CAP 3 Flashcards

(9 cards)

1
Q

DEFINIZIONE DI ATTIVITÀ

A

L’attività è un insieme di azioni o compiti elementari che hanno per obiettivo quello di erogare un servizio o produrre un output che consenta all’impresa, direttamente o indirettamente, di comporre la sua offerta. È una combinazione di persone, tecnologie, materie prime volte a realizzare un output finale. Le attività costituiscono gli elementi di base dell’agire dell’impresa: descrivono ciò che l’azienda fa, il modo in cui utilizza le risorse e i risultati che essa produce. Le caratteristiche che le attività devono possedere sono le seguenti:
1. Devono essere fatte da un individuo in modo specifico o da un gruppo di individui addetti a quella particolare attività 2. Devono rispondere ad un know-how specifico 3. I compiti delle attività devono essere omogenei in rapporto ai loro comportamenti di costo e performance
4. Devono avere un certo numero di input di partenza 5. Devono permettere l’ottenimento di un output 6. Gli output devono essere destinati ad un cliente interno o esterno

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2
Q

ABC (Activity Based Costing)

A

L’ABC è un metodo di calcolo dei costi che si basa sulle attività svolte all’interno dell’azienda, non sui reparti. Ogni attività consuma risorse (come tempo, materiali, macchinari) ed è collegata ai prodotti finali. L’idea è che prima si attribuiscono i costi alle attività, poi questi vengono distribuiti ai prodotti in base a quanto ogni prodotto ha “usato” quelle attività.
Si usano due matrici: una collega i fattori produttivi alle attività (matrice F/A), e l’altra collega le attività ai prodotti (matrice A/P). Per fare questo collegamento si usano i driver, che sono delle unità di misura: i resource driver servono per attribuire i costi alle attività, e i cost driver per attribuirli ai prodotti. Alla fine, il costo di produzione si ottiene sommando i costi diretti ai costi delle attività effettivamente consumate dal prodotto. Questo metodo aiuta a capire meglio dove si concentrano i costi e rende più precisa la contabilità industriale.

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3
Q

CRITERI UTILIZZATI NELLA COSTRUZIONE DELLE MACRO-ATTIVITÀ (macro-aree)

A

All’interno dell’impresa vengono svolte molte attività, ma se si considerano tutte individualmente si crea un modello di calcolo dei costi complicato. Si cerca, quindi, di costruire delle macro-attività, in modo da aggregare i costi in un solo cost pool, mettendo e considerando insieme le attività, le cui determinanti di costo, i cost driver, hanno andamento correlato. Quando si aumenta il numero di attività che compongono una macroattività si riduce il numero di macro-attività che vado a misurare. Da una parte il costo di misurazione si abbassa, ma dall’altra l’accuratezza del calcolo diminuisce. La ricerca del livello ottimo di aggregazione, operativamente, si traduce nella verifica dei valori assunti da tre indicatori: il grado di diversità dei prodotti o servizi, il grado di diversità dei volumi o l’importanza relativa delle attività.

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4
Q

RESOURCE DRIVER

A

Nel modello ABC, i resource driver sono parametri che servono a capire quanto un fattore produttivo (come materiali, personale, macchinari) è stato utilizzato per svolgere una certa attività. In altre parole, calcolano in che misura una risorsa ha contribuito a un’attività. Quando dobbiamo attribuire i costi delle risorse comuni (come energia, stipendi, ammortamenti, ecc.) alle diverse attività aziendali, usiamo i resource driver per farlo in modo oggettivo. Ogni attività riceverà una parte dei costi in base a quanto ha effettivamente “consumato” quella risorsa. Ci sono vari tipi di costi da attribuire: costi diretti (come manodopera o materie prime usate solo per un’attività), costi indiretti legati a più attività (es. luce o manutenzione condivisa) e costi comuni che vanno ripartiti tra più attività

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5
Q

ACTIVITY COST DRIVER

A

Gli activity cost driver, insieme ai resource driver, sono strumenti fondamentali nel metodo ABC per distribuire correttamente i costi. In particolare, servono per capire quanto ogni prodotto o servizio consuma le diverse attività aziendali. Sono indicatori che mostrano il legame tra le attività svolte e l’oggetto a cui imputare i costi (come un prodotto, un servizio, un reparto). In pratica, ogni attività ha un suo driver che aiuta a determinare quanta parte del suo costo deve essere assegnata a un certo prodotto. Questo permette di avere una visione più precisa del vero costo del prodotto, perché si basa sull’effettivo utilizzo delle attività. Esistono diversi tipi di activity driver, a seconda del tipo di misura utilizzata: legati al volume (es. numero di pezzi prodotti), alla complessità (es. numero di controlli richiesti), all’efficienza (es. tempo impiegato), o al mercato (es. richieste personalizzate dei clienti).

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6
Q

COST DRIVER

A

Il cost driver è uno dei tre driver usati nel metodo ABC, insieme al resource driver e all’activity cost driver. Si tratta di qualsiasi elemento che fa partire un’attività, cioè che la rende necessaria e ne determina il consumo di risorse. In altre parole, è un fattore che spiega perché un’attività avviene e quanto costa. I cost driver aiutano a capire cosa fa aumentare i costi di un’attività, tenendo conto anche della complessità organizzativa o gestionale (per esempio: più fasi, più varianti di prodotto, più controlli richiesti, ecc.). Una stessa attività può avere anche più di un cost driver.

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7
Q

DIFFERENZE DRIVER

A

Nel sistema ABC, tutti e tre i driver servono per attribuire correttamente i costi, ma si usano in momenti diversi e con ruoli diversi.
Resource Driver:
Questo driver si usa per collegare i costi delle risorse alle attività. Risponde alla domanda: “Quanta risorsa (es. tempo, materiali, stipendi) è stata consumata da ciascuna attività?”
🔹 Esempio: le ore di lavoro di un tecnico vengono usate come resource driver per attribuire il suo costo all’attività “manutenzione”.
Activity Cost Driver:
Serve per collegare le attività ai prodotti (o altri oggetti di costo), quindi è usato nella seconda fase. Risponde alla domanda: “Quanto un certo prodotto ha usato una determinata attività?”
Esempio: se l’attività è “imballaggio”, il numero di scatole utilizzate può essere l’activity cost driver per distribuire il costo ai prodotti.
Cost Driver:
È un concetto più generico, che indica qualunque fattore che fa partire o influenza un’attività. Spiega perché l’attività si svolge e cosa ne fa aumentare i costi.

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8
Q

CRITERI USATI NELLA SCELTA DEI COST DRIVER

A

I cost driver sono parametri usati per rappresentare il legame tra le attività svolte dall’azienda e l’utilizzo che ne fanno le produzioni. La scelta dei cost driver è un processo soggettivo e serve per ripartire in modo corretto i costi delle attività tra i vari prodotti, soprattutto quando ci sono processi comuni o concatenati. Il numero di cost driver da utilizzare dipende da diversi elementi, come:
la varietà dei prodotti aziendali,
il costo delle attività che vengono raggruppate,
la differenza nei volumi di produzione.
Per scegliere il tipo di cost driver più adatto, è importante seguire criteri di efficienza ed efficacia. In particolare, si devono valutare:
il costo per raccogliere e misurare i dati (non deve essere troppo alto),
gli effetti che il driver potrebbe avere sul comportamento delle persone (per esempio, cambiare il modo in cui lavorano),
quanto il driver rappresenta bene il legame tra consumo di attività e prodotto.
Poiché i driver esprimono in modo indiretto il consumo delle attività, è importante confrontarli con ciò che realmente genera i costi. Esistono anche diversi tipi di driver, in base all’area aziendale a cui si riferiscono, come ad esempio:
driver di progettazione (legati alla fase di sviluppo del prodotto),
driver di produzione (legati alla realizzazione fisica),
driver marketing, driver distribuzione, e driver servizio al cliente.

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5
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9
Q

ABM (Activity Based Management)

A

L’Activity Based Management (ABM) è un metodo di gestione che usa le informazioni dell’ABC (Activity Based Costing) per migliorare le performance dell’impresa. Serve a capire dove si possono migliorare efficienza e competitività, con l’obiettivo di aumentare il valore per i clienti e i profitti aziendali. Le due principali strategie dell’ABM sono:
Ridurre i costi, rendendo i processi più efficienti.
Creare vantaggio competitivo, cioè offrire al cliente un valore percepito più alto, così da poter giustificare prezzi più elevati rispetto ai concorrenti.
Alla base dell’ABM c’è il confronto tra il valore creato da un’attività e il costo per svolgerla. Questo aiuta a prendere decisioni più mirate su come gestire e distribuire le risorse. Le attività aziendali vengono quindi suddivise in tre categorie:
Attività a valore aggiunto: quelle che il cliente riconosce come utili (es. personalizzazione del prodotto).
Attività non a valore aggiunto: il cliente non le percepisce, ma servono per far funzionare bene l’impresa (es. controllo qualità).
Attività inutili o sprechi: non servono né al cliente né all’efficienza, e vanno eliminate (es. attese inutili, passaggi ripetuti).
L’ABM si concentra sul valore percepito dal cliente: assegna più risorse alle attività che creano valore e riduce o elimina le altre. In questo modo si migliorano le prestazioni aziendali, si riducono gli sprechi e si rafforza la competitività.

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