Slides Modulo 1 Flashcards

1
Q

Analisi del comportamento
(P.M. SLIDES)

A

è la scienza che ha come oggetto lo studio delle interazioni psicologiche tra individuo e ambiente e come metodo quello scientifico proprio delle scienze naturali.

La sua FUNZIONE è quella di DESCRIVERE queste interazioni, SPIEGARE che avvengono, PREVEDERNE le caratteristiche e la probabilità di comparsa nel futuro e su queste basi INFLUENZARNE la forma, la frequenza, la funzione etc.

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2
Q

O-A
(P.M. SLIDES)

A

CONTESTO
Interazione O-A;
Interazione
Organismo-Ambiente.

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3
Q

Analisi Comportamentale Applicata
(P.M. SLIDES)

A

E’ la scienza applicata che deriva dalla scienza di base conosciuta come Analisi del Comportamento.

E’ l’area di ricerca finalizzata ad applicare i dati che derivano dall’analisi del comportamento per comprendere e migliorarele relazioni che intercorrono fra determinati comportamenti e le condizioni esterne.

L’ABA enfatizza la valutazione continua del trattamento comportamentale attraverso una sistematica raccolta dei dati, affinchè i risultati non siano inficiati da variabili estranee al trattamento.

Propone sistematicamente interventi tesi a migliorare comportamenti socialmente significativi (i comport. socialmente significativi comprendono abilità scolastiche, sociali, comunicative, adattive).

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4
Q

ABA E AUTISMO
(P.M. SLIDES)

A

L’ABA è utilizzata per sostenere le persone con autismo in almeno 6 modi:
1. aumento dei comportamenti e delle abilità adattive;
2. facilitando l’apprendimento di nuove abilità e conoscenze;
3. mantenendo comportamenti adattivi;
4. Estendendo e generalizzando comportamenti ed abilità ad altri setting e da una situazione all’altra;
5. Riducendo le condizioni in cui si verificano comportamenti problema;
6. Riducendo frequenza ed intensità dei comportamenti problema.

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5
Q

4 Livelli di analisi delle interazioni umane (le 4P)
(P.M. SLIDES)

A

PROCESSI
PARADIGMI
PRINCIPI
PROCEDURE

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6
Q

METODO SCIENTIFICO
(P.M. SLIDES)

A

è un modo di pensare che permette di tradurre il mondo e la sua realtà in rermini di variabili concrete che possono essere isolate e manipolate. (Kazdin, 1982)

Insegna a pensare al mondo in termini di variabili e di relazioni tra variabili (VI - VD)

A pensare a cose/eventi che causano/influenzano altre cose/eventi

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7
Q

7 dimensioni dell’ABA
(P.M. SLIDES)

A
  • APPLICATA
  • COMPORTAMENTALE
  • ANALITICA
  • CONCETTUALMENTE SISTEMATICA
  • TECNOLOGICA
  • EFFICACE
  • GENERALE
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8
Q

APPLICATA
(P.M. SLIDES)

A

una delle 7 dimensioni dell’aba, descritte da Baer, Wolf & Risley nell’articolo del 1968 “some current dimensions of applied behavior Analysis”

Applicata perchè l’ABA è la scienza in cui le tecnologie derivate dai principi del comportamento sono applicate in modo sistematico per migliorare comportamenti socialmente utili.

Si parla di comportamenti funzionali.

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9
Q

I 2 obbiettivi priopritari (se si pensa a comportamenti socialmente significativi (funzionali) sono….
(P.M. SLIDES)

A

COMUNICAZIONE
AUTONOMIA

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10
Q

COMPORTAMENTALE
(P.M. SLIDES)

A

nel senso che ANALIZZA le RELAZIONI FUNZIONALI (schemi di risposta) tra organismo ed ambiente (O-A)

Il comportamento stesso e le sue relazioni con l’ambiente sono l’oggetto di studio.

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11
Q

COMPORTAMENTO
(P.M. SLIDES)

A

è quella porzione di interazione dell’organismo con l’ambiente; un movimento situabile spazialmente e temporalmente che provoca un CAMBIAMENTO VISIBILE (osservabile/accessibile) all’interno dell’ambiente stesso. (Cooper-Heron-Howard, 1987)

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12
Q

Domande da porsi per capire se si tratta di un comportamento
(P.M. SLIDES)

A
  1. è accessibile all’osservazione mediante i 5 sensi o specifici dispositivi?
  2. E’ misurabile?
  3. C’è validità intersoggetiva? IOA
  4. Supera il test del morto?
  5. Va sempre definito positivamente.
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13
Q

TEST DEL MORTO
(P.M. SLIDES)

A

Se un morto è in grado di farlo allora non è un comportamento.

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14
Q

ANALITICA
(P.M. SLIDES)

A

Le decisioni in analisi comportamentale si basano sempre sull’analisi dei dati.

Senza dati interpretiamo.

Analizzare i dati significa tradurre la realtà fenomenica osservata in variabili concrete che possono essere isolate, misurate e quindi manipolate.

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15
Q

CONCETTUALMENTE SISTEMATICA
(P.M. SLIDES)

A

Le procedure si basano sui principi di base comportamentali (non è un ricettario), la cui efficacia è dimostrata dalla ricerca sperimentale

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16
Q

EFFICACE
(P.M. SLIDES)

A

Gli interventi sono efficaci e producono effetti (effect size)

Efficacy statistica (efficacia) vs effectiveness clinica (efficienza).

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17
Q

STATISTICA
(P.M. SLIDES)

A

è il risultato finale di una elaborazione matematica di dati.

è la metodologia impiegata in una ricerca che deve essere descritta e che ne garantisce la qualità difendendola dalle minacce alla sua validità.

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18
Q

TECNOLOGICA
(P.M. SLIDES)

A

Le procedure vengono chiaramente descritte e sono reperibili in letteratura, per facilitare la replica da parte di altri (la scienza deve essere replicabile e trasmissibile)

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19
Q

APPRENDIMENTO
(P.M. SLIDES)

A

è la modificazione comportamentale che consegue a …, o viene indotta da ….., una interazione con l’ambiente e come risultato di esperienze che conducono al stabilirsi di nuove configurazioni di risposta agli stimoli esterni.

Implica un CAMBIAMENTO

Non è il trascorrere del tempo la sorgente (causa) del cambiamento.
La sorgente è da ricercarsi nell’ambiente (esperienza con una determinata situazione).

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20
Q

2 DIVERSI ASPETTI DELL’APPRENDIMENTO
(P.M. SLIDES)

A
  1. il processo di interazione con l’ambiente, che può avvenire spontaneamente o prodotto intenzionalmente.
  2. le nuove acquisizioni cui questa interazione da luogo.
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21
Q

AMBIENTE PSICOLOGICO
(P.M. SLIDES)

A

La somma totale di stimoli che l’individuo riceve dal concepimento alla morte (Anastasi 1990)

Ogni organismo che viva in un ambiente è sottoposto continuamente a forze che agiscono su di esso. Tali forse sono, in parte, percepite dall’organismo attraverso i sensi sotto forma di variazioni, qualitative e quantitative, dell’ambiente stesso.

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22
Q

STIMOLO
(P.M. SLIDES)

A

Rappresenta per l’organismo una variazione percepibile dell’ambiente.

Qualunque variazione ambientale che provochi una attività nervosa nell’organismo è uno stimolo, sia che tale attività consista in una elementare risposta riflessa o in una reazione che si estrinseca in uno o più atti comportamentali.

UNO STIMOLO è UN EVENTO FISICO, ORGANICO O SOCIALE CHE PUO’ ESSERE STUDIATO DIRETTAMENTE O MEDIANTE STRUMENTI.

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23
Q

FUNZIONE STIMOLO
(P.M. SLIDES)

A

produrre effetti sul comportamento individuale;

rappresenta la descrizione della specifica azione di uno stimolo su un dato individuo;

la funzione può dipendere sia dalle caratteristiche naturali dello stimolo, sia dalla storia di interazioni di ogni organismo

lo stesso stimolo può avere funzioni diverse per individui differenti oppure stimoli diversi possono svolgere la stessa funzione per più individui.

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24
Q

CLASSI DI FUNZIONI STIMOLO
(P.M. SLIDES)

A
  1. ELICITANTE
  2. DISCRIMINATIVA
  3. RINFORZANTE
  4. PENALIZZANTE
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25
Q

Funzione Stimolo ELICITANTE
(P.M. SLIDES)

A

la presentazione produce nel soggetto una specifica reazione automatica e involontaria;

tale reazione può far parte della dotazione di un organismo fin dalla nascita o può essere appresa successivamente.

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26
Q

Funzione Stimolo
DISCRIMINATIVA
(P.M. SLIDES)

A

Lo stimolo indica l’occasione naturalmente o socialmente opportuna per un comportamento.

Precede il comportamento ma non lo “provoca”, tutt’al più lo indirizza e lo rende più probabile;

es. comportamenti emessi dagli animali nel periodo del corteggiamento.

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27
Q

Funzione Stimolo
RINFORZANTE
(P.M. SLIDES)

A

Lo stimolo rende più forte cioè più frequente una risposta.

segue la risposta e ne aumenta la probabilità che venga emessa ancora in futuro.

pochi stimoli possiedono naturalmente questa funzione.
Soprattutto per gli esseri umani viene acquisita nel corso di interazioni con l’ambiente naturale e sociale in cui viviamo.

Generalmente gli stimoli rinforzanti hanno una valenza positiva per l’organismo, cioè sono piacevoli.

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28
Q

Funzione Stimolo
PENALIZZANTE
(P.M. SLIDES)

A

Rende più debole lo stimolo, cioè meno frequente una risposta;

Segue la risposta e ne diminuisce temporaneamente la probabilità che venga ancora emessa in futuro;

Pochi stimoli possiedono naturalmente questa funzione, soprattutto per gli esseri umani, essa viene acquisita nel corso di interazioni con l’ambiente naturale e sociale;

generalmente gli stimoli penalizzanti hanno una valenza negativa per l’organismo: sono spiacevoli.

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29
Q

CLASSE DI STIMOLI
(P.M. SLIDES)

A

collezione di eventi, simili per l’aspetto o per la funzione svolta, nell’interazione con l’organismo.

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30
Q

RISPOSTA
(P.M. SLIDES)

A

Indica un’azione che risponde ad un evento precedente (lo stimolo);

Non esiste una singola risposta che si possa ripetere perfettamente identica nel tempo.

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31
Q

CLASSE DI RISPOSTA
(P.M. SLIDES)

A

Forme diverse di comportamento che svolgono la stessa funzione;

Possono essere risposte più o meno simili dal punto di vista della topografia (della somiglianza fisica) che hanno in comune l’effetto che producono sull’ambiente;
(es. uscire da una stanza chiusa)

32
Q

EVENTI SITUAZIONALI O CONTESTUALI
(P.M. SLIDES)

A

ogni relazione stimolo-organismo ha luogo in un contesto

33
Q

CONTESTO

A

insieme di eventi tipici di quella particolare situazione.

influenzal e interazioni che ivi hanno luogo, modificando la forza, la valenza, le caratteristiche delle funzioni particolari dello stimolo e della risposta impolicati in quell’interazione.

34
Q

RIFLESSO INCONDIZIONALE
(P.M. SLIDES)

A

è una correlazione permanente tra un agente esterno e una risposta dell’organismo.(es. salivazione del cane alla vista del cibo)

35
Q

RIFLESSO CONDIZIONALE
(P.M. SLIDES)

A

la formazione di un nuovo legame temporaneo fra uno dei fattori ambientali percepiti e una determinata reazione presente nel repertorio dell’organismo, (il cane saliva anche al suono);

non viene appreso nessun nuovo comportamento;

emerge una NUOVA RELAZIONE;

vi è un TRASFERIMENTO DI FUNZIONE da uno stimolo ad un altro stimolo, tale che uno diviene FUNZIONALMENTE EQUIVALENTE all’altro;

il trasferimento è temporaneo.

36
Q

Elementi di base dell’esperimento pavloviano
(P.M. SLIDES)

A

sono 4:
- stimolo incondizionale (SI)
- stimolo condizionale (SC)
- risposta incondizionale (RI)
- risposta condizionale (RC)

37
Q

STIMOLO INCONDIZIONALE
(P.M. SLIDES)

A

è sempre in grado di provocare una risposta da parte dell’organismo;

Incondizionale indica che la sua efficacia è NATURALE, spesso INNATA, non soggetta a condizioni individuali di esperienza (neanche completamente sganciato dalle condizioni contestuali);

38
Q

STIMOLO CONDIZIONALE
(P.M. SLIDES)

A

in partenza Stimolo NEUTRO (SN) - se viene associato a quello incondizionale riesce a svolgere la stessa funzione dello stimolo incondizionale producendone la risposta specifica.

39
Q

RISPOSTA INCONDIZIONALE
RI
(P.M. SLIDES)

A

è la risposta specifica prodotta da uno stimolo incondizionale (nell’esperimento classico di pavlov la salivazione prodottta dalla polvere di carne)

40
Q

RISPOSTA CONDIZIONALE
(P.M. SLIDES)

A

rappresenta la risposta allo stimolo condizionale.

Da un punto di vista sostanziale non si differenzia da quella incondizionale se non per esserne di poco inferiore in termini di ampiezza.

41
Q

I 5 PROCESSI NEL CONDIZIONAMENTO PAVLOVIANO
(P.M. SLIDES)

A
  1. ACQUISIZIONE
    apprendimento iniziale della risposta;
  2. ESTINZIONE
    decremento della RC in assenza di SI;
  3. RECUPERO SPONTANEO
    riapparizione della RC dopo un periodo di tempo;
  4. GENERALIZZAZIONE
    tendenxa a rispondere a stimoli simili;
  5. DISCRIMINAZIONE
    abilità appresa a distinguere tra lo SC e altri stimoli S.
42
Q

Classi di risposte naturali che possono essere condizionate in modo pavloviano
(P.M. SLIDES)

A

2:
- risposte o riflessi difensivi;
- risposte consumatorie.

43
Q

RIFLESSO DIFENSIVO
(P.M. SLIDES)

A

risposta che l’organismo produce in relazione ad uno stimolo potenzialmente nocivo che pertanto tende ad evitare: stimolo definito AVVERSIVO;

consiste nel proteggere una parte del corpo o nell’allontanarla dallo stimolo avversivo.

44
Q

RIFLESSI CONSUMATORI
(P.M. SLIDES)

A

Catene di comportamentidiretti verso un oggetto o una ltro organismo, con valore di sopravvivenza per il singolo e per la specie. (es. comportamenti connessi all’alimentazione).

45
Q

RIFLESSO INNATO
(P.M. SLIDES)

A

rappresenta l’adattamento dell’animale al presente, cioè allo stimolo che agisce in quel particolare momento sull’animale stesso;

I riflessi innati dato che l’ambiente cambia continuamente, non sono sufficienti a garantire l’adattamento;

l’adattamento è assicurato dal meccansismo dei riflessi condizionali, che mettono in gioco processi di adattamento più complessi.

46
Q

FUNZIONE ADATTIVA DELLA REAZIONE CONDIZIONALE
(P.M. SLIDES)

A

consiste nel preparare l’essere vivente ad un evento che si produrrà nel futuro (un pericolo, un luogo dove trovare cibo, un pericolo da evitare).

47
Q

ulteriore caratteristica adattiva del riflesso condizionale
(P.M. SLIDES)

A

deve essere sempre basato su un riflesso incondizionale che sia biologicamente più importante o psicologicamente più forte.

48
Q

RINFORZO
(P.M. SLIDES)

A

o rinforzamento (reinforcement) è il processo per il quale e mediante il quale le conseguenze di una azione hanno effetto su comportamento;

tale effetto può verificarsi in 2 modi
- in positivo (il comportamento ottiene la comparsa di uno stimolo con funzione di rinforzatore positivo) = RINFORZO POSITIVO;

  • in negativo: (il comportamento ottiene l’allontanamento o la scomparsa di uno stimolo con funzioni di rinforzatore negativo) = RINFORZO NEGATIVO;

In ambo i casi l’effetto comune è un RAFFORZAMENTO.

49
Q

CONTINGENZA A 3 TERMINI
(P.M. SLIDES)

A

A - ANTECEDENT - Antecedente

B - BEHAVIOR - Comportamento

C - CONSEQUENCES - Conseguenze.

50
Q

A = ANTECEDENTE
(P.M. SLIDES)

A

antecedente del comportamento o Stimolo Discriminativo (Sd) SEGNALA LA DISPONIBILITA’ DI CONSEGUENZE APPETITIVE a seguito dell’emissione di una specifica classe di risposte.

51
Q

B = BEHAVIOR
(P.M. SLIDES)

A

Il comportamento / la classe di risposte emese in presenza di uno specifico Sd.

52
Q

C = CONSEGUENZA
(P.M. SLIDES)

A

lo stimolo che segue l’emissione di una specifica classe di risposte, alterandone la probabilità di comparsa futura in condizioni contestuali analoghe.

53
Q

RINFORZATORE
(P.M. SLIDES)

A

Evento che incrementa la frequenza di un comportamento;

qualsiasi evento che segue un comportamento e che ha le proprietà di modificare la probabilità di comparsa di quel comportamento al verificarsi delle medesime condizioni ambientali.

Rinforzatori PRIMARI o naturali = soddisfano un bisogno primario;

Rinforzatori SECONDARI
o rinforzatori condizionati (legati ai bisogni secondari). Si tratta di eventi che acquisiscono le loro proprietà attraverso l’associazione con rinforzatori primari.

54
Q

MODELLI DI RINFORZO
(P.M. SLIDES)

A
  • CONTINUO (fisso)
  • A RAPPORTO (fisso/variabile)
  • A INTERVALLO SEMPLICE
    (fisso/variabile)
  • A INTERVALLO CON VALIDITA’ LIMITATA (fisso/variabile)
  • A DURATA (fisso/variabile).
55
Q

MODELLO DI RINFORZO
CONTINUO - FISSO
(P.M. SLIDES)

A

il rinforzo segue l’emissione di ogni risposta.

56
Q

MODELLO DI RINFORZO A RAPPORTO FISSO
(P.M. SLIDES)

A

il rinforzo segue l’emissione di un numero di risposte prefissato.

57
Q

MODELLO DI RINFORZO A RAPPORTO VARIABILE
(P.M. SLIDES)

A

Il numero di risposte per produrre la comparsa del rinforzo cambia in modo imprevedibile.

58
Q

MODELLO DI RINFORZO A INTERVALLO SEMPLICE FISSO
(P.M. SLIDES)

A

Viene rinforzata la prima risposta che si presenta dopo un periodo fisso di tempo che segue il rinforzo precedente.

59
Q

MODELLO DI RINFORZO A INTERVALLO SEMPLICE VARIABILE
(P.M. SLIDES)

A

La durata dell’intervallo tra un rinforzo eil successivo cambia in maniera imprevedibile.

60
Q

MODELLO DI RINFORZO A INTERVALLO CON VALIDITA’ LIMITATA FISSO
(P.M. SLIDES)

A

Consiste in una scadenza fissa per produrre la risposta

61
Q

MODELLO DI RINFORZO A INTERVALLO CON VALIDITA’ LIMITATA VARIABILE
(P.M. SLIDES)

A

Consiste in una scadenza imprevedibile per produrre la risposta in un programma di rinforzo.

62
Q

MODELLO DI RINFORZO A DURATA FISSA
(P.M. SLIDES)

A

Il rinforzo compare dopo che il comportamento è stato attivato per un periodo di tempo fisso continuato.

63
Q

MODELLO DI RINFORZO A DURATA VARIABILE
(P.M. SLIDES)

A

L’intervallo di tempo in cui il comportamento deve manifestarsi in modo continuo cambia imprevedibilmente.

64
Q

ASSESSMENT DEL RINFORZO
(P.M. SLIDES)

A

1- indagare le preferenze dell’individuo;
2 - osservazione del comportamento libero;
3 - restringere il campo a 6 items;
4 - offrire al soggetto l’opportunità di manipolare i rinforzi;
5 - valutazione sperimentale della preferenza;
6 - verificare le proprietà dello stimolo.

65
Q

FORMULA PER LA PREFERENZA
(P.M. SLIDES)

A

numero di volte in cui il soggetto sceglie x sul totale delle presentazioni ( di coppie o triplette) in cui x era presente, moltiplicato per 100.

66
Q

TIPI DI APPRENDIMENTO
(P.M. SLIDES)

A
  • CONDIZIONAMENTO CLASSICO;
  • CONDIZIONAMENTO OPERANTE;
  • APPRENDIMENTO PER OSSERVAZIONE.
67
Q

CONDIZIONAMENTO CLASSICO
(P.M. SLIDES)

A

uno stimolo neutrale è accoppiato con uno stimoplo incondizionato.

Lo stimolo neutro diviene condizionato elicitando la risposta condizionata.

68
Q

CONDIZIONAMENTO OPERANTE
(P.M. SLIDES)

A

un comportamento è seguito da conseguenze di rinforzo o punizione.

il comportamento incrementa o decrementa in frequenza.

69
Q

APPRENDIMENTO PER OSSERVAZIONE
(P.M. SLIDES)

A

un osservatore osserva un modello per apprendere il comportamento.

l’osservatore apprende una sequenza di comportamenti e diviene capace di metterli in pratica.

70
Q

contesto
(slide presti mod 1)

A

l’insieme di eventi tipici di una particolare situazione dove ogni relazione stimolo-organismo ha luogo.

influenza le relazione che ivi hanno luogo modificando la forza, la valenza e le caratteristiche delle funzioni particolari dello stimolo e della risposta implicati in quella interazione.

71
Q

approccio contestualista
(slide presti mod 1)

A

un evento non è di per sè appetibile o avversivo ma lo diventa in funzione del contesto, interno ed esterno dell’organismo.

72
Q

Descrizione degli eventi stimolo
(slide presti mod 1)

A

3 modi
- formalmente
tramite le sue caratteristiche fisiche;
- temporalmente
la sua occorrenza rispetto al comportamento di interesse;
- funzionalmente
tramite i suoi effetti sul comportamento.

73
Q

Classe di Stimolo
(slide presti mod 1)

A

qualunque gruppo di stimoli condivide un predeterminato set di elementi comuni in uno o più delle seguenti dimensioni:
- dimensioni formali
- temporal locus
- funzioni comportamentali dei cambiamenti di stimolo.

74
Q

Dimensioni formali dello stimolo
(slide presti mod 1)

A
  • descrizioni, misurazioni, manipolazioni basate su
    dimensione - colore - intensità;

possono essere stimoli
sociali
non sociali

75
Q

locus temporale degli stimoli
(slide presti mod 1)

A

il comportamento è influenzato dai cambiamenti di stimolo che
- lo precedono (antecedenti)
- o immediatamente lo seguono (conseguenze).

76
Q
A