I Licenziamenti Collettivi Flashcards

(33 cards)

1
Q

Licenziamenti collettivi per riduzione di personale

A

I licenziamenti collettivi per riduzione di personale sono una categoria specifica di licenziamenti che, come indicato dal testo, furono inizialmente esclusi dalla disciplina restrittiva dei licenziamenti individuali. Il testo sottolinea che questi licenziamenti coinvolgono un numero elevato di lavoratori e sono collegati a cambiamenti organizzativi all’interno dell’azienda. La ragione fondamentale del loro trattamento distinto risiedeva nell’idea che fossero una conseguenza di esigenze oggettive dell’impresa, piuttosto che di carenze individuali del dipendente.

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2
Q

le commissioni interne volevano sottrarre la fattispecie del licenziamento collettivo alla disciplina dei licenziamenti individuali

A

Le commissioni interne intendevano sottrarre la fattispecie del licenziamento collettivo alla disciplina dei licenziamenti individuali perché riconoscevano la significativa differenza nella loro natura e impatto. I licenziamenti individuali spesso riguardano singoli lavoratori e sono legati alla loro prestazione o a questioni disciplinari. I licenziamenti collettivi, al contrario, derivano da ristrutturazioni economiche o organizzative più ampie dell’azienda. Le commissioni cercavano probabilmente di assicurare che questi licenziamenti su larga scala, motivati da esigenze strutturali, non fossero soggetti alle stesse rigide limitazioni e requisiti procedurali pensati per i casi individuali, che avrebbero potuto ostacolare le necessarie trasformazioni aziendali.

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3
Q

nozione di licenziamento collettivo veniva identificata da esigenze di riduzione o trasformazione di attività o di lavoro

A

la nozione di licenziamento collettivo era intrinsecamente legata alle esigenze di “riduzione o trasformazione di attività o di lavoro”. Ciò significa che tali licenziamenti erano intesi come una diretta conseguenza della necessità di un’azienda di ridimensionare, riorganizzare o adattare le proprie operazioni alle mutevoli condizioni di mercato o ai progressi tecnologici.

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4
Q

il legislatore aveva escluso la materia dei licenziamenti collettivi per riduzione di personale dalla disciplina limitativa di quelli individuali

A

i licenziamenti individuali sono spesso legati a colpe o giustificazioni oggettive riguardanti un singolo lavoratore. I licenziamenti collettivi, invece, derivano da imperativi organizzativi o economici più ampi, come il “ridimensionamento strutturale dell’impresa” o “esigenze di riduzione o trasformazione di attività o di lavoro”. L’esclusione mirava a fornire alle aziende maggiore flessibilità per attuare i necessari cambiamenti strutturali senza essere eccessivamente gravate dalle limitazioni e dai requisiti procedurali più stringenti previsti per i casi individuali, riconoscendo che la sopravvivenza o la competitività stessa dell’impresa potrebbe dipendere da tali aggiustamenti.

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5
Q

cosiddetti licenziamenti individuali plurimi

A

L’implicazione è che mentre i licenziamenti collettivi sono definiti da un numero specifico di esuberi in un determinato periodo a causa di ragioni organizzative, i “licenziamenti individuali plurimi” si riferirebbero a una serie di licenziamenti individuali che, sebbene numerosi, non soddisfano i criteri legali per un licenziamento collettivo

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6
Q

licenziamenti collettivi nel motivo consiste nel ridimensionamento dell’azienda(fondamentale)

A

i licenziamenti collettivi al “ridimensionamento dell’azienda”. Questo indica che la caratteristica primaria e distintiva di questi licenziamenti è che essi sono una diretta conseguenza della necessità di un’azienda di adeguare le proprie dimensioni o la propria struttura. Questo ridimensionamento può essere guidato da vari fattori, come congiunture economiche sfavorevoli, cambiamenti tecnologici o mutamenti di mercato. L’aspetto chiave è che non si tratta di licenziamenti basati sulle prestazioni individuali, ma piuttosto sulla decisione strategica dell’azienda di ridurre la propria scala operativa per rimanere redditizia o competitiva.

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7
Q

Parlami della legge numero 223 del 1991 per dare attuazione alle direttive del 1975.

A

La legge 223 del 1991 è fondamentale nell’ordinamento italiano, in quanto ha il compito di dare attuazione alle direttive comunitarie del 1975 in materia di licenziamenti collettivi. Prima di questa legge, la disciplina era frammentaria e priva di un quadro normativo organico

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8
Q

Parlami dell’ipotesi dove l’imprenditore sceglie l’intervento della CIGS (collegamento in mobilità)

A

(Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) con la finalità di collegare i lavoratori in esubero alla mobilità. Questo accade quando l’azienda si trova in una situazione di crisi o ristrutturazione che comporta un esubero di personale non temporaneo. La CIGS, in questo contesto, non è solo uno strumento di ammortizzazione sociale per i lavoratori, ma anche un percorso propedeutico alla mobilità. L’intervento della CIGS permette di sospendere o ridurre l’attività lavorativa, garantendo ai lavoratori un’integrazione del reddito e, nel contempo, preparando il terreno per il loro eventuale passaggio alla mobilità

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9
Q

dell’ipotesi dove l’imprenditore sceglie licenziamento collettivo per riduzione del personale

A

licenziamento collettivo per riduzione del personale).
L’alternativa all’intervento della CIGS è il licenziamento collettivo per riduzione del personale. Questa ipotesi si verifica quando l’imprenditore, per varie ragioni (economiche, organizzative, tecnologiche), decide di procedere direttamente alla riduzione del personale senza passare per la CIGS. In questo caso, la procedura di licenziamento collettivo diventa l’unico strumento per gestire gli esuberi. Anche in questa circostanza, la legge impone all’imprenditore di seguire una procedura ben definita, che include la comunicazione ai sindacati, la consultazione e la ricerca di soluzioni alternative ai licenziamenti

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10
Q

Perché la disciplina del licenziamento collettivo rinvia in buona parte a quella dettata per il collegamento in mobilità

A

La disciplina del licenziamento collettivo rinvia in buona parte a quella relativa alla mobilità perché i due istituti sono strettamente connessi: spesso il licenziamento collettivo rappresenta la fase finale di un percorso iniziato con la CIGS e proseguito con l’iscrizione nelle liste di mobilità. Il legislatore ha scelto di uniformare le due procedure, prevedendo regole simili o identiche per quanto riguarda la comunicazione ai sindacati, la consultazione, i criteri di scelta dei lavoratori, e i tempi procedurali. Questo rinvio serve a garantire coerenza normativa, semplificazione operativa e uniformità di trattamento per imprese e lavoratori.

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11
Q

la disciplina del licenziamento collettivo rinvia in buona parte a quella dettata per il collegamento in mobilità?

A

Come evidenziato nei tuoi appunti, la disciplina del licenziamento collettivo rinvia in buona parte a quella dettata per il collegamento in mobilità per una questione di efficienza e coerenza normativa. Le due procedure sono strettamente connesse e, in molti casi, il licenziamento collettivo segue un periodo di CIGS finalizzato alla mobilità.

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12
Q

un’impresa ammessa al trattamento CIGS deve avviare procedure di licenziamento collettivo

A

Se, al termine del periodo di CIGS (specialmente quella finalizzata alla mobilità), l’azienda non è riuscita a ricollocare tutti i lavoratori o a superare la situazione di crisi, o se l’esubero è diventato strutturale e non più transitorio, è necessario procedere con i licenziamenti. La CIGS serve a dare un lasso di tempo all’azienda per riorganizzarsi e ai lavoratori per essere riqualificati, ma se l’esubero persiste, si rende inevitabile il ricorso al licenziamento collettivo per formalizzare la cessazione del rapporto di lavoro.

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13
Q

Perché il primo atto di procedura è la comunicazione alle RSA con l’indicazione dei motivi?

A

primo atto di procedura è la comunicazione alle RSA (Rappresentanze Sindacali Aziendali) con l’indicazione dei motivi perché, come sottolineato nei tuoi appunti, questo è un principio fondamentale della disciplina del licenziamento collettivo. La comunicazione è il punto di partenza della fase di consultazione e negoziazione tra impresa e sindacati.

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14
Q

la legge sollecita le parti a ricercare soluzioni alternative all’espulsione di personale?

A

La legge sollecita espressamente le parti a individuare soluzioni alternative all’espulsione del personale perché il licenziamento collettivo rappresenta un rimedio estremo. La tutela dell’occupazione è un principio cardine della normativa: per questo, durante la fase di consultazione sindacale, devono essere esplorate strade che riducano l’impatto sociale dei licenziamenti. Tra queste rientrano, ad esempio, il ricollocamento interno, la riqualificazione professionale, il prepensionamento, i contratti di solidarietà, o il blocco delle assunzioni. L’obiettivo è duplice: da un lato tutelare i lavoratori, dall’altro permettere all’impresa di ristrutturarsi in modo meno traumatico.

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15
Q

Parlami dell’esame congiunto tra sindacati e impresa

A

l’azienda che intende procedere a licenziamenti collettivi deve darne comunicazione ai sindacati. Questa comunicazione deve contenere diversi elementi essenziali, tra cui i motivi dei licenziamenti, il numero e le qualifiche dei lavoratori interessati, i tempi di attuazione del licenziamento e le eventuali misure per la gestione degli esuberi

L’esame congiunto ha lo scopo di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti o, quantomeno, di mitigarne gli effetti sociali.

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16
Q

criteri di scelta per l’individuazione dei lavoratori da licenziare in caso di licenziamento collettivo

17
Q

La legge n 223 del 1991 licenziamento illegittimo

A

Disponeva
L’inefficacia : intimati senza forma scritta o in violazione delle procedure
Annullabili: quelli intimati in violazione dei criteri di scelta
In entrambi i casi vi era la reintegrazione nel posto di lavoro

18
Q

Licenziamento collettivo legge fornero

A

Reintegrazione piena : inosservanza della forma scritta.
Indennità risarcitoria in misura piena : violazione delle procedure
Reintegrazione ridotta : violazione dei criteri di scelta

19
Q

Licenziamenti collettivi job act

A

In tutti i casi conseguente sanzionatorie

20
Q

Parlami dell’articolo 24 della legge 23 del 1991

21
Q

l’imprenditore, pur avendo la possibilità di richiedere la CIGS, decide di procedere a una riduzione del personale

A

la procedura di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) si applica quando l’impresa, in stato di crisi, intende sospendere temporaneamente i rapporti di lavoro. l’articolo 24 della Legge 223/1991 disciplina il caso in cui l’imprenditore, pur potendo ricorrere alla CIGS, decide autonomamente di procedere a una definitiva riduzione del personale, attivando la procedura di licenziamento collettivo.

Quindi, se l’imprenditore ritiene non più sufficiente la sospensione temporanea (CIGS) per far fronte alla crisi, e decide invece di agire con una riorganizzazione stabile e definitiva, può procedere ai licenziamenti collettivi seguendo le regole dell’art. 24.

22
Q

L’articolo 24 della Legge 223/1991 regola i licenziamenti collettivi per riduzione del personale

A

Sì. L’articolo 24 è indicato chiaramente come la norma che disciplina i licenziamenti collettivi per riduzione del personale. Si parla infatti di “attuazione della nozione di licenziamento collettivo per riduzione di personale” e della sua disciplina procedurale.

23
Q

L’articolo 24 fa riferimento all’imprenditore che occupi più di 15 dipendenti e che intenda licenziare almeno 5 lavoratori

A

l’articolo 24 si applica agli imprenditori con più di 15 dipendenti, che intendono procedere a licenziare almeno 5 lavoratori nell’arco di 120 giorni in una o più unità produttive situate nello stesso comune.

24
Q

Perché l’articolo 24 della legge n. 223/1991 prevede le stesse procedure del licenziamento connesso con la CIGS

A

L’articolo 24 della legge n. 223 del 1991 estende al licenziamento collettivo le garanzie procedurali previste per la CIGS, pur trattandosi di situazioni differenti. Questa scelta serve ad assicurare la massima partecipazione dei lavoratori e dei sindacati nella gestione della crisi occupazionale.

25
Perché la Corte di Giustizia aveva escluso i datori di lavoro non imprenditori dalla legge n. 223/1991
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, nell’interpretare la direttiva 98/59/CE relativa ai licenziamenti collettivi, aveva ritenuto che tale disciplina si applicasse esclusivamente ai soggetti che esercitano un’attività economica in senso proprio, ossia agli imprenditori. Secondo questa impostazione, solo chi opera con finalità lucrative e nell’ambito del mercato rientra nella nozione di “datore di lavoro” rilevante ai fini dell’applicazione della direttiva. Ne consegue che enti, fondazioni, associazioni o persone fisiche che non agiscono in qualità di imprenditori dovevano ritenersi esclusi dall’ambito applicativo della normativa sui licenziamenti collettivi.
26
Perché è stata estesa la disciplina dell’articolo 24 ai datori di lavoro non imprenditori
L’estensione della disciplina dell’articolo 24 della legge n. 223 del 1991 anche ai datori di lavoro privati non imprenditori è stata introdotta con la legge n. 92 del 2012, nota come Legge Fornero, in particolare all’articolo 2, comma 30. Tale modifica normativa è stata una risposta diretta alle pronunce della Corte di Giustizia, che avevano escluso i soggetti non imprenditoriali dall’ambito applicativo della disciplina sul licenziamento collettivo. Il legislatore ha inteso così superare quella che era ormai percepita come un’ingiustificata disparità di trattamento tra lavoratori, dovuta esclusivamente alla qualifica giuridica del datore di lavoro.
27
Perché i datori di lavoro non imprenditori non rientrano nella normativa sulla CIGS
datori di lavoro non imprenditori non rientrano nel campo di applicazione della normativa sulla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) perché quest’ultima è stata concepita come uno strumento specificamente rivolto alle imprese. La CIGS è infatti finalizzata a gestire situazioni di crisi, riorganizzazione, riconversione o cessazione di attività in contesti produttivi, e presuppone l’esistenza di una struttura imprenditoriale organizzata secondo criteri economici e produttivi. Poiché i soggetti non imprenditoriali – come fondazioni, associazioni o altri enti senza scopo di lucro – non svolgono attività economiche nel senso tecnico richiesto, essi sono esclusi dal novero dei soggetti legittimati a richiedere l’intervento della CIGS.
28
Perché ai datori non imprenditori si applica lo stesso apparato sanzionatorio previsto dalla legge n. 223/1991 per gli imprenditori
Una volta estesa la disciplina dell’articolo 24 ai datori non imprenditori, è stato necessario applicare anche lo stesso apparato sanzionatorio per garantire l’effettività delle tutele. L’obiettivo è assicurare che le violazioni delle procedure siano sanzionate allo stesso modo, garantendo parità di trattamento per i lavoratori, indipendentemente dalla natura del datore di lavoro.
29
Perché la legge n. 92 del 2012 ha eliminato l’indennità di mobilità?
La legge n. 92/2012 ha eliminato l’indennità di mobilità per razionalizzare e semplificare il sistema degli ammortizzatori sociali, nell’ottica di una maggiore universalità e inclusività delle tutele per i lavoratori disoccupati.
30
Perché con la legge 92 del 2012 il legislatore ha sostituito l’indennità con l’ASpI
legislatore ha introdotto l’Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASpI) per offrire una prestazione economica unica e più ampia, in sostituzione delle indennità di disoccupazione e di mobilità. L’obiettivo era semplificare il sistema e garantire maggiore equità tra i lavoratori, rendendo la protezione più omogenea.
31
Perché il Jobs Act introduce la NASpI?
Jobs Act ha introdotto la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) per potenziare ulteriormente la tutela in caso di disoccupazione involontaria, migliorando l’efficienza del sistema rispetto all’ASpI.
32
Parlami degli oneri economici posti a carico delle imprese che procedono a riduzione del personale.
Le imprese che riducono il personale sono tenute al versamento di un contributo economico destinato a finanziare l’indennità NASpI. Questo onere è previsto in caso di licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo e in caso di licenziamenti collettivi.
33
Parlami della normativa introdotta nel 2012 e confermata nel 2015 che ha previsto il cosiddetto ticket licenziamento.
ha introdotto il cosiddetto “ticket licenziamento”, ovvero un contributo economico obbligatorio a carico del datore di lavoro in caso di cessazione del rapporto di lavoro che dà diritto alla NASpI. Questo contributo è calcolato in base all’anzianità del lavoratore e ha l’obiettivo di finanziare la NASpI e scoraggiare i licenziamenti.