Cap.1 - Bilinguismo Flashcards

Carbonara&Scibetta (26 cards)

1
Q

Concetti di multilinguismo e plurilinguismo secondo il Consiglio d’Europa

A

Multi: presenza di più lingue all’interno di una comunità, non necessariamente conosciute e usate da tutti i parlanti
Pluri: competenze individuali di un soggetto di imparare e usare più lingue
NB: la distinzione vale solo per i documenti del consiglio d’Europa, non per Unione Europea o studi americani

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2
Q

Cosa si intende con DIGLOSSIA?

A

Si riferisce alla coesistenza di due lingue nella stessa comunità che vengono usate in contesti diversi e gerarchizzati (es. Italiano e dialetto)

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3
Q

Multilingual Turn

A

Si riferisce al passaggio da una visione monoglossica ad una eteroglossica, cioè dal monolinguismo al bi/plurilinguismo come norma (consapevolezza già presente in De Mauro, 1979).
Oltre ad una dimensione sociale ha anche una dimensione educativa. è infatti un nuovo paradigma nel campo dell’educazione linguistica, fondato su una visione del repertorio plurilingue degli studenti come vantaggio e risorsa per l’apprendimento.
Le lingue non sono realtà fisse e monolitiche, esterne al parlante, ma appartengono a tutti coloro che le usano, sono strettamente interconnesse e fuse in ciascun parlante.
Dal punto di vista educativo presenta tre dimensioni (altra domanda)

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4
Q

Cosa si intende con visione monoglossica o monolingue

A

La visione monoglossica assume il monolinguismo come norma e si basa sul costrutto di Stato-Nazione. Il bilinguismo consiste in una deviazione dalla norma

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5
Q

Cosa si intende con visione eteroglossica?

A

La prospettiva eteroglossica considera il bi/plurilinguismo come norma. Il 70% della popolazione mondiale è bi-plurilingue. Nello stesso territorio coesistono e sono interconnesse diverse lingue e varietà linguistiche.
Il passaggio a questa visione è stato definito multilingual turn.

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6
Q

Evoluzione delle definizioni di bilinguismo

A

La definizione iniziale di Bloomfield 1935 si riferiva al native-like control di due lingue. Negli anni 50 con Haugen si sottolinea l’importanza dell’efficacia comunicativa: è bilingue chi sa produrre enunciati completi e comprensibili in entrambe le lingue. Weinreich invece individua il parlante come luogo del contatto linguistico e analizza le ‘interferenze’ tra le lingue.
Concezioni superate con la visione olistica del bilinguismo di Grosjean: il bilingue non è due monolingui in una stessa persona ma ha una configurazione linguistica unica (pg.28), lingua diversa a seconda di contesti ed interlocutori.
Valdes parla di bilinguismo come continuum, e Baker & Wright rendono il modello più complesso aggiungendo differenti contesti (pag.29).
Punto di arrivo è il modello del bilinguismo dinamico di Ofelia Garcia, che sottolinea che i confini delle lingue sono labili e gli usi linguistici multipli, adattivi e multimodali (pag.30), andando oltre il modello della CUP di Cummins. Lei decostruisce la concezione tradizionale di L1 e L2.

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7
Q

Modello CUP o teoria degli iceberg di Cummins

A

Il modello di Cummins 1981 si basa sul principio di una Common Underlying Proficiency (e si oppone alla visione di una SUP: Separate…). Lx ed Ly sono la manifestazione in superficie di una comune competenza cognitiva cross-linguistica profonda.
Ha due implicazioni:
1.Superamento del concetto di interferenza tra le due lingue in caso di contatto linguistico. Le competenze esercitate in una lingua influiscono sull’altra!
2.CUP è unico motore linguistico- cognitivo a prescindere dalla lingua in cui si sta parlando (neuroimaging dimostra attivazione simultanea anche in contesti monolingui).

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8
Q

Che cosa sostiene la developmental interdependence hypothesis di Cummins?

A

Sostiene che lo sviluppo di una L2 avviene senza costi a carico della L1 se questa si presenta a un livello di competenza già elevato, invece se nella L1 la competenza è limitata l’esposizione intensiva ad una L2 può rallentare o bloccare lo sviluppo della L1.

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9
Q

Quali sono i possibili criteri per classificare il bilinguismo?

A

1) circostanze di apprendimento
2) uso
3) competenza linguistica
4) organizzazione cognitiva
5) identità

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10
Q

Classificazioni del bilinguismo in base alle circostanze di apprendimento

A

1) ETÀ
B. Infantile <11, adolescenziale, app. in età adulta > 17

2) TEMPO
simultaneo (apprese contemporaneamente), consecutivo/emergente (L2 appresa dopo)

3) PRESENZA L2 SUL TERRITORIO
endogena (presente), esogeno

4) SOCIETÀ
Isolato/individuale (non inserito in ambiente bilingue), collettivo

5) ARRICCHIMENTO
additivo (app. L2 non inficia L1), sottrattivo (app L2 a spese di L1)

6) MOTIVAZIONE
strumentale (scopi utilitaristici), integrativo (necessità di interagire con i parlanti del luogo)

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11
Q

Gli atteggiamenti. Modello tripartito

A

Nei confronti di un oggetto (una lingua) noi abbiamo un atteggiamento, caratterizzato da tre componenti: cognitiva (informazioni e credenze), affettiva (reazione emotiva), comportamentale (azione di avvicinamento o allontanamento)

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12
Q

Classificazioni del bilinguismo in base all’uso

A

In base a:
Interlocutore
Argomento trattato
Scopo
Ambiente
…..

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13
Q

Classificazioni del bilinguismo in base alla competenza

A

1) bilanciamento
Bilanciato (L2=L1), dominante (L1>L2)

2) produzione
Passivo (abilità solo ricettive), attivo (abilità anche produttive)

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14
Q

Classificazioni del bilinguismo in base all’organizzazione cognitiva

A

1) organizzazione
Coordinato (2 sistemi linguistici indipendenti), composto (struttura cognitiva unitaria, stessa concettualizzazione)

2) attivazione
Monolingue (è attiva solo una delle due lingue), bilingue (entrambe attive e alternate, difficile equilibrio)

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15
Q

Classificazioni del bilinguismo in base all’identità

A

1) Identità culturale
Biculturale (doppia appartenenza),
Monoculturale (LA/1 membership),
Acculturante (LB/2 membership),
Deculturante (membership ambigua e identità ibrida).

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16
Q

Come si può esplorare il bilinguismo in classe?

A
  • Questionari linguistici (lingue parlate, preferenze)
  • autobiografie linguistiche (narrazioni, riflessività su identità e competenze)
  • ritratto linguistico (rappresentazione grafica, spazi di utilizzo)
  • osservazioni in classe (monitoraggio interazioni)
  • diari linguistici (registrazione esperienze, consapevolezza contesti)
  • mappe linguistiche (luoghi e situazioni)
  • interviste e focus group (x approfondimento qualitativo)
17
Q

In cosa consiste il ritratto linguistico?

A

Consiste nella visualizzazione grafica del proprio repertorio linguistico utilizzando il contorno di una silhouette corporea. Utile per avviare processi di riflessione e sensibilizzazione in tutti i livelli di istruzione. Fondamentale la prospettiva del partecipante.

18
Q

Quali periodi si sono susseguiti nella storia del bilinguismo?

A

1) periodo dello svantaggio (da inizio 900 ad anni Sessanta) - convinzione che portasse ad effetti negativi sullo sviluppo cognitivo. Supportato da studi caratterizzati da fallacie metodologiche (es. indagine di Saer 1923 su bambini anglo-gallesi e inglesi mono: non controlla status socioeconomico e lingua dei test)

2) periodo degli effetti neutrali

3) periodo degli effetti additivi o del vantaggio (dal 1962 con R di Peal&Lambert: bilingui ottengono punteggi più elevati nei test non-verbali e in alcuni verbali. Da allora numerosissime conferme).

19
Q

Quali sono le due ipotesi per spiegare il vantaggio dei bambini bilingui nella formazione concettuale e flessibilità simbolica?

A

1) Il legame tra un referente concreto e due parole differenti crea un legame più elastico tra concetto e unità linguistica: maggior inclinazione al pensiero astratto

2) Il passaggio da una lingua a un’altra richiede una continua ristrutturazione del pensiero: la mnte diventa meno rigida e più pronta ad acogliere prospettive differenti

20
Q

I vantaggi del bilinguismo che ambiti coinvolgono?

A

I vantaggi del bilinguismo sono:
1) COGNITIVI - abilità non verbali (grazie a migliori prestazioni della memoria di lavoro e delle funzioni esecutive - inibizione e flessibilità cognitiva) e teoria della mente (più in dettaglio in un’altra domanda)

2) LINGUISTICI

3) STRUMENTALI - prospettive future (lavoro), comunicare con altri senza farsi capire

4) SOCIO-CULTURALI - cittadinanza globale, accesso a cultura d’origine, anche religiosa, mantenere contatti con paese d’origine, prestigio del linguaggio, sentirsi parte di una comunità

21
Q

Ipotesi delle soglie di Cummins

A

Nello sviluppo bilingue è possibile identificare due soglie. La soglia più bassa (livello appropriato in una lingua) è sufficiente per evitare effetti negativi dal punto di vista cognitivo: bilinguismo PARZIALE. Se si è sotto questa soglia (livello limitato sia in L1 che in L2) si verificano effetti negativi: bilinguismo LIMITATO. Il raggiungimento della seconda soglia (livello appropriato sia in L1 che in L2) è associato a una più marcata crescita cognitiva: bilinguismo ARMONIOSO.
Mette in evidenza l’importanza di sviluppare entrambe le lingue del repertorio (implicazioni su politiche familiari).

In ordine dal basso: bilinguismo LIMITATO - PARZIALE - ARMONIOSO

22
Q

Quali sono i vantaggi cognitivi del bilinguismo?

A

Sono stati dimostrati effetti su compiti non verbali, ad esempio (Studi di Bialystock e altri):
- MEMORIA DI LAVORO - capacità di mantenere in memoria un’informazione e manipolarla
- FUNZIONI ESECUTIVE:
flessibilità cognitiva (Dimensional Change Card Sort, Stroop Test con maggior velocità e correttezza)
controllo inibitorio (Simon Task)
controllo esecutivo (associato a miglior rendimento scolastico - Flanker Task)
- TEORIA DELLA MENTE
miglior decentramento cognitivo (capacità di vedere le cose da prospettiva differnete dalla propria), vantaggio di circa un anno rispetto a monolingui [perchè? 3Hp: 1)inibizione del proprio punto di vista, 2)motivazioni sociopragmatiche 3)consapevolezza metacognitiva]

-protezione nei confronti della neuodegenerazione: sintomi dell’Alzheimer insorgono circa 5 anni dopo (Bialystock e altri)

23
Q

Quali sono i vantaggi linguistici del bilinguismo?

A

Riguardano una maggiore consapevolezza metalinguistica (=conoscenza della relazione tra segno e significato; si manifesta nella capacità di riflettere sulle forme linguistiche e manipolarle). Ci sono studi su tre sue componenti:

• Word awareness (=capacità di segmentare il flusso linguistico in parole, isolandole come unità di senso) Maggior consapevolezza dell’arbitrarietà e convenzionalità referenziale del segno linguistico

• Syntactic awareness: Migliore abilità nell’esprimere giudizi di accettabilità grammaticale rispetto a delle frasi

• Phonological awareness (=abilità di identificare e manipolare le unità fonologiche entro la singola parola, è uno dei più importanti predittori del successo dell’apprendimento della letto-scrittura). I bambini sono più sensibili a somiglianze e differenze tra le lingue (Structural Sensitivity Theory)
Una maggiore capacità di manipolare e individuare suoni nella lingua di origine permette di raggiungere risultati migliori nell’apprendimento della literacy nella lingua della scuola, anche in studenti con un background socioeconomico svantaggiato (importanza del mantenimento della lingua della famiglia)

24
Q

Qual è l’impatto di un ambiente plurilingue sugli studenti monolingui?

A

Alcune ricerche sembrano dimostrare un vantaggio anche per gli studenti monolingui inseriti in ambiente plurilingue (task di dimensional change card sort, attivazione cerebrale simile ai bilingui dopo esposizione accidentale a più lingue). E’ un ambito da esplorare.

25
Cosa si intende con biliteracy? Imparare a leggere e scrivere in due lingue genera confusione?
Con biliteracy si intende quello che i bilingui sono in grado di fare con la lettoscrittura attraverso entrambe le lingue del loro repertorio. Il concetto implica il superamento dell’idea che l’alfabetizzazione riguardi solo una lingua. FALSO, rafforza la competenza metalinguistica. Inoltre: - l’alfabetizzazione in lingua di origine NON rallenta l’alfabetizzazione in italiano, anzi, il livello di literacy della famiglia in LO è un predittore dello sviluppo della literacy nella lingua della scuola; - l’alfabetizzazione in due lingue con sistemi di scrittura diversi NON è troppo difficile: l’attribuzione suono-simbolo e la decodifica dei simboli si basano su strategie trasferibili anche fra lingue molto diverse. ATTENZIONE: il transfer di abilità di comprensione della lettura si verifica meglio se in una delle due lingue è stato già raggiunto un livello “soglia” abbastanza elevato di competenza (conoscenza lessicale e sintattica)
26
Cosa si intende con lingua minorizzata?
Con questo termine si definiscono le lingue che vengono definite in Italia anche "immigrate", per distinguerle dalle lingue minoritarie italiane storiche tutelate dalla legge 482/1999 e per sottolineare la posizione di marginalizzazione nella quale sono relegate, come risultato delle dinamiche di potere tra comunità ospitante e comunità immigrata.