CBD nel modello monocentrico? A. Diminuisce con l'aumento della distanza B. Aumenta con l'aumento della distanza C. Dipende esclusivamente dal reddito D. Rimane costante
A. Diminuisce con l'aumento della distanza
50
28-07. Nel modello monocentrico, uno dei principali fattori che influisce sulla scelta localizzativa delle famiglie è: A. Il costo del pendolarismo B. La qualità dell'aria C. La presenza di scuole locali D. Il tipo di attività economica locale
A. Il costo del pendolarismo
51
28-08. Quale fattore contribuisce alla diminuzione della densità abitativa nelle periferie delle città monocentriche? A. L'assenza di attività commerciali B. La distanza dalle risorse naturali C. La mancanza di infrastrutture D. Le preferenze delle famiglie e i costi del terreno
D. Le preferenze delle famiglie e i costi del terreno
52
28-09. Come cambiano i costi abitativi man mano che ci si allontana dal CBD in una città monocentrica? A. Sono influenzati solo dalla qualità delle scuole B. Diminuiscono C. Rimangono stabili D. Aumentano
B. Diminuiscono | ok test
53
28-10. Nel modello urbano monocentrico, le aree residenziali più vicine al CBD [...]: A. Hanno una minore densità di popolazione B. Sono utilizzate principalmente per l'agricoltura C. Hanno una densità abitativa più elevata D. Sono dedicate alla produzione industriale
C. Hanno una densità abitativa più elevata | ok test
54
29-01. Quale infrastruttura gestita dai governi locali è fondamentale per la trasformazione dei terreni da usi rurali a urbani? A. Acquedotti e fognature B. Centrali nucleari C. Parchi naturali D. Stazioni ferroviarie internazionali
A. Acquedotti e fognature
55
29-02. Che cosa caratterizza una struttura urbana policentrica? A. La totale assenza di un centro principale B. La presenza di più centri urbani di rilevanza C. La concentrazione delle attività solo in periferia D. L'uso limitato delle aree periferiche
B. La presenza di più centri urbani di rilevanza
56
29-03. Quale dei seguenti fattori ha reso possibile il fenomeno della dispersione urbana (urban sprawl)? A. La mancanza di trasporti pubblici B. L'espansione dei quartieri centrali C. La costruzione di parchi cittadini D. La diffusione dell'automobile
D. La diffusione dell'automobile
57
29-04. L'esclusione, indotta dal policymaking, delle famiglie a basso reddito da certe aree urbane prende il nome di: A. Gentrification inclusiva B. Agglomerazione sociale C. Privatizzazione del suolo D. Zonizzazione snob
D. Zonizzazione snob | ok test
58
29-05. Qual è una delle funzioni principali dei governi locali che influisce sui mercati immobiliari e sui modelli di sviluppo urbano? A. Fornitura di servizi pubblici B. Definizione delle politiche monetarie C. Regolamentazione del sistema giudiziario D. Sviluppo di tecnologie digitali
A. Fornitura di servizi pubblici
59
29-06. Che effetto può avere la costruzione di un impianto di trattamento dei rifiuti vicino a un quartiere residenziale di lusso? A. Aumenta il valore delle proprietà B. Crea esternalità negative C. Genera esternalità positive D. Favorisce l'attrazione di nuovi residenti
B. Crea esternalità negative
60
29-07. Uno degli strumenti principali utilizzati dai governi locali per regolare l'uso del suolo e separare usi incompatibili è la: A. Zonizzazione B. Privatizzazione C. Tassazione D. Deregolamentazione
A. Zonizzazione
61
29-08. Chi sono gli stakeholder principali nella creazione di nuovi centri urbani nel modello policentrico? A. Residenti delle aree rurali B. Organizzazioni non governative C. Pianificatori urbani e grandi sviluppatori immobiliari D. Associazioni locali e piccole imprese
C. Pianificatori urbani e grandi sviluppatori immobiliari
62
29-09. Quale ruolo giocano le autostrade nel contesto del modello policentrico? A. Contribuiscono solo all’espansione del CBD B. Ridimensionano la domanda di terreni lungo i corridoi di trasporto C. Facilitano l’espansione della frontiera urbana e la nascita di nuovi centri secondari D. Impediscono la creazione di centri secondari a causa della congestione
C. Facilitano l’espansione della frontiera urbana e la nascita di nuovi centri secondari
63
29-10. In che modo il modello policentrico influisce sui costi abitativi nelle città? A. I costi abitativi diminuiscono quando ci si avvicina al CBD B. I costi abitativi aumentano allontanandosi dal CBD e dai centri secondari C. I costi abitativi sono uguali in tutte le aree della città D. I costi abitativi dipendono solo dalla distanza dal CBD
B o C
64
29-11. Con edge cities Garreau intende: A. Parchi industriali privi di connessioni con il CBD B. Aree residenziali isolate dal contesto urbano C. Centri rurali autosufficienti D. Centri periferici autonomi con funzioni simili ai CBD
D. Centri periferici autonomi con funzioni simili ai CBD
65
29-12. Quale fenomeno ha contribuito alla nascita di centri periferici simili a piccoli CBD negli Stati Uniti durante gli anni '80? A. L'espansione delle città rurali B. La riduzione dei costi del trasporto aereo C. La diffusione dei parchi industriali D. Il declino del commercio internazionale
C. La diffusione dei parchi industriali
66
29-13. Quale fenomeno è caratterizzato da uno sviluppo a bassa densità e una predominanza dell'automobile come mezzo di trasporto? A. Urbanizzazione B. Gentrificazione C. Urban sprawl D. Rivitalizzazione urbana
C. Urban sprawl
67
29-14. Qual è una delle esternalità negative che ha spinto molte famiglie a scegliere di vivere lontano dal centro? A. La mancanza di trasporti pubblici B. L'aumento dei costi di trasporto C. La congestione D. L'eccessiva offerta di servizi
C. La congestione
68
29-15. Quale tipologia di attività economiche dipende ancora fortemente dal CBD? A. Attività commerciali al dettaglio B. Attività legate alla produzione agricola C. Attività che richiedono interazioni complesse e frequenti D. Attività logistiche e di trasporto merci
C. Attività che richiedono interazioni complesse e frequenti
69
30-01. Qual è il ruolo del governo nella fase 4 del modello centro-periferia? A. Evitare qualsiasi tipo di intervento economico nelle periferie B. Privilegiare esclusivamente le aree già sviluppate C. Favorire esclusivamente lo sviluppo del centro a scapito delle periferie D. Implementare politiche di sviluppo regionale per migliorare le condizioni delle periferie
D. Implementare politiche di sviluppo regionale per migliorare le condizioni delle periferie
70
30-02. Qual è una conseguenza della crescita esponenziale del centro durante la fase 3? A. Aumento del costo della vita e congestione nelle aree centrali B. Riduzione delle disuguaglianze economiche tra centro e periferia C. Parità economica tra centro e periferia D. Miglioramento delle infrastrutture nelle aree periferiche
A. Aumento del costo della vita e congestione nelle aree centrali
71
30-03. Qual è la caratteristica principale della fase 1 (pre-industrializzazione) nel modello centro-periferia? A. Le regioni sono autosufficienti, con attività economiche distribuite uniformemente B. Esistono già importanti differenze economiche tra centro e periferia C. L'industrializzazione è già in atto su larga scala D. Il centro comincia a concentrare risorse economiche
A. Le regioni sono autosufficienti, con attività economiche distribuite uniformemente
72
30-04. Quale fenomeno contribuisce alla migrazione di forza lavoro dalla periferia al centro? A. La fuga di capitale umano verso il centro per migliori opportunità di lavoro B. La crescita delle infrastrutture nella periferia C. La creazione di industrie ad alta tecnologia nelle periferie D. L'aumento degli investimenti nelle regioni periferiche
A. La fuga di capitale umano verso il centro per migliori opportunità di lavoro
73
30-05. Qual è il ruolo del ‘centro’ nel modello centro-periferia di Friedman? A. Regione dipendente dal centro per beni di consumo B. Area economicamente avanzata con alta produttività e innovazione C. Un’area sviluppata con grandi infrastrutture D. Zona rurale con bassa industrializzazione
B. Area economicamente avanzata con alta produttività e innovazione
74
30-06. Qual è uno degli effetti tangibili della fase di riequilibrio tra centro e periferia? A. Il centro si impoverisce economicamente B. Le periferie iniziano a svolgere funzioni economiche autonome e diventano più competitive C. Non si osservano cambiamenti nelle condizioni economiche delle periferie D. La periferia torna ad essere completamente agricola
B. Le periferie iniziano a svolgere funzioni economiche autonome e diventano più competitive
75
30-07. Cosa succede nella fase 4 (riequilibrio) del modello centro-periferia? A. Il centro continua a dominare completamente l'economia senza alcun cambiamento B. Il centro inizia a specializzarsi solo in attività agricole C. Le periferie rimangono completamente arretrate e dipendenti dal centro D. Si verifica una parziale redistribuzione delle attività economiche verso le periferie
D. Si verifica una parziale redistribuzione delle attività economiche verso le periferie
76
30-08. Qual è la caratteristica principale della fase 3 (sviluppo asimmetrico o polarizzazione) del modello centro-periferia? A. Il centro e la periferia hanno un livello di sviluppo economico simile B. Le regioni periferiche diventano più competitive rispetto al centro C. La periferia inizia a sviluppare settori industriali più avanzati rispetto al centro D. Il divario tra centro e periferia si accentua, con il centro che consolida il suo dominio economico e politico
D. Il divario tra centro e periferia si accentua, con il centro che consolida il suo dominio economico e politico
77
30-09. Cosa succede alle economie locali nella fase 1 (pre-industrializzazione)? A. Sono altamente industrializzate e specializzate B. Sono dominate da attività agricole e artigianali con poca industrializzazione C. Si concentrano principalmente nelle grandi città D. Sono orientate principalmente all'esportazione internazionale
B. Sono dominate da attività agricole e artigianali con poca industrializzazione
78
30-10. Qual è il ruolo delle infrastrutture nella fase 2 del modello centro-periferia? A. Si sviluppano maggiormente nelle regioni periferiche B. Facilitano lo spostamento di merci e persone, potenziando la crescita del centro C. Rallentano la crescita del centro D. Non hanno un impatto significativo sullo sviluppo economico
B. Facilitano lo spostamento di merci e persone, potenziando la crescita del centro
79
30-11. Quali sono gli effetti della nascita del centro sulla periferia? A. La periferia rimane arretrata e si verifica una migrazione verso il centro B. Le differenze economiche tra centro e periferia diminuiscono C. La periferia sviluppa industrie ad alta tecnologia D. Le infrastrutture periferiche migliorano rapidamente
A. La periferia rimane arretrata e si verifica una migrazione verso il centro
80
30-12. Cosa distingue la fase 2 (nascita del centro) nel modello centro-periferia? A. Il centro inizia a crescere rapidamente, attrarre capitali e forza lavoro B. Non esiste una migrazione significativa verso il centro C. Le regioni sono autosufficienti con economie principalmente agricole D. Le infrastrutture sono poco sviluppate e limitano la crescita economica
A. Il centro inizia a crescere rapidamente, attrarre capitali e forza lavoro
81
30-13. La 'periferia', nel modello centro-periferia di Friedman, è intesa come: A. Un distretto finanziario con forte accesso alle reti globali B. Una regione meno industrializzata e con attività a basso valore aggiunto C. Un centro urbano ad alta concentrazione di attività produttive D. Un’area sviluppata con grandi infrastrutture
B. Una regione meno industrializzata e con attività a basso valore aggiunto
82
30-14. Secondo Friedman, quale effetto risulta debole o insufficiente nel ridurre il divario tra centro e periferia? A. Il flusso di risorse naturali dal centro alla periferia B. L'aumento delle esportazioni dalla periferia C. L'effetto trickle-down D. La crescita del capitale umano nella periferia
C. L'effetto trickle-down
83
30-15. Il meccanismo che contribuisce alla concentrazione del potere economico e politico nel centro è: A. La migrazione inversa verso la periferia B. Il trasferimento di risorse naturali dal centro alla periferia C. L’effetto trickle-down D. La concentrazione degli investimenti e delle infrastrutture nel centro
D. La concentrazione degli investimenti e delle infrastrutture nel centro
84
31-01. Qual è una conseguenza della dipendenza economica delle economie periferiche dalle potenze centrali? A. Instabilità politica e crisi economica nella periferia B. Aumento della capacità tecnologica della periferia C. Maggiore sviluppo e indipendenza economica D. Diminuzione delle disuguaglianze economiche
A. Instabilità politica e crisi economica nella periferia
85
31-02. Qual è una caratteristica principale della fase di origine del centro secondo la teoria del sistema-mondo di Wallerstein? A. La periferia esporta principalmente beni tecnologici avanzati B. La periferia diventa dominante nelle attività produttive C. Il centro dipende completamente dalle risorse della periferia D. Il centro si specializza nella produzione di beni ad alto valore aggiunto
D. Il centro si specializza nella produzione di beni ad alto valore aggiunto
86
31-03. Qual è il ruolo del commercio internazionale nella fase di origine del centro? A. Le economie periferiche vendono beni tecnologici al centro B. Il commercio internazionale favorisce principalmente lo sviluppo della periferia C. Il centro trasforma risorse della periferia in beni ad alto valore, aumentando la propria ricchezza D. Il centro esporta risorse naturali alla periferia per aumentarne la produttività
C. Il centro trasforma risorse della periferia in beni ad alto valore, aumentando la propria ricchezza
87
31-04. Una caratteristica distintiva della periferia nella teoria del sistema-mondo è che: A. La periferia è autosufficiente e non dipende dal centro per lo sviluppo B. La periferia esporta tecnologie avanzate al centro C. La periferia si concentra sull'esportazione di materie prime e manodopera a basso costo D. La periferia produce beni di consumo ad alto valore aggiunto
C. La periferia si concentra sull'esportazione di materie prime e manodopera a basso costo
88
31-05. La periferia rimane in uno stato di sottosviluppo, secondo Wallerstein, perché: A. Investe massicciamente in tecnologia e ricerca B. Ha accesso a capitali e tecnologie avanzate C. Dipende dalle esportazioni di materie prime, senza diversificazione industriale D. Si concentra su settori innovativi come l’industria tecnologica
C. Dipende dalle esportazioni di materie prime, senza diversificazione industriale
89
31-06. Quale delle seguenti è una delle conseguenze delle crescenti disuguaglianze sociali e politiche nel sistema-mondo? A. Aumento della cooperazione internazionale tra i paesi centrali B. Crescita della stabilità sociale globale C. Diminuzione delle richieste di giustizia sociale D. Movimenti di resistenza e proteste a livello globale
D. Movimenti di resistenza e proteste a livello globale
90
31-07. Tra le caratteristiche delle economie semiperiferiche, nel modello di Wallerstein, vi è che: A. Le economie semiperiferiche esportano principalmente risorse naturali B. Le economie semiperiferiche dominano i mercati globali avanzati C. Le economie semiperiferiche producono beni manifatturieri di medio valore aggiunto D. Le economie semiperiferiche hanno una tecnologia superiore rispetto al centro
C. Le economie semiperiferiche producono beni manifatturieri di medio valore aggiunto
91
31-08. La semiperiferia ha un ruolo 'stabilizzante' nel sistema-mondo perché [...]: A. Concentra tutta la manodopera qualificata B. Impedisce lo sviluppo della periferia C. Domina completamente i mercati globali D. Evita una polarizzazione estrema tra centro e periferia
D. Evita una polarizzazione estrema tra centro e periferia
92
31-09. Quale delle seguenti è una contraddizione strutturale che contribuisce alla crisi del sistema-mondo capitalista secondo Wallerstein? A. Abbondanza illimitata di risorse rinnovabili B. Riduzione della domanda di beni di lusso C. Esaurimento delle risorse naturali D. Diminuzione dei costi del lavoro
C. Esaurimento delle risorse naturali
93
31-10. Cosa comporta la riduzione del tasso di profitto nel sistema capitalistico? A. Aumento dei profitti a causa della saturazione dei mercati B. Maggiore accumulazione di capitale a lungo termine C. Diminuzione della competizione globale D. Difficoltà crescente per i capitalisti nel mantenere profitti elevati
D. Difficoltà crescente per i capitalisti nel mantenere profitti elevati
94
31-11. Quali strategie possono adottare le periferie e le semiperiferie per ridurre la dipendenza dalle potenze centrali? A. Aumentare le importazioni dai paesi centrali B. Politiche protezionistiche e nazionalizzazioni delle risorse C. Diminuire l’industrializzazione interna D. Promuovere una maggiore integrazione economica con i centri
B. Politiche protezionistiche e nazionalizzazioni delle risorse
95
31-12. Una regione periferica diventare semiperiferica [...]: A. Attraverso lo sviluppo industriale e l’aumento del valore aggiunto dei prodotti B. Continuando a esportare esclusivamente materie prime C. Concentrandosi solo sulla produzione agricola D. Evitando l’integrazione nei mercati globali
A. Attraverso lo sviluppo industriale e l’aumento del valore aggiunto dei prodotti
96
31-13. Wallerstein descrive il declino del sistema-mondo capitalista come: A. Una transizione verso un nuovo sistema, con esiti incerti B. Una fine predeterminata e automatica del capitalismo C. Un collasso che porta automaticamente a un sistema più equo D. Un ritorno alle economie feudali
A. Una transizione verso un nuovo sistema, con esiti incerti
97
31-14. Che ruolo assume la semiperiferia nel mercato del lavoro? A. Si specializza esclusivamente in agricoltura B. Offre manodopera qualificata ma con competenze inferiori rispetto al centro C. Compete con il centro per la forza lavoro più specializzata D. Fornisce esclusivamente manodopera non qualificata
B. Offre manodopera qualificata ma con competenze inferiori rispetto al centro
98
31-15. Perché la semiperiferia rimane dipendente dal centro? A. Deve importare tecnologie avanzate e capitali dalle economie centrali B. Ha una maggiore capacità tecnologica rispetto al centro C. Domina i settori avanzati del mercato globale D. Esporta principalmente prodotti agricoli verso il centro
A. Deve importare tecnologie avanzate e capitali dalle economie centrali
99
32-01. In che modo i poli di crescita interagiscono tra loro? A. Evitando qualsiasi interazione economica B. Attraverso relazioni di cooperazione o competizione a livello nazionale e internazionale C. Solo a livello regionale senza influenze internazionali D. Con una stretta collaborazione obbligatoria tra le imprese
B. Attraverso relazioni di cooperazione o competizione a livello nazionale e internazionale
100
32-02. Quale rischio è associato allo sviluppo disomogeneo nei poli di crescita? A. Maggiore uniformità nello sviluppo economico B. Aumento delle disuguaglianze regionali C. Eliminazione delle aree periferiche D. Rallentamento della crescita del centro
B. Aumento delle disuguaglianze regionali
101
32-03. Cosa si intende per ‘effetto trainante’ in un polo di crescita? A. L'eliminazione della concorrenza tra le imprese B. La diffusione dello sviluppo economico verso le aree circostanti attraverso interazioni economiche C. La capacità delle aree periferiche di diventare autonome senza il centro D. La riduzione della dipendenza economica dal centro
B. La diffusione dello sviluppo economico verso le aree circostanti attraverso interazioni economiche
102
32-04. Quale circostanza delinea un polo di crescita secondo Perroux? A. Decentramento delle attività economiche B. Distribuzione equa dello sviluppo su tutto il territorio C. Eliminazione delle disuguaglianze regionali D. Concentrazione geografica
D. Concentrazione geografica
103
32-05. Quale delle seguenti affermazioni rispecchia il pensiero di Perroux sui poli di crescita in America Latina e Africa? A. I veri poli di crescita si trovano in Europa e negli Stati Uniti B. America Latina e Africa ospitano i centri motori dello sviluppo globale C. I poli di crescita sono equamente distribuiti in tutto il mondo D. Le forze di mercato garantiscono uno sviluppo armonico
A. I veri poli di crescita si trovano in Europa e negli Stati Uniti
104
32-06. Boudeville ha reinterpretato i poli di crescita [...] A. Come nodi internazionali di commercio senza effetti periferici B. Come aree rurali isolate, in cui la crescita è autonoma C. Come centri urbani, con la crescita che si diffonde verso la periferia D. Come poli di sviluppo esclusivamente nelle economie emergenti
C. Come centri urbani, con la crescita che si diffonde verso la periferia
105
32-07. Secondo François Perroux, quale concetto è essenziale per descrivere l'economia globale? A. Territorio nazionale B. Spazio rurale C. Spazio geografico D. Spazio economico
D. Spazio economico
106
32-08. L'obiettivo di un polo di crescita pianificato (o indotto) è quello di [...]: A. Promuovere solo lo sviluppo delle aree urbane più grandi B. Garantire che la crescita si diffonda in modo uniforme su tutto il territorio nazionale C. Eliminare la concorrenza economica tra le regioni D. Attrarre nuove aziende in regioni a crescita lenta tramite incentivi governativi
D. Attrarre nuove aziende in regioni a crescita lenta tramite incentivi governativi
107
32-09. Un polo di crescita naturale rappresenta: A. Un'area in cui il governo pianifica investimenti per stimolare la crescita B. Una regione rurale in via di sviluppo C. Un'area in cui lo sviluppo economico si concentra spontaneamente D. Una città completamente indipendente dagli investimenti pubblici
C. Un'area in cui lo sviluppo economico si concentra spontaneamente
108
33-01. Per innovazione interna i intende: A. L’uso esclusivo di risorse pubbliche per finanziare il processo innovativo B. Un’innovazione sviluppata interamente all’interno dell’azienda C. Una collaborazione tra aziende concorrenti per condividere i costi dell’innovazione D. La commercializzazione di un prodotto in un mercato locale
B. Un’innovazione sviluppata interamente all’interno dell’azienda
109
33-02. Una caratteristica distintiva dell’innovazione incrementale è che [...]: A. Non richiede alcun processo di apprendimento o sperimentazione B. Cambia radicalmente il modo di operare, rendendo obsoleti i prodotti precedenti C. Introduce modifiche graduali e progressive su tecnologie esistenti D. È limitata ai soli miglioramenti estetici dei prodotti
C. Introduce modifiche graduali e progressive su tecnologie esistenti
110
33-03. Per spillover spaziale nel contesto dell’innovazione si intende: A. L’impossibilità di trasferire innovazioni tra regioni con diversa specializzazione B. La diffusione delle conoscenze e tecnologie da un’area a quelle circostanti C. La frammentazione delle risorse economiche tra le regioni D. La concentrazione di tutte le attività innovative in una singola regione
B. La diffusione delle conoscenze e tecnologie da un’area a quelle circostanti
111
33-04. Quale elemento contribuisce alla creazione di cluster tecnologici efficienti A. La totale indipendenza delle imprese dai mercati globali B. L’assenza di sovvenzioni pubbliche a favore del libero mercato C. La collaborazione tra imprese, università e istituti di ricerca D. La presenza esclusiva di grandi imprese senza start-up o piccole imprese
C. La collaborazione tra imprese, università e istituti di ricerca
112
33-05. Un potenziale svantaggio delle regioni che si concentrano solo sulla fase di invenzione è che: A. Non riescono a creare laboratori di ricerca o università B. Possono non beneficiare direttamente del valore economico derivante dalla commercializzazione C. Possono trasformare rapidamente le invenzioni in prodotti vendibili senza competenze locali D. Vedono una crescita significativa del PIL senza effetti occupazionali
B. Possono non beneficiare direttamente del valore economico derivante dalla commercializzazione
113
33-06. Un fattore chiave per trasformare un’invenzione in un’innovazione redditizia è [...]: A. L’accesso a infrastrutture di trasporto e a reti di comunicazione efficienti B. L’assenza di politiche pubbliche locali per evitare interferenze nel mercato C. La concentrazione di centri di ricerca in una regione senza necessità di infrastrutture D. La dipendenza esclusiva da finanziamenti pubblici per sostenere la produzione
A. L’accesso a infrastrutture di trasporto e a reti di comunicazione efficienti
114
33-07. Quale delle seguenti affermazioni è vera riguardo ai cluster di piccole imprese? A. Sono più flessibili e inclini a sviluppare innovazioni radicali B. Dipendono interamente dal supporto di multinazionali C. Hanno una maggiore capacità economica rispetto ai grandi cluster D. Sono meno tolleranti ai fallimenti rispetto ai grandi cluster
A. Sono più flessibili e inclini a sviluppare innovazioni radicali
115
33-08. Come si classificano le innovazioni che provengono da partnership con altre aziende A. Innovazioni esterne B. Innovazioni radicali C. Innovazioni incrementali D. Innovazioni interne
A. Innovazioni esterne
116
33-09. Qual è un elemento cruciale per il successo dei cluster innovativi secondo Maula e coautori A. L’assenza di grandi imprese nelle vicinanze B. La dipendenza esclusiva da finanziamenti pubblici C. La prossimità a capitali di rischio informale e angel investors D. L’isolamento geografico rispetto ai mercati globali
C. La prossimità a capitali di rischio informale e angel investors
117
33-10. Secondo Duranton e Puga, quale fenomeno si verifica nelle città economicamente diversificate A. La produzione di massa di prodotti maturi B. L’assenza di spillover tecnologici C. Lo sviluppo e la sperimentazione di prototipi innovativi D. L’adozione di politiche anti-agglomerative
C. Lo sviluppo e la sperimentazione di prototipi innovativi
118
33-11. Quale tipo di regione potrebbe beneficiare meno dall’innovazione generata nei propri centri di ricerca? A. Una regione con alti tassi di concentrazione spaziale B. Una regione che ospita molte start-up tecnologiche C. Una regione che non dispone di infrastrutture per la produzione e la commercializzazione D. Una regione con un basso livello di brevetti registrati
C. Una regione che non dispone di infrastrutture per la produzione e la commercializzazione
119
33-12. Cosa si intende per spillover di conoscenza A. L’esclusione di regioni meno sviluppate dalla catena del valore innovativo B. Il trasferimento di manodopera qualificata da un settore all’altro C. L’accumulo di brevetti non utilizzati in una determinata regione D. La diffusione di conoscenze tecniche e innovazioni tra aree geografiche vicine
D. La diffusione di conoscenze tecniche e innovazioni tra aree geografiche vicine
120
33-13. Il coefficiente spaziale di Gini in un contesto innovativo misura: A. La capacità di spillover tra cluster regionali B. La disuguaglianza nella distribuzione delle invenzioni a livello nazionale C. La quantità di brevetti emessi in una specifica regione D. La concentrazione dell’occupazione in un settore rispetto alla distribuzione complessiva
D. La concentrazione dell’occupazione in un settore rispetto alla distribuzione complessiva
121
33-14. Quale indicatore è più efficace per valutare l’impatto reale dei brevetti A. La quantità totale di brevetti registrati in una regione B. Il numero di citazioni ricevute dai brevetti C. La data di registrazione dei brevetti D. Il numero di inventori registrati per brevetto
B. Il numero di citazioni ricevute dai brevetti
122
33-15. Qual è un esempio di innovazione incrementale A. La scoperta del transistor B. L’introduzione di accensioni elettroniche nei motori C. La creazione del primo motore a combustione interna D. L’invenzione del telefono
B. L’introduzione di accensioni elettroniche nei motori
123
33-16. Qual è una caratteristica distintiva dei cluster di innovazione delle grandi imprese rispetto a quelli delle start-up A. La dipendenza esclusiva da capitali pubblici B. L’assenza di legami interni tra le proprie unità operative C. Una maggiore capacità di investimento a lungo termine D. Una maggiore tolleranza al rischio e propensione alle innovazioni radicali
C. Una maggiore capacità di investimento a lungo termine
124
33-17. Qual è il ruolo delle smart cities nel processo innovativo A. Riducono l’impatto economico delle innovazioni nelle regioni circostanti B. Operano in modo isolato senza attrarre investimenti privati C. Facilitano sia la ricerca e sviluppo che la produzione su larga scala grazie alle infrastrutture avanzate D. Si concentrano esclusivamente sulla creazione di invenzioni, non sulla loro commercializzazione
C. Facilitano sia la ricerca e sviluppo che la produzione su larga scala grazie alle infrastrutture avanzate
125
33-18. Cosa implica l’innovazione di processo A. Il miglioramento di una singola componente di un prodotto senza alterarne la funzione B. Lo sviluppo di una nuova teoria economica C. L’introduzione di nuove tecnologie o miglioramenti significativi nel processo di produzione D. La creazione di un nuovo prodotto radicalmente diverso dai precedenti
C. L’introduzione di nuove tecnologie o miglioramenti significativi nel processo di produzione
126
33-19. Qual è la differenza fondamentale tra invenzione e innovazione secondo Schumpeter A. L’innovazione si riferisce alla creazione di qualcosa di nuovo, mentre l’invenzione alla sua applicazione pratica B. L’invenzione richiede investimenti finanziari, mentre l’innovazione no C. L’invenzione avviene solo nei laboratori di ricerca, mentre l’innovazione è un processo spontaneo D. L’invenzione è un atto intellettuale, mentre l’innovazione è un atto commerciale
D. L’invenzione è un atto intellettuale, mentre l’innovazione è un atto commerciale
127
34-01. Qual è il ruolo delle università nei cluster ad alta intensità di conoscenza? A. Operano esclusivamente come centri di formazione senza alcun legame con le imprese locali B. Favoriscono la concorrenza tra aziende senza supportare l’innovazione C. Forniscono invenzioni commercializzabili e manodopera altamente qualificata D. Producono brevetti che non possono essere utilizzati dalle aziende
C. Forniscono invenzioni commercializzabili e manodopera altamente qualificata
128
34-02. Qual è una sfida della globalizzazione della conoscenza? A. Il divario crescente tra Paesi con elevate risorse per R&S e quelli carenti B. La completa esclusione delle aree urbane dal mercato globale C. La diminuzione del commercio internazionale di beni tecnologici D. La riduzione delle opportunità per le imprese locali nei cluster tecnologici
A. Il divario crescente tra Paesi con elevate risorse per R&S e quelli carenti
129
34-03. Quale affermazione descrive meglio l’effetto dell’economia della conoscenza sulla polarizzazione economica? A. Le regioni con un vantaggio iniziale tendono a prosperare, mentre quelle meno sviluppate rischiano di rimanere indietro B. La polarizzazione si riduce poiché tutte le regioni beneficiano equamente dell’economia della conoscenza C. Le regioni senza università leader prosperano grazie agli spillover globali D. Tutte le regioni diventano competitive grazie alle tecnologie ICT
A. Le regioni con un vantaggio iniziale tendono a prosperare, mentre quelle meno sviluppate rischiano di rimanere indietro
130
34-04. L’economia della conoscenza favorisce la globalizzazione [...]: A. Eliminando completamente la necessità di operare a livello locale B. Limitando il commercio internazionale ai soli beni fisici C. Escludendo le regioni periferiche dalle catene di valore globali D. Facilitando la gestione e il coordinamento delle risorse su scala globale attraverso le ICT
D. Facilitando la gestione e il coordinamento delle risorse su scala globale attraverso le ICT
131
34-05. Qual è una caratteristica del modello B2C nell’e-commerce? A. Riduce la gamma di prodotti disponibili rispetto ai negozi fisici B. Consente ai consumatori di acquistare beni direttamente da casa tramite piattaforme online C. Limita le interazioni tra consumatori e produttori a contesti urbani D. Esclude le PMI rurali dal commercio digitale
B. Consente ai consumatori di acquistare beni direttamente da casa tramite piattaforme online
132
34-06. Cosa distingue le economie di urbanizzazione da quelle di localizzazione? A. Le economie di urbanizzazione si concentrano esclusivamente sulla riduzione dei costi di trasporto B. Le economie di urbanizzazione dipendono solo dalla presenza di ICT avanzate C. Le economie di localizzazione sono legate alla collaborazione tra settori diversi in un cluster D. Le economie di urbanizzazione derivano dalla diversità industriale di una città, mentre quelle di localizzazione dalla concentrazione di un singolo settore
D. Le economie di urbanizzazione derivano dalla diversità industriale di una città, mentre quelle di localizzazione dalla concentrazione di un singolo settore
133
34-07. Per dispersione territoriale nell’economia della conoscenza si intende: A. L’esclusione delle aree rurali dall’accesso ai mercati globali B. La concentrazione esclusiva delle attività economiche in pochi centri avanzati C. La possibilità di accedere a beni e servizi ad alta intensità di conoscenza anche nelle aree periferiche grazie alle ICT D. La tendenza delle imprese ad abbandonare completamente le aree urbane
C. La possibilità di accedere a beni e servizi ad alta intensità di conoscenza anche nelle aree periferiche grazie alle ICT
134
34-08. Qual è un esempio di conoscenza tacita? A. Un manuale scritto per utilizzare un software B. L’esperienza personale di un lavoratore nell’utilizzo di una tecnologia C. Un database organizzato di informazioni aziendali D. Le istruzioni verbali per completare un compito
B. L’esperienza personale di un lavoratore nell’utilizzo di una tecnologia
135
34-09. L’aumento della conoscenza, nei beni esistenti, implica: A. L’aumento esclusivo della produzione di beni fisici B. La riduzione della complessità nei processi produttivi C. La trasformazione dei beni tradizionali in prodotti ad alto contenuto di conoscenza, come nel mercato delle auto elettriche D. L’abbandono completo dei beni tradizionali a favore di nuovi prodotti tecnologici
C. La trasformazione dei beni tradizionali in prodotti ad alto contenuto di conoscenza, come nel mercato delle auto elettriche
136
34-10. Quale cambiamento nel trasporto è associato al modello e-retail? A. L’aumento del trasporto merci su lunga distanza sostituisce i viaggi personali verso i negozi fisici B. L’aumento del traffico nelle aree urbane a causa delle consegne a domicilio C. La riduzione della capacità di distribuzione delle PMI rurali D. La completa eliminazione della necessità di trasporto per i beni acquistati
A. L’aumento del trasporto merci su lunga distanza sostituisce i viaggi personali verso i negozi fisici
137
34-11. Qual è uno degli effetti principali delle ICTs sull’interazione geografica? A. Hanno eliminato il commercio elettronico B2B B. Hanno ridotto la necessità di infrastrutture di trasporto per tutte le merci C. Hanno eliminato completamente l’importanza della distanza fisica D. Hanno modificato il modo in cui le persone interagiscono con l’ambiente economico e geografico
D. Hanno modificato il modo in cui le persone interagiscono con l’ambiente economico e geografico
138
34-12. Qual è la differenza tra economia dell’informazione ed economia della conoscenza? A. L’economia dell’informazione si concentra esclusivamente sul commercio elettronico B. L’economia della conoscenza si occupa solo della produzione materiale di beni C. L’economia dell’informazione si concentra sulle tecnologie per gestire e trasmettere informazioni, mentre l’economia della conoscenza include anche la creazione di valore attraverso il know-how D. L’economia dell’informazione non ha alcun legame con l’uso delle ICT
C. L’economia dell’informazione si concentra sulle tecnologie per gestire e trasmettere informazioni, mentre l’economia della conoscenza include anche la creazione di valore attraverso il know-how
139
34-13. Un bene ad alta intensità di conoscenza si definisce come: A. Un prodotto il cui valore deriva principalmente dalla conoscenza applicata nella sua produzione B. Un prodotto che richiede esclusivamente risorse materiali per essere realizzato C. Un prodotto che non dipende dall’applicazione del know-how D. Un prodotto tecnologico che utilizza solo informazioni grezze
A. Un prodotto il cui valore deriva principalmente dalla conoscenza applicata nella sua produzione
140
34-14. La concentrazione di imprese ad alta intensità di conoscenza nei cluster è favorita da: A. L’isolamento geografico per ridurre la competizione B. La disponibilità di lavoratori specializzati e spillover di conoscenza C. La mancanza di università o centri di ricerca nelle vicinanze D. La scarsità di infrastrutture di comunicazione
B. La disponibilità di lavoratori specializzati e spillover di conoscenza
141
34-15. Qual è la caratteristica distintiva della conoscenza rispetto alle informazioni? A. La conoscenza non può mai essere esplicitata o condivisa B. La conoscenza non influisce sui processi decisionali C. La conoscenza implica il know-how, ovvero la capacità di applicare informazioni per ottenere risultati D. La conoscenza è composta da dati non organizzati
C. La conoscenza implica il know-how, ovvero la capacità di applicare informazioni per ottenere risultati
142
35-01. Come è definita la specializzazione locale nei distretti industriali? A. La concentrazione su settori specifici con competenze altamente specializzate B. La dipendenza esclusiva da settori tradizionali senza innovazione C. La produzione generalista per competere su mercati globali D. La diversificazione produttiva senza legami con il contesto locale
A. La concentrazione su settori specifici con competenze altamente specializzate
143
35-02. Tra le caratteristiche distintive dei distretti industriali vi è: A. La totale indipendenza delle imprese dal contesto territoriale B. La competizione esclusiva tra imprese senza collaborazione C. L’integrazione tra imprese, lavoratori, istituzioni e comunità locale D. L’assenza di specializzazione produttiva
C. L’integrazione tra imprese, lavoratori, istituzioni e comunità locale
144
35-03. Quale ruolo possono svolgere le reti di cluster tra distretti industriali? A. Ridurre l’accesso ai mercati globali per le imprese locali B. Limitare la cooperazione per promuovere la competizione tra distretti C. Impedire l’innovazione condivisa tra diversi settori D. Generare sinergie attraverso lo scambio di risorse e competenze
D. Generare sinergie attraverso lo scambio di risorse e competenze
145
35-04. Cosa si intende per ‘atmosfera industriale’ in un distretto industriale? A. Un ambiente isolato privo di relazioni con la comunità B. Una completa dipendenza dalle grandi imprese multinazionali C. Un insieme di conoscenze tacite, valori condivisi e pratiche produttive comuni D. La mancanza di innovazione e competenze locali
C. Un insieme di conoscenze tacite, valori condivisi e pratiche produttive comuni
146
35-05. Quale strategia permette ai distretti industriali di affrontare le pressioni globali? A. Eliminare la collaborazione con istituzioni accademiche e centri di ricerca B. Integrare le competenze tradizionali con tecnologie avanzate e innovazioni sostenibili C. Concentrarsi esclusivamente su mercati locali per evitare la competizione internazionale D. Ridurre la partecipazione delle imprese locali alle reti globali di produzione
B. Integrare le competenze tradizionali con tecnologie avanzate e innovazioni sostenibili
147
35-06. La fiducia e la cooperazione informale influiscono sui distretti industriali perché: A. Eliminano la necessità di competenze specialistiche nei distretti B. Ostacolano la crescita economica a causa di eccessiva competizione interna C. Limitano le possibilità di adattamento ai mercati globali D. Favoriscono l’innovazione e la condivisione di conoscenze tra le imprese
D. Favoriscono l’innovazione e la condivisione di conoscenze tra le imprese
148
35-07. La relazione tra città dinamiche e distretti industriali è caratterizzata da: A. La completa separazione tra aree urbane e distretti industriali B. La mancanza di opportunità collaborative tra distretti e città C. L’isolamento dei distretti rispetto alle dinamiche urbane D. L’accesso a infrastrutture avanzate e capitale umano qualificato offerto dalle città
D. L’accesso a infrastrutture avanzate e capitale umano qualificato offerto dalle città
149
35-08. Una sfida ambientale per i distretti industriali è: A. Escludere le imprese green dalle reti locali B. Ridurre l’impatto ecologico adottando tecnologie sostenibili e modelli di economia circolare C. Promuovere la produzione di massa senza considerare le regolamentazioni ambientali D. Ridurre le iniziative di innovazione sostenibile a favore della tradizione
B. Ridurre l’impatto ecologico adottando tecnologie sostenibili e modelli di economia circolare
150
35-09. In che modo le politiche pubbliche possono supportare l’internazionalizzazione dei distretti industriali? A. Facilitando l’accesso ai mercati internazionali con programmi di formazione e agevolazioni fiscali B. Sostenendo esclusivamente la produzione per i mercati nazionali C. Limitando le opportunità di collaborazione internazionale per preservare le identità locali D. Escludendo le PMI locali dai programmi di esportazione
A. Facilitando l’accesso ai mercati internazionali con programmi di formazione e agevolazioni fiscali
151
35-10. Qual è uno degli obiettivi delle politiche pubbliche per i distretti industriali? A. Limitare l’accesso delle imprese locali ai mercati internazionali B. Promuovere l’integrazione tra competenze tradizionali e competenze ad alta intensità di conoscenza C. Concentrarsi esclusivamente sulla conservazione delle tradizioni locali senza innovazione D. Escludere università e centri di ricerca dalla collaborazione con le imprese
B. Promuovere l’integrazione tra competenze tradizionali e competenze ad alta intensità di conoscenza
152
35-11. Qual è un vantaggio dei distretti industriali nell’adattamento ai mercati? A. L’esclusione delle PMI dal contesto produttivo B. La dipendenza esclusiva dai finanziamenti pubblici per innovare C. La rigidità operativa dovuta alla mancanza di collaborazione tra le imprese D. La flessibilità e la capacità di reagire rapidamente ai cambiamenti del mercato
D. La flessibilità e la capacità di reagire rapidamente ai cambiamenti del mercato
153
35-12. Qual è stato il contributo di Giacomo Becattini allo studio dei distretti industriali? A. La riduzione dell’importanza dei valori condivisi nei distretti B. La sostituzione del concetto di atmosfera industriale con quello di individualismo aziendale C. L’integrazione delle teorie di Marshall con analisi sociologiche e culturali D. L’introduzione del modello di produzione centralizzata
C. L’integrazione delle teorie di Marshall con analisi sociologiche e culturali
154
35-13. I distretti industriali si distinguono dalla produzione di massa centralizzata per via di: A. La totale dipendenza dai mercati internazionali B. La sostituzione delle imprese locali con grandi conglomerati C. L’assenza di scambi di informazioni tra le imprese D. La capacità di combinare flessibilità e specializzazione produttiva
D. La capacità di combinare flessibilità e specializzazione produttiva
155
35-14. Quale concetto di Marshall è associato ai distretti industriali? A. L’organizzazione esclusivamente verticale delle imprese B. La centralizzazione della produzione in grandi aziende C. Le economie esterne condivise tra imprese locali D. La riduzione della cooperazione tra imprese vicine
C. Le economie esterne condivise tra imprese locali
156
35-15. Cosa si intende per endogeneità di un distretto industriale? A. La capacità di guidare lo sviluppo economico senza dipendere da attori esterni B. La dipendenza esclusiva dalle esportazioni internazionali C. La completa assenza di cooperazione tra imprese locali e istituzioni D. L’assenza di competenze locali specifiche
A. La capacità di guidare lo sviluppo economico senza dipendere da attori esterni
157
36-01. Qual è un elemento distintivo dei distretti resilienti alle sfide globali? A. La capacità di mantenere il fulcro della conoscenza e della manodopera qualificata localmente B. L’esclusione delle istituzioni locali dai processi decisionali C. La riduzione della cooperazione tra imprese vicine D. La completa delocalizzazione della produzione verso Paesi a basso costo
A. La capacità di mantenere il fulcro della conoscenza e della manodopera qualificata localmente
158
36-02. In che modo l’equilibrio tra competizione e cooperazione favorisce l’innovazione nei distretti? A. Promuove l’apprendimento collettivo e la condivisione di tecnologie B. Elimina la necessità di economie di agglomerazione C. Impedisce la diffusione di tecnologie all’interno del distretto D. Limita l’accesso ai mercati globali per le PMI
A. Promuove l’apprendimento collettivo e la condivisione di tecnologie
159
36-03. Cosa implica il passaggio da un distretto industriale a un distretto tecnologico? A. L’adozione di tecnologie avanzate per competere a livello internazionale B. La riduzione della cooperazione tra istituzioni locali e imprese C. L’esclusione delle PMI dai settori tecnologici emergenti D. L’abbandono delle competenze tradizionali a favore della standardizzazione
A. L’adozione di tecnologie avanzate per competere a livello internazionale
160
36-04. Quale sfida può minare la sostenibilità dei distretti industriali nel lungo periodo? A. L’incapacità di imprimere innovazioni radicali nei settori tecnologici emergenti B. L’assenza di specializzazioni locali nei mercati tradizionali C. La completa sostituzione delle imprese locali con attori internazionali D. La riduzione della flessibilità produttiva nei distretti tradizionali
A. L’incapacità di imprimere innovazioni radicali nei settori tecnologici emergenti
161
36-05. Come i distretti industriali affrontano i cambiamenti tecnologici globali? A. Eliminando le reti di apprendimento collettivo B. Integrando tecnologie avanzate attraverso collaborazioni istituzionali e di ricerca C. Limitando l’adozione di tecnologie alle sole multinazionali D. Rinunciando alla cooperazione con le PMI locali
B. Integrando tecnologie avanzate attraverso collaborazioni istituzionali e di ricerca
162
36-06. Qual è un vantaggio delle economie di agglomerazione nei distretti industriali? A. Favoriscono l’apprendimento collettivo e la condivisione di competenze B. Eliminano la competizione interna tra le imprese C. Limitano l’accesso alle risorse globali per le PMI D. Rendono indipendenti le imprese locali dai mercati globali
A. Favoriscono l’apprendimento collettivo e la condivisione di competenze
163
36-07. Cosa consente alle PMI nei distretti di competere a livello globale? A. L’isolamento rispetto ai mercati globali B. La specializzazione esclusivamente in innovazioni radicali C. La dipendenza da attori multinazionali per il trasferimento tecnologico D. La cooperazione con enti pubblici, centri di ricerca e reti di fornitura
D. La cooperazione con enti pubblici, centri di ricerca e reti di fornitura
164
36-08. Cosa caratterizza i distretti tecnologici rispetto a quelli tradizionali? A. La riduzione delle competenze tecniche locali B. L’abbandono delle reti di cooperazione tra imprese C. L’esclusiva concentrazione su mercati locali D. La produzione di beni e servizi ad alta intensità tecnologica
D. La produzione di beni e servizi ad alta intensità tecnologica
165
36-09. Cosa distingue i distretti dell’Emilia-Romagna rispetto ad altri distretti italiani? A. L’incapacità di adattarsi alle sfide globali B. La completa assenza di delocalizzazioni produttive C. La stretta collaborazione tra imprese, istituzioni locali e centri di ricerca D. La specializzazione esclusivamente in beni di consumo tradizionali
C. La stretta collaborazione tra imprese, istituzioni locali e centri di ricerca
166
36-10. Qual è il ruolo delle istituzioni locali nel sostenere i distretti industriali? A. Si limitano a regolamentare i mercati senza interventi diretti B. Facilitano l’introduzione di tecnologie e modernizzano il tessuto produttivo C. Sostituiscono le imprese locali con attori internazionali D. Escludono le PMI dai programmi di innovazione
B. Facilitano l’introduzione di tecnologie e modernizzano il tessuto produttivo
167
36-11. Qual è un rischio per la competitività dei distretti industriali nel contesto globale? A. La mancanza di una rete di relazioni locali B. L’incapacità di mantenere il ritmo del cambiamento tecnologico C. L’eccessiva dipendenza da innovazioni radicali D. L’assenza di economie di agglomerazione
B. L’incapacità di mantenere il ritmo del cambiamento tecnologico
168
36-12. Quale limite all’innovazione è intrinseco nei distretti industriali? A. La concentrazione esclusiva su settori tecnologicamente maturi B. La tendenza a privilegiare l’innovazione incrementale rispetto a quella radicale C. La dipendenza assoluta dai finanziamenti pubblici per innovare D. La totale assenza di collaborazioni con centri di ricerca e università
B. La tendenza a privilegiare l’innovazione incrementale rispetto a quella radicale
169
36-13. Cosa implica la trasformazione di un distretto industriale in un ‘nodo’ di reti globali? A. La completa sostituzione delle PMI con grandi imprese multinazionali B. L’integrazione con catene di valore internazionali senza perdere la specializzazione locale C. La perdita totale della coesione tra imprese locali D. La fine della cooperazione tra le imprese e le istituzioni pubbliche
B. L’integrazione con catene di valore internazionali senza perdere la specializzazione locale
170
36-14. Quale caratteristica distingue i distretti industriali rispetto alla produzione di massa fordista? A. L’assenza di collaborazioni tra imprese e istituzioni locali B. La totale dipendenza da imprese multinazionali C. La concentrazione esclusiva su innovazioni radicali D. La specializzazione flessibile, adattabile ai cambiamenti di mercato
D. La specializzazione flessibile, adattabile ai cambiamenti di mercato
171
36-15. Come la localizzazione in un distretto può influire sull’innovazione delle PMI? A. Limita l’accesso alle conoscenze tacite condivise B. Riduce la capacità di innovazione incrementale ma supporta quella radicale C. Aumenta la frammentazione delle reti di fornitura locali D. Impedisce l’introduzione di nuove tecnologie
B. Riduce la capacità di innovazione incrementale ma supporta quella radicale
172
37-01. Qual è il ruolo delle istituzioni locali nelle learning regions? A. Limitare le interazioni tra imprese e università per ridurre i costi B. Promuovere solo l’apprendimento individuale nelle imprese C. Creare infrastrutture per sostenere l’innovazione e favorire la cooperazione D. Escludere la partecipazione pubblica nelle dinamiche di sviluppo regionale
C. Creare infrastrutture per sostenere l’innovazione e favorire la cooperazione
173
37-02. Le learning regions mantengono la competitività a livello globale [...]: A. Con la totale esclusione delle dinamiche di fiducia e relazioni sociali B. Escludendo la partecipazione delle università nello sviluppo economico C. Limitando il ruolo delle infrastrutture tecnologiche e sociali D. Attraverso l’innovazione continua sostenuta da reti di cooperazione tra attori locali
D. Attraverso l’innovazione continua sostenuta da reti di cooperazione tra attori locali
174
37-03. Quale caratteristica differenzia le learning regions dalle regioni basate sulla produzione di massa? A. La concentrazione esclusiva su beni fisici durevoli B. La dipendenza completa da manodopera low-skilled C. L’orientamento verso l’innovazione continua e l’apprendimento interattivo D. La separazione tra innovazione e produzione
C. L’orientamento verso l’innovazione continua e l’apprendimento interattivo
175
37-04. In che modo la globalizzazione influenza le learning regions? A. Impedisce il trasferimento di conoscenze tra regioni con culture diverse B. Riduce l’importanza delle infrastrutture sociali e tecnologiche locali C. Limita l’accesso delle regioni meno sviluppate ai mercati internazionali D. Promuove la collaborazione tra università, centri di ricerca e industrie a livello globale
D. Promuove la collaborazione tra università, centri di ricerca e industrie a livello globale
176
37-05. Un vantaggio delle learning regions rispetto ai modelli di sviluppo tradizionali è relativo a: A. La completa indipendenza dalle reti di cooperazione globali B. La capacità di combinare innovazione e produzione in un sistema integrato C. L’orientamento esclusivo a infrastrutture fisiche domestiche D. La concentrazione esclusiva su produzioni di massa a basso costo
B. La capacità di combinare innovazione e produzione in un sistema integrato
177
37-06. Un fattore critico per l’innovazione nelle learning regions riguarda: A. La dipendenza totale da modelli gerarchici verticali B. La fiducia reciproca tra imprese e istituzioni locali C. L’isolamento geografico per ridurre la competizione internazionale D. L’assenza di relazioni collaborative tra imprese e centri di ricerca
B. La fiducia reciproca tra imprese e istituzioni locali
178
37-07. Il concetto di ‘produzione mediata dall’innovazione’ implica: A. La riduzione del ruolo delle imprese nei processi di apprendimento B. L’integrazione tra innovazione e produzione in un ciclo continuo C. L’assenza di infrastrutture sociali e tecnologiche avanzate D. La separazione totale delle funzioni produttive e creative
B. L’integrazione tra innovazione e produzione in un ciclo continuo
179
37-08. Per apprendimento collettivo nelle learning regions si intende: A. La formazione di lavoratori esclusivamente all’interno delle aziende B. La competizione diretta tra regioni senza alcun trasferimento di conoscenze C. Un sistema di apprendimento basato esclusivamente sull’imitazione tecnologica D. Un processo interattivo che coinvolge imprese, istituzioni e comunità locali
D. Un processo interattivo che coinvolge imprese, istituzioni e comunità locali
180
37-09. Nelle learning regions, quale elemento favorisce lo sviluppo tecnologico? A. La competizione esclusiva senza alcuna forma di cooperazione B. La dipendenza totale da investimenti stranieri diretti C. L’apprendimento interattivo tra attori economici e istituzionali D. L’esclusione delle università dalle dinamiche di innovazione locale
C. L’apprendimento interattivo tra attori economici e istituzionali
181
37-10. Qual è una caratteristica distintiva delle learning regions? A. La dipendenza esclusiva dai mercati globali per sostenere l’innovazione B. L’assenza di infrastrutture per il trasferimento tecnologico C. La capacità di promuovere l’interazione tra attori economici, istituzioni e comunità locali D. La separazione tra innovazione e produzione nei sistemi locali
C. La capacità di promuovere l’interazione tra attori economici, istituzioni e comunità locali
182
37-11. Le istituzioni locali contribuiscono all’evoluzione delle learning regions [...]: A. Escludendo il coinvolgimento delle imprese nelle decisioni strategiche B. Promuovendo esclusivamente la competizione tra gli attori locali C. Limitando le opportunità di apprendimento interattivo D. Attraverso la promozione di reti collaborative e centri di ricerca innovativi
D. Attraverso la promozione di reti collaborative e centri di ricerca innovativi
183
37-12. Qual è una differenza chiave tra economie basate sulla conoscenza e quelle basate sulla produzione di massa? A. Le seconde dipendono esclusivamente dalle reti di apprendimento globali B. Le seconde promuovono relazioni istituzionali orizzontali e collaborative C. Le prime si basano sull’apprendimento continuo e lavoratori altamente qualificati D. Le prime si concentrano su infrastrutture fisiche e produzione di beni durevoli
C. Le prime si basano sull’apprendimento continuo e lavoratori altamente qualificati
184
37-13. Una sfida affrontata dalle learning regions nel contesto globale è quella di: A. Impedire l’accesso alle risorse umane globali altamente qualificate B. Mantenere l’equilibrio tra dipendenza esterna e sviluppo locale C. Escludere le infrastrutture tecnologiche dai processi produttivi D. Limitare la collaborazione tra università e imprese locali
B. Mantenere l’equilibrio tra dipendenza esterna e sviluppo locale
185
37-14. Cosa caratterizza la governance nelle learning regions rispetto alla produzione di massa? A. Un orientamento esclusivamente domestico per le infrastrutture B. Un modello gerarchico verticale e conflittuale tra attori economici C. Un sistema decentralizzato e collaborativo con istituzioni locali flessibili D. Una riduzione dell’autonomia decisionale delle regioni locali
C. Un sistema decentralizzato e collaborativo con istituzioni locali flessibili
186
37-15. Qual è il ruolo del capitale sociale nelle learning regions? A. Rende le learning regions dipendenti dai flussi di conoscenza esterni B. Facilita la cooperazione e l’apprendimento reciproco tra imprese e istituzioni C. Impedisce la formazione di reti di collaborazione a livello locale D. Elimina la necessità di fiducia nelle relazioni economiche
B. Facilita la cooperazione e l’apprendimento reciproco tra imprese e istituzioni
187
38-01. L'obiettivo di un tecnopolo è: A. Favorire l'interscambio di conoscenze e lo sviluppo di tecnologie avanzate B. Concentrarsi esclusivamente sulla produzione industriale di massa C. Limitare la collaborazione tra università e imprese D. Riducono la competizione globale attraverso barriere fisiche
A. Favorire l'interscambio di conoscenze e lo sviluppo di tecnologie avanzate
188
38-02. L'attrattività di un tecnopolo si misura: A. Dal grado di isolamento geografico rispetto ad altre regioni B. Dal numero di barriere amministrative create per le imprese locali C. Dal numero di fabbriche a basso costo integrate nel sistema D. Dalla capacità di attrarre investimenti, imprese innovative e talenti specializzati
D. Dalla capacità di attrarre investimenti, imprese innovative e talenti specializzati
189
38-03. Una caratteristica distintiva dei tecnopoli rispetto ai distretti industriali tradizionali è: A. L'assenza di infrastrutture dedicate alla ricerca avanzata B. La separazione tra innovazione tecnologica e produzione industriale C. La dipendenza esclusiva da manodopera low-skilled D. L'organizzazione spaziale che favorisce l'interazione continua tra attori economici
D. L'organizzazione spaziale che favorisce l'interazione continua tra attori economici
190
38-04. Cosa implica il concetto di polarizzazione in un tecnopolo? A. La concentrazione di risorse, competenze e infrastrutture in un'unica area B. La distribuzione uniforme di risorse e competenze su vasta scala C. L'isolamento delle imprese locali dal mercato globale D. La frammentazione dei processi produttivi senza interconnessione tra attori
A. La concentrazione di risorse, competenze e infrastrutture in un'unica area
191
38-05. Qual è un fattore chiave per il successo di un tecnopolo? A. L'assenza di politiche locali di supporto per l'innovazione B. La prossimità a università, centri di ricerca e infrastrutture moderne C. La separazione delle attività tecnologiche dalla produzione industriale D. La mancanza di interazione con attori globali
B. La prossimità a università, centri di ricerca e infrastrutture moderne
192
38-06. Cosa caratterizza il milieu innovatore di Camagni? A. Le condizioni geografiche e sociali favorevoli all'innovazione B. La frammentazione del sapere tecnologico tra i vari attori locali C. La completa separazione tra imprese e istituzioni locali D. L'assenza di relazioni interaziendali e composizione industriale diversificata
A. Le condizioni geografiche e sociali favorevoli all'innovazione
193
38-07. In che modo i tecnopoli contribuiscono alla convergenza regionale? A. Concentrandosi esclusivamente sull'attrazione di attori globali B. Promuovendo sinergie tra ricerca, innovazione e produzione locale C. Limitando il coinvolgimento delle istituzioni locali nei processi decisionali D. Isolando le imprese tecnologiche dalle dinamiche economiche locali
B. Promuovendo sinergie tra ricerca, innovazione e produzione locale
194
38-08. Qual è una sfida per i tecnopoli nel contesto globale? A. L'assenza di interazione con attori internazionali B. L'integrazione efficace con le infrastrutture e istituzioni regionali C. La mancanza di investimenti stranieri diretti D. La sovrabbondanza di manodopera non qualificata disponibile
B. L'integrazione efficace con le infrastrutture e istituzioni regionali
195
38-09. I tecnopoli possono rivitalizzare aree left behind [...]: A. Attraverso l'attrazione di imprese ad alta intensità tecnologica e spin-off innovativi B. Riducendo l'interazione con le comunità locali per minimizzare i costi C. Escludendo le infrastrutture sociali dai processi innovativi D. Limitando la partecipazione di attori locali nei processi produttivi
A. Attraverso l'attrazione di imprese ad alta intensità tecnologica e spin-off innovativi
196
38-10. Qual è una conseguenza della tendenza alla concentrazione geografica nei tecnopoli? A. La totale dipendenza dalle economie di scala tradizionali B. La frammentazione delle reti di fornitura locali C. La creazione di ecosistemi tecnologici integrati che promuovono l'innovazione D. La dispersione di risorse e competenze verso aree periferiche
C. La creazione di ecosistemi tecnologici integrati che promuovono l'innovazione
197
38-11. La teoria del ciclo di vita del prodotto di Vernon assume che: A. La produzione si concentra inizialmente in specifiche aree per poi disperdersi con la maturità del prodotto B. La localizzazione industriale è irrilevante nei settori tecnologici avanzati C. I processi di innovazione seguono una traiettoria lineare e fissa D. Le imprese tecnologiche evitano la concentrazione geografica per ridurre i costi
A. La produzione si concentra inizialmente in specifiche aree per poi disperdersi con la maturità del prodotto
198
38-12. In che modo i tecnopoli possono evitare la dispersione industriale? A. Favorendo la standardizzazione dei prodotti e delle tecnologie B. Escludendo le università dal sistema innovativo regionale C. Riducendo il supporto alle imprese locali per concentrarsi su attori globali D. Creando un ambiente che promuova l'interazione continua tra attori tecnologici
D. Creando un ambiente che promuova l'interazione continua tra attori tecnologici
199
38-13. Il ruolo della disintegrazione verticale nell'organizzazione industriale moderna riguarda: A. La separazione delle fasi della produzione e la specializzazione produttiva B. La concentrazione esclusiva delle funzioni strategiche in grandi conglomerati C. L'eliminazione della necessità di ricerca e sviluppo interni D. L'unificazione di tutte le fasi produttive sotto una singola entità
A. La separazione delle fasi della produzione e la specializzazione produttiva
200
38-14. Quale ruolo possono avere le istituzioni locali nel determinare il successo di un tecnopolo? A. Escludere le comunità locali dalle dinamiche di sviluppo B. Fornire politiche di supporto e infrastrutture integrate per favorire l'innovazione C. Concentrarsi esclusivamente sulla produzione industriale tradizionale D. Limitare la cooperazione tra attori locali e internazionali
B. Fornire politiche di supporto e infrastrutture integrate per favorire l'innovazione
201
38-15. Qual è un limite dei tecnopoli nell'ambito dell'economia regionale? A. Limitano lo sviluppo economico globale per privilegiare quello regionale B. Escludono la partecipazione di centri di ricerca e università nei processi produttivi C. Tendono a interagire più facilmente con attori internazionali che locali D. Impediscono la creazione di sinergie tecnologiche tra imprese
C. Tendono a interagire più facilmente con attori internazionali che locali
202
39-01. Uno dei vantaggi economici delle smart cities è: A. La riduzione della competitività urbana a favore di un’economia locale chiusa B. La creazione di opportunità di lavoro attraverso l’apertura dei dati pubblici C. L’esclusione delle imprese tecnologiche dai processi di innovazione urbana D. La concentrazione esclusiva su modelli economici tradizionali
B. La creazione di opportunità di lavoro attraverso l’apertura dei dati pubblici
203
39-02. Qual è una critica alla visione neoliberale delle smart cities? A. La promozione di infrastrutture sostenibili per tutte le classi sociali B. L’incremento della trasparenza nei processi decisionali urbani C. La riduzione della partecipazione democratica a favore di élite imprenditoriali D. L’inclusione totale delle comunità locali nei processi di governance
C. La riduzione della partecipazione democratica a favore di élite imprenditoriali
204
39-03. Una delle promesse principali delle smart cities è quella di: A. Favorire il coinvolgimento civico e la trasparenza nei processi amministrativi B. Concentrarsi esclusivamente sull’efficienza economica senza considerare i cittadini C. Limitare l’uso di tecnologie avanzate per ridurre i costi urbani D. Eliminare tutte le forme di partecipazione civica per ottimizzare la gestione urbana
A. Favorire il coinvolgimento civico e la trasparenza nei processi amministrativi
205
39-04. Per 'governance collaborativa' nelle smart cities si intende: A. La separazione totale tra governance pubblica e interessi privati B. La creazione di nuovi modelli di risoluzione dei problemi urbani basati sul dialogo tra governi, aziende e società civile C. L’eliminazione delle istituzioni pubbliche dal processo decisionale urbano D. L’esclusione dei cittadini dal processo decisionale delle città
B. La creazione di nuovi modelli di risoluzione dei problemi urbani basati sul dialogo tra governi, aziende e società civile
206
39-05. Qual è un rischio associato ai progetti di smart city greenfield? A. L’eliminazione delle infrastrutture tecnologiche avanzate B. La completa integrazione dei benefici per tutti i cittadini C. La riduzione delle disparità socioeconomiche attraverso progetti inclusivi D. L’elevato costo e il mancato ritorno economico sperato
D. L’elevato costo e il mancato ritorno economico sperato
207
39-06. Le smart cities possono migliorare l’inclusione sociale [...]: A. Riducendo le barriere per le persone con disabilità attraverso tecnologie avanzate B. Ignorando i bisogni delle comunità emarginate C. Limitando l’accesso ai servizi urbani per gruppi specifici D. Concentrandosi esclusivamente sull’efficienza economica
A. Riducendo le barriere per le persone con disabilità attraverso tecnologie avanzate
208
39-07. Quale ruolo giocano le tecnologie IoT nelle smart cities? A. Limitano la comunicazione tra i dispositivi e i sistemi di gestione urbana B. Consentono la raccolta di dati per una gestione urbana reattiva e predittiva C. Sostituiscono completamente il ruolo umano nelle decisioni urbane D. Escludono l’utilizzo di sensori per il monitoraggio ambientale
B. Consentono la raccolta di dati per una gestione urbana reattiva e predittiva
209
39-08. Tra gli elementi chiave delle smart cities vi è: A. L’uso intensivo delle ICTs per monitorare e gestire infrastrutture e servizi urbani B. La riduzione dell’influenza delle tecnologie sulla gestione urbana C. L’assenza di una rete di sensori per raccogliere dati urbani D. L’implementazione esclusiva di tecnologie analogiche
A. L’uso intensivo delle ICTs per monitorare e gestire infrastrutture e servizi urbani
210
39-09. Come le smart cities affrontano i problemi legati alla crescita urbana? A. Favorendo l’aumento dell’impatto ambientale per massimizzare l’efficienza B. Attraverso l’uso di tecnologie per ottimizzare risorse e ridurre l’impatto ambientale C. Ignorando le sfide legate all’urbanizzazione e concentrandosi su altre priorità D. Limitando l’adozione di nuove tecnologie per evitare costi eccessivi
B. Attraverso l’uso di tecnologie per ottimizzare risorse e ridurre l’impatto ambientale
211
39-10. Quale rischio comporta un approccio esclusivamente tecnologico alla gestione urbana? A. La riduzione delle relazioni sociali e della partecipazione pubblica B. La mancanza di infrastrutture per supportare le tecnologie utilizzate C. La totale indipendenza dai processi democratici di governance D. L’eliminazione di tutte le problematiche ambientali nelle città
A. La riduzione delle relazioni sociali e della partecipazione pubblica
212
39-11. Le smart cities utilizzano i dati per migliorare i servizi urbani [...]: A. Limitando l’utilizzo dei dati alle funzioni di sorveglianza B. Ignorando i dati raccolti dai sensori urbani C. Basando le decisioni amministrative solo su intuizioni e percezioni D. Analizzando i dati in tempo reale per ottimizzare la gestione delle risorse
D. Analizzando i dati in tempo reale per ottimizzare la gestione delle risorse
213
39-12. Quale criticità viene sollevata nei confronti delle smart cities? A. La mancanza di interesse da parte degli stakeholders privati B. La possibile privatizzazione e aziendalizzazione dello spazio pubblico C. La scarsa attenzione verso il miglioramento delle infrastrutture D. L’assenza di tecnologie in grado di supportare il processo decisionale urbano
B. La possibile privatizzazione e aziendalizzazione dello spazio pubblico
214
39-13. Cosa distingue le smart cities dai modelli urbani tradizionali? A. La mancanza di monitoraggio in tempo reale delle dinamiche urbane B. La gestione urbana basata unicamente su decisioni politiche tradizionali C. La capacità di acquisire consapevolezza del proprio stato tramite tecnologie avanzate D. La totale esclusione di tecnologie predittive nella pianificazione urbana
C. La capacità di acquisire consapevolezza del proprio stato tramite tecnologie avanzate
215
39-14. Qual è un esempio di applicazione predittiva nelle smart cities? A. La gestione delle risorse senza considerare dati in tempo reale B. La sorveglianza esclusiva dei veicoli privati nelle città C. La previsione della disponibilità di parcheggi in un’area urbana D. La pianificazione urbana basata unicamente su report annuali
C. La previsione della disponibilità di parcheggi in un’area urbana
216
39-15. Le smart cities possono affrontare le disuguaglianze socio-spaziali [...]: A. Promuovendo modelli di urbanizzazione più inclusivi e sostenibili B. Eliminando ogni forma di coinvolgimento civico nel processo decisionale C. Concentrando le risorse esclusivamente sulle élite economiche D. Limitando l’accesso ai dati pubblici per i cittadini comuni
A. Promuovendo modelli di urbanizzazione più inclusivi e sostenibili
217
40-01. Per 'distruzione creativa' secondo Schumpeter si intende: A. Un processo che rompe i modelli esistenti per crearne di nuovi B. Un concetto che promuove solo la stabilità economica C. Un metodo per ridurre il ruolo delle istituzioni nell'economia D. Un approccio che elimina la necessità di innovazione tecnologica
A. Un processo che rompe i modelli esistenti per crearne di nuovi
218
40-02. Cosa distingue i professionisti creativi dai super-creativi? A. Applicano conoscenze complesse per risolvere problemi specifici B. Operano unicamente nel campo dell'ingegneria e della scienza C. Si concentrano esclusivamente sulla produzione artistica e culturale D. Sono limitati a settori non tecnologici e privi di innovazione
A. Applicano conoscenze complesse per risolvere problemi specifici
219
40-03. Qual è una differenza tra la creative class e il capitale umano tradizionale? A. Il capitale umano non considera le capacità di problem solving B. La creative class si concentra solo su attività artistiche e culturali C. Il capitale umano tradizionale privilegia le competenze creative rispetto a quelle tecniche D. La creative class non si basa esclusivamente sul grado di istruzione formale
D. La creative class non si basa esclusivamente sul grado di istruzione formale
220
40-04. Quali sono i tre fattori chiave per il successo economico regionale secondo Florida? A. Investimenti pubblici, cultura e turismo B. Capitale umano, infrastrutture e innovazione C. Stabilità economica, reddito pro capite e consumo D. Tecnologia, talento e tolleranza
D. Tecnologia, talento e tolleranza
221
40-05. Qual è il ruolo dei super-creativi nella creative class? A. Limitano la loro attività a un singolo settore economico B. Producono idee, teorie e opere che generano innovazione e sviluppo C. Si concentrano esclusivamente sulla risoluzione di problemi pratici D. Operano esclusivamente in settori non tecnologici
B. Producono idee, teorie e opere che generano innovazione e sviluppo
222
40-06. Una caratteristica principale della classe creativa è: A. La specializzazione limitata a settori artistici B. La dipendenza esclusiva da istruzione formale avanzata C. La capacità di generare innovazione e creare valore attraverso attività creative D. L'assenza di competenze tecniche specifiche nel lavoro creativo
C. La capacità di generare innovazione e creare valore attraverso attività creative
223
40-07. Qual è il ruolo della creatività nell'economia moderna? A. È un motore per nuove tecnologie, industrie emergenti e ricchezza economica B. Si applica esclusivamente a contesti tecnologici avanzati C. È confinata alle attività manuali e artigianali D. È limitata alla produzione artistica e culturale
A. È un motore per nuove tecnologie, industrie emergenti e ricchezza economica
224
40-08. Secondo Florida, la creatività influenza lo sviluppo urbano [...]: A. Rallentando i processi di innovazione attraverso la co-localizzazione B. Favorendo la concentrazione di talenti e promuovendo la crescita economica C. Escludendo le attività culturali dai settori di interesse economico D. Limitando la diversificazione economica nelle città ad alta intensità creativa
B. Favorendo la concentrazione di talenti e promuovendo la crescita economica
225
40-09. Quale ruolo gioca la tolleranza nel modello delle 3T? A. Riduce la necessità di infrastrutture tecnologiche avanzate B. Favorisce l'apertura sociale e culturale necessaria per attrarre talenti C. Esclude la collaborazione tra settori economici diversi D. Garantisce che solo le industrie tecnologiche crescano nelle città creative
B. Favorisce l'apertura sociale e culturale necessaria per attrarre talenti
226
40-10. Quale limite emerge nella relazione tra creative class e crescita economica? A. L'enfasi sulla diversità sociale riduce la capacità di attrarre talenti qualificati B. Le città aperte non beneficiano mai dell'apporto dei lavoratori creativi C. La creative class è sempre direttamente responsabile del successo economico regionale D. La correlazione tra concentrazione di talenti e sviluppo tecnologico non implica causazione
D. La correlazione tra concentrazione di talenti e sviluppo tecnologico non implica causazione
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40-11. Qual è una critica alla teoria delle 3T di Florida? A. Sottovaluta l'importanza della diversità sociale nelle città B. Esclude completamente i settori culturali e manifatturieri dall'analisi C. Sovrastima il ruolo delle industrie creative rispetto a quelle tecnologiche D. Non considera il ruolo delle infrastrutture di supporto e delle reti di collaborazione
D. Non considera il ruolo delle infrastrutture di supporto e delle reti di collaborazione
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40-12. Un aspetto rilevante delle organizzazioni che promuovono la creatività è quello di: A. Bilanciare l'efficienza produttiva con spazi per innovazione e sperimentazione B. Concentrarsi unicamente sulla gestione burocratica dei processi creativi C. Eliminare completamente le strutture formali per favorire l'autonomia D. Limitare l'accesso ai processi decisionali ai soli lavoratori tecnici
A. Bilanciare l'efficienza produttiva con spazi per innovazione e sperimentazione
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40-13. La concentrazione della creative class nelle città [...]: A. Favorisce esclusivamente settori tecnologici a discapito di quelli culturali B. Riduce automaticamente la diversificazione economica regionale C. Può essere il risultato di buone politiche abitative o istituti di istruzione di rilievo D. Genera sempre tensioni sociali tra diversi gruppi della popolazione
C. Può essere il risultato di buone politiche abitative o istituti di istruzione di rilievo
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40-14. In che modo la creatività contribuisce alla crescita regionale? A. Risolvendo problemi complessi e generando valore aggiunto anche al di là dell'istruzione formale B. Escludendo settori economici diversi da quelli culturali C. Limitando il coinvolgimento di lavoratori non qualificati nei processi decisionali D. Concentrandosi esclusivamente su attività ad alta tecnologia
A. Risolvendo problemi complessi e generando valore aggiunto anche al di là dell'istruzione formale
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40-15. In che modo le organizzazioni tecnologiche incoraggiano la creatività? A. Limitando la libertà e l'autonomia dei dipendenti per ridurre i rischi B. Eliminando la necessità di collaborazione tra settori interni C. Creando strutture che trasformano idee brillanti in prodotti scalabili D. Ignorando il ruolo delle reti sociali nel processo creativo
C. Creando strutture che trasformano idee brillanti in prodotti scalabili