La Formazione Del Contratto Di Lavoro E L’autonomia Privata E Rapporto Di Lavoro Flashcards
(37 cards)
Parlami dell’inderogabilità del regolamento contrattuale imposto dalla legge e dai contratti collettivi.
Il principio di inderogabilità stabilisce che le disposizioni dettate dalla legge e dai contratti collettivi, quando sono poste a tutela del lavoratore, non possono essere derogate da pattuizioni individuali peggiorative. In altre parole, il contratto individuale non può contenere clausole meno favorevoli per il lavoratore rispetto a quelle previste dalla legge o dalla contrattazione collettiva. Questo principio garantisce una soglia minima inderogabile di tutela del lavoratore.
Parlami dell’inderogabilità del regolamento contrattuale.
L’inderogabilità si manifesta nella funzione protettiva dell’ordinamento del lavoro, che mira a riequilibrare il rapporto tra le parti, strutturalmente diseguale. Di conseguenza, si vieta al datore di lavoro di imporre condizioni inferiori rispetto a quelle previste dal contratto collettivo applicabile. Tuttavia, deroghe sono possibili solo se migliorative per il lavoratore, e si riconosce un margine di autonomia individuale nei limiti della maggiore favorevolezza.
Parlami dell’effetto della nullità e della sostituzione legale e dell’inserzione automatica.
Quando una clausola del contratto individuale è nulla perché in contrasto con una norma inderogabile di legge o di contratto collettivo, si ha la sua sostituzione automatica con la disposizione inderogabile
Parlami dell’interpretazione del contratto muovendo più che dalla volontà dichiarata dalle parti sulla rilevazione della situazione materiale.
Nel diritto del lavoro, l’interpretazione del contratto non si basa solo sulla volontà formalmente espressa dalle parti, ma considera soprattutto la realtà del rapporto. Si valorizza, quindi, la situazione concreta e il comportamento delle parti nell’esecuzione del contratto, anche per evitare che formule contrattuali ambigue vengano usate per mascherare rapporti di lavoro subordinati.
Parlami dell’indagine rivolta all’interpretazione e alla successiva qualificazione del rapporto di lavoro al comportamento tenuto dai contraenti.
La qualificazione del rapporto non si fonda esclusivamente sul titolo formale del contratto, ma richiede un’indagine sul comportamento effettivamente tenuto dalle parti. Si guarda, in particolare, alla modalità concreta di svolgimento della prestazione, al grado di autonomia del lavoratore, alla presenza di poteri direttivi e disciplinari, e a elementi tipici della subordinazione. L’analisi è sostanziale, non formale.
Parlami del valore determinante del contenuto effettivo del rapporto.
Il contenuto effettivo del rapporto, ovvero come il rapporto di lavoro si svolge nella pratica, ha valore determinante nella sua qualificazione giuridica. Non conta solo come è stato definito nel contratto, ma prevale la realtà sostanziale: se un rapporto è formalmente autonomo ma presenta tutte le caratteristiche della subordinazione, esso va considerato come subordinato.
Parlami dell’alienità del risultato e dell’alienità dell’organizzazione e quindi parlami della doppia alienità.
La “doppia alienità” è un criterio utilizzato per identificare il lavoro subordinato. Consiste nell’alienità sia del risultato sia dell’organizzazione:
• Alienità del risultato significa che il frutto dell’attività lavorativa appartiene al datore di lavoro, non al lavoratore.
• Alienità dell’organizzazione indica che il lavoratore opera all’interno di un’organizzazione definita e controllata dal datore di lavoro, seguendone direttive e orari.
Questi elementi sono centrali per distinguere il lavoro subordinato da quello autonomo.
Parlami dell’articolo 2126 c.c.
L’art. 2126 c.c. stabilisce che, anche se il contratto di lavoro è nullo o annullabile, il lavoratore ha diritto alla retribuzione per il lavoro prestato, purché la prestazione sia stata di fatto eseguita. Fa salve le ipotesi in cui la nullità derivi da causa o oggetto illecito. È una norma che tutela il lavoratore e impedisce che sia privato del compenso per una prestazione già resa.
Parlami della cosiddetta inefficacia dell’invalidità del contratto
L’invalidità del contratto, in ambito lavoristico, non sempre impedisce la produzione di effetti giuridici: grazie all’art. 2126, il lavoratore viene comunque tutelato. L’invalidità, quindi, può essere “inefficace” nel senso che non cancella del tutto gli effetti già prodotti, soprattutto se la prestazione è stata eseguita.
Parlami dell’irretroattività delle vicende tendenti all’eliminazione del negozio invalido
Quando si accerta la nullità o l’annullamento del contratto, gli effetti si eliminano solo per il futuro, ma non retroagiscono a cancellare quanto già avvenuto se la prestazione lavorativa è stata eseguita. Questo vale grazie all’art. 2126 c.c., che consente la conservazione degli effetti economici a tutela del lavoratore.
Dimmi perché l’articolo 2126 è diretto a salvaguardare la posizione del soggetto che abbia prestato il proprio lavoro
L’art. 2126 è volto a tutelare chi, pur in assenza di un valido contratto, ha realmente lavorato e quindi ha diritto alla retribuzione. Si tratta di una norma protettiva che riconosce il valore economico-sociale del lavoro prestato e mira a impedire che il lavoratore resti privo di compenso per cause formali.
Parlami della prestazione di fatto di natura extracontrattuale
La prestazione di fatto è quella svolta in assenza di un valido contratto, ma che si realizza comunque materialmente. In questi casi, il lavoratore ha diritto alla retribuzione e alla tutela assicurativa e previdenziale, purché la prestazione non sia illecita. È una situazione extracontrattuale, ma giuridicamente rilevante grazie all’art. 2126.
Dimmi perché l’articolo 2126 esclude la conservazione degli effetti quando la nullità deriva da illiceità dell’oggetto o della causa
L’art. 2126 esclude la tutela retributiva quando la nullità deriva da un oggetto o una causa illecita, cioè contraria alla legge o all’ordine pubblico. In questi casi, l’ordinamento non può riconoscere alcuna forma di legittimazione o tutela alla prestazione, nemmeno se di fatto eseguita.
Parlami dell’efficacia dell’invalidità
In ambito lavoristico, l’invalidità non è sempre efficace in modo pieno e retroattivo. L’art. 2126 mitiga gli effetti tipici dell’invalidità, salvaguardando le situazioni in cui il rapporto ha comunque avuto esecuzione, riconoscendo al lavoratore retribuzione e diritti derivanti dalla prestazione.
Parlami della conservazione degli effetti del contratto di lavoro invalido
Quando un contratto di lavoro è invalido ma ha avuto esecuzione, l’ordinamento prevede che si conservino gli effetti retributivi e assicurativi del rapporto. Questo per tutelare il lavoratore e riconoscere l’effettività della prestazione, evitando che l’invalidità formale pregiudichi diritti già maturati.
Parlami della capacità giuridica speciale
La capacità giuridica speciale è la possibilità di essere titolare di rapporti giuridici specifici, come quelli di lavoro, riconosciuta dalla legge a partire dai 16 anni, età in cui si acquisisce il diritto a lavorare.
Parlami dell’attitudine fisiologica o capacità naturale
È la possibilità materiale e concreta di svolgere un’attività lavorativa. Non è un concetto giuridico, ma si collega alla maturità psico-fisica del soggetto. La legge presuppone questa attitudine quando stabilisce limiti di età e condizioni di idoneità al lavoro.
Parlami della capacità di legittimazione soggettiva e della capacità di agire
La capacità di legittimazione soggettiva è la possibilità di essere titolare di un rapporto giuridico. La capacità di agire, invece, è la possibilità di compiere atti giuridici validi e vincolanti. La capacità di agire nel lavoro si acquista a 18 anni, ma con limiti: il minore tra 16 e 18 anni può lavorare, ma non può compiere atti dispositivi se non con l’assistenza dei genitori o del tutore.
Parlami delle due deroghe sul limite minimo di età
Il limite minimo di 16 anni può essere derogato in due casi:
1. 14 anni per attività svolte in ambito familiare o scolastico, senza finalità lavorativa autonoma.
2. Con contratto di apprendistato, il limite è 15 anni.
Parlami dell’apprendistato
È un contratto di lavoro a causa mista, che unisce lavoro e formazione. È ammesso dai 15 anni, come forma di deroga all’età minima lavorativa. Lo scopo è l’inserimento progressivo nel mondo del lavoro attraverso l’apprendimento.
Parlami della spersonalizzazione dell’imprenditore
Nel lavoro subordinato, il lavoratore non è legato alla persona dell’imprenditore, ma al soggetto che esercita l’attività d’impresa. Anche se cambia l’imprenditore, il rapporto di lavoro continua, secondo il principio della spersonalizzazione del datore di lavoro.
Parlami della continuità dell’impresa
Il lavoro subordinato è legato all’attività produttiva e non alla persona dell’imprenditore. In caso di trasferimento d’azienda, il rapporto di lavoro continua con il nuovo titolare, garantendo la continuità dell’impresa e la tutela del lavoratore.
Parlami dell’infungibilità del prestatore di lavoro
Il lavoro subordinato è infungibile, perché il lavoratore non può essere sostituito da altri: la prestazione deve essere personale, in quanto fondata su un vincolo fiduciario e su un rapporto diretto tra lavoratore e datore di lavoro.
Perché la subordinazione del lavoratore è personale
È personale perché il lavoratore deve eseguire personalmente la prestazione, non può delegarla. Questo è collegato alla fiducia che il datore ripone nella persona del lavoratore.(fiducia cosiddetta soggettiva)