k ovaio Flashcards

1
Q

classificazione k ovaio

A
  • Tumori epiteliali,
  • Tumori dello stroma e dei cordoni sessuali,
  • Tumori a cellule germinali,
  • Tumori metastatici
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2
Q

epidemiologia

A

Tumori epiteliali sono più frequenti in paesi industrializzati,
MORTALITA’ muoiono circa 2500 donne all’anno, il 50% delle donne che muoiono per problemi ginecologici muoiono per il k dell’ovaio. La prognosi è legata al fatto che la diagnosi è spesso tardiva e al momento della diagnosi il tumore è spesso avanzato. La sopravvivenza a 5 aa è del 30%.

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3
Q

fattori di rischio tumori epiteliali ovaio

A

età oltre i 45, nulliparietà, mancata assunzione dei contraccettivi orali, dieta ricca di lipidi di origine animale

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4
Q

pz tipica k ovaio

A

magra, oltre i 45 aa, livello sociale medio alto.

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5
Q

eziologia k ovaio

A

in 10% dei casi sono BRCA1 e BRCA2 positivi

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6
Q

prevenzione primaria k ovaio

A

pillole e gravidanze, Ricerca BRCA1 e 2 e salpingectomia bilaterale con isterectomia.

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7
Q

prevenzione secondaria k ovaio

A

screening impossibile, eco alle ovaie sia transaddominale che transvaginale ed esame pelvico periodico , ricerca di CA125

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8
Q

tipi di terapia k ovaio

A

consevativa, demolitiva, chemioterapia

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9
Q

terapia conservativa k ovaio

A

annessiectomia monolaterale, cistectomia

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10
Q

terapia demolitiva k ovaio

A

donne con età superiore ai 40 aa, con figli

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11
Q

quando chemioterapia in k ovaio

A

se presenti impianti invasivi

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12
Q

clinica k ovaio

A

Quadro clinico sfumato, paucisintomatico, senso di rigonfiamento dell’addome, aumento del volume dell’addome, dolore solo in torsione, ascite quando viene compresso in fase avanzata del deflusso linfatico, in fase avanzate putrefazione anse intestinali, odore, dimagrimento e cachessia,

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13
Q

diagnosi ginecologica e radiologica k ovaio

A

Segni clinici sospetti per neoplasia ovarica maligna, sono la bilateralità delle formazioni, fissità, irregolarità della superficie ovarica, nodosità fisse e dure del douglas, rapida crescita, proliferazione all’interno di massa cistica, occlusione intestinale

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14
Q

diffusione k ovaio

A

, generalmente il k dell’ovaio nelle fasi avanzate metastatizza unicamente a livello polmonare, raramente danno metastasi epatiche.

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15
Q

classificazione tumori ovarici, approfondita

A

Si usa la classificazione istologica della WHO
*Tumori epiteliali
-Sierosi: alto e basso grado;
-Mucinosi: benigni (Cistoadenoma, Papilloma di superficie, Cistoadenofibroma), borderline e maligni (carcinoma infiltrante).
- Endometroidi: benigni (cistoadenoma, cistoadenofibroma), borderline, maligni (k infiltrante);
-A cellule chiare: benigni(cistoadenoma),borderline, maligni (k infiltrante);
-A cellule transizionali: benigni (tumore di Brenner basso grado), borderline (tumore di Brenner basso potenziale di malignità), maligni (tumore di Brenner maligno, carcinoma a cellule transizionali);
-A cellule squamose: tumore maligno;
-Epiteliostromali;
-Misto;
-Indifferenziato: carcinoma indifferenziato, adenocarcinoma NOS.
*Tumori dello stroma e dei cordoni sessuali:
-Fibro-tecomi;
-Tumore a cellule della granulosa;
-Tumori a cellule di Sertoli e Leydig;
-Misti;
-A cellule steroidee.
*Tumori a cellule germinali;
*Tumori metastatici: di Krukenberg, da k della mammella, dall’endometrio, da linfomi, da altri organi e tessuti

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16
Q

markers ovaio

A
  • Più usato
    1 CA 125, marcatore tipico dei tumori sierosi, con una sensibilità sui tumori sierosi attorno al 92 95%, mentre nei tumori germinali ha una sensibilità pari a 0, aumenta anche in altre condizioni quali endometriosi, cisti dell’ovaio, emorragie cerebrali, mestruazioni e gravide,
    IMPORTANZA CA 125, usato sia nella diagnostica che nel follow up, durante il periodo in cui la pz è sottoposta a chemioterapia, indica se c’è risposta alla chemio.
  • Meno usati
    2 SCC, squam cell cancerantigen, massa dipendente, diventa positivo quando il tumore diventa visibile ad occhio nudo,
    3 CA 19 -9, mucinosi e tumori gastrointestinali,
    4 CEA, marker dei mucinosi,
    5 TPA, aspecifico, aumenta in tutte le neoplasie,
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17
Q

trattamento k ovarico, tumore non diffuso

A

isterectomia e annessectomia bilaterale/monolaterale + omentectomia + appendicectomia

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18
Q

trattamento k ovarico, tumore ad alto grado k ovarico

A
  • Intervento chirurgico, chirurgia di intervallo , standard del trattamento nei tumori avanzati
  • Chemioterapia di prima linea, cisplatino e taxolo, 6 cicli con 2 farmaci
  • Talvolta chemioterapia di consolidamento,
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19
Q

carcinomatosi di dubbia origine k ovarico, trattamento, - se il tumore si manifesta con una diffusione carcinomatosa

A

da metastasi ovarica o intestinale, si può dosare il CA 125, per orientarsi verso il tumore ovarico primitivo,
- In fase avanzata si può aggiungere il 5 fluorouracile
- come primo trattamento, con l’intervento non sarebbe possibile asportare tutte le masse,
- Chirurgia di intervallo, isterectomia ed annessectomia
- Chemioterapia

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20
Q

trattamento k ovarico, - Stadio IA1, G1-G2, DONNA GIOVANE che vuole dei figli, assenza di malattie pelviche, tumore può essere anche bilaterale, ma assenza di tumore indifferenziato

A
  • Chirurgia conservativa con mantenimento utero e ovaie,
  • Si esegue un annessectomia monolaterale, biopsia su ovaio controlaterale,
  • chemioterapia
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21
Q

trattamento tumore diffuso , stadio III o IV, tumore superiore a 5 6 cm, stadio più frequente di diagnosi,

A

tipo di terapia più usata,
- Chirurgia standard
- laparoscopia esplorativa , ci consente di vedere/ esplorare la diffusione e la topografia del tumore e fare dei prelievi istologici biopsie/washing per la citologia
- la laparoscopia esplorativa consente di fare mappa di diffusione (se è molto diffuso)
- chemioterapia neoadiuvante con carbon platino e carbotaxolo,con lo scopo di aumentare la sopravvivenza

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22
Q

se il tumore non presenta diffusione carcinomatosa avanzata, trattamento

A
  • Si continua la laparoscopia e si esegue debulking, raramente si riesce ad avere assenza di residui
  • Talvolta si converte la laparoscopia in laparotomia,
  • Si esegue annessectomia bilaterale con isterectomia totale extrafasciale, si rimuove fascia vaginalis,
  • Omentectomia totale , non deve rimanere omento
  • Si può rimuovere anche la milza nel caso in cui ci siano zone infiltrate da tumore, stessa cosa con intestino
  • Appendicectomia,
  • Linfoadenectomia sistematica,
  • chemioterapia intraperitoneale, post operatoria HIPEC, chemioterapia adiuvante sempre con platino e taxolo, in ipertermia, chemioterapici sciolti in acqua bollente e si fanno dei lavaggi peritoneali
  • Chemioterapia di prima linea
  • Chemioterapia di consolidamento,
  • alcuni suggeriscono di fare l’after six, dopo tc e rm lla pz risulta essere in remissione completa, ed alcuni clinici suggeriscono, invece di aspettare la recidiva, di fare un ulteriore chemioterapia , con 6 cicli con altri farmaci, come topotecan o gemcitabina
  • chirurgia di intervallo
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23
Q

scopo hipec

A

consolidare intervento chirurgico, per distruggere residui tumorali microscopici

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24
Q
  • se pz ha una persistenza di tumore oppure il tumore recidiva, trattamento,
A
  • Second look per via laparoscopica, ai fini diagnostici , valutazione delle zone in cui è stata fatta la rimozione della neoplasia
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25
Q

pz che vanno in progressione, terapia

A

, chirurgia palliativa,

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26
Q

tipo di terapia piu’ frequente e scopo

A

Solitamente la terapia è chirurgica, con lo scopo di asportare quanto più tessuto tumorale, senza lasciare residui, nel limite del possibile, con l’obiettivo di lasciare residui di diametro inferiore ad 1 cm. Non sempre asportazione completa della malattia con margini di tessuto sano può essere effettuata, talvolta non è possibile avere una radicalità assoluta

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27
Q

Tipi di chirurgia possibili in k ovarico di tipo epiteliale avanzato

A
  • Prima chirurgia,
  • Laparotomia esplorativa;
  • Debulking o Citoriduzione ottimale
  • Seconda chirurgia
  • Second look;
  • Chirurgia d’intervallo intervento chirurgico eseguito dop
  • Chirurgia di salvataggio
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28
Q

tipi di approcci chirurgici possibili

A
  • Chirurgia acuta radicale, attualmente non si fa più, prima era lo standard
  • Chirurgia conservativa, solo in stadio IA1, G1-G2, donna giovane e desiderosa di figli
  • Chirurgia standard
  • Chirurgia di intervallo, intervento chirurgico eseguito dopo trattamento chemioterapico neoadiuvante,
  • Chirurgia di salvataggio, si esegue in pz che vanno in progressione, chirurgia palliativa
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29
Q

FOLLOW UP

A

si usa CA125, prevalentemente nel periodo di chemioterapia, consente di monitorare l’effettiva efficacia della chemioterapia,

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30
Q

TUMORI DELLO STROMA E DEI CORDONI SESSUALI, CLASSIFICAZIONI

A
  • FUNZIONANTI
    A) Producenti androgeni
    B) Producenti estrogeni
    C) Tecali: LH stimola cellule tecali a produrre androgeni;
    D) Della granulosa: FSH stimola cellule della granulosa nell’aromatizzare gli androgeni prodotti dalle cellule tecali; Producenti androgeni
    E) Arrenoblastomi (tumore a cellule di Sertooli e Leydig)
  • Non funzionanti
    a) Fibromi
    b) Sarcomi
    c) leiomiomi
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31
Q

TUMORI A CELLULE GERMINALI

A
  • Disgerminoma
  • Tumori del sacco vitellino
  • Carcinoma embrionario
  • Poliembrioma
  • Teratoma
    a) Benigno
    b) Maligno
  • Coriocarcinoma
  • Gonadoblastoma
  • Forme miste
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32
Q

TUMORI METASTATICI

A
  • Di Krukenberg
  • Da k della mammella
  • Dall’endometrio
  • Da linfomi
  • Da altri organi e tessuti
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33
Q

TUMORI EPITELIALI, TIPI

A
  • Sierosi
  • Mucinosi
  • Endometrioidi
  • A cellule chiare
  • Misto
  • indifferenziato
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34
Q

EPIDEMIOLOGIA TUMORI EPITELIALI

A

I tumori epiteliali sono i tumori più frequenti dell’ovaio, rappresentano da soli oltre il 70% dei tumori

35
Q

PECULIARITA’ DEI TUMORI EPITELIALI MALIGNI RISPETTO AD ALTRE CLASSI

A
  • Maggiore frequenza rispetto ai tumori germinali e stromali, e metastatici.
  • Non hanno un grande linfotropismo come il carcinoma del collo dell’utero.
    -Nonostante la presenza di linfotropismo scarso, questo, nella definizione dello standard linfochirurgico è stata inclusa la linfoadenectomia, soprattutto para-aortica, alta, lungo le catene che corrono verso i legamenti infundibulo pelvico, per quanto molti studiosi non fossero d’accordo con la linfoadenectomia
  • elevata aggressività biologica
    . tendenza alla recidiva precoce,
  • elevata chemiosensibilita
  • bassa o nulla radiosensibilita
36
Q

tendenza alla recidiva precoce, tumori epitelial

A
  • In realtà non ha tendenza immediata alla recidiva ma riparte molto rapidamente, a seguito della rimozione incompleta del tumore, dai residui microscopici.
  • E’ quindi necessario qualche mese per poter evidenziare la neoplasia, che in realtà non è la recidiva ma è la persistenza microscopica del tumore, per cui può essere necessario qualche mese per poterla evidenziarli negli esami strumentali che abbiamo;
37
Q

da che cosa dipende l’aggressività biologica dei tumori epiteliali

A
  • dipende anche dal grado di differenziazione
  • G1 e G2 si comportano più o meno allo stesso modo, ma tra i due cambia il grado di aggressività
38
Q

stadiazione tumori k ovaio

A
  • STADIO I: Tumore limitato alle ovaie;
    o IA: Tumore limitato ad un ovaio (capsula integra) o ad una tuba di falloppio; assenza di tumore sulla superficie dell’ovaio o della tuba; assenza di cellule maligne nell’ascite o nel liquido di lavaggio peritoneale;
    o IB: Tumore limitato ad entrambe le ovaie (capsule integra) o a entrambe le tube di Falloppio; assenza di tumore sulla superficie dell’ovaio o delle tube di Falloppio; assenza di cellule maligne nel ascite o nel liquido di lavaggio peritoneale;
    o IC: Tumore limitato ad una o entrambe le ovaie, con una dei seguenti caratteristiche: IC1- Rottura intraoperatoria (spilling) della capsula;
  • IC2. Capsula rotta prima dell’intervento o presenza di tumore sulla superficie dell’ovaio e/a della tuba;
  • IC3. Cellule maligne nell’ascite o nel liquido di lavaggio peritoneale;
  • STADIO II: Tumore che coinvolge una o entrambe le ovaie e/o le tube con estensione pelvica o carcinoma peritoneale primitivo Tumore.
    o IIA Estensione e/o metastasi all’utero e/o alle tube;
    o IIB Estensione ad altri tessuti pelvici intraperitoneali;
  • STADIO III: Tumore che coinvolge una o entrambe le ovaie o le tube, o carcinoma peritoneale primitivo, con diffusione confermata citologicamente o istologicamente al peritoneo fuori dalla pelvi e/o metastasi ai linfonodi retro-peritoneali:
    o IIIA: Metastasi peritoneali microscopiche extra-pelviche, senza metastasi nei linfonodi retroperitoneali;
    o IIIB: Metastasi peritoneali macroscopiche extra-pelviche di diametro massimo fino a 2 cm, senza metastasi nei linfonodi retro-peritoneali;
    o IIIC: Metastasi peritoneali macroscopiche extra-pelviche di diametro massimo superiore a 2 cm e/o metastasi nei linfonodi retroperitoneali (inclusa l’estensione del tumore alla capsula del fegato e della milza, senza interessamento parenchimale dell’uno o dell’altro organo);
  • STADIO IV: Metastasi a distanze, con esclusione delle metastasi peritoneali
    o IVA: Diffusione pleurica con citologia positiva;
    o IVB. Metastasi parenchimali e metastasi a organi extra-addominali (inclusi i linfonodi inguinali e i linfonodi al di fuori della cavità addominale);
    Quello che bisogna sapere è che nello stadio I è confinato all’ovaio, nel II invade la pelvi, nel III l’addome e nel IV dà metastasi a distanza.
39
Q

terapia, tumore non diffuso

A

TUMORE NON DIFFUSO
Solitamente si tratta, se il tumore non è diffuso, di:
* Isterectomia
* Annessectomia bilaterale/monolaterale
* Omentectomia
* Appendicectomia

40
Q

terapia, tumore diffuso, stadio iii iv, molto più frequente

A
  • laparoscopia esplorativa al fine di vedere/esplorare la diffusione del tumore
  • biopsie/washing (che si associano all’esame istologico per la biologia molecolare) per la citologia
  • Sviluppo mappa di diffusione (se è molto diffuso)
  • chemioterapia neoadiuvante
41
Q

seconda chirurgia, definizione

A

chirurgia che viene dopo la chemioterapia di prima linea (post-intervento o come primo trattamento)

42
Q

indicazioni seconda chirurgia

A

alcune pazienti hanno una persistenza del tumore oppure passa il tempo e riprende il tumore..

43
Q

chirurgia di intervallo, scopo

A

a scopo terapeutico

44
Q

cosa si fa prima della chirurgia di intervallo

A

Si valutano tutte le zone che sono state operate e se necessario si reinterviene con quella che è chiamata chirurgia ad intervallo, che ormai rappresenta quasi lo standard nei tumori avanzati.

45
Q

in che cosa consiste la chirurgia di intervallo

A

consiste in un intervento chirurgico eseguito dopo un trattamento chemioterapico neoadiuvante

46
Q

tempi di chirurgia di intervallo, cosa rimuove

A
  • Isterectomia
  • Annessectomia bilaterale/monolaterale
  • Omentectomia
  • Appendicectomia
  • linfoanedectomia
47
Q

esecuzione linfoadenectomia,

A

non deve essere estrema ma coinvolgere solo quale tipo di linfonodi? Quelli che sono ingrossati, inglobati in un pacchetto, i cosiddetti linfonodi Bulky

48
Q
  1. Second look
    INCIDENZA
A

Non si fa quasi più.

49
Q

scopo second look

A

non ha nessuna finalità terapeutica, a seguito dell’intervento, si faceva un ulteriore intervento per vedere se il post operatorio stia decorrendo nella maniera auspicata

50
Q

DA CHE COSA E’ STATO ATTUALMENTE SOSTITUITO IL SECOND LOOK

A

tecniche di diagnostica per immagini.

51
Q

QUANDO SI ESEGUE CHIRURGIA PALLIATIVA

A

Esempio quando abbiamo un’occlusione intestinale. Quando una paziente con carcinoma ovarico ormai da tempo ha un’occlusione intestinale si fa solo un intervento: un’ileostomia, che serve per far stare bene la paziente provvisoriamente (perché purtroppo la paziente può morire anche dopo 10 giorni).

52
Q

chemioterapia, quando si esegue

A

Dopo l’intervento, nei tumori epiteliali ad alto grado si procede con la chemioterapia.

53
Q

risposta alla chemioterapia

A

a differenza del tumore a basso grado, il tumore ad alto grado risponde benissimo alla chemioterapia.

54
Q

esecuzione della chemioterapia, tempi e farmaci utilizzati in alto grado

A

6 cicli (anche meno in neoadiuvante, perché il numero dei cicli cambia in base alla risposta del tumore) con 2 farmaci: il cisplatino e il taxolo (in alcuni casi viene utilizzato il carbonplatino al posto del cisplatino).

55
Q

COME VALUTARE LA RISPOSTA DEL TUMORE ALLA CHEMIOTERAPIA

A

TC e RM.

56
Q

COSA FARE NEL CASO IN CUI IL TUMORE PRESENTI UNA BUONA RISPOSTA ALLA CHEMIOTERAPIA

A

nel caso in cui ci sia una buona risposta alla chemioterapia, si procede alla CHIRURGIA LAPAROTOMICA con debulking (togliere tutte le masse che sono rimaste dopo la chemioterapia, ovaio ecc e la maggior parte di tumore possibile).

57
Q

COME SI SVOLGE LA CHIRURGIA A SEGUITO DI BUONA RISPOSTA ALLA CHEMIO, CHIRURGIA SUPER RADICALE

A

con asportazione del peritoneo del diaframma e del Douglas

58
Q

OBIETTIVO DELLA CHIRURGIA SUPER RADICALE

A

L’obiettivo è di lasciare residui tumorali non superiori al 1 Cm.

59
Q

COSA FARE TALVOLTA A SEGUITO DELLA CHIRURGIA SUPER RADICALE

A

Poi c’è chi suggerisce di fare l’after six, ovvero altri cicli di consolidamento, in chi sembra stare bene per distruggere eventuali cellule vaganti perché il problema è la recidiva, sopratutto nei sierosi. Sono tumori che danno metastasi linfonodali ai LN paraortici e pelvici, le recidive sono spesso precoci.

60
Q

Cosa faccio dopo l’intervento a livello addominale per aumentare la sopravvivenza

A

HIPEC.

61
Q

in che cosa consiste hipec

A

Essa consiste in una chemioterapia intraperitoneale con acqua calda, con ipertermia. Un macchinario infonde queste sostanze in un’acqua quasi bollente. Si esegue per consolidare l’intervento chirurgico.

62
Q

DIAGNOSTICA E FOLLOW UP, MARCATORE FONDAMENTALE

A

Nella diagnostica e nel follow up viene utilizzato un marcatore fondamentale, CA-125.

62
Q

DIAGNOSTICA E FOLLOW UP, MARCATORE FONDAMENTALE

A

Nella diagnostica e nel follow up viene utilizzato un marcatore fondamentale, CA-125.

63
Q

QUANDO SI USA PREVALENTEMENTE IL CA 125

A

Lo si utilizza molto nel periodo in cui la paziente è sottoposta a chemioterapia, perché indica la reale risposta o meno alla terapia

64
Q

QUANDO SI PONE IL SOSPETTO CLINICO DI TUMORE ALL’OVAIO

A

sempre quando l’ovaio diviene palpabile

65
Q

TUMORI SIEROSI
GRADO

A
  • alto grado
  • basso grado;
66
Q

IN CHE COSA DIFFERISCONO TUMORI DI ALTO GRADO E TUMORI DI BASSO GRADO

A

la differenza tra tumori a basso grado e tumori ad alto grado è data dal comportamento clinico e dalla loro risposta alla terapia.
- Basso grado:
- CRESCITA
- crescita molto più lenta, quando si manifestano hanno già invaso l’addome.
- PRESENTAZIONE Si presentano, a causa della loro crescita molto lenta, in uno stadio più avanzato;
- RISPOSTA ALLA TERAPIA non sono responsivi alla terapia;
- DIAGNOSTICA alla RM o ECO le ovaie le possiamo trovare normali, però con una diffusione già verso la carcinosi peritoneale precoce.
- DIFFERENZA BIOLOGIA MOLECOLARE DEI TUMORI AD ALTO E A BASSO GRADO Differiscono anche sotto il punto di vista della biologia molecolare, nascono completamente diversi.
- Alto grado:
- RESPONSIVITA’ ALLA TERAPIA, la loro aggressività li rende più responsivi alla chemioterapia; sono i più frequenti,
- MORFOLOGIA formano delle masse addominali di notevoli dimensioni piene di siero ecc…

67
Q

tumori mucinosi, tipi

A
  • benigni (Cistoadenoma, Papilloma di superficie, Cistoadenofibroma),
  • borderline
  • maligni (carcinoma infiltrante). Nello stesso tumore possono coesistere aree di cistoadenoma e cistocarcinoma;
68
Q

TUMORI ENDOMETRIOIDI,
TIPI DI TUMORI ENDOMETRIOIDI

A
  • benigni (cistoadenoma, cistoadenofibroma),
  • borderline,
  • maligni (k infiltrante
69
Q

TUMORI A CELLULE CHIARE
TIPI DI TUMORI A CELLULE CHIARE

A

benigni (cistoadenoma),
- borderline,
- maligni (k infiltrante);

70
Q

TUMORI A CELLULE TRANSIZIONALI
TIPI DI TUMORI A CELLULE TRANSIZIONALI

A
  • benigni (tumore di Brenner basso grado),
  • borderline (tumore di Brenner basso potenziale di malignità),
  • maligni (tumore di Brenner maligno, carcinoma a cellule transizionali
71
Q

ULTERIORI TIPI POSSIBILI DI TUMORI EPITELIALI

A

o Misto;
o Indifferenziato: carcinoma indifferenziato, adenocarcinoma NOS.

72
Q

tumori stromali, epidemiologia

A

Sono rari e colpiscono principalmente nell’età avanzata.

73
Q

tumori stromali, risposta a chemio

A

responsivi a chemio, la rt non si usa mai nell’ovaio.

74
Q

ASPETTI PECULIARI DEI TUMORI STROMALI DELL’OVAIO:

A

1) pz anziane
2) rispondono alla chemioterapia (LA RADIOTERAPIA NON SI USA MAI NELL’OVAIO!)
3) tendono a recidivare anche dopo 20 anni.
* Meno frequenti rispetto agli epiteliali;

75
Q

diffusione tumori stromali

A

Scarso linfotropismo, infatti non è contemplata la linfoadenectomia nei tumori della cellule della granulosa;

76
Q

ANDAMENTO TUMORI STROMALI

A

Inizialmente hanno una bassa aggressività biologica , vanno incontro a recidiva non immediata, con recidive anche dopo 15 aa,

77
Q

RESPONSIVITA’ A CHEMIOTERAPIA, TUMORI STROMALI

A

non rispondono alla chemioterapia (per cui non viene fatta), si sottopongono unicamente a follow up

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Q

RESPONSIVITA’ TUMORI STROMALI A RADIOT

A

Non rispondono per nulla alla radioterapia!

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Q

MORFOLOGIA, DIFFUSIONE E QUADRO CLINICO TUMORI STROMALI

A

MORFOLOGIA Massa peritoneale limitata;
DIFFUSIONE Non diffonde per contiguità;
QUADRO CLINICO
- Quadro correlato all’elevata produzione ormonale.
* Alterazioni endocrine:
o I tumori delle cellule della teca producono estrogeni.

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Q

CLINICA TUMORI STROMAIL

A

-FUNZIONANTI iperestrogenismo, che potrà determinare una reazione di tipo proliferativo dal punto di vista endometriale, quindi iperplasia e carcinoma endometriale.
- Nel caso, raro, che si sviluppino in età prepubere, si può avere una pseudopubertà precoce di tipo isosessuale.
o Gli arrenoblastomi (tumori delle cellule del Leyding e del Sertoli) , producono androgeni
CLINICA
- producono androgeni per cui ci sarà un quadro clinico legato alla virilizzazione: riduzione del tono della voce, irsutismo
- Se colpissero una ragazzina in età prepubere il quadro sarebbe quello di una pseudopubertà precoce eterosessuale, quindi con mascolinizzazione per irsutismo, ipertrofia del clitoride, androgenizzazione.
- Anche gli arrenoblastomi possono determinare carcinoma all’endometrio: le pazienti in questo caso sono donne obese o in sovrappeso, per cui possiedono grandi quantità di tessuto adiposo dove gli androgeni vengono trasformati in estrogeni e di conseguenza ci sarà una scarica estrogenica nell’utero.
NON FUNZIONANTI
- I fibromi si associano alla sdr di Meigs: ascite più idrotorace dx per ostacolo alle vie di deflusso linfatico.
* Tumefazione pelvica:
METRORRAGIA

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TUMEFAZIONE PELVICA, DIAGNOSTICA IN TUMORI STROMALI

A

in questo caso l’ecografia è molto difficile, perché i tumori delle cellule della granulosa e della teca sono solidi per cui manca la componente cistica che aiuta nella visione ecografica e spesso si confondono con l’intestino pieno di feci.

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metrorragia, in tumori stromali, cause

A

la produzione ormonale, (ad esempio anche in menopausa) stimola l’endometrio che diventa iperplasico e si hanno delle perdite di sangue: spesso a partire dalla metrorragia si fa l’eco, l’isteroscopia per visualizzare il tumore stromale.