I DIRITTI FONDAMENTALI Flashcards

1
Q

Quali sono le prime manifestazioni di riconoscimento dei diritti fondamentali nel contesto della formazione dello stato moderno?

A

La formazione dello stato moderno è stata accompagnata da una serie di dichiarazione dei diritti, Petition of Rights, Bill of Rights (1689). Tuttavia il primo riconoscimento delle libertà fondamentali viene considerata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino la quale proclamava i diritti naturali, inalienabili e sacri dell’uomo.
L’espressione diritti fondamentali incluse: diritti civili, politici, sociali e nuovi diritti.
L’espressione diritti umani include i diritti che l’ordinamento internazionale si sforza di riconoscere a tutti i popoli e a tutte le persone.

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2
Q

Diritti civili

A

si affermarono per primi i diritti civili, tra cui menzioniamo la libertà personale, la libertà di domicilio, le libertà economiche.

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3
Q

Diritti politici

A

si affermarono nella seconda metà dell’Ottocento. I più importanti sono il diritto di voto, il diritto di associazione in partiti e in sindacati.

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4
Q

Diritti sociali

A

dopo la Prima guerra mondiale e la crisi economica degli anni Trenta fu necessario un maggiore intervento statale nell’economia al fine di riequilibrare le disparità sociali. Emersero i diritti sociali, definiti anche diritti di terza generazione, tra cui menzioniamo il diritto all’istruzione, alla salute, al lavoro.

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5
Q

Nuovi diritti

A

nella seconda metà del Novecento il processo di affermazione dei diritti non si è arrestato. Si sono sviluppati dei nuovi diritti, i cosiddetti diritti di quarta generazione, che riguardano soprattutto la dignità umana.

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6
Q

Soggetti di diritto

A

Sono soggetti di diritto coloro che godono della capacità giuridica, ovvero la capacità di essere soggetti di diritti e obblighi, ovvero di situazioni giuridiche. Il nostro ordinamento riconosce come soggetti di diritto sia le persone fisiche sia le persone giuridiche.
La capacità giuridica si acquisisce al momento della nascita, la capacità di agire si acquisisce di regola con la maggiore età e si può perdere al verificarsi di certe condizioni (es. interdizione).

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7
Q

Quali sono le categorie in cui si dividono le situazioni giuridiche?

A

Le situazioni giuridiche si dividono in:
- situazioni giuridiche favorevoli, poteri diritti e interessi legittimi.
- situazioni giuridiche non favorevoli, obblighi, doveri, soggezioni.

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8
Q

potere giuridico

A

Il potere giuridico è una situazione potenziale e astratta che consiste nella possibilità di ottenere determinati effetti giuridici.
Esempio: accedere alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza.

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9
Q

diritto soggettivo

A

Il diritto soggettivo è una situazione a tutela di un interesse attuale e concreto. Il titolare esercita il diritto soggettivo in via immediata e diretta: l’ordinamento gli riconosce non solo determinate facoltà, ma anche la pretesa di condizionare il comportamento degli altri soggetti (ipoteca su un bene).

I diritti si dividono in:
- diritti assoluti, possono essere fatti valere nei confronti di tutti i soggetti;
- diritti relativi, possono essere fatti valere solo nei confronti di determinati soggetti.

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10
Q

interesse legittimo

A

L’interesse legittimo designa una situazione soggettiva di vantaggio il cui titolare gode di poteri strumentali in vista della tutela di un proprio interesse. Affinché il suo diritto possa essere fatto valere direttamente e immediatamente occorre che l’interesse legittimo coincida con uno specifico interesse pubblico. Es: l’interesse di un soggetto a che dalla graduatoria dei vincitori di un concorso siano esclusi coloro che non rispondono ai requisiti richiesti.

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11
Q

Obblighi

A

comportamenti che un soggetto deve tenere per rispettare un diritto altrui (obbligo pagare canone di locazione);

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12
Q

Doveri

A

comportamenti dovuti indipendentemente dall’esistenza di un corrispettivo diritto altri (diritti costituzionali);

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13
Q

Soggezioni

A

situazione di chi è soggetto ad un potere giuridico.

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14
Q

condizione giuridica del cittadino

A

Il cittadino è il soggetto titolare di diritti civili e politici, nonché di doveri. La cittadinanza può essere acquisita tramite il principio dello “ius sanguinis, in tal caso essa viene acquisita per discendenza, tale preferenza risponde alla volontà di tutelare la coesione etnico-culturale di una nazione; oppure può essere riconosciuta tramite il principio dello “ius soli”, essa viene conferita a coloro che nascono sul territorio di uno stato. In tal caso essa risponde alla volontà di creare coesione all’interno della comunità.

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15
Q

modalità con cui può essere acquisita la cittadinanza italiana

A
  • è cittadino italiano il figlio di un cittadino italiano (madre o padre) ed anche chi nasce nel territorio della Repubblica da genitori ignoti, apolidi o che comunque non possano trasmettere la cittadinanza. Si parla di cittadinanza acquisita per nascita;
  • è cittadino italiani che è adottato da un cittadino italiano. Si parla di cittadinanza acquisita per estensione o per trasmissione;
  • può diventare cittadino italiano, se lo richiede, lo straniero che dispone di determinati requisiti. Si parla di cittadinanza acquisita per concessione. Tuttavia colui o colei che è figlio o figlia di un genitore che era cittadino ha un vero e proprio diritto all’acquisto della cittadinanza, per beneficio di legge.

Altre norme sulla cittadinanza stabiliscono:
- è sempre ammessa la doppia cittadinanza;
- si perde la cittadinanza per espressa rinuncia in caso di acquisto di un’altra e residenza all’estero in caso di acquisto di un’altra e residenza all’estero;
- sono previste varie forme di agevolazione al riacquisto della cittadinanza per chi l’ha perduta.

La Costituzione stabilisce che:
- nessun cittadino può essere privato della cittadinanza per motivi politici;
- il cittadino italiano può essere estradato, cioè consegnato ad uno stato straniero dove abbia compiuto un reato per essere sottoposto alla giustizia di tale paese, solo nelle ipotesi espressamente previste dalle convenzioni internazionali. Non è comunque ammessa l’estradizione per reati politici. La Corte Costituzionale ha inoltre dichiarato illegittima l’estradizione per reati puniti all’estero con la pena di morte
Il cittadino italiano è anche cittadino dell’Unione Europea.

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16
Q

straniero

A

è colui che non è cittadino italiano e non è apolide

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17
Q

extracomunitario

A

è colui che non è cittadino italiano o di altro stato appartenente all’UE.

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18
Q

condizione giuridica dello straniero

A

La Costituzione stabilisce che la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. La disciplina dell’ingresso, del soggiorno e dell’espulsione dello straniero si uniforma alla politica dell’UE e prevede:
- allo straniero, comunque presente nel territorio, sono riconosciuti i diritti fondamentali della persona umana;
- agli stranieri regolarmente soggiornanti (ovvero in possesso del permesso di soggiorno) sono riconosciuti i diritti civili;
- a tutti i lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti è riconosciuta parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani.

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19
Q

Diritto di asilo

A

allo straniere che lascia il proprio paese non per motivi lavorativi o di studio ma perché non può esercitare in modo effettivo le libertà democratiche la Costituzione italiana riconosce il diritto di asilo territoriale. L’Italia tuttavia non ha ancora una organica legislazione sul diritto di asilo, lacuna che si deve in buona misura all’oggettiva difficoltà di disciplinare un fenomeno suscettibile di allargarsi a dismisura.

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20
Q

Rifugio politico

A

l’Italia apre le sue porte a coloro i quali abbandonano il proprio paese perché personalmente discriminato o perseguitato, per esempio a causa del credo religioso o della propria attività politica. Costoro possono richiede rifugio politico.

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21
Q

Estradizione dello straniero

A

è consentita l’estradizione dello straniero tranne che nel caso di reati politici, tranne se il reato politico consiste in genocidio.

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22
Q

Espulsione dello straniero

A

è un atto con cui si allontana un soggetto dal territorio italiano. È prevista:
- come conseguenza dell’ingresso o del soggiorno illegale nel territorio nazionale;
- a titolo di sicurezza e a titolo di sanzione alternativa alla detenzione;
- per motivi di ordine pubblico o sicurezza dello Stato.

L’espulsione dello straniero irregolare è disposta dal prefetto con decreto motivato convalidato dal giudice. L’espulsione è eseguita dal questore tramite accompagnamento alla frontiera a mezzo della forza pubblica. Lo straniero irregolare può essere trattenuto in un centro di identificazione ed espulsione nel pieno rispetto della sua dignità.
Diverso è il respingimento alla frontiera, disposto dalla polizia di frontiera nei confronti degli stranieri che si presentano privi dei requisiti per l’ingresso.

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23
Q

Quali sono le caratteristiche dei diritti fondamentali secondo l’articolo 2 della Costituzione italiana?

A

L’art. 2 della Costituzione: “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”.
I diritti fondamentali sono inviolabili sia dai poteri pubblici sia dai privati, ed essi sono riconosciute le seguenti caratteristiche:
- assolutezza, possono essere fatti valere nei confronti di tutti;
- inalienabilità e indisponibilità, non possono essere trasferiti per atto di volontà del titolare;
- imprescrittibilità, il mancato esercizio di essi anche se prolungato non determina la perdita da parte
del titolare;
- irrinunciabilità, il titolare non vi può rinunciare neppure volendo.

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24
Q

diritto alla vita e all’integrità fisica

A

Il diritto alla vita e all’integrità fisica è tutelato dalle leggi civili che consentono la donazione di sangue e il trapianto di organi; esse tuttavia vietano gli atti di disposizione del proprio corpo che cagionino una diminuzione permanente dell’integrità fisica del soggetto e che siano contrati alle legge, all’ordine pubblico o al buon costume. Il diritto alla vita si può implicitamente trarre anche dall’art. 27 della Costituzione che vieta la pena di morte.
Anche colui che non è ancora nato gode del diritto alla vita. Nei paesi in cui viene riconosciuta alla donna la possibilità di interrompere la gravidanza, questa è permessa solo a condizioni precise ed entro un determinato periodo di tempo dal concepimento (in Italia 90 giorni).

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25
Q

diritto all’onore

A

Il diritto all’onore, ovvero la tutela dell’integrità morale della persona, del prestigio, della reputazione è garantito penalmente.

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26
Q

diritto all’identità personale

A

Il diritto all’identità personale è tutelato. L’identità personale costituisce un bene per sé medesima, indipendentemente dalla condizione personale e sociale, dai pregi e dai difetti del soggetto.

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27
Q

diritto alla libertà sessuale

A

Il diritto alla libertà sessuale, inteso come diritto di disporre liberamente della propria sessualità, è protetto giuridicamente e rappresenta uno dei diritti inviolabili della persona umana. Collegato ad esso è anche il diritto al libero orientamento sessuale.

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28
Q

diritto alla riservatezza

A

Il diritto alla riservatezza, cioè alla segretezza e all’intimità della vita privata, rappresenta uno dei diritti fondamentali nella società contemporanea insieme all’inviolabilità del domicilio e delle comunicazioni.
Nel 1996 è stato istituito il Garante per la protezione dei dati personali. Il diritto alla privacy è infatti costantemente minacciato dallo sviluppo di nuove tecnologie e mezzi di comunicazione.
Fra i dati meritevoli di protezione vi sono i dati sensibili, cioè capaci di rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose e politiche, le abitudini sessuali delle persone: essi non possono essere raccolti, senza il consenso scritto dell’interessato e previa autorizzazione del Garante.

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29
Q

diritto all’ambiente

A

Il diritto all’ambiente rappresenta un valore costituzionale la cui protezione spetta a tutti i soggetti dell’ordinamento. Allo stato spetta il risarcimento per i danni subiti dall’ambiente.

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30
Q

Quali sono alcuni degli obblighi costituzionali previsti dall’articolo 2 della Costituzione italiana?

A

La seconda parte dell’art. 2 della Costituzione collega strettamente la garanzia dei diritti inviolabili all’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale; senza però prediligere gli uni agli altri.
Fra i doveri costituzionali vi sono: il dovere di svolgere un lavoro utile alla società; il dovere dei genitori di mantenimento, istruzione ed educazione nei confronti dei figli; il dovere sacro del cittadino di difesa della patria; il dovere di tutti di concorrere alle spese pubbliche; il dovere di fedeltà alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi.

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31
Q

Posizioni dei trattati nel sistema delle fonti

A

le convenzioni internazionali sui diritti, essendo recepite nell’ordinamento interno con leggi di esecuzione, hanno formalmente il rango di una legge ordinaria.
Parte della dottrina tuttavia identifica le norme di esecuzione come leggi atipiche, aventi cioè forza attiva di una legge ordinaria, ma una particolare forza passiva che permette loro di resistere all’abrogazione da parte di norme primarie successive.

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32
Q

Qual è il documento fondamentale per la tutela dei diritti fondamentali in Europa e quale organo è responsabile della loro tutela giurisdizionale?

A

Documento fondamentale per la tutela dei diritti fondamentali è la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Cedu).
La tutela giurisdizionale dei diritti è affidata alla Corte europea dei diritti dell’uomo. La Corte può essere adibita con ricorsi individuali, attivabili sia da persone fisiche che giuridiche. Tali ricorsi, però, possono essere presentati solo dopo che si siano esauriti tutti i rimedi interni allo stato contro il quale si agisce.

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33
Q

libertà personale

A

La prima libertà garantita al singolo dalla Costituzione è la libertà personale, la quale è dichiarata inviolabile. Essa non ammette atti di coercizione fisica, sia che siano posti in essere dalla polizia o dal
privato. Possono ritenersi lesive della libertà personale anche misure che, pur non consistenti in forme di coercizione fisica, incidono negativamente sulla personalità morale e sulla dignità della persona umana.
La libertà personale non include tuttavia la libertà morale, ossia la libertà dell’individuo di determinare autonomamente i propri comportamenti.

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34
Q

limiti alla libertà personale

A

La Costituzione ammette restrizioni della libertà personale, ma nei soli casi e modi previsti dalla legge (siamo quindi nel caso di una riserva di legge assoluta). I “casi” coincidono con i reati e con i presupposto delle misure di sicurezza.

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35
Q

limiti alla penalizzazione della libertà personale

A

La Costituzione determina anche i limiti sostanziali alla penalizzazione:
- il principio di tassatività o determinatezza del precetto penale. La condotta vietata va determinata in modo chiaro, affinché tutti abbiano la piena consapevolezza dell’illecito da non commettere e per consentire a chi è accusato di difenderli. Tale principio implica anche il divieto di analogia in materia penale;
- il principio della personalità della responsabilità penale. Non si può attribuire a un soggetto il fatto d’altri;
- principio di consapevolezza. Sono punibili solo le condotte materiali collegate ad un atteggiamento soggettivo di colpevolezza, nelle forme di dolo o colpa;
- il principio di offensività e lesività del reato. Il fatto per costituire resto deve pregiudicare un bene o un interesse costituzionalmente tutelato o connesso ad altri beni costituzionali.

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36
Q

La riserva di giurisdizione

A

Alla riserva di legge si aggiunge la seconda garanzia delle libertà personale, la riserva di giurisdizione: nessuna restrizione è consentita se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria. Restrizioni sono consentite solamente in casi eccezionali di necessità e di urgenza, indicati tassativamente dalla legge, si tratta delle ipotesi di arresto in fragranza di reato e del fermo di indiziati di reato.

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37
Q

Misure di sicurezza e misure di prevenzione

A
  • La Costituzione consente restrizioni di libertà personale giustificare da esigenze di prevenzione. Essa contempla, accanto alle pene, le misure di sicurezza che sono volte a neutralizzare la pericolosità del soggetto e svolgono una funzione di difesa sociale;
  • Altra cosa sono le misure di prevenzione, le quali sono tese ad impedire la commissione di reati da parte di soggetti ritenuti socialmente pericolosi, ma diversamente dalle misure di sicurezza, prescindono da un precedente reato. Tali misure consistono in limitazione alla libertà del colpito.
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Perfectly
38
Q

Custodia cautelare

A

Un’ulteriore forma di restrizione è la custodia cautelare. Oltre alla reclusione successiva alla condanna, la carcerazione è prevista anche prima che la responsabilità penale sia definitivamente acclarata. Essa è disposta qualora ricorrano gravi indizi di colpevolezza e in particolare in tre casi:
- possibile inquinamento delle prove;
- pericolo di fuga;
- rischio di reiterazione del reato.

39
Q

Trattamento del detenuto e funzione della pena

A

la Costituzione vieta ogni violenza fisica o morale sulle persone private della libertà personale ed esclude pene che possano consistere in trattamenti contrari al senso di umanità.
La pena ha uno scopo di prevenzione generale, deve cioè dissuadere la generalità dei consociati dal commettere reati. Ha poi uno scopo di prevenzione speciale nei confronti del reo. Ha, infine, la funzione di tendere alla rieducazione del condannato.

40
Q

la libertà di circolazione e soggiorno e libertà di espatrio

A

L’art. 16 della Costituzione tutela la libertà, per ogni cittadino, di muoversi sul territorio italiano e di fissare, in qualunque parte di esso, la propria dimora o la propria residenza.
La libertà di circolazione e di soggiorno è riconosciuta esplicitamente dalla Costituzione, essa ha lo scopo di specificare il divieto ad ogni restrizione per ragioni politiche.
Per quanto riguarda i cittadini dell’UE, essi godono del diritto di stabilimento, ossia della facoltà di scegliere liberamente dove svolgere sul territorio comunitario la propria attività lavorativa e, in base agli accordi di Schengen, del diritto al libero ingresso nei paesi aderenti.

41
Q

limiti alla libertà di circolazione

A

tale libertà può essere soggetta solo a limitazioni che la legge stabilisce in via generale e per motivi di sanità o di sicurezza. Provvedimenti tipici sono i cordoni sanitari, i quali hanno lo scopo di prevenire pericoli per la salute pubblica.

42
Q

Differenza libertà di circolazione e libertà personale

A

si è in presenza di una limitazione della libertà personale ogni volta che un provvedimento, pur limitando materialmente la libertà di movimento, presuppone una valutazione delle condizioni personali del destinatario. Tale interpretazione è collegata alla locuzione “in via generale” che suggerisce l’illegittimità di ogni provvedimento “ad personam”.
Es: coprifuoco adottato per l’intera collettività incide sulla libertà di circolazione, mentre un provvedimento adottato nei confronti di un sorvegliato speciale è da ritenersi restrittivo della libertà personale.

43
Q

Libertà di espatrio e di emigrazione

A

la Costituzione garantisce la libertà di espatrio, ossia la libertà di uscire dal territorio della Repubblica e rientrarvi, salvo gli obblighi di legge. Il rilascio del passaporto è un diritto soggettivo, non essendo subordinato ad alcuna valutazione discrezionale da parte dell’autorità amministrativa, la quale deve rilasciarlo.
Simile alla libertà di espatrio è la libertà di emigrazione, si differenzia dalla prima solamente per le motivazioni che ne stanno alla base.

44
Q

la libertà di domicilio

A

art 14
La Costituzione tutela la libertà di domicilio, quale prolungamento della libertà personale, intesa come proiezione spaziale della persona.

45
Q

significato di domicilio

A

diverso è il significato che può essere attribuito al termine domicilio. Costituzionalmente esso è inteso come qualunque luogo, isolato dall’ambiente esterno, in cui la persona abbia diritto di rinchiudervi per coltivare i propri interessi, affetti o anche la propria attività professionale (abitazione, capannone, roulette, anche una macchina).

46
Q

limitazioni alla libertà di domicilio

A

anche nel caso della libertà di domicilio sono previste una serie di limitazioni: le perquisizioni, le ispezioni e i sequestri possono avvenire solo nei casi e modi previsti dalla legge (riserva di legge) per atto motivato dall’autorità giudiziaria (riserva di giurisdizione), tranne i casi di necessità e urgenza indicati tassativamente dalla legge. Per tutelare altri interessi costituzionalmente preminenti (quali ad esempio la salute pubblica o la riscossione dei tributi) è stabilito che le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o a fini economici e fiscali sono regolati da leggi speciali.

47
Q

libertà e segretezza della corrispondenza e delle comunicazioni

A

art 15

La Costituzione garantisce a tutti la libertà di comunicare con una o più persone determinate, essa garantisce inoltre la segretezza e la libertà di ogni comunicazione, dichiarandole inviolabili.
La tutela costituzionale comporta la duplice garanzia della riserva di legge e della riserva di giurisdizione, con esclusione di qualunque intervento dell’autorità di pubblica sicurezza.

48
Q

Quali sono le disposizioni legislative riguardanti le intercettazioni e i tabulati delle comunicazioni telefoniche in Italia?

A

coerentemente con tale impianto di tutela, la legislazione in materia di sequestro di corrispondenza e intercettazioni di conversazioni o comunicazioni prevede che sia sempre necessario l’intervento preventivo dell’autorità giudiziaria, ovvero del gip e su richiesta del pubblico ministero.
In particolare le intercettazioni sono consentite solo per determinati reati, qualora ricorrano gravi indizi di reato e siano assolutamente indispensabili ai fini della prosecuzione delle indagini.
Diverso è invece il caso dei tabulati, ovvero dei dati esteriori delle comunicazioni telefoniche; per la loro acquisizione è richiesto solo un decreto motivato dal pubblico ministero.

49
Q

la libertà di manifestazione del pensiero e il diritto all’informazione

A

art 21
La Costituzione riconosce a tutti il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Chiunque può far conoscere ad uno o più destinatari indeterminati le
proprie idee, opinioni, sentimenti. Tale libertà ricomprende anche il diritto al silenzio, il diritto cioè a non esprimere il proprio pensiero.

50
Q

limiti alla libertà mi manifestazione

A

La libertà di manifestazione incontra due tipi di limiti:
- un unico limite esplicito, ovvero il buon costume;
- una serie di limiti impliciti, derivanti dall’esigenza di tutelare altre libertà costituzionali o altri beni di rilevanza costituzionale.

51
Q

buon costume

A

Per buon costume si intende il comune senso del pudore e della pubblica decenza secondo il sentimento medio della comunità. La contrarietà al buon costume dovrà essere valutata tenendo conto del contesto e delle modalità degli atti.
Diversa è la disciplina a seconda del mezzo scelto: per gli stampati non è ammessa alcuna forma di controllo preventivo (censura), ma solo la possibilità di eventuale sequestro successivo alla pubblicazione; controlli preventivi sono previsti per gli spettacoli pubblici, in particolare sono previsti tagli per le scene giudicate contrarie al buon costume.

52
Q

limiti impliciti della libertà di manifestazione

A

I limiti impliciti si ruotano attorno al concetto base che il godimento di una libertà da parte di un soggetto non può tradursi nell’avvilimento delle libertà di un altro soggetto o nella lesione di un bene di rilevanza costituzionale.
La manifestazione del pensiero deve essere misurarsi ed essere bilanciata:
- con i diritti della personalità;
- con i diritti di natura civilistica (diritto d’autore e delle opere dell’ingegno);
- con il divieto di pubblicazione apologia di reato idonea a provocare la violazione delle leggi penali;
- con il divieto di vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali, della bandiera, ecc.

53
Q

La libertà di informazione

A

la libertà di manifestazione del pensiero implica anche la libertà di informazione: la Dichiarazione universali dei diritti dell’uomo riconosce sia il diritto ad informare sia il diritto ad informarsi sia il diritto ad essere informati.
Presupposto indispensabile per la libertà di informazione è che la vita istituzionale e politica dell’ordinamento sia improntata ad un regime di pubblicità nel quale le notizie cui sia vietata la divulgazione rappresentino l’eccezione. Ciò ricollega alla disciplina dei segreti che comprende: segreto professionale, segreto aziendale, segreto industriale, segreto d’ufficio, segreto investigativo, segreto di stato. In particolare risultano coperti dal segreto di stato “gli atti, i documenti, le notizie, le attività e ogni altra cosa la cui diffusione sia idonea a recare danno all’integrità della Repubblica”.

54
Q

Gli strumenti di diffusione del pensiero

A

l’art. 21 della Costituzione che disciplina la libertà di informazione risulta alquanto datato per quanto riguarda gli strumenti di diffusione del pensiero considerati. ○ L’unico mezzo di circolazione delle informazioni espressamente evocato è la stampa. L’articolo inoltre non garantisce, insieme alla libertà di stampa, anche il pluralismo e la libertà della stampa.

55
Q

Gli strumenti di diffusione del pensiero

A

art. 21
l’art. 21 della Costituzione che disciplina la libertà di informazione risulta alquanto datato per quanto riguarda gli strumenti di diffusione del pensiero considerati. ○ L’unico mezzo di circolazione delle informazioni espressamente evocato è la stampa. L’articolo inoltre non garantisce, insieme alla libertà di stampa, anche il pluralismo e la libertà della stampa.

Privi di esplicita disciplina costituzionale sono invece gli altri moderni mezzi di comunicazione di massa, e in particolare il sistema radiotelevisivo. Esso ha subito una graduale evoluzione normativa.
Nel 1936 era stato affidato in regime di monopolio allo Stato. Negli anni Settanta si arrivò prima alla liberalizzazione delle trasmissioni private in ambito locale e poi in ambito nazionale. La regolamentazione della radiotelevisione avvenne solo nel 1990 e fu ispirata al principio della pluralità delle voci. Nel 1997 stata istituita l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con compiti di controllo e di vigilanza anche si radiodiffusione ed editoria. Tutta la materia della comunicazione politica è stata disciplinata da una legge ad hoc, la legge sulla par condicio, improntata al principio della tendenziale pari opportunità fra tutte le forze. Nel 2005 è stato infine emanato il testo unico della radiotelevisione, contenente un lungo elenco di principi, la ridefinizione dei compiti del servizio pubblico e l’ennesima riforma della Rai spa.

56
Q

Qual è la disciplina che regola la stampa in Italia?

A

La disciplina cui la stampa è sottoposta si può cosi riassumere:
- la pubblicazione a mezzo stampa non è soggetta a controlli preventivi (no censura);
- si può ordinare il sequestro di una pubblicazione solo in base a due presupposti: riserva di legge rinforzata e riserva di giurisdizione;
- la pubblicazione deve rispettare i limiti alla libertà di manifestazione del pensiero;
- la legge tende ad evitare che imprese editoriali assumano sul mercato una posizione dominante attraverso al concentrazione di testate.

57
Q

la libertà di religione e la libertà di coscienza

A

art 19

Tra le libertà di pensiero si collocano anche la libertà di religione e la libertà di coscienza. La libertà di religione è disciplinata dall’art.19 della Costituzione: esso garantisce la libertà religiosa come libertà di fede e come libertà di pratica religiosa. Tali libertà devono essere esercitata nel rispetto del buon costume. Al tempo stesso la Costituzione tutela anche la libertà di coscienza dei non credenti.

58
Q

la libertà della ricerca scientifica

A

art 33
La Costituzione afferma la libertà della scienza e affida alla Repubblica il compito di promuovere lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnica. I confini della scienza rappresentano un tempo assai discusso:
- Nuovi problemi sono stati posti dalla diffusione delle biotecnologie, ossia quel complesso di tecniche scientifiche che mirano ad incidere sui processi biologici della materia vivente. Tra tali tecniche vanno annoverati anche i metodi di procreazione medicalmente assistita i quali scindono la riproduzione umana dall’atto sessuale.
- Problemi etici e giuridici sono stati posti anche dalla clonazione, nelle due forme di clonazione riproduttiva (cioè la clonazione diretta e totale di essere umani, che è vietata) e la clonazione terapeutica (cioè la riproduzione di cellule staminali per finalità terapeutiche).
- Con riferimento al mondo agricolo discusso è il tema degli Ogm, organismi geneticamente modificati. Si tratta di specie vegetali molto più resistenti ai fattori ambientali esterni, di cui tuttavia non si conoscono ancora a pieno le conseguenze.

59
Q

libertà di insegnamento

A

L’art. 33 della Costituzione garantisce la libertà di insegnamento (o libertà nella scuola), come attività finalizzata all’educazione e alla diffusione della cultura.
La Costituzione inoltre affida allo Stato il compito non solo di stabilire norme generali sull’istruzione, ma anche di istituire scuole statali per tutti gli ordini e i gradi, prevedendo inoltre un esame di stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi. Il diritto di istituire scuole e istituti di educazione è parimenti riconosciuto ad enti privati.
Accanto alla libertà nella scuola è riconosciuta anche la libertà della scuola, l’alunno è libero di scegliere tra scuola pubblica e scuola privata. La Costituzione tuttavia stabilisce che il diritto di istituire scuole private deve essere esercitato senza oneri per lo stato.
Nel creare le scuole pubbliche lo Stato deve seguire i criteri indicati dall’art. 34:
- la scuola deve essere aperta a tutti;
- obbligatoria per almeno 8 anni.

60
Q

Quali sono le disposizioni costituzionali riguardanti il diritto all’istruzione e allo studio in Italia?

A

Il diritto all’istruzione non comprende solamente il diritto per tutti di essere ammessi alla scuola, ma deve essere inteso come diritto a ricevere un’adeguata istruzione ed educazione per la formazione della personalità e l’assolvimento dei compiti sociali della persona.
La Costituzione stabilisce il diritto allo studio: i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Lo stato deve fornire i mezzi finanziari per rendere effettivo ciò.
Le università hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato. L’autonomia universitaria è volta a tutelare la libertà di insegnamento e la libertà di ricerca scientifica.

61
Q

la libertà di riunione

A

art 17
La libertà di riunione è garantita dalla Costituzione ai soli cittadini (ferma restando la legittimità della tutela a livello non costituzionale per gli stranieri). La riunione può essere definita come il radunarsi volontario in luogo e tempo predeterminati di una pluralità di persone che perseguono uno scopo comune prestabilito. Non sono quindi tutelati gli assembramenti, cioè le confluenze casuali. Lo sono invece i corte e le processioni, che sono da considerarsi riunioni in movimento.

62
Q

limiti alla libertà di riunione

A

l’art. 17 della Costituzione stabilisce che la riunione non può svolgersi in modo non pacifico, ossia in modo violento contro le persone o cose, né vi possono partecipare persone armate. Qualora si verifichi questa seconda ipotesi la pubblica autorità allontanerà coloro che risultano armati (eventualmente arrestandoli), per tutelare il diritto a riunirsi degli altri partecipanti.

63
Q

quali sono le diverse tipologie di riunione?

A

esistono diverse tipologie di riunioni:
- riunioni in luogo privato,
- riunioni in luogo aperto al pubblico
- riunioni in pubblico.
Per luogo aperto al pubblico deve intendersi un qualsiasi luogo materialmente separato dall’esterno, l’accesso al quale, pur consentito a una generalità di soggetti, sia regolabile da chi ne ha la disponibilità giuridica.
I prime due tipi di riunioni sono equiparati per quanto concerne da disciplina: per entrambi non è richiesto preavviso alla’autorità pubblica di sicurezza. Nel caso di riunione in luogo pubblico è necessario, almeno 3 giorni prima dello svolgimento, comunicare la data al questore. Questi potrà vietarla solo per comprovati motivi di sicurezza e di incolumità pubblica. Dal termine comprovati si deduce che:
- la motivazione dell’autorità di pubblica sicurezza deve essere specifica in riferimento al caso di specie;
- proprio per la specificità del divieto, esso può riguardare solo le singole riunioni;
- devono sussistere concrete possibilità di turbamento dell’ordine pubblico.
Un regime particolare è previsto per le riunioni elettorali, per le quali non è previsto l’obbligo di preavviso e il cui svolgimento è garantito dalla legislazione penale. Esse tuttavia non possono avere luogo nel giorno delle elezioni e in quello che le precede.

64
Q

libertà di associazione

A

Per associazione si intende un’organizzazione di individui, legati dal perseguimento di un fine comune da un vincolo di natura giuridica. Proprio l’esistenza di tale vincolo giuridicamente rilevante differenzia l’associazione dalla riunione, nonostante il fatto che la distinzione fra l’una e l’altra si fonti tradizionalmente sulla tendenziale stabilità della prima e la temporaneità della seconda. È riconosciuta ai cittadini:
- la libertà di associazione, ossia la possibilità per più cittadini di costituire associazioni senza la necessità di permessi o autorizzazioni;
- la libertà delle associazioni, ossia la possibilità di formare un numero indefinito di associazioni, anche se perseguenti lo stesso scopo;
- la libertà negativa di associazione, per cui nessuno può essere costretto ad aderire ad una associazione. Particolari tipi di associazioni sono le associazioni obbligatorie, l’adesione alle quali è imposta per l’esercizio di determinate attività: ordini professionali, federazioni sportive, ecc. Tali fattispecie non sono illegittime se necessarie per perseguire fini pubblici.

65
Q

limiti alla libertà di associazione

A

la Costituzione vieta l’esercizio delle libertà di associazione per il perseguimento di fini vietati ai singoli dalla legge penale. Vi è poi il divieto di riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Il codice penale inoltre vieta le associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico.
Inoltre sono previsti due limiti specifici; l’art. 18 vieta:
- le associazioni segrete: la legge specifica che non è la segretezza in sé ad essere vietata, ma la segretezza unita al fine di condizionare i poteri pubblici;
- le associazioni che perseguono scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.

66
Q

la famiglia

A

La Costituzione considera la famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio. Essa mostra un favor per la famiglia legittima, fondata cioè sul matrimonio, e non sulla convivenza di fatto. Per matrimonio deve intendersi sia il matrimonio civile sia quello concordatario. La Costituzione prende in considerazione anche la famiglia di fatto: stabilendo il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli anche se nati fuori dal matrimonio.
Ulteriore principio in materia di famiglia è quello dell’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi che ha trovato attuazione con la riforma del diritto di famiglia del 1975, la quale ha promosso l’uguaglianza tra i coniugi.

67
Q

Le minoranze linguistiche

A

art 6
Le minoranze linguistiche sono tutelate dall’art. 6 della Costituzione, il quale si limita però a sancire un principio generale, senza indicare né le popolazioni garantite né gli strumenti di tutela e rinviando alla legge la loro definizione. Il testo di legge che dà attuazione alla norma costituzionale stabilisce le misure di tutela delle minoranze linguistiche, prevedendo:
- l’utilizzazione e insegnamento nelle scuole;
- la possibilità di un uso pubblico;
- utilizzazione per la toponomastica, per i nomi e i mezzi di comunicazione di massa.

68
Q

Le comunità religiose

A

art 7 e 8
La Costituzione disciplina i rapporti dello Stato con le diverse comunità religiose distinguendo a seconda che si tratti della Chiesa cattolica o delle altre confessioni religiose.
- In base all’art. 7 la Chiesa è riconosciuta come ordinamento giuridico originario, esso pone Stato e Chiesa sullo stesso piano: “Lo Stato e la Chiesa sono, ciascuno nel proprio ordinamento indipendenti e sovrani”. I rapporti istituzionali tra i due ordinamenti sono disciplinati dai Patti Lateranensi, i quali costituiscono una legge rinforzata.
- Per quanto riguarda le altre confessioni religiose l’art. 8 prevede:

La loro autonomia organizzativa nel rispetto dell’ordinamento italiano;

La definizione dei loro rapporti istituzionali con lo Stato mediante intese, recepite in leggi appartenenti alla categoria di “leggi rinforzate”.

La Costituzione riconosce il principio di laicità dello stato, inteso non come indifferenza verso il fenomeno religioso, ma come equidistanza nei confronti di tutte le confessioni religione e dichiarando incostituzionali le fattispecie penali che assicuravano una tutela maggiore alla religione cattolica.

69
Q

art 42 costituzione

A

L’art. 42 della Costituzione costituisce una delle norme fondamentali della costituzione economica del titolo III della carta costituzionale, dedicata alla disciplina dei rapporti economici.

70
Q

Funzione sociale

A

esso afferma che “la proprietà è pubblica o privata”, “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibili a tutti”. La “funzione sociale” serve a legittimare le limitazioni della proprietà privata, ma non solo. Serve anche a vincolare il legislatore, un’eventuale restrizione della proprietà potrà essere stabilita solo per assicurarne la funzione sociale.

71
Q

Espropriazione

A

“la proprietà privata può essere, nei casi previsti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale”. Per espropriazione si intende quel provvedimento amministrativo mediante il quale il titolare di un diritto di proprietà su di un bene viene privato delle facoltà che gli competono a favore di un diverso soggetto, solitamente (ma non esclusivamente) pubblico. L’indennizzo non deve corrispondere all’integrale risarcimento del danno economico arrecato dall’esproprio, anche se va quantificato in modo serio, congruo ed adeguato e non deve consistere in una cifra dal carattere meramente simbolico.

72
Q

Iniziativa economica

A

art. 41 della Costituzione tutela l’iniziativa economica provata. Tuttavia al tempo stesso essa stabilisce che la legge può indennizzare e coordinare a favore sociali tanto l’attività economica pubblica tanto quella privata. Dall’affermazione “l’iniziativa economica privata è libera” si deduce che neppure la legge può obbligare il privato ad intraprendere una qualsiasi attività di natura economica.

73
Q

Imprese nazionalizzate

A

art. 43 della Costituzione stabilisce che “a fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti, determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscono a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazione di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale”. L’esproprio può essere disposto solo per soddisfare fini di utilità generale, inoltre esso va indennizzato. La legge espropriativa può concernere solo determinati settori.

74
Q

Qual è il quadro normativo che disciplina la libertà di iniziativa economica a livello dell’Unione europea e in Italia?

A

La libertà di iniziativa economica è disciplinata anche a livello di Unione europea. La disciplina si fonda sul principio di un’economia di mercato aperta e in libera circolazione ed è caratterizzata da regole comuni riguardanti a libera circolazione di capitali, merci, servizi e lavoratori e la concorrenza tra le imprese.
A livello italiano nel 1990 è stato istituita l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che opera in stretta cooperazione con la Commissione europea.

75
Q

Le associazioni sindacali

A

l’art. 18 della Costituzione disciplina i “sindacati”, i quali sono chiamati a svolgere compiti di tutela professionale nei confronti degli associati. “Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non l a loro registrazione presso uffici locale o centrali, secondo le norme di legge”. I sindacati registrati possono stipulare contratti collettivi di lavoro, con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie.

76
Q

Quali diritti sono tutelati dall’articolo 40 della Costituzione italiana?

A

l’art. 40 della Costituzione tutela il diritto di sciopero, ovvero l’astensione programmata di uno o più lavoratori dall’attività lavorativa. Tale diritto deve essere esercitato nell’ambito delle leggi che lo regolano. Del diritto di sciopero possono avvalersi i lavoratori subordinati e autonomi, ma non gli imprenditori. Esistono diverse tipologie di sciopero:
- sciopero economico, ossia quello posto in essere dai lavoratori per qualsiasi tipo di rivendicazione di natura salariale o economica;
- sciopero esercitato per finalità politiche, è stato considerato legittimo a condizione che non sia diretto a sovvertire l’ordinamento costituzionale.
Il diritto di sciopero può essere esercitato solo in modo pacifico ed include la libertà del lavoratore di non prendere parte allo stesso. Si tratta di un diritto soggettivo (tutelabile davanti ai giudici) dei lavoratori in quanto tali, ovvero della persona umana. Esso è legittimo anche se è indetto per sostenere le rivendicazioni di altri lavoratori (sciopero di solidarietà).

77
Q

Quali sono i limiti al diritto di sciopero?

A

Esistono dei limiti al diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, essi influiscono sulla fruizione e sulla garanzia dei diritti della persona costituzionalmente tutelati. Per tale motivo deve essere assicurata l’erogazione delle prestazioni minime indispensabili. La legge prevede anche la possibilità di precettazione dei lavoratori in sciopero in caso di mancato rispetto di tali disposizioni.

78
Q

Cosa differenzia la serrata dallo sciopero?

A

Diversa è la serrata, cioè la chiusura totale o parziale dell’impresa da parte del datore di lavoro, considerata lecita ma non un vero e proprio diritto, l’imprenditore dovrà quindi risarcire i lavoratori per la mancata prestazione lavorativa.

79
Q

Qual è la definizione e l’importanza dei diritti sociali secondo la Costituzione italiana?

A

La categoria dei diritti sociali trae il proprio fondamento dalla necessità di assicurare prestazioni dei poteri pubblici uguali per tutti e tali da riequilibrare le posizioni dei singoli all’interno della società.
La differenza tra diritti di libertà e sociali sta nel fatto che questi ultimi valgono come diritti di prestazione da far valere nei confronti dello stato, valgono come pretesa del singolo affinché la Repubblica intervenga per renderli effettivi. Si tratta di diritti strettamente legati alle risorse finanziarie e alle politiche di bilancio.
I principali diritti sociali contemplati dalla nostra Costituzione sono: diritto al lavoro, diritto all’assistenza sociale, diritto alla tutela della salute, diritto all’istruzione e diritto allo studio.

80
Q

Quali sono i principali articoli della Costituzione italiana che trattano il diritto al lavoro?

A

Gli articoli principali sono l’articolo 4, che riconosce il diritto al lavoro e promuove le condizioni per renderlo effettivo, e l’articolo 1, che definisce l’Italia come una Repubblica fondata sul lavoro.

81
Q

Qual è la natura dell’articolo 4 della Costituzione e quali sono le sue implicazioni?

A

L’articolo 4 ha natura precettiva e promozionale, vincolando i pubblici poteri a perseguire una politica di piena o maggiore occupazione. Il diritto al lavoro è considerato inviolabile, anche se non garantisce di per sé un’occupazione.

L’articolo 4 riconosce la libertà del cittadino di scegliere l’attività lavorativa o professionale, la libertà di non subire limitazioni irrazionali nell’accesso al lavoro e la libertà di esercitare un lavoro adeguato alle proprie capacità.

82
Q

Quali sono i diritti sociali legati al diritto al lavoro?

A

Tra i diritti sociali legati al diritto al lavoro vi sono il diritto a una giusta retribuzione proporzionata alla qualità e quantità del lavoro svolto, il diritto al riposo settimanale e alle ferie retribuite, e il diritto a non essere licenziato in modo arbitrario.

83
Q

Quali sono i principali aspetti garantiti dall’articolo 38 della Costituzione?

A

L’articolo 38 della Costituzione garantisce l’assistenza e la previdenza sociale.

  • L’assistenza sociale è garantita nei confronti di ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere direttamente da parte della pubblica amministrazione, come i comuni e le regioni.
  • La previdenza sociale è assicurata ai lavoratori in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia, e disoccupazione involontaria. È erogata da organi e istituti predisposti o integrati dallo Stato.

L’assistenza e la previdenza rientrano nei diritti sociali, i quali hanno per oggetto la pretesa di fruire determinate prestazioni di sicurezza sociale, il cui livello minimo di tutela deve essere garantito dai pubblici poteri, ma può essere integrato attraverso il ricorso ai privati.
Il legislatore deve contemperare la tutela di tali diritti con le disponibilità finanziarie della Repubblica.

84
Q

il diritto alla salute

A

Il diritto alla salute è tutelato dall’art. 32 della Costituzione, che lo definisce fondamentale diritto dell’individuo e anche interesse della collettività. Si tratta quindi di un diritto soggettivo, assoluto, perfetto che rientra nella categoria dei diritti inviolabili.
Il diritto alla salute ha avuto piena attuazione con l’istituzione del Servizio sanitario nazionale. Strumentale al diritto alla salute è il diritto a ricevere i trattamenti sanitari. La legge prevede la libertà del singolo di scegliere se ricevere o meno le cure sanitarie. Solo in casi eccezionali, tassativamente indicati dalla legge, possono essere previsti trattamenti sanitari obbligatori.

85
Q

diritto all’abitazione

A

Il diritto all’abitazione è riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Esso tuttavia nella sua accezione più specifica di diritto ad ottenere un alloggio non costituisce in realtà un diritto autentico. Esso rappresenta piuttosto un interesse preminente di rilevanza costituzionale rivolto a soddisfare un interesse preminente di rilevanza costituzionale, rivolto a soddisfare un’esigenza di carattere primario.

86
Q

i diritti contro i diritti

A

La Costituzione riconosce e garantisce una pluralità di diritti, i quali possono entrare in conflitto tra loro. I conflitti possono essere di due tipi:
- conflitti tra diritti fondamentali (tra diritto di cronaca e diritto alla privacy);
- conflitti tra diritti ed esigenze collettive.
I limiti alle libertà di norma sono espressamente previsti da singole disposizioni costituzionali (limiti espressi). Esistono tuttavia anche limiti impliciti dei diritti. In entrambi i casi la delimitazione dei limiti è affidata al legislatore. Il bilanciamento dei diritti deve avvenire nel rispetto delle regole seguenti:
- esso deve riguardare conflitti tra diritti o valori aventi il medesimo rango costituzionale;
- deve essere svolto in modo tale che il sacrificio subito da un diritto o da un valore sia proporzionato; - deve essere tale da preservare comunque il contenuto essenziale del diritto sacrificato.

87
Q

Quali sono i due principi fondamentali stabiliti dall’articolo 3 della Costituzione italiana?

A

La Costituzione, nell’art. 3, stabilisce due principi fondamentali:
- Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (principio di eguaglianza formale).
- È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese (principio di eguaglianza sostanziale).

→ L’eguaglianza formale è propria della cultura liberale, che riconosce la condizione di eguaglianza nei punti di partenza, ossia come pari opportunità per tutti.
→ L’eguaglianza sostanziale evoca la concezione socialista dell’eguaglianza nei risultati, che impone allo stato di intervenire nella struttura economica della società, al fine di rimuovere le situazioni di diseguaglianza esistenti di fatto.

88
Q

Quali differenti significati del principio di eguaglianza possono essere ricavati dall’articolo 3 della Costituzione?

A
  • Eguaglianza davanti alla legge
  • Il divieto di discriminazioni
  • Eguaglianza come divieto di distinzioni o parificazioni irragionevoli
89
Q

Eguaglianza davanti alla legge

A

significa che la legge si applica a tutti. Esso è strettamente legato al principio della generalità della legge e al principio di efficacia della legge: la legge deve avere medesima forza nei confronti di tutti. Sono quindi vietate, in linea di massima, le leggi ad personam.
Corollari del principio di eguaglianza formale solo il principio di imparzialità della pubblica amministrazione e il principio di terzietà del giudice.
Il principio di eguaglianza riguarda tutti, cittadini e stranieri, persone fisiche e giuridiche.

90
Q

Il divieto di discriminazioni

A

individua talune fattispecie che non possono essere assunte a motivi di differenziazione. Il divieto di discriminazione concerne:
- il sesso: la legge non può distinguere le persone in ragione del sesso: uomini e donne devono essere trattati in modo eguale. Lo stesso principio vale contro le possibili discriminazioni derivanti dagli orientamenti sessuali. È possibile intervenire tramite “azioni positive” per promuovere situazioni di eguaglianza (es. tutela della donna che lavora);
- la razza: è vietato introdurre e praticare discriminazioni dirette ed anche indirette sulla base della razza o origine etnica;
- la lingua: la legge non può fare distinzioni in base alla lingua conosciuta dai soggetti dell’ordinamento, salvo le deroghe previste per le minoranze linguistiche;
- la religione: la legge non può fare discriminazioni in base alla confessione religiosa del soggetto;
- le opinioni politiche: tale divieto di discriminazione deve essere collocato in relazione alla libertà di manifestazione del pensiero, nonché alla libertà di associazione in partiti politici;
- le condizioni personali e sociali: con riferimento alle condizioni sociali si rinvia al principio di eguaglianza, per le condizioni personali si fa riferimento al principio della generalità della legge.
Con riferimento a tutte queste fattispecie tipiche, la Costituzione ha posto una presunzione di illegittimità, accettabile dalla Corte costituzionale. Si tratta di una presunzione non assoluta; l’onere di dimostrare la ragionevolezza della fattispecie incombe su chi delibera in deroga.

91
Q

Eguaglianza come divieto di distinzioni o parificazioni irragionevoli

A

l’eguaglianza presuppone che siano messi a confronto almeno due elementi. Sotto l’aspetto strutturale, il giudizio costituzionalista ha una struttura triangolare, possa su tre elementi necessari:
- la norma impugnata per la violazione del principio di eguaglianza;
- la norma parametro;
- la norma che fa da termine di paragone.
Se la Corte Costituzionale ritiene che nessuna ragione sussista per distinguere la posizione disciplinata nella norma oggetto di impugnazione, essa dichiara l’illegittimità della stessa. Il principio di eguaglianza significa che la legge deve trattare in modo eguale situazioni ragionevolmente eguali e in modo diverso situazioni ragionevolmente diverse; esso va quindi inteso come principio di eguaglianza ragionevole.
Il principio di eguaglianza ragionevole vieta leggi ingiustificatamente discriminatorie e, per converso, leggi ingiustificatamente parificatorie.
Esempio di leggi ingiustamente discriminatorie si hanno quando la Corte costituzionale sanziona il diseguale trattamento di soggetti che invece avrebbero dovuto essere equiparati (ruolo della lavoratrice donna equiparato al lavoratore uomo).
Esempio di leggi irragionevolmente parificatorie è la clausola solve et repete, ossia l’istituto che in materia di accertamento tributario stabiliva che chi avesse voluto contestare la correttezza del procedimento condotto dagli ufficiali tributari avrebbe dovuto prima pagare il tributo poi fare ricorso alla giustizia.

92
Q

Quali sono i compiti e i fini indicati dalla Costituzione riguardo alla promozione dell’eguaglianza, come riportato nell’articolo 3?

A

La sola eguaglianza formale non basta, per tale ragione la Costituzione richiede che siano poste in essere attività volte a promuovere l’eguaglianza. Essa individua:
- un compito, spettante alla Repubblica, che consiste nella rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano l’estensione di libertà ed eguaglianza a tutti;
- un fine, che consiste nel pieno sviluppo della persona umana e nell’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.
Il compito spetta alla repubblica, e cioè non esclusivamente allo Stato apparato, ma a tutti i soggetti appartenenti allo Stato comunità. Destinatari della norma sono tutti i soggetti che versano in condizioni di deficit di libertà ed eguaglianza.

93
Q

Quali sono alcune delle azioni positive messe in atto dal legislatore per promuovere l’eguaglianza sostanziale?

A

Allo scopo di promuovere l’eguaglianza sostanziale il legislatore mette in atto una serie di azioni positive, tra le quali gli interventi diritti a realizzare pari opportunità tra i sessi. Ad esempio, le azioni previste dalla legge in tema di parità nel lavoro sull’imprenditoria femminile sono volte a favorire la posizione della donna rispetto a quella dell’uomo, esse sono giustificate proprio dal fatto di colmare situazioni di storica inferiorità sociale ed economica.

94
Q

Qual è la posizione della Corte Costituzionale riguardo alle quote elettorali sempre in ambito della promozione dell’uguaglianza?

A

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le quote elettorali a favore delle donne. Le misure di riequilibrio di posizioni eventualmente svantaggiate non potevano determinare direttamente un certo risultato, ma dovevano limitarsi a predisporre i mezzi affinché i soggetti svantaggiati potessero raggiungerlo. L’art.117 della Costituzione impone di promuovere la parità di accesso tra donne e uomini. Un esempio: norma che stabilisce che le liste non possono contenere più di due terzi (o altra percentuale) di candidati appartenenti al medesimo sesso.