GLI ORDINAMENTI REGIONALI E LOCALI Flashcards

1
Q

Quali erano le caratteristiche della competenza legislativa delle regioni ordinarie?

A

La competenza legislativa delle regioni ordinarie era concorrente e limitata a un numero ristretto di materie elencate dalla Costituzione. Le regioni potevano legiferare, ma nel rispetto del quadro tracciato dalle leggi dello stato e dei principi fondamentali della materia.

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2
Q

Qual era la ripartizione dell’ordinamento della Repubblica italiana secondo la Costituzione del 1948?

A

La Repubblica italiana era ripartita in regioni, province e comuni, con ciascuno di essi dotato di autonomia secondo i principi stabiliti dalla Costituzione.

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3
Q

Quali disposizioni specifiche riguardavano le regioni nella Costituzione del 1948?

A

Nella Costituzione del 1948, le regioni avevano attribuite funzioni amministrative e avrebbero dovuto esercitarle delegandole a province e comuni. Furono riconosciute autonomia finanziaria, autonomia statutaria sull’organizzazione interna e fu istituito un commissario del governo per il coordinamento fra amministrazione regionale e statale. Gli atti amministrativi regionali erano sottoposti a controllo di legittimità da parte dello stato, e vi erano casi previsti di scioglimento del consiglio regionale mediante decreto del presidente della Repubblica.

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4
Q

Qual è il ruolo delle leggi generali della Repubblica nell’ordinamento degli enti locali?

A

La Costituzione rinvia alle leggi generali della Repubblica per garantire che tutti gli enti locali siano posti sullo stesso piano, assicurando così una uniformità nel trattamento e nei diritti.

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5
Q

Quando avvenne l’istituzione delle regioni ordinarie in Italia e quali resistenze incontrò?

A

È importante sottolineate che l’istituzione delle regioni ordinarie avvenne solo nel 1970, oltre 22 anni dopo l’entrata in vigore della Costituzione ed incontrò numerose resistenze.
Dagli anni Novanta i sono verificati grandi cambiamenti nel sistema delle autonomie regionali e locali:

  • attraverso l’ordinamento delle autonomie locali, comuni e province poterono darsi propri statuti; - attraverso le leggi di conferimento di funzioni statali a regioni, province e comuni, la generalità delle funzioni amministrative è stata attribuita agli enti locali con la sola eccezione di quelle che devono essere necessariamente esercitate a livelli regionale;
  • le riforme della finanza regionale e locale hanno ridotto i trasferimenti dal bilancio dello Stato, sostituendolo con il gettito di tributi;
  • fu stabilità l’elezione diretta del presidente della Regione;
  • furono stabilite una serie di deleghe al Governo in materia di federalismo fiscale, in modo da dare piena
    autonomia finanziari a regioni ed enti locali, garantendo uguali livelli base di servizi.
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6
Q

Qual è la natura degli ordinamenti regionali in Italia secondo la Costituzione

A

Più che di ordinamento regionale in Italia è opportuno parlare di ordinamenti regionali.
Le regioni, così come i comuni, le province e le città metropolitane sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.
Le regioni nascono per una decisione della Costituzione della Repubblica italiana che si definisce una e indivisibile.

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7
Q

Quali sono i contenuti dello statuto regionale secondo la riforma del 1999?

A

Lo statuto regionale disciplina

  1. la forma di governo
  2. i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento della regione
  3. l’esercizio del diritto di iniziativa popolare
  4. i referendum e le modalità di pubblicazione di leggi e regolamenti.

Questi sono i contenuti necessari dello statuto.

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8
Q

Qual è il procedimento per l’approvazione dello statuto regionale?

A

Lo statuto deve essere approvato dal consiglio regionale con voto a maggioranza assoluta in due successive deliberazioni ad almeno due mesi di distanza la seconda dalla prima.
Il governo può impugnarlo davanti alla Corte costituzionale entro 30 giorni dalla pubblicazione.
Può essere richiesto anche un referendum, ma in tal caso è necessario che la maggioranza dei voti validi si pronunci a favore.

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9
Q

Quali sono i vincoli che lo statuto regionale deve rispettare?

A

Lo statuto deve rispettare una serie di vincoli, in particolare quello di essere in armonia con la Costituzione, ovvero con i valori costituzionali.

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10
Q

Quali sono gli organi regionali previsti dallo statuto?

A

Gli organi regionali che non possono mancare sono:

  • il consiglio regionale (potere legislativo),
  • la giunta (potere esecutivo),
  • il presidente della giunta (vertice dell’esecutivo)
  • il consiglio delle autonomie locali.
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11
Q

Quali sono le competenze della regione in materia elettorale?

A

La regione è competente in materia elettorale, pur nei limiti dei principi fondamentali della legge dello stato.

  • Essa impone alla regione di dotarsi di un sistema elettorale che agevoli la formazione di stabili maggioranze
  • detta le norme relative all’ineleggibilità e incompatibilità del presidente, degli altri componenti della giunta e dei consiglieri regionali.
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12
Q

Cosa prevede l’articolo 117 della Costituzione italiana riguardo alle materie di competenza statale e regionale?

A

L’articolo 117 della Costituzione prevede tre tipi di competenze:

  • Materie di competenza statale, definite competenza esclusiva, nelle quali lo Stato è abilitato a legiferare.
  • Materie di competenza regionale, definite competenza concorrente, nelle quali spetta alla legge dello Stato fissare i principi fondamentali della materia e alle regioni il potere di dettare norme legislative di dettaglio.
  • Materie di competenza regionale residuale.
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13
Q

la potestà legislativa esclusiva dello stato

A

Le materie di competenza esclusiva dello Stato indicate nel primo comma dell’art. 117 sono molte ed eterogenee. Alcune sono individuate secondo un criterio oggettivo (ossia facendo riferimento a puntuali ambiti materiali “Forze Armate”); altre secondo un criterio teleologico (ossia in ragione delle finalità delle funzioni da realizzare); altre ancora secondo un criterio difficilmente qualificabile che consente più ampia discrezionalità al legislatore statale.
Vi sono alcune competenze chiamate poteri impliciti, comunque spettanti allo stato centrale in quanto desumibili dalle materie espressamente attribuite. In tali materie trasversali (definite in dottrina materie- valori o materie non materie) il legislatore statale può esercitare la sua potestà di formazione al di là dei confini della materia stessa, occupando ambiti attribuiti alla regione.

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14
Q

la potestà legislativa concorrente

A

Le materia di competenza concorrente solo quelle nelle quali la potestà legislativa regionale deve esercitarsi nel rispetto dei principi fondamentali della materia stabiliti dallo Stato. La nozione di principio fondamentale non ha e non può avere caratteri di rigidità e di universalità.
Lo stato insieme alle disposizioni di principio può dettare anche disposizioni di dettaglio, queste ultime valgono solo in via suppletiva (ossia in assenza di disciplina regionale), trattandosi di norme cedevoli di fronte a disposizioni eventualmente approvate da ciascuna regione.

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15
Q

la potestà legislativa residuale

A

Tutte le materie non espressamente attribuite alla legislazione dello stato appartengono alla competenza residuale delle regioni. Rispettando il criterio di prevalenza, le materie innominate prima di essere riconosciute alla regioni devono superare una verifica diretta ad accertare che non siano riconducibili alle materie previste. Tra le materie di competenza regionale menzioniamo il turismo, il trasporto pubblico locale, le comunità montane. Resta fermo tuttavia che anche tali materie potrebbero in futuro richiede l’intervento normativo dello Stato.

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16
Q

le competenze legislative nella giurisprudenza costituzionale

A

La Corte costituzionale ha chiarito la nozione di “concorrenza di competenze”, individuando due criteri specifici di risoluzione di tali conflitti:

  • conflitto della prevalenza: la potestà legislativa dello Stato sussiste solo ove sia ricavabile un puntuale titolo di legittimazione costituzionale. Tale titolo può essere desunto anche dalla dimensione macroeconomica dell’intervento o dello stesso carattere imprescindibilmente unitario dello strumento utilizzato per svolgerlo;
  • principio di sussidiarietà: la competenza dello stato serve ogniqualvolta si tratti di realizzare esigenze di carattere unitario.

La legge statale deve rispettare anche i principi di ragionevolezza (cioè che sia effettivamente giustificata), di proporzionalità (la legge statale deve essere l’unico atto normativo in grado di disciplinare quel genere di funzioni) e di leale collaborazione (lo Stato deve decidere gli interventi nazionali insieme alle regioni).
La dottrina ha distinto anche fra: intese forti, nelle quali si richiede la concorde e paritaria manifestazione di volontà dello Stato e della regione e intese deboli, nelle quali è sufficiente che lo stato dimostri di aver ricercato un accordo.

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17
Q

potestà legislativa e potestà regolamentare

A

La potestà regolamentare spetta:

  • allo Stato, nelle materie di legislazione statale esclusiva, salvo la possibilità di delegarla alle regioni;
  • alle regioni, in ogni altra materia.

L’attribuzione alle regioni della potestà regolamentare nelle materie di competenza concorrente crea non pochi problemi. La difficoltà di individuare con precisione le materie di competenza legislativa si ripercuote sulla definizione degli spazi di esercizio della potestà regolamentare di stato, regioni e enti locali; rafforzando le ragioni di coloro che criticano la scelta di suddividere la competenza legislativa fra Stato e Regioni sulla base di elenchi di materie.

18
Q

Rapporti internazionali delle regioni italiane

A

le regioni possono concludere, nelle materie di loro competenza, accordi internazionali sia con stati con enti sub-nazionali non italiani.

19
Q

Rapporti dell’unione europea con le regioni italiane

A

il Trattato di Lisbona ha espressamente riconosciuto il ruolo del sistema delle autonomie regionali e locali. Le regioni partecipano alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Ue: concorrono sia alla formazione che all’esecuzione e attuazione degli atti dell’Unione.

20
Q

Rapporti delle regioni italiane con lo Stato

A

sono previste specifiche forme di coordinamento fra Stato e regioni, disciplinate dalla legge statale. Nel 1988 è stata istituita la Conferenza permanete per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, la quale rappresenta il luogo centrale del negoziato fra Stato e regioni

21
Q

Rapporti delle regioni italiane con le altre regioni

A

la regione può concludere intese con altre regioni per il miglior esercizio delle proprie funzioni e istituire a tale scopo organi interregionali comuni.

22
Q

rapporti delle regioni italiane con gli enti locali

A

i rapporti con gli enti locali devono svolgersi nel rispetto del principio della leale collaborazione. Ogni regione si è dotata di un consiglio delle autonomie locali, quale organi di consultazione tra regioni e enti locali.

23
Q

Quali sono le potestà degli enti locali secondo la Costituzione italiana

A

La Costituzione prevede la potestà degli enti locali di darsi uno statuto, prevede inoltre una potestà regolamentare oltre che un’autonomia impositiva, finanziaria, organizzativa e amministrativa. Essa inoltre stabilisce che tutte le funzioni amministrative spettano ai comuni, salvo che per assicurarne l’esercizio unitario siano conferite alle province, regioni o Stato.
Secondo il Tuel (Testo unico enti locali), i comuni e province sono “enti che rappresentano la propria comunità, ne curano gli interessi e ne promuovono lo sviluppo”, si tratta quindi di enti a fini generali, nel senso che di certe funzioni devono necessariamente occuparsi.

24
Q

Quali sono le funzioni degli enti locali?

A

L’art. 118 della Costituzione stabilisce che “i comuni, le province, e le città metropolitane sono titolare di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con la legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze”. Spetta allo Stato direttamente la potestà legislativa su: legislazione elettorale, organi di governo, funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane.
Le funzioni attribuite ad enti locali sono spesso definite: proprie, conferite, attribuite, fondamentali. Si è molto discusso su tali espressioni anche perché il Tuel non individua specificatamente le funzioni degli enti locali, ma ne demanda l’individuazione alla legislazione statale.

25
Q

Quali sono gli organi necessari dei comuni e delle province e come vengono eletti i loro vertici, ovvero sindaco/presidente e consiglio?

A

L’organizzazione dei comuni e delle province è simile. Entrambi hanno gli stessi organi principali:

  • Sindaco e Presidente.
  • Consiglio.
  • Giunta.

Il Sindaco e il Presidente della provincia sono eletti direttamente dalla popolazione. Devono ottenere la maggioranza assoluta dei voti validi. Se non la raggiungono, si tiene un ballottaggio tra i due candidati con più voti. Nei comuni con meno di 15.000 abitanti, il Sindaco viene eletto con la maggioranza relativa. Rimangono in carica per 5 anni e non possono essere rieletti immediatamente se hanno già servito due mandati consecutivi.

Il Sindaco nomina e revoca gli assessori che formano la Giunta insieme a lui. C’è un’incapacità di ricoprire contemporaneamente la carica di assessore e consigliere.

26
Q

Quali sono le funzioni del consiglio all’interno dell’ente locale?

A

il consiglio è definito come organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo. Esso ha la competenza di approvare una serie di atti fondamentali dell’ente (statuto, bilancio), deve dettare gli indirizzi su come il sindaco e la giunta devono agire e deve verificare se questi assolvono alle funzioni esecutive.

27
Q

Qual è il ruolo della giunta all’interno dell’ente locale?

A

la giunta insieme al sindaco rappresenta il governo dell’ente. Essa ha una competenza generale, cioè fa tutto quello che la legge o lo statuto non attribuiscono alla competenza del sindaco e del consiglio.

28
Q

Quali sono le responsabilità del sindaco all’interno dell’ente locale?

A

il sindaco porta la responsabilità di tutta l’amministrazione del comune:

  • rappresenta l’ente, convoca e presiede la giunta;
  • sovrintende all’esercizio da parte del comune delle funzioni ricevute da Stato o regione;
  • adotta provvedimenti d’urgenza in materia di sanità e igiene pubblica;
  • coordina e organizza gli orari dei negozi, servizi ed enti pubblici;
  • nomina e revoca tutti i rappresentanti del comune in altri enti;
  • nomina i responsabili di uffici e servizi.

Il sindaco sovrintende anche a: registri dello stato civile, adempimenti in materia elettorale, funzioni in materia di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria, ecc..

29
Q

Qual è la forma di governo e il meccanismo di cessazione della carica del sindaco?

A

Il sindaco cessa la carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia da parte del consiglio, questa deve essere approvata a maggioranza assoluta sulla base di una mozione motivata e firmata da almeno 2/5 dei consiglieri.
In questo caso anche il consiglio si scioglie e si va a nuove elezioni.
Lo stesso accade quando il sindaco cessi per qualsiasi altra ragione: dimissioni, impedimento, morte.
Allo scioglimento si provvede anche quando si dimetta contestualmente la metà più uno dei consiglieri.
Si tratta si una forma di governo di legislatura a vertice monocratico elettivo, sindaco e consiglio sono eletti contestualmente, se cessa uno cessa l’altro.

30
Q

Qual è lo status degli eletti e del segretario comunale nell’ambito dell’ente locale?

A

La legge prevede istituti volti a garantire che il cittadino eletto a funzioni pubbliche locali possa disporre del tempo necessario, senza danni economici. Viene disciplinato il regime delle aspettative, permessi, indennità e rimborsi. Gli amministratori devono agire in maniera imparziale e rispettare la distinzione tra politica e amministrazione. Il segretario comunale, figura autonoma dal governo, ha il compito di assicurare che tutti gli atti e le attività dell’ente siano conformi alla legge e allo statuto, ed è nominato dal sindaco fra i segretari iscritti all’albo.

31
Q

Quali sono gli altri enti locali presenti nell’ordinamento italiano, oltre ai comuni e alle province?

A

Gli altri enti locali includono le città metropolitane, Roma “capitale della Repubblica”, le unioni dei comuni, le comunità montane e le comunità isolane.

32
Q

Qual è la caratteristica principale delle città metropolitane e quale è il loro scopo?

A

Le città metropolitane sono enti locali istituiti in 9 aree che includono le maggiori città, su proposta degli enti locali e previo referendum popolare. Sono dotate di uno speciale ordinamento che le distingue sia dal comune sia dalla provincia. Lo scopo di tali enti è l’integrazione economico-sociale e la gestione congiunta delle funzioni fra comune capoluogo e comuni limitrofi.

33
Q

Qual è la particolarità della disciplina speciale prevista per Roma?

A

Per Roma, “capitale della Repubblica”, è prevista una disciplina speciale. Si tratta di un solo comune dotato delle funzioni amministrative proprie della città metropolitana, ma con particolari prerogative rispetto ad altre città.

34
Q

Cosa sono le unioni dei comuni e quale scopo servono?

A

Le unioni dei comuni sono enti locali costituiti da due o più comuni per esercitare insieme una pluralità di funzioni. Sono tipiche dei comuni di piccole dimensioni e spesso rappresentano il presupposto di una successiva fusione, anche se non obbligatoria.

35
Q

Quali strumenti possono essere utilizzati dagli enti locali per svolgere le funzioni in maniera coordinata?

A

Gli enti locali possono far ricorso a convenzioni e accordi di programma. Le convenzioni sono accordi o contratti che definiscono ciò che i comuni intendono fare, nonché i reciproci obblighi. Gli accordi di programma, promossi dall’ente maggiormente interessato, fanno sì che i soggetti interessati si debbano riunire per raggiungere insieme e contestualmente un accordo vincolante per tutti.

36
Q

Quali sono i principi che disciplinano la suddivisione delle funzioni amministrative tra comuni, province, regioni e Stato secondo l’art. 118 della Costituzione?

A

I principi sono diversi. Il primo è il principio di sussidiarietà verticale, che prevede che le funzioni spettino di regola all’ente più vicino al cittadino, con intervento degli enti superiori solo successivamente e sussidiario, giustificato da esigenze di carattere unitario. A questo si affiancano il principio di adeguatezza, che richiede che il livello di governo individuato sia in grado di gestire quella funzione, e il principio di differenziazione, che esige che il conferimento delle funzioni avvenga in modo ragionevole, disciplinando situazioni eguali in modo eguale e situazioni differenti in modo differente. Il secondo principio è il principio di sussidiarietà orizzontale, che impone a tutti gli enti territoriali, compreso lo Stato, di favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale.

37
Q

Quali sono i principi che regolano l’autonomia fiscale e finanziaria delle regioni, comuni e province secondo la Costituzione?

A

L’autonomia finanziaria degli enti locali deve essere esercitata “in armonia con la Costituzione” e “secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario”. Questo implica che ciascun ente può gestire autonomamente le proprie politiche di bilancio, ma queste devono essere coerenti e coordinate con il sistema finanziario e tributario generale della Repubblica.

38
Q

A cosa è finalizzato il coordinamento finanziario e fiscale tra gli enti locali?

A

Il coordinamento finanziario e fiscale tra gli enti locali è finalizzato a unificare i diversi sistemi finanziari e tributari degli enti che costituiscono la Repubblica. Questo coordinamento è importante per garantire coerenza e stabilità nel sistema finanziario complessivo della nazione.

39
Q

Quali sono gli obblighi derivanti dal patto di stabilità e crescita nei confronti delle regioni e degli enti locali?

A

Il patto di stabilità e crescita stabilisce limitazioni alla capacità di spesa delle regioni e degli enti locali. Queste limitazioni sono imposte anche attraverso controlli e obblighi di informazione, che hanno lo scopo di garantire la sostenibilità finanziaria e il rispetto degli impegni fiscali da parte degli enti locali.

40
Q

Quali sono le caratteristiche principali delle regioni a statuto speciale?

A

Le regioni a statuto speciale hanno forme e condizioni particolari di autonomia, definite tramite legge costituzionale, che stabilisce il loro profilo autonomistico. Queste regioni hanno una potestà legislativa più ampia rispetto alle regioni ordinarie, con competenza legislativa esclusiva in alcune materie. Inoltre, godono di un’ampia autonomia finanziaria, compresa la possibilità di impostare tasse, grazie a normative specifiche che garantiscono risorse consistenti a ciascuna di esse.

41
Q

Come avviene l’elezione del presidente della regione nelle regioni a statuto speciale?

A

Nelle regioni a statuto speciale, l’elezione del presidente della regione avviene a suffragio universale diretto, contestualmente all’elezione del consiglio regionale.