Controllo monitoraggio e sorveglianza Flashcards

(55 cards)

1
Q

Quali sono le azioni principali messe in atto per monitorare e controllare le malattie nelle popolazioni animali e umane?

A

Monitoraggio: osservazione continua della diffusione e dell’andamento delle malattie.

Sorveglianza: raccolta sistematica di dati per identificare focolai e tendenze.

Piani di controllo: misure specifiche per prevenire, contenere o eradicare le malattie.

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2
Q

Chi è responsabile di queste azioni di controllo monitoraggio e sorveglianza?

A

Queste azioni sono generalmente coordinate da enti pubblici sanitari, ma possono essere attuate anche a livello locale (ad esempio da associazioni di allevatori) o di singoli allevamenti.

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3
Q

Quali sono i presupposti per attuare queste azioni di controllo, monitoraggio e sorveglianza?

A

Agenti patogeni: cause delle malattie.

Ospiti: specie animali o umane colpite.

Condizioni ambientali ed epidemiologiche: fattori che influenzano la diffusione delle malattie.

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4
Q

Quali tipi di malattie sono di particolare interesse in questo ambito di monitoraggio, cpmtrollo e sorveglianza delle malattie?

A

Malattie zoonotiche: malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, che rappresentano un rischio per la sanità pubblica.

Malattie a forte impatto economico: malattie che causano perdite produttive o limitazioni commerciali.

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5
Q

A quali livelli viene regolamentata la sorveglianza e il controllo delle malattie?

A

Livello locale: regolamenti regionali o di singoli allevamenti.

Livello nazionale: leggi e direttive del paese.

Livello sovranazionale: normative internazionali (ad esempio, dell’Unione Europea o dell’Organizzazione Mondiale della Sanità).

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6
Q

Qual è l’obiettivo finale di queste azioni di controllo, monitoraggio e sorveglianza?

A

L’obiettivo è garantire la salute pubblica, proteggere gli animali da malattie e minimizzare le perdite economiche legate alle malattie, migliorando la sicurezza alimentare e il benessere delle popolazioni animali e umane.

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7
Q

Qual è il ruolo delle condizioni ambientali nella diffusione delle malattie?

A

Le condizioni ambientali (clima, umidità, densità di popolazione) possono favorire o limitare la sopravvivenza e la trasmissione degli agenti patogeni.

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8
Q

Perché è importante una normativa sovranazionale di controllo delle malattie?

A

Per garantire standard uniformi di sorveglianza e controllo, facilitare la cooperazione tra paesi e prevenire la diffusione transfrontaliera delle malattie.

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9
Q

Qual è la differenza principale tra monitoraggio sanitario e sorveglianza sanitaria?

A

Il monitoraggio sanitario consiste nella raccolta di dati per misurare parametri epidemiologici (prevalenza, incidenza) senza necessariamente intraprendere azioni di controllo.

La sorveglianza sanitaria include la raccolta sistematica, l’analisi e l’interpretazione dei dati con l’obiettivo di attuare azioni di controllo del rischio.

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10
Q

Quali sono gli obiettivi del monitoraggio sanitario?

A

Misurare parametri relativi all’infezione (prevalenza, incidenza).

Valutare l’efficacia di interventi di controllo precedenti (ad esempio, piani di vaccinazione).

Identificare cambiamenti significativi nella situazione sanitaria che potrebbero richiedere azioni di controllo.

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11
Q

Come viene effettuato il monitoraggio sanitario?

A

Viene tipicamente effettuato campionando una parte della popolazione di interesse per stimare parametri epidemiologici specifici.

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12
Q

Quali sono i due tipi di sorveglianza sanitaria e in cosa differiscono?

A

Sorveglianza attiva: simile al monitoraggio, ma con l’obiettivo di attuare azioni di controllo.

Sorveglianza passiva: basata sulla segnalazione spontanea di casi, spesso utilizzata per l’early detection (individuazione precoce di infezioni).

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13
Q

Cos’è l’early detection e perché è importante?

A

L’early detection è un tipo di sorveglianza (spesso passiva, ma a volte attiva) finalizzata a individuare precocemente l’ingresso di un’infezione in popolazioni, regioni o stati dove non è attualmente presente.
l’early detection utilizza una serie di metodiche e strumenti per individuare le malattie come il monitoraggio, raccolta di datu sanitari in tempo reale e segnalazione di casi sospeti
È cruciale per bloccare focolai epidemici e prevenire l’endemizzazione della malattia.

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14
Q

In quali casi il monitoraggio sanitario può portare ad azioni di controllo?

A

Quando il monitoraggio evidenzia un significativo cambiamento nella situazione sanitaria, come un aumento della prevalenza o dell’incidenza di una malattia.

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15
Q

Quali sono alcuni esempi di situazioni in cui il monitoraggio sanitario è utile?

A

Valutare l’efficacia di un piano di vaccinazione attraverso monitoraggi sierologici.

Dimostrare la riduzione della prevalenza o dell’incidenza dopo l’attuazione di azioni di controllo.

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16
Q

Cos’è la sorveglianza attiva e quando viene utilizzata?

A

La sorveglianza attiva consiste nel campionare attivamente animali per ricercare l’agente patogeno o i segni di infezione.

Viene utilizzata per infezioni paucisintomatiche, asintomatiche, raramente mortali e difficilmente rilevabili, che richiedono di essere cercate su tutta la popolazione a rischio.

Esempi includono piani di sorveglianza per malattie come la salmonellosi nelle specie avicole o per malattie coinvolgenti animali selvatici o vettori.

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17
Q

In che modo la sorveglianza attiva differisce dalla sorveglianza passiva?

A

orveglianza attiva: si campionano animali sani o a rischio per identificare infezioni non evidenti clinicamente.

Sorveglianza passiva: si raccolgono informazioni su animali malati o morti rinvenuti durante normali attività, focalizzandosi su casi sospetti.

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18
Q

Qual è l’obiettivo della sorveglianza passiva e quando è preferibile?

A

L’obiettivo è identificare malattie sintomatiche, che causano mortalità o sono clinicamente evidenti.

È preferibile per malattie che si manifestano in modo eclatante, evitando di esaminare migliaia di animali sani.

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19
Q

Perché la sorveglianza passiva non è realmente “passiva”?

A

Perché richiede un sistema di sanità pubblica sempre attivo, pronto a intervenire e in stretta relazione con il territorio, sia domestico che selvatico.

In caso di zoonosi, è necessaria anche una collaborazione con la medicina umana.

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20
Q

Qual è il ruolo dei test diagnostici nella sorveglianza e nel monitoraggio?

A

I test diagnostici sono essenziali per confermare la diagnosi negli animali campionati o raccolti.

Tuttavia, nessun test è infallibile: possono verificarsi falsi positivi o falsi negativi, quindi i test devono essere scelti con cura.

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21
Q

Cosa sono i test sierologici e quali limiti presentano?

A

I test sierologici rilevano indirettamente la risposta immunitaria dell’ospite, non l’agente patogeno stesso.

Non sono specifici al 100%, quindi possono produrre falsi positivi. Questo aspetto è critico, soprattutto nella sorveglianza attiva o nell’early detection.

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22
Q

Perché i falsi positivi sono un problema nell’early detection?

A

L’early detection viene effettuata su popolazioni indenni (prevalenza 0%).

L’uso di test con specificità inferiore al 100% su popolazioni sane genera falsi positivi, rendendo difficile distinguere i casi reali.

Questo può portare a ripetuti allarmi infondati, riducendo l’attenzione quando il patogeno viene effettivamente introdotto.

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23
Q

Qual è il rischio di utilizzare test sierologici per l’early detection?

A

Il rischio è quello di ottenere molti falsi positivi, che possono portare a un eccesso di allarmi e a una perdita di fiducia nel sistema di sorveglianza.

24
Q

Qual è l’importanza della specificità dei test diagnostici nella sorveglianza?

A

La specificità è cruciale per minimizzare i falsi positivi, specialmente in popolazioni con bassa prevalenza o in programmi di early detection.

Test con bassa specificità possono compromettere l’efficacia della sorveglianza e portare a interventi non necessari.

25
Cosa si intende per “valore predittivo positivo” e perché è importante?
Il valore predittivo positivo indica la probabilità che un risultato positivo del test sia effettivamente un caso reale di malattia. È importante perché, in popolazioni con bassa prevalenza, anche test con alta specificità possono produrre molti falsi positivi, riducendo l’affidabilità dei risultati.
26
Quali sono gli obiettivi principali del controllo delle infezioni e delle malattie?
Gli obiettivi includono: Prevenzione o profilassi: evitare l’introduzione di un agente eziologico in una popolazione non infetta. Controllo in senso stretto: contenere l’infezione a livelli accettabili. Eradicazione: eliminare completamente l’agente eziologico dalla popolazione e dall’ambiente.
27
In cosa consiste la profilassi diretta e quali misure include?
La profilassi diretta mira a evitare l’introduzione di un agente patogeno in una popolazione indenne. Le misure includono: Controllo della movimentazione degli animali. Disinfezione di mezzi che possono fungere da vettori passivi. Controllo dell’alimentazione per prevenire infezioni trasmesse da cibi contaminati (es. salmonellosi o parassiti).
28
Qual è la differenza tra profilassi diretta e indiretta?
Profilassi diretta: previene l’introduzione dell’agente patogeno in una popolazione. Profilassi indiretta: previene l’infezione degli individui se l’agente è già presente, attraverso vaccinazione (immunità attiva) o somministrazione di sieri iperimmuni/colostro (immunità passiva).
29
Qual è l’obiettivo della vaccinazione in un piano di controllo?
L’obiettivo è ridurre il numero di animali recettivi all’infezione al di sotto della densità soglia (Nt), dove l’indice di riproduzione di base (R0) scende sotto 1. In questo caso, l’introduzione di un animale infetto non è in grado di diffondere l’infezione nella popolazione vaccinata.
30
Cosa si intende per "densità soglia" (Nt) e perché è importante?
La densità soglia (Nt) è il numero di individui suscettibili in una popolazione che corrisponde a un R0 = 1. È importante perché, se il numero di suscettibili è inferiore a Nt, l’infezione non può diffondersi, rendendo la vaccinazione efficace nel prevenire epidemie.
31
Quali sono le misure di controllo in senso stretto?
Le misure di controllo in senso stretto mirano a contenere l’infezione a livelli accettabili, senza necessariamente eliminare l’agente patogeno. Esempi includono: isolamento degli animali infetti, trattamenti terapeutici e miglioramento delle condizioni igieniche.
32
Cosa si intende per eradicazione di una malattia?
L’eradicazione è l’eliminazione completa di un agente patogeno da una popolazione e dall’ambiente, senza possibilità di ricomparsa. Richiede misure intensive e coordinate, come vaccinazioni di massa, monitoraggio costante e controllo dei vettori.
33
Qual è il ruolo dell’immunità passiva nella profilassi indiretta?
L’immunità passiva viene trasferita attraverso sieri iperimmuni o colostro, fornendo una protezione immediata ma temporanea agli individui esposti all’agente patogeno.
34
Perché il controllo della movimentazione degli animali è cruciale nella profilassi diretta?
Perché la movimentazione degli animali è uno dei principali mezzi di diffusione degli agenti patogeni tra popolazioni o allevamenti.
35
Qual è l’importanza della disinfezione nella prevenzione delle infezioni?
La disinfezione elimina o riduce la presenza di agenti patogeni su superfici, strumenti o mezzi di trasporto, prevenendo la trasmissione indiretta delle infezioni.
36
Quali sono i tre ambiti su cui si può agire per controllare o eradicare un’infezione?
Agente eziologico: azioni dirette contro il patogeno (es. farmaci, disinfezione). Ospiti: aumentare la resistenza della popolazione ospite (es. vaccinazioni, miglioramento delle condizioni nutrizionali). Ambiente: rendere l’ambiente inadatto alla sopravvivenza del patogeno o dei suoi vettori (es. bonifiche, recinzioni).
37
Come si può agire direttamente sull’agente eziologico?
Nell’ospite: utilizzando farmaci specifici (es. antielmintici, antibiotici). Nell’ambiente: disinfezione o rimozione di carcasse infette. Su vettori e ospiti intermedi: azioni complesse, spesso difficili da attuare.
38
Quali sono le azioni sulla popolazione ospite per controllare un’infezione?
Aumentare la resistenza: vaccinazioni (immunità specifica) o miglioramento delle condizioni di nutrizione e gestione (resistenza aspecifica). Interrompere o rallentare la trasmissione: ridurre la densità degli ospiti o proteggerli dai vettori.
39
Quali sono le azioni sull’ambiente per controllare un’infezione?
Rendere l’ambiente inadatto alla sopravvivenza del patogeno o dei suoi vettori (es. bonifiche per la malaria). Limitare l’accesso dell’ospite all’ambiente contaminato (es. recinzione di laghetti per la fasciolosi).
40
Cosa implica il controllo in senso stretto di un’infezione?
Implica un’azione continua, poiché l’agente patogeno rimane endemico nella popolazione. Esempi includono la maggior parte dei piani di controllo per i parassiti.
41
Cosa comporta l’eradicazione di un’infezione?
Richiede azioni intensive per eliminare completamente l’agente patogeno dalla popolazione e dall’ambiente. Dopo l’eradicazione, è necessario implementare piani di prevenzione per evitare la reintroduzione dell’infezione.
42
Qual è il rischio dell’uso di farmaci specifici per il controllo degli agenti eziologici?
Il rischio principale è lo sviluppo di resistenza ai farmaci nelle popolazioni parassitarie o batteriche. Ad esempio, l’uso eccessivo di antielmintici può portare all’antielminticoresistenza.
43
Come si può prevenire l’antielminticoresistenza?
Utilizzando a rotazione diverse classi di farmaci antiparassitari. Evitando trattamenti a tappeto e preferendo trattamenti mirati sugli individui più a rischio o più parassitati. Riducendo la pressione selettiva sui parassiti.
44
Perché farmaci molto efficaci possono accelerare la resistenza?
Farmaci molto efficaci eliminano rapidamente i parassiti sensibili, selezionando e favorendo la sopravvivenza dei pochi individui resistenti. Questo può trasformare una popolazione parassitaria sensibile in una totalmente resistente in breve tempo.
45
Cosa si intende per “piano di controllo integrato”?
Un piano che combina metodi gestionali/ecologici (es. gestione del pascolo, igiene ambientale) con trattamenti farmacologici mirati a fasi specifiche del ciclo del parassita. Esempi includono trattamenti estivi per l’ipodermosi accompagnati da zone d’ombra per gli animali, o trattamenti prima dei picchi stagionali per le strongilosi gastrointestinali.
46
Quali sono alcuni esempi di azioni specifiche per il controllo dei parassiti?
Strongilosi: gestione del pascolo e trattamenti farmacologici prima dei picchi primaverili e autunnali. Ascaridiosi: igiene ambientale e trattamenti mirati. Ipodermosi: trattamenti estivi e miglioramento delle condizioni ambientali (es. zone d’ombra).
47
Cosa si intende per “aggregazione dei parassiti”?
I parassiti tendono a distribuirsi in modo non uniforme, concentrandosi in alcuni individui ospiti. Questo rende importante trattare gli individui più parassitati per ridurre la pressione selettiva e la diffusione dell’infezione.
48
Cosa include il controllo in senso latto?
La profilassi diretta e indireta e il controllo in senso stretto ed erradicazione nell'ospite, parassita e ambiente
49
Cos'è Antielminticoresistenza?
L’antielminticoresistenza è la capacità dei parassiti elminti (vermi) di sviluppare resistenza ai farmaci antielmintici, rendendo questi trattamenti meno efficaci o completamente inefficaci. Questo fenomeno è un problema crescente nella gestione delle parassitosi negli animali, in particolare negli allevamenti.
50
Quali sono le caratteristiche del trattamento farmacologico per gli strongili g.i.
Possono essere messi in atto trattamenti strategici che prevengano la contaminazione del pascolo quando questa sia ancora minima. Ciò significa agire sulla maggior parte della popolazione elmintica, ad es. può essere consigliato (vedi controllo integrato) * trattare prima di portare gli animali al pascolo e al rientro in stalla; * trattamenti pre e post parto; * trattamenti prima del picco autunnale per controllare le possibili “overwintering larvae” e le larve ipobiotiche; * Attenzione all’effetto paradosso (terapiaimmunità) * Attenzione allo sviluppo di resistenza agli antielmintici
51
Com'è il plano per la echinococcosi-idatidosi?
eradicazione. * ospiti: gestione corretta della macellazione ovina e del rapporto con i cani; (protezione ovini da predazione lupo);vaccinazione ospiti intermedi * parassita: trattamento dei cani ed eliminazione feci; - ambiente: l’elevata resistenza delle uova non rende possibili trattamenti ambientali (tranne igiene in ambito domestico: deiezioni canine)
52
Com'è il plano per la trichinella nel domestico?
prevenzione diretta: * evitare l’importazione di animali (suini) da zone endemiche * controllare la provenienza degli alimenti per gli animali * controllare l’interfaccia domestico-selvatico
53
Quando è meglio utilizzare la sorveglianza attiva e la passiva?
* Per malattie sintomatiche, che determinano mortalità, evidenziabili o quantomeno sospettabili clinicamente è meglio utilizzare la sorveglianza passiva: è inutile esaminare migliaia e migliaia di animali sani per individuare l’introduzione dall’estero di un caso, ad esempio, di peste bovina * Per infezioni solitamente paucisintomatiche o asintomatiche, raramente mortali, difficilmente o solo tardivamente evidenziabili clinicamente è meglio utilizzare la sorveglianza attiva: spesso a campione (ad esempio piani di sorveglianza per alcune malattie nella cui epidemiologia sono coinvolti animali selvatici o vettori; piani di sorveglianza per salmonellosi su specie avicole); talvolta su tutta la popolazione potenziale serbatoio a rischio (piani di eradicazione TBC, Brucellosi…)
54
Quali sono i vantaggi della sorveglianza sierologica attiva?
* utile per evidenziare infezioni poco letali e/o con sintomatologia poco evidente o assente * spesso è più facile evidenziare anticorpi che agenti eziologici: difficile isolamento;la durata dell’infezione spesso è inferiore alla durata dell’immunità umorale * sembrerebbe un utile mezzo per la «early detection» cioè per l’evidenziazione precoce dell’entrata sul territorio, o nelle popolazioni target, di infezioni scarsamente sintomatiche e al momento assenti nella biocenosi
55
Quali sono i limiti della sorveglianza sierologica attiva?
* la specificità di un test sierologico non è mai del 100%, * i test sierologici danno sempre luogo a possibili «falsi positivi» * rischioso particolarmente per l’early detection perché sicuramente, a lungo andare, un test risulterà positivo anche in assenza di infezione * il risultato positivo ad un test ufficiale effettuato in laboratori del SSN (servizio sanitario nazionale) per infezioni soggette a denuncia comporta una serie di misure obbligatorie per legge * in particolare per i macroparassiti la sierologia non è una metodica molto diffusa e affidabile