Compositi Flashcards

1
Q

Domande sui compositi:

A
  1. Come sono cambiati i materiali compositi negli ultimi 50 anni
  2. Classificazione di Lutz e Philips dell’83
  3. Classificazione dei compositi in base al metodo di polimerizzazione
  4. Vantaggi e svantaggi dei compositi
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2
Q

Cosa si intende per composito?

A

Materiale costituito da particelle di vetro silicato immerso in una matrice di monomero acrilico che andrà in contro a polimerizzazione

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3
Q

Da quali elementi è composto un composito dentale?

A

Matrice monomerica = Bis-GMA (bisfenolo A glicidilmetacrilato), Bis-GMA modificato, TEG-DMA (trietilen-glicoldimetacrilato) UDMA (Uretano-dimetacrilato)
Filler = vetro silicato (cristalli di quarzo, vetro borosilicato, vetro di bario, parti colloidali, silicato di bario, stronzio, alluminio, arricchiti a volte con Calcio e Fluoro, in maniera da renderli bioattivi)
Agente accoppiante = Silano.
Plasticizzanti
Pigmenti

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4
Q

Che caratteristiche conferisce il trietilenglicoldimetacrilato al composito (TEGDMA)?

A

Maggior scorrimento (maggiore maneggevolezza del materiale composito
Aumentata conversione del monomero in polimero (e quindi aumentata conversione)
Aumento dei legami crociati (cross-link della matrice polimerica)

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5
Q

Come si classificano i compositi in base alla matrice monomerica che contengono?

A
  1. Matrice convenzionale. (Metacrilati puri). Vanno a costituire Bis-GMA TEDGMA UDMA e Bis-GMA modificato.
  2. Metacrilati acido-modificati (COMPOMERI). La polimerizzazione si basa su gruppi polari.
  3. Matrice inorganica. (ORMOCERI). La polimerizzazione si basa su policondensazione inorganica.
  4. Matrice ad apertura di anello epossidico. (SILORANI). Si basano su polimerizzazione cationica.
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6
Q

Cosa sono gli agenti accoppianti?

A

Molecole bipolari in grado di legare da una parte il filler (attraverso i gruppi idrossilici della silice) e di co-polimerizzare con i doppi legami dei monomeri

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7
Q

Che effetto ha l’agente accoppiante sulla resa clinica del composito?

A
  1. Migliorare il legame tra matrice polimerica e filler migliorando la resistenza ALL’ABRASIONE
  2. Migliora le resistenza del materiale da restauro ai carichi
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8
Q

Quali sono le funzioni (positive e negative) del filler?

A
  1. Inibisce la deformazione della matrice
  2. Riduce il coefficiente di espansione termica lineare
  3. Aumentando la superficie totale del filler vado a ridurre lo scorrimento viscoso del monomero all’interno del materiale, riducendo la percentuale di conversione. I nanoriempiti servono a limitare al massimo l’impedimento dello scorrimento delle lamine viscose all’interno del materiale.
  4. Riduzione dell’assorbimento di acqua all’interno del composito. I nanoriempiti sono molto più lucidabili
  5. Aumento della “wear resistence”
  6. Aumento del “modulo elastico”
  7. Aumento della resistenza tensile ed alla compressione
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9
Q

Che densità ha il riempitivo rispetto al monomero?

A

Il riempitivo a base di silice a una densità 3 volte maggiore rispetto al monomero.

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10
Q

Come si classificano i fillers?

A
  1. Forma
  2. Dimensioni
  3. Materiale
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11
Q

Quale è la percentuale di carico ideale del riempitivo all’interno del composito?

A

Il volume che garantisce la massima capacità di modulo elastico flessurale e resistenza flesisonale è il 60% (Ilie 2009)

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12
Q

Come si classificano i compositi in base al metodo di polimerizzazione?

A
  1. Polimerizzazione Chimica
  2. Polimerizzazione attivata da luce
  3. Polimerizzazione fotochimica
  4. Polimerizzazione attivata dal calore
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13
Q

Come funziona la polimerizzazione attivata da calore?

A

Metodi di polimerizzazione generalmente utilizzato in materiali da protesi.
Si compongono di polvere + liquido catalizzatore.
Iniziatori chimici quali benzoilperossido, t-butilperossido, tricoperossido vengono attivati e generano una reazione esotermica. Il calore prodotto da questa reazione rompe il doppio legame del monomero e attiva la reazione di polimerizzazione a catena.
Nota bene come la reazione può iniziare anche grazie a calore esogeno. Vengono per questo insriti degli stabilizzanti quali l’idrochinone.

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14
Q

Come funziona la polimerizzazione chimica?

A

Si compone di un sistema pasta-pasta.
La prima pasta contiene il monomero e la seconda contiene i benzoili. Questi ultimi vanno a generare specie reattive dell’ossigeno. Queste, essendo estremamente instabili dal punto di vista chimico, in particolare essendo avide di elettroni, vanno a rubare uno degli elettroni facente parte del doppio legame carbonio carbonio. Il monomero si comporta a sua volta come specie instabile e si va legare ad un altro monomero, permettendo quindi la polimerizzazione.

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15
Q

quali sono i vantaggi e gli svantaggi della polimerizzazione di tipo chimico?

A

Vantaggio: la polimerizzazione inizia contemporaneamente in tutti i punti del materiale contribuendo a migliorare le proprietà strutturali del materiale.
Svantaggi:
-inglobamento di particelle di ossigeno durante la miscelazione delle due paste. L’ossigeno come sappiamo crea la fase dispersa.
-tempo di lavoro limitato

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16
Q

In cosa consiste lo strato di inibizione?

A

Lo strato di inibizione è lo strato dello spessore di 20-40 micron di monomero non polimerizzato in contatto con l’aria. Il monomero a contatto con l’aria non reagisce in quanto le specie reattive dell’ossigeno prodotte dall’iniziatore, invece che reagire con il monomero, reagiscono con l’ossigeno presente nell’aria.

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17
Q

Quale è stata l’evoluzione dei materiali compositi che rilasciano fluoro?

A

Swartz nel 1976 aggiunge sali di fluoro all’interno della matrice monomerica. Il problema principale di questi è che si scaricavano molto precocemente, andando tra l’altro ad inficiare la qualità meccanica della resina composita.

Xu e Burgess nel 2000 introducono particelle di filler contenenti fluoro detti fluoro-allumino-silicati. Possono essere ricaricati. Hanno sufficienti proprietà meccaniche.

Nel 2007 grazie a Xu (senza Burgess) vengono introdotti i compositi contenenti tetra-bulil-ammonio-fluoruro nella matrice monomerica. Hanno sufficienti proprietà meccaniche, sopratutto rispetto a quelli introdotti da Swartz.

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18
Q

Fai una timeline dell’evoluzione delle resine composite dentali nel tempo?

A

Resine Acriliche di Bowen: 1948
Bis-Gma: 1968
Resine composite riempite (introduzione del filler): 1969
Mordenzatura e microriempiti: 1970
Fotopolimerizzazione e compositi ibridi: 1980
Flow e microibridi: 1990
Nanoriempiti: 2000
Low-shrikage: 2010

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19
Q

Classificazione Lutz e philips dei compositi.

A

Si tratta di una classificazione dei compositi basata sulla dimensione del filler introdotta nel 1983.
Macroriempiti (maggiore di 10 micrometri)
Microriempiti (0,01-0,1 micrometro)
Ibridi: un mix fra le due

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20
Q

Quali sono i vantaggi dei compositi macroriempiti?

A

Durezza elevata
Bassa resistenza all’abrasione
Scarsamente lucdiabili
Elevata radio-opacità

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21
Q

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei compositi microriempiti?

A

Miglior estetica e lucidabilità
Usura clinica lineare (quindi maggiore resistenza all’usura)
Ridotta opacità
Aumentato potenziale di frattura
Ridotta contrazione da polimerizzazione

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22
Q

Quali sono i vantaggi dei compositi di ibridi?

A

Aumento del filler loading (Ridotta contrazione da polimerizzazione)
Miglioramento della maneggevolezza (riduzione appicicosità)

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23
Q

Quali elementi sono stati introdotti nei compositi per renderli antimicrobici?

A

Clorexidina: abbandonata molto presto in quanto altamente idrofila, ed incompatibile con un materiale altamente idrofobo come il composito.
Ioni d’argento: ottima proprietà antimicrobica senza alterazione delle proprietà meccaniche del materiale. Tuttavia molto brutto esteticamente.

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24
Q

Parla dei silorani

A

Monomero a base di apertura epossidica
La struttura monomerica non permetteva un legame efficiente con il sistema adesivo (non si attaccavano).

La polimerizzazione delle resine siloraniche è profondamente differente rispetto a quello delle resine composite convenzionali. La polimerizzazione cationica ad anello aperto propria delle resine composite siloraniche sviluppa la minor contrazione e il più basso stress da polimerizzazione rispetto a qualsiasi composito tradizionale, riuscendo comunque a ottenere alti valori di adesione al dente31,33, mostrando un minimo spostamento cuspidale e un ottimo adattamento marginale del restauro34,36.

Epoxide molecula (eterocicled)
Easily opening of ring
Low shrinkage

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25
Q

Parla degli ormoceri

A

Gli ormoceri sono delle resine composite contenenti all’interno della matrice organica una parte inorganica (ossido di silice, ossido di titanio, ossido di zinco).
L’obiettivo della fase inorganica è quello di:
- prevenire il rilascio di monomero non reagito (eluizione del monomero) (stabilità chimica)
- migliorare le qualità meccaniche (stabilità meccanica)
Gli ormoceri contengono anche polisilossani che hanno la funzione di
- indurre elasticità nel materiale
- migliorare le proprietà di adesione con l’interfaccia.
Gli svantaggi degli ormoceri è che sono brutti. Ma sono migliorati nel tempo.

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26
Q

Parla dei compomeri

A

Resine composite simili ai vetro-ionomeri, ma all’interno della quale non avviene una vera e propria reazione acido/ base. Trovano applicazione in pedodonzia, rilasciano fluoro. Polimerizzazione basata su Gruppi Polari.

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27
Q

Quale è stata l’evoluzione nella dimensione del filler dopo Lutz e Philips?

A

Macroriempiti 10-100 micron
Medioriempiti 1-10 micron
Miniriempiti 0,1- 1 micron
Microriempiti 0,01- 0,1 micron
Nanoriempiti 0,005 - 0,01 microm (5-100 nanometri)

Microibridi (microriempiti + miniriempiti)
Nanoriempiti con nanocluster

Questi ultimi 3 sono quelli più utilizzati ad oggi.

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28
Q

Che caratteristiche, ad oggi, hanno i filler dei compositi?

A

Sono prepolimerizzati, sferici e di dimensione variabile

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29
Q

Che vantaggi hanno i nanocluster?

A

I nanocluster, inseriti all’interno dei nano-riempiti aumentano la stabilità meccanica, preservando le caratteristiche di lucidabilità ed estetica.

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30
Q

Quali problematiche potrebbe dare il Bis-GMA?

A

Il bisfenolo alfa glidilmetacrilato non reagito si degrada andando a formare bisfenolo alfa, questo può essere tossico nei confronti di alcune linee cellulari quali quelle dei fibroblasti.

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31
Q

Quali sono i vantaggi dei compositi?

A

Estetica
Stabilità chimica all’interno del cavo orale
Ottima lavorabilità e plasticità
Riparabili (al contrario dell’amalgama)

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32
Q

Quali sono gli svantaggi dei compositi?

A

Tossicità del Bis-GMA non polimerizzato ed eluito all’interno del materiale(se presente)
Contrazione da polimerizzazione
Alto coefficiente di espansione termica lineare
Meno resistenti all’abrasione (rispetto ai restauri metallici)
Potenziale fallimento dell’interfaccia dentina-restauro dovuta a carie secondaria

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33
Q

Quale è lo spettro di assorbimento del canforochinone?

A

450-500 nanometri

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34
Q

Quale è il grado medio di conversione del monomero in polimero?

A

35-75%
Ferracane 1997

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35
Q

Quali inziatori fotochimici sono maggiormente utilizzati nei compositi fotoattivabili?

A

Canforochinone
Lucerina-TPO
Benzile
Acenaftene
Fenilpropandione

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36
Q

Che problema avevano i compositi fotoattivabili che avevano solamente il canforochinone come inziatore?

A

Colore giallo del canforochinone
Spettro d’assorbimento limitato
Alta reattività: generava una polimerizzazione troppo veloce andando a generare maggiore stress da contrazione.

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37
Q

Da cosa dipende il grado di conversione del monomero in polimero?

A
  1. Intensità della luce
  2. Qualità della luce
  3. Tempo di irradiazione
38
Q

A quanto ammonta la riduzione del volume della resina composita dopo la polimerizzazione?

A

2,9-7,1%
Feiltzer nel 1998

39
Q

Se dovessi polimerizzare due millimetri di resina composita con una lampada da 1000 mW/s, quanto la terrei accesa?

A

Per polimerizzare 1 mm di resina servono 16 J.
1 Joule equivale a 1000 mW/s.
Se ho due millimetri di resina devo quindi polimerizzare per 32 secondi.

40
Q

Quali sono i fattori che influenzano lo stress da contrazione?

A
  • Entità della contrazione
  • Modulo elastico del composito
  • Modulo elastico del dente
  • Forma cavitaria
  • Modalità di apporto
  • Plasticità del composito
  • Velocità di polimerizzazione
  • Direzione di polimerizzazione
41
Q

Che fasi di velocità attraversa la polimerizzazione della resina composita?

A
  • Autoaccelerazione data dall’inizio dell’esaurimento del monomero
  • Rallentamento dovuto all’aumento di viscosità (creazione di rete tridimensionale) che isola i radicali riberi rimanente, impedendo la loro reazione con altro monomero
42
Q

Perché la polimerizzazione cessa?

A
  • Difficoltà dovute alla matrice polimerica tridimensionale
  • Incontro di due estremità di due radicali che formano un legame carbonio carbonio.
43
Q

Perché lo stress da contrazione dipende dalla direzione di polimerizzazione?

A

Dipende dalla direzione nei sistemi fotoattivabili. La polimerizzazione inizia prima nei punti più vicini alla sorgente luminosa (per la legge di lamert beer)

44
Q

Perché il modulo elastico del composito e del dente influiscono sullo stress da contrazione dovuto alla polimerizzazione?

A

Più i materiali sono elastici (modulo elastico basso) più saranno in grado di assorbire e distribuire le tensioni interne al materiale

45
Q

Perché la velocità di polimerizzazione influisce sullo stress di contrazione?

A

La polimerizzazione segue una fase pre-gel e post-gel. Nella fase pre-gel c’è uno scorrimento viscoso dei monomeri ancora non reagiti e una compensazione interna degli stress generati dalla contrazione. Raggiunto il gel-point, o punto di vetrificazione, si andrà incontro alla generazione di stress da contrazione ai margini del restauro. Obiettivo e rendere la fase post-gel il più corta possibile a favore della pre gel. Il modo migliore per farlo è fornire l’energia il più gradualmente possibile.

46
Q

Da cosa dipende la plasticità del composito, direttamente collegata allo stress di contrazione?

A
  • Quantitativo i filler
  • Tipo di matrice organica
  • Tipo di modificatori di viscosità
47
Q

Quali sono le cavità che hanno il C-FACTOR più grande (sfavorevole)?

A
  • Prima classe 5
  • Quinta classe 5
48
Q

Quali sono le cavità che hanno il C-FACTOR più piccolo (favorevole)?

A
  • Terza classe (3/3) 1
    • Quarta classe (2/4) 0,5
49
Q

Che C-factor ha la seconda classe? Perché si trasforma in una 1 classe?

A
  • Tuttavia è anche importante l’area dell’interfaccia restauro / dente. Infatti la parete (essendo spessa un millimetro ha u’area di contatto con il dente estramente limitato. Il C-factor della parete inoltre è di 1, che è molto poco)
  • MOTIVO 1: la parete interprossimale ha un C-fator di 1 e una superficie di contatto limitata. Il che è un vantaggio perché c’è poco stress da contrazione, che sappiamo essere un fattore predisponente per il fallimento dell’interfaccia restauro. Se l’interfaccia fallisce c’è carie secondaria e recidiva. QUINDI ABBIAMO UNO STRESS DA CONTRAZIONE COMPLESSIVO MAGGIORE, MA ABBIAMO UNO STRESS DA CONTRAZIONE LOCALIZZATO (A LIVELLO DEL MARGINE) MINORE
  • MOTIVO 2: lo stress da contrazione tra composito e composito e meglio distribuito che tra composito e dente.
  • MOTIVO 3: la parete interprossimale è un punto delicato sia per quanto riguarda la corretta chiusura del margine cavitario (parieti assiali e parete cervicale) sia perché c’è il rischio di indurre un danno nel dente vicino, che come abbiamo visto è la prima causa di carie iatrogena
50
Q

Perché il concetto di c-factor è stato ridimensionato nel tempo?

A

è stato ridimensionato in quanto si è capito essere più influente il rapporto superficie adesa / superficie libera rispetto al rapporto tra il numero di parete adese e libere

51
Q

Come il materiale da restauro influisce sui tempi di polimerizzazione?

A
  • Colore del materiale. Il materiale si lascia diffondere, riflettere/rifrangere? Materiali più tralucenti (es. compositi bulk)
  • Quantità di filler
  • Qualità del filler

Evitare l’effetto scattering

52
Q

In cosa consiste l’effetto scattering?

A

Consiste nei fenomeni di riflessione che avvengono sulla superficie delle particelle di riempitivo durante la fotopolimerizzazione. Questa riflessione può inibire la diffusione dei fotoni in maniera omogenea. Dipende dal tipo di riempitivo e dalla sua concentrazione.

53
Q

Perché la distanza del puntale influisce sul grado di polimerizzazione?

A

Come dimostrato da Shortall nel 2005 (basandosi sulla legge della dispersione quadratica) l’intensità di energia luminosa decade secondo il quadrato della distanza

54
Q

Quali sono i casi in cui devo aumentare il tempo di polimerizzazione?

A
    • Quando polimerizzo adesivo
    • Quando polimerizzo in cavità profonde
    • Quando polimerizzo al livello del gradino cervicale
55
Q

Quali procedure di fotopolimerizzazione conosci?

A

Convenzionale
Soft-Start: 10 secondi a 200 mW/s e poi a 2000 mW/s (potenza massima). Programmato dalla lampada.
Ramp-Curing. Programmato dalla lampada.
Delayed Polymerization. Lo facciamo noi, andando a polimerizzare a 1000 mW/s per 1 s, poi aspettando due minuti, e poi andando a riprendere la polimerizzazione.
Intermittence curing. Programmata nella lampada. Attualmente non si utilizza più.

56
Q

Quali evidenze di efficacia ha la modalità di polimerizzazione soft-start?

A
  • Migliora l’interfaccia dente -restauro
  • Migliora l’adattamento marginale
  • Ridotta conversione monomero-polimero (bad)
57
Q

Quali lampade fotopolimerizzanti conosci? Che vantaggi e svantaggi hanno?

A
  • Alogene: grade spettro di emissione, producono tanto calore (danni alla polpa), si usurano facilmente, ridotta efficienza.
  • A led: ridotta produzione di calore, durano molto, sono più portatili, hanno uno spettor di emissione limitato (440-480 nanometri)
  • Al plasma: tempi ridotti, ridotta efficienza, sviluppano calore
  • Ad argon: aumentato grado di conversione, costano un sacco
  • Multiled: hanno più led che vanno a coprire uno spettro di assorbanza maggiore. Costano tanto ma osno il gold standard.
58
Q

Qual è il massimo spessore di composito fotopolimerizzabile in maniera uniforme?

A

2 mm

59
Q

In cosa consiste la post-polimerizzazione?

A

Conversione del monomero residuro (all’incirca il 2%) entro le 24 ore successive la fase di fotopolimerizzazione.

60
Q

Quali sono le conseguenze dello stress da contrazione a livello clinico?

A
  • Dolenzia post-operatoria
    • Gap marginale
    • Carie secondaria
    • Frattura adesiva o coesiva
61
Q

Che tipo di frattura a seguito della polimerizzazione ci può essere?

A
  • Adesiva (microleakage)
  • Coesiva:
    • del restauro
    • del dente
62
Q

Quali generazioni di lampade a led sono esistite?

A

Prima generazione: monocromatiche (spettro di emissione piccolo) e bassa potenza (200 mW/s)
Seconda: monocromatiche (spettro di emissione piccolo) e potenza corretta (1000 mW/s)
Terza (multiled): potenza corretta e spettro di emissione ampio (utile in quanto i nuovi compositi hanno più attivatori fotochimici messi insieme).

63
Q

Cosa è lo strato di inibizione? Come è sfruttato e/o prevenuto?

A

Strato di monomero non reagito di 20-40 micron.
Si frutta durante la tecnica di stratificazione incrementale per legare un pezzo di composito all’altro.
Nell’ultima stratificazione diventa un problema, perché è una zona fragile del restauro. Pertanto dopo l’ultima polimerizzazione si applica un gel di glicerina sopra il restauro e si polimerizza di nuovo.

64
Q

Si può fare un restauro dopo uno sbiancamento dentale? Giustifica la tua risposta.

A

No. Infatti gli sbiancamenti dentali, esterni e/o interni che siano, si basano sull’azione del perossido di idrogeno. Questo rilascia ossigeno fino ad un tempo di 2 settimane dopo lo sbiancamento. L’ossigeno è nemico della polimerizzazione. Quindi nei 14 giorni successivi ad uno sbiancamento non effettuiamo restauri in materiale composito.

65
Q

Quali sono i vantaggi della tecnica di stratificazione incrementale?

A

Riduzione stress da contrazione
Riduzione della flessione delle cuspidi
Aumenta la resistenza delle cuspidi alla frattura
Minore gap interfaccia dente-restauro
Ottimizza l’adattamento marginale
Riduce la sensibilità post-operatoria

Jhedrikowsky 2001

66
Q

In cosa consiste la tecnica “closed sandwich”?

A

Si riferisce al fatto di apportare un primo strato di flow spesso 0,5 mm sul fondo di una cavità di prima classe o di una cavità di seconda classe dopo aver ricostruito la parete interprossimale.

67
Q

Quali sono i punti in cui la lampada a led emette una maggiore potenza?

A

Emette una maggiore potenza al centro del suo diametro. L’implicazione clinica di ciò è che i vettori dello stress da contrazione del materiale saranno rivolti a raggiera verso il centro della lampada.

68
Q

Che scopo ha l’applicazione di 0,5 mm di flow al fondo della cavità?

A

Il composito flow ha una maggiore elasticità rispetto al tradizionale composito. Questo permette di assorbire meglio le tensioni generate dalla polimerizzazione.

69
Q

Che scopo ha l’incremento obliquo nel riempimento della cavità? Come si polimerizza?

A

Ha lo scopo di:
1. Ridurre il numero di pareti adese durante l’apposizione.Se l’applicazione è obliqua il pezzo da polimerizzare sarà adeso a due pareti, invece che tre. Questo riduce lo stress da contrazione.
2. Si polimerizza puntando la luce sulle superfici vestibolari / orali del dente. In questo modo cambia la direzione di polimerizzazione e quindi cambia l’orientamento dello stress da contrazione. La stress si scarica sulle pareti e non internamente al materiale.

70
Q

Che caratteristiche chimiche e meccaniche hanno le resine flow?

A

Hanno un rapporto riempitivo/monomero basso
Hanno una contrazione 3 volte maggiore rispetto alle resine composite tradizionali
Hanno modulo elastico basso, mediamente di 4-6 GPa, quindi sono molto elastici. Il che comporta la riduzione dello stress da contrazione nonostante l’alto grado di contrazione. (Ricorda che lo stress da contrazione dipende da: modulo di elasticità del dente, del materiale da restauro, dalla sua plasticità, dalla direzione e dalla velocità di polimerizzazione, e dalla tecnica di apposizione).

71
Q

Perché si applica il flow al fondo delle cavità? Ha evidenza scientifica di funzionamento?

A

La resina flow viene applicata con lo scopo di ridurre lo stress da contrazione sulle pareti del dente residuo (in quanto la resina flow genera basso stress da contrazione)
Viene applicata, nello specifico, un sottile strato su tutta la superficie di DENTINA.
Va a dare una copertura dall’ossigeno allo strato ibrido sottostante, migliorandone la qualità. (Di questo non ne sono sicuro).

Gli studi ci dicono che mettere il flow non ha influenza sulla sensibilità post-operatoria (Pedigrao 2004) e sulla performance clinica (Ernst 2002).

Inoltre le resine composite flow dimostrano proprietà meccaniche più scarse rispetto alle resine composite tradizionali (Bayne 98).

72
Q

In cosa consiste la tecnica bulk?

A

Applicazione singola di composito per riempire la cavità.
Può avere uno spessore massimo di 2 mm (altrimenti si avrebbe troppo stress da contrazione).
Si utilizzano resine composite di tipo bulk.

73
Q

Che proprietà hanno le resine di tipo bulk?

A

Alta translucenza
Ridotto stress da contrazione
Ridotta contrazione volumetrica (forma legami carbonio-carbonio di simile lunghezza al doppio elgame)
Raggiungono un’alta percentuale di conversione del monomero
Hanno un tempo di polimerizzazione lungo (4 volte maggiore)
Possono essere di tipo flow e non flow

74
Q

In cosa consiste la tecnica bulk con stratificazione?

A

Dovrebbe essere la tecnica migliore in quanto unisce i vantaggi dei bulk material (ridotto stress da contrazione) ai vantaggi della stratificazione (rdiuzione ulteriore dlelo stress da contrazione)

75
Q

Quali tecniche di stratificazione esistono?

A
  1. Orizzontale. Provoca tantissimo stress da contrazione.
  2. Verticale. Appositi verticali consequenziali. Possibile applicazione solamente in cavità ristrette.
  3. Obliqua. Ha un stress di contrazione ridotto rispetto alle precedenti.
  4. “Centripetal Build-Up Technique”, introdotta nel 1994 da Bichacho, Consiste in una tecnica di stratificazione applicabile alle lesioni di seconda classe. Consiste nella ricrostruzione della parete interprossimale seguita dall’applicazione di uno strato di flow al fondo della cavità, spesso 0,5 mm e infine dal riempimento della cavità con tecnica di stratificazione obliqua.
76
Q

Che vantaggi ha la stratificazione obliqua?

A

Evita la formazione di forze tra le due pareti antagoniste di un restauro, che potrebbero danneggiare l’interfaccia dente-restauro.

77
Q

Cosa sono le ammine terziarie? Che funzione svolgono?

A

Le ammine terziarie sono dei composti che, eccitati dall’iniziatore, che può essere chimico o fotoattivabile, diventano radicali liberi, e vanno a rompere il doppio legame carbonio-carbonio.

78
Q

Quali sono i fattori relativi al puntale della lampada?

A
  1. Collimazione del fascio
  2. Diametro del puntale (deve essere adatto alla dimensione della cavità).
  3. Angolazione della lampada
  4. Distanza della lampada
  5. Tipo di lampada
79
Q

Dove sono orientati i vettori dello stress da contrazione all’interno della resina composita? Spiegane le ragioni.

A

Sono orientati in direzione della lampada che l’ha fotopolimerizzata. Infatti la polimerizzazione è maggiore dove c’è più energia. E come ci dice la legge di Lambert-Beer riceve maggiore energia la prima parte irradiata dal materiale, e man mano che il fascio va più in profondità viene indebolito.

80
Q

In cosa consiste il fenomeno di eluizione del monomero?

A

Fenomeno per la quale il monomero non reagito fuoriesce dal restauro e lo spazio lasciato vuoto viene riempito d’acqua, che subisce un’espansione igroscopica. Questo fenomeno peggiora le qualità meccaniche ed estetiche della resina composita.

81
Q

Ai tempi di Lutz e Philips, quando venivano utilizzati i compositi macro e microriempiti?

A

I macro, con maggiore resistenza meccanica, venivano utilizzati nei posteriori.
I micro, con maggiore estetica e lucidbailità, venivano utilizzati negli anteriori.

82
Q

Quali sono i nuovi compositi definiti “low Shrinkage”? Qual è l’entità dello stress di contrazione da questo materiale?

A

Silorane (3M Espe): molecole epossidica, apertura dell’anello, bassa contrazione.
DuPont DX-511 (Gc Kalore): alta massa molecolare, alta mobilità della catena, bassa contrazione, bassa viscosità.
TCD-DI-HEA (Venus): matrice uretanica, alta massa molecolare, bassa mobilità catena, bassa contrazione.

1,8-2,8 MPa

83
Q

Vantaggi e svantaggi dei vari metodi di polmerizzazione.

A

Calore: uniforme in tutti i punti del materiale. Scaldano. Tempo di lavoro definito
Chimica: inglobamento particelle d’aria nella miscela pasta-pasta (strato di inibizione). Possibilità di sbagliare rapporto tra le paste. Polimerizzano in maniera eguale in tutti i suoi punti (minore stress da contrazione). Tempo di lavoro definito.

84
Q

Quali sono i vantaggi dei microibridi e dei nanoriempiti?

A

Microibridi:
- maggiori proprietà estetiche
- utilizzabili per anteriori e per posteriori
- ottime proprietà meccaniche
- ottima lucidabilità

Nanoriempiti:
- maggiormente caricati
- basso grado di contrazione
- ottime proprietà meccaniche
- ottima lucidabilità

85
Q

Qual è l’entità dello stress da contrazione nei compositi tradizionali e in quelli “low shrinkage”?

A

Tradizionali: 3 - 7 MPa
Low Shrinkage: 2,8 - 8 MPa

86
Q

Qual è l’entità di contrazione volumetrica nei compositi tradizionali?

A

4 - 7%

87
Q

Cos’è il C-factor? Da chi è stato introdotto?

A

Rapporto fra il numero di superficie adese e libere in una cavità.
Introdotto da Feiltzer 87

88
Q

Cosa sono i radicali liberi?

A

In chimica, si definisce radicale (o radicale libero[1]) un’entità molecolare molto reattiva avente vita media di norma brevissima, costituita da un atomo o una molecola formata da più atomi, che presenta un elettrone spaiato[2]: tale elettrone rende il radicale estremamente reattivo, in grado di legarsi ad altri radicali o di sottrarre un elettrone ad altre molecole vicine[3].

89
Q

Come si classificano i fillers in base al materiale utilizzato?

A

Cristalli di quarzo
Vetro borosilicato
Vetro di bario
Parti colloidali
Silicati di bario, stronzio, alluminio
Fluoruro di calcio
Ossido di zirconio
Ossido di silice

90
Q

Il nanocluster, diminuendo la superficie bagnabile dal monomero, diminuisce l’impedimento del monomero all’allungamento della caten, aumentando la conversione del monomero al polimero. Inoltre migliora le qualità meccaniche.

A