lezioni Flashcards

1
Q

sull’anno di fondazione: ipotesi più comuni e grazie a chi le conosciamo

A

1) “Timeo da Taormina, in base a non so quale sistema cronologico, pone la colonizzazione della città, o fondazione o in qualunque altro modo debba essere chiamato questo processo, 38 anni prima della prima Olimpiade [813 a.C.], in un’epoca contemporanea alla fondazione di Cartagine. Secondo Timeo quindi, quando è stata fondata Cartagine è stata fondata Roma (isocronia).

3)Quinto Fabio [Pittore] nel primo anno dell’ottava Olimpiade [747 a.C.].

4) Porcio Catone (censore del 184 a.C) non indica l’epoca in base al sistema greco ma, scrupoloso quanto mai nella sistemazione cronologica della storia antica, indica l’anno 432 dopo la guerra troiana [751 a.C.].”

5) Varrone: Il 753 a.C. è solo uno dei tanti anni che gli antichi proposero per la fondazione di Roma: un’ipotesi che

le conosciamo grazie a Dionigi di Alicarnasso (vissuto in età augustea) nel suo “Storia di Roma arcaica”

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2
Q

perchè tendiamo a giudicare la datazione varroniana più accreditata?

A

Poichè è confermata da vari reperti archeologici (ex. la Regia, il culto di Vesta) ed è testimoniata dai Fasti Capitolini, un elenco dei consoli e dei trionfatori romani fino al 19 a.C. tramandati per via epigrafica in età augustea.

Ad oggi, nella roma attuale di questi edifici non rimane quasi nulla (a causa dell’incendio di Nerone del 64 d.C). I pochi resti sono oggi visibili nell’area del Foro romano.

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3
Q

sull’anno di fine: ipotesi a favore e contro:

A

ipotesi a favore:
-deposizione di Romolo Augusto da parte di Odoacre

ipotesi contro:
-Sotto il regno di Giustiniano (527-565 d.C.) l’Impero recupera l’Africa settentrionale, la Spagna meridionale e l’Italia.

-l’invasione longobarda (568 d.C.)
-nascita Sacro Romano impero (800 d.C)

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4
Q

differenze fra
-province senatoriali
-province imperiali
-regni clienti

A

-province senatoriali: province sottomesse da Roma attraverso i trattati in cui non sono necessari gli eserciti e che quindi possono essere governati da ex consoli (scelti dal senato).

-province imperiali: province in cui sono ancora necessari gli eserciti (poichè si trovavano al confine e quindi davano possibilità di espansione oppure perchè erano province nuove) in cui il governatore doveva essere scelto direttamente dall’Imperatore (i cosiddetti legati pro Augusti pro praetore), che non rispondono più al senato.)

-regni clienti: province non controllate da Roma e in cui viene riconosciuta l’autorità locale (generalmente un re) ma rispondono comunque direttamente a Roma.

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5
Q

Studi della storia romana nel passato:
-Machiavelli
-Godefroy
-Tillemont
-Montesquie
-Hume
-Gibbom
-Renouvier
-Niebhur
-Mommsen
-Otto Seeck
-Gaetano De Sanctis
-Bryce
-Rostovzev
-Piganiol

A

Machiavelli:
-“Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio” le istituzioni della Roma repubblicana sono viste come modello per il presente e la Stria andrebbe quindi studiata più in modo scientifico, da modello per il futuro (il suo interesse per la Roma antica derivava probabilmente dal ritrovamento dei Fasti Capitolini&raquo_space; Consolari e Trionfali)

-Godefroy: commento del codice di Teodosio (1655)&raquo_space; studi sul diritto romano tardloantico

-Mommsen: Fu un giurista di politica liberale. I primi tre volumi (1854-1856) della Römische Geschichte trattavano il periodo dalle origini di Roma fino a Cesare (il 4 volume non venne mai scritto).
Il volume V trattava delle province romane, da Cesare a Diocleziano.

caratteri opera di Mommsen:
°uno dei segreti del successo di Roma = sforzo di dare un’unità e un governo centralizzato al proprio dominio
°sottovalutazione del ruolo delle grandi personalità della Storia romana (ex. Cesare)
°scrisse anche un’opera sul diritto romano, “Römisches Staatsrecht”

-Seeck: allievo di Mommsen; scrive “Storia del tramonto del mondo antico” (opera sulla tardoantichità, visione pessimistica del presente)

-Gaetano De Sanctis: antifascista convinto, nella sua Storia Romana condanna dell’imperialismo romano che risente delle pretese fasciste di ricollegarsi alla Roma antica. Dice inoltre .vita magistra historiae’ (ribaltando il motto Ciceroniano), poichè la storia è sempre storia contemporanea.

-Bryce: L’imperialismo romano come modello degli imperialismi moderni (visione positiva dell’imperialismo inglese)

-Rostovzev: scrive un quadro sull’economia romana (influenza rivoluzione russa, lotta di classe nella tardoantichità).

-Piganiol: rivalutazione dell’Impero tardoantico, la cui fine non si deve a cause interne, ma esterne (“assassinato dai barbari”).

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6
Q

scuola delle Annales e scuola cliometrica:

A

-Annales&raquo_space; analisi dei caratteri “di lungo periodo” della storia, in particolare demografici ed economici (sottovaluta l’importanza dei fattori intellettuali, culturali, religiosi, politici.)

-scuola cliometrica&raquo_space; prevedeva l’elaborazione di grandi masse di dati al computer, per giungere a modelli espressi da formule algebriche, intesi a spiegare un fenomeno storico (Enorme dispendio di energie per giungere a risultati talvolta banali, evidenti già da uno sguardo a fonti più sintetiche, risultati incomprensibili e spesso non applicabili alla storia)

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7
Q

gli studi di oggi sulla Storia Romana:

A

“La Storia di Roma (Einaudi)” 1988-1993: un incontro di vari intellettuali che genera una monumentale storia romana in 4 volumi

“Storia d’Europa e del Mediterraneo” (Salerno) primi anni 2000

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8
Q

la posizione su Roma nel mondo contemporaneo:

A

Nel mondo attuale il passato romano ha visto quantomeno attenuarsi fortemente il suo valore esemplare e di modello per il presente (prima, impero romano = modello dell’imperialismo moderno)
La storia di Roma va osservata con uno sguardo «da lontano» (anche da quello delle sue province), capace di darsi nuove misure per le analogie e le comparazioni.

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9
Q

cosè il ‘linguistic turn’? esempi nella storia romana:

A

linguistic turn: tendenza storiografica impostasi negli ultimi anni&raquo_space; nalizzare il documento storico non tanto come prova di un fatto storico, ma soprattutto in sé, come una costruzione culturale (Ex. il mito di Lucrezia non come fatto storico realmente accaduto, ma come simbolo della fine della tirannia).

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10
Q

modi in cui possono essere classificate le fonti:

A

-scritte e non scritte
-volontarie e non volontarie
-rielaborate e non rielaborate

per supporto materiale:
(fonti letterarie, epigrafiche, papiracee, numismatiche, archeologiche)

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11
Q

fonti scritte; problemi delle opere storiografiche:

A

-le fonti storiografiche in nostro possesso vennero redatte dagli storici molti secoli dopo gli eventi che narrano (ex. Livio, che scrive delle origini di Roma, cioè di atti accaduti 7 secoli prima del suo - 1° sec. a.C.). ed è quindi difficile verificare la precisione delle informazioni riportate.

-Un numero considerevole di opere storiografiche non ci sono giunte attraverso un’autonoma tradizione, ma solo da citazioni (“frammenti”) di autori posteriori.

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12
Q

esempio della diversità delle ipotesi sulla nascita di Roma

A

Dionigi di Alicarnasso, che al fine di associare a Roma un’origine greca riporta un passaggio scritto dall’autore Ellanico (Enea come l’effettivo fondatore della città, e non solo un antenato di Romolo).

Enea forse arriva con Odisseo (met’Odysséa); o dopo Odisseo?

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13
Q

in che modo la biografia è diversa dalla storia secondo Plutarco?

A

La biografia è un sottogenere della storiografia e da essa differisce poichè non racconta la storia di una moltitudine, ma di una sola persona. Essa è tanto importante quanto la storiografia.

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14
Q

geografia; quali autori scrivono geografia nell’antica roma?

A

-Strabone (sull’Italia)
-Tacito (della Germania)
-Pausitania (sulla Grecia)

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15
Q

cosa intendevano i Romani con ‘Italia?

A

Con ‘Italia’ i Romani intendevano il territorio maggiormente abitato da cittadini romani:
-88 a.C. (fine della Guerra Sociale): tutta la penisola a sud del fiume Po.
-49 a.C. (dittatura di Cesare): tutta la penisola, fino alle falde delle Alpi.

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16
Q

fonti scritte: generi e autori principali

A

-storiografia
-geografia
-trattatistica politica (Cicerone = ‘Res Pubblica’, Seneca = ‘la clemenza’ e ‘i benefici’ sull’impero, Plutarco = dialoghi ‘questioni romane’)
-phamplet (satira) politico: (Seneca=’la trasformazione di Claudio in zucca’ ; Procopio = ‘storia segreta’, contro Giustiniano)
-apologetica cristiana (Lattanzio)
-trattatistica militare (Vegezio = ‘L’arte della guerra’&raquo_space;> decadenza dell’impero a causa dello scarso equipaggiamento dei soldati)
-l’oratoria (Cicerone=difesa del poeta Licinio Archia, accusato di non essere cittadino romano, Plinio il Giovane (oratoria su Traiano)
-trattatistica oratoria (molte si riferiscono alle donne che si intromisero nella politica o andarono contro la legge del tempo (ex. Valerio Massimo ci racconta di Ortensia, che si mostra contro il provvedimenti di tassare i patrimoni delle donne per far fronte alle guerre civili)
-l’epistolografia (Cicerone, Plinio il Giovane all’imperatore Traiano riguardo ai cristiani)
-La Letteratura giuridica (Codex Theodosianus, Corpus Iuris Civilis di Giustiniano)
-la poesia (ex. Virgilio con l’Eneide sulle origini di Roma, o Lucano)

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17
Q

fonti epigrafiche:

A

-ex. leggi e decreti (Corpus Inscriptionum Latinarum, I2 614, in cui il governatore della Spagna Emilio Paolo libera un gruppo di dipendenti degli Astensi e toglie loro i possedimenti)
-trattati internazionali (il trattato Romano-Etolico durante la 1° guerra di Macedonia, in cui si prometteva che tutti i territori vinti dai Romani sarebbero andati alla lega Etolica).
-corrispondenze di natura ufficiale
-elogi (elogio a L’elogio al console Duilio durante la I Guerra Punica&raquo_space; la clamorosa vittoria navale di Milazzo.)
-Iscrizioni sepolcrali, che talvolta hanno brevi cenni a episodi storici famosi o alla vita del defunto (ex. al centurione Marco Celio, caduto durante la disfatta di Varo&raquo_space; forse non è un sepolcro ma un cenotafio, cioè monumento in attesa di ritrovare il corpo)
-la le Res gestae divi Augusti (autobiografia di Augusto)

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18
Q

problemi delle fonti epigrafiche:

A

-Inserimento di una testimonianza talvolta molto precisa, puntuale e stringata in un contesto che è noto solo a grandi linee.

-integrazione dei numerosi testi lacunosi.

-Scioglimento delle sigle, assai frequenti nei testi latini.

-Inquadramento cronologico di documenti che talvolta non riportano alcuna datazione esplicita.

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19
Q

differenze edizione diplomatica e edizione critica

A

-Edizione diplomatica: l’editore copia ciò che è scritto sulla fonte.

-Edizione critica: l’editore interpreta ciò che è scritto, quindi le abbreviazioni (in questo caso di praenomen e del patronimico) vengono sciolte e dove vi sono errori vengono corretti, per permettere la comprensione del testo.

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20
Q

problemi delle fonti papiracee

A

-si sono preservate solo in alcune aree del mondo e in contesti eccezionali (ex. la carbonizzazione ad Ercolano)
-non sappiamo se ciò che descrivono riguarda solo la provincia dell’Egitto o in generale l’impero

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21
Q

tipi di fonti papiracee

A

-petizioni: ex. la petizione al futuro imperatore Emiliano (imperatore durante il periodo dell’anarchia militare&raquo_space; si riflette la prepotenza del ceto militare verso la popolazione), in cui un anziano chiedere all’imperatore di arrestare un soldato dopo un battibecco.

-editti (Ex. quello di Decio sull’obbligo di certificare i sacrifici agli dei pagani)
-annunci ufficiali (ex. dell’ascesa al trono di Nerone)
-corrispondenza ufficiale o privata (Ex. Claudio agli Alessandrini, date le tensioni particolari che si erano create ad Alessandria, dove, accanto alla maggioranza “greca”, viveva una numerosa comunità ebraica. ; Aline al fratello Apollonio)
-documenti di carattere giudiziario (ex. lo ‘Gnomon/raccolta di documenti dell’Igiologo’ ; ‘idiologo’= sorvegliante sulle questioni finanziarie in Egitto.&raquo_space; nel documento ritrovato (in Germania) si dice ad esempio che in caso di morte e di nessun erede, il patrimonio del deceduto è attribuito al fisco, o che il figlio di un romano e di uno straniero seguo lo status inferiore).

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22
Q

esempio di documenti di carattere giudiziario fra le fonti papiracee:

A

La vicenda di Sempronia Gemella (impero di Adriano) che, accortasi che suo marito non possiede la cittadinanza romana, decide di richiederla per i figli affermando che essi hanno padre ignoto.

Comunque, gli studiosi pensano di conoscere l’identità dei due figli, poichè nel quartiere di Karanis, in una casa (casa b7) sono stati ritrovati vari documenti che attestano che lì viveva un certo Socrates, che aveva 2 figli

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23
Q

fonti numismatiche: che informazioni ci danno?

A

Nel documento numismatico convivono due aspetti:
-Aspetto materiale (peso, composizione della lega metallica) di particolare rilevanza per lo studio della storia economica: integrazione in un “mercato comune” di più stati, difficoltà finanziarie dello stato emittente.
-Aspetto comunicativo (legenda e il tipo), che possono dare informazioni di notevole interesse per la Storia romana. La moneta è nel mondo romano un importante veicolo della propaganda politica (in base a chi ordinava di coniarla).

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24
Q

aspetto comunicativo: esempi

A

-celebrare le glorie familiari
-propaganda (ex. quella degli Italici durante la guerra sociale, di Bruto durante la dittatura di Cesare, di Augusto)
-per il breve regno di alcuni usurpatori, le monete sono la nostra fonte principale, poichè in età imperiale il ritratto su moneta presentava tratti realistici, che si perdono nel Tardoantico, quando la figura dell’imperatore diventa molto stilizzata)

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25
Q

il fenomeno dei ripostigli:

A

In momenti di crisi era comune che le persone nascondessero sotto terra i loro tesoretti: non sempre riuscirono a recuperarli (ex. : il tesoro di Hoxne, di cui abbiamo una ricostruzione nel British Museum ; coprendeva monete, come quelle coniate da Onorio e dall’usurpatore Costantino III, vasi, gioielli)

26
Q

i problemi interpretativi delle fonti numismatiche:

A

-problemi di lettura su alcune monete
-documenti a volte non databili
-problema dei falsi (sia antichi che moderni)

27
Q

fonti archeologiche

A

L’indagine archeologica ci rivela i luoghi degli eventi storici (ex. il vallum Hadriani, la sede del Senato nel Foro, la colonna Traiana e Aurealiana)

28
Q

i toponimi

A

La toponomastica è la scienza che studia significato, origine e sviluppo dei nomi di luogo. Spesso i nomi vengono mantenuti anche quando perdono il significato originale (ex. Piacientia, Parma, Bononia)

inoltre sono comuni i casi di trasferimento del nome (quindi la città con un determinato nome nell’antichità non corrisponde alla città che oggi porta quel nome).&raquo_space; Capua, Caulonia

La radice linguistica di un toponimo può rivelare quale popolazione abitava originariamente quell’insediamento.
-I Longobardi: Gualdo da wald, “bosco”.
-Gli Etruschi: i toponimi formati col suffisso -ena, -enna, ina (Ravenna, Felsina - Bologna).
-Gli Illiri: i toponimi fondati sulla radice tergo “mercato” (Tergeste - Trieste).

oppure sulla funzione che aveva la città:
-I tanti toponimi formati sul vocabolo forum (“mercato”): Forum Traiani - Fordongianus.
-I toponimi che derivano dal computo in miglia lungo una strada: Sesto Fiorentino, a 6 miglia da Firenze.

i toponomi ‘prediali’ (determinano la proprietà di un terreno)
-si formano dal gentilizio del proprietario + il suffisso -anum.
ex. una proprietà di Marco Tullio Cicerone = Tullianum = oggi Tulliano.

29
Q

dibattito sulle forme di governo: Polibio

A

Polibio, dopo essere stato deportato a Roma per aver parteggiato per la Lega Achea dopo la terza guerra di Macedonia, iniziò a scrivere una storia universale (“Storie”) al fine di spiegare l’ascesa di Roma; nel libro 6 egli trova la spiegazione nella costituzione di Roma:

Secondo Polibio, il segreto dell’ascesa al potere di Roma è dovuto alla sua ‘costituzione mista’ (come quella di Sparta, già descritta da Platone e Aristotele, che tuttavia, al contrario di Roma, era stata redatta dallo spartano Licurgo in un preciso momento storico e in modo ‘artificiale’, cioè non attraversando momenti di crisi e guerre come accadde a Roma).

Inoltre, va detto che la 1° costituzione mista in assoluto fu quella di Atene (V sec. a.C.), descritta da Tucidide, in cui la democrazia veniva mantenuta ma in realtà il potere era nelle mani di soli 5000 cittadini.

Un apporto nuovo da parte di Polibio alla teoria delle costituzioni: ognuna delle tre forme, monarchia/regalità, aristocrazia e democrazia, ha una corrispondente forma degenerata: tirannide, oligarchia, oclocrazia (termine ripreso da Euripide), che produrrebbe un ‘processo cicliclo/anaciclosi’ se esse non si bilanciassero l’un l’altra.

Una costituzione mista, che prenda il meglio delle tre forme corrette, garantendo un bilanciamento dei poteri, blocca il processo di degenerazione.

Ad incarnare i 3 elementi della costituzione mista a Roma ci sono:
-consoli (monarchia)
-Senato (aristocrazia)
-comizi/assemblee popolari (democrazia)

Essi si tengono rispettivamente a bada ed impediscono quindi la degenerazione.

CONSOLI (elemento monarchico):
-in realtà i consoli non hanno un potere così autarchico come lo definisce Polibio (ex. egli dice che tutti i magistrati a eccezione dei tribuni rispondono a loro, ma ciò non è vero, o che fossero i consoli a nominare i tribuni militari, quando altre fonti ci dicono che erano in realtà di norma nominati dalle assemblee)

SENATO (elemento aristocratico):
-Al senato, secondo Polibio, andavano le principali competenze finanziarie (i censori dovevano dare conto delle loro spese e decisioni al Senato) e giudiziarie (esso interveniva nei crimini più gravi e che mettevano a rischio l’egemonia di Roma, e inviava censori, pretori e ambasciatori dove servissero).

ASSEMBLEE (elemento democratico):
-I comitia curiata (30 curie in cui tutti i cittadini votano per testa, su base gentilizia o territoriale)&raquo_space; ratifiche di diritto famigliare.

-I comitia centuriata (193 centurie divise in base al censo di tutti i cittadini)&raquo_space;> elezione di consoli, pretori e censori, votazione di determinate leggi e corte giudicante. Dato che venivano sempre chiamate prima le centurie più facoltose (le 100 centurie appartenenti alla 1° classe), raramente i ceti più bassi della popolazione (capotecensi=coloro con un censo più basso di 11.000 assi) avevano la possibilità di votare.

-I comitia tributa&raquo_space; le stesse persone (sia plebei che patrizi) che nei comitia centuriata qui votano in 35 tribù su base territoriale, di cui 4 urbane e 31 rustiche (=fuori Roma). Dato che le tribù erano su base territoriale e che per votare era necessario recarsi a Roma, questo sistema di votazione favoriva comunque coloro che avevano i mezzi per spostarsi.
Votavano l’elezione di edili, questori ed alcune leggi minori.

-I concilia plebis tributa&raquo_space;> nascono nel 494 a.C., al momento della prima secessione. Inizialmente si votava per curie, poi per tribù. Votavano solo i plebei ed eleggevano un tribuno della plebe o un edile della plebe e votavano i plebisciti.

I poteri fondamentali delle assemblee popolari sono premiare con gli onori (poiché è lui a votare nei comizi e quindi ad assegnare le cariche agli individui meritevoli), punire con le pene (giudica le cause capitali, giudica il lavoro dei magistrati). Inoltre il popolo era colui che decideva in ultima istanza della guerra o della pace.

SCACCO AI CONSOLI:
-Il Senato può: negare gli approviggionamenti, negare la ‘propogatio imperii’ ed inviare un nuovo comandante, negare i fondi per celebrare il trionfo (ex. il trionfo del console Quinto Minucio nel 197 a.C.).
-il Popolo può: negare la retifica alle loro decisioni sulla pace o sulla guerra.

SCACCO AL SENATO:
-Lo ius intercessionis dei tribuni della plebe poteva indebolire la forza di un senatus consultum, riducendolo ad un mero parere, non vincolante.
-Il potere di veto che i tribuni delle plebe avevano sulle azioni dei consoli poteva anche colpire l’iniziativa di convocare il Senato (Qui Polibio sottolinea il fatto che i tribuni devono sempre parteggiare per la plebe/popolo, come se facesse riferimento alla vicenda di Tiberio Gracco che destituisce il collega Ottavio, contrario alla legge Sempronia).

SCACCO AL POPOLO: il sistema degli appalti
Secondo Polibio la maggioranza del popolo (ex. pubblicani) aveva interessi nel sistema degli appalti (riscossione tasse e dazi, terreni, miniere). Tale sistema era però comunque regolamentato dal Senato.
In realtà i pubblicani erano solo un gruppo ristretto del popolo, quindi la tesi di Polibio non regge. Inoltre, il Senato è provato che non avesse in realtà un totale controllo sul sistema degli appalti, ma era invece gestito in maniera piuttosto autonoma.

In conclusione, in presenza del ‘metus hostilis’ (ex. Cartagine), secondo Polibio le tre parti collaborano al fine di salvaguardare lo Stato, e quando invece vi è un periodo di pace, una di esse non può comunque prevaricare sulle altre poichè da esse è limitata (visione ottimistica di Polibio, che pensa che Roma riuscirà a sopravvivere bilanciandosi anche dopi aver sconfitto Cartagine).

30
Q

dibattito sulle forme di governo: Cicerone:

A

Cicerone parla della costituzione romana nel 1 e 2° libro della Repubblica, in un dialogo tra Scipione Emiliano, il suo fraterno amico Gaio Lelio Sapiente e altri aristocratici.

differenze fra la costituzione mista di Polibio e quella di Cicerone:
-Cicerone sì parla di una costituzione mista, ma in essa la forma monarchica e democratica sono una compresenza variabile a seconda delle circostanze (non c’è una scansione precisa e ordinata come diceva Polibio).

-Il ciclo dei mutamenti è meno determinato rispetto a Polibio: ad una forma di governo ne possono succedere diverse altre.

-Secondo Cicerone non è il controllo reciproco fra i vari elementi (senato, consoli e poolo) a garantire la pace, ma sono invece i singoli stessi (ex. chi fa parte del senato, chi fa parte del popolo etc) che cercano la giustizia comune.
Questo sistema funziona poichè sono tutte persone virtuose, cioè che perseguono la virtù e la giustizia.

-Se in Polibio la formazione della costituzione mista è il risultato di un lungo confronto (che si era sviluppato anche per tutta l’età repubblicana), in Cicerone i fondamenti dell’ordinamento politico sono già posti in età regia:
Romolo crea il Senato (Repubblica, II, 15-17).
Il ruolo del popolo nella scelta del re con Numa Pompilio (II, 23).
La creazione dei comizi centuriati da parte di Servio Tullio (parlando del sistema di votazione per centurie, Cicerone dice che il fatto che alcune centurie siano privilegiate rispetto alle altre non è una cosa negativa; semplicemente vengono privilegiate le classi più stabili e che contribuiscono maggiormente nello Stato. Così si mantiene la pace).&raquo_space; visione più conservatrice (poichè comunque ammette che in realtà il popolo non può votare in maniera equa).
-valutazione non negativa di Cicerone nei confronti del potere individuale. Quest’ultimo potere certamente non si incarna in un tiranno come Tarquinio il Superbo, ma un leader buono e sapiente (forse si ispirava alla figura di Pompeo).

Cicerone sembra aspirare ad una società priva di cambiamenti e alla limitazione del coinvolgimento del popolo, immune da ogni decadenza (Un ideale ripreso (e sostanzialmente realizzato) da Augusto).

31
Q

da chi verrà ripresa in età moderna l’idea di costituzione mista?

A

-Machiavelli (anaciclosi)
-Hobbes
-Montesquie

32
Q

cos’è la ‘nobilitas’?

A

la ‘nobilitas’ è quella classe sociale a cui letteralmente appartengono ‘coloro di cui sono noti gli antenati’ (ex. hanno avuto un antenato console, pretore etc), e cioè la classe dominante della prima repubblica (‘patrizi’&raquo_space; coloro certamente discendenti dai ‘patres’ istituiti al tempo di Romolo).

Successivamente, la classe dirigente sappiamo che si aprirà anche ad esempio ai plebei.

33
Q

cos’è il ‘capitale familiare’? Come veniva valorizzato?

A

“capitale familiare”: il lustro di una persona deriva dalle figure dei suoi antenati. Esso veniva valorizzato ad esempio attraverso le monete, immagini degli antenati esibite nei riti funebri o nelle domus, il ‘nomen’ e il ‘prenomen’.

ex. monetazione di Metello Pio (cicogna=pietas verso il padre Metello Numidico, richiamato dall’esilio dopo essersi rifiutato di giurare fedeltà alla legge agraria proposta dal tribuno della plebe Saturnino)

Sono famosi anche i casi di falsa genealogia, come quella dovuta a strane coincidenze onomastiche (ex. i magistrati monetali ‘Sabinus’ con il re sabino Tito Tazio).

34
Q

I riti funebri:

A

Nella pompa funebris erano erano fatte sfilare maschere che riproducevano in modo realistico le fattezze degli antenati che avevano rivestito le magistrature superiori.
Erano indossate, insieme all’abito proprio della magistratura rivestita, da attori o da membri della famiglia che assomigliavano per corporatura a quegli antenati.

Essendo di cera, molti dei manufatti non sono arrivati a noi. Un raro esempio è larara maschera funeraria di Claudia Victoria, morta all’età di 10 anni (rinvenuta nel sepolcro della bambina, nell’odierna Lione).

Nell’atrio era esposto il defunto prima del funerale e si conservavano le maschere degli antenati e altre glorie familiari: così il loro messaggio andava al di là del momento particolare della cerimonia funebre, soprattutto perché era nell’atrio che il patronus riceveva i suoi clientes.

35
Q

gli alberi genealogici:

A

Un importante complemento ai ritratti degli antenati esposti nell’atrio della casa erano gli alberi genealogici (stemmata), come ci testimonia Plinio il Vecchio. Essi erano accompagnati dai ritratti dei defunti.

L’autore Giovenale, nelle sue ‘Satire’, prende in giro coloro che mascherano le loro azioni ignobili con quelle nobili dei loro antenati

36
Q

gli elogi funebri:

A

avevano intento di esaltazione del defunto (e della sua famiglia) ed erano pronunciati da qualcuno di vicino al defunto o dall’erede politico (ex. Marco Antonio per Cesare)

37
Q

l’exemplum degli antenati

A

A Roma era comune ed era valutato positivamente rifarsi all’esempio (exemplum) degli antichi, al mos maiorum. Ovviamente tale valore era maggiore se riferito agli antenati.

-Il richiamo all’exemplum di un proprio antenato poteva venire anche da una terza persona: così per esempio Cicerone nei confronti del pretore chiamato ad istruire la causa contro Verre (ex-governatore di sicilia accusato nel 70 a.C di aver vessato le comunità ad esempio attraverso le eccessive tasse), Manio Acilio Glabrione (pretore).

-Cicerone invita il pretore Acilio Glabrione alla massima severità per il debito che ha nei confronti del popolo romano, che lo aveva recentemente eletto alla pretura. Ma anche per uniformarsi all’esempio dei suoi antenati (ex. Il padre che da tribuno della plebe nel 122 a.C. aveva fatto approvare una lex Acilia de repetundis, contro le malversazioni dei governatori provinciali)

-Un altro caso: Il caso diP. Decio Mure, il console che durante la 3° guerra sannitica si immolò per portare alla vittoria i Romani, come aveva fatto suo padre nel 340 a.C. contro i Latini (e come farà suo figlio nella battaglia di Ausculum contro Pirro del 279 a.C.).

-caso in cui il figlio assume il compito del padre: caso del candidato eletto (per quell’anno erano eletti 6 tribuni militari al posto dei 2 consoli, per volere dei plebei), Publio Licinio, sentendosi ormai troppo anziano, propone ai comizi come suo vicarius il figlio, che è sua effigies e imago, e che lui stesso ha formato come uomo politico.

38
Q

chi contesta il sistema?

A

L’homo novus Gaio Mario contestò nel discorso prima della guerra giugurtina il sistema del capitale familiare, secondo una celebre testimonianza di Sallustio.
A definire la figura di Mario non sono le imagines degli antenati, ma le decorazioni militari: hasta, vexillum, phalerae.
Un’altra attestazione del valore di Mario sono le sue cicatrici, tutte ricevute combattendo faccia a faccia il nemico.
Infine Mario contesta che le virtù si possano trasmettere per via di sangue.

39
Q

l’addozione: adrogatio e adoptio

A

adrogatio: Sottoposizione di un pater familias alla potestà di un altro pater familias, che gli succedeva in tutti i rapporti (l’estinzione di un’intera famiglia e il suo assorbimento da parte di un’altra). Per la sau gravità doveva essere approvata dai comizi curiati e dal pontefice massimo.

adoptio: un pater familias cede un suo discendente ad un altro pater; è soprattutto questa forma ad essere usata a scopi politici (ex. passare da un ordine all’altro come fece Clodio, assicurare continuità dinastica, stringere alleanze fra famiglie)

40
Q

La funzione politica dei matrimoni:

A

Numerosi esempi dimostrano che anche i matrimoni erano usati dall’aristocrazia romana per concludere alleanze politiche (ex. Silla rinsalda la fedeltà di Pompeo nei suoi confronti dandogli in sposa la figliastra Emilia.)

Un altro esempio celebre è quello di Catone Uticense (nipote di Catone il Censore), che al fine di mescolare la sua famiglia con il nobile Ortensio, gli cede prima la figlia e poi la moglie (fonte: Plutarco).

Oppure Augusto stesso, che cede la figlia Giulia a coloro che egli designava come successori (Agrippa, Tiberio).

41
Q

sul ruolo famigliare: le idee di Gelzer e Munzer e Christ:

A

Gelzer studiò i caratteri delll’aristocrazia romana, affermando che è un gruppo ristretto al cui vertice troviamo la ‘nobilitas’ (termine che Gelzer restringeva alle sole famiglie che avevano avuto un console).

Partito dalle riflessioni di Gelzer, F. Münzer è divenuto uno capifila della cosiddetta ‘scuola prosopografica’: l’idea che nella lotta politica romana non vi è spazio per le ideologie e le autentiche passioni.
È una lotta condotta tra famiglie nobili (con il seguito dei loro clienti), che creano alleanze variabili, anche attraverso adozioni e matrimoni.

La politica della Repubblica si deve dunque comprendere non attraverso la storia delle idee politiche, ma studiando le vicende dei singoli personaggi, nelle loro relazioni, e delle loro famiglie: la prosopografia (dal greco prosopon, “persona”).

42
Q

critiche alla scuola prosopografica:

A

-Karl Christ, pur partendo sempre dalle posizioni di Gelzer, ha messo in luce che un aristocratico romano aveva una rete di relazioni familiari (e clientelari) molto complessa. Poteva dunque scegliere di far valere una di queste tante relazioni, anche in ragione del problema politico che doveva affrontare.
Analizzare le idee politiche dunque non è irrilevante.

-Ridurre la politica della Roma repubblicana ad un gioco di alleanze e conflitti tra gruppi familiari rischia di oscurare un dato essenziale: per buona parte dell’età repubblicana il Senato conservò una forte coesione e una grande unità di intenti, che travalicava gli schieramenti familiari.
Anche quando questa unità si spezza, durante le guerre civili, non viene automaticamente sostituita da blocchi familiari: non di rado membri della stessa famiglia si trovano nei blocchi contrapposti.

  • guardando i dati demografici, l’influenza diretta che un padre poteva esercitare sui figli in politica non era poi molto rilevante. poichè considerando la modesta durata della vita media a Roma, quando un uomo arrivava a candidarsi alle magistrature superiori, nell’80% dei casi suo padre era già morto.

-È vero che nel momento delle elezioni era importante poter avere l’appoggio di un gruppo familiare e non di rado gli schieramenti erano determinati dalle relazioni familiari, non da considerazioni politiche.
Tuttavia le relazioni familiari non erano sufficienti ad assicurare il successo:
Anche un personaggio appartenente alla più ristretta cerchia della nobilitas poteva sperimentare difficoltà: Q. Cecilio Metello Macedonico fu eletto console solo al terzo tentativo, nel 143 a.C.
Inoltre si dubita della possibilità che un candidato aveva di orientare il voto di parenti, amici e clienti verso un suo alleato, in particolare dopo l’introduzione del voto segreto.

43
Q

considerazioni sul valore famigliare nella politica:

A

Le relazioni familiari, anche rafforzate attraverso gli strumenti dell’adozione e del matrimonio, sono uno dei fattori della politica Repubblica, non il solo o il principale fattore; anzi, spesso diversi fattori come l’ordine ideologico o economico potevano a loro volta orientare la scelta di creare determinate relazioni familiari (o di valorizzare alcuni dei molti legami familiari di cui disponeva un aristocratico romano).

In altre parole, era spesso la politica a condizionare le relazioni familiari, non viceversa.

44
Q

la città:

A

Cicerone scinde i due significati di ‘città’:
-comunità di uomini retta dalle stesse leggi e in cui vive la ‘civiltà’, quindi è sacra agli dei (polis: essa in Grecia era più autonoma che a Roma).
-lo spazio urbano, ‘città di pietre’ (questo significato era decisamente meno importante del primo)

Essa (la città) viene inoltre vista come anello intermedio della società, tra la famiglia e lo Stato.

45
Q

esempi di città:

A

-colonie
-municipi

46
Q

termine ‘latino’:

A

inizialmente le colonie fondate da Roma (nel Lazio) erano dette ‘latine’ poichè erano fondate da Roma e dai territori della Lega Latina.
Successivamente dopo del 338 a.C.:il termine ‘colonia latina’ smette di significare ciò che significava prima, poichè le città della Lega Latina vengono inglobate nel dominio romano.
Da questo momento in poi, il termine ‘colonia latina’ sta a significare un status (cioè colonie con diritto latino).

47
Q

il comportamento di Roma nelle aree da urbanizzare e in quelle già urbanizzate:

A

-da urbanizzare (Ex. nelle province occidentali)&raquo_space; Roma promuove l’urbanizzazione attraverso colonie come Mutina

-zone già profondamente urbanizzate (cioè con centri comunitari, come in Oriente)&raquo_space; Roma lascia ampia autonomia alle vecchie poleis esistenti. Più rare in queste aree le fondazioni di colonie di veterani.
In cambio di questa autonomia, Roma chiede alle città di essere un tramite della sua amministrazione.
In qualche caso Roma promuove al rango di vere e proprie città quelli che erano dei semplici aggregati demici, privi di autonomia, dei villaggi, come documentato per Timando, in Asia minore.

48
Q

differenze fra colonia e municipio:

A

-municipio: la comunità manteneva le sue istituzioni ma gli abitanti potevano o ricevere la cittadinanza romana (municipio di diritto romano ex. Tusculum, che fu il primo municipio), o avere dritto latino (non ricevere la cittadinanza romana, ma avere alcuni diritti = diritto di matrimonio, di commercio. proprietà e di migrazione a Roma).

-colonie: città di nuova fondazione in cui solitamente vengono mandati dei coloni (romani che si trasferiscono nella colonia); esse replicano le usanze di roma (Ex. assemblee, istituzioni etc), e quindi non mantiene la sua cultura ed istituzioni originarie come per il municipio.
Anche nelle colonie, abbiamo colone con cittadinanza romana e colonie “latine” (gli abitanti trasferitisi rinunciano alla cittadinanza romana ed assumono certi diritti (ex. diritto di matrimonio, di commercio, di proprietà e migrazione a Roma) e territori (maggiori di quelli che avrebbero a Roma).

49
Q

diritti e doveri dei cittadini latini:

A

I diritti:
-diritto di contrarre matrimoni legittimi con cittadini romani.
-diritto di concludere contratti con cittadini romani, sotto la tutela del diritto romano.
-diritto di prendere residenza a Roma e di acquisire la cittadinanza romana.
-Diritto di voto a Roma se vi si trovano al momento delle votazioni.
-il diritto di acquisire la cittadinanza romana per i magistrati delle comunità latine (un modo efficace con il quale Roma lega a sé le classi dirigenti locali).

I doveri:
-Uniformarsi alle decisioni di Roma in politica estera.
-Fornire truppe a Roma in caso di guerra.

50
Q

comunità senza nè diritto latino nè diritto romano (comunità peregrine):

A

Tutte le comunità che non ottengono né il diritto latino né la cittadinanza romana sono le comunità peregrinae. Si dividono in:
-città federate/alleate: città italiche o comunque considerate alla pari alleate a Roma (ex. Taranto dopo la guerra contro Pirro). Esse avevano un’autonomia interna molto più ampia rispetto alle colonie o ai municipi ma non avevano diritto di matrimonio, migrazione o commercio e dovevano comunque prestare soccorso a Roma in caso di necessità .
-città stipendiarie: città non italiche che devono fornire a Roma dei tributi
-città libere e immuni: città non italiche che, avendo magari aiutato precedentemente Roma, sono libere e immuni da obblighi particolari nei confronti di Roma.

51
Q

come cambia il prestigio fra ‘colonia’ e ‘municipio’:

A

Se in età Repubblicana è più prestigioso il titolo di municipio poiché, al contrario di una colonia, esso non è stato creato da 0 e quindi conserva la sua storia, in età imperiale si ritiene che il titolo di colonia, avvicinando l’istituzione della città a quella di Roma, sia più prestigioso.
Ne consegue il fenomeno della creazione di colonie romane fittizie, con la concessione del titolo di colonia a vecchi municipi, senza che ci sia un effettivo invio di coloni
Un esempio è costituito da Italica, nella provincia di Betica, che ricevette lo status di colonia “onoraria” dal suo concittadino Adriano, che peraltro si mostrò stupito della richiesta.

52
Q

cosa fa il governatore provinciale dopo la creazione di una provincia?

A

Una volta creata una provincia, il governatore provinciale (ex. Plinio) deve arrivare e giudicare il rapporto che le varie comunità possono avere con Roma (e così si va a dare il titolo di colonia, municipio etc.).
N.B.: in una città coesistono comunque individui con statuti e diritti diversi (cittadini, residenti e stranieri/incolae).

53
Q

differenza fra il diritto latino ed i ‘cives sine suffragio’

A

chi ha il diritto latino, pur non potendo votare, ha diritto di migrazione a Roma, i cives sine suffragio no. Inoltre, i cittadini di diritto latino hanno il diritto di possedere dei beni secondo il diritto romano, diritto che cives sine suffragio non hanno.

54
Q

L’attenuarsi delle differenze tra i diversi statuti cittadini

A

L’attenuarsi delle differenze tra i diversi statuti cittadini: dopo la costitutio antoniniana del 212 d.C. le differenze fra i vari statuti cittdini vanno ad attenuarsi, ma per un certo conservatorismo e prestigio i termini colonia, municipium, civitas continuano a essere usati, anche se hanno perso il loro significato originario.

55
Q

I Peregrini in una colonia romana o latina

A

I Peregrini in una colonia romana o latina
-Potevano essere assorbiti nella colonia con diritti pari a quelli dei coloni.
-Potevano essere assorbiti nella colonia con diritti inferiori a quelli dei coloni.
-Potevano continuare a vivere secondo le proprie strutture giuridiche e amministrative in una comunità autonoma rispetto alla colonia (Doppelgemeinde, comunità doppia): due diverse “città di uomini” convivono nella stessa “città di pietre”. (ex. caso nella colonia Interamnia, attuale Teramo).

55
Q

come si acquisisce e come può essere cambiato l’origo:

A

Come si acquisisce l’orìgo
-Per nascita (il figlio acquisisce la medesima origo del padre). (ex. il figlio del liberto acquisisce l’origo del padre)
-Per manomissione (il liberto acquisisce la medesima origo del suo patrono).
-Per adozione (l’adottato acquisisce la medesima origo del padre adottivo).

si può mutare solamente:
-Per decreto del consiglio municipale.
-Per concessione dell’imperatore, come accadde in un caso documentato da un’epigrafe di Tarragona.

56
Q

i giorni: Giorni festivi e giorni lavorativi

A

Un’essenziale classificazione qualitativa del tempo, attribuita a Numa Pompilio era quella tra:
-Dies profesti, giorni lavorativi
-Dies festi, giorni festivi (Sacra privata=cerimonie religiose domestiche ; Sacra popularia=manifestazioni della religiosità collettiva, che tuttavia non avevano carattere ufficiale e statale ; Sacra pro populo=quei riti che erano propri della comunità politica.)

-giorni fasti: in cui si poteva condurre ogni genere di affari in modo propizio.
-giorni nefasti: erano quelli in cui era opportuno sospendere ogni attività.

56
Q

fonti di calendari:

A

-I Fasti Antiates maiores (calendario dipinto sul muro di una villa nei pressi di Anzio)
si tratta dell’unico calendario precedente alla riforma di Cesare giunto fino a noi: in effetti riporta anche il calendario del 13° mese, intercalare, e manca il riferimento alla dedica del tempio di Venere nel Campo Marzio.
-fonte letteraria: Il calendario del Cronografo del 354 d.C. redatto dal cristiano Filocalo

57
Q

le credenze superstiziose ; oltre ai giorni nefasti

A

Le credenze superstiziose
Al di là della classificazione ufficiale dei giorni che ritroviamo nei calendari, la superstizione consigliava di astenersi da attività importanti in alcuni giorni:
-quelli delle feste Parentalia, dal 13 al 21 febbraio, in cui si commemoravano i defunti.

-I giorni in cui si apriva il mundus che collegava il mondo dei vivi a quello dei morti (24 agosto, 5 settembre e 8 novembre).

  • anniversari delle disfatte dell’Allia/Sacco di Roma (18 luglio) e di Canne (2 agosto).

-i giorni immediatamente posteriori alla Calende, alle None e alle Idi.

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Q

quanto era veramente rispettato il calendario?

A

Il sospetto è che il dettato dei calendari fosse osservato con una certa elasticità, soprattutto nelle campagne.
L’ipotesi è rafforzata considerando la sobrietà dei calendari agricoli, i menologia rustica, tra cui il Menologium rusticum Colotianum, giunto fino a noi grazie a un’iscrizione (Deve il suo nome all’umanista Angelo Colocci, paradossalmente al centro di Roma).

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Q

quanto era veramente rispettato il calendario?

A

Il sospetto è che il dettato dei calendari fosse osservato con una certa elasticità, soprattutto nelle campagne.
L’ipotesi è rafforzata considerando la sobrietà dei calendari agricoli, i menologia rustica, tra cui il Menologium rusticum Colotianum, giunto fino a noi grazie a un’iscrizione (Deve il suo nome all’umanista Angelo Colocci, paradossalmente al centro di Roma).
In esso non abbiamo nessun riferimento alla qualità dei giorni che ritroviamo nei Fasti.