La Formazione Del Contratto Di Lavoro E L’autonomia Privata E Rapporto Di Lavoro Flashcards

(37 cards)

1
Q

Parlami dell’inderogabilità del regolamento contrattuale imposto dalla legge e dai contratti collettivi.

A

Il principio di inderogabilità stabilisce che le disposizioni dettate dalla legge e dai contratti collettivi, quando sono poste a tutela del lavoratore, non possono essere derogate da pattuizioni individuali peggiorative. In altre parole, il contratto individuale non può contenere clausole meno favorevoli per il lavoratore rispetto a quelle previste dalla legge o dalla contrattazione collettiva. Questo principio garantisce una soglia minima inderogabile di tutela del lavoratore.

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2
Q

Parlami dell’inderogabilità del regolamento contrattuale.

A

L’inderogabilità si manifesta nella funzione protettiva dell’ordinamento del lavoro, che mira a riequilibrare il rapporto tra le parti, strutturalmente diseguale. Di conseguenza, si vieta al datore di lavoro di imporre condizioni inferiori rispetto a quelle previste dal contratto collettivo applicabile. Tuttavia, deroghe sono possibili solo se migliorative per il lavoratore, e si riconosce un margine di autonomia individuale nei limiti della maggiore favorevolezza.

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3
Q

Parlami dell’effetto della nullità e della sostituzione legale e dell’inserzione automatica.

A

Quando una clausola del contratto individuale è nulla perché in contrasto con una norma inderogabile di legge o di contratto collettivo, si ha la sua sostituzione automatica con la disposizione inderogabile

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4
Q

Parlami dell’interpretazione del contratto muovendo più che dalla volontà dichiarata dalle parti sulla rilevazione della situazione materiale.

A

Nel diritto del lavoro, l’interpretazione del contratto non si basa solo sulla volontà formalmente espressa dalle parti, ma considera soprattutto la realtà del rapporto. Si valorizza, quindi, la situazione concreta e il comportamento delle parti nell’esecuzione del contratto, anche per evitare che formule contrattuali ambigue vengano usate per mascherare rapporti di lavoro subordinati.

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5
Q

Parlami dell’indagine rivolta all’interpretazione e alla successiva qualificazione del rapporto di lavoro al comportamento tenuto dai contraenti.

A

La qualificazione del rapporto non si fonda esclusivamente sul titolo formale del contratto, ma richiede un’indagine sul comportamento effettivamente tenuto dalle parti. Si guarda, in particolare, alla modalità concreta di svolgimento della prestazione, al grado di autonomia del lavoratore, alla presenza di poteri direttivi e disciplinari, e a elementi tipici della subordinazione. L’analisi è sostanziale, non formale.

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6
Q

Parlami del valore determinante del contenuto effettivo del rapporto.

A

Il contenuto effettivo del rapporto, ovvero come il rapporto di lavoro si svolge nella pratica, ha valore determinante nella sua qualificazione giuridica. Non conta solo come è stato definito nel contratto, ma prevale la realtà sostanziale: se un rapporto è formalmente autonomo ma presenta tutte le caratteristiche della subordinazione, esso va considerato come subordinato.

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7
Q

Parlami dell’alienità del risultato e dell’alienità dell’organizzazione e quindi parlami della doppia alienità.

A

La “doppia alienità” è un criterio utilizzato per identificare il lavoro subordinato. Consiste nell’alienità sia del risultato sia dell’organizzazione:
• Alienità del risultato significa che il frutto dell’attività lavorativa appartiene al datore di lavoro, non al lavoratore.
• Alienità dell’organizzazione indica che il lavoratore opera all’interno di un’organizzazione definita e controllata dal datore di lavoro, seguendone direttive e orari.
Questi elementi sono centrali per distinguere il lavoro subordinato da quello autonomo.

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8
Q

Parlami dell’articolo 2126 c.c.

A

L’art. 2126 c.c. stabilisce che, anche se il contratto di lavoro è nullo o annullabile, il lavoratore ha diritto alla retribuzione per il lavoro prestato, purché la prestazione sia stata di fatto eseguita. Fa salve le ipotesi in cui la nullità derivi da causa o oggetto illecito. È una norma che tutela il lavoratore e impedisce che sia privato del compenso per una prestazione già resa.

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9
Q

Parlami della cosiddetta inefficacia dell’invalidità del contratto

A

L’invalidità del contratto, in ambito lavoristico, non sempre impedisce la produzione di effetti giuridici: grazie all’art. 2126, il lavoratore viene comunque tutelato. L’invalidità, quindi, può essere “inefficace” nel senso che non cancella del tutto gli effetti già prodotti, soprattutto se la prestazione è stata eseguita.

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10
Q

Parlami dell’irretroattività delle vicende tendenti all’eliminazione del negozio invalido

A

Quando si accerta la nullità o l’annullamento del contratto, gli effetti si eliminano solo per il futuro, ma non retroagiscono a cancellare quanto già avvenuto se la prestazione lavorativa è stata eseguita. Questo vale grazie all’art. 2126 c.c., che consente la conservazione degli effetti economici a tutela del lavoratore.

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11
Q

Dimmi perché l’articolo 2126 è diretto a salvaguardare la posizione del soggetto che abbia prestato il proprio lavoro

A

L’art. 2126 è volto a tutelare chi, pur in assenza di un valido contratto, ha realmente lavorato e quindi ha diritto alla retribuzione. Si tratta di una norma protettiva che riconosce il valore economico-sociale del lavoro prestato e mira a impedire che il lavoratore resti privo di compenso per cause formali.

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12
Q

Parlami della prestazione di fatto di natura extracontrattuale

A

La prestazione di fatto è quella svolta in assenza di un valido contratto, ma che si realizza comunque materialmente. In questi casi, il lavoratore ha diritto alla retribuzione e alla tutela assicurativa e previdenziale, purché la prestazione non sia illecita. È una situazione extracontrattuale, ma giuridicamente rilevante grazie all’art. 2126.

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13
Q

Dimmi perché l’articolo 2126 esclude la conservazione degli effetti quando la nullità deriva da illiceità dell’oggetto o della causa

A

L’art. 2126 esclude la tutela retributiva quando la nullità deriva da un oggetto o una causa illecita, cioè contraria alla legge o all’ordine pubblico. In questi casi, l’ordinamento non può riconoscere alcuna forma di legittimazione o tutela alla prestazione, nemmeno se di fatto eseguita.

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14
Q

Parlami dell’efficacia dell’invalidità

A

In ambito lavoristico, l’invalidità non è sempre efficace in modo pieno e retroattivo. L’art. 2126 mitiga gli effetti tipici dell’invalidità, salvaguardando le situazioni in cui il rapporto ha comunque avuto esecuzione, riconoscendo al lavoratore retribuzione e diritti derivanti dalla prestazione.

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15
Q

Parlami della conservazione degli effetti del contratto di lavoro invalido

A

Quando un contratto di lavoro è invalido ma ha avuto esecuzione, l’ordinamento prevede che si conservino gli effetti retributivi e assicurativi del rapporto. Questo per tutelare il lavoratore e riconoscere l’effettività della prestazione, evitando che l’invalidità formale pregiudichi diritti già maturati.

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16
Q

Parlami della capacità giuridica speciale

A

La capacità giuridica speciale è la possibilità di essere titolare di rapporti giuridici specifici, come quelli di lavoro, riconosciuta dalla legge a partire dai 16 anni, età in cui si acquisisce il diritto a lavorare.

17
Q

Parlami dell’attitudine fisiologica o capacità naturale

A

È la possibilità materiale e concreta di svolgere un’attività lavorativa. Non è un concetto giuridico, ma si collega alla maturità psico-fisica del soggetto. La legge presuppone questa attitudine quando stabilisce limiti di età e condizioni di idoneità al lavoro.

18
Q

Parlami della capacità di legittimazione soggettiva e della capacità di agire

A

La capacità di legittimazione soggettiva è la possibilità di essere titolare di un rapporto giuridico. La capacità di agire, invece, è la possibilità di compiere atti giuridici validi e vincolanti. La capacità di agire nel lavoro si acquista a 18 anni, ma con limiti: il minore tra 16 e 18 anni può lavorare, ma non può compiere atti dispositivi se non con l’assistenza dei genitori o del tutore.

19
Q

Parlami delle due deroghe sul limite minimo di età

A

Il limite minimo di 16 anni può essere derogato in due casi:
1. 14 anni per attività svolte in ambito familiare o scolastico, senza finalità lavorativa autonoma.
2. Con contratto di apprendistato, il limite è 15 anni.

20
Q

Parlami dell’apprendistato

A

È un contratto di lavoro a causa mista, che unisce lavoro e formazione. È ammesso dai 15 anni, come forma di deroga all’età minima lavorativa. Lo scopo è l’inserimento progressivo nel mondo del lavoro attraverso l’apprendimento.

21
Q

Parlami della spersonalizzazione dell’imprenditore

A

Nel lavoro subordinato, il lavoratore non è legato alla persona dell’imprenditore, ma al soggetto che esercita l’attività d’impresa. Anche se cambia l’imprenditore, il rapporto di lavoro continua, secondo il principio della spersonalizzazione del datore di lavoro.

22
Q

Parlami della continuità dell’impresa

A

Il lavoro subordinato è legato all’attività produttiva e non alla persona dell’imprenditore. In caso di trasferimento d’azienda, il rapporto di lavoro continua con il nuovo titolare, garantendo la continuità dell’impresa e la tutela del lavoratore.

23
Q

Parlami dell’infungibilità del prestatore di lavoro

A

Il lavoro subordinato è infungibile, perché il lavoratore non può essere sostituito da altri: la prestazione deve essere personale, in quanto fondata su un vincolo fiduciario e su un rapporto diretto tra lavoratore e datore di lavoro.

24
Q

Perché la subordinazione del lavoratore è personale

A

È personale perché il lavoratore deve eseguire personalmente la prestazione, non può delegarla. Questo è collegato alla fiducia che il datore ripone nella persona del lavoratore.(fiducia cosiddetta soggettiva)

25
Parlami dell’insostituibilità del debitore
Nel contratto di lavoro, il debitore (lavoratore) è insostituibile: non può farsi sostituire da altri nell’esecuzione della prestazione lavorativa, perché essa ha carattere personale e fiduciario.
26
Parlami dell’infungibilità soggettiva della prestazione
La prestazione lavorativa è infungibile soggettivamente: non può essere svolta da un altro soggetto, poiché dipende dalle caratteristiche personali del lavoratore e dal rapporto fiduciario con il datore di lavoro.
27
Parlami della forma scritta ad probationem
La forma scritta ad probationem è richiesta ai fini probatori, cioè per dimostrare l’esistenza del contratto. Non è necessaria per la validità, ma serve in caso di controversie, ad esempio in giudizio.
28
Parlami della forma scritta ad substantiam
La forma scritta ad substantiam è richiesta per la validità del contratto. Se manca, il contratto è nullo. È prevista solo in alcuni casi particolari stabiliti dalla legge, come per apprendistato o patto di prova.
29
Parlami degli adempimenti formali del datore di lavoro
Il datore deve: • Comunicare al Centro per l’impiego l’instaurazione del rapporto. • Informare per iscritto il lavoratore sulle condizioni contrattuali principali. • Consegnare copia della comunicazione obbligatoria
30
Perché è imposto al datore di lavoro l’obbligo di comunicazione per iscritto al lavoratore delle condizioni principali
Per tutelare il lavoratore, garantendo la trasparenza e la certezza delle condizioni applicate. Serve a prevenire abusi e a fornire un riferimento chiaro in caso di controversia.
31
Parlami dell’obbligo d’informazione
Previsto dal D.lgs. 152/1997, è un obbligo che impone al datore di fornire al lavoratore per iscritto, entro 30 giorni, tutte le informazioni essenziali del contratto (luogo, orario, mansioni, durata, retribuzione, ecc.).
32
Parlami del patto di prova
È un patto accessorio al contratto, che consente a entrambe le parti di verificare la convenienza del rapporto e recedere liberamente durante il periodo stabilito.
33
A cosa serve il patto di prova
Serve a valutare l’idoneità del lavoratore alle mansioni e la convenienza reciproca del contratto. Durante il periodo di prova, il recesso è libero e senza obbligo di motivazione, ma deve rispettare il termine.
34
Quanto dura il patto di prova
La durata massima è fissata dalla contrattazione collettiva e varia in base al livello e alle mansioni. Deve essere stabilita per iscritto all’atto della stipula del contratto.
35
Quanto dura il patto di prova
Il legislatore è intervenuto ed ha stabilito a 6 mesi la durata massima del periodo di prova
36
Parlami della simulazione nel contratto di lavoro
La simulazione nel contratto di lavoro si ha quando le parti pongono in essere un contratto solo apparentemente corrispondente alla realtà. Possono simulare l’esistenza del contratto (simulazione assoluta) o simularne la natura o le condizioni (simulazione relativa). Spesso è usata per occultare un rapporto di lavoro subordinato dietro forme autonome, eludendo così le tutele previste per il lavoratore.
37
Parlami della controdichiarazione
La controdichiarazione è l’atto scritto che le parti redigono per dimostrare la volontà effettiva dietro il contratto simulato. Ha efficacia solo tra le parti, non può nuocere ai terzi e ha valore probatorio, se sottoscritta. Nel lavoro, può essere usata per rivelare un contratto subordinato nascosto dietro uno autonomo.