costellazione materna Flashcards

(26 cards)

1
Q

intro “costellazione materna”

A
  • Paziente = relazione genitore-bambino (diade o triade): rapido cambiamento dovuto allo sviluppo del bambino + madre in uno stato di costellazione materna = organizzazione psichica unica delle madri nel periodo in cui si prendono cura dei figli che influenza il modo in cui pensano, sentono e agiscono.
  • Sistema di supporto principalmente diretto al funzionamento della madre come madre + aspetti fondamentali della situazione clinica:
    1. Elementi presenti ed operanti.
    2. Elementi in una relazione dinamica che si influenzano.
    3. Elementi interdipendenti.
    4. Se l’azione terapeutica modifica un elemento, si modificano tutti.
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2
Q

mondo delle rappresentazioni genitoriali

A
  • Schemi di “essere con” = rappresentazioni di esperienze di interazione con qualcuno.
  • Schemi della madre relativi al bambino = di com’è ora e di come sarà in futuro: giudizio di temperamento basato su schemi fondati su esperienze di interazione.
    Inizia nel periodo prenatale MA non vanno in parallelo = 4°-7° mese rapida crescita delle reti, 7°-9° sempre più deboli e meno chiare: protezione dalla possibile discordanza.
    Dopo la nascita le rappresentazioni si basano su direttive generali fornite dal bambino reale e da lei, ma-dre reale.
  • Schemi della madre relativi a se stessa = organizzazione e risistemazione nelle priorità della sua rappresentazione del sé (quasi ogni aspetto della sua vita).
    Relazione con i genitori fissata come storia passata = può riparare il passato MA non come bambina: senso di perdita al di sotto della conquista di nuove dimensioni (legato alla depressione post-partum).
  • Schemi della madre relativi al marito = modifica della rete di schemi del marito: fonte di potenziale conflitto. Si parla di rappresentazione triadificata = con il procedere della gravidanza le rappresentazioni diventano più positive (più somiglianze con il padre) MA dopo la nascita c’è un’inversione (marito più negativo: più somiglianze con la madre).
  • Schemi della madre relativi alla propria madre = rivalutazione della propria madre: l’immagine della rappresentazione materna è il miglior indice di previsione del modello di attaccamento che stabilirà con il figlio.
    Narrazione come esposizione della rappresentazione = permette il superamento del passato per evitarne la ripetizione.
  • Schemi della madre relativi al proprio padre.
  • Schemi della madre relativi alla famiglia di origine = influenza il modo in cui i genitori agiscono come membri della triade.
    Copione familiare = modelli di lavoro condivisi da tutta la famiglia di come fare le cose: rete di schemi di “essere con” condivisa da tutti.
    Consuetudini familiari = rituali, oggetti sacri, territori riservati che sostituiscono le rappresentazioni come elemento fondamentale della continuità del sistema familiare.
  • Schemi della madre relativi a fenomeni familiari/culturali mai sperimentati = non direttamente sperimentati MA ugualmente rappresentati.
  • Reti paterne degli schemi di “essere con” = parallelo al mondo delle rappresentazioni materne MA due differenze:
    1. Il mondo paterno è scosso meno violentemente dalla nascita del bambino + riorganizzazione degli schemi su un periodo più lungo.
    2. Il padre ha un ruolo di sostegno come protettore e strutturatore della diade madre-bambino.
  • Le rappresentazioni hanno influenza sull’interazione e sui comportamenti osservabili della madre = il bambino percepisce la vita psichica della madre solo attraverso il suo comportamento concreto: le rappresentazioni e le fantasie materne devono assumere una forma percepibile perché siano significative per lui + richiedono un’azione reciproca o complementare (caso di Mark e Fred).
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3
Q

intervista microanalitica

A
  • Intervista microanalitica = per esaminare cosa accade in uno specifico momento nella sequenza dei momenti che formano l’episodio: momento emergente = esperienza momentanea di un’azione che emerge sullo sfondo in una rappresentazione attivata che guida l’azione emergente.
    Viene chiesto ai soggetti di ricordare tutto ciò che hanno visto, sentito, pensato o fatto in quel momento + di suddividerlo in unità intuitive, che dovevano essere ordinate in sequenza: molte erano simultanee = più linee temporali.
    Emerge un tema centrale che organizza il momento = preoccupazione dominante della sua vita.
    Adattamento dell’intervista alle madri per esaminare l’attivazione interattiva di uno schema di “essere con”: 15 minuti di interazione libera, poi scelta di un momento e della sua descrizione. Due problemi:
    1. Equipe di ricerca incapace nell’analizzare l’interezza del momento presente.
    2. Soggetti esaminati spontaneamente associano le esperienze del momento con esperienze passate.
    MA si comprende che la reta attivata dipende dal momento + la madre opera in almeno due spazi soggettivi:
    1. Interazione comportamentale.
    2. Vita rappresentazionale.
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4
Q

lavoro con famiglia di cultura mista a 13 e 52 settimane

A

Confronto del tema rappresentazionale come appare nell’interazione e nelle rappresentazioni a diversi livelli di descrizione: passaggio da “due più uno” a “tre insieme”:
* Microanalisi del comportamento e della prossemica della transizione interattiva = 20sec in 5 fasi:
1. Avvio della transizione.
2. Disimpegno parziale della vecchia configurazione triadica.
3. Impegno parziale della nuova triade.
4. Smantellamento completo della vecchia configurazione triadica.
5. Fine della transizione = triade completamente ricostruita.
* Intervista microanalitica per cercare la relazione tra l’evento di ancoraggio interattivo e gli schemi attivati.
* Colloquio familiare concentrato sui copioni familiari e sui temi intergenerazionali.
* Colloquio psicoanalitico per la valutazione del processo di triadificazione per i genitori.
* Analisi comportamentale delle interazioni triadiche videoregistrate intorno al punto di ancoraggio.
* Colloquio psicoanalitico con entrambi i genitori sulla questione dell’identità culturale.
La forma del ricordo o l’esecuzione di un’azione dipendono dal contesto che ne influenza la formazione (+ l’attivazione dello schema): vantaggio adattivo = coinvolgimento di tutte le reti di schemi a tutti i livelli gerarchici connessi all’attività in corso.

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5
Q

attivazione delle rappresentazioni nell’interazione

A
  1. Schemi di “essere con” attivati influenzano e aiutano a selezionare i comportamenti interattivi.
  2. Possono essere consci o inconsci, così come l’azione.
  3. Comportamenti interattivi attivano schemi di “essere con”.
  4. Schemi attivati e comportamenti interattivi interagiscono e si modificano reciprocamente.
  5. In qualsiasi momento può verificarsi più di un’interazione tra schemi e comportamenti.
  6. Quando lo schema è attivato, il modo in cui sarà messo in atto dipende dal contesto.
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6
Q

interazione genitore-bambino

A
  • Interazione genitore-bambino = comportamento interattivo manifesto di madre con bambino + comportamento interattivo manifesto di bambino con madre: interazione come ponte tra le rappresentazioni del genitore e quelle del bambino. MA anche + influenza del mondo/influenze patogene.
    Il sintomo primario si manifesta nel contesto di interazione e viene valutato in quel contesto.
  • Stabilità evolutiva dell’interazione = bambino mai privo di rappresentazioni fondate sull’esperienza che le sue pre-concezioni lo hanno condotto a formarsi: esperienza interattiva guidata in modo innato che precede le fantasie.
  • Contingenza della risposta = necessario stabilire se il comportamento del genitore è una reazione a quello del bambino per distinguere se la contingenza è in positivo o in negativo: ci vuole la stessa sensibilità (elemento cruciale).
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7
Q

microeventi

A

-Microeventi = eventi piccoli e brevi su cui si concentra la psicoterapia.
Essenziale il suo livello descrittivo in cui si svolge la maggior parte dell’interazione: comportamenti non-verbali sono la relazione = microregolazioni del livello affettivo e di regolazione che corrispondono al processo che regola l’interazione.
-Eventi importanti in virtù dei cambiamenti nella trama di vita = modificazioni degli schemi e delle qualità delle attività principali: definiti traumatici molto tempo dopo.
La loro ripetitività rende facile la rappresentazione = formazione di prototipi e modelli generalizzati degli eventi.
-Eventi fisici vs. eventi interpersonali:
* Eventi fisici inanimati = isomorfi agli eventi reali: messi in scena virtualmente sul palcoscenico interiore.
* Eventi interpersonali soggettivi = non isomorfi agli eventi reali: affettivamente carichi + si sviluppano in modo irreversibile.

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8
Q

per descrivere i microeventi a livello etologico

A
  • Musicalità = azione è vocale (utile togliere il volume alle registrazioni).
  • Approccio di interazione iniziale.
  • Domande con il perché.
  • Parametri temporali = necessario fidarsi delle proprie impressioni.
  • Sintonizzazione = condizione mentale sintonizzata su quanto accadrà in seguito (es. fotografo).
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9
Q

livello di lettura delle interazioni

A
  1. Livello etologico = spiega cosa è accaduto, quali azione e motivazioni erano in gioco: riguarda l’influenza del passato evolutivo sul presente.
    Interpretazione di eventi intraspecifici sulla base di domande standard:
    * Distanza fisica tra i partner.
    * Avvicinamento vs. evitamento.
    * Orientamento/cambiamento di posizione di pelvi e spalle.
    * Orientamento totale verso l’altro.
    * Avvicinamento vs. allontanamento dall’orientamento totale.
    * Posizione del viso.
    * Sguardo.
    * Sguardo reciproco.
    MA anche impulsi che regolano la cornice del contatto = motivazioni umane fondamentali.
  2. Livello psicologico individuale = spiega perché quelle azioni e motivazioni particolari erano in gioco in quel momento: riguarda l’influenza del passato personale sul presente.
    Interpretazione sulla base di domande che nascono dalla lettura etologica:
    * Perché questa madre?
    * Perché questo bambino?
    * Perché quel tipo di regolazione del contatto?
    * Perché ora?
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10
Q

riorganizzazione dell’interazione

A
  1. 0-2 mesi = compiti interattivi riguardano l’alimentazione, il ciclo sonno-veglia e di attività: scambi affettivi e sociali usati per regolare questi eventi.
    Rimedio al pianto come punto centrale = problema principale che porta alla ricerca di aiuto clinico.
  2. 2-5.5 mesi = interazione sociale faccia a faccia.
    Costanza delle tematiche: se ipercontrollante durante il pasto, ora iperregola l’interazione faccia a faccia.
  3. 5.5-9 mesi = gioco comune con oggetti: come gestiscono l’evento.
    Intrusività nel modo in cui si eccede nell’inventare e controllare il gioco oggettuale.
  4. 8-12 mesi = due eventi evolutivi fondamentali + la manifestazione dell’iperregolazione:
    * Attaccamento = pattern come migliore indice di previsione della qualità relazionale.
    Limiti nell’esplorazione e nella distanza fisica.
    * Intersoggettività = madre può avere contenuti mentali e che possono essere diversi dai suoi.
    Stabilire a quali esperienze emotive del bambino rispondere: bambino manifesta una reazione falsa per condividere pienamente la stessa esperienza emotiva.
  5. 18-24 mesi = due eventi evolutivi fondamentali:
    * Avvento del linguaggio = triade bambino-genitore-parola con il suo significato.
    * Aumento di mobilità e capacità fisica = può farsi male/fare danni notevoli.
    Negoziazione dei limiti = parla della storia clinica quanto i limiti stessi.
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11
Q

categorie di rappresentazioni

A

Indipendenti MA collegate + processate con operazioni mentali inconsce:
1. Schemi di percezione.
2. Schemi di concetti.
3. Schemi di eventi sensomotori.
4. Schemi di sequenze invarianti di eventi.
5. Affetti = forme della sensazione temporale.
6. Schemi di atti di significato.

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12
Q

formazione di rappresentazioni

A
  • Costruzione delle rappresentazioni a partire da esperienze ricorrenti = eventi quotidiani che circondano le attività vitali (attività pulsionali): rappresentazioni come eventi generalizzati, prototipici.
  • Esperienza interattiva come focus per la creazione di rappresentazioni per Stern: costruite a partire dall’esperienza del sé di “essere con” un altro (es. identificazione).
  • Rappresentazioni sono non-verbali.
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13
Q

involucro protonarrativo

A

Forma di prenarrazione che racchiude l’operare di un motivo con gli affetti relativi: contiene una diversa forma della sensazione e delimita l’evolversi di un motivo.
Il bambino è in grado di interpretare il comportamento finalizzato e motivato in modo primitivo e intuitivo = assume precocemente un atteggiamento intenzionale.
La motivazione finalizzata è cruciale per la comprensione del comportamento umano.
L’evento motivato procede verso l’obiettivo e genera una linea di tensione drammatica creata dallo sviluppo temporale degli eventi = fase di azione > fase di crisi > fase di risoluzione : involucro protonarrativo come involucro di eventi e involucro temporale.

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14
Q

rete di schemi

A
  • Forma in cui viene rappresentata l’esperienza vissuta: si forma a seguito di esperienze ripetute di momenti di “essere con” un altro in un certo modo, quando ciascuno degli schemi delle categorie fondamentali di quella classe di momenti si è formata.
  • È l’unico riferimento per elaborare fantasie, ricordi, narrazioni e momenti emergenti = è necessario abbia una forma flessibile e generale: processo di rifigurazione = l’attenzione può spostarsi liberamente tra le diverse categorie degli schemi.
  • Così come le reti neurali, anche le reti di schemi sono in competizione e viene utilizzato il più funzionale: i diversi schemi di “essere con” per le stesse esperienze ripetute sono soggetti a selezione naturale durante lo sviluppo.
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15
Q

rappresentazioni con madre depressa

A
  • Complesso della madre morta = situazione associata alla depressione materna: fisicamente presente MA emotivamente assente.
  • Depressioni non tutte uguali = progressivo distacco in genere parziale: 4 diverse esperienze soggettive croniche e parallele che portano a 4 schemi di “essere con”:
    1. Microdepressioni ripetute = volto amorfo e privo di espressione.
    Invarianti evocate per risonanza nel bambino: vuole “essere con” la madre tramite identificazione e imitazione.
    2. Esperienza di rianimatore = meccanismo imitativo per riportare alla vita la madre.
    Fondamentale la gratificazione nel riuscire nel compito: crea quasi una dipendenza = può diventare importante nella scelta relazionale.
    3. Madre come contesto di sfondo nella ricerca di stimolazioni altrove.
    Invarianti = ricerca di stimolazione, autovigilanza e autoattivazione, amplificazione della curiosità.
    4. Esperienza di madre e di sé inautentici.
    Madri ipercompensano il fatto di non essere abbastanza presenti MA i bambini riconoscono l’inautenticità (flusso non spontaneo + discriminazione temporale): falsa interazione tra falsa madre e falso sé.
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16
Q

rappresentazioni e attaccamento

A
  • Attaccamento sicuro = angoscia scompare.
  • Attaccamento insicuro = non fanno sforzi per avvicinarsi: il bambino evita una richiesta che non verrebbe tollerata e che porterebbe ad un aumento di distanza.
    Due fini possibili:
    1. Passa abbastanza tempo senza che accada nulla.
    2. Introduzione di un nuovo argomento diverso dal ritrovamento.
17
Q

rappresentazioni e autismo

A

Sensazioni autistiche = attività ripetute, stereotipate, autogenerate, di solito tattili o cinestetiche vissute come tranquillizzanti: attività difensive = distolgono l’attenzione dal mondo esterno.

18
Q

rappresentazioni con se stessi

A

Momenti di “essere con” se stessi = modo di essere con un’altra parte di se stessi: strutturazione di una trama che comprende il mantenimento di uno stato di equilibrio.

19
Q

rappresentazioni e ansia

A

Esperienze di ansia = diverso momento e particolare modo di “essere con”: incapacità di trovare una forma di risoluzione o di fuga, del fallimento nel raggiungere la meta.

20
Q

Mrep2

A

Rappresentazioni della madre di se stessa in interazione con il terapeuta.
La terapia produce, consente e facilita nella madre immagini alternative di sé: mostra altre possibili madri che può diventare e che deve evitare di diventare.
* Bambino ignorato = la cura sta nel genitore e basta (≈ psicoterapia per adulti).
* Bambino come interlocutore diretto = possibile che il terapeuta venga visto come esperto di bambini e diventi oggetto di gelosia + svalutazione nel ruolo: necessario ricordare che si agisce sul genitore in quanto genitore e non in quanto persona.

21
Q

Brep2

A

Rappresentazioni del bambino di se stesso in interazione con il terapeuta: costretto a crearsi una rappresentazione dell’interazione con il terapeuta e a confrontarla con la rappresentazione dell’interazione che ha con la madre. Se impara un nuovo modo di interagire con qualcuno può metterlo in atto anche con la madre: modifica della rete di schemi di “essere con” la madre.

22
Q

Trep

A

Rappresentazioni del terapeuta nella situazione clinica.
Modifica del modo in cui il terapeuta vede la madre può influenzare il modo in cui vede se stessa: contro-transfert.

23
Q

bersaglio terapeutico e ingresso nel sistema

A

-Bersaglio terapeutico = elemento del sistema che il terapeuta vuole modificare.
-Ingresso nel sistema = bersaglio della tecnica terapeutica attraverso cui il terapeuta entra nel sistema.
-Due bersagli diversi:
1. Modifica delle rappresentazioni genitoriali: diversi ingressi:
* Rappresentazioni dei genitori: due modelli:
– Psicoterapia genitore-bambino a San Francisco = modifica delle rappresentazioni interne che i genitori hanno di sé e dei figli: processo che modifica è l’esperienza di attaccamento correttiva della relazione terapeutica.
Popolazione svantaggiata + condizione socioeconomica bassa.
– Psicoterapia breve madre-bambino a Ginevra = modifica della rete di rappresentazioni che motivano la madre nell’interpretare e reagire al comportamento del bambino: ricerca del collegamento tra i conflitti infantili materni e i temi conflittuali nella relazione attuale.
L’interpretazione collega passato al presente + rappresentazioni alle interazioni.
Popolazione avvantaggiata + famiglie della classe media.
* Comportamento del bambino: modifica delle rappresentazioni di sé e del figlio per rendere il suo comportamento più adeguato + stimolare le rappresentazioni.
* Interazione genitore-bambino: sequenza interattiva come partenza (caso del bambino con microdepressione + ricordo della madre da bambina sul treno).
* Rappresentazione del terapeuta: il modo in cui il terapeuta ascolta e reagisce è evidente a madre e bambino.
* Rappresentazioni immaginate del bambino: terapeuta assume la voce del bambino come se stesse traducendo i suoi pensieri per evidenziare bisogni e interessi del bambino che vengono trascurati.
Utile anche osservare le interazioni dal pov del bambino (caso dei genitori separati: famiglia a metà vs. famiglia intera con madre a metà)
2. Modifica dei comportamenti di interazione: diversi ingressi:
* Comportamento manifesto della madre: registrazione di interazioni da 5/15 minuti mostrate immediatamente dopo per individuare i comportamenti oggetto del lavoro terapeutico.
Terapeuta non interagisce con il bambino per modellarne i comportamenti per non diminuire la fiducia della madre in se stessa e nei confronti del terapeuta.
* Rete delle interazioni familiari: modello sistemico (elementi separati e interdipendenti formano il sistema) + terapia familiare (comprende tutte le relazioni dei familiari) = modello a Losanna in diverse fasi:
1. Inizio di un’alleanza terapeutica positiva: fiducia nel setting e nel trattamento + osservazione della configurazione delle interazioni.
2. Cornice fisica per le interazioni: bambino sulla sdraia con i genitori ai lati (triangolo equilatero) e il terapeuta osserva le interazioni per comprendere il grado di collaborazione o competizione tra i genitori.
3. Terapeuta come quarto membro: modifica le interazioni MA non i membri.
La triade nasce in parallelo con lo sviluppo della diade:
– Triadificazione = processo comportamentale in cui si struttura una triade.
– Triangolazione = processo intrapsichico in cui si sperimenta una triade.

24
Q

elementi comuni a tutti i modelli terapeutici

A
  1. Natura del sistema clinico = elementi del sistema clinico interdipendenti e reciprocamente influenti.
    Due approcci per valutare se ci fossero differenze negli esiti:
    * Orientamento psicoanalitico per modificare le rappresentazioni della madre a partire dalle rappresentazioni e dai ricordi del suo passato.
    * Orientamento all’interazione per modificare il comportamento manifesto della madre a partire dal suo comportamento e da quello del bambino.
    Tutti gli indici presentano un miglioramento dopo la terapia: nessuna differenza.
  2. Trattamento breve seriale = tra le 3 e le 10 sedute + diversi periodi di trattamento che si distinguono dal tema trattato (guidato dallo sviluppo del bambino): finestra clinica o touchpoint di riorganizzazione.
    Concetto di elaborazione o generalizzazione = trattare e risolvere una questione fondamentale in tutti gli ambiti e i territori della vita in cui si manifesta, nella ricostruzione del passato e nel transfert: deve essere longitudinale nel tempo (finché la capacità non si manifesta non si può elaborare).
    Generalmente si interviene in occasione delle transizioni alle nuove fasi evolutive.
    In situazioni che implicano stati cronici si usano simultaneamente due formati temporali di trattamento:
    * Incontri regolari ogni due mesi.
    * Trattamento breve periodico per affrontare le sfide causate dagli scatti evolutivi discontinui.
  3. Alleanza terapeutica, transfert e sguardo terapeutico positivi = approccio positivo indispensabile per 3 motivi:
    * Neogenitori = sanno bene dove sbagliano MA non cosa fanno bene.
    * Permettono trattamenti brevi seriali = terapeuta interiorizzato durante la fase di non-trattamento come fonte di aiuto e sostegno disponibile.
    * Motivazione alla terapia = tipo diverso di motivazione che può trarre più profitto dall’atteggiamento terapeutico positivo.
  4. Ricollegamento delle rappresentazioni in modo funzionale = fondamentale l’attivazione diretta verso il bambino e ciò che mette in atto: risultato momentaneo di numerose rappresentazioni attivate che si candidano all’attivazione.
    L’attivazione si modifica in diversi modi:
    * Inibendo l’azione di una o più rappresentazioni attivate.
    * Rafforzando le rappresentazioni già attivate ma debolmente o non agite.
    * Scoprendo rappresentazioni = fornendo un modello alternativo.
    Le rappresentazioni non vengono modificate = sono il risultato di un’esperienza emotiva correttiva.
    Le rappresentazioni sono ricordi generalizzati che risultano in atti mentali (ricordare) o in atti fisici (agire).
    Necessaria elaborazione = progressiva generalizzazione delle rappresentazioni per aumentarne il potere funzionale: correzione delle rappresentazioni.
25
costellazione materna
-Organizzazione psichica permanentemente evocabile non universale né innata. -Riguarda 3 discorsi terapeutici: 1. Discorso della madre con sua madre. 2. Discorso della madre con se stessa. 3. Discorso della madre con il suo bambino. -Sperimentazione di un profondo riallineamento = interessi e preoccupazioni ora diretti: * Più a sua madre in quanto madre che a suo padre. * Più alla crescita e allo sviluppo che alla carriera. * Più al suo bambino che a qualsiasi altra cosa. -Nuova triade psichica = madre della madre-madre-bambino. -Contesto presente = chiave di ciò che viene evocato dalla memoria e di come viene assemblato: le esperienze quotidiane che costituiscono il contesto presente vengono vissute in modo diretto o empatico. Queste esperienze evocano i ricordi dell’infanzia e le cure materne che ha ricevuto: diventano accessibili con l’intervista microanalitica. -Transfert della buona nonna = transfert che viene focalizzato e intensificato sulla figura del terapeuta: diventa una particolare matrice di supporto che valorizza e sostiene la madre così da contenerla e liberare delle funzioni materne.
26
temi della costellazione materna
1. Tema vita-crescita = genera un insieme di paure tipiche della costellazione materna: paura del fallimento della vitalità e della creatività animale. 2. Tema della relazionalità primaria = forme di relazione che occupano il primo anno di vita e comprendono lo stabilizzarsi di legami umani di attaccamento, sicurezza e affetto: riguarda l’impegno sociale-affettivo della madre verso il bambino. Si ha paura di essere inadeguati, poco naturali e ci sono preoccupazioni per lo sviluppo psichico. 3. Tema della matrice di supporto = tradizionalmente rete femminile e materna che ha il compito di proteggere e soddisfare le necessità della madre per permetterle di concentrarsi sugli altri compiti + sostenere e appoggiare la madre. È possibile che il padre venga maternalizzato MA non può supportare la moglie in quanto madre + la coppia deve trovare un equilibrio: marito necessario come difesa e sostegno psicologico. La relazione della neomamma con sua madre si riattiva e riorganizza: formazione di modelli di genitorialità positivi e negatici che influenzano il suo comportamento materno. 4. Tema della riorganizzazione dell’identità = bisogno di trasformare e riorganizzare la sua identità: se non avviene gli altri compiti sono compromessi. Richiede un nuovo lavoro mentale.