Concorrenza sleale; pratiche commerciali scorrette; la contrattazione con i consumatori Flashcards

1
Q

secondo l’articolo 41 della Costituzione l’iniziativa economica privata è … ma non può svolgersi in contrasto con …

la legge determina i … e i … opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali

A

LIBERA ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana

programmi e i controlli

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2
Q

qualora vi fossero conflitti fra interesse dell’impresa (imprenditore) e interesse pubblico, la costituzione stabilisce che prevale

A

l’interesse GENERALE deve prevalere sull’interesse dell’impresa (la sua attività non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, libertà e dignità umana)

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3
Q

la disciplina della concorrenza sleale tutela gli interessi

mentre il codice del consumo è la normativa che tutela

A

degli IMPRENDITORI che si comportano in modo diligente nel mercato (anche se la sanzione di questi comportamenti può avere effetti anche sui consumatori) dagli altri imprenditori

i CONSUMATORI DAI PROFESSIONISTI

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4
Q

l’articolo 2598 delinea (categorie chiuse e categoria aperta)

A

gli atti di concorrenza sleale, fondamentalmente in

  • categorie CHIUSE (confusione, denigrazione e appropriazione di pregi) -> atti TIPICI di c.s.
  • e una categoria APERTA “compie atti di concorrenza sleale chi si avvale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della CORRETTEZZA PROFESSIONALE e IDONEO a DANNEGGIARE l’altrui azienda” -> atti ATIPICI di c.s.
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5
Q

art. 2598: “ferme le disposizioni che concernono la tutela dei segni distintivi e dei diritti di brevetto” vuol dire che

A

questa normativa coesiste MA NON SOSTITUISCE la materia dei segni distintivi e di brevetto: infatti il titolare di un marchio registrato ha diritto a contestare gli utilizzi che da terzi venga fatto di quel marchio A PRESCINDERE che si rientri nei casi di concorrenza sleale

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6
Q

art. 2598: (criterio della CONFUSIONE)

compie atti di concorrenza sleale chiunque …

A

usa nomi o segni distintivi idonei a produrre CONFUSIONE con i nomi o i segni distintivi legittimamente usati da altri, o IMITA SERVILMENTE i prodotti di un concorrente, o compie con qualsiasi altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l’attività di un concorrente

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7
Q

imitazione servile vuol dire

A

imitazione chiara ed evidente, che crea una situazione possibilmente nociva

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8
Q

art. 2598: (criterio della DENIGRAZIONE)

compie atti di concorrenza sleale chiunque …

A

diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull’attività di un concorrente, idonei a determinarne il DISCREDITO, o si appropria di pregi dei prodotti o dell’impresa di un concorrente

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9
Q

la concorrenza sleale per denigrazione vale a prescindere che ciò che viene denigrato sia vero o falso?

A

sì, specialmente se i fatti vengono rappresentati in modo imparziale, pretenzioso e incompleto

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10
Q

la pubblicità comparativa è lecita?

A

la pubblicità comparativa è lecita ma con dei limiti, è ammessa a patto che:

  1. vengano comparate categorie OMOGENEE di prodotti o servizi
  2. fornendone DATI ESAUSTIVI
  3. e SENZA INTENTO DENIGRATORIO
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11
Q

La pubblicità comparativa è stata ammessa e normata sotto impulso di una

A

DIRETTIVA comunitaria dell’UE = direttiva non immediatamente percettiva per i singoli cittadini degli stati membri, ma pone un input ai singoli Stati per recepirne il contenuto

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12
Q

art. 2598: la concorrenza sleale per appropriazione di pregi (o vanteria) ha come forma tipica la réclame..

A

PER RIFERIMENTO, che consiste nello sfruttare la rinomanza dell’altrui prodotto (x) presentando il proprio prodotto con la formula “tipo x” o “modello x”

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13
Q

il dolus bonus (esasperata esaltazione di un prodotto) in cui non vi è l’esplicita comparazione con un prodotto specifico è considerata pubblicità comparativa?

A

no, perché non si ha fatto riferimento ad un preciso concorrente

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14
Q

gli atti atipici (categoria aperta) di concorrenza sleale sono definiti come ogni altro caso in cui l’imprenditore si avvale direttamente o indirettamente di mezzi che risultino (doppio requisito):

A
  1. NON CONFORMI AI PRINCIPI DI CORRETTEZZA PROFESSIONALE
  2. idonei a DANNEGGIARE l’altrui attività imprenditoriale

(devono concorrere entrambi) per essere sanzionati come comportamenti sleali

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15
Q

la pubblicità comparativa è ammessa/lecita se

A

non è ingannevole, confronta beni o servizi OMOGENEI e lo fa OGGETTIVAMENTE uno o più caratteristiche esenziali e verificabili,
non genera confusione tra gli operatori oggetto di confronto
non causa DISCREDITO e denigrazione
non trae indebitamente vantaggio dalla NOTORIETÀ connessa al marchio celebre

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16
Q

a quale organo ci si può rivolgere per sanzionare i comportamenti di concorrenza sleale per richiedere una sentenza di condanna e il risarcimento?

A

ci si rivolge al GIUDICE ORDINARIO, che può pronunciare una sentenza di condanna, ovvero può combinare anche un RISARCIMENTO

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17
Q

chi si può rivolgere al giudice per agire a tutela dei comportamenti concorrenzialmente sleali?

A

il singolo IMPRENDITORE ma anche l’ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE

quando gli atti di concorrenza sleale pregiudicano gli interessi di un’intera categoria professionale, l’azione per la repressione della concorrenza sleale può essere promossa ANCHE (non solo) dalle associazioni professionali e dagli ENTI che rappresentano la categoria”

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18
Q

Cosa può essere richiesto al GIUDICE per tutelarsi dai comportamenti concorrenzialmente sleali?

A

la sentenza del giudice accerta atti di concorrenza sleale ne inibisce la continuazione e dà gli opportuni provvedimenti affinché ne vengano eliminati gli effetti.

1) AZIONE INIBITORIA: far cessare la pratica

2) DIMINUZIONE DEGLI EFFETTI della pratica sleale

3) DOMANDA RISARCITORIA: se gli atti di concorrenza sleale solo COMPIUTI CON DOLO O COLPA (dove la COLPA SI PRESUME, il professionista dovrà provare di aver agito senza dolo e senza colpa)

4) PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA

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19
Q

azione inibitoria e rimozione degli effetti dalle pratiche sleali prescindono

A

sia dall’esistenza di un danno effettivo
sia dal dolo e dalla colpa

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20
Q

risarcimento del danno e pubblicazione della sentenza possono essere attivati a condizione che l’atto abbia causato

A

un danno effettivo
sia stato compiuto con dolo o colpa

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21
Q

nel caso di risarcimento del danno la legge agevola la vittima introducendo a suo favore l’inversione …., stabilendo che la colpa …, ovvero

A

dell’onere della prova
SI PRESUME
è il concorrente sleale, che per sfuggire all’obbligo di risarcimento deve provare che l’atto non è imputabile a sua colpa

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22
Q

Determinate imprese o categorie di imprese che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o fonti di energia o situazioni di monopolio con carattere di preminente interesse generale” possono “a fini di utilità generale” essere per legge riservate originariamente, ovvero

A

trasferite allo Stato, enti pubblici o comunità di lavoratori o di utenti, a cui viene attribuito un MONOPOLIO LEGALE

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23
Q

nel diritto italiano la legge antitrust vieta e colpisce tre tipi di comportamenti anticoncorrenziali

A
  1. intese restrittive della concorrenza
  2. abusi di posizione dominante
  3. concentrazioni che creano una posizione dominante
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24
Q

L’Autorità Garante e il giudice fanno parte entrambe dell’ordinamento giudiziario?

A

no, solo il giudice ordinario fa parte dell’ordinamento giudiziario e tutela interessi PRIVATI

l’Autorità Garante è un organismo AMMINISTRATIVO INDIPENDENTE preposto a vigilare sul rispetto, da parte dei professionisti interessati in materia di pratiche commerciali scorrette

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25
Q

l’AGCM è un organo … attualmente composto da … membri e assume le proprie decisioni a …

A

collegiale
tre
maggioranza

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26
Q

l’AGCM può, con i suoi provvedimenti può inibire al professionista a prosecuzione di una pratica scorretta?

A

sì, come il giudice

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27
Q

l’AGCM può diminuire gli effetti della pratica commerciale scorretta posta in essere in violazione della normativa vigente?

A

28
Q

l’AGCM può combinare al professionista responsabile una condanna a risarcimento del danno?

A

no egli può solo combinare una SANZIONE PECUNIARIA

29
Q

l’AGCM si attiva sulla base di … che gli possono arrivare da

A

concorrenti
consumatori o associazioni di consumatori

30
Q

la tutela del consumatore, già presente nel codice civile, viene successivamente recepita nel d-lgs. n 206 del 2005, ovvero nel

A

Codice del Consumo

31
Q

La direttiva UE 29/2005 in tematica di pratiche commerciali aggressive vietate nell’UE si applica a qualsiasi ATTO od … DIRETTAMENTE o INDIRETTAMENTE collegati alla promozione, vendita o fornitura di un prodotto

  • la direttiva tutela direttamente gli interessi del …
  • e indirettamente anche quelli del …
A

OMISSIONE (dolo commissivo E ANCHE omissivo)

consumatore
concorrente leale

32
Q

le pratiche commerciali scorrette sono le pratiche
1. contrarie ai requisiti della … professionale
2. hanno la possibilità di falsare in misura rilevante il comportamento economico del … … a cui si rivolge

A
  1. DILIGENZA PROFESSIONALE
  2. CONSUMATORE MEDIO
33
Q

i due tipi di pratiche commerciali scorrette sono

A
  1. pratiche comm. INGANNEVOLI (PER AZIONI OD OMISSIONI) = si basano su informazioni FALSE o FUORVIANTI relative ad aspetti commercialmente importanti come il prodotto o servizio offerto, il professionista che lo offre, il prezzo, i diritti del consumatore
  2. pratiche comm. AGGRESSIVE = sono quelle che influenzano il consumatore mediante MOLESTIE, COERCIZIONI psichiche o fisiche o altri indebiti CONDIZIONAMENTI
34
Q

le pratiche commerciali ingannevoli (contenente false informazioni e in quanto non veritiera è idonea ad ingannare il consumatore medio portandolo ad assumere una decisione commerciale che altrimenti non avrebbe assunto) possono essere sia AZIONI che OMISSIONI

esempi di azioni ingannevoli possono riguardare:

A
  • la natura o l’esistenza del prodotto
  • caratteristiche principali (origine geografica, disponibilità, composizione)
  • portata degli impegni assunti dal profess.
  • prezzo
35
Q

la contrattazione di massa era già nota nel cod. civ. del 1942 e disciplinava i contratti predisposti unilateralmente da un soggetto preposto ad una … ai quali viene domandato di

A

collettività indeterminata di soggetti
aderire

36
Q

l’art. 1341 del cod. civ sancisce i due principi

A
  1. condizioni generali di contratto: efficaci verso l’aderente solo se conosciute o conoscibili con l’ordinaria diligenza
  2. obbligo di doppia sottoscrizione delle clausole vessatorie (ATTENZIONE che non vi è un controllo sul contenuto delle clausole, ma solo la necessità della doppia sottoscrizione)
37
Q

secondo l’art 1341 le condizioni GENERALI di contratto efficaci verso l’aderente se

A

CONOSCIUTE O CONOSCIBILI CON L’ORDINARIA DILIGENZA

38
Q

secondo l’art 1341 le clausole vessatorie sono inefficaci se non approvate per iscritto (difetto di forma scritta) e in modo …

A

specifico: approvazione SPECIFICA (con doppia firma)

39
Q

principio interpretatio contra proferentem: nel dubbio, le clausole del contratto si interpretano …. chi le ha predisposte

A

contro

40
Q

principio interpretatio contra proferentem: le parti del contratto operano su un …. e l’ordinamento non sindaca il contenuto del contratto né l’equilibrio economico

A

piano di parità

41
Q

la direttiva europea 93/2013 introduce la figura del consumatore come parte bisognevole di tutela perché colpita da …. ovvero

A

ASIMMETRIE INFORMATIVE; ovvero il consumatore affronta COSTI SUPERIORI al professionista per acquisire INFORMAZIONI sul contratto e sul suo oggetto

42
Q

il codice del consumo (d.lgs. 206/2005) recepisce in un unico testo coordinato, numerose direttive europee in materia di tutela del consumatore, DEROGANDO, su numerosi aspetti, al …

A

diritto generale dei contratti

43
Q

il codice del consumo forma parte del codice civile?

A

no, è un decreto legislativo che forma un testo a parte

44
Q

definizione di consumatore

A

persona FISICA che AGISCE per SCOPI ESTRANEI all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta

45
Q

definizione di professionista

A

la persona fisica O GIURIDICA che AGISCE NELL’ESERCIZIO della propria attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale, ovvero un suo intermediario

46
Q

“agisce per scopi/nell’esercizio” vuol dire che lo scopo dell’agire (ovvero il …) è il perno delle due definizioni

A

MOTIVO

quell’elemento che nel diritto privato generale ha rilevanza limitata diventa nel diritto del consumatore concetto centrale nella definizione di consumatore

47
Q

non può essere considerato consumatore chi stipula contratti relativi a beni per uso promiscuo, a meno che l’uso professionale sia

A

talmente marginale da avere un ruolo trascurabile nell’operazione

48
Q

cosa vuol dire uso promiscuo

A

uso sia nell’esercizio dell’attività professionale sia nell’attività di consumatore

49
Q

il fideussore è una persona fisica che può essere consumatore, anche se il garantito è una società, purché abbia

  • agito per scopi …
  • non vi sia il collegamento strutturale con la ..
A
  • non professionali
  • società (non è socio)
50
Q

il socio della società che chiede garanzie personali dei soci è consumatore?

A

no

51
Q

il soggetto che da la fideussione ad un amico è consumatore?

A

si

52
Q

mentre nell’art 1341 del CODICE CIVILE ci si riferisce alle clausole vessatorie nella loro efficacia in quanto specificatamente provate per iscritto con doppia sottoscrizione, nell’articolo 33 del CODICE DEL CONSUMO si delinea

A

il controllo sostanziale sul CONTENUTO DELLE CLAUSOLE VESSATORIE

53
Q

Nel contratto concluso tra il consumatore ed il professionista si considerano vessatorie le clausole che, … la buona fede, determinano a carico del consumatore un significativo … derivanti dal contratto

A

contro
squilibrio dei diritti e degli obblighi

54
Q

nella definizione delle clausole vessatorie il significativo squilibrio NON può riguardare … del contratto, ma la … del rapporto

NON riguarda quindi … perché ciò comprometterebbe la libertà dell’autonomia privata economica

A

l’oggetto
DISCIPLINA DEL RAPPORTO

non riguarda quindi lo squilibrio economico e l’equità dello scambio (Il fatto che un consumatore paga un oggetto troppo, non fa riferimento a vessatorietà)

55
Q

i due elenchi delle clausole vessatorie

A
  1. Clausole PRESUNTE VESSATORIE FINO A PROVA CONTRARIA offerta dal professionista (presunzione RELATIVA): la grey list
  2. Clausole SEMPRE NULLE (presunzione assoluta): black list
56
Q

PRESUNZIONE RELATIVA DI VESSATORIETÀ (GREY LIST), le clausole si presumono vessatorie fino a prova contraria e al professionista vengono offerte tre possibilità di prova contraria:

A
  1. tenendo conto della NATURA DEL BENE O DEL SERVIZIO oggetto del contratto e facendo riferimento alle circostanze esistenti al momento della sua conclusione ed alle altre clausole del contratto medesimo o di un altro collegato collegato o da cui dipende
  2. non sono vessatorie le clausole che RIPRODUCONO DISPOSIZIONI DI LEGGE
  3. sono state oggetto di SPECIFICA TRATTATIVA con il consumatore (che non vuol dire doppia sottoscrizione): ovvero deve dimostrare che il contratto è stato il risultato di un effettivo negoziato specifico che ha prodotto conseguenze ed effetti, per esempio l’adattabilità di alcune clausole a favore del consumatore
57
Q

quali sono le principali clausole sempre vessatorie?

A

clausole che limitano responsabilità per morte o danno alla persona;

clausole che limitano la tutela del consumatore in caso di inadempimento;

estensione dell’adesione del consumatore a clausole che non ha potuto conoscere prima della stipula del contratto (es. penale eccessiva, caparra confirmatoria)

58
Q

le clausole della black list non sono redimibili attraverso la prova della

A

specifica trattativa

infatti non sono superabili attraverso la prova della trattativa individuale con il consumatore, ma possono avere una giustificazione oggettiva (natura del bene e del contratto o disposizione di legge)

59
Q

nel diritto dei contratti le clausole vessatorie sono nulle ma la nullità opera solo a vantaggio del … ed è quindi detta nullità …

A

consumatore
relativa (NULLITÀ DI PROTEZIONE)

60
Q

nel diritto generale dei contratti la nullità può essere rilavata dalle parti o dai terzi che ne hanno interesse e tutela interessi generali;

nel diritto dei contratti dei consumatori la nullità è di … e tutela interessi…, quindi può essere rilevata solo dal… o …

A

PROTEZIONE
particolari del consumatore
consumatore o rilevata d’ufficio

61
Q

l’azione inibitoria nell’interesse altrui (deroga al principio di azione inibitoria nell’interesse personale) stabilisce che associazioni rappresentative di consumatori e di professionisti (ad es. concorrenti) possono convenire in giudizio contro il professionista che

A

utilizzano, o che raccomandano l’utilizzo di condizioni generali di contratto e richiedere al giudice competente che inibisca l’uso delle condizioni di cui sia accertata l’abusività

62
Q

l’autorità garante della concorrenza e del mercato dichiara la vessatorietà delle clausole inserite nei contratti tra professionisti e consumatori che si concludono mediante adesione a condizioni generali di contratto o con la sottoscrizione di moduli. in caso di inottemperanza applica una

A

sanzione amministrativa pecuniaria (non può emanare sentenze)

può infatti esaminare le condizioni, dichiararne la vessatorietà e inibirne l’utilizzo

63
Q

se il consumatore volesse provare l’invalidità delle clausole vessatorie e il risarcimento del danno essi dovrebbe rivolgersi al

A

giudice ordinario

64
Q

per i contratti dei consumatori i requisiti per la loro conclusione sono di

A

conferma scritta e su supporto durvole

65
Q

diritto di recesso/pentimento: il consumatore dispone di un periodo di …. per recedere da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali

  • SENZA dover fornire alcuna …
  • SENZA dover sostenere … diversi da quelli supplementari di consegna ed eventuale costo di restituzione e diminuzione del valore dei beni
A

14 giorni

motivazione
costi