15-16) la proposizione indipendente ; consecutio temporum Flashcards

1
Q

cos’è la ‘consecutio temporum’?

A

la ‘consecutio temporum’ (correlazione dei tempi) è la regola latina secondo cui i tempi in un periodo devono necessariamente rispettare un rapporto temporale di contemporaneità, anteriorià o posteriorità. I verbi infatti indicano sia un processo temporale assoluto (presente, passato, futuro) e sia un processo temporale relativo (l’azione è anteriore, contemporanea o posteriore a quella descritta da un altro verbo).
ex.
‘quid sit futurum cras, fuge quaerere’ = Rifuggi dal chiederti che cosa sarà domani.

ex.
INDICATIVO:
1. se il verbo della reggente è al presente (sia cong che ind):
nella subordinata:
-presente=contemporaneità (nella subordinata)
-perfetto=anteriorità
-participio futuro + sum=posteriorità

  1. se il verbo della reggente è storico (sia cong che ind):
    -imperfetto=contemporaneità
    -piuccheperfetto=anteriorità
    -participio futuro + eram=posteriorità
  2. se il verbo della reggente è futuro:
    -futuro=contemporaneità
    -futuro anteriore=anteriorità
    -participio futuro + ‘ero’=posteriorità

ex.
CONGIUNTIVO:
1. se il verbo della reggente è principale (sia cong che ind):
-presente=contemporaneità
-perfetto=anteriorità
-participio futuro + sim

  1. se il verbo della reggente è storico (sia cong che ind):
    -imperfetto=contemporaneità
    -piuccheperfetto=anteriorità
    -participio futuro + essem=posteriorità
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2
Q

indicativo indipendente: il ‘falso condizionale’:

A

Uno dei modi che il latino ha per sostituire l’uso del condizionale in italiano è quello del ‘falso condizionale’, cioè l’utilizzo dell’indicativo per esprimere azioni che si sarebbero potute/dovuto compiere.
Spesso è utilizzata la forma ‘verbo sum alla 3° pers. sing’ + aggettivi neutri etc.
ex.
‘Possum dicere sed nolo esse longus’ = Potrei parlare, ma non voglio essere lungo.
‘Erat dementis pacem cogitare’ = Sarebbe stato da pazzi pensare alla pace
‘Plura dixi quam dicendum fuit’ = dissi più di quanto si sarebbe dovuto dire.

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3
Q

indicativo indipendente: proposizioni interrogative dirette:

A

-ne: introduce le interrogative reali se non vi sono pronomi/aggettivi interrogativi
num: introduce le interrogative retoriche da cui si aspetta una risposta negativa.
nonne: introduce le interrogative retoriche da cui si aspetta una risposta positiva.

Per quanto riguarda le disgiuntive, cioè le domande composte da più membri che si escludono reciprocamente, il primo membro è introdotto da ‘utrum’, ‘-ne’ o da nessuna particella, il secondo è necessariamente introdotto da ‘an’.

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4
Q

lo stile epistolare:

A

Dati i tempi lunghi che ci mettevano le lettere per essere consegnate nell’antica Roma, era consuetudine da parte del mittente sposarsi sul piano temporale del destinatario, proiettando i fatti presenti nel momento in cui la lettera sarebbe stata ricevuta, e quindi formulandoli al passato.
ex.
‘Quel giorno non avevo novità… Speravo che avrei avuto tue notizie’
in italiano sarebbe ‘oggi non ho novità… spero che avrò tue notizie’.

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5
Q

cosa si intende per ‘congiuntivo indipendente’?

A

Il congiuntivo indipendente è il congiuntivo in una proposizione indipendente (una reggente).

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6
Q

congiuntivo indipendente: il ‘congiuntivo eventuale/potenziale’:

A

Il congiuntivo eventuale/potenziale è un altro modo che avevano i romani per esprimere il condizionale.
Ricorre al ‘presente/perfetto’ per indicare un’eventualità/possibilità nel presente/futuro (‘dicat/dixeirit quispiam’=qualcuno direbbe, potrebbe dire), all’‘imperfetto/piuccheperfetto’ per indicare un’eventualità/possibilità nel passato (ex. ‘diceret quispiam’ = qualcuno avrebbe detto, avrebbe potuto dire).

Esprime un fatto ritenuto possibile o una semplice eventualità pensata da chi scrive.
Ha di solito il soggetto indeterminato (“tu” generico, pronomi indefiniti, interrogativi, negativi) e si trova spesso in frasi interrogative.

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7
Q

congiuntivo indipendente: il ‘congiuntivo dubitativo’:

A

Il congiuntivo dubitativo esprime incertezze sul da farsi in forma interrogativa (presente: il dubbio riguarda il presente/futuro ; imperfetto: il dubbio riguarda il passato).
Il tono interrogativo può attenuarsi se ci si trova in un contesto colloquiale:
ex.
‘Quid faciam, Syre mi, gaudeo’ = Cosa faccio (cosa posso farci), mio Siro, sono felice!.

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8
Q

congiuntivo indipendente: il ‘congiuntivo suppositivo’:

A

Il congiuntivo suppositivo esprime supposizioni.
Se la supposizione è realizzabile nel presente/futuro&raquo_space; presente
Se la supposizione è irrealizzabile nel passato&raquo_space; piuccheperfetto

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9
Q

congiuntivo indipendente: i 2 modi in cui si realizza l’imperativo negativo presente (congiuntivo esortativo):

A
  1. ‘ne’ + congiuntivo perfetto alla 2° pers. sing. (congiuntivo esortativo)
  2. la perifrasi ‘noli/nolite’ + infinito
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10
Q

congiuntivo indipendente: il ‘congiuntivo ottativo/desiderativo’:

A

Il congiuntivo ottativo/desiderativo esprime il desiderio che qualcosa accada nel presente/futuro (presente) o il rimpianto per qualcosa che non è accaduto nel passato (imperfetto).
Spesso è accompagnato dalla particella ‘utinam’/’ut’.
ex.
‘Ut illum perdant qui primum holitor caepam protulit!’ = Che gli dei mandino un accidente a quell’ortolano che per primo fece conoscere la cipolla!
‘Utinam vere auguraverim’ = Voglia il cielo che io abbia profetizzato il vero!

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11
Q

congiuntivo indipendente: il ‘congiuntivo concessivo’:

A

Il congiuntivo concessivo esprime un’ammissione (reale o no):
se l’ammissione riguarda il presente = presente
se l’ammissione riguarda il passato = perfetto

ex.
‘Dicatur sane Catilina eiectus a me, dummodo eat in exilim’ = Si dica pure che Catilina è stato cacciato da me, purchè vada in esilio. (lett. è detto pure che Catilina cacciato da me…).

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12
Q

l’“attrazione modale”:

A

Quando una subordinata che per sua natura dovrebbe avere modo indicativo (ex. una relativa, una causale) dipende da una proposizione con il verbo al congiuntivo o all’infinito, questa muta spesso il modo dall’indicativo al congiuntivo.

In questi casi, in cui il congiuntivo non è ‘vero’, cioè non diepnde dalla natura della subordinata stessa, ma ‘falso’, può assumere vari valori:
1. il congiuntivo obliquo presenta come in sé soggettiva l’osservazione contenuta nella subordinata;
ex. ‘adnotavi quae commutanda, quae eximenda arbitrarer’ (Plinio il Giovane) = ho annotato le cose che ritenevo (secondo il mio parere) da modificare o da eliminare.
Se un congiuntivo obliquo è veramente tale, deve sempre essere possibile aggiungere un’espressione come “secondo lui”, “a suo dire”, “a sentir lui” o simili.
2. il congiuntivo eventuale presenta un’azione non già come determinata e specifica, ma come generica o ripetuta;
ex. ‘omnes cupiebant Caesarem stare condicionibus iis quas tulisset (Cicerone)’ = tutti desideravano che Cesare si attenesse ai patti che (di volta in volta) stipulava (lett. “aveva stipulato”).
Non si allude qui a patti specifici, ma a quelli che Cesare avrebbe eventualmente stipulato.
3. il congiuntivo caratterizzante evidenzia una peculiarità, una caratteristica distintiva di una categoria di persone o di cose (perciò non è mai riferito ad una persona o cosa ben definita).
ex. ‘quis est qui hoc non intellegat?’ (Cicerone) = chi c’è che non capisce questo?+
4. il congiuntivo irreale è usato nelle subordinate che vengono presentate come momento necessario di un’ipotesi irreale.
ex. ‘si solos eos diceres miseros, quibus moriendum esset, neminem eorum qui viverent exciperes’ = se chiamassi dsgraziati solo quelli che devono morire, non faresti eccezione per nessuno di quelli che sono in vita.

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13
Q

i pronomi riflessivi nelle subordinate:

A

Dato che i pronomi riflessivi ‘sibi’ ‘se’ sui’ e l’aggettivo possessivo ‘suus-a-um’ si usano in riferimento al soggetto della proposizione di cui fanno parte, in proposizioni subordinate possono sembrare riferirsi anche al soggetto della reggente (le circostanze perchè ciò accada sono verificabili solo se la subordinata costituisce espressione del pensiero o della volontà della reggente! ex. in infinitive oggettive, volitive, interrogative indirette, finali. Non nelle subordinate indicanti circostanze oggettive).

Per evitare ambiguità (in caso di più soggetti all’interno di un periodo, in cui è necessario specificare di chi sia qualcosa) il latino ricorre spesso al pronome ‘ipse’ per marcare il soggetto della reggente (e ‘suus’ per quello della subordinata).
ex.
‘Caesar milites incusavit: cur de sua virtute aut de ipsius diligentia desperarent?’ = Cesare rimproverò i soldati: perchè disperavano del loro valore o della sua abilità?
(sua virtute=loro virtù (riferito ai soldati) ; ipsius diligentia=sua abilità (riferito a Cesare=soggetto della reggente)).

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14
Q

cosa differenzia il ‘congiuntivo concessivo’ da quello ottativo, eventuale, suppositivo, esortativo e dubitativo:

A

cong. concessivo: l’unico in cui l’uso del congiuntivo al perfetto riguarda qualcosa nel passato, e non nel presente/futuro.

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15
Q

congiuntivo indipendente: il congiuntivo esortativo’:

A

Il congiuntivo esortativo presente integra le persone mancanti dell’imperativo, esprimendo un ordine o un’esortazione.

Quello con il congiuntivo perfetto è il modo preferito dei latini di esprimere un divieto.&raquo_space; In seconda persona (sing. e plur.)al posto di un imperativo attenua il tono del comando.

-per fare riferimento al presente: congiuntivo presente (1° pers. plu. e 3° pers. sing. e plur.) o perfetto (vedi sopra).
-per fare riferimento al passato: congiuntivo imperfetto o piuccheperfetto.

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