Lesioni elementari e generalità Flashcards

1
Q

Aspetti microscopici epidermide

A

Strato più superficiale della cute, epitelio pluristratificato formato in prevalenza da cheratinociti.
2 compartimenti:
-proliferativo: cellule staminali a formare epitelio colonnare semplice unite da desmosomi, legati alla lamina lucida della GDE;
-differenziativo: strato spinoso (il più rappresentato), granuloso, lucido (visibile meglio in regioni palmo-plantari), corneo (cheratinociti appiattiti e privi di nucleo) diviso in pd e disgiuntum. Le mucose non possiedono strato granuloso nè corneo e sono poveri di tonofibrille. Altre cellule ospiti sono melanociti (cellule dendritiche nello strato basale per la melanogenesi ed il trasferimento di melanina ai cheratinociti), le cellule di Langherans (APC nei primi 3 strati, determinano attivazione dei LfT naife e la loro differenziazione in senso Th1/2), i LfT CD8+ (SI della cute) e le cellule di Merkel (meccanocettori di tipo 1 in zone ad alta sensibilità tattile).

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2
Q

Macchia

A

Lesione elementare primitiva. Modificazione del colorito cutaneo circoscritta e piana (diff papula), senza apprezzabili alterazioni degli altri caratteri macroscopici dermo-epidermici. Talvolta può apparire edematosa. Può avere dimensioni variabili, se molto ampia prende il nome di chiazza. Può essere dovuta a:
-variazioni quali/quantitative del contenuto ematico: da iperemia attiva (m. eritematosa), da iperemia passiva (cianematosa), da difetto di vascolarizzazione (anemica), da esagerato sviluppo vascolare (nevo vascolare piano), da diffusione di sangue nella cute (emorragica);
-variazioni quantitative del pigmento melanico: eccesso (ipercromica), difetto/assenza (ipo/acromica);
-variazioni qualitative del pigmento melanico (pigmento eterologo): da esterno (tatuaggi) o circolo ematico (ittero, amiloidosi,…).
Es. psoriasi, livedo a frigore, anemie, traumi, vasculiti, nevi pigmentari.

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3
Q

Vescicola

A

Lesione elementare primitiva. Raccolta di liquido organico nell’epidermide come v. subcornea (eczema) e intraepidermica (HSV), o subito al di sotto come v. sottoepidermica (malattie bollose non acantolitiche). Aspetto rilevato, consistenza liquida (diff. papule) dimensioni con diametro < 5mm (se più grande: bolla). La resistenza della cupola dipende dallo spessore del tetto. Colore citrino o ematico, per contenuto sieroso o ematico. Possibile intorbidimento per infiltrazione di PMN, con formazione di lesioni vescicolo-pustolose. Meccanismi di formazione: spongiosi (eczema), degenerazione balloniforme (HSV, VZV), AI (pemfigo).
Evoluzione: risoluzione spontanea senza esiti (più frequente) o formazione di erosione +/- essudante, di crosta, squama, elementi vescicolo-pustolosi.

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4
Q

Papula

A

Lesione elementare primitiva. Rilevatezza solida (diff. vescicola) circoscritta della cute per ispessimento in sede epidermica (p. epidermica -> verruca), per infiltrato infiammatorio negli strati più superficiali del derma (p. dermica -> sifiloma), per entrambi (p. dermo-epidermica -> lichen ruber planus). Può coinvolgere anche il follicolo pilifero (p. follicolare -> pitiriasi rubra pilare). Dimensioni < 5 mm (se più grande: nodulo/nodo), sede più superficiale del nodo, tendenza alla guarigione spontanea senza reliquati (nodo tende a cicatrizzare). Papule confluenti possono dare una placca. Talvolta possibile estensione periferica con risoluzione centrale (forma anulare).
Es. lichen ruber planus, pitiriasi rubra pilare, verruche da HPV, mollusco contagioso, S. gloves and socks, melanoma, ca basocellulare, spinocellulare, sifilodermi.

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5
Q

Nodo

A

Lesione elementare primitiva. Rilevatezza solida circoscritta ed infiltrativa a sede dermica profonda/ipodermica (diff. papula). Può essere dovuta a infiltrato infiammatorio (lue) o neoplastico (lipoma, melanomi nodulari), o ad accumulo di sostanze (ac. urico, sali di ca, lipidi -> tofi della gotta, calcinosi). Dimensioni > 1 cm (diff. papula; se 0,5-1 cm si parla di nodulo), esito cicatriziale (diff. papula). Colore variabile: acromico, eritematoso, pigmentato.
Nodi particolari: nodosità (nodi dermo-ipodermici lesioni elementari dell’eritema nodoso), gomme (nodi dermo-ipodermici in TBC e lue). Altri es. condilomi giganti, vasculiti.

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6
Q

Bolla

A

Lesione elementare primitiva. Raccolta circoscritta di liquido organico rilevata, di consistenza tesa/flaccida e dimensioni > 5mm (diff. vescicola), sede intra/sottoepidermica. Può formarsi come tale o da confluenza di vescicole. Contenuto vario: essudato sieroso, ematico, purulento (quindi colore citrino o ematico). può insorgere su cute sana o eritemato-edematosa. La rottura del tetto è più facile per lesioni più superficiali, dopo rottura: erosione rosso-rosea, essudante, circondata da un lembo epiteliale residuo, su cui possono insorgere croste (lesioni secondarie). Può lasciare esiti discromici o cicatriziali.
Es. pemfigo volgare, pemfigoide bolloso e cicatriziale, ustione di 2 grado, dermatite erpetiforme, herpes gestationis, epidermiolisi bollosa semplice e acquisita.

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7
Q

Pustola

A

Lesione elementare primitiva. Piccola rilevatezza eisferica, raccolta circoscritta di essudato purulento (diff. vescicola) nell’epidermide o subito sotto. Colore giallastro epr presenza di pus composto da PMN e detriti cellulari. Può presentare ombelicature (probabile indice di virosi). Eziologia: primitive, secondarie a vescicole/bolle andate incontro a evoluzione purulenta.
Sede istologica: p. follicolari (foruncolo, ostio-follicolite), p. sottocornea (impetigine, psoriasi pustolosa), p. intraepidermiche (vaiolo), p. sottoepidermiche (vasculiti pustolose).
Tende a regredire con successiva comparsa di croste giallastre e successiva presenza o meno di esiti cicatriziali (st se si approfonda maggiormente nel derma). Altri es. varicella, ORF.

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8
Q

Pomfo

A

Lesione elementare primitiva, secondo alcuni autori patognomonica di oricaria. Edema roseo porcellaneo circoscritto e fugace della cute. Forma e dimensioni variabili, consistenza edematosa, duro-elastica. È causato da vasodilatazione capillare, infatti inizialmente abbiamo colore roseo-rosso. Alla vasodilatazione consegue edema dermico che comprime i vasi, dando alla lesione colore bianco- porcellanaceo centrale. Si associa sempre prurito. In genere regredisce in breve tempo, senza reliquati. Sono rari gli esiti pigmentari o eventuali soffusioni emorragiche. Può essere presente nell’eritema polimorfo in associazione ad altre lesioni primitive, o essere espressione di reazioni allergiche o iperergiche con aumentata liberazione locale di sostanze vasoattive (entodermatosi).

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9
Q

Strati dell’epidermide

A

L’epidermide è un epitelio pluristratificato formato in prevalenza da cheratinociti, in continuo rinnovamento con ciclo di 14-28 gg. E’ formato da 2 compartimenti principali: proliferativo -> costituito dallo strato basale contenente le cellule staminali che formano un epitelio colonnare semplice, unite da derìsmosomi e legato alla lamina lucida della GDE; differenziativo -> strato spinoso, più rappresentato con cellule ricche di cheratina disposta concentricamente al nucleo e ancorata in periferia ai desmosomi; strato granuloso, contenente granuli basofili di cheratoialina; strato lucido, visibile particolarmente nelle regioni palmo-plantari, con cellule con nucleo atrofico; strato corneo, costituito da cheratinociti appiattiti e privi di nucleo, suddivisibile in propriamente detto, con cellule ancora adese e disgiuntum formato da cellule in desquamazione. Le mucose sono sprovviste di corneo e granuloso, eccetto le masticatorie buccali, e più povere di tonofibrille. Sono inoltre intercalate cellule ospidi dell’epidermide (melanociti, cellule di Langherans, LfTCD8+, cellule di Merkel)

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10
Q

Definizione lesione elementare

A

Insieme di alterazioni dell’apparato tegumentario rilevabili in corso di esame obiettivo dermatologico, espressione clinica di processi patologici. Vengono distinte in: primitive (macchia, papula, nodo, pomfo, vescicola, bolla, pustola) -> manifestazione iniziale di una dermatosi, conseguenza diretta del meccanismo patogenetico sottostante, insorgono su cute precedentemente sana; categoria particolare di lesioni primitive sono le lesioni patognomoniche (cunicolo- scabbia, disco favico/scutulo – tigna favosa, tragitto larva migrans – anchilostosoma) -> specifiche per un’unica patologia che consentono diagnosi certa; secondarie (crosta, squama, escoriazione, esulcerazione, ulcerazione, ragade, cicatrice, cheloide) sono la fase evolutiva o esito di una lesione primitiva.

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11
Q

Meccanismo di formazione della vescicola

A

3 possibili meccanismi:

1) spongiosi (tipica dell’eczema): un essudato di provenienza dermica va ad accumularsi negli spazi extracellulari cheratinocitari (exoserosi) inducendo rottura dei desmosomi e formazione di piccole cavità nell’epidermide, con aspetto a spugna;
2) Degenerazione balloniforme (HSV, VZV) danno diretto mediato da virus che infettano i cheratinociti: alterazione del cAMP di membrana con alterazione osmotica che causa intake di acqua, edema intracellulare fino alla rottura della cellula stessa. In alcuni casi c’è ombelicatura della vescicola, indice di virosi;
3) Autoimmune (pemfigo, pemfigoide): autoanticorpi diretti contro i desmosomi, o altri elementi strutturali della giunzione dermo-epidermica.

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12
Q

Ragade

A

Lesione elementare secondaria. Soluzione di continuo dell’epidermide e degli strati superficiali del derma per patologica riduzione/perdita di distensibilità della cute. Diversa dall’escoriazione, dovuta invece a danno traumatico. È in genere di forma lineare. Se è coinvolta solo l’epidermide la lesione sarà secca e indolente, se invece coinvolge il derma avrà fondo rosso, sanguinamento e sarà dolente per il coinvolgimento di nervi e vasi. Le sedi più frequenti sono le regioni palmo-plantari (r. psoriasica), il capezzolo (r. da suzione), le pliche anali (r. anali) e le commessure labiali, in cui è importate fare diagnosi differenziale con la perleche o stomatite angolare e le papule luetiche.

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13
Q

Crosta

A

Lesione elementare secondaria. E’ il prodotto dell’essiccamento di liquido organico, fisiologico o patologico (siero, sangue, pus) su preesistenti lesioni cutanee. Può costituire esito di tutti i processi che abbiano provocato una soluzione di continuo nella cute con fuoriuscita di liquido (vescicole, bolle, pustole). Prevale la componente sierosa nell’eczema, emorragica nella porpora bollosa, purulenta con abbondanza di neutrofili negli esiti delle pustole. In quest’ultimo caso possiamo distinguere caratteristiche croste mieliceriche, giallognole, nelle piodermiti, per essiccazione di siero e pus.

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14
Q

Cheloide

A

Lesione elementare secondaria. Particolare sottotipo di cicatrice in cui si ha una risposta esagerata del connettivo ad una perdita di sostanza, anche minima, di natura traumatica o patologica. Consiste in una neoformazione da apposizione di connettivo ed epidermide, con presenza sovrabbondante di fibroblasti e carenza di vasi, nervi e fibre elastiche. Diversamente dalla cicatrice ipertrofica si estende oltre l’area della lesione, con propaggini lateralmente e in profondità. Si associa a parestesie ed è dolente alla pressione (c. ipertrofica solo inizialmente), ha aspetto a cordone o placca, colore roseo tendente al biancastro e consistenza dura, non regredisce e se asportato chirurgicamente tende alla recidiva. In entrambi abbiamo noduli di collagene, assenti nella normalità. Fattori predisponenti: razza nera, gravidanza, capelli biondi e carnagione chiara, età infantile. Terapia medica (infiltrazioni cortisonici), fisica (crioterapia), radioterapia.

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15
Q

Cicatrice

A

Lesione elementare secondaria. Neoformazione di tessuto connettivo ed epidermide per riparare una perdita di sostanza cutanea, dermica e/o ipodermica, traumatica o patologica. Può presentarsi con variante ipertrofica, con formazione esuberante di tessuto connettivo giovane che si mantiene vascolarizzato per un tempo più lungo rispetto al normale, ma non si estende oltre l’area di lesione ed è dolente solo nelle fasi iniziali (diff. cheloide). Colorito inizialmente rosso e aspetto rilevato, poi bianco madreperlaceo e tende ad appiattirsi. Aspetto glabro per assenza di osti follicolari. Può essere secondaria a pustole (acne), vescicole (varicella), bolle (pemfigoide ciatriziale). Il processo di cicatrizzazione è favorito dall’interessamento dermico e profondo della lesione.
Es particolari: esiti gomma luetica (regolari, lisce, acromiche in centro e pigmentate in periferia), esiti gomma tubercolare (irregolari, briglie e ponti fibrosi).

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16
Q

Differenze cicatrice ipertrofica e cheloide

A

Sono due lesioni elelmentari secondarie, entrambe risposta ad una perdita di sostanza cutanea traumatica o patologica. Il cheloide si estende oltre l’area di lesione con propaggini laterali e in profondità, la c. ipertrofica no. Si associa inoltre a parestesie ed è dolente alla pressione, mentre la c. ipertrofica è dolente solo nelle fasi iniziali. Il cheloide ha aspetto a cordone o placca, di colore roseo tendente al biancastro e consistenza dura, e non va incontro a regressione. La c. ipertrofica è inizialmente rosso vivo e rilevata, poi tende al bianco madreperlaceo e all’appiattimento. In entrambi sono presenti noduli di collagene. Il cheloide tende alla recidiva se asportato chirurgicamente.

17
Q

Ulcera

A

Lesione elementare secondaria. Perdita di sostanza interessante epidermide, derma e talvolta il sottocutaneo, dovuta ad un processo patologico, con scarsa tendenza alla cicatrizzazione (diff. esulcerazione). Sede più profonda dell’esulcerazione. La distruzione del tegumento è data da lesioni di natura esterna, vascolari (u. arteriosa/venosa), infiltrato cellulare infiammatorio o patologia neoplastica. Cute circostante normale o con alone eritematoso. Può essere esito di lesioni bollose (ustioni), nodulari (ca basocellulare), necrosi (u. arteriose). In base alla sede: perforante (tende ad approfondarsi nel tessuto), fagedemica (si estende in superficie), terebrante (entrambe).

18
Q

Escoriazione

A

Lesione elementare secondaria. Soluzione di continuo, di solito lineare, di natura traumatica (diff. ragade e esucerazione; es. grattamento da lesioni primitive come scutulo in scabia, pomfo in orticaria, vescicole in eczema), che interessa epidermide e, talvolta, gli strati più superficiali del derma. Risoluzione spontanea senza esiti cicatriziali.

19
Q

Esulcerazione

A

Lesione elementare secondaria. Perdita di sostanza interessante epidermide e strati più superficiali del derma (diff. ulcerazione), dovuta a un processo patologico (non traumatico: diff. escoriazione). Può essere esito di rottura di vescicola/bolla o da perdita di sostanza in lesioni nodulari (ca basocellulare), o in un sifiloma primario. Tende a guarigione spontanea senza esiti discromici o cicatriziali.

20
Q

Cunicolo

A

Lesione elementare patognomonica di scabbia, dermatite parassitaria causata da Sarcoptes Scabiei Hominis (endoparassita obbligato non ematofago uomo specifico, che si trasmette per contatto diretto, con rapporti sessuali, tramite indumenti ed effetti letterecci). é un sottile tragitto lineare e sinuoso di 5-10mm nello strato corneo, scavato dalla femmina fecondata la quale depone le uova e si localizza al fondo del tragitto (in corrispondenza della vescicola perlacea). Localizzazioni tipiche: regioni interdigitali, polsi, asta, mammelle, ascelle, glutei, inguine. Nel neonato sedi aspecifiche, può coinvolgere anche il capo. Si manifesta con prurito (soprattutto notturno) che può portare allo sviluppo di impetiginizzazione e/o eczematizzazione.

21
Q

Scutulo

A

Lesione elementare patognomonica di tinea capitis favosa. Formazione di 5-6mm di forma rotondeggiante centrata da un pelo con depressione centrale e consistenza friabile. Colore giallastro, se sfregato con alcol ha odore di urina di topo. I peli nelle chiazze perdono lucentezza ma conservano la resistenza meccanica. Il Tricophyton Schoenleini, agente eziologica, ha limitata capacità di demolizione della sostanza pilare. La patologia coinvolge tutto il cuoio capelluto. Il parassitamento è endocapillare (edotrix), con le ife che si dispongono attorno al pelo dando una sorta di “effetto crostoso”. A differenza di altre tinee non regredisce con la pubertà ma progredisce in età adulta, evolvendosi eventualmente in alopecia cicatriziale se non trattata. Negativa alla luce di Wood.