Contabilità interna Flashcards
(36 cards)
Qual è la finalità principale della Contabilità Interna (o analitica)?
La Contabilità Interna (o analitica) è finalizzata a definire l’allocazione delle risorse tra diverse strutture/organizzazioni/progetti, a determinare e calcolare i relativi costi [1]. I suoi obiettivi includono il supporto alle decisioni (es. conoscenza dei costi, definizione dei prezzi) e il controllo dell’andamento dell’impresa (es. verifica della profittabilità) [2]. Determina inoltre i costi, i ricavi e i risultati economici analitici riferiti a parti della gestione d’impresa, come linee di prodotti o divisioni operative [3].
Come si distingue la Contabilità Interna dalla Contabilità Generale?
La Contabilità Interna (o analitica) si concentra sull’allocazione delle risorse e la determinazione dei costi per decisioni e controllo interni [1, 3, 4], mentre la Contabilità Generale (Financial Accounting) è finalizzata a produrre il bilancio d’esercizio annuale, in base alle norme determinate dalle leggi nazionali, per scopi esterni [1, 5].
Fornisci la definizione di “Costo” secondo la Contabilità Interna.
Il costo è il “controvalore monetario che misura il consumo di risorse per un certo fine o, in altre parole, per la realizzazione uno specifico oggetto di costo” [4]. Per ogni risorsa consumata, si associa il costo relativo a un “oggetto di costo”, che può essere un’unità organizzativa e/o un prodotto che ne è responsabile [3].
Quali sono le due principali decisioni nel processo di assegnazione dei costi agli oggetti di costo?
Le due principali decisioni nel processo di assegnazione dei costi sono: 1) la selezione della configurazione dei costi e 2) la definizione di un metodo di allocazione dei costi [6].
Spiega la differenza tra “Costi storici” e “Costi standard” nei sistemi di valorizzazione delle risorse.
I sistemi a costi storici servono per l’allocazione dei costi effettivamente sostenuti dall’impresa in un determinato periodo (consuntivo) e sono fondamentali per la determinazione dei risultati economici e la valorizzazione delle scorte [7]. I sistemi a costi standard sono utilizzati per la stima dei costi futuri, utili per l’elaborazione dei budget e per alcune scelte in sede di pianificazione (es. mix produttivo, make or buy) [8].
Quali sono i tre livelli di costi standard e cosa rappresentano?
I tre livelli di costi standard, basati sul livello di efficienza richiesto, sono:
* Ideale: calcolato nell’ipotesi di massima efficienza [9].
* Raggiungibile: calcolato nell’ipotesi di attuazione di alcune misure correttive (utilizzabile a fini motivazionali) [9].
* Normale: calcolato nella situazione attuale [9].
Definisci “Costo diretto” e “Costo indiretto” in base all’associazione a un oggetto di costo.
Un Costo diretto può essere attribuito in modo univoco e inequivocabile a un determinato oggetto di costo (Es: uno specifico lotto/unità di produzione) [10]. Tutte le restanti voci di costo sono considerate Costi indiretti, riferibili a più oggetti di costo e, generalmente, vengono ripartiti in base a parametri o coefficienti prestabiliti (Es: costi di struttura, overheads) [10]. È importante notare che la classificazione in diretti e indiretti non è assoluta ma dipende dall’oggetto di costo considerato [11].
Cosa si intende per “Costi di prodotto” e “Costi di periodo”?
I Costi di prodotto (o costo pieno industriale) rappresentano il valore delle risorse utilizzate per la trasformazione fisica dell’input in output nella realizzazione di un prodotto/servizio (Es: Materie Prime, Lavoro diretto, overheads di produzione, Manutenzione, Controllo qualità) [11, 12]. I Costi di periodo (o costi non inventariabili) sono il valore delle risorse impiegate in attività non direttamente associabili alle operazioni di trasformazione fisica dell’input in output, ma sostenuti per il funzionamento dell’azienda nel suo complesso (Es: Commerciali e Marketing, Logistica esterna, Amministrativi, Costo del lavoro di reparti amministrativi/vendita, Costi di ricerca e sviluppo) [12, 13].
Spiega la differenza tra “Costo fisso” e “Costo variabile”.
Un Costo fisso rimane invariato nel breve periodo, o nell’ambito di una variazione di volume operativo (o livello di attività) in un intervallo significativo [13, 14]. Un Costo variabile varia in modo direttamente proporzionale alle variazioni di volume operativo (o livello di attività), in un intervallo significativo, nel breve periodo [14]. La variabilità dei costi può essere legata non solo al volume produttivo, ma anche alla complessità del prodotto (es. ampiezza della gamma, tempo di consegna, qualità del prodotto) [14].
Quando un costo è considerato “Evitabile” o “Non evitabile”?
Un costo è considerato evitabile se è influenzato da una specifica decisione, mentre è non evitabile se viene sostenuto indipendentemente da essa. Il criterio è dunque quello della rilevanza decisionale [15]. L’evitabilità di un costo è funzione di:
* Orizzonte temporale di riferimento: all’aumentare dell’orizzonte temporale aumentano i costi evitabili (es. costo del lavoro diretto può non essere evitabile nel breve periodo in presenza di forte rigidità) [15].
* Variazione del livello di attività: al diminuire della variazione diminuisce l’evitabilità [16].
Descrivi il concetto di “Costo Pieno Industriale (CPI)” e perché è chiamato “costo inventariabile”.
Il Costo Pieno Industriale (CPI), o full manufacturing cost, è la somma del Costo Materie Prime Dirette, del Costo Lavoro Diretto e dei Costi Indiretti di Produzione (Overheads) [17, 18]. Viene chiamato costo inventariabile perché è utilizzato per valorizzare le scorte [17, 19].
Quali sono le principali configurazioni di costo menzionate e cosa includono?
Le principali configurazioni di costo sono:
* Full costing (contabilità a costi pieni): rileva e attribuisce tutti i tipi di costo, inclusi quelli di periodo, per determinare il costo pieno aziendale [20, 21].
* Absorption costing (contabilità per assorbimento): rileva tutti i costi di produzione (escludendo quelli di periodo) per determinare il costo pieno industriale / costi di prodotto [20, 22].
* Direct costing: rileva i soli costi per cui il prodotto è direttamente responsabile, determinando il costo diretto [20, 22].
* Variable costing: rileva i soli costi variabili (escludendo i costi fissi), determinando il costo variabile [20, 22].
Spiega il “Principio causale” e il “Principio proporzionale” nell’allocazione dei costi.
Il Principio causale prevede l’allocazione dei costi in base a una relazione di causa-effetto [22, 23]. Il Principio proporzionale implica l’imputazione dei costi proporzionale rispetto a una base di allocazione, indicativa del livello standard di attività. Questa relazione di proporzionalità è generalmente catturata da un coefficiente di allocazione [22, 23].
Quali sono i 5 passi per allocare i costi indiretti secondo la logica proporzionale?
I 5 passi per l’allocazione dei costi indiretti secondo la logica proporzionale sono:
1. Calcolare l’ammontare di costi indiretti da allocare (overheads-OVH) [24, 25].
2. Definire una base di allocazione come metrica per determinare il consumo delle risorse [24, 25].
3. Calcolare il valore assunto in un periodo specifico dalla base di allocazione [25, 26].
4. Calcolare il coefficiente di allocazione dividendo i costi indiretti per l’impiego della base di allocazione [25, 26].
5. Calcolare la proporzione di costi indiretti da assegnare a ciascun prodotto [25, 27].
Elenca le quattro principali tecniche di rilevazione dei costi e indica il criterio di allocazione per Materiali Diretti, Lavoro Diretto e Costi Indiretti per ciascuna.
Le quattro principali tecniche di rilevazione dei costi e i loro criteri di allocazione sono [28, 29]:
* Process Costing: Materiali Diretti (Proporzionale), Lavoro Diretto (Proporzionale), Costi Indiretti (Proporzionale).
* Operation Costing: Materiali Diretti (Causale), Lavoro Diretto (Proporzionale), Costi Indiretti (Proporzionale).
* Job Order Costing (JOC): Materiali Diretti (Causale), Lavoro Diretto (Causale), Costi Indiretti (Proporzionale).
* Activity Based Costing (ABC): Materiali Diretti (Causale), Lavoro Diretto (Causale), Costi Indiretti (Causale).
Qual è la caratteristica distintiva del Process Costing e in quali settori è tipicamente utilizzato?
Nel Process Costing, tutte le tipologie di costo (Materiali Diretti, Lavoro Diretto, Costi Indiretti) sono allocate utilizzando un criterio di tipo proporzionale al reparto/centro di costo di riferimento [28-30]. È utilizzato per le produzioni omogenee, con processi produttivi di tipo a flusso [30]. Esempi di settori includono l’industria petrolifera, chimica, della carta, del vetro e della plastica [30].
Definisci “Unità equivalente (UE)” e “Grado di completamento (α)” nel contesto del Process Costing.
L’Unità equivalente (UE) è il “numero di unità che sarebbe stato possibile produrre se tutte le risorse fossero state impiegate per la produzione di soli prodotti finiti” [31]. Serve per esprimere sia le unità completate sia quelle in corso di lavorazione (Work In Progress - WIP) tramite un’unica unità di misura per determinarne il costo [32]. Il Grado di completamento (α) rappresenta la frazione dei costi complessivi che il semilavorato (WIP) ha già accumulato, ovvero il rapporto tra il valore dei fattori impiegati fino all’istante di rilevazione e il valore dei fattori necessari per l’intero ciclo di produzione [31, 33].
Spiega la differenza tra la logica del “Costo Medio” e la logica “FIFO” (First In, First Out) nel Process Costing per la gestione dei WIP iniziali e finali.
Nel Process Costing, per la gestione dei WIP iniziali:
* Nella logica del Costo Medio, nel calcolo del CPI si considerano anche i costi del WIP iniziale, e si considerano tutte le unità equivalenti che hanno assorbito i costi totali sostenuti nel periodo considerato e i costi iniziali [34-36].
* Nella logica FIFO (first in, first out), si considerano le unità equivalenti che hanno assorbito i costi totali sostenuti nel periodo considerato, e non si considerano i costi del WIP iniziali [35, 36]. Questo significa che il costo di produzione si riferisce ai costi effettivamente sostenuti per produrre le unità completate e WIP finale nel periodo, trascurando i costi del WIP iniziale [37].
Quando è opportuno utilizzare l’Operation Costing e come si differenzia nella gestione dei costi rispetto al Process Costing?
L’Operation Costing è opportuno quando un’impresa ha un sistema produttivo in cui il processo è scomponibile in una serie di operazioni svolte (con un ciclo di lavorazione simile) dai diversi prodotti, che si differenziano soprattutto per il tipo di materiali diretti utilizzati [38]. È molto usato nell’industria tessile [38]. Si differenzia dal Process Costing perché i costi di Materie Prime (MP) possono essere tracciati direttamente a singoli prodotti/servizi (logica causale), mentre i costi di conversione (Lavoro Diretto + Overhead) relativi a ciascuna operazione/reparto vengono allocati in proporzione al volume produttivo o al tempo totale di lavoro diretto impiegato (logica proporzionale) [28, 38, 39].
Quali sono le caratteristiche principali del Job Order Costing (JOC) e in quali tipi di imprese è adatto?
Il Job Order Costing (JOC) è utilizzato in organizzazioni il cui output (in termini di prodotti) è chiaramente quantificabile in unità/lotti (detti job) e in cui ciascun reparto si occupa di più lotti omogenei nel periodo in esame [40]. È un metodo adatto quando i costi di Materie Prime (MP) e Lavoro Diretto (LD) rappresentano una componente preponderante dei costi di prodotto (Es: edilizia, aeronautica). È tipico di imprese che operano su commessa singola o ripetuta, con lotti di produzione piccoli, al limite unitari (Es: aerei) [41].
Cos’è il “Job order record” nel JOC e cosa vi si annota?
Il Job order record (o job-cost sheet) è una scheda in cui vengono annotate tutte le voci di costo associabili a un “job” (lotto di produzione) durante la sua lavorazione. Tali costi (Materie Dirette, Lavoro Diretto, Overhead) sono registrati nel momento in cui vengono sostenuti [41, 42].
Come vengono allocati i costi diretti e indiretti nel Job Order Costing?
Nel Job Order Costing:
* I costi diretti sono imputati in modo puntuale al lotto a cui fanno riferimento [42].
* I costi indiretti (Overhead), non direttamente imputabili al lotto di produzione, sono allocati in modo proporzionale a una certa base di allocazione (generalmente costi Materie Dirette, costi Lavoro Diretto o tempo macchina) [42]. L’allocazione (a consuntivo) avviene misurando gli overhead realmente verificatisi e allocandoli sulla base del valore della base di allocazione assunto da ogni job a consuntivo [43].
Qual è il principale punto di forza e quali sono le debolezze del Job Order Costing?
Il principale punto di forza del Job Order Costing (JOC) è la sua precisione [43]. Le debolezze includono:
* È oneroso [43].
* Presenta scarsa tempestività, poiché le informazioni relative ai costi indiretti normalmente sono note con sensibile ritardo [43].
Cosa distingue l’Activity Based Costing (ABC) dagli altri metodi di rilevazione dei costi, in particolare dal JOC?
L’Activity Based Costing (ABC) si distingue perché alloca con un criterio causale tutti i costi (Materie Prime + Lavoro Diretto + Overhead) [28, 44]. Rispetto al JOC, introduce il concetto che il coefficiente di allocazione possa variare a seconda delle attività che consumano le risorse (es. un macchinario) [45]. Nell’ABC, la base di allocazione è un’attività e non una risorsa, che può essere usata da diverse attività (es. un macchinario può essere usato per assemblare, svolgere setup, testare prodotti) [45]. Nel JOC, invece, si assume implicitamente una relazione di proporzionalità diretta fra le risorse indirette consumate dal prodotto e la specifica base di allocazione [46].