Alberto Magno e Bonaventura da Bagnoregio Flashcards

(24 cards)

1
Q

Chi furono i maggiori maestri mendicanti del 13esimo secolo prima della condanna del 1277?

A

I maggiori maestri mendicanti furono i domenicani Alberto Magno e Tommaso d’Aquino e il francescano Bonaventura da Bagnoregio

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2
Q

Intorno a quale elemento Bonaventura e Alberto si dimostrano di posizioni opposte?

A

L’elemento intorno al quale Bonaventura e Alberto si dimostrano ai poli opposti è la filosofia aristotelica che veniva studiata e insegnata alla facoltà di arti.

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3
Q

Quale posizione occupa Alberto Magno nei confronti della filosofia?

A

Secondo Alberto magno ma filosofia appare come indipendente dalla fede: essa è frutto della ragione naturale insita nell’uomo a prescindere dalla rivelazione, e proprio per questo riuscì a svilupparsi così largamente con la figura di Aristotele.
La filosofia appare quindi distinta dalla teologia e propedeutica allo studio di essa: nel programma di studi teologici il primo passo era lo studio della filosofia.

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4
Q

Quale posizione occupa Bonaventura nei confronti della filosofia?

A

Bonaventura ritiene la filosofia una forma di sapere indipendente dalla teologia, ma essendo slegata dalla fede, cognitivamente debole e soggetta a tutta una serie di errori e limitazioni. La filosofia deve quindi essere supportata, integrata e superata dalla teologia

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5
Q

Quale opera impegna Alberto Magno tra il 1250-1270?

A

Alberto Magno si impegna nell’opera ambiziosa di commentare parafrasticamente tutte le opere aristoteliche, anche il Liber de Causis pseudoaristotelico, completandoli laddove mancassero di alcune trattazioni o fossero lacunosi (mancavano alcune conoscenze come una trattazione di mineralogia)

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6
Q

In quale rapporto di pone Alberto Magno con i pensatori arabi?

A
  • Ripresa dei pensatori arabi della falsafa
  • Adotta la teoria dell’emanazione degli intelletti proposta da Al Farabi ed avicenna: rifiuta però l’identificazione degli intelletti con gli angeli e rifiuta la teoria di avicenna del decimo intelletto come dell’intelletto che conferisce le forme alla materia
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7
Q

Quale frattura interna si trova costretto ad affrontare Bonaventura?

A

Bonaventura si trova costretto a cercare di ricomporre la frattura interna all’ordine francescano tra la corrente degli “zelanti”, i quali volevano tornare ad una forma di spiritualità rigorosa ed originaria in accordo con la regola francescana; e i “rilassati” o “conventuali” che spingevano per una mitigazione della regola.

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8
Q

Che cosa afferma Bonaventura nelle conferenze sui sei giorni della creazione (esamerone)?

A

Nelle conferenze dell’esamerone Bonaventura propone l’idea secondo cui la filosofia deve essere riportata alle teologia: i filosofi, ed in particolare Aristotele, hanno sbagliato non avvalendosi della rivelazione; Aristotele ha sbagliato allontanandosi dalla dottrina di Platone e negando l’esistenza di esemplari nella mente di Dio e proponendo un dio che conosce solo sè stesso e non conosce affatto ciò che causa&raquo_space; da questo errore si sono scatenati una catena di errori (Dio non ha prescienza nè provvidenza; tutte le cose avvengono per necessità fatale senza un disegno provvidenziale; il mondo è eterno; intelletto unico)

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9
Q

Perchè per Bonaventura l’intelletto unico non è ammissibile?

A

Intelletto unico non ammissibile:
La dottrina aristotelica porta all’ammissione dell’esistenza di un intelletto unico perchè, se ogni anima possedesse un proprio intelletto e si congiungesse con un corpo, nel corso del tempo infinito per infiniti corpi servirebbero un numero infinito di anime in atto, cosa che per Aristotele non è ammissibile

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10
Q

Come si apre l’Itinerarium mentis in Deum?

A

L’Itinerarium si apre con la meditazione su un episodio della vita di San Francesco: la visione di un serafino, al seguito della quale suo corpo del santo compaiono le stimmate

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11
Q

Che cosa rappresentano le sei ali del serafino per Bonaventura?

A

Sei ali = sei tappe attraverso le quali si perviene alla pace estatica della contemplazione di Dio.

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12
Q

Che cosa s’intende per speculatio per e in?

A

Speculatio per = Dio è conosciuto come attraverso uno specchio&raquo_space; abbiamo una conoscenza indiretta di Dio attraverso l’analisi di alcune proprietà delle cose
Speculatio in = Dio è conosciuto analizzando il modo in cui queste proprietà ci sono note

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13
Q

Quali sono i tre livelli attraverso cui si perviene alla pace estatica della contemplazione di Dio?

A

1) REALTA’ SENSIBILE: si ricercano le tracce (vestigia) di Dio nel mondo esterno
- attraverso le sue tracce nell’universo
- nel modo in cui noi conosciamo le sue tracce nell’universo
2) REALTA’ INTERIORE: si ritrova l’immagine di Dio nella mente
- attraverso la sua immagine presente nelle nostre facoltà mentali
- nel mondo in cui la mente conosce le facoltà mentali
3) REALTA’ SUPERIORE: interessa il linguaggio con cui si parla di Dio, I NOMI DIVINI
- attraverso il suo nome di “Essere” che fa intravedere l’unità divina
- nel suo nome di “Bene” che indica come Dio è per noi
» sesta tappa = la mente trascende sè stessa e tutte le proprie attività intellettuali

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14
Q

Che cosa s’intende per “averroisti latini” o “aristotelici radicali”?

A

Con queste etichette indichiamo i maestri che alla facoltà parigina delle arti insegnavano le dottrine aristoteliche prima della condanna nel 1277.
Sarebbe più corretto chiamarli i primi filosofi latini di professione, i maggiori esponenti furono Boezio di Dacia e Sigieri da Brabante.

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15
Q

Quali opere principali compone Boezio di Dacia?

A

Le due opere principali composte da Boezio di Dacia sono:
1) DE AETERNITATE MUNDI = opuscolo epistemologico
2) DE SUMMO BONU = opuscolo etico

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16
Q

Quale posizione espone Boezio di Dacio nel suo opuscolo DE AETERNITATE MUNDI?

A

All’inizio del suo opuscolo Boezio di Dacia pone una premessa epistemologica: in ogni disciplina scientifica è possibile affermare, negare o ammettere qualcosa sono a partire dai principi di quella disciplina.
Il principio proprio della filosofia naturale è la NATURA: ciò che viene ammesso o negato deve essere ammesso o negato PER NATURA.
L’inizio del mondo, la creazione ex nihilo e l’esistenza del primo uomo sono tutte cose impossibili per natura&raquo_space; bisogna quindi negarle ed insegnare la dottrina aristotelica dell’eternità del mondo.
Questo è apparentemente in contrasto con le verità di fede, ma in realtà noi stiamo negando quelle cose solamente PER NATURA, non contraddicendo la fede, la quale fa riferimento ad una causa superiore alla natura ovvero Dio.

17
Q

Secondo Boezio di Dacia, la dottrina dell’eternità del mondo, la quale appare in contrasto con la fede cattolica, deve essere insegnata nelle università?

A

Sì! Il filosofo naturale deve studiare la realtà a partire da un particolare punto di vista, ovvero a partire dai principi propri di quella disciplina&raquo_space; dal punto di vista della natura, i fatti della fede sono impossibili, di conseguenza devono essere negati!
Nella negazione è però sottinteso PER CAUSE NATURALI: per il credente comunque questi fatti sono veri perchè prodotti per cause soprannaturali

18
Q

Che cosa afferma Boezio di Dacia nel DE SOMMO BONU?

A

DE SOMMO BONU = trattato di etica
In questo trattato Boezio di Dacia afferma che il sommo bene non è in alcun modo trascendente ma che esso coincide con la massima realizzazione della natura umana in questa vista.
In particolare, la massima realizzazione della natura umana coincide con l’utilizzo e l’attività dell’intelletto speculativo, ovvero con l’attività della filosofia.
L’attività di conoscenza della realtà propria del filosofo coincide con il sommo bene, motivo per cui il filosofo può essere considerato l’uomo perfetto, che non pecca e che gode del più alto piacere di questa vita.
La vita pienamente realizzata e felice secondo Boezio è la vita del filosofo.

19
Q

Chi è Sigieri di Brabante?

A

Sigieri di Brabante, insegnante alla facoltà di arti presso l’università di Parigi, è considerato uno dei primi filosofi latini di professione.
Nella prima fase della sua riflessione gli viene attribuita l’etichetta di “averroista”, in quanto condivide la tesi dell’unicità dell’intelletto potenziale.
Nel 1270 questa tesi viene condannata per una prima volta, ed egli riformulerà la tesi proponendo l’unicità dell’anima intellettiva.
Criticato da Tommaso e Alberto Magno, ritratterà la sua tesi

20
Q

Che cosa accede il 10 dicembre 1270 a Parigi?

A

Il 10 dicembre 1270 a Parigi il vescovo Stefano Tempier condanna tredici tesi, tra cui quella dell’unicità dell’intelletto potenziale e dell’eternità del mondo adottata da Sigieri di Brabante.
Sigieri ritratta proponendo una tesi dell’unicità dell’anima intellettiva per tutti gli uomini.
Infine, nel 75-76 rigetterà la tesi dell’unicità dell’intelletto definendola razionalmente non sostenibile

21
Q

Che cosa accadde il 7 marzo 1277?

A

Il 7 marzo 1277 il vescovo di Parigi Tempier emana un decreto di condanna per ben 219 proposizioni filosofiche ritenute eretiche, minaccia di scomunica chiunque le professi o le difenda e perfino che dovesse ascoltarle senza poi denunciarle al vescovo.

22
Q

Quali studiosi vengono condannati nella condanna parigina del 1277?

A

Nel documento di condanna del 1277 non vengono esplicitati i nomi dei pensatori condannati ma sono evidenti le allusioni a studiosi come Boezio di Dacia e Sigieri di Brabante.
In particolare il vescovo afferma che vi sono studiosi i quali sostengono l’esistenza di una doppia verità, ovvero che in alcuni casi ciò che è vero per la filosofia non è vero secondo la fede cattolica e viceversa&raquo_space; evidente allusione al pensiero intorno alla filosofia di Boezio.

23
Q

Quali tesi vengono condannate a parigi nel 1277?

A

Le tesi condannate sono molteplici: alcuni esempi sono:
- le tesi di Sigieri e Boezio di Dacia
- le tesi dell’aristotelismo neoplatonizzante di tradizione araba (Avicenna, Al-Farabi, Averroè etc)

24
Q

Perchè la condanna parigina del 1277 fu importante per gli sviluppi successivi della filosofia?

A

La condanna parigina è importante per gli sviluppi successivi: i pensatori successivi usarono tale condanna come un monito, per comprendere quali dottrine fossero considerate inaccettabili e come la spinta necessaria per elaborare teorie più idonee e concilianti con il cristianesimo.