Storia - Benito Mussolini Flashcards
(9 cards)
Benito Mussolini - Dal socialismo all’interventismo
Mussolini, inizialmente esponente del PSI e direttore del giornale “Avanti!”, venne espulso dal partito e dal giornale nel 1914 perché si dichiarò favorevole all’intervento dell’Italia nella 1° Guerra Mondiale.
Dopo l’espulsione, Mussolini fondò un nuovo giornale chiamato “Il Popolo d’Italia”, in cui sostenne la necessità di partecipare al conflitto armato.
Si arruolò volontariamente per la guerra, tuttavia nel 1917 fu costretto a rientrare a casa a causa di una grave ferita riportata durante un’esercitazione.
Finita la guerra, Mussolini decise di sfruttare il malcontento generale per fondare un nuovo movimento politico.
Benito Mussolini - I Fasci di Combattimento
Il 23 Marzo del 1919, a Milano, Mussolini fondò i Fasci Italiani di Combattimento, un movimento inizialmente eterogeneo composto da ex-socialisti rivoluzionari, sindacalisti, nazionalisti, futuristi, studenti e reduci di guerra, che proponeva addirittura alcune misure progressiste come il suffragio universale e la limitazione del potere della Chiesa.
Dopo la sconfitta alle elezioni del 1919, in cui Mussolini non ottenne alcun seggio, il fascismo si riorganizzò, abbandonando le posizioni più radicali per avvicinarsi alla grande borghesia e ai ceti più conservatori.
Benito Mussolini - Le squadre d’azione ☺
Dal 1920, i Fasci di Combattimento si trasformano in una milizia violenta, nota come le squadre d’azione, che attaccavano le sedi dei partiti e dei sindacati socialistici e comunisti, incendiavano le Camere del Lavoro e aggredivano scioperanti e avversari politici.
L’area in cui le squadre d’azioni operava maggiormente fu la Pianura Padana, dove le leghe bracciantili organizzavano proteste e scioperi.
I grandi proprietari terrieri e industriali iniziarono a finanziare le squadre d’azione, inoltre molti settori dello Stato, compresa polizia ed esercito, guardavano con favore i fascisti perché temevano una rivoluzione come quella russa.
Benito Mussolini - Lo sviluppo del movimento
Nel 1921, il movimento fascista si trasformò ufficialmente nel Partito Nazionale Fascista (PNF), disponendo di una struttura più organizzata e un programma apertamente di destra, basato sulla difesa della proprietà privata e dell’ordine sociale.
Il partito però mantenne la stessa violenza delle origini, difatti le squadre d’azione continuarono ad agire comandate da:
Italo Balbo a Ferrara.
Roberto Farinacci a Cremona.
Giuseppe Bottai a Roma.
Benito Mussolini - Dalla violenza al potere
Nel 1921, Mussolini cercò una legittimazione politica più ampia senza rinunciare alle squadre d’azione, presentandosi all’interno del Blocco Nazionale, una coalizione di destra sostenuta anche dai liberai, che ottenne 35 seggi in Parlamento, tra cui Mussolini.
Nello stesso anno venne firmato un patto di pacificazione tra fascisti e socialisti con l’obbiettivo di ridurre le violenze, tuttavia le squadre d’azione si rifiutarono di rispettarlo per via della loro poca disciplina politica, tant’é che Mussolini, al congresso di Roma, per ottenere l’autorità assoluta, concesso loro la libertà d’azione.
Il 27 Ottobre del 1922, quando Mussolini marciò su Roma, il presidente del Consiglio Luigi Facta chiese al re lo stato di assedio per fermare i fascisti, tuttavia Vittorio Emanuele III rifiutò, temendo un conflitto civile e sperando che Mussolini potesse stabilizzare la situazione, difatti, lo incaricò di formare un nuovo governo.
Benito Mussolini - La fascistizzazione dello Stato
Mussolini, una volta giunto al potere, avviò un processo di fascistizzazione dello Stato, trasformandolo col tempo in una dittatura.
Molti esponenti dei partiti antifascisti furono costretti a fuggire all’estero per evitare ripercussioni.
Mussolini creò istituzioni parallele che esercitavano un grande potere politico pur non essendo previste dallo Statuto Albertino, tra queste c’è il Gran Consiglio del Fascismo, che fungeva da organo consultivo del governo e centro decisionale del regime, e la Milizia Volontaria, un corpo armato incaricato di difendere “l’ordine fascista”.
Nel 1923 venne introdotta la Legge Acerba, che prevedeva l’assegnazione di due terzi dei seggi in Parlamento, al partito che ottiene più voti e con almeno il 25% di essi.
Le elezioni del 1924 si conclusero con circa il 65% dei voti al Partito Nazionale Fascista dovuto alla fortissima intimidazione delle squadre d’assalto.
Benito Mussolini - Il delitto Matteotti
Il 10 Giugno del 1924, Giacomo Matteotti, deputato socialista, tenne un discorso durissimo alla Camera in cui denunciava le violenze e i brogli avvenuti durante le elezioni.
Pochi giorni dopo fu rapito e assassinato da sicari fascisti. (ma guarda un po’)
L’episodio scosse profondamente l’opinione pubblica, Mussolini negò inizialmente ogni responsabilità diretta.
I parlamentari dell’opposizione reagirono con la “secessione dell’Aventino” abbandonando i lavori parlamentari in segno di protesta, sperando, invano, che il re revocasse l’incarico a Mussolini.
Il 3 Gennaio del 1925, Mussolini si prese la responsabilità del delitto di Matteotti, dopodiché diede inizio alla fase puramente dittatoriale del regime fascista, eliminando le libertà democratica e trasformando l’Italia in uno stato totalitario.
Benito Mussolini - Programma di San Sepolcro
Fu il programma presentato il 1919 in piazza San Sepolcro di Milano, da cui prese il nome, in occasione della fondazione dei fasci di combattimento.
Esso proponeva riforme economiche e sociali simili a quelle socialiste, anticlericalismo che limitava le decisioni della chiesa sul governo e il passaggio da monarchia a repubblica.
Questo programma permette di capire come, all’inizio, il movimento fascista fosse eterogeneo e poco definito, motivo per cui prese pochissimi voti inizialmente.
Benito Mussolini - Leggi fascistissime
Tra il 1925 e il 1926, vennero approvate le leggi fascistissime dal giurista Alfredo Rocco, che sancirono la nascita dello stato autoritario eliminando ogni principio democratico.
Mussolini rappresentava da solo il governo davanti al re, inoltre il 26 ottenne anche il potere di eliminare le leggi.
I sindaci eletti furono sostituiti dai podestà scelti dal governo.
Nell’aprile del 1926 fu abolito il diritto allo sciopera e venne istituita la magistratura del lavoro per risolvere le controversie tra lavoratori e padroni.
A seguito di un attentato a Mussolini, furono abolite la libertà di stampa, di parola e di associazione (meglio abbondare), inoltre tutti i partiti furono sciolti tranne quello fascista, fu reintegrata la pena di morte e furono istituiti due organi per l’arresto e il processamento degli oppositori politici: l’Organizzazione di Vigilanza e Represse dell’Antifascismo (OVRA) e il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato.
Agli oppositori era riserva infine il Confino, ossia l’obbligo di risiedere in un comune lontano e isolato.