Studio finale finale Flashcards

1
Q

Il Settecento: Illuminismo, pedagogia e politica

A

L’ILLUMINISMO:
-Sorge in Francia, Germania, Italia. È una corrente filosofica, declinata anche in termini artistici e giuridici.
-Definizione di Kant dell’illuminismo: «L’Illuminismo è dunque l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a sé stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a sé stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d’intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro.
Sàpere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! questo il motto dell’Illuminismo»
- Durante il periodo illuminista, c’è un grande interesse a raccogliere e divulgare il sapere, attraverso: Encyclopédie (17 voll.): Diderot e D’Alembert (criticata dai gesuiti); per unificare e diffondere il sapere finora raccolto, salotti, epistolari (raccolgono lettere scritte da filosofi), saggi/libelli polemici, quotidiani, riviste (es. Il Caffè, rivista italiana che diffonde il pensiero illuminista).

Istanze illuministe (i principi generali su cui si fondano i pensatori illuministi):
* Potere della ragione: la ragione (guardare la realtà in maniera critica) è una capacità che si trova in ogni essere umano. La ragione si pone in contrapposizione alla religione
* Esaltazione della natura, fede nell’uguaglianza, fiducia nella possibilità di un futuro migliore (ottimismo)
* Protagonisti e destinatari: ceti colti, borghesia in ascesa
-Tuttavia, questo è un ottimismo che andrà presto a scontrarsi con la realtà. La rivoluzione francese, (evento nel quale culmina il pensiero illuminista), lascerà un’Europa devastata, con nuovi imperi e nuove dittature. L’illuminismo sfocerà nel terrore, nella ghigliottina, e sarà per questo che il romanticissimo cercherà di dare spazio ad altri elementi.

FILOSOFIA DEL DEISMO (altro aspetto importante che emerge nell’illuminismo)
* Gli illuministi sono contro le religioni come fonte di oscurantismo, contro i dogmi, l’intolleranza religiosa, i pregiudizi, il fanatismo, le superstizioni.
* TUTTAVIA, gli illuministi non fanno riferimento ad una religione, ma teorizzano una religione razionale e naturale (moralità laica). Una religione razionale composta da principi che la mente può cogliere razionalmente, e che sono necessari per il vivere sociale:
1. esistenza di Dio
2. creazione del mondo
3. vita futura (dopo la morte)

ISTANZE POLITICHE DEL 1700
* Giusnaturalismo: concezione secondo la quale, ‘per natura’ tutti gli uomini sono liberi e indipendenti
* Libertà, uguaglianza, esaltazione della libertà individuale.
* Fiducia nei ‘lumi’ della ragione per trovare soluzioni ai problemi della società
* Separazione 3 poteri (concetto alla base dello stato liberal-democratico): legislativo, esecutivo, giudiziario
* Rifiuto tradizione e principio di autorità
* Contro assolutismo monarchico (Luigi XIV)
* Progressiva vicinanza verso l’assolutismo illuminato (in favore di sovrani che acquisiscono principi illuministi come Federico II; Caterina II)
* 1789: Emanata Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (acquisisce pensiero illuminista)

ISTANZE PEDAGOGICHE DEL 1700
* si inaugura la storia contemporanea dell’educazione: si fonda la pedagogia come scienza
* Si traducono i principi illuministi in azioni legislative e pratiche educative (primi progetti di educazione pubblica): si comincia a dare importanza all’educazione e istruzione del popolo (in parte anche per le donne)

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Q

Rousseau: (1712-1778) biografia, pedagogia, opere

A
  • Considerato un’‘Illuminista eretico’: riesce a coniugare ragione e sentimento, con approccio individualista e collettivista. Considerato il maggior pensatore e filosofo del ’700.
  • Primo grande teorico della pedagogia moderna. Costituisce un punto di svolta per il pensiero pedagogico perché mette al centro l’infanzia e l’educazione dell’infanzia, cogliendo diverse fasi dell’infanzia
  • Raccoglie il meglio dell’Illuminismo e prepara all’ascesa del Romanticismo, denunciando nelle sue opere i pericoli del razionalismo esasperato

Cenni biografici:
* Nasce a Ginevra (Svizzera), orfano di madre. Considera l’educazione paterna ‘inadeguata’.
* Abbandona città di Ginevra e inizia ‘peregrinazioni’, nella quali farà diversi incontri fondamentali: Madame de Warens (Considerata da R. «madre, amica, amante»), che lo accoglierà tra il 1729-1740, e che favorirà la sua formazione attraverso studi e letture, e introdurrà R. nella società francese
* Perseguirà studi disordinati; musicologo. A Lione, lavorerà come precettore.
* 1741: R. (grazie a Warens), va a Parigi, dove fa la conoscenza di Diderot, Enciclopedisti (salotti parigini) * R. si lega ad una donna di estrazione popolare (sarta), da cui avrà 5 figli (abbandonati all’orfanotrofio) * 1761-62: scrive le opere principali
* Le sue opere vengono condannate pubblicamente (a Parigi, in Svizzera, in Prussia). Da questo scontro tra R. e gli altri filosofi, segue l’abbandono di R. da Parigi, altri peregrinaggi (in Inghilterra incontra Hume). Gli ultimi anni della sua vita sono caratterizzati da problemi fisici e manie di persecuzione.
* Farà ritorno in Francia prima di morire. Accolto in dimore di campagna da persone che ammirano il suo lavoro. Morirà poveramente, scrivendo musica.

La pedagogia di Rousseau:
1. PUEROCENTRISMO: Scoperta e comprensione dell’infanzia; definita una vera e propria ‘RIVOLUZIONE COPERNICANA’. Prima di questa rivoluzione, all’infanzia non era attribuita alcuna importanza
2. EDUCAZIONE INDIRETTA: imparare dalla natura e dalle cose (anticipa il learning by doing e il trial and error, che conosciamo oggi). Cioè l’apprendimento non è solo un fatto intellettuale, ma un fare
3. APPRENDIMENTO ATTIVO: favorire sviluppo capacità innate attraverso educazione dei sensi e manipolazione delle cose (attività autoformativa)
4. METODO ‘INATTIVO’: il maestro lascia agire l’allievo, predispone e osserva. Educazione negativa, l’educatore si nega, resta al di fuori, si limita a predisporre l’ambiente.
5. Importanza pedagogica della PSICOLOGIA DELL’ETA’ EVOLUTIVA (non definita così da R., la psicologia non si è ancora definita come scienza). R. osserva che c’è una maturità di ogni età (commisurare insegnamento alle condizioni psichiche dell’alunno). Limite: credere che le facoltà si sviluppino in successione nelle varie età.

Opere di Rousseau: l’Emilio
* 1750: Discorso sulle scienze e sulle arti (scienze e arti non hanno contribuito a migliorare i costumi)
* 1753: Discorso sull’origine dell’ineguaglianza fra gli uomini * 1754: Discorso sull’economia politica (voce Enciclopedia)
* 1758: Manifesto anti-philosophes (Lettera a d’Alembert sugli spettacoli) (R. critica l’illuminismo)
* Nuova Eloisa (1761) (Romanzo epistolare su famiglia, matrimonio, rapporti sociale)
* Contratto sociale (1762): parte dalla constatazione che l’uomo nasce libero, ma ovunque è in catene. Critica forte alla società contemporanea, non si persegue il bene comune ma quello dei ceti più alti. R. si propone di rifondare la società sulla volontà generale amante del bene comune (giustizia, uguaglianza, libertà). R. si riferiva alla borghesia illuminata. L’ingiustizia sociale non è nelle cose (non è un dato di fatto), ma nelle coscienze, quindi bisogna modificare le coscienze.

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Q

L’Emilio

A
  • Emilio (1762): atto di nascita della pedagogia moderna (prospettiva umana, non solo tecnico-didattica)
  • Esaltata la bontà naturale. L’educazione familiare, domestica si deve svolgere secondo natura, per consolidare le qualità naturali dell’uomo. Ma R. Ritiene che la famiglia non sia in grado di svolgere questo ruolo, perché l’adulto è esso stesso corrotto dalla società moderna, che è corrotta e corruttrice.
  • Conflitto natura-società: causa dell’infelicità. Come risolverlo? Attraverso l’educazione che preservi la bontà naturale, proteggendola dalla corruzione della società. Perciò R. immagina di tenere lontano l’educando (dai primi giorni di vita, ai primi anni di vita) da ciò che potrebbe corromperlo.
    *R. immagina di togliere il piccolo Emilio dai genitori, per essere rieducato lontano dalla società. (per creare una società nuova, bisogna partire da zero). Una volta cresciuto ed educato, Emilio potrà tornare nella società e diventare a sua volta educatore, padre.
    *Romanzo pedagogico (pubblicato a poche settimane da contratto sociale), (condannato dal parlamento di Parigi) secondo cui è necessario educare alle esigenze del nuovo patto sociale, il che vuol dire:
    1. rifondare la società riscoprendo bontà originaria dell’uomo
    2. riorganizzare la società su basi nuove: nuova educazione per formare uomo nuovo, per rifondare la società su giustizia e uguaglianza
    3. rendere sempre più vicini ‘stato di natura’ e ‘stato di società’ attraverso lo sviluppo naturale del fanciullo
    4. per salvaguardare individualità e libertà rispettare la naturalità dello sviluppo pedagogico (bisogni, interessi, inclinazioni)

Visioni dell’Emilio:
* visione antropologica: l’uomo è eticamente buono, il male non c’è nel cuore dell’uomo (antropologia positiva). Fonda una ‘antropologia pedagogica’: la formazione dell’Emilio culmina nella formazione del cittadino.
* visione socio-politica: il male deriva dal contatto con la società
* fondamentale ruolo dell’educatore: che ha il compito di impedire il contatto con il male della società; evitare che l’uomo diventi falso e menzognero per adeguarsi ai comportamenti richiesti dalla società

L’Emilio: LIBRO PRIMO (dedicato alla fase 0-3 anni: età della necessità)
* Viene presentato un allievo immaginario, sano e forte, che proviene da una famiglia ricca e benestante (perché R. ritiene che la rivoluzione educativa debba partire dall’alto, da chi può incidere sull’intera società del tempo), che viene portato in campagna dove verrà educato secondo natura. Egli tornerà nella società una volta educato (25 anni), e diffonderà i principi della nuova educazione.
* Si indica come deve essere il precettore (deve più guidare che istruire).
* R. abbandona i metodi di allevamento tradizionale: fasce di costrizione letterali e metaforiche, bambini allattati da balie (pratiche innaturali). Si deve riportare il contatto con la vera nutrice (madre) e il vero precettore, cioè colui che educa (il padre). Ma questo può avvenire solo se madri e padri sono stati educati lontano dalla corruzione della società, quando erano bambini.
* R. fa osservazioni sulla nascita del linguaggio: evitare di storpiare il linguaggio per adattarsi al bambino.

L’Emilio: LIBRO SECONDO (dedicato alla fase 3-12 anni: età della necessità)
* Si affronta lo sviluppo del linguaggio, della deambulazione (attività fisica), e dei sensi.
* Al bambino non deve essere imposto di stare fermo, o di muoversi. Deve essere immerso nella natura.
* Al bambino deve essere permesso di sperimentare il dolore, all’interno di una libertà però controllata (l’educatore vigila sempre). (il b. deve poter correre e cadere, perché deve imparare a rialzarsi)
* Il b. sperimenta direttamente dalla realtà diretta, non da conoscenze scritte.
* Educazione negativa: Non insegnare virtù e principi, ma preservare il b. dai vizi.
* Il valore educativo dell’esempio: per essere educatore bisogna avere virtù morali. L’educatore deve mettersi in crisi, porsi domande (sto facendo bene?).
* Le favole non sono adatte secondo R. perché ancora non si è sviluppata la capacità, le categorie mentali, per comprenderle. Quindi i bambini ne sarebbero corrotti o ingannati.
* Evitare i castighi, perché i b. non sanno cosa vuol dire sentirsi in colpa. Quindi punirli sarebbe innaturale.

L’Emilio: LIBRO TERZO (dedicato alla fase tra i 12-15 anni: età dell’utile)
Cosa fare:
-Nutrire questa età sulla base di curiosità, interesse ed entusiasmo (Es. Geografia: piuttosto di far vedere al b. carte già pronte, fategliele costruire. Fingete di perdere la via di casa, e fategli ricreare la via.)
-Educazione indiretta: il b. viene posto in una situazione in cui sorgeranno delle domande, e a cui egli troverà delle spiegazioni. “Nel perdere tempo (questo metodo è molto lungo) se ne guadagna”.
-Valorizzare il lavoro manuale come apprendimento pratico, sperimentandolo nelle officine
-Proposta la prima lettura: Robinson Crusoe.
Cosa evitare:
-Spiegazioni lunghe e testi scritti
-Adultismo: non capire le necessità dell’educando, e riversare su di essi le nostre osservazioni di adulti
-I paragoni: creano gelosie
Emilio a 15 anni: “Emilio ha poche conoscenze, ma quelle che ha sono veramente sue. Non sa niente a metà, sa che ci sono molte cose che ignora, ma sa anche che un giorno potrà apprenderle. Ha una mente universale, una mente aperta. Ma non per i contenuti travasati nella sua mente, bensì per la capacità di acquistarli. Una mente aperta, pronta a tutto. Non istruita ma istruibile. Lo scopo non è dare conoscenze, ma insegnare ad acquisirne in caso di bisogno. Emilio a 15 anni deve amare la verità al di sopra di tutto.”
L’Emilio: LIBRO QUARTO (dedicato alla fase tra i 15-22 anni: età del buono, adolescenza)
* Seconda nascita (nascita della sessualità, fermento delle passioni)
* L’alunno è pronto all’educazione sessuale, morale e all’educazione per prepararlo all’ingresso nella società.
* I sentimenti che Emilio gradualmente sperimenta e apprende sono bontà, umanità, commiserazione. Questo grazie a situazioni predisposte dal precettore.
* Emilio è pronto per la formazione morale, formazione religiosa non legata alle religioni rilevate, ma c’è un riferimento al deismo (Esistenza di Dio, Immortalità dell’anima, Libertà dell’uomo). Questa formazione è guidata da una figura esterna, non dal precettore (introduzione della figura del Vicario savoiardo). Questa parte è la ragione per cui L’Emilio verrà condannato dal clero.

L’Emilio: LIBRO QUINTO (dedicato alla fase tra i 22-25 anni: età del buono, giovinezza)
* Definito il romanzo di Emilio e Sofia (in cui alcuni studiosi notano un passaggio verso il romanticismo)
* Per far sorgere ad Emilio il desiderio di ritornare in società, il precettore gli parla di Sofia, una ragazza ipotetica, ma che poi verrà incontrata davvero. Questo instilla l’idea di ragazza ideale in Emilio, che una volta incontrata la ragazza se ne innamorerà immediatamente.
* Si affronta l’educazione femminile, R. è figlio del suo tempo.
* I due si incontrano, si fidanzano, si separano (per insegnare ad Emilio il valore della fedeltà). A cui seguirà il matrimonio
* Nel finale, Emilio torna dal precettore per comunicargli che diventerà padre. Essendo che Emilio è stato educato secondo i principi della nuova pedagogia, egli stesso potrà essere l’educatore di suo figlio.

EDUCAZIONE DELLA DONNA SECONDO R.
* Conforme alla mentalità dell’epoca “La ricerca di verità astratte non è competenza femminile”
* Asseconda pregiudizio inferiorità della donna * Unico obbiettivo è di diventare sposa e madre, sviluppando docilità e dolcezza. L’educazione si limita a cognizioni pratiche (disegno, lettura, calcoli, canto), utili alla gestione della famiglia. Mentre l’educazione religiosa è più limitata rispetto a quella maschile. Cit. libro quinto «Ogni ragazza letterata resterà zitella»

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Q

Romanticismo e la pedagogia nel romanticismo

A
  • Ragione illuminista sotto accusa (l’illuminismo ha portato solo guerra e distruzione)
  • Romanticismo esalta la ragione ‘storica’: attenta a differenze, tradizioni, spirito, cultura dei popoli
  • Se l’illuminismo vedeva il progresso come miglioramento graduale e costante dell’umanità, il romanticismo, aveva una visione della storia come sviluppo tortuoso e tormentato (rivalutazione medioevo, definita età dell’oscurantismo dagli illuministi)
  • Elementi romantici: Natura (elemento trasversale a tutti gli autori e correnti), Religione (nel senso di rapporto con l’Infinito e con l’Eterno), Panteismo (appartenenza all’uno-tutto), Sentimento patrio (anelito verso la libertà, lotta alle tirannie), Importanza filosofica della fantasia e dell’intuizione, Sentimenti forti e passioni; Esaltazione del genio artistico, Neoclassicismo (rinnovare la grecità)

Revisione teorie pedagogiche
* Valorizzazione infanzia e fanciullezza, ponendo il fanciullo al centro, valorizzando l’educazione popolare
* Si esalta l’educazione materna e familiare
* Il fine della pedagogia romantica è la formazione spirituale e morale dell’uomo
* Tendenza neo-umanistica, richiamo ad ideali classici, e tentativo di formare la persona nella sua integralità

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J.H. Pestalozzi (1746-1827)

A

Biografia:
* Nasce a Zurigo (Svizzera), orfano di padre, cresce in ambiente familiare ‘femminile’, successivamente conosce la povertà delle campagne con lo zio medico, da qui nasce il suo obbiettivo di migliorare condizioni classi popolari attraverso educazione e istruzione (educare a non accettare la povertà).
* 1769-1779: fonda l’Istituto di Neuhof (Cortenuova), fallito per molteplici ragioni. (Pestalozzi non ha abilità amministrative, accumula debiti)
* 1797: le truppe francesi occupano la Svizzera, scoppiano rivolte: molti orfani
* 1798: Pestalozzi apre una scuola per orfani a Stans, che successivamente verrà trasformato in un ospedale.
* 1800: castello di Burgdorf dove gli viene chiesto di aprire una scuola per figli famiglie borghesi
* 1805-1825: apre l’istituto di Yverdon (numerosi allievi e insegnanti, dalle elementari alle superiori, e una scuola per formare maestri): questa scuola darà a Pestalozzi fama mondiale

Opere (in veste di pedagogista):
* Leonardo e Geltrude (1781-1787) [romanzo]: propone un modello alternativo di società (Pestalozzi vuole dimostrare la forza positiva dell’educazione familiare e scolastica, soprattutto in ambito popolare). Gertrude è una madre di borgo, che si affida al prete e al maestro del borgo per ottenere il trasferimento del podestà corrotto.
* Il metodo (1800): viene illustrato il metodo educativo di Pestalozzi.
* Come Geltrude istruisce i suoi figli (1801) [scritto metodologico sotto forma di lettere, epistolare]
* Il canto del cigno (1825) (P. riflette sui suoi fallimenti pedagogici, e su come migliorarsi)

Pedagogia di Pestalozzi:
* Al centro c’è l’educazione intellettuale, professionale e morale del povero e del popolo (importante che i b. apprendano la professione che andranno a svolgere), educare per non emarginare. Il bambino povero deve percepire di poter avere un futuro migliore.
* Metodo educativo aderente alle esigenze psicologiche: Pestolazzi riconosce l’ importanza dell’educazione nei primi anni di vita
* Amore pedagogico (obiettivo: il bene degli allievi): religiosità, amore, fiducia, riconoscenza, socialità
* Ambiente educativo ‘integrato’: scuola e famiglia: importanza ruolo della madre e necessità educazione femminile e familiare Pestalozzi privilegia le educatrici femmine, promuove l’educazione femminile
* Risonanza di Pestalozzi: Fichte; Herbart; Girard; Froebel; Capponi
* Il fine dell’educazione è preparare l’uomo all’uso libero e integrale di tutte le facoltà»: comprendendo Mente (Sapere -attività conoscitiva-, Educazione intellettuale della mente), Cuore (Volere -volontà e sentimento-, Sapere morale, educazione morale), Mano (Potere, Educazione fisica, professionale, capacità di fare; attività manuale, concreta).
* L’apprendimento si basa sull’intuizione di mezzi elementari (numero, forma nome)

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Fröbel (1782-1852), pedagogia, vita e opera

A

LA PEDAGOGIA:
* Frobel fu educatore e pedagogista, ricordato per il suo progetto di educare l’umanità per mezzo della spiritualità della religione cristiana (Introdurre alla vita divina tutto il genere umano), al fine di raggiungere la felicità piena e completa, come nel Giardino dell’Eden, ma sulla terra. Progetto di educazione permanente e integrata per tutte le età della vita (anticipa il concetto di life long education, realizzato solo parzialmente)
* Per Frobel l’infanzia è il momento decisivo della vita umana: l’intera esistenza ha radici nell’infanzia; infatti, la serenità dell’adulto dipende dalla sua infanzia. Per questo educando l’infanzia, si possono ridurre i mali della società adulta. L’infanzia va rispettata, difesa, protetta, custodita: «gemma dell’albero della vita»
* Rousseau e Frobel a confronto: F., come Rousseau, mette al centro l’infanzia (puerocentrismo) e considera la Natura come sempre buona. F. aggiunge una visione spirituale, il bambino è quasi la voce di Dio. L’educazione deve guidarlo all’unione con Dio, nell’armonia tra Natura e Spirito

LA VITA:
(1782-1852, età romantica)
* 1782: Nasce in Turingia (Germania), resta orfano di madre, viene educato dal padre, pastore luterano, rigido e severo. Ci sarà una parentesi serena (11-15 anni) quando verrà affidato allo zio, anch’egli pastore protestante.
* Svolge un apprendistato forestale, che lo fa entrate in contatto con la natura.
* Svolge una formazione religiosa (catechismo luterano) che infleunzerà i suoi scritti, con un forte influsso di oratoria sacra, una prosa ridondante ma comunicazione educativa diretta e personalizzata
* 1799: studi filosofici all’università di Jena (incontra il pensiero di figure dell’età romantica, di cui assorbe gli elementi di natura, sentimento, religione, patria, storia, arte)
* Formazione autodidatta: lettura di autori come Kant, Goethe, Schelling, che influiranno sulla formazione del suo pensiero pedagogico
* 1805: gli viene proposto di insegnare in una scuola pestalozziana a Francoforte dove studia il metodo pestalozziano. Successivamente visita Yverdon, ma si discosta da quel modello educativo, contestando:
- la carenza della cura della formazione spirituale
- l’educazione vista in un’ottica di società. (F. pensa si dovesse agire in un’ottica di umanità)
- l’insegnamento della scrittura prima dei 7-8 anni che si svolgeva nelle scuole pestalozziane.
* 1813-1814: partecipa alla guerra antinapoleonica, che cosolida le sue visioni politiche:
-idealismo educativo-patriottico (Fichte),
-aspirazione all’unificazione tedesca,
-sentimenti politici liberali
* 1816: torna in Turingia per occuparsi di tre nipoti rimasti orfani, nello stesso anno fonda una scuola elementare e un ginnasio
* 1817: fonda l’Istituto Universale Tedesco di Educazione (più noto tra i numerosi istituti fondati da F., che F. gestirà fino alla morte), così chiamato per la posizione patriottico-nazionalitaria (analoga a Mazzini) di F., ovvero il suo obbiettivo di educare il popolo tedesco per educare l’umanità.
* Durante questa attività educativa, matura la sua riflessione pedagogica, di cui l’idea centrale è:
- il Lebenseinigung (concetto cosmico di unificazione della vita)
- Progetto di educazione permanente e integrato per tutte le età della vita (realizzato solo parzialmente)
- Introdurre alla vita divina tutto il genere umano
- L’educazione universale del genere umano
* 1831-1836: fonda tre istituti in Svizzera, che incontrano l’ostilità del clero cattolico, perché F. propone una formazione spirituale lontana dalle direttive delle autorità cattoliche e luterane.
* 1837: fondazione primi kindergarten (diffusi tra il 1847 e il 1851)

Il nuovo anno 1836 richiede un rinnovamento della vita (1836, Frobel)
* Opera poco nota agli studiosi. Scritto dopo il fallimento di alcuni istituti, è un testo di autoanalisi nel quale F. espone il «programma della rinascita», e il «programma di un nuovo progetto metafisico»
* Da quest’opera emergono 3 concetti principali:
1. i regimi liberali (specialmente repubblicani) possono favorire l’educazione
2. necessità di iniziare l’educazione il più presto possibile
3. insostituibile apporto dell’animo femminile al processo educativo

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F. Fröbel: i giardini d’infanzia

A
  • 1837: ritorno in Germania e ideazione dei Kindergarten e dei Corsi per «educatrici giardiniere», a seguito del fallimento in Svizzera.
  • L’educazione nel giardino d’infanzia, viene visto da F. come itinerario verso Dio
  • Superamento sale di custodia, il b. non è solo al riparo dai pericoli della strada, ma è una vera e propria struttura educativa.
  • Non c’è precocismo scolastico (non si anticipano contenuti scolastici)
  • Per F., nel «giardino» il bambino germoglia come un fiore
  • Tutto è gioco per sviluppare linguaggio, abilità artistiche e matematiche, capacità fisico-corporee e manuali

Il gioco nei giardini frobeliani:
* Viene fondata una vera e propria «Pedagogia del gioco», in quanto esso ha un ruolo-chiave nella concezione frobeliana
* Il gioco non solo dispositivo didattico, ma il grado più alto dello sviluppo infantile
* Quando il gioco è consono al bambino, esso procura gioia, libertà, soddisfazione, così come quando il lavoro è consono all’adulto (concetto del «gioco-lavoro»). * Attraverso il gioco, il b. esprime la propria interiorità ed entra in contatto con la natura
* È libera manifestazione del mondo interiore e consente al bimbo di esprimerlo

I doni frobeliani:
* Inventa il materiale didattico strutturato per l’infanzia. (Non esisteva l’idea di fornire al b. del materiale con finalità educative, prima di F.)
* I doni hanno duplice funzione: Sia «balocco» sia «mezzo educativo». Educativo perché educa alla concezione dello spazio, del colore, del numero, della materia, del pieno, del vuoto, dell’uno e del molteplice. Vengono coinvolte diverse sfere sensoriali.
* I doni consentono al bimbo di essere attivo, di agire, di sperimentare.
* Per F. è importante che le educatrici propongano i doni al momento evolutivo opportuno (F. tiene conto della psicologia dell’età evolutiva, come l’aveva proposta Rousseau):
-Primo dono: la palla, 6 palline, gomitoli di lana, dei 3 colori primari e di 3 colori secondari. Gomitoli appesi ad un filo che possono essere avvicinati o allontanati dal bambino. Insegna al senso dello spazio, e al movimento.
-Secondo dono: sfera di legno e cubo di legno, devono essere consegnati assieme, per dare il concetto di movimento e staticità, di piano e curvo.
-Doni successivi: cubo diviso in otto cubetti, un cubo diviso in otto mattoncini, un cubo diviso in 39 pezzi. Danno consapevolezza del tutto e delle parti. I bambini compiono giochi simbolici unendo più componenti tra di loro.
* Significato dei doni:
* Introdurre a una visione simbolico-metafisica del mondo (rimandano a concetti di uno e tutto)
* Strutturare nella mente le categorie conoscitive fondamentali
* Rappresentano un’educazione estetica
* Consentire giochi simbolici
* Vengono proposti senza rigidità

Diffusione metodo frobeliano ed eredità storica:
* Kindergarten vengono criticati (proibita l’apertura in Prussia) da cristiani integralisti. Appoggiati da educatori ebrei, pedagogisti laici, cristiani eterodossi
Eredità storica del frobelismo
* In Italia: aperti asili frobeliani grazie a Adele Della Vida Levi e Adolfo Pick
* Il modello frobeliano viene filtrato dalla pedagogia positivista che elimina il fondamento mistico-spirituale del suo progetto pedagogico (valore simbolico-metafisica delle forme geometriche; il divino nella natura)
-1872: legge austriaca per asili infantili
-1880: regolamenti per giardini d’infanzia di Bruxelles
-1914: Programmi ministeriali italiani

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Q

Educare l’infanzia nel Regno unito

A

Contesto socio-economico del Regno Unito delle prime iniziative rivolte all’infanzia:
* Valorizzazione infanzia nella pedagogia di età romantica
* I^ Rivoluzione industriale (1750-1850), incremento popolazione, sfruttamento operai (con donne e b.)
* Factory Act (1802): legge che prevede che all’interno delle fabbriche vi siano percorsi per l’istruzione (si dà per scontato quindi che ci siano bambini e ragazzi al lavoro nelle fabbriche)
* Reform Act (1833): proibizione del lavoro infantile prima dei nove anni

Monitorial Schools (o scuole di mutuo insegnamento)
* Sperimentate a Londra da Lancaster, maestro che lavora in uno dei più poveri sobborghi londinesi.
* Lancaster individua gli alunni che rispondono più prontamente agli insegnamenti, e li fa diventare suoi aiutanti. Con piccoli gruppi e sottogruppi, riesce ad estendere i suoi insegnamenti a tutta la classe (costituita da centinaia di bambini). Sfrutta l’apprendimento tra pari.
* Un altro maestro inglese, Bell, che operava in India, sfruttò il metodo del mutuo insegnamento.

Infant Schools (scuole specificatamente dedicate all’infanzia)
* Owen (1771-1858), industriale e filantropo, osservando le condizioni di vita del paese, nota più di 1300 bambini lasciati a loro stessi, occupati nel lavoro in fabbrica per la maggior parte del giorno.
* Nel 1809: Owen fonda una scuola infantile per bambine e bambini 2-5 anni
* in cui si attua un ‘sistema pedagogico preventivo’, importante agire per evitare le condizioni sociali che portano le persone a delinquere, invece che puntare tutte le risorse in azioni punitivi. Per questo, nelle Infant School, vengono insegnate le regole morali, e sono vietate punizioni e minacce.

Wilderspin (1791-1866), educatore inglese:
* Educazione rivolta ai figli dei poveri. Sottolinea l’importanza del: gioco, l’insegnamento per mezzo di oggetti e cose, il canto, la danza. Ammette le punizioni corporali.
* Scrive: On the importance of educating the infant children of the poor (Londra, 1823), libro che avrà una grandissima risonanza europea. E verrà letto da Aporti, che ne sarà influenzato.

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Educare l’infanzia in Italia: Ferrante Aporti

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Contesto socio-economico italiano
* Industrializzazione, estrema povertà tra le masse popolari (forte sistema gerarchico), malattie, denutrizione
* Fenomeno dell’esposizione (famiglie povere abbandonano i figli in strutture di accoglienze)
* Per preservare l’infanzia non accudita, si sono diffuse le sale di custodia (rette da donne ignoranti)

FERRANTE APORTI (1791-1858)
* Abate cremonese. Per A. il Cristianesimo è un grande fatto educativo
* è influenzato dalle esperienze inglesi (Infant School)
* Vengono superate le ‘sale di custodia’, con l’apertura delle SCUOLE infantili di Aporti (1828) * Imposta in modo pedagogico il problema infantile: liberare il popolo dalle superstizioni e redimere l’umanità dall’ignoranza

Gli asili aportiani:
* Aporti crede che attraverso l’asilo si possa sopperire alle mancanze della famiglia.
* Negli asili aportiani era previsto l’insegnamento della lettura, scrittura e della matematica (scolasticismo), aspetto che venne pian piano esasperato, fino a portare al diminuire progressivo del gioco, e alla richiesta di immobilità e obbedienza dei b.
* Metodo dimostrativo (lezioni brevi, forma dialogica), educazione morale, del canto, preghiere in lingua materna. Si accettano premi, divieti e punizioni, ma non il mutuo insegnamento

Difficile ricezione degli asili aportiani:
* Osteggiati della chiesa cattolica (divieto pontificio e ostilità dei gesuiti), condannando e proibendo la nascita di asili aportiani nei confini dei territori della chiesa.
* Ostilità da parte del pensiero reazionario (conte Monaldo Leopardi), che temeva che educare i poveri avrebbe portato alla sovversione dell’ordine sociale.

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Johann Fredrich Herbart (1776-1841)

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  • Docente universitario tedesco, ha fondato la pedagogia come scienza.
  • Tramite le sue opere emerge l’organicità del suo progetto educativo, e una riforma del ginnasio
  • Sul recentissimo scritto di Pestalozzi: Come Geltrude istruisce i suoi figli (1802), commento dell’opera di Pestalozzi, confrontando la propria dottrina con quella di P.
  • Pedagogia generale (1806), H. indica i fondamenti della pedagogia. Necessità di dotare la pedagogia di basi scientifiche, che attingano alla teoria e all’esperienza.
  • Compendio delle lezioni di pedagogia (1835), sintesi del suo pensiero pedagogico.

Pedagogia di H.:
* Il compito dell’educazione è la formazione della moralità, del carattere, lo sviluppo armonico
* Per Herbart l’azione educativa deve partire dagli interessi degli alunni.
* Per H., il processo educativo si basa sul rapporto educatore educando, articolato in 3 fasi:
-Governo (il garantire l’ordine senza cedere nella costrizione)
-Istruzione delle conoscenze
-Cultura morale
*Didattica dei gradi formali, ovvero le parti nelle quali si articola la lezione: definizione dell’oggetto di apprendimento, collegare le nuove conoscenze a quelle già apprese, sintesi armonica delle nuove conoscenze, applicazione pratica delle cognizioni.
*Anticipa quello che chiamiamo “sistema educativo integrato”. All’educazione concorrono sia famiglia che scuola, in un’educazione integrata.

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Cuoco; Mazzini; Cattaneo (tre figure prominenti nella storia dell’educazione italiana)

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Cuoco:
Gestisce l’istruzione pubblica nella Napoli di Gioacchino Murat: Educazione: universale, pubblica, uniforme (senza discrepanze) ma diversificata tra città e campagna, volta alla formazione di una coscienza nazionale e civile

MAZZINI
impossibile raggiungere unità nazionale senza il coinvolgimento popolare, che però deve essere educato alla legge morale ed educazione nazionale
A Londra, durante l’esilio, istituisce delle scuole

CATTANEO
Analizza la situazione scolastica Lombardo-Veneta, da cui emerge:
importanza istruzione di base, necessario superare la frattura tra cultura umanistica e cultura scientifica, diffondere istruzione tecnico-professionale, di innovare la didattica, la formazione degli insegnanti, necessità di orari più brevi e tener conto delle diversità locali, tra nord e sud Italia

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12
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Antonio Rosmini (1797-1855)

A
  • Sacerdote coinvolto nei moti del 48 e la guerra contro l’Austria, che fonda a Domodossola l’Istituto della Carità (1828)
  • viene inviato a Roma per consigliare il Papa
  • Ritiene che la Filosofia sia la vera pedagogia, e che il fine dell’educazione sia la formazione di tutto l’uomo, in un’ottica religiosa in cui Dio è il centro di tutte le cose.
  • Nel “Saggio sull’unità dell’educazione”, Rosmini tratta dell’educazione come mezzo per elevare il singolo, (specialmente attraverso filosofia e religione), e mezzo per il progresso dei popoli.
  • Imposta in modo scientifico il metodo didattico (evoluzione tappe psicologiche; educazione unitaria e integrale della persona)
  • ‘questione rosminiana’ (dibattito sorto intorno a due opere di Rosmini, ritenute controverse dalla chiesa)
  • Beatificazione (2007)
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Raffaello Lambruschini (1788-1873): vita, pedagogia, istituto di San Cerbone, opere

A
  • Partecipa alla I guerra d’indip. Senatore del Regno d’Italia.
  • Pedagogia si articola in: educazione spirituale, morale e civile, con educazione familiare articolata in due poli: padre-Legge (da rispettare), madre-Religione (non punitiva od oppressiva)
  • Necessaria iniziativa statale, fondata sulla gratuità, sul raggiungere tutti, e sulla preparazione a tutto tondo. Importante anche l’iniziativa privata, che sia autonoma, eccellente ed esemplare per le scuole statali: ad es. Scuola di san Cerbone, istituto privato fondato da Lambruschini.

Istituto di San Cerbone (1829)
* Inizialmente dedicata a figli di famiglie agiate, poi si intendeva ampliarla a tutti. Si accetta il mutuo insegnamento.
* Scuola annessa a un’azienda agricola, dove si pratica il giardinaggio, lavori agricoli
* Metodo: proposti contenuti individualizzati basasti sugli interessi dei fanciulli. Educazione a tutto tondo, che contempla tutte le sfere dell’educazione. Questo poteva avvenire grazie a docenti specializzati per aree, tecnici, professionisti, che sanno trasmettere la passione per il lavoro.
* Proposta la stesura collettiva di un giornale, L’Aurora, che i ragazzi scambiano con altre scuole.
* Vengono promosse forme di ‘democrazia interna’; ponendo al centro l’educazione morale

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Don Giovanni Bosco (1815-1888): contesto, vita, prospettiva educativa, oratorio, opera

A

1846: apre il primo oratorio e crea la Congregazione salesiana

Oratorio:
Educazione popolare in prospettiva caritativa e pastorale. fine dell’educazione è fornire ai giovani deviati un mestiere e una regola morale per il reinserimento
-gioco è molto importante: momento aggregante e formativo della vita comunitaria, guidato dagli educatori che agiscono come padri e fratelli.
-fornisce istruzione elementare e professionale, vengono fondati dei veri e propri istituti scolastici e collegi-convitto
-giovani quali devono essere capiti, accolti e amati per come sono

Il sistema preventivo nell’educazione della gioventù (1877)
- Opera prima di Don Bosco come educatore, fondata su: ragione, religione, amorevolezza
- Bisogna creare le condizioni per evitare le trasgressioni, facendo interiorizzare e amare la regola attraverso l’ammonimento e l’attenzione affettiva.
-Educatore deve essere autorevole, incarnare la ragione

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Il Positivismo, il positivismo pedagogico in Francia e in Inghilterra

A
  • Indirizzo filosofico della seconda metà dell’800 basato sulla conoscenza scientifica e sperimentale, concepita come l’unica forma legittima di conoscenza della realtà e per il progresso sociale.
  • Il pensiero positivista guarda con ottimismo ai grandi mutamenti culturali in atto nella società europea e negli Stati Uniti, entrati nella fase dell’industrializzazione.
  • Il positivismo esalata l’iniziativa delle classi borghesi. In questo periodo compaiono le masse proletarie, contadine, operaie (socialismo come risposta al problema della loro emarginazione e inserimento)
  • In questo periodo (seconda metà dell’800) la pedagogia comincia a essere considerata una scienza, emancipandosi dalla connotazione filosofica che l’aveva sempre contrassegnata.

Tre esponenti del positivismo pedagogico in Francia
1. Claude Henry de Saint-Simon (1760-1825): educazione come diritto sociale di tutti per favorire il benessere collettivo e il progresso industriale
2. Auguste Comte (1798-1857): esalta l’‘educazione permanente’, ritiene centrale l’insegnamento delle scienze, a discapito della cultura umanistica
3. Èmile Durkheim (1858-1917): i sistemi educativi si devono adattare alle società, l’insegnante deve avere competenze sociologiche

Due esponenti del positivismo pedagogico in Inghilterra
1. Robert Owen (1771-1858) (proprietario di opifici e di orientamento socialista): ritiene l’educazione come il risultato del condizionamento sociale sull’individuo; ritiene necessario istituire scuole e asili per i figli degli operai e per i genitori stessi; creare comunità ‘paneducative’ (comunità in cui tutto è strutturato in funzione educativa)
2. Herbert Spencer (1820-1903): necessario dare un fondamento scientifico all’educazione, evitare le punizioni; rispetto per gli interessi dei discenti; metodo basato sui sensi, esperienza, intuizione

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Positivismo pedagogico in Italia: Ardigò e Gabelli

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  • Contesto post-unitario (dal 1861)
  • Necessario fornire un grado minimo di istruzione e di coscienza civile (analfabetismo è al 75%)
  • Promozione della scuola laica (criticata perché si legava la formazione religiosa alla formazione morale)
  • Riflessione sul problema del metodo di insegnamento (definizione scientifica della didattica)

ROBERTO ARDIGO’ (1828-1920)
* Nasce e si forma nell’Italia meridionale. Diventa docente a Padova, e senatore del Regno d’Italia.
* Fonda e definisce la pedagogia come «scienza dell’educazione»
* Ritiene che il compito principale dell’educatore sia quello di guidare nell’educazione morale, che si realizza quando il bambino pratica il bene per propria convinzione.
* Ritiene che l’educazione debba essere il risultato di tre momenti:
- attività: proposta di qualcosa di nuovo ancorato alla vita concreta del bambino
- esercizio: pratica, far ripetere l’esercizio più volte
- abitudine: far acquisire l’abilità attraverso l’attività e l’esercizio.
* La metodologia educativa proposta da Ardigò comprende:
- Metodo intuitivo: si insegna con l’esperimento, l’applicazione di tutti i sensi, non solo la parola
- Metodo induttivo: il «vero metodo scientifico», dal noto all’ignoto, dal semplice al composto, dal facile al difficile.

ARISTIDE GABELLI (1830-1891)
* Senatore del Regno. Estensore dei Programmi del 1888 (noti come Programmi del positivismo): intenti a formare in modo coordinato fisico, intelletto e sentimento morale, insieme all’educazione linguistica (analfabetismo).

Posizione pedagogica di Gabelli:
* Ruolo dell’educazione: colmare il divario tra immaturità civile delle masse e la modernità del nuovo Stato, con le sue tendenze e i suoi bisogni
* Votato al laicismo ma non vuole abolire l’insegnamento della religione (serve per controllare le masse)
* Necessaria l’istruzione di base per i ceti popolari (alfabetizzazione e formazione professionale), e l’istruzione classica per i ceti agiati (perché siano in grado di governare lo stato)
* Gabelli si pone contro nozionismo e formalismo: bisogna formare la capacità di giudizio autonomo e razionale (‘insegnare a imparare’), più importante il metodo che il programma.

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Contesto politico ed educativo. La legge Boncompagni e la legge Lanza

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LEGGE BONCOMPAGNI (1848)
• Prima legge istituita per il riordino della scuola nel Regno di Sardegna, che sancisce il passaggio delle scuole dal controllo dell’autorità ecclesiastica al ministero della Pubblica Istruzione (istituito nel 1847).
• Si istituiscono tre livelli dell’istruzione (elementare, secondario, universitario)
• Viene sancita una impostazione verticistica della Governance (vertice: Ministro Pubblica Istruzione, Consiglio Superiore Pubblica Istruzione, Ispettori, Consigli, Provveditori su base territoriale. Tutte queste cariche vengono nominate dal re.)
• Valorizzazione della lingua italiana, come mezzo fondamentale per raggiungere l’Unità.
• Inizia un processo di laicizzazione della scuola. L’insegnamento della religione viene mantenuto, ma si cerca di separare le due sfere di potere. (25 agosto 1848: espulsione dei gesuiti dal Regno di Sardegna). Critiche dei cattolici conservatori

LEGGE LANZA (22 giugno 1857)
• Ulteriore spinta all’accentramento, statalizzazione (marginalizzando gli istituti privati) e verticalizzazione del sistema di governo dell’istruzione pubblica in Piemonte.
• Potenziamento nelle Scuole normali (scuole magistrali, per diventare maestro/a) delle materie che rimandano al concetto di Patria (italiano, storia nazionale e geografia).
• Tentativo di ‘secondizzare’ le scuole normali, ovvero farle diventare simili alle scuole secondarie. (Perché fino a quel momento, la scuola normale era vista come una sorta di proseguimento della scuola elementare)

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18
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La legge Casati (13 novembre 1859)

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19
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Le commissioni d’inchiesta (Broglio e Correnti) e la piaga dell’analfabetismo

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20
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La scuola Normale e la formazione magistrale

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21
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Maestre e maestri negli anni della Destra storica (1861-1876) e negli anni della Sinistra storica (1877-1900)

A

La figura del maestro negli anni della Destra storica
• Il loro scopo doveva essere di radicare i valori morali, civili, nazionali e unificare linguisticamente il paese.
• Numero di maestri insufficienti, il 60% non avevano acquisito il livello minimo previsto dalle scuole normali. Impiegati molti religiosi (potevano essere pagati meno). Eterogeneità dei percorsi formativi. Questione degli stipendi.
• La scuola elementare era in balìa dei Comuni (fino al 1911).
• Età della destra storica si caratterizza per una legislazione carente sotto il profilo delle tutele giuridiche ed economiche. Tuttavia, in quel quindicennio vennero poste le premesse per la costituzione di una classe magistrale sufficientemente qualificata, con una certa rilevanza sociale.

La figura del maestro negli anni della Sinistra storica • Progetto della Sinistra: scuola laica nazionale. Istruzione come emancipazione (cultura positivista).
• 1882: allargamento suffragio: i maestri votano
• I parlamentari della sinistra storica vedono i maestri come “apostoli laici”. La loro opera era volta alla “nazionalizzazione delle masse” (c’era bisogno di tenere assieme masse popolari molto diverse tra loro), al patriottismo (esaltazione della propria patria rispetto alle altre), fino all’imperialismo.
• Provvedimenti migliorativi della sinistra storica:
- 1876, incremento del 10% del minimo degli stipendi; - 1878, istituzione del Monte pensioni;
- 1885, Testo unico su salari, nomine e licenziamenti, per dare un po’ più di stabilità al posto di lavoro, sottraendolo alla discrezionalità dei Comuni;
- 1886, introduzione degli scatti salariali dopo sei anni di effettivo servizio.
- Impegno per eliminare l’“intervallo” fra conclusione delle elementari e accesso alla Scuola normale

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22
Q

La Legge Coppino (15 luglio 1877)

A

• 1876, la Sinistra storica sale al governo, Coppino Ministro della P.I.
• Il corso elementare viene portato a 5 anni (3 corso inferiore + 2 corso superiore). Obbligo dai 6 ai 9 anni.
• Introduce AMMENDE per genitori inadempienti (attuazione effettiva della Legge Casati.)
• Vuole portare alla laicizzazione della politica scolastica. Nell’offerta formativa non rientra la religione (che se voluta deve essere richiesta dalle famiglie) ma compare un insegnamento morale e civile (aspetto criticato da molti parlamentari).

23
Q

Pedagogia dell’attivismo (scuole attive, scuole nuove)

A

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24
Q

Rosa (1866-1951) e Carolina (1870-1945) Agazzi - Il metodo ‘Pasquali-Agazzi’.

A

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25
Q

Maria Montessori (1870-1952), vita, opere, pedagogia

A
  • Scienziata, medico, femminista, educatrice, pacifista (la donna italiana più famosa nel mondo), madre, cattolica. Per avere l’opportunità di realizzare il suo metodo ebbe rapporti con il mondo laico, positivista, e poi con il mondo idealista e liberal-massonico.
  • Una delle prime donne a laurearsi in medicina, in un clima positivista. Studia pedagogia speciale, (rivolta ai bambini disabili), e psichiatria, entrando nella Clinica psichiatrica della Sapienza.
  • 1898: Montessori interviene al Congresso pedagogico torinese (come le sorelle Agazzi), parlando del rapporto tra medicina e pedagogia, l’importanza di un’educazione specifica per i bambini ‘anormali’.
  • 1907: apre a Roma la prima «casa dei bambini» (dove sperimenta la sua pedagogia scientifica e metodi attivistici). Struttura un ambiente a misura di bambino, dove viene favorita la sua attività.
  • 1909: Prima opera di Montessori: La scoperta del bambino. Redatta come guida per maestri e maestre delle scuole dell’infanzia, perché questi diventino “scienziati del loro lavoro”.
  • 1910: Pubblica l’Antropologia pedagogica, in cui emerge l’aspetto della difesa dei diritti del bambino e la valorizzazione della religiosità del bambino.
  • 1913 tiene una conferenza a Roma, poi negli USA, da cui parte la diffusione mondiale del suo metodo.
  • 1924: Montessori fonda l’ente Opera nazionale Montessori, con l’iniziale sostegno di Gentile e Mussolini
  • 1929: viene promulgata l’enciclica Divini illius magistri (di Papa Pio XI): che dà un indirizzo pedagogico tradizionale, da molti letto come una critica verso la pedagogia montessoriana (si esprime contro l’eccessiva autonomia del bambino e contro chi abolisce l’autorità). Questa fu una delle ragioni per cui il metodo montessoriano avrà una diffusione limitata in Italia, ma sarà molto diffuso al livello internazionale.
  • 1933: si arriva alla rottura con il fascismo, le scuole montessoriane vengono chiuse. Montessori abbandona l’Italia fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale (pedagogia della libertà, antiautoritaria vs pedagogia dell’autorità e dell’ordine). Per Montessori, le Guerre mondiali erano una conseguenza della confusione morale, della morte di Dio nelle anime, esito di una cultura di morte
  • 1938: Pubblica Il segreto dell’infanzia
  • 1949: pubblica La formazione dell’uomo
  • 1952: nell’anno della morte di Montessori, viene pubblicato La mente assorbente

Metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini (1909)
* Opera-chiave (presto tradotto in 36 lingue). Ripubblicato nel 1950 con il titolo La scoperta del bambino
* è una guida per i maestri, per renderli ‘scienziati’ del loro lavoro
* Idea di educazione incardinata sull’emancipazione dell’uomo
* Racchiude un ricchissimo patrimonio pedagogico (Rousseau, Pestalozzi, Froebel)
1. Richiamo all’originarietà e specificità dell’infanzia (età preziosa e decisiva; individualità e socialità)
2. Bambino come attore della scuola infantile (con le sue disposizioni fisiche, intellettuali e morali)
3. Metodo scientifico
4. Lavoro manuale, educazione dei sensi

Pedagogia di Montessori:
* Necessario lo studio sperimentale del fanciullo e delle sue attività senso-motorie da sviluppare attraverso:
- esercizi di vita pratica (lavarsi, vestirsi…), lavori agricoli che mettono in contatto con la natura
- materiale didattico scientificamente organizzato (blocchi, materiali per l’esercizio del tatto…)
* Partire dall’educazione sensoriale per arrivare all’educazione morale e intellettuale
* Non ‘maestre’ ma ‘osservatrici’: superare il maestro che impone, travasa contenuti tra premi, castighi e voti
* Contrappone alla disciplina dell’immobilità la disciplina della libertà. Si parla di «Liberazione del fanciullo» nella pedagogia montessoriana. Questa liberazione avviene attraverso la guida attenta dell’adulto (scientificamente consapevole dei bisogni del fanciullo), all’interno della pedagogia della libertà
* Ambiente deve essere reso adatto al fanciullo, riorganizzato secondo le sue esigenze psichiche e fisiche
* Il fanciullo deve fare da sé e ricevere stimoli non dall’adulto ma dall’ambiente preordinato
* Montessori declina in ambito educativo il concetto di «mente assorbente» (potere di assimilazione consapevole e inconscio della mente infantile)
* Educazione religiosa vista in una prospettiva di libertà e liberazione, c’è un grande rispetto della vita interiore del bambino

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Q

L’attivismo europeo: Claparede, Decroly, Devaud, Ferriere

A

Claparède
*Fondatore dell’«Istituto Rousseau», dedicato alla ricerca psicologica ed educativa.
La spiegazione dei processi psichici richiede la comprensione dei bisogni fondamentali che scaturiscono nell’interazione individuo-ambiente. L’educazione deve basarsi su bisogni e interessi spontanei del fanciullo, perché le attività sono funzionali solo quando il b. sente il bisogno naturale
*La scuola deve essere su misura. Offrendo una serie di attività tra le quali il fanciullo possa liberamente scegliere. Possibili soluzioni:
- classi parallele, formate da alunni con capacità omogenee
- classi mobili, gli alunni si spostano nelle classi corrispondenti al loro livello
- sistema delle opzioni, dove vengono poste molte opzioni tra cui l’alunno può liberamente scegliere

Decroly (1871-1932)
* Laureato in medicina, specializzato in neuropsichiatria. Svolge studi di pedagogia ‘speciale’, estendendo poi il suo metodo a tutta l’infanzia. Professore (psicologia dell’infanzia: “conoscendo la psiche infantile diventa possibile avviare processi di individualizzazione”) rappresentante della pedagogia attiva.
* 1907: apre a Bruxelles la scuola dell’Ermitage, una «scuola nuova», diventato famoso centro di sperimentazione educativa.
*I nuovi programmi scolatici di D. sono fondati sulla soddisfazione dei bisogni primari del b.:
1. bisogno di nutrirsi,
2. di lottare contro le intemperie,
3. di difendersi dai nemici e dai pericoli,
4. di lavorare e agire con gli altri o da solo, riposarsi e ricrearsi

Il metodo di Decroly:
* Teoria dei centri di interesse: Necessario organizzare la scuola attorno a “centri di interesse”, non attorno alle materie, perché così si evitano la frammentarietà delle nozioni e si tengono occupate tutte le facoltà dell’allievo, mentre si sviluppano osservazione, associazione ed espressione.
* Teoria della globalizzazione: La conoscenza e la sensazione del bambino non sono dirette verso elementi differenziati, ma si rivolgono verso un tutto. Di conseguenza, ogni attività di apprendimento deve partire da un approccio globale: dal concreto all’astratto, dal semplice al composto, dal noto all’ignoto.

Dèvaud (1876-1942)
Professore di pedagogia e sacerdote svizzero, importante nell’attivismo europeo in ambito cattolico.
Si impegna a migliorare la scuola in un’ottica di rinnovamento della didattica, promozione della scuola rurale e del contatto con la natura. Critico del naturalismo pedagogico e del tecnicismo scolastico
Sintetizza gli aspetti più validi di «scuola nuova» e «scuola tradizionale»:
- libertà dell’alunno, ma anche autorità e del maestro
- educazione comune e salvaguardia delle singole vocazioni
- spontaneità e interesse, ma anche disciplina e sforzo

Ferrière (1879-1960)
* Legato all’istituto di ricerca ‘Rousseau’. Uno dei maggiori teorici e divulgatori dell’attivismo in Europa. La sua concezione origina dal concetto di ‘slancio vitale’ del fanciullo e sua attività spontanea e creatrice.
* Per F., alla base della scienza dell’educazione troviamo biologia, psicologia (senza però pretendere di comprendere ogni aspetto del bambino) e sociologia, senza escludere filosofia e religione.

27
Q

John Dewey (1859-1952), teoria dell’esperienza e dell’indagine, centralità della riflessione politica, e opere

A

• Il suo pensiero filosofico-pedagogico centrato sulla teoria dell’esperienza, l’attivismo pedagogico, la scuola nuova e il ruolo politico dell’educazione è il più diffuso in tutto il mondo.
• 1894: Direttore del Dipartimento di filosofia, pedagogia ed educazione nell’università di Chicago, a cui D. annette una scuola-laboratorio. Considerato ‘il più grande pedagogista del ’900’.
• Secondo D., è necessario costruire e alimentare la democrazia attraverso un’educazione scolastica che formi cittadini attivi e critici. La scuola-laboratorio è il luogo dove si sperimenta la convivenza democratica.

Teoria dell’esperienza di D.
La conoscenza si forma attraverso l’esperienza, nel quale il soggetto incontra la natura delle cose in continua trasformazione. Arte e immaginazione concorrono, insieme all’esperienza, ad un’educazione globale, che ha come finalità la formazione del cittadino democratico. Pedagogia di D. è ispirata al pragmatismo (permanente contatto tra momento teorico e pratico, il «fare» dell’educando è il momento centrale dell’apprendimento), intrecciata a psicologia e sociologia, valorizzando il bambino come protagonista del processo educativo (rifiuto degli autoritarismi), secondo i suoi interessi fondamentali (comunicazione/racconto, indagine/scoperta, fabbricazione/costruzione, espressione artistica).

Teoria dell’indagine di D.
Il metodo educante di D. si basa sulla teoria dell’indagine: sperimentazione e raccolta di dati, generalizzazione dei dati, verifica e confronto con altre teorie (matrice positivista). Per D., il metodo scientifico è necessario anche per educare alla democrazia, in quanto compare il confronto, la confutazione, l’accettazione di dati diversi rispetto a quelli attesi, il lavorare insieme.

LE OPERE DI DEWEY
Scuola e società (1899) (laboratori)
• La scuola non può restare estranea alle trasformazioni sociali (espansione industriale, richiesta di partecipazione politica delle classi sociali subalterne), la scuola deve diventare una «società embrionale». • Necessario inserire nella scuola dei laboratori che colleghino le attività scolastiche con quelle produttive/di lavoro (tessitura e falegnameria: «il lavoro manuale rende i ragazzi svegli e attivi, anziché passivi e ricettivi») e attività familiari (cucinare), divisi tra maschi e femmine.
• è necessario motivare concretamente all’apprendimento delle varie materie, e far prendere coscienza della loro utilità.

Democrazia e educazione (1916) (democrazia)
Trattato di filosofia sull’educazione, che tratta del legame tra scuola e democrazia: la scienza è vista come ‘metodo’ di un’educazione democratica in quanto caratterizzata dalla libera indagine e dalla verifica intersoggettiva dei risultati. Inoltre, la scuola può incrementare la capacità di partecipare da protagonisti alla vita sociale con una mentalità capace di dialogare e collaborare a fini comuni.

Esperienza e educazione (1938) (scuola attiva)
• Riflessione sull’applicazione concreta dell’attivismo pedagogico. Contro derive libertarie, individualistiche e spontaneistiche e contro la scuola tradizionale (nozionismo, disciplina autoritaria, estranea alla vita del b.)
• Nella scuola-laboratorio: centralità del b. con i suoi bisogni (fisici, intellettuali e sociali), i suoi interessi (motivazione dell’apprendimento), e la sua esperienza di vita, attraverso attività espressive o costruttive.
• Maestro non è una figura autoritaria che dispensa lezioni intellettuali, ma una guida che orienta i processi di ricerca della classe. I voti servono a far emergere le attitudini dell’alunno

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Q

L’età crispina e l’età giolittiana

A

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3 programmi per la scuola elementare nel positivismo (Boselli 1888, Baccelli 1894, Orestano 1904)

A

1888: emanati i Programmi Gabelli (sotto il ministro Boselli).
• Obbiettivi: formare nuovi italiani ‘dalla testa chiara’ (con consapevolezza critica). Si valorizza il metodo intuitivo l’alunno dovrebbe imparare attraverso l’esperienza, diventando ‘maestro di sé stesso’.
• Le materie non devono avere artificiali distinzioni, il punto di partenza è l’esperienza concreta del b.

1894: emanati i programmi Baccelli (Integrano i programmi Gabelli)
• Viene introdotto il lavoro tra le materie
• Si mantiene un’ottica di società gerarchica rigida. ministro Baccelli: «Istruire il popolo quanto basta, educarlo più che si può»

1904: emanati i programmi Orestano (sotto il ministro Orlando)
• Duplice obbiettivo per la scuola elementare: 1. costituire un corso compiuto di studi (per chi non intende o non può proseguire gli studi oltre), 2. preparare agli studi successivi

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La nascita dell’associazionismo magistrale: l’UMN, le fratture, il primo sciopero

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Le conquiste educative-scolastiche dell’età giolittiana (legge Nasi, legge Orlando, Inchiesta Corradini, Legge Daneo-Credaro, asili infantili)

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Leggi ministro Nasi (1903):
-reclutamento tramite concorso
-regole più precise ai Consigli Scolastici Provinciali
-nomina a vita dopo un triennio
-Parità stipendi per maestre che insegnavano in classi maschili o miste
-Obbligo presenza Direttore Didattico

Legge Orlando (1904):
-Innalza l’obbligo a 12 anni; incremento scuole serali e festive
-Nasce il Patronato Scolastico (materiali)
-Delude per il mancato aumento salariale

Inchiesta Camillo Corradini (Dirett. Gen. Istr. Prim.) (1907-08):
-mancano maestri, scadente preparazione
-si invoca l’avocazione

Legge Daneo-Credaro (1911):
-Sancisce l’avocazione (dai comuni allo stato) che si completa nel 1933 in tutti i comuni

“Istruzioni programmi e orari degli asili infantili e giardini d’infanzia” (1914):
-Asili infantili: prevendono il metodo aportiano. (Per la vera scuola dell’infanzia, dovremo aspettare il 1968)
-Giardini d’infanzia: a indirizzo frobeliano.

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Giovanni Gentile (1875-1944) biografia, pedagogia, opere, la Riforma Gentile

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  • Professore universitario di filosofia, amico di Benedetto Croce (amicizia interrotta negli anni ’20 col fascismo) e di L. Radice. Nominato Ministro dell’Istruzione (1922-1924). Nel periodo dei pieni poteri entra in vigore la Riforma Gentile (1923)
  • Rappresenta un pensiero egemone nella cultura italiana durante il fascismo. G. crede nello stato educatore, depositario della verità. Vede il popolo come gerarchico e sottomesso allo stato.
  • Muore ucciso da una formazione partigiana antifascista nel 1944 (Firenze)

Il pensiero pedagogico di Gentile
* Pedagogia restauratrice di un ordine educativo e scolastico che privilegia autorità, tradizione, selezione
* Il suo pensiero filosofico-pedagogico, prende il nome di «attualismo»: il pensiero e lo spirito sono l’unico mezzo per conoscere la realtà. Quindi la vera pedagogia scientifica è la filosofia, perché essa vede l’educazione in termini di spirito.
* Gentile si pone contro la pedagogia naturalistica perché essa separa la teoria dalla pratica e non considera la spiritualità

Sommario di pedagogia come scienza filosofica (1912-1913)
* Opera sulla sua filosofia antropologico-spiritualistica
* La scuola è definita luogo di formazione spirituale, dove è necessario rimuovere tutti i dualismi (religione e scienza, istruzione ed educazione, maestro-scolaro), che si risolvono nell’unità dello spirito e nella filosofia.
* Viene elaborata una teoria della didattica attraverso tre tappe:
- Arte: elementare
- Scienza: media
- Filosofia: superiore, il traguardo più elevato della formazione dello studente
* Limiti:
- centralità dell’insegnante, della sua cultura e della sua autorità (dovuta a un maggior grado di sviluppo spirituale) questa non è la scuola del fanciullo e dei suoi bisogni, ma è del maestro
- Viene privilegiata la lezione tradizionale, ‘dalla cattedra’

La Riforma Gentile:
* La ‘Riforma Gentile’ fu considerata l’ultima riforma dell’età liberale e la più fascista delle riforme.
* La riforma reintroduce l’insegnamento della religione cattolica nella scuola elementare. Questa decisione ha un significato politico (intercettare il consenso dei cattolici) e uno pedagogico (Gentile crede che la filosofia sia il grado più alto di formazione, ma questa non si può impartire nell’età della scuola elementare. La religione, dunque, preparerebbe la capacità di astrazione necessaria per studiare la filosofia negli anni successivi. Da Gentile, la religione era vista come una philosophia inferior).
Sviluppare la disposizione alla fede portava con sé spirito di sacrificio; entusiasmo per un ideale; riconoscimento di un’autorità assoluta; obbedienza e disciplina (funzionale all’ideologia fascista)
* Dalla riforma si evince che la vera democrazia è l’aristocrazia. Perciò troviamo un’esaltazione dell’istruzione superiore classica (formazione classi dirigenti attraverso accesso a tutte le facoltà). Attraverso una severa selettività (esame di Stato al termine di ogni ciclo di istruzione secondaria), la riforma intendeva ridurre la popolazione scolastica, ed evitare che le masse arrivino all’università. Si prevedono dei “canali di scarico”: scuole senza sbocco universitario (commerciali, industriali, agrarie, scuole femminili)
* Concetti sottesi alla Riforma: Rispetto della legge, ordine, disciplina, obbedienza all’autorità dello Stato

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Giuseppe Lombardo Radice (1879-1938)

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Fu allievo di Gentile. Insegnante di pedagogia. Nel 1923 diventa Direttore Generale dell’Istruzione Elementare e gli viene chiesto di redigere la Premessa ai programmi per le elementari
1924: interrompe i rapporti con Gentile ed il fascismo dopo l’omicidio di Matteotti

Modello pedagogico:
-Modello: «scuola serena», scuola attivistica con al centro l’espressione artistica (più che il lavoro manuale) e la collaborazione spirituale tra maestro e scolaro
-Importanza valori religiosi
-reintroduce, rispetto a Gentile, la psicologia e la didattica

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Tappe del Ventennio fascista

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Lo ‘sforzo pedagogico’ di un ‘ totalitarismo educatore’

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Le tappe della fascistizzazione della scuola e l’ONB

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Maestre e maestri tra età giolittiana e fascismo: ruolo sociale, associazionismo magistrale, condizioni economiche, giuridiche, formazione e accesso alla professione

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Il ministro Giuseppe Bottai, la legislazione razziale e la Carta della Scuola

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La scuola in guerra: tra rifascistizzazione e de-fascistizzazione (1943-1945)

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L’ultimo ministro dell’Educazione Nazionale, Carlo Alberto Biggini (1902-1945)

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Makarenko (1888-1939): vita, pensiero pedagogico

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Antonio Gramsci (1891-1937): vita, opere, politica e pedagogia

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Lev N. Tolstoj (1828-1910): vita, pedagogia, come vede l’educazione, la formazione e l’insegnamento. Lo spirito della scuola

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  • Narratore russo, interessato a: scuola, attività di paciere, aiuto per gli affamati, opera religiosa. * Profonda sensibilità sociale diretta a cambiare, anche mediante l’istruzione, la situazione dei diritti dei contadini. Infatti, nel 1859 T. aprirà una scuola, Jasnaja Poljana, per i figli dei contadini nel suo paese natale, che si trasformerà in una rete di scuole (iniziative scolastico-educative di T. proseguono fino al 1863)

Educazione, insegnamento, formazione secondo Tolstoj
* Educazione: la tendenza di una persona di plasmarne un’altra a sua immagine (è illegittima e imposta, non può essere oggetto della pedagogia)
* Insegnamento non ha posto nella scuola. perché questi pretende di entrare nella sfera delle opinioni dell’educando, che deve invece rimanere libero di scegliere.
* Formazione: nutrire l’esigenza di acquisire conoscenze nuove e di comunicare conoscenze acquisite in un rapporto libero (Per T. la formazione è legittima, in quanto libera)

  • Con l’aiuto di alcuni giovani universitari, Tolstoj cerca di mettere in pratica questi principi, per alcuni versi paradossali. Sono questi i fondamenti della scuola antiautoritaria di T. (una scuola senza orari, programmi, compiti, dove sono vietati castighi, dove gli scolari hanno la libertà di ascoltare o non ascoltare il maestro)

Lo ‘spirito’ della scuola * Lo spirito della scuola, è un ordine naturale di libertà e autoregolazione che prende corpo in questo regime di libertà assoluta.
* Metodi e sussidi utilizzati: intuizione, libri di lettura, mutuo insegnamento, laboratori.

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Alexander S. Neill (1883-1973)

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• Educatore scozzese, insegnante, psicoterapeuta infantile
• 1921: Fonda la scuola libertaria e anti-autoritaria di Summerhill con la moglie, destinata a ragazzi 5-16. Realtà a cui Neill si dedicò per tutta la vita, che riuscì a reinserire nella società molti ragazzi problematici.
• Amore, approvazione e libertà sono principi sui quali si fonda il modello educativo di Neill. Sostituire all’autorità la libertà. Educare senza ricorrere alla forza e alla paura, ma facendo appello alla sua curiosità e ai suoi desideri.
• Summerhill: a radical approach to child rearing (1960), libro in cui Neill racconta la sua esperienza di educatore, di quarant’anni, secondo una posizione anti-autoritaria (ispirato alla posizione psicoanalitica di W. Reich)

Principi educativi di Neill
• Fiducia nella bontà del fanciullo
• Scopo dell’educatore è lavorare con gioia e trovare la felicità e di trasmetterla
• L’educazione deve adattarsi alle capacità e alle necessità psicologiche del fanciullo
• La disciplina imposta dogmaticamente e le punizioni provocano paura (che paralizza la spontaneità e l’autenticità)
• Libertà non significa licenza, significa che il rispetto per l’individuo deve essere reciproco.
• È necessario che l’insegnante si comporti in sincerità assoluta verso il bambino • L’equilibrato sviluppo delle qualità umane favorisce l’indipendenza del bambino • L’assenza di autorità ed esercizio di potere elimina ed eradica i sensi di colpa • Summerhill non offre un’educazione religiosa
• Obiettivo educativo: far crescere i bambini in modo che divengano esseri umani felici

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Jacques Maritain (1882-1973)

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• Studia filosofia alla Sorbona, dove incontra la futura moglie Raissa (di origini ebraiche), con cui si trasferirà negli USA durante l’ascesa dei totalitarismi in Europa. Maritain fu un filosofo francese, cristiano, che ha contribuito alla diffusione dell’idea democratica tra gli anni 30 e dopo la fine della II Guerra Mondiale. Le sue opere influenzarono molti giovani cattolici, che favorirono la rinascita democratica.
• La sua filosofia sta alla base del ‘personalismo pedagogico’, in cui si esalta l’educazione integrale della persona (ambito affettivo, spirituale, intellettuale)

Umanesimo integrale (1936)
Secondo M. la crisi che l’Europa sta attraversando potrebbe portare ad una nuova guerra mondiale, ed essa è da imputarsi ad una crisi religiosa e morale. Per risanare l’Europa bisogna rifondare un nuovo umanesimo su base cristiana, che sia integrale a tutte le sfere che compongono l’uomo.

L’educazione al bivio (1943)
• Scritto nell’esilio in USA durante WWII. La società si trova di fronte ad un bivio: guerra/pace; umanesimo/tecnica
• Gli orrori dei totalitarismi (definite da M. “religioni pagane”) derivano dal fallimento dell’educazione europea: un’educazione di perversione mentale; educazione alla morte e alla guerra. Necessario sostituirla con un’educazione che miri alla convivenza democratica, che sviluppi il pensiero e il giudizio personale (in un’ottica cristiana)
• Gli attori dell’educazione (famiglia; scuola; chiesa; stato) devono collaborare alla difesa della crescita dell’umanità.

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Don Lorenzo Milani (1923-1967): vita, pedagogia, esperienze come educatore, opera

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La pedagogia cognitivista – Piaget e le 4 fasi dello sviluppo, Bruner e lo strutturalismo psicopedagogico, Gardner e la teoria delle intelligenze multiple

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Jerome Seymour Bruner (1915-2016)
* Psicopedagogista statunitense, docente ad Harvard. Studioso dei processi cognitivi, fortemente influenzato da Piaget. Fornirà la traduzione più completa e più ricca dei principi del cognitivismo nella pedagogia.
* Bruner elabora una pedagogia di tipo strutturalistico:
* La scuola deve organizzarsi attorno al principio del rinforzo e ha come obiettivo quello di far apprendere la struttura delle discipline per favorire l’organizzazione cognitiva e uno sviluppo autonomo delle conoscenze

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Il contesto politico e socio-economico italiano del secondo dopoguerra

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Processo di presa di coscienza della diseducazione civile fascista - educare alla democrazia

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Scuola e Costituzione: articoli 3, 33, 34

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3
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono il pieno sviluppo

33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole

34
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

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La scuola popolare: Guido Gonella

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La politica scolastica del centro-sinistra (1962-1968): principi guida, scuola media unica, riordino universitario

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La scuola materna statale: Orientamenti (1958, 1969, 1991) e origine

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Gli Orientamenti per la scuola materna del 1958:
(non più programmi, ma orientamenti, perché sono solo orientativi)
-famiglia mantiene il ‘primato educativo’,
-Sulla base degli studi psicologici del tempo, si riconosce che l’età 3-6 è fondamentale
-Richiamano la pedagogia agazziana
-Orientamenti criticati per aspetto dell’educazione religiosa cattolica come ‘fondamento e coronamento’
-importanza della lingua, dialetto punto di partenza, non demonizzato

1965: si vota per l’istituzione della scuola materna statale. I radicali temono un monopolio della scuola statale. II crisi di governo.

1968: istituzione della scuola materna statale
-Decisione dovuta all’evoluzione del ruolo della donna
-Si supera l’approccio all’assistenzialismo e lo scolasticismo (tipico delle scuole aportiane)
-Ha funzione integrativa e complementare alla famiglia
-Si educa il futuro cittadino, il bambino impara a convivere con gli altri

Gli orientamenti (per la scuola materna) dell’attività educativa del 1969
-accolgono i risultati della ricerca psicopedagogica avanzata
-Si riconoscono i bisogni peculiari dell’infanzia
-funzione di ‘decondizionamento sociale’ per compensare le carenze dell’ambiente familiare
-educazione religiosa aconfessionale: si educa al rispetto e all’amore per il prossimo, alla pace

I ‘nuovi’ Orientamenti del 1991
-bambino è definito come «soggetto di diritti» (si richiama la costituzione)
-Riconosce le esigenze interiori del b.: sicurezza, identità, affermazione dell’Io, appartenenza, autonomia
-(ricorrono molti elementi riconducibili al cognitivismo di Piaget)
-Maestre hanno il compito di osservare e comprendere i bisogni del bambino.
-attenzione ad un bambino inserito nella società multiculturale e dei mass-media