Cap. 1 - osp. med. Flashcards

1
Q

La liberizzazione dei mercati

A

La compressione spazio-temporale che ha accompagnato il processo di finanziarizzazione (per cui interessi e paradigmi finanziari hanno avuto la meglio su qualsiasi altro aspetto socio-economico) ha portato le aziende a delocalizzare la produzione e a conquistare i mercati degli altri paesi, raggiungendo nuovi consumatori a cui vendere le proprie merci.
La liberalizzazione degli scambi commerciali e dei movimenti di capitale ha reso possibile alle imprese britanniche di scegliere in base a fattori di convenienza la localizzazione dei propri centri di interesse. Questo processo è incoraggiato dalle autorità statali, che hanno contribuito a liberare le potenzialità del mercato dai lacci del controllo pubblico erodendo i margini di azione dello stesso Stato.
Riducendo al minimo gli oneri e i costi connessi con la regolazione in materia sociale, ambientale, sanitaria, hanno scatenato una “competizione al ribasso” che oggi minaccia il welfare state e mette a rischio quella stessa costellazione storica che aveva provvisoriamente reso possibile il compromesso dello stato sociale.

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2
Q

La tensione tra stato e globalizzazione

A

Il progressivo smantellamento del sistema di welfare e la privatizzazione dei servizi pubblici hanno privato lo Stato della capacità di controllo sulle dinamiche politiche, sociali ed economiche.
Lo Stato, forma giuridica della comunità nazionale, appare come polo opposto a quello della globalizzazione.
Questa tensione è frutto della tensione tra particolarismo e universalismo. Competono le strategie di auto-conservazione di una comunità che si percepisce chiusa e che invoca l’irrigidimento dei confini in nome dei suoi valori e tradizioni, e la tendenza cosmopolita basata sull’idea di fratellanza e convivenza universale che reclama l’implementazione dei diritti fondamentali senza distinzioni di razze e di nazionalità.
Si tratta di logiche che prevalgono a momenti alterni e che vedono l’avvicendarsi del carattere globale dell’economia e della finanza, e in minor parte dei diritti, con una nuova domanda di più rigida regolazione degli accessi e di compressione del pluralismo culturale e religioso.

In altre parole, la globalizzazione economica procede di pari passo ad una riaffermazione dei confini nei confronti degli stranieri indesiderati

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3
Q

Globalizzazione del potere e della politica

A

La globalizzazione si nutre della localizzazione e della debolezza degli Stati nazionali, la cui sovranità viene erosa anche perché al crescente processo di globalizzazione del potere (che è la capacità di far fare) non segue una globalizzazione della politica (che è la capacità di decidere cosa fare): di qui il divario tra gli obiettivi e i mezzi per poter agire efficacemente.
Chi è svincolato dallo spazio reale (il capitale finanziario) è svincolato anche dalle responsabilità e obblighi sociali: i governi faticano a riscuotere le tasse dalle grandi multinazionali ma sono costretti a farsi carico dei danni da queste provocati.

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4
Q

Migrante come capro espriatorio

A

La crisi dello Stato nazione tenta di nascondersi dietro muri che promet-tono di difendere i cittadini dai pericoli esterni, ma che sembrano più utili a distogliere l’attenzione dalla crisi economica e dall’erosione del welfare. Con l’impossibilità di identificare i colpevoli in alto il migrante diventa il perfetto capro espiatorio: si reagisce costruendo un altro più in basso di sé, da schiacciare ancora più in basso per ristabilirne la distanza.
Confini e frontiere servirebbero così per ricondurre ai singoli quadri legislativi nazionali fenomeni transnazionali per loro natura

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5
Q

Insicurezza e frustrazione securitaria

A

Ci ritroviamo nelle società più sicure finora mai esistite eppure ci sentiamo terribilmente insicuri.
Qeusto è a causa del dislivello tra un’aspettativa socialmente costruita di protezioni e le capacità effettive, da parte della società, di farle funzionare. Un dislivello amplificato anche dalla disassociazione, ovvero individualizzazione dovuta alla rottura dei legami sociali.
Nell’attuale società la sicurezza non è mai conquistata, perchè l’aspirazione ad essere protetti si sposta come un cursore e pone nuove esigenze man mano che gli obiettivi precedenti stanno per essere raggiunti.
Questo produce una frustrazione securitaria che viene capitalizzata tanto dal sistema capitalistico, quanto da quello politico.

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6
Q

L’interiorizzazione degli obblighi

A

Felicità e libertà diventano dunque dispositivi efficienti per far sì che gli individui si sfruttino volontariamente credendo di realizzarsi.
Credendo di essersi liberato da obblighi esterni e costrizioni imposte da altri, il soggetto si sottomette ora a obblighi interiori e a costrizioni autoimposte, che percepisce però come propri desideri.
La sofferenza, della quale sarebbe responsabile la società, viene privatizzata e interpretata come il risultato di un fallimento personale.

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7
Q

Politica della paura

A

La politica della paura sembra essere l’unico strumento rimasto in mano ai politici per garantirsi il potere: non riuscendo più a far vivere la speranza, le politiche di governo hanno fatto dell’angoscia una risorsa. La paura diventa una forza costitutiva del sociale, che orienta la politica contemporanea e modella i criteri amministrativi.

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