11) Ugo Foscolo Flashcards

1
Q

formazione politica:

A

Foscolo è famoso per racchiudere in sè due identità: quella di soldato impegnato politicamente e quella di poeta. Infatti a differenza del letterati della generazione precedente, arroccati in un classicismo decorativo e celebrativo del potere costituito, il classicismo di Foscolo è innervato da una concezione vichiana della poesia.

Foscolo nasce a Zante (isola greca sotto il dominio veneziano) nel 1778. La morte improvvisa del padre lo portò a dopo varie vicissitudini riconcigliarsi con la madre a Venezia.

A Venezia riprende gli studi e conosce il poeta Ippolito Pindemonte, futuro dedicatario dei Sepolcri.

In questo ambiente matura il primo progetto poetico, la ‘Raccolta Naranzi’, oggi smarrito, composta da 41 liriche di argomento amoroso.
Nasce anche il ‘piano di studi’, che comprende le sue letture e una serie di progetti,

Nel 1797 prende la decisione di arruolarsi a Bologna come cacciatore a cavallo della Repubblica Cispadana. Rientrato a Venezia si avvicina sempre più alla politica, interesse riflesso anche nelle odi ‘Ai novelli repubblicani’ e ‘Bonaparte Liberatore’ (1797), quest’ultima dedicata alla città di Reggio Emilia, appena liberata.

Tuttavia, la firma del trattato di Campoformio (17 ottobre 1797) che sanciva lo smembramento dei territori veneziani fra la Francia, l’Austria e la Repubblica Veneziana,
Deluso da Napoleone, Foscolo lascia Venzia e parte per Milano.

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2
Q

soldato, giornalista, erudito:

A

In questo periodo è in cantiere il romanzo epistolare ‘le ultime lettere di Jacopo Ortis’, ma è interrotto dalla presa di servizio come luogotenente.
Nel 1800, mentre si trovava a Genova assediata dagli austriaci, pubblica l’ode ‘A Luigia Pallavicini caduta da cavallo’ e pubblica la nuova edizione di ‘Bonaparte liberatore’ con una nuova dedica proprio a Napoleone, che dal 9 novembre 1799 accede personalmente e unicamente al potere.

Il poeta esorta Napoleone ad agire per la salvezza dell’Italia in toni tutt’altro che adulatori, sottolineando la gravità dell’orrore commesso a Campoformio e adombrando astutamente lo spettro di Cesare, presto divenuto un tiranno.
In questo periodo lavora anche a una bozza in prosa chiamato frammenti di un romanzo autobiografico, che è la genesi dell’alter ego ironico di Foscolo che troverà a pieno compimento in Didimo Chierico.
Si dedica anche alla traduzione della Chioma di Berenice di Catullo

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3
Q

le ultime lettere di Jacopo Ortis:

A

La prima edizione consta di 45 lettere, che coprono un arco temporale che va dal 1797 al 1798: Jacopo Ortis è un intellettuale disilluso dagli esiti fallimentari delle rivoluzioni ed espone attraverso lettere all’amico Lorenzo i propri stati d’animo in merito alla politica alla patria e al suo amore per Teresa, futura sposa di Odoardo.

Nei primi mesi del 1799 Foscolo parte da Bologna al seguito della Guardia Nazionale mobile.
L’editore Marsigli decide così di mettere in commercio il libro, incaricando il letterato Angelo Sassoli di portarlo a compimento.
Così nell’estate del 1799 (ma con data 1798) viene pubblicato per la prima volta. Successivamente verrà pubblicato in due volumi.

Foscolo non riconoscerà entrambe le edizioni a causa delle pesanti censure applicate.

Nel 1801 a Foscolo può finalmente rimettere mano alle lettere di Jacopo Ortis. Cambia alcuni dei connotati essenziali: il triangolo amoroso si conclude tragicamente con il suicidio di Jacopo, dopo un viaggio attraverso la penisola ha simbolizzare la disfatta di un’intera generazione di idealisti.

Mentre scrive la sua opera Foscolo ha in mente probabilmente i capisaldi del romanzo epistolare di Samuel Richardson, Roussoe e Goethe.
Inizialmente lo scrittore aveva pensato un artista che scriveva a più destinatari, ma poi dopo la lettura dei dolori del giovane Werther decide per uno scambio esclusivo fra Jacopo e Lorenzo.

Un tema importante nell’opera è sicuramente quello politico, dovuto al senso di impotenza politica dello stesso Foscolo derivante dalla mancanza di una patria politicamente indipendente è occupata dall’invasore straniero.

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4
Q

le poesie:

A

Le prime poesie di Foscolo vengono realizzate fra il 1802 e il 1803 con la generica dicitura Poesie di Ugo Foscolo.
Come già per l’Ortis,le poesie hanno una storia composta da più prodotti editoriali, benché in questo caso tutti autorizzati dall’autore nel tentativo di tracciare una precisa immagine di sé.

La prima edizione è quella del 18o2, pubblicata su un giornale e composta da 8 sonetti e 1 ode (‘a Luigia Pallavicini’).
Successivamente verranno aggiunti 3 nuovi sonetti e 1 ode inedita (‘All’amica risanata’).

Il numero di 12 sonetti viene raggiunto con la terza edizione stampata (viene aggiunto il sonetto ‘In morte del fratello Giovanni’).

Già nella dedica all’amico Fiorentino Giovanni Niccolini, che apre la 2° edizione, il poeta rifiuta precisamente le proprie precedenti pubblicazioni impegnate, a marcare l’esaurimento dell’illusione del classicismo repubblicano, affidandosi al metro tradizionale e petrarchesco per eccellenza, il sonetto.
L’assetto strutturale definitivo raggiunto nella terza edizione vede Infatti le 2 odi precedere la corona di sonetti aperta da ‘Alla Sera’.
Le odi di apertura preparano così il lettore con il loro passo disteso alla maratona serrata dei successivi sonetti.

Spartiacque è l’autoritratto ‘Solcata ho fronte, occhi incavati intenti, sia per ragioni di effettiva centralità e sia per l’egocentrismo del tema, autoritratto in cui l’autore restituisce un’immagine di sé consumata e segnata dalle passioni. Il libro si conclude infatti con l’amara constatazione della chiusura di un secolo che si porta via con sé le speranze in un avvenire realmente realmente democratico e libertario.

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5
Q

I ‘Sepolcri’ e l’‘Esperimento’:

A
  • E’ con I Sepolcri, carme ( = componimento poetico diretto a interpretare o esaltare liricamente un fatto, una persona, un costume o una consuetudine) è formato da 295 endecasillabi sciolti, con cui Foscolo porta a maturazione i frutti delle riflessioni politiche e delle sperimentazioni formali praticate dai decenni precedenti, fondendo il modulo delle epistola settecentesca con il metodo delletransizioni di ascendenza greca, in particolare pindaricarica.
  • Il quadro storico è che è Foscolo a inizio 1800 fa tappa a Verona dall’amico Pindemonte, che in quel periodo si cimentava a scrivere un poema di argomento sepolcrale che avrebbe dovuto intitolarsi ‘I Cimiteri’. Tuttavia Foscolo esorta Pindemonte a proseguire nella traduzione dell’Odissea per distoglierlo dall’altro progetto.
    Questo perché Foscolo aveva già in mente di scrivere un poema di tema sepolcrale, tema che verrà sviluppato dopo la pubblicazione dell’editto di Saint-Claude, che estende al territorio italiano l’obbligo igienico di seppellire i cadaveri fuori dalle mura cittadine.
  • Le fonti dell’opera sono probabilmente I Cimiteri del Conte Giambattista Giovio, testo in cui ci si sofferma ideologicamente sull’inopportunità delle sepolture indistinte.
    Un’altra fonte è sicuramente il romanzo ortisiano.
  • A criticare il carme fu l’abate Aimè Guillon, che criticava l’impostazione ideologica materialista. Foscolo, nella lettera a Guillon replica sottolineando che il suo carmen ha funzione civile e politica.
    Poiché Guillon lo accusava anche di un eccesso di erudizione, Foscolo rivendica l’invenzione di un sistema di transizione, invenzione che è in realtà una riattualizzazione di un andamento ragionativo già greco, visibile nelle odi di Pindaro, e che non consiste in un passaggio da un tema a un altro non secondo un lesso logico, ma con un trapasso che dà priorità alla fantasia e al cuore.
  • L’opera si basa sull’idea che, benché in una prospettiva materialistica, conservare le spoglie di un defunto in una tomba o meno sia per l’individuo indifferente, tuttavia Il sepolcro è utile per nutrire gli affetti di chi rimane, nei quali il defunto continua a vivere.
    Eppure l’Editto di Saint-Cloud nega questa funzione alle tombe.
    È necessario quindi ricordare Come l’istituzione dei riti funebri sia stato un passaggio imprescindibile per la transizione dalla condizione di belve a quella di uomini civili.
    Inoltre le tombe dei grandi possono accendere gli animi alle grandi imprese, come gli illustri Sepolcri di Santa Croce accendo L’olmo del poeta.
    Vi è anche la tesi decisiva cioè che la poesia ha valenza a sua volta eternatrice.
  • Per quanto riguarda la lingua, Foscolo adotta un moderato classicismo.
    Nel complesso il lessico dei Sepolcri è slegato dalla normativa Imposta dai vincoli della Crusca, anche se la maggioranza delle parole rientra di fatto nel linguaggio poetico attestato dalla Crusca.

Nel 1806, anno della composizione dei Sepolcri, Foscolo si cimenta anche nella traduzione dell’Iliade con il maestro Melchiorre Cesarotti e Vincenzo Monti.

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6
Q

La cattedra e il teatro:

A

Nel 1808 Foscolo diventa professore di eloquenza latina e italiana presso l’Università di Pavia. Tuttavia presto a Milano troverà un ambiente chiuso e poco adeguato culturalmente alle sue esigenze, tanto da far innervosire presto Monti e tutto l’entourage del periodo classicista e fin’ora Napoleonico ‘il poligrafo’.

Ma è con il dramma ‘l’Aiace’ che la situazione precipita: in questo dramma Infatti si possono riconoscere nella figura di Agamennone lo stesso Napoleone e in altri personaggi altre personalità contemporanea e Foscolo.
La critica costrinse il poeta ad andarsene da quella che percepisce ormai come la sua prigionia Milanese.

Alla fine Foscolo si sposta a Firenze, in cui rimette mano a progetti lasciati in sospeso.
Traduce il capolavoro di Sterne con il titolo ‘Viaggio sentimentale di iorik lungo la Francia e l’Italia’ e in calce all’adizione pisana Foscolo pubblica la ‘notizia intorno a Didimo Chierico’, autobiografia di una controfigura ortisiana e foscoliana strutturata in 15 brevi capitoli.
Chi è Didimo? È il rovesciamento scettico e ironico di Ortis e di Foscolo stesso che guarda le cose del mondo con distaccato saggezza.

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7
Q

Le Grazie:

A

Nel 1812 abbiamo la prima stesura dell’inno, poi rimaneggiata un anno dopo per configurare una seconda redazione/stesura.

Il poeta si stacca quindi dal progetto originario dedicato allo scultore neoclassico Antonio Canova, pensando a un inno in 3 parti dedicate rispettivamente a Venere, Vesta e Minerva, di cui si cominciano a vedere i lineamenti a partire dall’estate del 1813.
L’inno è un esito originale della riflessione foscoliana sul bello e sull’arte, incarnati nelle tre divinità del mondo greco, e sulla loro fondamentale funzione civilizzatrice e consolatoria.
E’ vitale il motivo patriottico e politico, in ragione delle condizioni politiche di grande incertezza successiva alla campagna di Russia e alla caduta di Napoleone. Per questo probabilmente l’opera è frammentaria.

In seguito la disfatta Napoleonica a Lipsia nell’ottobre del 1813, Foscolo si dirige a Milano in qualità di capitano.
Avrebbe dovuto cercare l’appoggio del neo governatore austriaco Bellegarde, che gli affida l’elaborazione di un nuovo periodico filo-governativo. Tuttavia vi è un improvviso cambiamento di campo e invece di prestare giuramento agli austriaci, Foscolo scappa a Lugano. Non toccherà mai più solo italiano.

Nel 1816 a Zurigo Foscolo da nuovamente alle stampe Le ultime lettere di Jacopo Ortis (uscite prudentemente con la falsa indicazione ‘Londra 1814’ per depistare le autorità austriache).
Le innovazioni più rilevanti dell’edizione sono la diffusione dei temi marcatamente anti napoleonici e l’aggiunta della notizia bibliografica, di taglio apogetico e di tono didimeo, col fine di sgombrare il campo dai sospetti di plagio di analoghi e modelli europei.

Lascia la Svizzera per l’Inghilterra, in cui pubblicherà le ‘lettere didimee scritte dall’Inghilterra’, in cui restituisce immagini, aneddoti e riflessioni dei costumi del paese in cui si trova.

Nel 1817 esce a Londra l’ultima edizione delle ultime lettere di Jacopo Ortis, seguito da un appendice intitolata alcuni **capitoli del Viaggio sentimentale di Yorik.

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8
Q

gli ultimi anni:

A

Le ristrettezze economiche spingono Foscolo a essere, oltre che pubblicista, critico letterario (ex. Boccaccio, Dante, opere inglesi).

Negli ultimi anni della sua vita pubblica una storia linguistica italiana dalle origini alla fine del cinquecento chiamata ‘Epoche della lingua italiana’. Infatti secondo Foscolo l’ultima epoca della nostra lingua è il sedicesimo secolo.

Foscolo morirà nel 1827 e solo 44 anni dopo la basilica fiorentina di Santa Croce accoglierà le spoglie del poeta.

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9
Q

l’esilio di Foscolo (1815-1827):

A

Foscolo decide di autoesiliarsi nel 1815 dopo i vari sconvolgimenti nel suo Paese dovuti a popoli stranieri (trattato di Campoformio, governo filoaustriaco a Milano).
Da questo momento vivrà fra Svizzera e Inghilterra, ma alla fine il suo desiderio di poter riposare in Italia verrà esaudito e 44 anni dopo le sue spoglie verranno trasferite a Santa Croce, Firenze.

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10
Q

sonetti importanti;

A
  • 1° = Alla Sera
  • 3° = sulla lingua latina
  • 4°, 5°, 6° = sonetti di tema amoroso
  • 7° = solcata ho fronte, occhi incavati intenti
  • 8° = a Firenze
  • 9° = a Zacinto
  • 10° = in morte del fratello Giovanni
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